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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Aggiungi ai commenti sopra citati anche il mio: questa è la terza storia del settantennale che mi lascia soddisfatto. Francamente io ci vedo Tex. A parte la citazione simil-fleminghiana, che mi ha fatto storcere il naso non tanto per essa in sé quanto per la mancata reazione della gente al sentire un nome così famoso (siamo in Arizona) non capisco perché il nostro non si comporti da Tex. Dove non lo fa? Non è una domanda retorica né polemica, è solo per capire, perché a me è parso che il personaggio sia coerente con sé stesso. Dove si vede che il personaggio non è ben "metabolizzato" dallo sceneggiatore? Sicuramente Dixon conosce poco Tex, ma in una storia di sole 46 pagine e con un soggetto puramente western ha avuto gioco facile a tenersi nei giusti binari texiani. Fosse stata più lunga, e con un soggetto di diversa ambientazione, forse i suoi limiti di conoscenza sarebbero venuti fuori, ma qui non ce li vedo francamente. Non capisco bene neanche perché la presenza di Tex, e poi di Carson, appaiano forzate a Cinnamon Wells? Tex era reduce da una caccia all'uomo, lo si dice all'inizio. Quante volte i due pards si danno appuntamento in qualche luogo del West per partire per qualche altra avventura? In Tex è sempre stato così. Trovo più assurde le chiamate dei due in Montana o in Canada, ad esempio, ma non me ne sono mai curato. Ora sono addirittura in Arizona... Ho trovato strano che Tex corresse verso il luogo in cui ci sarebbe stata l'esplosione; in seguito non ho capito bene la scena in cui lui e Gus si sparano e le pistole fanno entrambe cilecca (cosa voleva dire? non l'ho capita proprio), ma a parte queste situazioni non nitide (una strana e l'altra per me incomprensibile) non ho visto un Tex che si fa uccellare. La morte del ragazzo aggiunge un tocco di drammaticità alla vicenda, e la cosa mi è piaciuta. Non è che Tex porta sfiga, è solo fortunato perché la pallottola poteva toccare a lui Sulla posse sono d'accordo con te, anche se posso capire che dei normali cittadini abbiano paura ad affrontare il deserto, e d'altronde è proprio per questo che i banditi imboccano quella strada, lo dicono esplicitamente. Il finale l'ho trovato simpatico, per quanto non preparato prima. I banditi non la fanno franca, questo conta. Le motivazioni dell'apache non le si conoscono? A mio parere non è importante, l'ultima pagina non aggiunge e non toglie nulla alla storia, è solo un (per me) simpatico siparietto, quasi a dire che dove non arriva Tex arriva la giustizia divina. . Che ballino solo una breve estate, è comprensibile, in 46 pagine. Ma io concordo con Gilas2: - c'è la storia del giovane vice-sceriffo, che con la morte di Ben perde un padre, e che senza Tex non avrebbe saputo cosa fare. La sua morte, come ho detto sopra, alza il tasso drammatico della storia; - c'è la storia degli uomini che fanno saltare il lago, che restano uccisi in un buon duello, movimentando un po' la trama (sono peraltro necessari per la trama perché è per colpa loro che tutti si trovano senz'acqua, compresa la micro-carovana costretta a fidarsi di Tex); - ci sono i banditi, che non si fanno scrupoli ad abbandonare Gus e che poi, a margine della storia principale, vengono fatti fuori (per chissà quale motivo, ma chi se ne importa) dagli apaches; - e poi c'è la storia di Gus, il "fulcro della storia", già. Non sono poche le vignette in cui i due si guardano con diffidenza. Bella in questo senso è pagina 39. Cosa accadrà tra i due? Gus è forse un personaggio "boselliano", in chiaroscuro? Tex lo perdonerà? Sarà eroico alla fine e si riscatterà? Resterà un bandito e andrà in prigione, con una buona parola di Tex? Morirà ucciso da qualche avversario? Morirà ucciso da Tex? In sole 46 pagine, Gus è un personaggio costruito proprio bene. Sì, è il fulcro della storia. Concordo. Mi ha ricordato, per la sua concentrazione costante (si accompagna pur sempre a un bandito, magari pronto a farlo fuori) e per la storia in solitaria, il Texone di Kubert, dove Nizzi lo aveva tratteggiato in un modo - sempre texiano - ma che risultasse gradito anche al pubblico americano, cui la storia era destinata. Il fatto che Dixon sia americano può quindi spiegare questo "Tex raccontato in modo diverso", di cui tu parli. Ma al di là di questo, io ritrovo Tex. Non ho dubbi. L'improbabile volo, al di là della citazione filmica che non avevo colto, secondo me è funzionale solo a sintetizzare al massimo la morte di tutti i componenti della banda, con gli uccelli spaventati dagli spari. Una soluzione se vogliamo anche banale e più volte usata. Io l'ho trovata bella. Alberti, infine: troppo stilizzato anche per me, l'ho trovato un po' milazziano. Questo vale per i personaggi. Per le ambientazioni, promosso a pieni voti: un western come piace a me.
