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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Una volta tanto, devo ammettere con sommo piacere che le mie speranze hanno trovato accoglimento. Dopo aver letto la prima parte ed averla giudicata forse un po' troppo "viziata" da qualche dettaglio che forse avrebbe meritato di essere gestito meglio, a mio modo di vedere in questa seconda ed ultima parte della sua nuova fatica Ruju si è decisamente riscattato, facendoci immergere nello scontro aperto tra Tex e Carson da una parte e Carrillo e Marine dall'altra, per di più in casa di questi ultimi due (che dunque, oltre a fare intendere già dal primo albo di essere antagonisti alquanto rognosi e confermandosi tali in questo secondo, hanno anche il "fattore campo" dalla loro). Azzeccatissimo, secondo me, l'escamotage adoperato per chiarire l'esito del precedente duello tra Tex e Carrillo. Vorrei aggiungere un paio di cose, ma non vorrei rischiare di rivelare troppo per cui mi riprometto di attendere qualche altro commento. Posso solo esprimere il mio parere secondo cui Ruju, pur non avendo ancora raggiunto la piena consacrazione texiana, nel complesso ha realizzato - benché al netto, ripeto, di qualche dettaglio non curato al meglio - una storia che sa di incoraggiante passo in avanti nella giusta direzione.
  2. juanraza85

    Il Tex di Boselli è veramente Tex?

    Già, personalmente mi sento di affermare che Colorado Belle sia una storia di Tex ma dalla forte impronta dampyriana...
  3. juanraza85

    [593/595] La Mano Del Morto

    In realtà, io intendevo sottolineare che l'incontro di persona non è potuto avvenire affinché fosse garantita quel minimo di attinenza storica che non guasta mai, soprattutto con personaggi realmente esistiti del calibro di Wild Bill Hickok. Anche perché, e in questo concordo con te, fare coesistere un personaggio del genere con Tex, seppure in una sola avventura e pur adattandolo al contesto texiano, non sarebbe stata impresa facile (non impossibile, ma di certo un po' ardua).
  4. juanraza85

