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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Oltre al soggetto improbabile, anche o cattivi peccano enormemente in questa storia: non ce n'è uno che sia credibile o all altezza dei nostri. Ho apprezzato la loro crudeltà, tuttavia non in linea con la loro abilità: sono davvero delle mezze cassette...
  2. Leo

    [656/657] Nodo Scorsoio

    Quella di Leo è prosa letteraria L'avrei scritto meno bene ma è quello che penso. In fondo io non sono né un barbiere né una mamma ma un forumista quindi è logico che mi aspetti storie come quelle ben evocate da Leo. Un motivo di soddisfazione ce l'ho: se Tito ha postato qui avrà anche letto quello che noi forumisti pensiamo. Forse gli potrà servire per il futuro tenere conto dei nostri giudizi Grazie per l'apprezzamento, pard Speriamo che Tito ci soddisfi...
  3. Leo

    [164/166] Apache Kid

    Le vignette conclusive sono poi tutta didascalia, perché Tex non partecipa agli eventi, può solo farseli raccontare per poi andare ad onorare le spoglie di Apache Kid. Credo che questa storia abbia l'indubbio merito di aver fatto conoscere ai tanti appassionati di Tex il personaggio controverso di Apache Kid, e credo che questo sia il suo maggior pregio. Per il resto, è una storia, texianamente parlando, troppo limitata, se si fa eccezione per la vicenda dei comancheros, che però è quanto di più classico possa esserci.
  4. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Con la consueta onestà intellettuale, Ymalpas ci ha detto che lo stesso Villa non ritiene pertinente, per un fumetto come Tex, una ricerca accurata ai fini della riproduzione della realtà dell'epoca. E' una scuola di pensiero, opinabile ma legittima. Neanche a me dispiacerebbe una maggiore aderenza alla realtà, ed anch'io concordo sul fatto che nel 2015 una maggiore attenzione a certi dettagli può essere più auspicabile di quanto non lo fosse nei pioneristici anni '60 e '70. Ho apprezzato i post di Ymalpas, sempre molto istruttivi e denotanti un'estrema attenzione per le cose del ranger: è un modo più impegnato di intendere la lettura di un fumetto, lo trovo lodevole. Non concordo sugli esiti finali dell'analisi, ma di questo ne abbiamo già parlato, nel senso che trovo i disegni di Font comunque molto suggestivi. Non troppo aderenti alla realtà, questo l'ho imparato oggi grazie ad Ymalpas, non hanno dietro un lavoro di ricerca ma un rifarsi a vecchie fonti (per quanto prestigiose, come Ticci, ma pur sempre datate), sono infine meno accurati di quanto potrebbero essere, e ciò scontenta il lettore tipo Ymalpas, molto attento ai dettagli e alla verosimiglianza. Le critiche di Ymalpas non sono però riferite a questi soli aspetti, ma colpiscono in realtà l'intero stile di Font, che a dir poco non apprezza. Io, grazie a te, Ym, ho scoperto oggi quanto potrebbe essere più accurato il lavoro del disegnatore spagnolo se solo volesse essere meno veloce. Ma anche se potrebbe fare di più, continuerà a piacermi il suo stile western. Non verosimile, non accurato, ma suggestivo. E qui sta la differenza tra te ed Anthony, da un lato, e me o Paco o i tanti altri a cui Font piace, dall'altro. Concludo con la speranza che tutti insieme (io, te e gli altri) si possa gridare al capolavoro ad ottobre, sia pure per i soli testi. Sarebbe già una gran bella cosa
  5. Leo

    Galleria Di Pasquale Frisenda

    Il fumetto francese o americano è totalmente differente, tanto che gli esiti migliori di Tex sono sempre stati a mio pqrere storie di almeno due albi. Il concetto che volevo esprimere è che avrei preferito che Frisenda fosse impegnato in una storia della serie regolare e non in uno speciale che, al netto di tutte le considerazioni sulla storia del fumetto internazionale, per me resta corto.
  6. Leo

