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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. In effetti, tolta l'aggressione dei Thugs ai danni dei quattro uomini nelle primissime battute, l'inizio della storia nel suo complesso risulta un po' compassato, per poi lasciare il passo, poco alla volta, ad una vicenda tutto sommato ben sviluppata ed abbastanza godibile, sebbene non si possa certo sostenere che raggiunga alte vette di emozione ed adrenalina. Se in fase di sceneggiatura Nizzi intendeva portare nel mondo di Tex un po' dell'atmosfera esotica ed avventurosa dei romanzi di Salgari, insomma, tale obiettivo non può forse dirsi raggiunto. Di azione ed avventura, infatti, se ne vede sostanzialmente poca, ad eccezione dell'agguato che i Thugs tendono a Tex e pards e, successivamente, alla resa dei conti, con annessa liberazione della ragazza ostaggio dei fanatici. Per stroncare i loschi crimini di Raymangan e McMurdo, Tex fa ricordo - o meglio, si convince a farvi ricorso in base alle circostanze - perlopiù all'attività, dapprima fingendo di morire insieme ai pards in un incendio, e poi simulando nuovamente la propria morte e travestendosi da Thug per introdursi nella loro caverna, dove provvede a liberare i pards presi prigionieri e, con il loro ausilio, risolve la questione alla sua maniera. Quanto ai disegni di Galep, impossibile non notare come, pagina dopo pagina, il creatore grafico di Tex abbia già intrapreso la propria parabola discendente, comunque dovuta ad un'età non più verde ed una salute non più perfetta. Sulla raffigurazione della selvaggia e lussureggiante foresta di Brazoria e degli altri paesaggi nulla da dire, anzi, ma purtroppo i volti e le proporzioni dei personaggi non sono sempre delineati nel migliore dei modi. P.S. Penso che tu possa trovarne un valido indizio ne I vampiri di Mompracem, con cui Boselli trasporta con successo atmosfere tipicamente salgariane nel multiverso di Dampyr. Non lo dico assolutamente con piaggeria nei confronti del Bos, e anche se non leggi Dampyr ti consiglio di procurartelo .
  2. In effetti ... Comunque anche il primo albo, come ho già affermato, mi è sembrato meno nolittiano del solito, tranne la goffaggine di Pat eccessivamente caricata...
  3. A mio avviso, gran bella storia davvero, una delle meglio riuscite tra le "nolittiane", per quanto credo le manchi qualcosa per poter essere considerata un capolavoro; tra i motivi anche, ma certo non è il solo, il fatto stesso che ne sia autore Nolitta, che come sua consuetudine ha - legittimamente - scelto di conferire a Tex ed al suo mondo un'impostazione che si discosta rispetto a quella classica. Stavolta, a dire il vero, se vado ad effettuare un confronto con altre prove di Nolitta non ho notato particolari scostamenti nell'impostazione di Tex (nulla di trascendentale, rispetto ai consueti standard, i suoi bonari battibecchi con Carson, eccezion fatta per il rapidissimo accenno ad una "avventura galante" del Vecchio Cammello la notte precedente a Denver), piuttosto ritengo che, almeno nel primo dei quattro albi, Pat Mac Ryan sia stato dipinto come sin troppo rintronato e "rinco" rispetto al consueto (il Pat che conosciamo non è certo un'aquila, ed è inguaribilmente imbranato, ma non è uno stupido). Nolitta, va detto, torna ad darne una impostazione meno accentuata già a partire dal secondo albo, complice forse le botte che Pat riceve da tale Tony Moreno (in un certo senso, Nolitta potrebbe aver scelto il momento e l'espediente giusti per cambiare rotta e far "rinsavire" Pat). Per il resto, trovo che Nolitta con il suo stile "scanzonato" dipinga molto bene con l'ausilio degli ottimi disegni di Ticci - la realtà di una boom town mineraria corrotta e caotica come Georgetown, con i relativi esempi di variegata umanità, insomma regalandoci un attendibile spaccato di corda all'oro nel Vecchio West. Non gran cosa, stringi stringi, i nemici di turno: semplici pedine e decisamente troppo stupidi i fratelli Behan (a parziale eccezione del minore e più carognone Steve), non da meno il corrotto sceriffo Randall, in sostanza la vera anima nera della vicenda è la Barbara Grayson, donna bella e ricca che, forse, decide di intraprendere un contorto percorso criminale più per combattere la noia che per avidità (questa, almeno, la mia impressione). Tra gli amici, detto di Pat che, dopo un inizio eccessivamente sopra le righe, si riscatta strada facendo (eccetto il momento in cui la sua distrazione permette ai Behan di rapire Judy), validissimi collaboratori si sono rivelati il sergente Buster ed il figlio Come, oltre alla simpaticissima vecchia fiamma di Carson, Mamie Smith. Menzione speciale per Roger Grayson, che secondo me può a tutti gli effetti rappresentare un esempio di personaggio "grigio": banchiere senza dubbio cinico e senza troppi scrupoli sotto il profilo professionale, ma a suo modo onesto sotto il profilo umano, che nel finale ha modo di redimersi completamente. P.S. Non sarebbe male se, magari in una futura storia del giovane Tex, potessimo assistere all'episodio cui Tex fa cenno, allorquando fu Buster a salvarlo dalle grinfie di un comanchero... Chissà che il Bos non possa pensarci ...
  4. juanraza85