  2. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Chi ti dice che fosse nella piena legittimità? I Pima hanno bisogno dell'acqua per sopravvivere. Ci sono diritti naturali inalienabili, non si può deviare impunemente un corso d'acqua condannando un popolo a morire di fame. Le carte in regola di Robards erano legittime solo per via della corruzione: l'agente indiano era il primo corrotto (lo si dice esplicitamente), ma non saranno mancati neanche i politicanti, com'è nella tradizione di Tex. E' veramente così importante per te, Wasted, sapere come quel furfante di Robards abbia ottenuto le terre? C'è davvero bisogno di uno spiegone, di un antefatto, per una situazione del genere? Vuoi davvero vedere le carte bollate? Robards è il prototipo del faccendiere, ottiene le cose col sopruso e con le amicizie influenti, avrà fatto così anche stavolta, come lo hanno fatto centinaia di volte i tipici nemici texiani. Che importanza ha una carta scritta? Robards è un tipico nemico texiano, ha corrotto un agente indiano e chissà chi altri e si è impadronito di un corso d'acqua, condannando un popolo a morire: davvero non ti è sufficiente, Wasted, perché Tex stracci le carte e non rispetti la legge??? Borden può aver esagerato, ma i vostri commenti non sono facili da digerire. Come ho detto, anch'io ho criticato, e duramente, molte storie di Borden, o di cui Borden è stato il curatore, ma il vostro stile è davvero "strong". Se uno poi si incazza, eviterei di fare così l'offeso. La storia è piaciuta a molti, altri l'hanno detestata. Per me era quanto di più texiano potesse esserci, per voi no. Ci siamo presi tutti una bella incazzatura. Dormiamoci sopra e domani se ne riparla.
  3. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Pagina 88: Carson dice: "Riassumendo...i tizi che hanno cercato di ucciderti erano al soldo di un allevatore di nome Robards che ha fatto deviare l'acqua dal Gila per i suoi pascoli". Robards è un assassino (almeno potenziale) e un prevaricatore. Ripeto l'esempio di Fontamara di Ignazio Silone: lì la deviazione dell'acqua, a danno dei poveri contadini abruzzesi, era del tutto legale da un punto di vista formale, avallata dal potere fascista dell'epoca, ma ciò non toglie che fosse un sopruso, dal punto di vista della sostanza, che è ciò a cui ha sempre guardato Tex. Subito dopo si scopre che il padre del ragazzo è stato ferito da quegli stessi criminali, e quando Moss ha cercato di rivolgersi alla legge, loro gliel'hanno impedito. Condannando il popolo Pima a morire, come dice Tiger poco dopo. E con l'agente indiano complice in tutto questo. Robards è un intrallazzatore, che non si fa scrupoli ad impadronirsi dell'unica ricchezza dei Pima (l'acqua) costringendoli a morire, accaparrandosi le terre tramite chissà quale complicità con il politicante di turno. E' come in Fontamara. E come in tante altre storie di Tex, il nostro bada alla sostanza, e fa il giustiziere, non il giudice ligio ad un codice né l'ingiustiziere, come dice Wasted Years. Abusa della sua stella, come altre volte ha già fatto perché costretto a farlo. Non sono un moderatore, ma non mi spingerei a chiedere un intervento. I punti di vista sono diametralmente opposti, per me è la storia perfetta per il settantennale, per loro tradisce lo spirito di Tex. Ognuno si fa il proprio Tex, hai detto tu stesso qualche post fa. Anch'io sono stupito che un'azione così "ortodossa" appaia a loro scandalosa, ma non credo che i due pards siano in malafede. Wasted Years e Kershaw, per quanto a volte sgradevoli nei toni (passatemi il termine, credo ne siate consapevoli anche voi), hanno storia (il primo) e competenza (entrambi). Definirli trolls è ingeneroso. Invocare un intervento esagerato. E ora che mi sono inimicato tutti, scontentando ciascuno, consiglio di tornare tutti a più miti termini, tornando a parlare della storia argomentandola (come ha sempre fatto WY) e a concludere con la presa di coscienza di una divergenza di opinioni che non può però assumere i toni di una crociata.
