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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 28/06/2023 in tutte le sezioni

  1. Il rapido turn-out dei post e dei temi e la discussione su Kate ha fatto passare nel dimenticatoio una cosa che aveva detto Leo su cui mi piacerebbe tornare. Io avevo scritto: E Leo aveva risposto E poi... E forse l'utilizzo di questo trucco avrebbe accresciuto il pathos. Non che mi stia lamentando di questa storia, eh, è perfetta com'è. Solo mi chiedevo il perché di questa scelta Secondo me, è perchè il mistero attira sempre l'attenzione principale del lettore. (Tipo "assolutamente non pensare ad un elefante! Non pensarci". Poi a cosa pensi?). E a volte vuoi che sia così e a volte no. A volte il mistero tiene l'attenzione del lettore proprio dove vuoi che stia, altre volte la fa andare per conto suo a vanvera mandando a donne di facili costumi l'effetto che volevi... Pensa a "Gli eroi del Texas", che ho citato per primo come esempio ma poi è stato ripreso da altre risposte come esempio "che funziona" e secondo cui quindi anche qui "un mistero avrebbe funzionato meglio". Da subito, l'identità del morto è misteriosa. Ma poi viene ben presto collegata ad un altra cosa: si chiarisce che il morto è uno dei galeotti condannati ai lavori forzati. Quindi, ti dice, "uno di questi criminali non solo si redimerà (come faranno in diversi) - ma salverà tutti quanti" Di cosa parla quella storia, sostanzialmente? Certo, ci sono gli indiani che minacciano il forte, ma sono "la minaccia esterna" come in Ombre Rosse, sono più una condizione ambientale che personaggi. L'attenzione è sulle reazioni, sulle azioni, sui pensieri e le relazioni delle persone assediate. Senza il mistero, forse non te ne accorgeresti. Forse ti metteresti a ragionare sulle tattiche militari per resistere agli indiani, oppure passeresti superficialmente i dialoghi dei detenuti, "tanto non contano niente" concentrandoti sulle azioni dei militari e dei pard. Ma il "mistero" iniziale, quello che attira l'attenzione ("mi raccomando, non pensare ad un elefante! E adesso non pensare a chi dei detenuti salverà tutti quanti! Ora prova a leggere senza pensarci...") tiene sempre, costantemente, l'attenzione dei lettori sui detenuti. I temi della storia sono la redenzione, l'egoismo e la solidarietà, l'amicizia e il tradimento, e guarda coso, sono i fattori che devi soppesare per risolvere il mistero" (in realtà l'identità è ovvia se ragioni "metafumettisticamente": la persona più improbabile. Ma anche se fai questi ragionamenti, rimane il mistero del PERCHÈ la persona più improbabile salvi gli altri, quindi comunque rimane l'attenzione sulle azioni e sulle motivazioni, anzi, così la tua attenzione è puntata PROPRIO SU DI LUI, in quella storia anche il lettore "scafato" che ragiona metafumettisticamente non è un problema...) Ora, pensa invece a QUESTA storia, di questo texone. Davvero pensi che la storia migliorerebbe se tutta l'attenzione del lettore fosse concentrata, mentre Borden gli parla di cosa sia davvero l'onore e cosa si può fare per una bandiera, sul "chissà chi muore" o sul "chissà se si salvano"? Invece di concentrarti sulle tre diverse "soluzioni" adottate da Tex, Carson e Kate per salvarsi l'anima in una guerra civile, avere il lettore che non ci fa attenzione mentre cerca di risolvere il "giallo" dell'identità del morto, o dei morti... Tieni presente che, se in "Gli Eroi dei Texas" l'identità era collegata ad una scelta morale del morto, quindi ai temi della storia, qui chi vive e chi muore NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LE LORO SCELTE. Tutti i personaggi dei coloni hanno lo stesso obiettivo e la pensano uguale. La morte o no di Konrad e degli altri è puramente fortuna o sfiga (se i miliziani inseguivano la carovana con Kate morivano quelli nella carovana e si salvavano gli altri) No, un "mistero" qui sarebbe stato peggio che inutile: sarebbe stato molto DANNOSO, distogliendo l'attenzione dai temi della storia e traformando la lettura in una specie di "caccia gli indizi" da Settimana Enigmistica... Ma anche senza "mistero", presentando magari la storia senza parlare di nessun morto, per "sorprendere il lettore" (come temo avrebbe fatto il 90% degli attuali autori bonelliani e non bonelliani), ragiona su come è stata presentata la storia. Togli tutto il clima di tragedia incombente e ogni tristezza. Per "sorprendere il lettore" la storia deve essere allegra, buffa, piena di battute e di ottimismo. Fino a che... ZAK, fai vedere gli impiccati! Hai fatto UNA PAGINA che sorprende il lettore!!!! ...e come fai con le altre 223 pagine che hai sacrificato per quella pagina lì? Come ha già detto PapeSatan:
