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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Non avevo mai letto questa simpatica intervista, che peraltro non fa che confermare quella filosofia di GlB così evidente nelle sue storie. Credo però che il fumetto (e quindi non solo Tex) si sia nel frattempo evoluto, e da semplice mezzo di evasione si è trasformato in qualcos'altro. Io sono cresciuto con Dylan Dog, Tex e Ken Parker, fumetti diversissimi tra loro che erano insieme mezzo d'evasione ma anche arricchimento culturale. In contemporanea sono sempre stato un buon lettore di libri, ma le emozioni provate nel leggere un grande libro e quelle nel leggere una grande storia a fumetti per me sono identiche. Di fronte a una storia ben costruita, epica o drammatica e che sappia emozionare, la mia reazione è sempre stata di entusiasmo, e non fa differenza se il mezzo per quella storia è un'opera di narrativa o un fumetto. Io ne sono emozionato, e tanto mi basta per sperare sempre nel capolavoro, qualsiasi cosa io stia leggendo! Ho cominciato a leggere Tex nell'89 e una delle prime storie che ho letto è stata Fuga da Anderville. In seguito mi sono emozionato tantissimo nella lettura di Oklahoma, nel '91, e di Fiamme sull'Arizona, del '92, dove Nizzi fa una disamina impeccabile del problema apache e della politica e dei politicanti che credono nella necessit? di annientamento di quel popolo. Non passa molto tempo che vengo investito dalla commozione per Furia Rossa, dallo splendido bandito de La Grande Rapina (vero protagonista della storia, quanto e più di Tex) e dalla poesia de La Ballata di Zeke Colter. Poi è la volta di Nick Calavera (personaggio caratterizzato psicologicamente) ed infine arriva (dopo una breve ma significativa comparsata di Medda con Bande Rivali) Boselli, e qui mi fermo per non ripetermi. E allora, qual è il mio Tex? Il Tex che ho conosciuto io, e che mi ha soddisfatto tantissimo, non è un semplice fumetto d'evasione. In alcuni casi è un vero e proprio capolavoro, una grandissima opera d'arte. E lo era già alla fine degli anni '80, cioè da quando io mi sono approcciato al personaggio. E' lo stesso Tex di quegli anni (e degli anni che seguiranno) che sconfessa il buon GlB e quanti ancora ritengono che Tex sia solo quello del suo creatore...
  2. Leo

    [358/362] Sioux

    Mi accodo al coro di commenti positivi per questa storia. Non la ritengo un capolavoro soprattutto per l'assenza di antagonisti che colpiscano veramente. Le stesse trovate della guerriglia, orchestrate in maniera obiettivamente magistrale, non mi riscaldano più di tanto perchè non sono un amante dell'azione pura. Al di l' dei gusti personali, riconosco però la qualità indubbia della sceneggiatura, ed in particolare la ricchezza e la felicit? dei dialoghi. Tex, come dice Virgin in un precedente post, è Il Tex, ed è vero che questa storia è un mirabile esempio di come Nizzi sia entrato in sintonia col personaggio e ne abbia saputo dare un'interpretazione fedele ed anzi anche più esaltante dell'originale. Resto come al solito rapito dalla figura del Generale Davis. La sua autorevolezza, la sua composta calma, la sua ironia, il suo carisma, il suo saper zittire Tex (solo con lui il nostro abbassa la cresta) lo rendono un gigante della scena. Qui, come nell'altra storia sui Sioux, la sua sola presenza innalza il livello e la qualità dei dialoghi. Sua è anche l'ammissione, che ho apprezzato tantissimo, che il generale Stonewell ?, a modo suo, un galantuomo. Storia come detto molto bella, anche se le preferisco il suo seguito, probabilmente per l'epilogo tragico, epico e solenne che lo distingue dal più rilassante (e quindi meno commovente) lieto fine di questa. Ticci come al solito immenso.
  3. Perfettamente d'accordo :generaleN:
  4. No, se lo sceneggiatore sa il fatto suo. E dato che sono sicurissima che Borden, per parlare solo del più prolifico dei nostri tempi, sappia benissimo il fatto suo, non credo ci sia alcuna difficolt? da parte sua nel mantenere il Tex bonelliano senza scimmiottare BonelliIo credo che Borden, volendo, possa fare quello che dici. Io credo però che lui non lo voglia. Stando attento a non snaturare il personaggio, introduce contemporaneamente una sua personalissima (e riconoscibilissima) cifra. E' una scelta, ma è anche uno stile, che è suo e soltanto suo e al quale non vuole (legittimamente) rinunciare.