    [n.100] Supertex

    Vero, avrei voluto e dovuto citarlo anche io tra i numeri 00 meglio riusciti, me ne sono dimenticato...
  5. juanraza85

    [n.100] Supertex

    Storia di intento puramente celebrativo, che risulta appieno come tale in virtù della partecipazione di tre dei principali comprimari occasionali di Tex e dei suoi pards. La trama di per sé non presenta nulla di memorabile, non fosse appunto per la presenza di Jim Brandon, Gros-Jean e Pat Mac Ryan che contribuiscono (in particolare gli ultimi due, devo dire) a rendere l'andamento della storia un po' meno prevedibile ed a regalare qualche gag. L'obiettivo di andare a stanare in Messico Matias e la sua banda di predoni riesce appieno, grazie anche alla collaborazione dei tre amici nelle fasi preliminari di individuazione del covo della banda, inoltre non ho mai avuto la sensazione che i Nostri siano mai stati davvero in difficoltà. Per quanto figlia di una sceneggiatura senza troppe pretese, questa storia rimane forse l'unica veramente riuscita tra quelle "celebrative" (fino almeno al recente numero 700), poiché l'unica in grado di assolvere appieno a tale funzione (vero anche che, forse, GLB non prevedeva che Tex sarebbe andato tanto avanti negli anni). Superba la prova ai disegni di Galep, anche se secondo me l'idea di raffigurare Brandon con la sua divisa d'ordinanza da ufficiale delle Giubbe Rosse non è stata delle più felici, avendo egli comunque agito in un paese straniero.
  6. juanraza85