  4. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Espediente abusatissimo in Tex, mica dal solo Boselli. Serve sempre un'occasione per dare il la alla vicenda. Questa mi pare più che credibile: una vecchia conoscenza chiede aiuto a Tex, noto amico degli indiani, per difendere la causa dei Pima. Più lineare penso non potesse essere. Altre volte il pretesto per far intervenire Tex e Carson è stato molto, ma molto più forzato. Tex fa il gradasso e l'arrogante spesso, e "macchiandosi" di ricatto e di estorsione, come dici tu, sta solo cercando di far vincere la Giustizia per come la intende lui, in barba alla legge. Tex ha sempre difeso i più deboli di fronte ai soprusi, e la deviazione dell'acqua lo è: ricordi Fontamara, con l'acqua deviata in maniera "perfettamente" legale? o la "Grande sete" manfrediana, opportunamente citata da Ymalpas?. Un sopruso è tale anche quando è ammantato di regolarità formale. Sembra che non conosciate Tex, da simili osservazioni, e sì che lo leggete da sempre. Che sia contraddittorio è evidente. Lurido non lo è mai, forse debole, ma si riscatta alla fine. Hai fatto bene, Kershaw, a ritirare la parola "seguaci" (per la verità hai parlato anche di bradipi). L'hai sostituita con fans, e mi hai fatto venire in mente che spesso questo forum è definito "Fan's club", con accezione spregiativa. Io sono un fan di Tex, e un fan di Borden. Sono un suo fan per Il Passato di Carson, per Gli Invincibili, per il fatto che quando sono andato a trovarlo a Milano in un raduno del forum ha firmato il mio albo di Colorado Belle. Gliene sono grato. Lui è spigoloso nelle risposte, non ha ancora esaudito il mio sogno del team up con Ken Parker, ma è una persona franca ed è un grande scrittore di fumetti (non semplicemente un "fumettista", come lo definisce WY). Sta qui a risponderci, e checché ne pensiate, non è poco. Non lo è affatto! Detto questo, nel forum l'avrò criticato mille e più volte, quando la storia non mi piaceva. "Mercanti di schiavi" l'ho distrutta, per il ritorno di Lupe sono rimasto sconcertato e non ho fatto sconti. "Il ritorno del giudice Bean" aveva passaggi talmente forzati (a mio modo di vedere) che non l'ho mai più riletta e sul forum non c'è stata tenerezza da parte mia. Da curatore non capisco come abbia potuto avallare alcune storie tra le ultime che abbiamo letto, sia dello sfortunato (su Tex) Faraci che del pur in gamba ma in caduta libera Ruju. E l'ho sempre detto. Con grinta e convinzione. Con rabbia, alle volte. Si può essere fans, ma critici. Anzi, il fan deve esserlo, critico, per onestà verso la persona di cui è fan. Se, quindi, qualcuno in questa discussione ha difeso Borden (e io l'ho fatto con molti post), non l'ho fatto perché tirato in ballo da lui, né perché sono un suo seguace o un suo fan. Semplicemente, trovo eccessive le vostre critiche. Trovo eccessivo lo "schifo" di cui parla Wasted. E lo dico per convinzione, non perché sia un fan, un bradipo, un seguace.