  5. Io ho buona memoria, e i personaggi di spessore che mi hanno colpito li ricorder? sempre, anche più del buon Pat Meno male (anche se non avevo dubbi :generaleN:) Che è quanto dico io, ma con il dono della sintesi che a me manca. Quoto in pieno. Più che non ne sono capaci, sono caratteristiche che gli appartengono meno. Ma sono capaci di ben altre cose, che a me soddisfano appieno. Ma infatti non credo sia mai accaduto. Anche qui sono gusti. Siamo lontani anni luce con il mio concetto di personaggio caratterizzato...
  6. Arieccoli, i gusti personali. I Cospiratori e L'Uomo con la frusta sono due storie fantastiche, chi lo nega?Eppure, ad entrambe preferisco la profondit? di Colorado Belle. Sono due stili e due modi di essere autori totalmente differenti. Nessuno di loro sconfessa il creatore del personaggio. Il primo è più nel solco della tradizione, il secondo innova e arricchisce senza snaturare. Anch'io potrei dire: "vuoi mettere Colorado Belle con L'Uomo con la frusta? Dai..." (e lo direi con ferma convinzione) ma non lo dico perchè capisco che i miei gusti sono diversi dai tuoi. Ma sono gusti. Io non metto in discussione il tuo Tex, e credo che non si possa mettere in discussione il mio. E' sempre Tex, forse figlio dei nuovi tempi ma non snaturato o stravolto.
  7. Ma non mi pare, Cheyenne, che gli antagonisti con i fiocchi siano mancati in questi ultimi anni. Agli antagonisti coi fiocchi si sono solo aggiunti i comprimari coi fiocchi. Mettono in ombra Tex? E' un'ombra temporanea, perchè alla fine è Tex a svettare, a vincere, a dominare. E poi gli antagonisti per forza di cose sono quasi sempre "morituri", ed è in questo senso che parlo di destino segnato: alla fine della pista c'è solo quell'esito. Io, personalmente, sono più incuriosito da personaggi il cui sbocco è imprevedibile. "Che ne sarà di lui, quando questa storia sarà finita?" Riquoto questa domanda che Lena rivolge a Carson riferendosi a Ray Clemmons, per dire che questa domanda per me è estremamente intrigante, e mi spinge a leggere una storia con curiosità ed entusiasmo. Sui comprimari alla Pat o alla Gros-Jean: è divertente che ogni tanto riappaiano, ma queste figure non hanno obiettivamente un grosso spessore umano. Sono compagni di viaggio divertenti e piacevoli, ma stiamo parlando di tutt'altra cosa rispetto a un Laredo o a uno Shane. Sono imparagonabili. Lo stesso Jim Brandon, che invece ha altre potenzialità, è stato sempre e solo sfruttato come contorno di lusso. Ci è voluto Boselli, con I Territori del NordOvest, per dare una vera dimensione e una vera profondit? al personaggio. Probabilmente sono troppo di parte. Che cce devo f?? Sono pazzo di Boselli e non riesco ad essere obiettivo? Non credo, ma visto che mi siete tutti contro :generaleN: comincio a pensare che sia così...
  8. Secondo me le piccionate di Nizzi derivavano piuttosto da falle nella sceneggiatura di un autore stanco e non più in grado di dominare in maniera salda le proprie trame. Questo ? stato Tex. E' da vent'anni che Tex non è più così. Il primo personaggio "grigio" (ma anche in GlB c'erano ovviamente stati, sia pure non frequentemente) è Nick Calavera di Decio Canzio (1994) seguito da Ray Clemmons ('94), Shane O' Donnell ('95), Glenn Corbett, ecc. ecc. Per non parlare del solo Boselli ci aggiungo lo splendido Capitano Freemont de L'Ultimo Ribelle di Nizzi o la complicata situazione della famiglia di Sangue sul Colorado, altra perla dell'autore di Fiumalbo: ebbene, mi pare che il paventato pericolo non si sia concretizzato, e che la testata, sia pure nella crisi della carta stampata che non sto qui a riesumare, abbia tenuto in maniera egregia. Forse il merito è anche di questo nuovo corso, no? Io sono l'esempio (ma non credo di essere l'unico) del lettore che altrimenti non avrebbe più avrebbe acquistato Tex. Il pericolo, rapportato a me e a lettori come me, era di disaffezionarci per eccesso di ripetitivit?, per un bianco e nero netto sempre uguale a sè stesso, per una stancante immobilit?.
