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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Color Tex N. 13] Piombo e oro

    Quest'anno ci sono cascato e l'ho ricomprato. Il mio problema è che amo troppo Tex. Però € 6,30 sono davvero troppi per questa minestrina insipida. Ho apprezzato i disegni di Scascitelli. Ruju ci mette il mestiere, credo che di più non possa fare su questa infelice pubblicazione.
  2. Leo

    [693-694] Il ritorno di Proteus

    Ancora Proteus? L'incredibile trasformista? Il fenomeno da circo? Veramente dai, Proteus? Queste le domande che mi ponevo stringendo tra le mani il primo albo di questa avventura. Sì, certo, avevo letto le anteprime, ma fino all'ultimo ho sperato che non fosse vero, ho quasi rimosso il ritorno dell'inossidabile Mister P. Già non avevo tollerato la storia di Nizzi e adesso, a distanza di circa trent'anni, ripropongono di nuovo un personaggio così poco riuscito? Eppure l'hanno fatto, e quel primo albo mi è addirittura piaciuto. Bello, non c'è che dire, bello nella sceneggiatura, magnifici i disegni (ma com'è possibile che questo disegnatore sia approdato così tardi su Tex? I ben informati spero mi sapranno e vorranno rispondere). Bello anche lo stratagemma degli occhi, che Kershaw ha criticato ma che io ho trovato in fin dei conti accettabile ed anzi intrigante. Poi il secondo albo. Mamma mia ragazzi. A pag.49 l'aiutante sceriffo dice a Tex che lo sceriffo è al matrimonio della figlia del sindaco. "Mmm...chi è lo sposo?" domanda Tex. Onniveggenza. E Carson di rimando: "Corpo di mille bisonti. Non crederai che Proteus...". Dal nulla, ecco la scorciatoiona per fare andare la storia. Uno sposo e una sposa mai viste, una festa cittadina ed ecco che il nostro infallibile segugio, guidato dal suo improponibile quinto sesto e mezzo (ah, no, quello era un altro, che pure ha a che fare con Ruju), già ha annusato la sua pista. Così, senza altri elementi, Tex scopre il nuovo stratagemma del suo nemico. Stratagemma poi, eccessivamente articolato per una "banale" rapina al treno. Almeno così pare a me. Sullo spoileratissimo scontro tra Kit glisserei. Voglio chiudere il mio amareggiato messaggio ribadendo ancora una volta quanto invece siano superlativi i disegni. Anche nella eccellente rappresentazione dei pards. Goduria.
  3. Leo

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    Letto finalmente il Texone. Sceneggiatura piena di cambi di scena, aiutata in questo dalla divisione dei compiti dei pards (Kit, Carson e Tex-Tiger), elemento che consente di mantenere sempre alto il ritmo della storia. Ottimi comprimari e a profusione: Finnegan, Caine, e soprattutto Robledo e Faver. Concordo con Ymalpas che il comanchero ricordi Barbanera ("sei sempre senza buon senso, ma almeno hai grinta da vendere, compadre" ) e già questo denota la simpatia del personaggio; Faver, invece, duro pioniere del Texas, fattosi Texas Ranger non per fare lo "sbirro" ma per difendere le sue terre credo costituisca un autentico spaccato di vita della Frontiera, e in questo senso è bello tutto il dialogo tra Tex e il vecchio a cena nel fortino di quest'ultimo. Bravissimo anche Majo ad infondergli una "sanguinaria" ed eccitata luce negli occhi, più tardi, alla prospettiva di tornare a cavalcare per un'esaltante caccia all'uomo... Di Finnegan si è detto che ha poco carisma. Non sono d'accordo. Borden il carisma non lo fa vedere, ma lo evoca: nella fedeltà dei suoi uomini per lui innanzitutto, ma anche in certi sguardi e - bravo Majo anche qui - in quegli occhi sempre intelligenti e falsamente limpidi. Non ritengo necessario far vedere il carisma, esso si percepisce anche da poche vignette o da elementi indiretti (quali, per l'appunto, la stima dei suoi uomini o la lusinghiera fama nel corpo dei Ranger), e credo di conseguenza che Finnegan il carisma ce l'abbia, eccome. Si è detto che Kit fosse succube di Finnegan: ma quando mai? Nelle parole di Kit, nei dubbi del vecchio Carson, c'è a mio parere non una fascinazione del giovane verso il ranger scafato, quanto piuttosto un anelito di cambiamento, di maggiore libertà se vogliamo, il tutto condito da sincero rimorso per il proprio ruolo di spia infiltrata tra commilitoni che sulle prime paiono veramente in gamba e quindi meritevoli di stima. Ho molto apprezzato queste che alcuni qui hanno chiamato "paturnie" o "seghe mentali" di Kit. Il tempo mi è scaduto, altro vorrei dire, magari riprenderò il discorso più in là...
  4. Leo