    [593/595] La Mano Del Morto

    A distanza di diversi anni, ho deciso di andare a riprendere questa storia, riuscendo ad apprezzarla assai più della precedente lettura, o forse al massimo delle due precedenti, ed a rivalutarla appieno, ovviamente al rialzo. Una storia complessa, figlia di una delle trame a mio avviso più complesse ed arzigogolate che Boselli abbia mai realizzato, che trae spunto dal controverso omicidio di cui fu vittima una leggenda del West come Wild Bill Hickok. Davvero un peccato che, per ovvi motivi, i Nostri non abbiano potuto incontrare di persona Hickok, ma hanno comunque modo di collaborare con una pard d'eccezione come Calamity Jane e dipanare un intrigo fittissimo e complicatissimo, culminato con la morte di tutti i mandanti dell'omicidio di Wild Bill Hickok. Un intrigo in grado non solo di rendere la storia avvincente e mai banale, ma anche di ovviare alla scarsa rilevanza fattuale degli antagonisti di turno, eccezion fatta per Harrigan che, nel corso della vicenda, ha modo di redimersi e, di fatto, convince Tex e Carson a chiudere un occhio circa il fatto che aveva quasi ucciso il loro amico sceriffo Will Patterson (in diverse circostanze, dubito che i due pards sarebbero stati altrettanto indulgenti). Ottima, di contro, la caratterizzazione di Calamity Jane, sia pure rimasta in incognito fin quasi alle battute finali della vicenda, ma comunque inarrestabile nel contribuire in parallelo a rendere giustizia a Wild Bill, tallonata con caparbietà da Kit Willer, anch'egli protagonista di una nuova prova in solitaria per circa un albo, in cui non corre alcun pericolo ma dimostra tutta la sua abilità nel conquistare la fiducia del giovane sioux amico di Calamity Jane e scoprirne l'identità. Assai felice, a mio avviso, la decisione di affidare i disegni ad Alfonso Font, che con il suo tratto notoriamente assai adatto alla raffigurazione di un West duro e selvaggio è stato in grado di conferire un certo fascino ad una storia che rappresenta uno spaccato dell'epoca western nella sua fase più realistica nonché, in un certo senso, anche crepuscolare. Molto suggestive, in particolare, le pagine del primo albo in cui si ripercorrono l'omicidio di Wild Bill ad opera di Curly Jack McCall ed il farsesco processo che seguì, al pari di quelle in cui, nel terzo albo, si ammira la selvaggia bellezza delle Black Hills, oltre che quelle della resa dei conti finale a Deadwood.
  5. Come ho già avuto modo di sostenere in un altro topic (e, di fatto, andando off topic 😅), sono dell'avviso che personaggi come Ray Clemmons non possano essere inquadrati come "buoni" o "cattivi", ma sono caratterizzati da una profonda dose di ambiguità ed amoralità che li induce ad anteporre sempre i propri obiettivi personali ed in cui si crogiuolano volentieri. E sono proprio tali caratteristiche a fare la fortuna - nel contesto narrativo - di Clemmons, condannandolo ad essere perennemente in bilico tra Bene e Male, combattuto tra una sincera amicizia nei confronti di Carson e la smania di arricchirsi senza esitare a commettere atti riprovevoli. Di conseguenza, è proprio questa singolare sintesi di amore ed odio insieme a rendere a suo modo così intenso e profondo il rapporto tra lui ed il Vecchio Cammello, nonché a conferire a tutta la storia l'aura di fascino che da sempre la contraddistingue.
  6. Nel complesso, sebbene riprenda elementi che ricordo di aver già incontrato in vecchie storie, il soggetto proposto da @Poe non mi sembra affatto malaccio...