  9. E ritorniamo ai gusti! A me quella "platea umana misera, meschina, piatta, anonima", che pure ha popolato tante storie di Tex e che tanto mi ha divertito in passato, ormai non dava più niente. Tex svettava nettamente? E grazie, di fronte a cotanta platea, "gli piace vincere facile..." _ahsisi Per i miei gusti, Tex si è arricchito (altro che pericolo) di umanit? varia, sfaccettata , complessa, pesante, di spessore: è su di loro che Tex deve svettare. Mitch de Gli Assassini è un grande personaggio, co-protagonista insieme a Tex? Bene, se Tex svetta su di lui non è un primus inter pares, ma è il più grande, perchè sovrasta non un'umanit? piatta e misera ma un personaggio con gli attributi. Oppure deve confrontarsi con Kurt Weiser? Non credo sia sminuito dal personaggio di Gothlay, ma quanto interesse desta tale figura in questa storia! Il Colonnello Brandon de I Territori del NordOvest assurge a protagonista come mai era accaduto in passato (si scava nella sua storia, nei suoi sentimenti d'amore e di amicizia, nella cupa sua situazione con Golden Eye): è uno spettacolo, eppure alla fine è Tex che stende il suo avversario. Non primus inter pares, ma protagonista che spicca su altri protagonisti, e che protagonisti! Ma sono sempre gusti personali. Tex è sempre l'.
  10. Leo

    Tex: Sempre E Solo 2 Albi ? Giusto?

    Anch'io sono tendenzialmente per le storie in 3 albi. Anche quelle in 2 possono essere belle (l'esempio dei texoni mi sembra pertinente, alcune storie contenute in questa collana sono effettivamente dei capolavori) ma i 3 albi danno un respiro diverso e non credo che sia un caso che tutte le mie top five si sviluppino in più di due albi (non necessariamente tre, si veda Fuga da Anderville).
  11. L'evoluzione interiore di Tex consiste in cosa? In qualche spacconeria di meno e in un linguaggio meno esplosivo e meno ironico? Sono d'accordo, Tex in questo senso si è evoluto, o involuto, a seconda dei punti di vista. Io non nego questo. Dico solo che cambiando gli autori è probabilmente fisiologico che questo accada. Ho parlato di elementi che sono oppure no nelle corde dell'autore, e ho anche ammesso che probabilmente questi aspetti sono meno congeniali ai nuovi autori di Tex. Ma tu, Ted, parli addirittura di mancanza di rispetto verso chi ha creato il personaggio. E' su questo che siamo totalmente in disaccordo. Tex è cambiato perchè sono cambiati gli autori, ed è inevitabile che questo accada. Se volevamo che Tex restasse immutato, allora il fumetto avrebbe dovuto chiudere con GlB. Tex è stato snaturato? Questa è la domanda! Se Tex è stato snaturato, ti darei ragione; ti darei ragione se avesse realmente subito un'evoluzione interiore. Ma questo non è accaduto. Alcuni suoi aspetti esteriori sono cambiati, sicuramente importanti perchè caratterizzanti il personaggio, ma nella sostanza Tex è sempre lo stesso. Credo inoltre che un autore debba valutare (al di l' del proprio stile e di quello che gli è congeniale o meno) anche i tempi e il pubblico. Al di l' di noi aficionados, credo che un fumetto che oggi voglia stare sul mercato e attrarre i più giovani debba puntare anche su altre caratteristiche, quali l'approfondimento psicologico dei personaggi e quindi un maggiore spessore dei comprimari e delle vicende. Poi dici che è scorretto ridurre Tex al ruolo di comprimario. Anche su questo sono totalmente in disaccordo. Il Tex nizziano e glbonelliano, che si confrontava con personaggi "morituri" (come li ho definiti prima), vale a dire col destino inevitabilmente segnato e scontato, era un protagonista totalizzante, che mi è piaciuto molto ma che alla lunga mi ha stancato. L'alleggerimento (indubbio) di Tex a favore di altri comprimari operato da Boselli per me non ha significato "ridurre Tex al ruolo di comprimario"; ha significato invece far svettare Tex (perchè Tex alla fine svetta sempre, vince sempre e a lui spetta l'ultima parola) su un mondo di comprimari pesanti e quasi degni di stargli alla pari. Ha significato, in buona sostanza, valorizzare