    [500] Uomini In Fuga

    Una storia senza infamia e senza lode, figlia di una sceneggiatura nel complesso anche discreta, per quanto incentrata quasi esclusivamente su Tex e compagni che per l'intero arco dell'avventura altro non fanno che inseguire per mezza riserva un branco di balordi. Da ciò scaturisce una vicenda inevitabilmente monotematica e piatta, il cui principale elemento di interesse avrebbe potuto essere lo scempio perpetrato dai suddetti balordi alla tomba di Lilyth; se Nizzi intendeva risaltare questo dettaglio, tuttavia, a quanto pare ha toppato alla grande, poiché da quanto ho appreso dai precedenti post (e ho poi confutato riprendendo al volo Il giuramento) il buon Claudio ha clamorosamente sbagliato l'ubicazione della tomba della sposa di Tex, ponendola nel mezzo dei monti Navajos, mentre in origine questa era stata collocata nei pressi del villaggio centrale. Un errore non da poco, sotto il profilo della tradizione texiana, che al massimo potrebbe avere una sua logica per giustificare la facilità con cui i malintenzionati riescono ad arrivare fino alla tomba e a danneggiarla senza farsi beccare prima del tempo, ma che comunque dal mio punto di vista rappresenta una rottura non da poco con il passato. Poco o nulla da dire riguardo gli avversari, decisamente sotto la media ed alquanto raffazzonati (basti pensare ai due che, pur consapevoli di stare per addentrarsi in una zona arida e desertica, sprecano una borraccia per riempirla di whisky), in sostanza decisamente non in grado di impensierire sul serio vecchie pellacce come Tex ed i fidi pards; anche ripensando a questo, suona ancora più strano come tipi del genere possano aver potuto arrivare indisturbati nel cuore delle terre dei navajos, oltraggiare la tomba di Lilyth e poi andarsene indisturbati (salvo, ovviamente, rallentare di proposito l'andatura per distogliere dall'attenzione di Tex i complici impegnati nell'esplorazione delle caverne zeppe d'oro dei monti della riserva). In sostanza, per quanto nel complesso la storia possa anche essere leggibile, e di certo non è peggio di altri numeri che intendevano essere "celebrativi" (senza dubbio, è superiore sotto ogni aspetto a La voce nella tempesta, e francamente non è che fosse così difficile ), trovo sia stato un peccato che Nizzi non sia stato in grado di imbastire di meglio per un traguardo significativo come il cinquecentesimo numero, per cui credo fosse lecito aspettarsi di meglio. Anzi, se si allarga il discorso e si considera il livello non proprio eccelso di molti degli albi centenari, possiamo affermare che forse questo è uno dei pochissimi punti deboli della nostra collana preferita. Per contraltare, tuttavia, non ho potuto non rimanere più che soddisfatto dei disegni di Ticci, per di più colorati con sapienza (a proposito, della colorazione si è occupato lui o qualcun altro?), ed in particolare non ho potuto non rimanere estasiato dalle tavole acquerellate che aprono e chiudono l'albo.
  7. juanraza85

    [Texone N. 32] Il magnifico fuorilegge

    Un magnifico Texone per un magnifico fuorilegge, sia grazie alla sceneggiatura di Boselli che ai disegni di Andreucci! Eccellente davvero sotto ogni punto di vista, questa storia in cui Tex ci regala un altro frammento del suo passato, ben prima che aprisse i battenti la serie del Tex giovane. Un'avventura dalla trama ben definita e semplice solo in apparenza, specchio fedele ed esemplare della burrascosa giovinezza del Nostro (a causa delle note circostanze avverse), che prende il via dell'ennesima falsa accusa, stavolta una rapina attribuitagli per errore, e che lo costringe a doversi guardare sia dai minatori derubati che dagli occasionali compagni di avventura, l'anziano avventuriero Dusty e Will Kramer, inesperto ma già abile con le colt, personaggi dalla personalità non scontata ma ben tratteggiata da Boselli, che restano in bilico per buona parte della storia, fino a redimersi definitivamente nel momento della difesa dagli assalti dei comancheros. Memorabile il primo incontro tra Tex e Cochise, il quale intuisce immediatamente l'onestà e la lealtà del Nostro e stipula con lui una fratellanza di sangue non solamente formale, come imparano a loro spese i fuorilegge di Robbers' Nest, e soprattutto i loro capoccioni Schirmer e Mendoza. Da brividi, infine, il finale, con Will Kramer di ritorno verso l'est che, già colmo di nostalgia per i tumultuosi giorni trascorsi al fianco di Tex, apre il finestrino della diligenza e può così vedere all'orizzonte la sagoma di un magnifico fuorilegge che lo saluta da lontano!
  8. juanraza85