    [691/692] Cuore Apache

    Quoto quasi tutto, sulla storia. Non concordo con quel tuo amico sui comprimari: i comprimari del primo Boselli, ad esempio, erano eccellenti ed erano incastonati in grandi storie. Erano credibili, avevano motivazioni concrete, verosimili, si muovevano come uomini e non marionette. Glenn Corbett, il sublime Shane, Ray Clemmons, ma anche il più recente Jethro. Se poi mi propini quest'avvocato che, sporcatasi la faccia, diventa il peggiore degli apache, il problema non è il comprimario, ma la concezione della storia in sé!
  5. Leo

    [691/692] Cuore Apache

    Ma infatti la sceneggiatura in sé è buona e si vede l'impegno per portare a termine un buon lavoro. Ma importanti sono anche le motivazioni che sottendono a determinati gesti. Se questi ultimi sono immotivati, o perlomeno non adeguatamente motivati, o se addirittura sono folli e insensati, è lo stesso presupposto della storia a risultarne fallato. E ciò ai miei occhi compromette la storia per intero, che sta in piedi solo a patto di ingoiare una forzatura rilevante. "Non abbiamo altra scelta", dice Johnny. Non c'altra scelta che quella di mettersi a razziare ranch e a scatenare una rivolta indiana: assurdo è che un'opzione simile venga contemplata (peraltro dopo ore di meditazione...) da uno che ha studiato a West Point, o che è cresciuto a Washington. Non c'è altra scelta??? Ma perché? L'unica reale motivazione della scelta è quella di fare andare avanti la storia.
  6. Leo

    [691/692] Cuore Apache

    Quoto tutto, con amarezza. Altro passo falso di un settantennale finora deludente: un ragazzo istruito a West Point che, di fronte alla proposta senza senso (perché questa è, non prendiamoci in giro) di Mathalay (cominciare in tre una rivolta contro i bianchi) ci pensa, ci ripensa, ci ripensa ancora, poi si alza, si sporca la faccia, ed eccolo ubbidire al richiamo del sangue apache! Dopo anni di studi! Dopo essere cresciuto a Washington! Abbiamo altra scelta, gli chiede il suo compagno di follia? "no. Non l'abbiamo", risponde Johnny. Ma non l'abbiamo perché? Per quale ragione Johnny non ha altra scelta che quella di iniziare una missione suicida con altri due pazzi come lui? Ma gli altri due almeno sono teste calde, cresciute in un villaggio apache; lui invece è un ex accademico del più prestigioso istituto di formazione militare d'America, cavolo! Soldi buttati e braccia rubate all'agricoltura. Ribadisco che le forzature e le incongruenze mi tolgono ogni possibilità di entrare in empatia col personaggio. Mi dispiace
  7. Leo

