A parte le battute sulla vera e propria ossessione che ha Burattini per le "origini" di qualunque cosa (pure le origini del Going Going ha scritto, non so se mi spiego...), i problemi di questa storia sono quelli tipici purtroppo dell'ultimo Burattini: una sceneggiatura sciatta, svogliata e frettolosa, che spreca gli elementi interessanti della storia.
Sull'ossessione di Burattini per le "origini", e in generale, per gli "spiegoni" si è già scritto tanto: una delle migliori storie burattiniane degli ultimi anni è il secondo "zagorone", dove riesce per gran parte della storia a creare tensione, dramma e mistero... ma ad un certo punto, a metà storia, gli parte la logorrea e prende una tangente in cui racconta le "origini" di un gruppo di patrioti polacchi (e quindi le origini di un nemico storico di Zagor) che per diverse pagine ammazza ogni tensione. Poi si riprende nel finale, ma davvero dà l'impressione di un autore che, come un tossicodipendente, dopo cento pagine senza uno "spiegone" non ce la faceva proprio più e gli è scappata "l'origine", poi calmata la tossicodipendenza è ritornato alla storia principale.
Qui si è abbastanza limitato rispetto al solito. Non ha raccontato per filo e per segno perchè l'alchimista è diventato alchimista e le origini dei suoi alambicchi. Ha conservato un minimo di mistero su che cavolo c'era nel laboratorio e cosa ha trasformato animali e persone. Ma comunque, se ci pensate, la trama della storia è "Tex arriva e scopre le origini dei Chupacabras". Era un "animale misterioso" ancora senza origini, la cosa evidentemente per Burattini era intollerabile, e ha fatto una storia basata sulla scoperta delle sue origini.
Pensateci. Tex non è lì a salvare qualcuno. Non è lì per vendicare qualcuno. Nella trama principale, affronta mostri ma non sono mai un serio problema. Viene aggiunta una trama secondaria con banditi e indiani per metterci un "cattivo", ma alla fine anche questi più che combattere contro Tex combattono anche loro contro i mostri. L'arco narrativo della storia e davvero "Tex scopre le origini dei Chupacabras".
Una storia simile per funzionare deve costruire questa "scoperta" come un avventura, con tensione, emozioni, etc... eppure la sceneggiatura è ultrapiatta. Tutti parlano nella stessa maniera (tutti hanno notato l'umorismo involontario nella scena in cui El Morisco e i pastori parlano fra di loro come dotti sapienti in una conferenza scientifica, possibile che non se ne sia accorto lui?)
Di "carne al fuoco" ce n'è tanta, pure troppa: i Chupacabras, l'alchimista, i vampiri nel finale, l'arena, le grotte, il laboratorio, i banditi, gli indiani, i fratelli, ma tutto viene trattato in maniera piatta e frettolosa. Con il senno di poi si potrebbe dire che era meglio se ci metteva meno roba dedicandoci più tempo a ciascuna...