    Galleria Di Pasquale Frisenda

    Ok grazie Carlo. Che Frisenda voglia disegnare un nuovo albo cartonato non mi riempie di gioia: le storie da 32 pagine sono vetrine, non storie...
  7. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Anche questo è vero. L anomalia (positiva) sono Majo e Civitelli
  8. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Però in quanto a realismo e a dare l'idea di una grande città batte Font di gran lunga, in effetti...
  9. Leo

    Galleria Di Pasquale Frisenda

    Beh, per me uno come lui dovrebbe entrare in pianta stabile nello staff del ranger. Boselli non gliel'ha ancora proposto?
  10. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Ammetto che la Winnipeg di Font è quasi indistinguibile rispetto ad una cittadina del Sud e che la tavola di Majo è molto più realista ed è superlativa. In questo sono d'accordo con Ymalpas. Ma non dimentichiamo che il Canada di Font sono anche i superbi Territori del NordOvest dell'omonimo Maxi. Quella splendida storia è tale anche per i disegni, per un Canada invernale superbo, per paesaggi innevati e strapiombi sul mare mozzafiato. E non solo: quello che dice Atha è sacrosanto: chi si dimentica Jethro, o l'albino? La loro espressività, la maestria dello spagnolo, pur nel suo stile essenziale e stilizzato, nel far recitare i personaggi? Saranno pure "pupi" o imbalsamati, ma io trovo che, quelle poche e insufficienti linee (insufficienti nel senso che il personaggio è solo stilizzato e non disegnato compiutamente), nonostante siano appunto insufficienti, riescono comunque a dare ai personaggi una grande espressività, a palesare il loro stato d'animo o i loro pensieri, a dare un'idea compiuta di quel che passa nella loro mente. Pochi tratti, dice Atha, e nonostante tutto ottimali anche per una storia densa come questa. Tex e Carson sono dei duri, temprati con l'acciaio. Font rende quest'idea. Il Del Vecchio del Color, ad esempio, pur mantenendosi nello stile di Tex, disegna due agnellini, buoni buoni, senza mordente né carisma. Preferisco mille volte il tratto sporco e western di Font a quello tranquillizzante e bonario di Del Vecchio. Eppure, non ho fatto tutte queste storie per i disegni del Color, so che tanti utenti non la pensano come me, lo stile di Del Vecchio è ben accetto ai più e mi metto il cuore in pace.
  11. Leo

    Galleria Di Pasquale Frisenda

    Frisenda, da buon milazziano, mi emoziona sempre. I suoi disegni hanno un'anima, un'eleganza, un'espressività non comuni. Non sono molto attento alle anteprime, a quando una sua prossima avventura di Tex?
  12. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Ho paura che sua lui purtroppo per le modalità degli omicidi: troppi elementi portano a pensare che sia lui. Dico purtroppo perché, pur ritenendo i sette assassini una grande storia, non ho amato un personaggio così improbabile, che meglio avrebbe potuto figurare su zagor piuttosto che su Tex...
  13. Leo

    Galleria Di Pasquale Frisenda

    Bellissimo!!!
  14. Leo

    Font Si, Font No...

    Eppure, nonostante io l'abbia detestato, anche per quel Maxi qualche commento positivo sul forum ci fu. Chissà cosa ne hanno pensato i clienti del barbiere di natural. E dire che l'ho atteso tanto, quel maxi, essendo il seguito di quel capolavoro che fu Nei territori del NordOvest (con Font ). Questo sì lo consiglio a Wasted, nel caso se lo fosse perso.
  15. Leo

    Font Si, Font No...