    [Texone N. 33] I Rangers Di Finnegan

    L anteprima è magnifica, anche se ho qualche riserva sul volto di Carson. Queste anticipazioni però fanno desiderare che arrivi subito il 20 giugno, e manca invece più di un mese e mezzo. Così ci accorciamo la vita, nu se po' campa'. Fatele più brutte, 'ste anteprime
  8. Forse di Letizia può infastidire l'insistenza, ma d'altronde è così spudorata nel promuovere i suoi scritti che a me non riesce proprio a risultarmi antipatica o fastidiosa. Prima o poi li leggerò. Ma concordo con pecos che forse questo è proprio il topic giusto per riportarli e per invogliare alla lettura potenziali fruitori. Forse hai ragione, è stato un escamotage elegante per non mandarmi a quel paese.
  9. E' mio, ma evidentemente il mio giochino non era troppo chiaro. Io non volevo proporre un soggetto alla Ken Parker, volevo proporre il famoso team up CON Ken Parker, che dopo l'omicidio durante lo sciopero poteva giustappunto essere ricercato dai due nostri mastini su ingaggio della Pinkerton. Risolveremmo anche il problema della morte di Ken, visto che l'avventura si porrebbe nel periodo della sua latitanza (1879-80 appunto...) Spero non ti incavoli per questa mia insistenza, ma il mio è un sogno che, per quanto impossibile, non smetterò mai di coltivare...
  10. Avevi già premesso che era un soggetto classico e Nizziano. Lo trovo intrigante, d'altronde l'originalità su tex è forse impossibile a livello di soggetto (cosa diversa probabilmente per le sceneggiature).
  11. Non la perdo no, amico pecos! spero che borden mi risponda, se non si è incacchiato
  12. Ma tex e Carson i dubbi se li faranno passare presto... Finché non capiranno con chi hanno a che fare... Che te ne pare, Mauro?
  13. Chi deve capire ha capito, Wasted
  14. L'idea di Ymalpas è divertente e i consigli di Borden, almeno per me, ben accetti. Io ho la creatività di un pezzo di legno, e quindi non sarei tagliato per questo gioco, ma mi ci provo lo stesso (col rischio di far incacchiare il nostro curatore ) Durante uno sciopero a Boston, nel 1879, un operaio, per difendere un ragazzo, uccide un poliziotto. Si scatena una serrata caccia all'uomo, non solo per via dell'omicidio, ma anche perché l'omicida non è un vero operaio, bensì un infiltrato che avrebbe dovuto denunciare gli operai e fermare lo sciopero, non unirsi a loro! L'uomo riesce a nascondersi, poi a fuggire nell'Ovest, da dove peraltro proviene. La Pinkerton gli scatena contro i migliori segugi, ma non c'è nulla da fare, il falso operaio biondo sembra inarrestabile. Allora l'Agenzia si rivolge a Tex e Carson, che cominciano la loro ricerca. Ma, quando di fronte si troveranno il "pericoloso fuorilegge" che gli avevano descritto, cominceranno i dubbi e i pensieri... (4 righe e mezzo) OK, OK, sono un testardo, ma io ci provo, come quegli innamorati che non si danno per vinti. E' una battaglia personale che perderò, ma che non mi stancherò di combattere...
  15. Leo

    [Maxi Tex N. 22] La grande corsa

    Bell'albo, ma il finale? S P O I L E R un killer che non si accontenta di vendicare l'omicidio della moglie uccidendo il suo assassino, ma andando a cercare anche parenti e affini fino al ventesimo grado. Chi se ne frega se la storia sta in piedi oppure no, l'elemento thriller deve entrarci per forza, sennò la trama è spenta...le motivazioni del killer per tutti questi omicidi sembrano quelle dell'antagonista della storia Il ragazzo rapito, e ho detto tutto... E poco importa che parenti e affini da ammazzare siano tutti concentrati tra le persone che abbiano a che fare con la corsa, dagli sgherri del boss fino al povero taverniere: sembra che tutti questi poveri animali da macello, sfortunati parenti o comunque complici tra di loro, si siano dati appuntamento tutti là, lungo la pista, per dare agio al killer di sgozzarli tutti insieme, allegramente...altra scelta a tutela della verosimiglianza, non c'è che dire. Ma perdiana, confondiamo ancor di più le acque: facciamo in modo che Calvin sembri il killer: a pagina 256 gli facciamo prendere il coltello, e gli facciamo dire ad Alma che potrebbe arrivare un killer da un momento all'altro. Poi, quando tutti avranno pensato che il killer sia effettivamente lui, cambiamo le carte in tavola, diciamo che abbiamo scherzato, il povero Calvin è un agnellino innocente...e la scena di pag.256? E lui che prende il coltello, perché lo fa? Boh. E questa sarebbe una buona storia? Bell'albo ho detto all'inizio, ed è vero, perché leggere Ruju è sempre un piacere. Ma la trama, signori, la trama, a me sembra che faccia acqua da tutte le parti. Mi sbaglio?
  16. Leo