    1 point
  2. L'uso della "storia reale" comporta dei rischi e delle conseguenze. Rischi, per esempio: 1) Quello di cui avevo parlato qualche post fa e all'epoca della storia nell'Alto Missouri: fare quelle storie dove sei nel 1300 e fai tre passi e incontri Dante Alighieri, e subito dopo Beatrice e poi fai un giro in campagna e incontri Bonifacio VIII, che ovviamente parla di politica papale con il primo che passa... l'effetto "il passato è una festa di Hollywood, c'è solo gente famosa e si conoscono tutti" (detta anche "Sindrome di Dago") Su Tex Willer come avevo già detto all'epoca ho provato fastidio per esempio quando il giovane indiano conosciuto da Tex (incontro casuale) si scopre che decenni dopo sarà una persona famosa... fino a quel momento nella storia erano apparse un sacco di personaggi storici, ma aveva un senso il fatto che stessero là e Tex li incontrasse. L'indiano no, ai fini della storia non serviva uno famoso. 2) La "Sindrome da Martin Mystere", l'evento o il fatto storico diventa una scusa per attaccare dei pipponi incredibili per fare sfoggio di nozionismo. 3) La "Sindrome di Ken Parker", l'evento o il fatto storico viene usato per dare lezioni di morale ai lettori, di solito della complessità di cose mai pensate dal lettore tipo "eh, il razzismo è cattivo"... Finora Boselli è riuscito in generale ad evitare questi problemi, tranne qualche caduta di poco conto. Conseguenze: per esempio... 1) ret-con per "far stare" un evento già noto dentro un fatto storico, una cronologia più "realistica" o entrambe le cose (Tex che adesso deve fare il campione di Rodeo solo pochi mesi invece di anni. A volte queste retcon sono indolori (onestamente che importa quanto tempo Tex è rimasto nel mondo del rodeo? Magari si è solo sbagliato mentre la raccontava...), altre volte danno un po' di fastidio (a me onestamente che Carsoin adesso conosca Damned Dick mi dà un po' fastidio, perchè va contro quello detto in "Fra Due Bandiere" e preferirei che le mitiche storie originali venissero considerati Testi Sacri... oltretutto se vogliono ristampare Tra Due Bandiere su Tex Willer Extra ora come fanno, cambiano il testo o tengono l'incongruenza spiattellandola di fronte a tutti? Oltretutto era facile evitarla, durante la guerra si vedono in due pagine dove Dick non è necessario e dopo la guerra poteva anche non esserci...) 2) Imposizioni sulle storie, con gli eventi che "devono" capitare quando sono successi davvero anche se nella storia sarebbe meglio avvenissero in un altro momento o altrove: qui finora Boselli ha dimostrato che se serve alla storia i fatti storici li sposta senza problemi... Insomma, anche se finora per me Borden se la sta cavando più che egregiamente, ci sono motivi giustificati per temere un perso eccessivo della "storia reale" in un fumetto d'avventura... ------------------------------ Tornando poi su Kate... ho dato una riletta al thread, e se non mi sono perso un post, a parte me (che l'ho capito in seconda lettura e poi l'ho postato), NESSUNO prima che Borden lo negasse aveva messo in dubbio che Kate fosse andata a letto più e più volte con Waldrop: chi difendeva la scelta lo faceva dicendo (per me un po' assurdamente) che era normalissimo che una investigatrice privata dell'epoca andasse regolarmente a letto con testimoni e sospettati e nessuno si scandalizzava... Persino Carlo, che dovrebbe aver parlato della storia con Mauro qualche volta, l'aveva interpretata così: Insomma, nonostante gli elementi per "decifrare" cosa voleva dire Boselli fossero presenti nel testo... NESSUNO li ha colti (tranne me in seconda lettura e solo perchè mi sembrava assurda come cosa e ho controllato). Questa per me è una DIMOSTRAZIONE INOPPUGNABILE di quello che dico da sempre: i lunghi "dialoghi esplicativi" non sono solo inutili, sono CONTROPRODUCENTI, i lettori, anche i più attenti, o li saltano o li scorrono rapidamente. È molto, molto più "forte" l'immagine disegnata (in questo caso, Kate che si alza dal letto sfatto dove dorme Waldrop svestito) Se fai vedere con i disegni una cosa (o la fai intuire), poi puoi pure metterci i Promessi Sposi nella vignetta successiva per correggere quell'impressione, ma non si sposterà di un millimetro...