    E' quello che dico anch'io. Non si hanno alternative. Sai che frustrazione per me comprare e leggere prodotti come il Maxi, ultimamente sempre scadenti (con qualche eccezione). L'unica sarebbe non comprarli più. Se alludi a me quando parli di pacifico artificiere, ti sbagli, non sono per nulla contento, né dico che TUTTO va BENISSIMO. Sul Forum tempo perso: io mi sono iscritto al forum per parlare di Tex con altri lettori, non certo per convincere l'editore a fare ciò che mi piace. Certo, qualche suggerimento, al curatore, mi sono permesso di darlo, sul Maxi appunto, o su un team up con Ken Parker, che sarebbe a mio parere, oltre che una storia "storica", anche una discreta operazione commerciale. Ma non ho smosso nulla, sono meno di zero. Il Forum è inutile? Per queste cose forse sì, per parlare di Tex no.
  16. Leo

    Font Si, Font No...

    E' esagerato sì, cara sorella di Pippo. E lo è perché sono esagerati i toni. Ho già detto che trovo eccessivo che un moderatore (Ymalpas in questo caso) parli di storia impubblicabile o imbarazzante. Sono aggettivi che ergono ad oggettivo ciò che è solo gusto personale, non verità conclamata. E non ti puoi meravigliare se poi Paco si incazza se gli dici "Apri gli occhi". Perché, solo voi che vedete i pupi ce li avete aperti? Noialtri siamo i belli addormentati che non si accorgono di quanto siano brutti e inguardabili quei disegnacci? Ah no, dovremmo stare ad ascoltare Bosco, uno che di disegni se ne intende. Lui. Paco no. Sono espressioni rispettose "Apri gli occhi", "disegni imbarazzanti", eccetera? Io dico di no. Ma i toni, caro Paco, hai contribuito anche tu ad alzarli. Forse non ne avevi l'intenzione, ma un po' tutti avevamo capito che tu volessi dire che il tuo pensiero sui disegni di Font fosse insindacabile, perché tu sei un esperto della materia, e le opinioni di un Ymalpas o di un Anthony Steffen ti fanno solo cadere le braccia. Far cadere le braccia e aprire gli occhi hanno la stessa carica offensiva. Sorprende che un moderatore e un ex moderatore non se ne rendano conto. E' evidente che Font è pubblicabile, visto che a tanti piace, e questo è un elemento che si deve tener presente sempre, quando si sparano giudizi come fossero verità sacrosante. E il tuo linguaggio, Ym, è stato in questo caso (anche col "pornazzo" checché tu ne dica sulla rivalutazione dell'arte erotica) "virulento", come afferma Carlo, e fuori luogo, per il mio modo di vedere. Aggiungo che la bella battuta di Wasted Years sullo shutbox era evitabile, e anche la dicitura "fantastico forum": la presenza di Wasted ha ravvivato un bel po' un forum che stava languendo sotto la canicola estiva, ma in certi casi una cosa è l'ironia un'altra è il sarcasmo. E "fantastico forum", non so perché, mi suona un bel po' sarcastico... Il fatto che ci si sia accalorati su una discussione (peraltro sempre quella: Font sì Font no), che siano state usate espressioni per me pesanti (e non perché sia un'educanda, Paco, ma perché, e voi me l'insegnate, alcune cose dette a voce suonano diversamente se sono invece scritte da una tastiera), che si sia parlato di delusioni personali (alcuni tuoi commenti su Nizzi, Carlo, li ho letti anch'io e non li ho trovati molto dissimili da quelli di Ymalpas, in quanto a virulenza) deve per forza costringerci a buttare a mare il bambino insieme all'acqua sporca? Veramente per un episodio del genere si deve necessariamente cominciare a parlare di dimissioni, da amministratore, da articolista, da utente? Forse che la stima verso Ymalpas o verso Paco è venuta meno da parte degli utenti del forum? Forse che la delusione personale di Carlo (che ha deluso a sua volta parlando di Nizzi) non è superabile? Fa caldo a Foggia, fa caldo in Sardegna e fa caldo pure qui a Lecce. Diciamo che ci siamo accalorati, ma smettiamola di litigare o di mettere in discussione ruoli che credo nessuno - NESSUNO - vuole mettere in discussione, perché anche in una comunità virtuale gli utenti capiscono con chi hanno a che fare dall'altra parte della tastiera e si creano profondi sentimenti di stima, così profondi che non possono essere scalfiti da una lite estiva. Anche se non sono un moderatore, Vi invito a ripensare le vostre posizioni. Questo "fantastico forum" (stavolta detto per davvero) ha bisogno di Ymalpas - impareggiabile amministratore, sia del forum che della rivista - e di Paco - grande articolista che ha fatto appassionare anche me (che sono un somaro in fatto di disegni: per quetso mi piace Font ) all'analisi dei disegni.
  17. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Anche se non è un elemento essenziale per decretare la bontà della storia, questa stessa tua domanda l'ho posta a Mauro qualche post fa, facendo il confronto con la storia de Le Rapide del Red River, che, sempre ambientata in Canada, prendeva le mosse da una congiura ordita per conquistare il formidabile appalto della ferrovia transcontinentale. Questa della rivalità tra le due città è l'elemento motore di questa storia, perché da qui parte tutto: poiché a priori mi pare un elemento un po' labile, non mi sarebbe dispiaciuto se Boselli mi avesse confermato che invece questa rivalità c'era eccome e magari anche accanita (ad ulteriore giustificazione del triplice attentato da cui questa storia prende le mosse). Per me questi sono aspetti abbastanza essenziali per giudicare la verosimiglianza di una storia, ed il mio patto di sospensione dell'incredulità con l'autore è molto molto labile... E' un mio limite, quello di pretendere che la storia non abbia grosse falle anche dal punto di vista dei pretesti iniziali. Probabilmente Borden è in ferie e risponderà (perché non mancherò, in assenza di altre risposte, di riproporgli la domanda) nei mesi futuri: abbiamo tempo fino ad ottobre...
  18. Leo