    [690] Le schiave del Messico

    Storia che è una boccata d'aria fresca, bei personaggi, bei dialoghi, gran bei disegni. Il tratto di Prisco è forse ciò che ho apprezzato di più, così simil-ticciano (ma in qualche caso richiama anche Fusco) e così bravo nelle vignette "panoramiche". Ruju ci mette il consueto mestiere, non solo quello generale di scrittore, ma quello specifico di scrittore di Tex, quale lui ha indubbiamente dimostrato di essere. Speriamo che i recenti infortuni non si ripropongano più. Qui ho ritrovato il fresco Ruju texiano che conoscevo.
  17. Ovvio che siano fatti vostri. Ma noi, lo sai, come lettori affezionati, come zoccolo duro, ci sentiamo sempre molto coinvolti, è inevitabile. Buon lavoro Mauro. A te, a Pasquale, al redivivo Claudio, e a tutti coloro che si cimenteranno col nostro ranger. Confidiamo in voi
  18. Sempre continuando a fare chiacchiere da bar (ed anzi ringrazio sempre Mauro per la disponibilità a partecipare), da ignorante quale sono di tutte le dinamiche che stanno dietro ad una casa editrice, da puro appassionato in tutta la sua ingenuità, chiedo se i nomi di Medda e Berardi (che hanno dimostrato di saperci fare con Tex, nonostante Sergio la pensasse diversamente) non siano possibili. Mi scuso a priori se ho detto una bestialità
  19. Quoto in pieno il post del sempre ottimo pecos, e rilancio sul punto 2: immagino che non sia facile, ma stiamo parlando di Tex, della testata principe della Sbe, di quella che consente di mandare avanti l' intera baracca. Dare ossigeno a Tex deve essere la priorità di Davide Bonelli. Possibile che nella scuderia fornitissima che avete non ci sia nessuno che riteniate pronto a scrivere Tex? O forse i papabili non VOGLIONO scriverlo o scrivere di western?
  20. Vedrò il video e ti farò sapere. Rigetto però l'accusa di "processo alle intenzioni". Sono un utente del forum ormai da tempo, e credo che chi legge i miei post sa quanto io sia poco prevenuto ed anzi spesso benevolo verso il personaggio per cui provo affetto e verso chi lo tiene in vita. Da Lecce sono venuto a trovarvi al raduno milanese di due anni fa, e ho avuto modo di conoscere di persona sia te che Ruju, con il quale ho avuto anche una breve chiacchierata in solitaria mentre mangiucchiavamo salatini. Lungi da me quindi voler accusare qualcuno di qualcosa, soprattutto se quel qualcuno lo apprezzo e tanto. Sono un lettore di Ruju dai tempi di Dylan Dog, ho letto con gusto entrambi i suoi romanzi. Questo solo per dire che non ho intenzione né provo piacere a fare processi a persone con le quali sono in fondo cresciuto. Ma è proprio per il bene che vi porto, e che voglio al personaggio, che mi sento di sposare il post di Paco. L'ultima storia di Ruju ha dei passaggi inaccettabili, come quello dell'arciere ma non solo. Io non posso assolutamente credere che Ruju, da maestro qual è, non se ne sia reso conto. Che non sapesse che quel passaggio era forzato. Ma non è l'unico esempio. In un'altra storia, di cui non ricordo più quasi nulla, i nostri riuscivano a fuggire da un fortilizio tipo quello di Carrasco ne Gli Invincibili semplicemente scavalcando un muretto con il cavallo. Il problema non è che hanno scavalcato il muretto. Il problema è che quel muretto qualche vignetta prima non c'era (una vignetta di mezza pagina presentava il fortino) e poi c'è stato solo per fare andare avanti la storia. In barba alla verosimiglianza, o alla credibilità che può avere un covo di soldati irregolari praticamente sguarnito in pieno territorio nemico. Non parliamo, per carità, de La Città Nascosta, o, peggio ancora, de Il Ragazzo rapito, storia con un bel personaggio che però non si regge in piedi neanche con due robuste stampelle. Il problema, Mauro, è che la concorrenza è tanta. Quella della sceneggiatura di storie è ormai un'industria florida più che mai, e tra tanto ciarpame non è comunque inconsueto trovare prodotti di qualità. E ci sono eccome. E Tex invece nelle ultime storie mi sembra si stia perdendo. Non accuso Ruju di negligenza, ma non ci credo che anche lui non si renda conto che alcuni passaggi sono forzati: mentre Tex e Carson passeggiano sul molo, si imbattono proprio nel rapimento di Charlie. Charlie che attraversa il deserto con una borsetta. L'arciere che uccide il capitano. E altro ancora. E tutto questo dopo La Città Nascosta. Forse il problema è davvero il maggiore impegno richiesto dalle tante uscite eccezionali? Fino ad oggi non lo credevo, ma chissà che la serie regolare non sia davvero penalizzata dalla pletora di altre uscite, alcune delle quali sono ormai peraltro superate (vedi Magazine). Chiedo solo più attenzione, perché siamo lettori esigenti. Siamo i lettori di Tex, e lo premiamo ancora perché è sempre il miglior fumetto italiano. E perché è un amico. La nostra insofferenza è un atto d'amore, per lui e per voi che lo tenete in vita. Faccio sempre il tifo per Voi! Ma questo non esclude che anche adesso stia subendo un periodo di appannamento!
  21. Il fatto che queste storie non le ricordi nemmeno (tranne quella di Lupe, straziata da una seconda parte non all'altezza) la dice lunga sullo stallo della regolare. Quello che più mi inquieta è però l'involuzione di Ruju: cosa è accaduto a questo autore? Ha già il fiato corto? E' solo un momento di appannamento? Ho sempre guardato con molta fiducia al lavoro dell'autore sardo, ritenendolo assolutamente degno di far parte della scuderia texiana. Ma, nell'ultimo anno o anche di più, se si fa eccezione per il bellissimo Maxi (a me Il Ponte della Battaglia è piaciuto molto, e mi è piaciuto anche per Cossu), Ruju ha sbagliato troppo, e quel che è più grave è che, secondo me, ha peccato di "sufficienza", ha tirato via le storie, come se non avesse voluto realmente impegnarsi a renderle credibili o a limare alcuni passaggi scomodi. Paradigmatico è l'episodio del capitano Branch ucciso dall'arciere cinese: ma che ci stava a fare lì, l'arciere? Ma credono che noi lettori di Tex siamo disposti a berci tutto? C'è un'offerta gigantesca, fuori, tra film, serie televisive e romanzi. C'è tanta spazzatura, d'accordo, ma anche tanta qualità. Chi me lo fa fare ad interrompere il romanzo che sto leggendo, o a sottrarre tempo alla serie che sto guardando, per dedicarmi all'arciere che spunta dal nulla? Siamo fruitori di storie e vogliamo leggere storie, non certo interpretare meccanicamente le lettere scritte nei baloons. Mi scuso se sono un po' severo, ma questo mio tono nasce dall'affetto verso un personaggio a cui tengo molto, e che mi sembra di stare perdendo. A parte alcune uscite, l'esito di molte storie recenti mi sta allontanando dall'attrazione verso l'albo. Lo compro, ma è lì, sul cassetto, insieme ad altri libri molto più succulenti, oggi, ai miei occhi. E non è perché sto preferendo quel tipo di lettura a quella di Tex: da sempre, Tex è stato per me un breve intermezzo tra altre letture, breve perché si legge in poco tempo, ma gradito, apprezzato, una soluzione di continuità molto gradita, una parentesi agognata, un tuffo nelle mie vecchie, balsamiche, corroboranti letture e abitudini. Ora questa sensazione sta svanendo, e questo succede perché sta mancando l'accuratezza. Una storia deve essere accurata, salda, solida. Un arciere uscito dal nulla è il contrario dell'accuratezza: è indolenza, è pigrizia, è insipienza. E' i Fratelli Donegan! Tu quoque, Ruju...
  22. Anch'io credevo che del Tex volessi leggere tutto, come fa a tutt'oggi Ymalpas. Qualche anno fa avrei comprato il Magazine senza pensarci mezza volta. Quest'anno e lo scorso anno non li ho comprati, e non era mai successo prima. Ho deciso che spendere soldi e sprecare (ormai prezioso) spazio per storielle da due soldi e per un prodotto complessivamente scadente non vale la pena. Poi, però, leggo questo commento del mai tenero Wasted Years. La prima storia gli è piaciuta, tutto sommato texiana, sceneggiatore che ci sa fare, disegni sporchi e Kenparkeriani. La seconda storia quasi ticciana, piacere per gli occhi, storia atipica e piacevole da leggere. Dice che a comprare questo Magazine si buttano i quattrini, ma in realtà mi ha invogliato come non mai a comprarlo. Per me, Wasted, sei un agente Bonelli in incognito.
  23. Leo