  7. E' proprio vero che, rilette a distanza di anni, con uno spirito critico più affinato ed una conseguente diversa capacità di giudizio, vi siano storie che vengano rivalutare. E' il caso, appunto, di questa, che mi trovo oggi a rivalutare purtroppo in negativo. L'idea alla base della sceneggiatura di Nizzi è interessante ed in un certo senso ambiziosa, tuttavia ad eccezione del capo - il contorto, astuto ed ambiguo Smirnoff, che persegue il proprio obiettivo per via di un trauma giovanile - non si comprende bene quali motivazioni potessero avere i suoi accoliti; per meglio dire, io dubito che fossero anche loro in egual misura desiderosi di vedere trionfare la loro cosiddetta "vera giustizia", ho piuttosto il sospetto che le forti somme versate da coloro che si rivolgevano alla setta fungessero da incentivo per garantire l'abnegazione di molti esecutori di ordini, specie quelli di più basso livello gerarchico (vedasi la voce, cui fa cenno Smirnoff medesimo, secondo cui un'organizzazione del genere aveva bisogno di cospicui finanziamenti). Altrimenti, non si spiegano tanto fanatismo e risolutezza da parte di gente come Larkey e Coxey. Ergo, va benissimo l'idea alla base della storia, quella di una setta che punisce chi, in un modo o nell'altro, la fa in barba all'autorità, ma Nizzi avrebbe potuto e dovuto svilupparla meglio, senza lasciare troppi sottintesi per strada. La topica più grossa, non occorre quasi dirlo, è il finale della storia. Dapprima Tex e Carson, notoriamente "due gattacci di vecchio pelo", si lasciano avvicinare ed abbindolare da un perfetto sconosciuto (sempre Smirnoff) senza fiutare alcunché di strano come al loro solito, dopodiché vengono gettati dallo stesso capo dei giustizieri in una vasca collegata ad una insenatura tramite un'apertura sul fondo, dalla quale due squali entrano nella vasca SENZA CHE L'APERTURA VENGA CHIUSA (come, a rigor di logica, dovrebbe avvenire), e Tex dimostra una tale abilità nel nuotare da fiondarsi a ferire uno dei due animali, che si lascia ferire senza praticamente opporre resistenza (e che, vivendo nell'acqua, sicuramente a rigor di logica devono muoversi con maggiore disinvoltura di un uomo, per bravo che possa essere a nuotare). Un finale assurdo, che seppellisce definitivamente le velleità della vicenda.
  8. Ma neanche più di tanto, direi... Dal momento che più di una volta nella lunga saga è capitato di vedere Carson rinfacciare a Tex di non aver ancora imparato a godersela 😂..!
  9. Il prossimo mese usciranno le medagliette con Tex e Kit Willer, rispettivamente sulla serie regolare e sulla serie del Tex giovane... Allo stesso modo, se ti può interessare, tutte le uscite SBE di aprile e maggio hanno avuto ed avranno in allegato medagliette celebrative.
  10. A nessuno di noi credo dispiacerebbe se Boselli decidesse di regalarci un simile colpo di teatro 😆..! Certo, date le premesse riportate, sembra assai difficile che ciò possa accadere, ma lasciatemi esternare un sogno ai limiti del folle: sarebbe bellissimo se Tex e Carson si incontrassero per la prima volta (o meglio, la volta "zero") sul finire della serie, seppur tra alcuni anni (possibilmente, non troppo pochi, of course 😁). Sarebbe un perfetto canto del cigno, almeno secondo me.
  11. Ok grazie dell'opportuno chiarimento, @Leo 👍. A mio avviso resta però il fatto che Carson si possa essere sentito comunque tradito, o almeno essere rimasto amareggiato da quanto accaduto.