    1 point
  3. L'evoluzione del personaggio è particolarmente forte. Kate uccide a sangue freddo, e col sorriso sulle labbra. Col sorriso dice a Tex di aver fatto, lui, un ingenuo giuramento. Non va a letto con Jim, ma se non fossi in questo forum e mi fossi dovuto basare solo sulla storia avrei detto il contrario. Non mi piace, la persona Kate, e può essere che sia sfuggita di mano un po' a Boselli. Ma mi piace il suo personaggio, che non è edulcorato. È cinica, spietata, e il silenzio di Tex non significa condivisione. Significa comprensione del ruolo che la donna ricopre, significa rendersi conto di ciò che essere una spia implica. Lui non potrebbe farlo, non potrebbe uccidere un uomo così, come fatto da lei sul battello. E questo è un punto importante, per giudicare la persona Kate, e per giudicarne il personaggio. Al di là delle intenzioni dell'autore. Il punto è proprio questo. L'accuratezza storica di questo Texone, il suo affondare le radici su un episodio realmente accaduto, il mettere in scena Duff, McRae, Kate Warn, lo Sceriffo Brauback ha sottratto qualcosa alla storia? No. Non toglie la magia, come ben dici tu. Se io avessi voluto rimanere ignorante, e non avessi quindi letto l'introduzione di Luca Barbieri, la storia mi sarebbe piaciuta in sé. Mi avrebbe entusiasmato come sceneggiatura, come dialoghi, come disegni. Il fatto che poi io abbia appreso tutto quello che c'è dietro l'episodio raccontato, per il sottoscritto è un valore aggiunto (grande, devo dire) e per l'appunto se qualcosa fa il retroterra storico è aggiungere (per alcuni, come me) senza sottrarre, per chi della Storia se ne infischia ed anzi la vive con fastidio. Da qui la mia totale incomprensione del sentimento che muove Exit quando fa certe affermazioni.
    1 point
  4. Mi sembra, la tua, una lettura molto tendenziosa. Non ti piace più Tex, mi par di capire, (meno che meno Tex Willer), non ti piacciono gli sceneggiatori post- GL Bonelli, né le loro storie, con rare eccezioni, quindi per te è tutto sbagliato. Le storie con agganci alla realtà ogni tanto ci sono, ultimamente, ma sono poche, non la maggioranza come dici tu. Vediamo gli ultimi Texoni: quelli di Manfredi e Ruju (Freghieri e Casertano) non avevano alcun aggancio con la realtà storica, e neanche i due precedenti di Boselli (di Villa e Carnevale), non si parlava della Storia, era tutta pura fantasia, tutta avventura con personaggi inventati. E ultimamente nella serie regolare? Abbiamo avuto Mefisto, i Chupacabras, un western a Redrock, i Fratelli di sangue e prossimamente Wolfman e la Tigre: dove sarebbe la Storia minuziosa del West a ogni piè sospinto? Guarda che anche adesso è così. Tu confondi un gruppo esiguo di forumisti che si divertono a mettere in fila la cronologia della vita di Tex (e non ci vedo niente di male), con la stragrandissima maggioranza dei lettori che continua a leggere le storie senza farsi troppi problemi di continuità. Io personalmente sono tra questi ultimi: non m'importa molto sapere quando è nato Kit Willer o se Tex è diventato ranger prima o dopo il tale avvenimento, ma non penso che chi si pone queste domande si perda il divertimento della storia. Perché mai? Puoi fare entrambe le cose: leggere con passione e poi ragionarci sopra e divertirti a mettere in fila le cronologie... Io mi sono letto tutti i commenti e non mi sembra che sia come dici tu: chi ha apprezzato il Texone - come me - l'ha motivato con tanti argomenti