    [Color Tex N. 07] La Strada Per Serenity

    Credo che Recchioni si sia meritata una seconda chance, perché con questa storia ha dimostrato di saper maneggiare il linguaggio di Tex. E di Carson, aggiungerei, visto che dividendo i pards in coppie fa fare spesso bella figura al Vecchio Cammello, ingraziandosi così i suoi fans (tra cui io). A parte i dialoghi, la storia ha molte falle, soprattutto nel soggetto, che parte da un coinvolgimento di Tex veramente forzato. Credo però che il formato, questo maledetto formato del Color Tex, non aiuti un autore a scrivere buone storie. E non ricominciamo a dire che le storie buone si scrivono anche in 160 pagine eccetera eccetera eccetera: se è così, io non me ne sono quasi mai accorto, non è questo il formato di Tex. Date a Recchioni almeno 220 pagine sulla serie regolare e vedremo cosa saprà fare. Il linguaggio ce l'ha nelle corde, lo ha ben assimilato, speriamo in soggetti più ispirati...
  19. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Ringrazio natural per la risposta. Anch'io sono propenso a credere che Betta abbia ragione su un intervento del Kid a beneficio di Kit. Su Font non aggiungo nulla: come ho detto, secondo me vi sono stati eccessi da ambo le parti, con espressioni talebane e, a mio umilissimo parere, evitabili. Soprattutto se non c'è univocità di vedute sull'argomento ed anzi una netta divisione tra estimatori e detrattori del disegnatore. Di sicuro Boselli in passato ha scelto Font per le sue storie più significative, e nell'intervista che mi concesse su Il Passato di Carson disse che l'autore spagnolo era idealmente l'erede di Marcello. Non credo che Boselli ne capisca meno di Bosco. Ma rischiamo di diventare stucchevoli: ognuno ha la sua posizione che non muterà. Dispiace solo che ogni volta che c'è Font in una storia di Tex questo polarizzi così tanto i lettori, arrivando a rendere indigeste le storie ad alcuni di essi. Mi dispiace davvero.
  20. Leo