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Dal mio punto di vista, questa sorta di continuity con la recente storia con i Netdahe ha in primis ulteriormente impreziosito questo Maxi, seguendo una tendenza che Boselli ha portato negli anni recenti e che abbiamo potuto ravvisare anche riguardo altre storie (mi sovviene in particolare il fulmineo collegamento che tramite Tex sussiste tra La regina dei vampiri e la breve - e tutt'altro che memorabile - Il cavallo di ferro contenuta nel Maxi di aprile 2019). Il nesso, inoltre, è stato a mio parere azzeccato anche per una motivazione dal carattere puramente prosaico: era prevedibile che i Netdahe che in Messico erano fuggiti prima dello scontro con Tex dopo aver vigliaccamente abbandonato e fregato i compari sarebbero prima o poi stati rispolverati, e credo proprio sia stato meglio per tutti noi che ciò sia avvenuto "prima" (che più prima non si sarebbe potuto..!) e, soprattutto, senza riservare loro "l'onere e l'onore" di presentarli come principali o unici antagonisti in una storia di ampio respiro. Avversari che alla prova dei fatti si sono rivelati così inconsistenti non lo avrebbero meritato.
  9. Cover griffata Carnevale spettacolare, davvero di altissimo livello, ed in grado di rivaleggiare con le migliori di Villa. E con una cover del genere, le aspettative per le cinque brevi storie del Color non possono che essere elevate; e del resto, giudicando dalle anticipazioni, sia riguardo la trama che riguardo i disegni, le attese promettono di essere mantenute. In particolare, attendo con curiosità di poter leggere la prima, anch'essa illustrata da Carnevale: dalla trama si prospettano atmosfere non troppo distanti nella forma da quelle del suo recente e bellissimo Texone. Al contempo, sarà interessante e piacevole vedere alla prima prova (se non erro) con Tex Candita, Michelucci ed un mostro sacro come Di Gennaro, oltre al già rodato Bruzzo.
  10. Sono rimasto molto impressionato ed anche un po' commosso dopo aver terminato la lettura del primo albo di questa nuova storia del giovane Tex. Vederlo ricordare in maniera un po' più approfondita quella che sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto vivo il padre, e poi la successiva spedizione in Messico all'inseguimento dei colpevoli in compagnia di Gunny Bill (che trova la morte), è stato quasi come vivere in prima persona emozioni così forti ed al contempo drammatiche, ma anche fondamentali affinché il Nostro potesse scegliere con sicurezza la propria strada nella vita. Sinceri complimenti, dunque, al Bos, per averci saputo emozionare in tal guisa! Ovviamente, di concerto con i disegni di Brindisi, davvero di ottima fattura..! Dal punto di vista più squisitamente tecnico, ho apprezzato non poco la scelta di realizzare un primo albo con funzioni introduttive (come, stando alle anticipazioni, promette di essere anche il prossimo), anche e soprattutto in considerazione della necessaria contestualizzazione della resa dei conti con Coffin. Contestualizzazione con qua e là un evidente sapore di reboot, che per quanto mi riguarda sono in buona sostanza bene accette: l'unica che forse io avrei evitato riguarda la sostituzione del bonario sceriffo de Il passato di Tex con il disonesto Donahue di Giustizia a Corpus Christi, le altre tutto sommato non solo possono starci, ma a mio parere vanno anche ad illustrare con maggiore esaustività eventi forse non così fondamentali, ma non emotivamente insignificanti, che sulla serie regolare sono stati appena accennati. P.S. Dopo avere letto questo albo, mi sono andato a rileggere i due cartonati ad esso implicitamente connessi, ed è stato davvero come mettere insieme i pezzi di un bellissimo puzzle. Una gran bella sensazione..!
  11. La tua domanda è quasi una bestemmia , poiché la storia di cui chiedi non è mica una storia qualsiasi, bensì una delle pietre miliari della saga. Dunque... Non perdere tempo e procuratela !!!!
  12. Per esprimere il mio parere su questa storia, che almeno nelle intenzioni intendeva essere doppiamente celebrativa, parto dai disegni, cosa che faccio assai di rado: purtroppo, prescindendo dal giusto onore che era da tributare a Galep prossimo a passare il testimone, è lapalissiano che quest'ultima performance del creatore grafico di Tex sia del tutto insufficiente, poiché evidentemente la malattia non consentiva al Maestro di poter disegnare al meglio. Troppa disomogeneità nei tratti del volto dei personaggi da un disegno all'altro, ivi compreso Pat Mac Ryan, la cui stessa mole addirittura cambia da una pagina all'altra. Col senno di poi, pur non disapprovando la scelta editoriale di avallare comunque la pubblicazione della storia, non posso non essere del parere che sia stato davvero un peccato non poter assistere ad una prova degna dei tempi migliori (per quanto, anche osservando con attenzione le sue ultime copertine, si poteva e può evincere chiaramente che, causa malattia, il declino era iniziato da tempo). Parlando invece della sceneggiatura e della trama curate da Nizzi, nulla di particolarmente rilevante da dire: storia molto classica, avversari alquanto inconsistenti e sin troppo facili da sbaragliare, unici elementi in grado di regalare un po' di brio (ma neanche troppo, a dircela tutta) la presenza del già citato Pat e le gag di cui si rende involontariamente protagonista con la sua innata goffaggine. In altre parole, 110 pagine in cui Tex ed i pards aiutano Pat a scagionarsi da una pesante accusa e provvedono a punire i veri colpevoli, 110 pagine che scorrono senza grandi emozioni, ma al contempo senza grossi strafalcioni a livello di sceneggiatura, da cui risulta una storia giustappunto sufficiente, senza grande infamia e senza grande lode (per quanto mi riguarda, devo aggiungere inoltre di vederci una certa similitudine con le ultimissime prove di Nizzi), come purtroppo accaduto con altre storie che intendevano essere "celebrative", centenarie e non. A ciò, ripeto, va aggiunto il rammarico di non aver potuto, per ovvie ragioni, assistere ad un degno canto del cigno del Maestro Galep.
  13. juanraza85