Tex, perchè le sue capacità umane si sono dovute confrontare con qualcosa di diverso dei soliti cattivi e le sue vittorie per questo diventano ancor più significative. Tex che primeggia sui soliti cattivoni mi aveva stancato. Tex che affronta altre situazioni e altre difficolt? mi entusiasma. Lui è un protagonista affiancato da grandi co-protagonisti, non un semplice comprimario. Per me il pericolo è invece quello di scrivere sempre le stesse cose. Io stesso, grande lettore di Tex, avevo smesso di leggere e acquistare Tex. Non ci fosse stata una certa evoluzione, non l'avrei più comprato. Ciò per dire che è pericoloso anche non cambiare mai. Per concludere, rifaccio mie le parole di Josey Wales di qualche post fa
  12. A me ad esempio queste cose non mancano per niente. Le ho apprezzate in passato, ma non vorrei proprio rivederle. Vorrei rileggere storie del tipo Uccidete Kit Willer, L'Ultima diligenza, I giustizieri di Vegas, Montagne Maledette, ecc ecc. In queste storie io ci ho visto un grande romanziere. Ma sono solo gusti. Il tuo Tex non è migliore del mio. I personaggi dopo 65 anni possono cambiare (e meno male), e bisogna farsene una ragione.
  13. Quando Tex ha cominciato a cambiare? Non è un mistero, il suo linguaggio e le sue smargiassate cambiano (diminuiscono o sono meno esplosive) soprattutto con Boselli. I personaggi, dici, non devono evolvere e devono mantenere le loro caratteristiche intrinseche. Secondo me, come anche secondo Paco, le caratteristiche intrinseche sono rispettate. Quello che manca è una certa esplosivit? nel linguaggio e nelle spacconate? Siamo d'accordo anche su questo. Io stesso qualche post fa ho detto che probabilmente ai nuovi autori (Boselli in primis) questa caratteristica (eccellente in Nizzi) manca. Ciò su cui non siamo d'accordo è che Tex secondo voi sia addirittura stato snaturato (sono cambiate le caratteristiche intrinseche, non è più la succulenta margherita ma una più stravagante pizza alla nutella, una pietanza, come dice Cheyenne, che può andar bene una volta ma alla lunga nausea, ecc. ecc.). Ma questi sono gusti. Tex è sempre Tex. Ha perso una caratteristica, per quanto importante, ma questo non lo fa diventare altro. E' utopistico pensare che il personaggio non evolva. Sarebbe così se a scrivere fossero rimasti glB e Nizzi, ma se gli autori cambiano necessariamente il personaggio cambia. Secondo voi in peggio, alla stregua di una pizza alla nutella? De gustibus, secondo me molto in meglio, è una margherita con una saporitissima mozzarella di bufala . Qualche post fa Cheyenne ha detto che lo sguardo penetrante e indagatore di Tex de L'Ultima Diligenza può essere meno appagante e comunque è altro rispetto al Tex degli albori. Siamo d'accordo. Ma io questo "altro" lo apprezzo molto di più, è per questo "altro" che ancora leggo Tex, altrimenti avrei smesso tanti anni fa. Perchè la solita margherita non mi basta più. Se il personaggio evolve in questo senso, ben venga l'evoluzione. Boselli è questo, non è Nizzi e neanche GlB. Possiamo metterlo in discussione, possiamo avere nostalgia del Tex d'antan (anch'io ce 'ho), ma non possiamo cambiarlo perchè lo stile di un autore secondo me non si cambia. Nel rispetto del personaggio (e secondo me questo rispetto c'è tutto, perchè alcuni aspetti esteriori quali il linguaggio non stravolgono il personaggio) questo autore ha svecchiato Tex scrivendo capolavori inarrivabili. O meglio, io li reputo tali. Se per voi non è così è solo una questione di gusti. Ma pretendere che Boselli possa scrivere in maniera differente da come sa e vuole fare mi sembra irrealizzabile e ingiusto. Ingiusto, perchè è come se gli si chiedesse di scimmiottare i suoi precedessori, ma uno quelle caratteristiche ce le ha o non ce le ha. Se Nizzi è stato il miglior erede di GlB è perchè aveva nelle corde quello stile. Boselli non ce l'ha. Snatura il personaggio? No. Incontra i gusti dei lettori? Credo proprio di sè, ma, ovviamente, non di tutti, come quelli di Nizzi e GlB da tempo non incontravano più i miei.