    [631/632] L'oro Dei Monti San Juan

    E Fuga da Anderville, e Un Ranger del Texas, e La Leggenda della vecchia missione... quanto ci manca quel Nizzi...
  21. Leo

    Fernando Fusco

    Il Tex di Fusco non è mai stato verosimile, realista, né ai suoi albori (Caccia all'uomo, i Ribelli del Canada, Il Clan dei cubani) né nelle sue storie più tarde. A proposito delle polemiche di questi giorni sulla storia in edicola, anche i suoi Tex e Carson a volte erano un po' caricaturali, tanto marcato era il suo personalissimo stile. I suoi disegni emanavano potenza, le sue vignette erano di un dinamismo esaltante, i suoi pugni e i suoi cavalli poderosi. Cotanta baldanza stilistica sapeva poi convivere con la gentilezza e la dolcezza dei suoi paesaggi che, da pittore consumato, traslava sulle vignette di Tex con una grazia ed una delicatezza che esaltavano la violenza dinamica, mai veramente violenta perché sempre temperata da una certa ironia del tratto, di certe meravigliose sequenze. Non era solo dolce e ironico, poderoso e violento. Sapeva essere anche tragico e cupo, come nelle splendide vignette de Il Colonnello Watson, che a mio modo di vedere è la sua storia più bella, il suo capolavoro. Un immortale.
  22. Leo

    [656/657] Nodo Scorsoio

    Ciao Tito, e bentornato tra noi. Io spero fortemente che, anche col supporto del cerbero Bos, tu possa sfornare storie con maggior tasso di pathos e complessità. Non è facile mettere d'accordo botteghe e forumisti, ma francamente attendiamo da un po' una tua storia pesante, che possa non solo farsi leggere bene e regalare una mezz'ora di intrattenimento - come Nodo Scorsoio - ma anche emozionare ed avvincere, con un respiro più ampio che ci possa far gonfiare il petto di soddisfazione...
  23. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Puoi sparare e ci mancherebbe. Né pretendo che il fatto che non mi piaccia la forma con cui lo dici te la faccia cambiare. Sullo stile invece dissento: dopo quindici anni di grandi storie credo sia entrato a pieno titolo tra i disegnatori più rappresentativi del nostro ranger: capolavori come nei territori del nord-ovest Colorado belle e gli assassini portano la firma di font. Credo che lo stile di Tex sia dinamico, in divenire e font (insieme a ortiz) ha contribuito a sdoganare - con risultati significativi - il sintetismo sulle pagine di Tex
  24. Leo