  5. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non si tratta di seguaci. Una storia, o una soluzione narrativa come quella del soprastante, può piacere o meno. Impuntarsi su una scena del genere è a mio parere esagerato. Io difendo la storia (non Borden) se la ritengo ben fatta, la critico in caso contrario. Non ci sono seguaci e dei, c'è il rispetto, quello sì, delle opinioni dei lettori e delle scelte del narratore.
  6. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Ok. Ma.considera che Bronson non è un duro e navigato boss di banditi. È solo un viscido ranchero, che già prima della minaccia al soprastante se la sta facendo sotto. Non ha la statura di grande avversario, è solo funzionale al finale della storia, e di fronte alla minaccia della violenza (sia pure perpetrata ai danni di qualcun'altro) e alle urla rabbiose del soprastante (con cui ha anche almeno un minimo di rapporto personale) cede di botto. Si può contestare forse che una simile firma è illegale perché estorta, e che un buon legale possa tutelare in seguito la posizione di Bronson. Ma quella sarebbe un'altra storia.
  7. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non è un odio inesorabile, è più invidia estrema, gelosia, risentimento per essere stato soppiantato. Non vuole perdere, non sa farlo con sportività. Ma non è questo il punto, non voglio dilungarmi in un'analisi psicologica del personaggio, cosa che sarebbe inappropriata. Il punto è che il personaggio è contraddittorio e incoerente, ma nonostante tutto resta credibile, anche con questo suo procedere ondivago. E non merita, a mio modo di vedere, la stroncatura riassunta nella sintesi di WY.
  8. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Tutte le storie possono banalizzarsi in questo modo. E invece "Pinco pallino" è un personaggio strutturato, per quanto lo può essere quello di una storia a fumetti, peraltro lunga solo 110 pagine. Un "eroe" del rodeo che a un certo punto perde drasticamente la sua popolarità per colpa di un rivale. "Lo odia", dici. Gli rode per essere stato soppiantato, direi, ma l'odio non ce lo vedo mai. "Gli giura vendetta", quando? Lo caccia via in malo modo dal suo letto di convalescente, vedendo in Tex la causa indiretta della sua rovina ma è un momento di amarezza, tanto che Tex lo comprende e non se la prende più di tanto. Più tardi, infatti, non vuole nemmeno vendicarsi di Tex, tanto che chiede garanzie a Coffin che l'azione si svolga in maniera perfettamente legale: avrà pensato che Tex era ormai un fuorilegge, un uomo che aveva ucciso altri uomini e per questo era ricercato; se avesse contribuito ad assicurarlo alla giustizia, in cambio di un bel po' di bigliettoni, avrebbe forse potuto rimettere in sesto la sua, di vita. A spese di quella di Tex, certo, ma lui era ormai un fuorilegge e in definitiva aveva contribuito a rovinargli la vita. Insomma, di scrupoli se ne è fatti (altrimenti non chiederebbe garanzie di legalità a Coffin, non fosse altro che per tacitare la sua coscienza), ma alla fine è vinto dalla bramosia di denaro e, perché no, da un certo desiderio di rivalsa. Salvo poi farsi venire un rigurgito di coscienza alla fine, perché Tex potrà pur essere un fuorilegge e avergli indirettamente rovinato la vita, ma è anche vero che gliel'ha salvata, quella vita, e poi alla fine non vorrà rendersi complice di un assassinio. Letto così direi che si tratta di un personaggio complesso, non facile da rendere in maniera sintetica nelle misere 110 pagine a disposizione. E Boselli c'è riuscito alla grande! Ed essendoci riuscito, ci si esalta per pranzi così saporiti. Diverso ad esempio è il caso dell'Avvocato indiano di Ruju della storia di qualche tempo fa. Un ragazzo laureato, cresciuto in una scuola di bianchi, che decide di mettersi a fare il ribelle indiano con altri tre avventurieri pellerossa dopo essersi sporcata la faccia di terra, ispirato da chissà quale Manito. L'idiozia del personaggio in tal caso era talmente grande da compromettere la storia. Quello è un voltafaccia assurdo, senza senso, per il quale francamente mi sento di rimproverare il curatore Boselli. Il voltafaccia di Keegan, invece, è ben più intuibile, più giustificato, non lo puoi racchiudere nelle tue quattro misere parole; conseguentemente, non mi sento di rimproverare nulla all'autore Boselli.