che riguardano la trama, i personaggi, le belle scene d'azione, le sequenze emozionanti, i dialoghi, ecc. Come si è fatto sempre, come in tutte le storie di Tex. Qui non ti seguo più. E mi viene il dubbio che forse tu il Texone non l'hai letto. Ti sei letto (male) solo i commenti del forum. Altrimenti non diresti quello che hai detto: "zittisce l'eroe" "le palle le ha lei". Ma quando mai??!... E' chiaro adesso: non hai letto il Texone. (E' anche vero che leggendo solo i commenti qui sopra, uno un po' di confusione sulla figura di Kate Warne ce l'ha, perché su di lei è stato detto tutto e il contrario di tutto dai forumisti. E anche un bel po' di sciocchezze, a mio parere, e qualcuna anche sessista... ma vabbè). Concludendo: senza offesa, davvero, ma secondo me sei tu che hai perso il gusto dell'avventura e il piacere della lettura di belle storie, accecato dai pregiudizi negativi sul Tex post-GLBonelli. Perché questo Texone è pieno di fantasia, di western, di azione e d'avventura. Ok, è' ambientato in un periodo storico ben preciso e con personaggi reali, e allora? Come lo erano le splendide storie di Gino D'Antonio in Storia del West. Anni '70.
    1 point
  5. Kate è solo liberamente ispirata ad un personaggio realmente esistito. Ma il suo carattere, il suo modo di essere, li crea Boselli, in fieri. Se invece di chiamarsi Kate Warne avesse un altro nome, non cambierebbe assolutamente nulla e potrebbe continuare a zittire il protagonista. Perché è una peperina, perché Tex glielo lascia fare, perche quello è il suo personaggio, perché in definitiva non c' e' lesa maestà. Quanto agli altri personaggi storici, dai tedeschi a Duff a Macrae, in un mio precedente post esprimevo tutta la mia ammirazione per il modo in cui Boselli è riuscito a fondere l'elemento storico con la fiction, rendendo quello funzionale a questa senza stravolgerne i tratti essenziali. E il risultato qual è? Una bella, bellissima storia. Questa, dovremmo giudicare. Una storia che non è da meno di quelle di Glb, e il fatto che antagonisti e comprimari siano attinti dalla storia è un particolare che, per un lettore come me, è un (grande) valore aggiunto; ma uno che non volesse tutti questi "orpelli" potrebbe a mio parere godersi la storia dimenticandosi che essa ha basi storiche. L'importante è sempre la storia, e quella dobbiamo giudicare. Sì, ma Glb creò un mondo di fantasia non vincolato alla Storia, e quello era il vero Tex. Al di là del fatto che una certa coerenza cronologica, un certo rispetto della Storia, non a tutti dispiace, in realtà anche Boselli è flessibile, e non si impicca alla cronologia degli eventi storicamente accaduti. In questo episodio, sfrutta un evento storico per raccontarne una versione puramente romanzata, e lo fa scrivendo una storia che funziona. Anche Glb qualche volta lo ha fatto (vedi Apache Kid), ma nessuno si è mai sognato di parlare di morte di Tex. Io credo che, ad essere morto, non sia un personaggio vitale più che mai, ma sia la tua passione per quel personaggio, nel quale non ritrovi più quello che hai amato da bambino, un po' perché questo è inevitabilmente cambiato, un po' perché sei cambiato tu. Molti lettori di Tex non hanno più dieci anni, e apprezzano anche questi particolari. Perché, nel frattempo, sono cresciuti, e con loro è cresciuto il personaggio, da quei lontani tempi pionieristici in cui la documentabilita' era ardua...
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