    [Maxi Tex N. 27] I tre fratelli Bill

    Sicuramente, di gran lunga il miglior Maxi dai tempi di Nueces Valley, non solo perché nel frattempo la concorrenza è stata assai blanda e poco agguerrita. Prima di intraprendere la lettura, devo ammettere di aver provato un po' di scetticismo per via del fatto che, stante la volontà degli autori di omaggiare un trio di personaggi che a suo tempo hanno avuto un certo peso nell'universo bonelliano, dal mio punto di vista trattavasi comunque di una sorta di crossover, con tutti i rischi del caso. Dopo la prova lettura, che mi ha piacevolmente coinvolto, posso dire di aver trovato l'esperimento abbastanza riuscito, per quanto ho sviluppato anche io il parere che, per quanto simpatici e dotati di grande carica positiva, i tre fratelli Bill siano troppo irruenti e bonariamente invadenti per essere semplici coprotagonisti in una storia di Tex (in questo caso, del resto, credo si possa parlare di storia CON Tex). Per quanto Boselli abbia cercato - nel complesso in maniera abbastanza soddisfacente - di adattarli alla texianità, a tratti nei tre Bill (eccezion fatta per il serioso Black) tendeva a prendere il sopravvento un approccio alle situazioni anche drammatiche ed un modo di fare che, comunque sia, tendono un po' a cozzare con il maggiore realismo che in relazione contraddistingue le storie di Tex. In compenso, non ho mai avuto la sensazione che potessero mettere in ombra Tex e Carson; al contrario, Boselli ha saputo a mio avviso evitare questo rischio portandoli solo nel finale ad agire tutti insieme. Complessivamente, dunque, mi rimane una lettura molto piacevole, impreziosita dai disegni di un Piccinelli notevolmente ispirato, che spiace non poter vedere con regolarità all'opera su Tex.
  14. Ruju ha saputo tirar su una storia dalla trama scorrevole, che nel complesso risulta anche piacevole da leggere, sfruttando secondo me abbastanza bene il fattore "gemellare", anche in rapporto alla relativa brevità e classicità della vicenda. In principio del secondo albo, in realtà, mi era sorto il dubbio che avrei potuto leggere una sorta di rifacimento in salsa western di Fracchia, la belva umana , invece fortunatamente Ruju non ha calcato troppo la mano: ha giustamente "giocato" parecchio sull'identicità dei gemelli Granger e di conseguenza sullo scambio di persona che il lestofante Larry impone al mite Scott, ma a mio avviso ha saputo evitare di scivolare nell'accesso e nella banalità, anche grazie all'ingresso in scena del sadico desperado Montoya (dal mio punto di vista, inopportunamente chiamato Kenneth) e della sua banda di tagliagole, con tanto di coppia di ferocissimi molossi (forse una scimmiottatura di Lizard, defunto membro della "famiglia" di Thunder?). Tex e Carson, dal canto loro, hanno svolto un lavoro di ordinaria amministrazione, ergendosi a castigamatti e provvedendo alla dipartita di Montoya prima e di Larry Granger poi, con quest'ultimo che si rivela carogna sino alla fine, dapprima fregando ed uccidendo i provvisori complici, ed a seguire facendosi scudo del figlioletto del fratello per tentare invano di filarsela (questa sequenza in particolare - non aggiungerei troppo altro per evitare SPOILER - rasenta secondo me l'incredibile, ma giustamente bisogna pur sospendere di tanto in tanto ). Infine, dopo aver letto tutta la storia devo convenire sul livello medio non altissimo dei disegni di Font in questa ultima prova: tratto che a volte sembrava un po' "nervoso", altre volte un po' troppo caricaturale nei volti, insomma ben distante dal tratto sì spigoloso ma comunque definito e senza sbavature che ha contraddistinto le sue performances nel passato anche recente.
  15. Più precisamente io al tempo avevo ipotizzato che a morire sfracellato sulla roccia potesse essere stato un sosia, nel senso di un adepto della Tigre camuffato con le sue sembianze, che Tex, nei concitati attimi della lotta, poteva in caso aver riconosciuto come Sumankan.
  16. juanraza85