  14. Va tutto bene, finch? un autore porta - per l'appunto - il suo mondo e il suo retroterra dentro Tex. Va meno bene, se porta Tex dentro il suo mondo ed il suo retroterra. Che è cosa ben diversa. Il VERO rispetto del personaggio consiste appunto in questo: rispettare quel che Tex è stato e - nell'ambito di tanto - non rinunciare a proporne una propria interpretazione. Non certo nel renderlo infallibile con la colt o nel fargli mangiare bistecche e patatine.... fosse così semplice, Tex saprebbero scriverlo tutti. Ma ragazzi, io non credo proprio che non si rispetti quel che Tex è stato. Il Tex di Boselli è sempre il più duro e il più forte, è sempre dalla parte dei deboli, è dotato di un profondo senso di giustizia. Io credo che il Tex boselliano (ed in generale il Tex dei giorni nostri) sia TEX. E' sempre lui, lo riconosco. I suoi toni si sono affievoliti, le sue smargiassate sono meno frequenti, ma questi sono aspetti esteriori: il personaggio è maturato, ieri era un giovanotto spaccone e spaccatutto, oggi, dopo tanti anni, riflette un po' di piu'. Ma non mi pare che non sia Tex. Tu dici: rispettare Tex non rinunciando a proporne una personale interpretazione: è proprio quello che fa Boselli. Non possiamo pretendere che il Tex di Borden parli il linguaggio di Nizzi: sono due autori diversissimi, molto lontani nei rispettivi stili, è ovvio che le interpretazioni sono dissimili. A questo punto è solo questione di gusti: Ted dice che Gli Invincibili e Colorado Belle sono come le pause di una melodia, che sono un momento di spicco ma non la melodia stessa (che addirittura verrebbe meno se le storie fossero tutte così). Io la penso esattamente all'opposto: con Boselli ho respirato, perchè il Tex di Nizzi, che pure mi ha fatto innamorare di Tex e che mai rinnegher?, non aveva davvero più nulla da dire, ed io mi sarei stancato a leggere canovacci sempre uguali, con Tex e Carson in fotocopia a svettare sull'avversario morituro di turno. Quindi parliamo solo di gusti, ma non cerchiamo di spacciarli per elementi oggettivi. Oggettivamente, Tex è rispettato (eccome) pur nella diversit? di interpretazione (che io nel mio piccolo preferisco)
  15. Ma infatti nessuno lo mette in dubbio. In un precedente post, ho scritto che mi manca il linguaggio di GlB e soprattutto quello di Nizzi, che preferisco anche a quello del pap? di Tex. Certe scenette nizziane sono memorabili, e credo che in questo Nizzi svetti su tutti. Se è vero che mi manca quel linguaggio (che nessun autore successivo ha saputo o voluto replicare), è altrettanto vero che comunque preferisco il nuovo Tex. Che non ?, come lo ha definito Anthony, solo una "guest star". Nelle storie di Boselli Tex è sempre protagonista, con la differenza che è affiancato da altre figure umane di grande spessore. Boselli porta nuova umanit? e nuovi destini con cui confrontarsi. L'autore condivide con noi le sue passioni e le sue inclinazioni portando dentro Tex anche il suo mondo e il suo retroterra. E credo che non possa proprio farne a meno. E' lui che scrive Tex, e porta qualcosa di sè, pur nel rispetto del personaggio, che non mi pare sia mai mancato. Io credo che il Tex d'antan non torner? più perchè autori e tempi sono cambiati. Qualcun altro forse un giorno si riavviciner? a quello stile, ma solo perchè sarà il suo stile, così come quelli che abbiamo oggi scrivono con il loro. Credo che non ci si possa far nulla.