    Un viaggio nel tempo per Tex

    Parecchio prima della guerra di secessione in realtà. Non sono un lettore di Zagor, ma dagli albi letti in gioventù mi sembra di ricordare che le avventure di Zagor erano databili verso gli anni '40. Quindi per incontrarsi dovrebbero esserci uno Zagor vecchiotto e un Tex a noi già ben noto, che è quello degli anni prossimi alla guerra civile
  24. Leo

    Tex e il razzismo

    Il post di Ymalpas conferma quello che già aveva espresso James, il quale aveva correttamente ribadito che il problema non è la razza, quanto la discriminazione in base ad essa. Non è quindi sbagliato continuare ad utilizzare il termine "razza" nell'accezione confermata anche dal dizionario opportunamente postato da Ymalpas, ma, proprio perché questo sostantivo ha dato origine all'altro, dal significato negativo, di razzismo, ritengo preferibile utilizzare il termine "etnia". Non perché ritenga che tra i due termini ci sia una reale distinzione (se il termine "razza" lo si usa senza alcuna intenzione denigratoria vale come il termine "etnia"), ma perché oggi, nell'accezione comune, è più politicamente corretto. Lo stesso dicasi per il termine "negro", che non uso più perché considerato denigratorio rispetto a "nero". A torto o a ragione non so, ma so che un mio carissimo amico, sposato con una ragazza londinese nera, in un gruppo whatsapp riprese uno dei membri per aver utilizzato la parola "negro". E lo fece nonostante avesse capito che il membro del gruppo whatsapp aveva utilizzato quella parola per sottolineare un certo sentimento razzista ancora diffuso in America, non certo perché lui fosse razzista: anzi, in quella conversazione si stava discutendo di quanto fosse ancora presente e pernicioso il razzismo in tante zone del mondo. Eppure, nonostante fosse palese l'intenzione dell'utilizzatore del termine, quel mio amico si sentì di rimproverarlo (in privato), ricordandogli che nel gruppo c'era anche sua moglie. Evidentemente, non solo in Italia ma anche a Londra, nella multietnica e cosmopolita Londra, l'utilizzo di quel termine può ferire. Io credo personalmente che non ci sia distinzione tra negro e nero, dipende dall'intenzione con cui si utilizzano i termini. Ma ormai non mi sogno più di utilizzare la parola negro, perché può ferire qualcuno e perché non è considerato politicamente corretto. In Tex, trovo assurdo che il ranger non possa utilizzare epiteti come "muso di limone" o "palla di neve". Tex vive nel West, e dovrebbe utilizzare un gergo, anche colorito, il più vicino possibile a quello che si utilizzava nel vecchio West o, perché no, che utilizzava il vecchio GLB. Si sa che Tex non è un razzista, che per lui non conta il colore della pelle. Se offende qualcuno non lo fa in base alle caratteristiche etniche, ma solo in rapporto al suo appartenere tra i buoni o i cattivi della storia. Sarei per preservare il gergo colorito. Sull'eccesso di politicamente corretto lamentato da Ymalpas nei confronti di Ruju sospendo il mio giudizio. Le parole di Ym sono state molto aspre, e in prima battuta ritengo che la storia di Ruju non le meritasse, ma lo dico solo perché a me quella storia è piaciuta moltissimo. Non ne ricordo i particolari, e dovrei leggerla con occhio più attento a cogliere gli aspetti lamentati da Ymalpas. Lo farò senz'altro e per questo, come detto, sospendo il giudizio: mi sono tuttavia dispiaciute le forti critiche riservate ad una storia che ritengo tra le migliori degli ultimi anni, sia pure per aspetti non propriamente legati alla trama in sé.
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