  9. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Andrò a riprenderla. La ricordo poco, non la amai molto e non l'ho più riletta
  10. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    L'ironia berardiana è sottile quanto deliziosa. C'è in Ken Parker e ce n'è a profusione anche in Oklahoma (durante una lotta tra Tex e un forzuto, una ragazza, preoccupata per il ranger, dice a Carson, che se ne sta a guardare: "dovete fermarlo. Potrebbe ammazzarlo". E Carson: "non esageriamo. Tex sa sempre fermarsi a tempo"). A proposito di esordi al fulmicotone...che rimpianto, Berardi. Aveva colto perfettamente lo spirito del ranger e pur rispettandone di il personaggio aveva introdotto quelle caratteristiche sue proprie (la coralità dei personaggi, l'ironia, la riflessivita', una certa profondità nel caratterizzare anche le comparse) che avrebbero arricchito ulteriormente la saga. Non perdonero' mai (lo dico con affetto) Sergio Bonelli per lui e Medda. Detto questo, per me l'ironia in Tex è soprattutto legata al Carson di Nizzi, è più "spessa" di quella di Berardi ma non di rado è proprio spassosa. Non è l'ironia - a volte grassa e fuori luogo - di un certo Tex nolittiano. Ebbene, ne "L'ultima vendetta" ho ritrovato quell'ironia - ripeto, soprattutto legata a Carson - che Nizzi ha saputo rendere al meglio, e che invece è - imho - meno nelle corde di Boselli. Questa storia mi è piaciuta anche per quello: come ho già detto in altri post, è perfetta per il settantennale perché compendia tutte le caratteristiche texiane: riprende il passato e la storia di Tex scritta da Glb, peraltro con l'azione serrata e lo sfrenato dinamismo tipici delle prime storie del creatore di Tex, ci innesta la sensibilità di Boselli con i suoi personaggi grigi che, quando sono riusciti, conferiscono spessore e sapore alle storie, ripropone quell'ironia così frequente - e felice - del Tex nizziano.
  11. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Kershaw, a parte i tuoi toni stimo molto la tua competenza. Ma è davvero strano - consentimi di dirtelo - questo tuo perseverare sul punto. Complimenti alla memoria di barbanera per il singolo episodio prontamente citato, ma sono decine i casi in cui Tex bluffa in questo modo... È davvero strano che tu non ne ricordi. Lo spirito è quello del bluff: situazione ripetutissima davvero...
  12. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Non avevo molti dubbi, e infatti le mie erano domande per lo più retoriche. Ancora i miei complimenti per la storia, che - te lo garantisco - oscura la pochezza dell'albetto allegato
  13. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Non è questo il punto. "Tizzone d'inferno" abitualmente è Tex. E' lui l'incontenibile che tempesta di pugni gli avversari (o qualcosa del genere, non mi va di riprendere l'albetto). Carson è il "Vecchio Cammello". E' un errore che fa cadere le braccia.
  14. Leo

    [403/404] Bande Rivali

    E invece io una volta tanto, durante la lettura di una scazzottata, mi sono drizzato sulla sedia, da spoltronato che stavo. L'ennesima scazzottata, bella, ci mancherebbe, è sempre un piacere, un po' come Trinità e Bambino. Aspettiamo che finisca la gustosa scenetta e andiamo avanti con la storia. E invece, ma guarda un po'! Stai a vedere che Tex è in difficoltà? No, non ci posso credere... ed ecco che sale l'adrenalina durante una sequenza altrimenti divertente ma ripetitiva. Tex deve vincere, siamo d'accordo, ma mettiamolo in difficoltà ogni tanto. D'altronde anche Nizzi, con i giganti malesi della Tigre Nera, aveva fatto qualcosa di simile (anzi, lì Tex aveva proprio perso). Medda è stato un coraggioso, ha proposto un Tex cinematografico, maturo. Personaggi tosti. Un esordio coi fiocchi, secondo solo a un certo "Il Passato di Carson". Peccato. Un altro grande rimpianto oltre a quello per Berardi.