  16. IO credo che nessuno si serva del personaggio Tex per scrivere altro e assecondare il proprio personalismo (tesi peraltro che portava avanti lo stesso Nizzi). Credo invece che un autore abbia portato in Tex i temi a lui più cari, il proprio modo di scrivere, la propria "poetica" e così facendo, pur riducendo la centralit? di Tex (tanto che, come ben scrivi tu, se non ci fosse Tex la storia non ne risentirebbe), ha a mio parere dato maggior valore all'intera serie. Io non credo che la centralit? di Tex debba essere un dogma. Se anzi a Tex affianchi personaggi di forte caratterizzazione, non fai altro che arricchire la saga. A chi può interessare il Tex che malmena l'avversario di turno, avversario di cui peraltro si conoscono vita morte e miracoli e se ne conosce anche lo scontatissimo destino?Io vorrei leggere tutti i mesi storie come Gli Invincibili o Colorado Belle. Il reverendo preoccupato per la sorella che si mette in gioco nel West e si confronta con un mondo che non gli appartiene è una figura secondo me altissima: quale sarà il suo destino? Riuscir? a ritrovare sua sorella? Sopravviver?? E sua sorella, è ancora viva? Non mi ripeto poi su Shane, il comprimario più grande. Sono queste le domande che voglio pormi mentre leggo Tex. Voglio entrare in sintonia con un personaggio e stare in apprensione (ed essere curioso) per il suo destino, di cui non riesco ad immaginare nulla. Questa è la cifra di Boselli che più mi affascina. Che piega prender? la storia? Come andr? a finire per questo o quel personaggio? Che farà Glenn Corbett una volta fuggito? Avvertir? le autorit? o si infischier? dei propri compagni di sventura? Queste domande voglio pormi. Il Tex di Nizzi e GlB, divertenti quanto si vuole, queste domande non me le hanno mai fatte porre. La strada era segnata, il destino degli antagonisti pure. Preferisco il nuovo Tex.
  17. S?, ma non è che dovevi subito confermare! :_sigh Chi ti ha insegnatoa trattare così una debole donna? -_nono Le leggiadre fanciulle hanno sempre ragione Chiedo venia, leggiadra fanciulla :DMi cospargo il capo di cenere e grido evviva al Tex imperfetto, ingenuo e verace dei tempi d'oro
  18. Per me invece è il contrario. Io spero sempre di incappare in un capolavoro, anche a costo di una modesta presenza di Tex. In effetti la mia predilezione per Borden nasce da quei personaggi che mi hanno affascinato, mettendo senz'altro in (temporanea) ombra Tex. Tex alla fine finisce per vincere, sempre, e la sua figura non è mai sminuita. A me piacciono i suoi compagni di strada, anche se gli sottraggono troppo spazio. Io porto nel cuore la storia di Shane O' Donnell: è quella storia che ricordo, i suoi dialoghi, le sue situazioni, il suo lirismo. Tex l' c'è poco, e quasi non c'è traccia del Tex spaccone: eppure non mi è mancato, perchè quella storia mi ha dato una soddisfazione indicibile. Questo per dire che preferisco il capolavoro a un Tex spaccone (e un po' sterile). D'altronde l'avevi detto che non avresti trovato la condivisione di tutti
  19. Leo

    [324/326] Attentato A Washington

    E invece a me questa storia non ha esaltato. Troppo scontata. Non c'è mistero, perchè sappiamo tutto sin dall'inizio, non ci sono personaggi coinvolgenti (a meno che non reputiamo tali il cinese, il senatore e il suo tirapiedi, avversari totalmente inconsistenti da un punto di vista della caratterizzazione), di conseguenza non ci sono neanche dialoghi o sequenze memorabili. A metà della storia, capito il canovaccio, la trama non ha più nulla da dire. Lo si capisce subito che Tex farà fuori prima i falchi, poi gli ammaestratori e infine i mandanti. Non c'è possibilità di sbagliare. Stile eccessivamente telefonato, in cui spesso - anche nei suoi momenti migliori - Nizzi indulgeva, e che io ritengo tra i suoi peggiori difetti. Storia per me veramente piatta.
