SPOILER
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Il consueto Magazine invernale si ripresenta con la solita veste grafica e la serie di articoli e approfondimenti dedicati al western nelle sue varie forme. Presente, ovviamente, un articolo-riassuntone su Mefisto. Il tuttologo texiano/western-dipendente non troverà niente di nuovo sotto il sole, ma sta di fatto che si tratta pur sempre di una lettura piacevole.
Voto al prodotto in quanto tale: 8
"La palude del morto" di Jacopo Rauch e Corrado Mastantuono è una storia di 78 molto weird e horror, valorizzata soprattutto dal lavoro del disegnatore romano che si conferma un maestro.
Tex è sulle tracce di un gruppo di banditi e la sua missione lo porta nei pressi della Dead Man Swamp, palude dove, molti anni prima, si era verificato un massacro ai danni di una famiglia di persone pacifiche, i McCullen, perché erano accusate, ingiustamente, di aver ucciso un comandante nordista.
La sceneggiatura di Rauch si presenta liscia e scorrevole senza troppi fronzoli e, soprattutto, senza grossi inciampi.
L'unica nota un po' stonata, ma riconosco che è una fisima mia, è il finale.
SPOILERISSIMO
Io capisco la volontà di stupire il lettore con gli effetti speciali, capisco che il colpo di scena finale faccia sempre il suo effetto, ma stavolta no, non ci siamo proprio.
Alla fine si scopre che l'oste Zachary ha fatto secco il colonnello nordista e che si è disfatto del fucile con cui ha sparato. Zachary è tutt'altro che un santo perché ha cercato di intascarsi il bottino della rapina, ma il finale della storia lascia suggerire che la sua morte abbia "liberato" gli spiriti dei McCullen e che ora possano riposare in pace.
Scusate, ma no! Zachary era in guerra e ha accoppato un colonnello nordista responsabile di saccheggi e chissà quali tipi di uccisioni, torture e violenze.
Fosse per me gli avrei dato una medaglia!
Zachary non può essere considerato responsabile della morte dei McCullen perché la loro morte è stata decisa dai soldati della compagnia, i quali sospettavano comunque che l'assassino non fosse fra loro. Nella storia non è presente niente, ma proprio niente, che faccia supporre che Zachary abbia volontariamente fatto ricadere la colpa dell'uccisione del colonnello nordista Warren sui McCullen.
Voto alla storia: 7
Voto al "colpo di scena" finale: 4
"La strada del male" di Mauro Boselli e dei Cesari è un racconto breve sul passato di Mefisto che si aggiudica il premio come miglior storia del volume.
Il suo unico difetto, se vogliamo chiamarlo così, è che è una storia per aficionados che di Mefisto sanno più o meno tutto, o perlomeno che hanno letto "Fuorilegge" e le storie su Tex Willer perché i collegamenti sono tanti.
A parte questo, Boselli sceneggia con la consueta maestria inserendo un gran numero di scene in sole 32 pagine. La storia è narrativamente inattaccabile e si preannuncia come la prima di una serie di vicende, per quanto brevi, destinate a collegare il finale di "Fuorilegge" con il ritorno in pompa magna di Mefisto alla testa degli Hualpai e, soprattutto, con la leggendaria "Il figlio di Mefisto".
I Cestaro ormai sono i nuovi interpreti del negromante (ben più indicati del pur bravissimo Civitelli e strappano il premio anche a Roberto De Angelis, che pure lui ha interpretato benissimo lo storico nemico) e chissà che dopo il Texone non vi sia qualche altra loro incursione con il vecchio mattoide.
Voto: 8