  12. Va anche detto che, quando si perdono di vista dopo la celeberrima vangata che Lena dà in testa a Carson per impedirgli di riacciuffare (se non peggio) Clemmons, il Vecchio Cammello non sa ancora della sua maternità. Oltretutto, Carson deve essersi sentito tradito anche da lei, oltre che dall'ex amico, come se colpendolo e tramortendolo Lena gli avesse dimostrato di avere in ogni caso le idee chiare su chi preferisse in fondo tra i due. Magari quella di Lena è una debolezza d'impulso, ma sfido, in ogni caso, che il vecchio Kit poi non si prodighi affatto di tentare di rintracciarla, prima di ritrovarla con Donna una ventina d'anni dopo. Quanto a Clemmons, sono invece propenso a credere che, se anche avesse saputo della gravidanza di Lena, non avrebbe cambiato i propri piani. Al massimo, forse, avrebbe cercato di convincere Lena a seguirlo, ma ci credo poco, ed in ogni caso si sarebbe rassegnato senza troppo patire a darsi alla macchia dorata da solo.
  13. Interessante osservazione, che io condivido in pieno. Eccetto un punto: più che definire Clemmons immorale, io lo definirei AMORALE, nel senso che, per come lo vediamo ne Il passato di Carson, dimostra secondo me di essere privo di qualsiasi morale, perlomeno nell'accezione più comune del termine, oltre che forse incapace di provare e sviluppare sentimenti davvero duraturi e profondi (vedi anche andarsene in Europa a godersi il bottino degli Innocenti, lasciando Lena e Donna sole in America).
  14. Concordo e sottoscrivo. La buonissima riuscita di questa storia, anche a mio avviso, fu in origine determinata dalla sapiente miscela di classicità western e della varietà e complessità dei personaggi con cui Tex si trova a dover avere a che fare, nel bene e nel male. Tra donne in apparenza deboli ma coraggiose come Rose Clampett, sceriffi incapaci di usare la pistola ma onesti e testardamente determinati come Nat Merrick, rivali dichiarati che in realtà tramano sottobanco per impadronirsi del potere come Indigo e Stanley (di costui, in verità, si capisce sin da subito abbia qualcosa da nascondere, ma Boselli è stato bravo nel saperlo tenere nascosto fino alla fine), signorotti locali ambigui come Brackett, solo per citare i più rilevanti, Tex si trova a doversi barcamenarsi tra una variegata umanità in una faccenda in cui la classica dicotomia Buoni vs Cattivi vale fino a un certo punto, come piace a me. Unico difetto della storia, secondo il mio parere, la conclusione un po' troppo alla "...e vissero tutti, felici e contenti" della vicenda, in parte però salvata in angolo dalla bellissima scena finale, estremamente toccante e suggestiva, in cui Tex si ferma a rendere omaggio alla tomba dei due ragazzi navajos, fratello e sorella, morti per colpa indiretta o indiretta del furfante che aveva ostinatamente inseguito per dare loro giustizia. Solo per poter dire loro di aver mantenuto la promessa.
  15. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Forse potrebbero essere carpetbaggers... Si, non si può escludere neanche questa possibilità...
  16. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    Una curiosità vorrei levarmela anche io... Nell'albo viene detto che i terreni che circondano Lilyville sono per lo più di proprietà di gente che vive a New Orleans o a Boston: ebbene, non è che alle volte, per un banale errore (e non rilevante, effettivamente, ai fini dello svolgimento dei fatti) in fase di lettering si è scritto BOSTON ed invece si intendeva scrivere HOUSTON, che è decisamente - o forse, relativamente- più vicina alla Louisiana? Ripeto, trattasi di una mia altrettanto banale curiosità, non un pretesto per fare le pulci...
  17. juanraza85