  20. Leo

    [631/632] L'oro Dei Monti San Juan

    Anch'io spero in un addio eccellente. Ho paura però che così facendo ci stiamo sovraccaricando di aspettative...
  21. Come fanno ad aggiungersi altri, se già dici tutto tu? Scherzi a parte, apprezzo e quoto il tuo intervento, che sintetizza le diverse istanze dei forumisti. Io, come te, mi colloco al secondo posto: rimpiango l'ironia e il linguaggio di Nizzi ma apprezzo molto di più la maturazione del personaggio, i suoi dialoghi più profondi e l'umanit? e il ben diverso spessore dei suoi personaggi.
  22. Tutti al banco, amigos: offre Capelli d'Argento!
  23. Sottoscrivo parola per parola quello che ha scritto West. Lo sguardo indagatore de L'Ultima Diligenza è secondo me una scena altamente matura. Probabilmente scene simili non avrebbero consentito a Tex di diventare Tex, e su questo sono d'accordo con te, Cheyenne. Penso che Tex sia diventato tale col linguaggio glbonelliano prima e nizziano poi, ma penso altresè che Tex sia maturato molto con queste nuove interpretazioni. Il nuovo Tex è figlio del vecchio Tex, e se oggi Tex può ammaliarci con scene tipo quelle de L'Ultima Diligenza, è anche perchè il vecchio Tex ci ha piacevolmente stordito con il suo linguaggio esplosivo, coloritissimo e ridondante. Boselli è interprete di un Tex più maturo e meno esplosivo. Capisco la tua nostalgia per il Tex d'antan, e sono anzi d'accordo con te. Quello che voglio dire è che non possiamo chiedere a Boselli di essere quello che non ?, e quindi di far parlare Tex in un modo che non gli appartiene. Boselli è altro, ha altri pregi, e come ho scritto prima, se anche al "nuovo" Tex manca qualcosa, in compenso c'è qualcos'altro che lo rende più maturo e attuale e che mi consente di leggerlo ancora oggi. Ci voleva GlB e poi Nizzi per arrivare a Boselli. Senza i primi due non ci sarebbe stato il terzo, ma il terzo è colui che ancora oggi mi consente di leggere Tex senza stancarmene; e se non me ne stanco è proprio perchè il terzo è completamente diverso dagli altri due, pur nel rispetto del personaggio. Il terzo ha innovato, è colui che, mettendo al centro della propria narrazione altri elementi, totalmente dissimili da quelli dei suoi predecessori, ha scritto i più grandi (per me) capolavori texiani, veri momenti di grandezza per la saga nonostante vedessero un Tex oggettivamente molto più opaco nei toni di quanto non fosse il Tex nizziano e GlBonelliano.
  24. Sono d'accordo con te, John. Anche a me manca un Nizzi (il Nizzi prima maniera); su questo punto sono assolutamente d'accordo con con Cheyenne e Capelli d'argento. Il problema è che un altro Nizzi evidentemente non è nato, e di certo non è ravvisabile in Faraci, Ruju o Manfredi (e ovviamente tanto meno in Boselli). Ciò che volevo dire io è che bisogna tenerci il buono degli attuali autori, non pretendendo da loro uno stile che era proprio di GlB e di Nizzi e che evidentemente non è il loro. Quindi mi manca Nizzi, non credo e non pretendo che tra gli attuali autori si nasconda un novello Nizzi (cosa difficilissima), ma credo che gli attuali autori siano comunque validi ed anzi sotto molti aspetti mi soddisfano più di Nizzi. Consapevole che Nizzi non c'è più, mi tengo quel che abbiamo che francamente non mi pare poco.
  25. Leo

    [501/504] Mefisto!

    Io non amo le storie fantastiche, ma devo ammettere che questa mi è piaciuta. Certo, il contributo dei disegni è determinante (Villa come al solito superlativo) ma anche i dialoghi sono freschi e ben costruiti e le situazioni che si vengono a creare sono avvincenti. Ottime anche le figure di contorno, da Lily a suo marito, al negromante iniziale. Che dire? Non cambio idea sulle storie fantasy, ma almeno mi sono divertito, più di quanto mi sarei aspettato...
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