  15. Leo

    [Maxi Tex N. 23] Deserto Mohave

    Copertina eccezionale. Il fatto che si tratti di due storie mi fa storcere il naso (ma non si era detto che il Maxi doveva essere recuperato? Immagino debbano smaltire storie già lavorate, vabbé...). Le trame tuttavia sembrano interessanti. Sono curioso di rivedere Manfredi su Tex, dopo la sua ultima e non felice apparizione sulla serie regolare.
  16. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Sì, ma siamo già a settembre! Speriamo in un bel colpo di coda. "L'Ultima vendetta", in questo senso, fa ben sperare...
  17. Leo

    [546/547] L'ultima Diligenza

    concordo con i giudizi positivi su questa storia. Scusate se mi auto-quoto, ma volevo ricordare la scena sopra descritta, seconda me tra le più belle tavole scritte da Borden.
  18. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Barbanera, invece siamo d'accordissimo. Io ho infatti parlato di "recenti sbandate". "Il messaggero cinese" e "Johnny il selvaggio" sono le ultime storie, e le ho trovate la prima non esaltante, la seconda inaccettabile per via del già discusso voltafaccia gratuito e del tutto assurdo. Ci aggiungo "Piombo e oro" (con l'attenuante che era una storia breve, anche se poi leggi "L'ultima vendetta" di Boselli e anche questa attenuante sembra venir meno) e anche "La grande corsa", con tutti quei colpevoli messi lì a casaccio per farsi trucidare, tutti riuniti lì, lungo la pista della grande corsa. Quest'ultima è forse la peggiore di tutte: per ottenere il colpo ad effetto usi artifici che non stanno in piedi. Mi dispiace, ma mi sento preso in giro. Non l'accetto. Comunque, dicevo, queste sono "recenti" sbandate. Per il resto apprezzo anch'io Ruju, lo si può vedere dai miei commenti nei topic delle sue storie, tra cui "Le catene della colpa". Gran bella storia, è vero, ma il fatto che solo questa (insieme forse a una delle sue prime, quella del ranger che incolpa Tex per la morte del figlio e insieme a "Il ponte della battaglia", per me molto bella) sia rimasta nella memoria, in ormai diversi anni di collaborazione texiana, è un campanello d'allarme. Dopo un'iniziale - e più che buona - fase di rodaggio, ci si aspettava che Ruju alzasse l'asticella, che si avvicinasse a Nizzi e Boselli. E invece è andato in calando. Quindi, io e te siamo sostanzialmente d'accordo, ma è proprio il concordare su questi aspetti che a me invece desta preoccupazione. Abbiamo passato un settantennale a mio modo di vedere deprimente. Gli unici picchi sono stati il bel Texone, e "L'ultima vendetta" (e meno male che sto ri-citando questa storia, altrimenti saremmo claomorosamente OT e i moderatori potrebbero riprenderci ), guarda caso entrambi di Boselli...
  19. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Non è la prima volta che Tex fa svolazzare fuori dalla finestra un farabutto, e questo agente indiano se lo merita tutto. Tex è sempre stato così, non capisco perché ti stupisci. Sugli altri aspetti che rimproveri alla trama è per l'appunto questione di gusti: a me la "tazzulella e cafe" ha divertito non poco. Mentre non mi importa affatto che la storia non fosse incentrata su Mallory ma su Keegan: è una bella storia? Questo mi basta. Quanto al titolo, l' "ultima vendetta", su Mallory appunto, c'è stata no? Quindi il titolo, almeno da un punto di vista letterale, anticipa fedelmente quanto avviene nell'albo. Aggiungo: Boselli viene spesso rimproverato di essere troppo verboso, di non far parlare Tex come faceva Glb, di essersi allontanato troppo dal Tex canonico degli albori. Il club delle "vecchie mummie" glielo rimprovera costantemente. Poi propone una storia glbonelliana al 100 percento (sia pure con l'innesto boselliano del personaggio luci e ombre) e gli si rinfaccia pure quello: non c'è equilibrio né identità di vedute tra noi 200.000 superstiti affezionati, ed è normale sia così. Io spero solo che Borden continui a sfornare belle storie, anche se, dopo le recenti sbandate di Ruju, sono sinceramente preoccupato per la mancanza di un valido ricambio. Non vorrei che, dopo Canzio e Marcheselli, anche Boselli resti senza sostituto, anche solo per farlo rifiatare. Sarebbe esiziale, stavolta, per Tex.