    Cerco Storia

    Tranquillissimo, pard, nessun problema 👍. Anche io avrei potuto e dovuto controllare meglio da me 😅.
  18. juanraza85

    Cerco Storia

    Ma che stesso nome della missione.Quella dei frati è San Joaquìn e quella delle suore Nostra signora della Carità! La tua ironia è decisamente fuori luogo Mi sono semplicemente limitato a commentare sulla base dei commenti precedenti al mio. Certo avrei potuto controllare meglio, non dico di no, tuttavia se me lo consenti anche la permalosità che si evince dalla tua risposta mi sembra alquanto fuori luogo 😏. Parimenti mi sembra fuori luogo la tua solita battuta caustica, avvocato...
  19. juanraza85

    Cerco Storia

    Io credo proprio che la storia citata da @Doudou e preannunciata nel Magazine celebrativo dei 70 anni di Tex e quella celebrativa dei 60 anni cui fa cenno @Condor senza meta siano due avventure differenti, che in comune hanno evidentemente solo il nome della missione (a tal proposito, verrebbe da commentare: "Che fantasia gli autori 😛!!"). Del resto, nella prima la missione è gestita da suore, nella seconda a gestire la missione sono dei frati...
  20. Con il capo coperto di cenere per la vergogna, mi sono reso conto di non avere mai scritto alcun commento in merito ad una storia di amplissima portata come questa, un vero e proprio affresco dell'epopea del West e, più specificamente, dello scontro di civiltà tra i bianchi ed i nativi, in questo caso i fieri ed irriducibili apaches. Una grandissima storia all'insegna dell'avventura targata Tex, che Boselli riesce a regalarci grazie alla caratterizzazione e valorizzazione di personaggi non banali né semplicisticamente inquadrabili nella ragione o nel torto, e grazie anche all' ausilio ai disegni di un Ortiz in grandissima forma, che forse con tale prova più che con altre conferma l'innata predisposizione del proprio tratto ruvido alla trasposizione su carta di storie ambientate nel Selvaggio sud-ovest. Perseguendo il doppio obiettivo di evitare un'escalation di ostilità e di sangue tra esercito ed apaches ribelli e, contestualmente, recuperare un pugno di giovani navajos dal sangue caldo unitisi al capo ribelle Chunz, Tex e Tiger Jack si ritrovano costretti a doversi barcamenare tra una discreta quantità di personaggi, sia alleati che antagonisti, non necessariamente né banalmente schierati da una parte piuttosto che dall'altra. Se etichettare Chunz come principale nemico della vicenda, pur potendo comprendere il suo punto di vista, è sin troppo scontato, la vera genialata di Boselli (non per ripetermi, ma per l'appunto "quando ce vo', ce vo'") è inserire in una vicenda che rischia di diventare dicotomica figure come Cardona, uomo d'onore riunitosi ai ribelli in opposizione alle demenziali ed ottuse misure stringenti applicate dal tenente Parkman, ufficiale tanto ambizioso quanto "ciuccio e presuntuoso" (tipica espressione abruzzese atta ad indicare gli individui saccenti e pieno di sé ma del tutto incompetenti 😁), incapace di azzeccarne una che sia una e cieco fino al punto di accusare Tex e Tiger di disfattismo e connivenza col nemico, forse sperando in tal guisa di nascondere e giustificare a sé stesso in primis i propri marchiani errori. Fortuna vuole, tuttavia, che d'altro canto i due pards possano contare sull'appoggio di un militare esperto e ricco di buonsenso come il sergente Quincannon e, soprattutto, gli scout Johnny Laredo e Lobo, audaci esploratori e profondi conoscitori del territorio e del nemico, il cui supporto risulta fondamentale per Tex e Tiger nella lotta senza esclusione di colpi contro i mescaleros di Chunz. Menzione d'obbligo, ovviamente, per la bella e coraggiosa Liz Starrett, donna di carattere in grado di sopportare perigliose peripezie senza il minimo lamento. Innumerevoli, lungo le 330 pagine dell'avventura, le scene e le sequenze impossibili da dimenticare, dal primo "scambio di complimenti" tra Tex e l'ottuso Parkman ai violenti scontri con gli apaches, dall'audace e mortifero raid di Chunz ed un pugno di fedelissimi sin dentro al cuore di Fort Apache - culminato col rapimento di Liz Starrett - all'altrettanto audace sortita di Laredo nel campo dei ribelli, al fine di trarre in salvo la stessa Liz, quasi a segnare un'iconica chiusura di un cerchio. Su tutte, comunque, innalzo a titolo personale il duello finale tra Tex e Chunz che, di fatto, segna la conclusione di uno scontro senza respiro. Attirato con una messinscena il capo apache presso un trading post isolato, Tex decide di sfidarlo in un duello al coltello nel più tipico stile apache, con tanto di caviglie dei due legate tra loro, quasi che Aquila della Notte intenda dimostrare al suo avversario la propria superiorità anche morale. Un duello breve e letteralmente all'ultimissimo sangue, che termina con la morte di Chunz: una scena cruenta, ma da pelle d'oca, degno epilogo di una vicenda cruenta ma ricchissima di fascino.
  21. Preso stamattina e letto con avidità, la storia prosegue benissimo, tra questioni saggiamente lasciate in sospeso, graditi "esordi" e duelli cavallereschi, il tutto in uno scenario estremamente selvaggio e ricco di asperità, ma proprio in virtù di ciò altrettanto prodigo di fascino. Voglio poi aggiungere che, ammirata dal vivo, la copertina di questo albo non è poi tanto male, di certo e di gran lunga la migliore tra le cover celebrative di questo mese, escludendo naturalmente il bruttissimo triangolo giallo sull'angolo destro in alto.
  22. juanraza85