    [658/660] Winnipeg

    ymalpas, il 09 Ago 2015 - 17:17, dice: Io trovo il commento di Ymalpas ancora meno tenero di quello di Anthony Steffen: "storia graficamente rovinata", "disegni imbarazzanti", scelta "discutibile" quella di ritrovarselo ogni anno in edicola... Sono giudizi forti ed espressi in maniera perentoria, un po' come fa Anthony, e francamente non ne condivido né la forma né il contenuto. La forma perché aggettivi come "imbarazzanti" o "rovinata" li ritengo francamente eccessivi ed irrispettosi sia del lavoro dell'artista che i suoi disegni li ha realizzati con passione e con fatica, sia del curatore che li ha vagliati e li ha ritenuti pubblicabili. D'altronde capisco se Anthony si risente dell'espressione "cadere le braccia" usata da Paco che non è propriamente inoffensiva. Se di un tuo pensiero dico che mi fa cadere le braccia, non sono poi così diplomatico. Ogni volta che Font fa capolino sulle pagine del ranger, ci ritroviamo con questa stessa identica diatriba, ogni tanto si cambia l'aggettivo (l'altra volta si parlò mi pare di "impubblicabili") ma tant'è..."servirebbe più rispetto", dice Ymalpas, per l'una e per l'altra parte, ed è vero. Stavolta avevo sorriso nel leggere il primo commento di Ym che, relativamente ai disegni di Font, aveva affidato la propria valutazione ad una faccina incazzata: piuttosto che a parole così forti, si era affidato ad una amara ironia: quella mi era piaciuta, l'ultimo commento - sia detto senza offesa pard - molto meno. Fatta questa premessa (in cui mi sono inimicato sia Ymalpas ed Anthony da un lato che Paco dall'altro ), passiamo al commento sulla storia, che conterrà inevitabili S P O I L E R Finalmente una storia dal sapore forte, dopo due prove che io non ho bocciato ma che non ritengo nemmeno indimenticabili. Sull'identità del nemico misterioso, io credo che l'organista c'entri qualcosa eccome: il commento della penultima pagina, circa il fatto che il parroco fosse contento del nuovo organista, non è gratuito, così come non è un caso che l'ultima vignetta sia dedicata proprio a lui. D'altra parte, anch'io avevo pensato a Jack Thunder, per le modalità di tutti e tre gli attentati: il primo si svolge nel buio più assoluto, il secondo in una strada buia e prima di sparare il sicario fa una domanda al giornalista, perché evidentemente ha bisogno di sentirne la voce, ed anche nel terzo caso la tenebra è la più totale e l'unico elemento che può guidare la mano del killer è il presumibile ronfare della vittima. D'altronde, quando Boselli parla di un nemico dimenticato, credo faccia riferimento all'intera platea del popolo texiano, non certo a noi quattro forumisti che, da buoni fanatici, ricordiamo quasi tutti i nemici del nostro ranger. Devo ammettere che, se davvero fosse così, ne sarei deluso, perché trovai la figura del cieco eccessiva già nella sua prima apparizione. Se ora, oltre ad essere il solito infallibile killer grazie al solo suono della voce, fosse anche un affarista che tiene soggiogato il presidente della compagnia delle pellicce, lo troverei ancora meno credibile. Spero quindi che non sia lui e che l'organista (che sicuramente ha un ruolo nella storia) non sia un suo complice. Altri aspetti che mi rendono perplesso sono i seguenti: - nel caso de Le rapide del Red River, vi era una grossa congiura in Canada ordita però in seno all'affare - colossale - di una ferrovia transcontinentale. Qui si parla invece di scegliere semplicemente un capoluogo di provincia. Confesso la mia totale ignoranza della storia canadese dell'ottocento, ma è plausibile che una vicenda simile possa essere così importante da giustificare congiure ed omicidi? Chiedo a Mauro se per questa storia abbia preso spunto da fatti reali, non dico di omicidi ma almeno di effettive rivalità tra Winnipeg e Selkyrk (o altre città) per l'ottenimento di un vantaggio politico-territoriale. - il recupero dell'uso delle gambe da parte del Kid. Natural non lo escludeva già tempo fa, commentando I Giovani Assassini: ma, approfittando del nostro Doc forumista, volevo chiedergli se possa essere realistico un tale recupero. Per il resto, i dialoghi sono belli e densi, la figuraccia (ahimé) fatta dal mio vecchio Carson che poteva essere bellamente impallinato stavolta mi ha fatto sorridere, la storia ci metti un po' a leggerla, che poi è quello che voglio da Tex. Ho letto l'albo su di una bellissima spiaggia salentina, provo un dispiacere immenso a pensare che, quando finirò di leggerla, sarà già ottobre e l'estate solo un ricordo
  25. Leo

    [Texone N. 30] Tempesta Su Galveston

    Nonostante l'abuso di Ruju nel far uscire i nostri dal nulla nei momenti topici (andrebbe bene una volta, ma qui ce n'è qualcuna di troppo), la storia è veramente bella. Dai disegni francamente mi aspettavo un po' di più, sono un amante del tratto sintetico ma questi non mi hanno entusiasmato troppo, anche se c'è da dire che il colonnello Woodlord è stato tratteggiato dal disegnatore in maniera veramente efficace. Sono sempre più contento che Ruju faccia parte dello staff del nostro ranger!
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