  20. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Concordo. In un altro Topic ho dato sostanzialmente ragione a Kershaw, contestandone solo i toni troppo aspri. Questi non mi piacciono, ma la competenza che dimostra quando parla di western è notevole ed è potenziale fonte di arricchimento del forum. Ma quest'ultimo suo post mi sorprende: non esiste, credo, un Tex più fedele alla versione glbonelliana di quello di questa storia! Spiccio, sbrigativo e prepotente con chi se lo merita, e l'agente indiano in questo caso se lo merita eccome. Altro che "sfortunato". Ma non hai detto di aver letto più volte questa storia?
  21. Leo

    Il Mercato Di Tex

    Sono solo canzonette, ma devono essere fatte bene. Non facciamo niente di serio, ma lo facciamo in modo serio, diceva qualcuno. L'albetto lascia davvero troppo a desiderare. Ho finito di leggerlo quando ho letto la presentazione di Carson, con il gravissimo errore segnalato da Kershaw: Tex che chiama Carson "tizzone d'inferno". Chiunque di noi, in questo forum, sarebbe stato in grado di correggere questo refuso. Non parliamo poi di Kit Killer. Questo significa che nessuno, ma proprio nessuno, ha riletto nulla. Perché se "Kit killer" è un evidente refuso, quello su Carson è qualcosa di peggio, denota una totale misconoscenza del personaggio. Dispiace, e molto. Per correggere l'albetto non c'era bisogno di un pozzo di scienza su Tex, non era necessario un Canzio, o un Marcheselli. Ma il settantennale non è stato solo l'albetto, è stato anche lo splendido albo a colori. Se una pallottola di quelle ti prende di striscio altro che graffietto, dice Kershaw. E vabbe, l'avrà solo sfiorato. Gli sarà passata lontano e quello si è ferito lo stesso ;). Ma la qualità della storia resta buona, se non ottima. Prendiamo il buono del settantennale. Che la SBE non sia quella di Sergio è ormai evidente, così come la FIGC non è quella di quindici anni fa e così come tutto il nostro paese, in tanti campi, ormai fa acqua. Mancano Canzio e Marcheselli, e nessuno riesce a sostituirli? Segno di decadenza, senza dubbio, di impoverimento di un'azienda storica del paese. Peccato davvero. Non si può non dare ragione a Kershaw, ma c'è modo e modo di criticare: i toni sono troppo aspri, davvero, e sicuramente indirizzati alla persona sbagliata. Dove finisce il ruolo di curatore di Tex? Quali sono i suoi confini? Quali i suoi limiti? L'albetto era sua responsabilità? Se anche lo fosse, credo che gli elogi per la storia dovrebbero superare di gran lunga i refusi di un prodotto minore che in fin dei conti è comunque un regalo, per quanto mal riuscito.
  22. Leo

    Gli ottanta ruggenti.Auguri a Claudio Nizzi

    Aneddoto molto significativo. Grazie per averlo postato. Non ho mai conosciuto Nizzi e ne sono dispiaciuto. Ringraziamento più bello non potevi farne.