    [726/727] Il pistolero vudu

    In effetti VOODOO anche secondo rende molto meglio... E, tanto per andare celermente in off topic 😁, aggiungo che ho sempre trovato grossolani in Tex i nomi "galvanizzati" (su tutti mi sovviene il vicesceriffo di Topeka!, chiamato Mosè anziché Moses)...
  23. Una bella storia, molto classica e totalmente glbonelliana, ricca di azione ed impreziosita da dialoghi che qui, forse, raggiungono vette tra le più alte dell'intera serie, eppure a mio personalissimo parere le manca il cosiddetto quid in più per poter fare parte dell'olimpo della texianità. Il mio quasi omonimo @Juan Ortega ha già illustrato in modo pressoché perfetto le peculiarità dei cinque principali antagonisti, truffatori ed assassini senza scrupoli che ricevono il giusto castigo da Tex e company: osservazioni che sottoscrivo appieno ed evito dunque di ribadire, però a titolo personale aggiungo la mia impressione secondo cui, per quanto figure interessanti, forse essi al tempo stesso costituiscono paradossalmente una sorta di punto debole della storia, ovvero che stringendo non mettono mai seriamente in difficoltà Tex ed i pards, dimostrandosi in fondo quel che sono. Ovvero, sciacalli della peggiore specie, evidentemente in grado di delinquere solo ed esclusivamente a danno di persone ingenue ed inermi, ma del tutto incapaci di contrastare gente risoluta come il quartetto dei Nostri. Sciacalli che, in quanto tali, non esitano ad uccidersi tra loro nel momento in cui Tex inizia a puntare deciso nella loro direzione. L'unico tra loro a creare qualche difficoltà ai Nostri è lo sceriffo, seppure vada detto come si intuisce sin dalla comparsa, o meglio sin dal titolo dell' albo principale, che razza di individuo possa essere, per di più neanche così abile a tenersi dietro le quinte come pretende di fare. Decisamente più interessante, benché forse non valorizzato da GLB come avrebbe potuto, l'ambiguo cinese Li-Wong, una sorta di "quinto membro e mezzo" della cricca di farabutti, che non ne fa effettivamente parte ma collabora con loro ed aspira a diventare uno di loro. Tex ne intuisce la personalità e - dopo un dialogo di grandissima rilevanza narrativa, secondo me il migliore della storia - chiude un occhio sui suoi peccatucci in cambio della testimonianza, anche se non trovo proprio da Tex scendere a patti con un furfante che si è macchiato di un omicidio a sangue freddo. Così come non ho trovato molto da Tex rassegnarsi in modo assai passivo al linciaggio di Crandall: considerando il suo altissimo senso della giustizia, mi sarebbe piaciuto ed anzi mi sarei aspettato che quantomeno si facesse raccontare l'accaduto, per assestare due cazzotti sulla faccia dei capi dei linciatori. Un Tex, quello che io ho visto in azione in questa storia, che probabilmente guarda più all'obiettivo in sé che al perseguimento di una piena giustizia, come sta a dimostrare l'eccesso di clemenza secondo me adoperato con Li-Wong. Di fatto inappuntabile, invece, la prova ai disegni di Erio Nicolò, il cui tratto pulito, essenziale ed assai realistico si adatta perfettamente a questa vicenda.
  24. Premettendo che sono del tutto scevro di opzioni tecniche di disegno, e quindi posso basare il mio giudizio su mere considerazioni estetiche, personalmente ho sempre ritenuto Villa un disegnatore ed anche un copertinista coi controfiocchi, capace di conferire grande espressività a Tex ed in generale ai personaggi che raffigura nelle sue cover. Ed aggiungo che, forse dietro influenza del mio avvicinamento a Tex datato 2001, sono forse talmente "assuefatto" a lui da ritenerlo, come copertinista, di livello superiore anche ad un mostro sacro come Galep. Al contempo, ed al netto di qualche fisiologico passaggio a vuoto, non ritengo affatto che le cover di Villa siano poco dinamiche, basta citare quelle portate ad esempio da @MacParland. Vogliamo poi trascurare la bellezza evocativa di copertine di Tex l'inesorabile, L'ombra del Maestro o I tre fratelli Bill, solo per citarne tre di grandissimo impatto emotivo, per tacere di quella de Il passato di Carson? Il tutto a dimostrazione, a mio modestissimo parere, di una grande versatilità e volontà di sperimentare, pur nel rispetto di una classicità che mi auguro possa contraddistinguere le copertine di Tex e degli albi SBE in generale ancora molto a lungo, o meglio nei secoli dei secoli 😜. Riservandomi, infine, di riprendere eventualmente in un prossimo post la questione delle altre pubblicazioni bonelliane, mi limito per il momento a sottoscrivere quanto scritto da @MarrFarr, ossia l'altissima qualità del parco di copertinisti di cui la casa editrice può disporre (ne cito giusto due, Piccinelli di Zagor e Riboldi di Dampyr), ed ha dunque il dovere di tenersi stretti.
  25. juanraza85

    [397/399] Topeka!

    Idea di base di per sé non originalissima, trama molto classica e senza tanti fronzoli, antagonista potente, scaltro e pronto a tutto. Tre ingredienti mescolati con sapienza da Nizzi che, secondo me, gli hanno consentito di realizzare una storia di buonissimo livello, che si rilegge sempre con piacere. Adattissimi a siffatta storia, a mio parere, i disegni dal tratto "ruvido" di Jesus Blasco. Giunti a Topeka sulle tracce di una banda di criminali, Tex e Carson non si tirano certo indietro di fronte alla prospettiva di dare una lezione al prepotente locale Torrey, che ricalca in tutto e per tutto i boss mafiosi dei nostri sventurati giorni, il che francamente me lo rende ancora più odioso di altri antagonisti affrontati dai pards in altre circostanze. Inevitabilmente, dunque, provo sempre un particolare piacere ogni qual volta, rileggendo questa storia, vedo Tex e Carson mandare in frantumi un pezzo alla volta i suoi affari criminosi, coadiuvati da galantuomini quali lo sceriffo Stoddard, il vice Mosè ed il consigliere Thorton, unici tra i cittadini di Topeka a schierarsi con loro. Il mio grosso rammarico, sebbene indubbiamente funzionale al fine degli eventi, è la morte di Stoddard per mano della stessa banda criminale che i due pards stavano inseguendo, assoldati espressamente dallo stesso Torrey. Quel che, a mio giudizio, impedisce a questa storia di decollare ad un livello ancora più alto risiede nell'opera figura di contorno che, nella seconda parte, Nizzi riserva a Carson, uccellato per ben due volte da Torrey, e parimenti nella morte dello stesso malavitoso, travolto dal suo stesso carro uscito fuori strada e non punito secondo giustizia.
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