    [721/724] Attentato a Montales

    Anche da parte mia c'è grandissima attesa per questa storia, sia per i disegni di un grande artista del fumetto come Biglia, sia per il ritorno di Montales, sia soprattutto per l'inedita ambientazione in Guatemala. Le anticipazioni, poi, hanno ulteriormente acuito la mia curiosità: chissà davvero quale colpa avrà mai il buon Montales agli occhi di nemici del Guatemala, così lontano in termini geografici dal Chihuahua...
  17. La stessa ipotesi che anche io avevo avanzato in tempi non sospetti... Dobbiamo portare pazienza altri due o tre anni prima di vedere se ci abbiamo preso, Tim ..!
  18. Secondo me, trattasi di una avventura di tutto rispetto, benché non si possa certo parlare di capolavoro. Anche io provo un pizzico di rammarico al pensiero di quel che avrebbe potuto essere se, in luogo del giovane e simpatico Pat Henderson, ad essere accusato dell'omicidio del figlio di Tom Rebo fosse stato un ipotetico nipote di cui Tex ignorava l'esistenza: non so se avremmo potuto parlare di storia "fondamentale" nella saga texiana (giacché l'esperienza ci insegna come non basti certo un colpo di scena come la scoperta di un parente sconosciuto - o, più prosaicamente, il ritorno di un amico/nemico storico - affinché una storia risulti memorabile), di certo sarebbe stato un elemento che avrebbe fornito a Nizzi ulteriori spunti da sfruttare. Ma forse, al tempo la proposta fu bocciata poiché effettivamente un po' troppo in stile Beautiful, di certo non conformissima agli standard di allora. Parlando di quel che è stato, a me è comunque parso passabile l'escamotage adoperato per far sì che Tex tornasse a Culver City, ossia la richiesta del padre di Pat, giudice prossimo al gran passo. Peccato, da una parte, non aver potuto "apprezzare" il figlio di Rebo da vivo, mentre personalmente non mi è dispiaciuto Max Marley, almeno fin quando escogita il piano per far passare la morte di Tex e Kit (e con loro Par Henderson) per una disgrazia, piano che - non fosse stato per il tempestivo intervento di Carson e Tiger - sarebbe certamente riuscito in pieno, ed avrebbe forse resistito anche ad una inchiesta federale. Tuttavia, fallito tale piano, Marley ha di fatto perso il controllo della situazione, nominando vicesceriffo (e di fatto nuovo sceriffo, essendo il corrotto predecessore nel frattempo morto) un incapace fantoccio come Mailer, che Tex e pards sbaragliano senza difficoltà insieme ai pochi scagnozzi rimasti, mentre il gran capo non trova di meglio che essere ucciso dalla ex fidanzata, che poco prima lui aveva scaricato e tentato di uccidere. Ottimi come sempre i disegni di Civitelli, che toccano il culmine nella superlativa sequenza della visita di Tex alle tombe dei genitori nel vecchio ranch nella valle del Nueces. Mi è altresì piaciuto il fuggevole cameo grafico dello stalliere di Culver City e del suo garzone, già apparsi al tempo della vendetta di Tex contro Tom Rebo, ed ai quali avrei fatto dire almeno una battuta a mo' di "tributo" a quella sì leggendaria e fondamentale storia.