  23. Faccio mie le tue parole. Bellissime e del tutto veritiere!
  24. Leo

    [695] L'ultima vendetta

    Per un'osservazione simile relativa al Color Tex estivo, mi sono beccato qualche tempo fa due poco simpatici "Mah" dall'Avvocato Monni e da Dix Leroy. Le storie brevi, l'ho sempre detto su questo forum, non si addicono a Tex, e non è un caso che i numeri celebrativi siano spesso tra i più scialbi dell'intera serie. Non mi aspettavo dunque nulla da questo n.695, che arriva peraltro quasi in fondo ad un anno, il settantennale, a mio parere per nulla esaltante, se si eccettua il più che brillante Texone. E invece guarda cosa ti va a sfoderare il Borden: un personaggio dei suoi, di quelli deliziosi come solo lui li sa rendere, di quelli che non faceva da un po'. Ti va a proporre 110 pagine vibranti, galoppanti, scintillanti. Puro Western. Purissimo Tex Glbonelliano, incastonato però in una storia tipicamente boselliana e accompagnato da uno straordinario, ironico Carson, che in tutta sincerità non si vedeva dai tempi di Nizzi. L'azione serrata e continua delle storie del padre di Tex ben si amalgama col personaggio in chiaroscuro boselliano, questo Moss Keegan ex campione di Rodeo, amareggiato dalle sconfitte e risentito contro la causa (Tex) della sua decadenza, tanto da accettare di partecipare ad un'azione contro di lui, salvo poi farsi prendere da un salvifico e decisivo rigurgito di coscienza. Già, decisivo. Perché senza Keegan Tex stavolta è spacciato. Ma Boselli è bravo a non far fare la figura del piccione al nostro ranger facendolo soccombere solo di fronte alla sfortuna più nera, materializzatasi in un tetto cascante. E poi Carson... ragazzi, che Kit Carson! Non è estraneo alla performance del Vecchio Cammello il sorriso sardonico tipico del Carson ticciano, ma a parte la sempre efficace caratterizzazione grafica, Boselli è bravo a ritagliare piccoli ma significativi e sapidi spazi per il mio pard preferito: non solo quelli già ricordati del caffé, della stella di ranger lanciata sulla scrivania o della firma, ma anche quella - molto carina - del navajo che, all'inizio della storia, con un'evidente gaffe, gli dice che i visi pallidi sono tutti pazzi. E Carson, di rimando: "buono a sapersi, ragazzo". Quando uno scrive con una tale freschezza nonostante le tante primavere sue e del personaggio, non c'è che alzarsi ad applaudire. Senza aggiungere altro, solo mani che battono l'una sull'altra per manifestare, con il proprio fragore, l'apprezzamento per un tale professionista. Che, tra le altre cose, in collaborazione con Ticci ci regala, con la pagina 45, una delle tavole più belle dell'intera serie: l'esplosiva violenza del primo vignettone (che ripercorre la storica vendetta di Tex) contrapposta alla placidità del cavaliere che cavalca verso il dolce tramonto nella più piccola vignetta in basso. Per me, cari pards, è una tavola pazzesca, e se è vero che Boselli non lascia troppe libertà ai disegnatori, ancora tanto di cappello. Tan-to di ca-ppe-llo! A proposito di disegnatori: Ticci! E' come dire Tex. Il formidabile Carson di questa storia, l'ho detto sopra, è tale anche perché è il Carson di Ticci. Di un signore che a dispetto degli anni sfodera ancora prestazioni maiuscole come questa, e se è vero che un po' di stanchezza la si intravede - ma come potrebbe essere altrimenti? - è anche vero che il colorista è stato talmente bravo a rilucidare il tutto da non farla quasi trapelare. Questa storia in bianco e nero avrebbe rivelato qualche ruga in più dell'immenso Ticci. Così invece è perfetta. E infine, letta l'ultima pagina di cotanto gioiellino, ti soffermi a rimirare il capolavoro di Villa. E pensi: ma questo è un albo celebrativo! Uno di quelli che hai sempre detestato! Mi tocca dare ragione all'Avvocato Monni e a Dix Leroy.
  25. Leo

    [696/699] L'ombra del Maestro

    Ragazzi, io del settantesimo salvo solo l'ottimo texone. Ho però grandi aspettative, oltre che per il ritorno dell'immenso Ticci, per questo malloppone di 440 pagine la cui copertina iniziale è semplicemente da urlo. Speriamo bene
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