  19. Secondo me Boselli non avrebbe mai preso neanche in considerazione l'ipotesi di riprendere un personaggio come la Tigre Nera se dietro la sinistra maschera non si celasse con certezza il baldo Sumankan. Del resto, mi pare che fosse stato pressoché confermato, sia pure implicitamente, che si trattasse proprio di lui. Inoltre, perlomeno a mio avviso, non avrebbe neanche senso che un eventuale "impostore" poi si sobbarcasse senza motivo alcuno un viaggio fino in Borneo, dato che Sumankan aveva assunto l'identità fittizia di Tigre Nera solo una volta giunto in America, mentre in Asia era un principe riconosciuto e rispettato (almeno, sin quando le potenze europee non giunsero a provarlo del trono e della sovranità). E' evidente, beninteso, che poi potresti anche averci preso tu, @zagor70, e che magari gli autori potrebbero stare imbastendo una storia sulla falsariga della tua ipotesi... Staremo a vedere !
  20. Secondo me si, poiché a mia sensazione gli autori hanno già attuato una grossa eccezione alla regola decidendo di far spostare Tex fino in Borneo, quando ben conosciamo i paletti che erano stati a suo tempo "imposti" riguardo il raggio d'azione massimo delle avventure texiane. Per cui, personalmente dubito che un qualsiasi autore avrebbe poi voglia di riportare di nuovo Tex in lande così lontane dall'Arizona, per quanto sia ovvio che nel mondo delle nuvolette simili certezze non si possono mai avere...
  21. Ora che ho riletto e commentato la storia in cui Redmond appare la prima volta, posso e voglio dare un mio veloce parere a proposito di un suo ipotetico ritorno: devo dire che, in realtà, non mi è sembrato un personaggio dotato di caratteristiche particolarmente rilevanti, anzi mi è parso un mero esecutore di ordini (per di più sottobanco), onde per cui io non mi strapperei i capelli se Tex non dovesse mai più avere a che fare con lui .
  22. juanraza85

    [15/16] Il Fuoco!

    Come mi ero ripromesso di fare, sono andato a recuperare questa storia tra i Tex a colori griffati l'Espresso, il che sta a dimostrare che già anni addietro l'avevo letta (ho letto in sequenza ognuno di quegli albi fin quando li ho acquistati), ma da allora ad oggi ne avevo evidentemente perso il ricordo. A lettura ultimata, devo convenire che si tratta senza dubbio di una storia di una certa importanza, imbastita su due binari paralleli: la trama apparentemente principale che vede Tex accorrere in aiuto della vedova di un vecchio amico di Carson e, dall'altro, l'apparente sottotrama che però, di fatto, conferisce a questa storia l'importanza che le viene giustamente attribuita, ossia la morte di Freccia Rossa e la conseguente nomina di Aquila della Notte quale nuovo capo dei Navajos. La bravura di GLB, motivata anche dalla consequenzialità di quelle prime avventure di Tex, risiedette appunto nel condensare un evento che si sarebbe rivelato così simbolicamente importante per la saga in poche strisce, senza dipanarlo su un numero di pagine maggiore di cui, forse, non necessitava neanche. La trama almeno in apparenza principale in sé non è essa stessa nulla di particolare, anzi alquanto classica: Carson chiede a Tex il favore di andare in aiuto di Nellie Delaney, piacente vedova di un suo vecchio commilitone, che da tempo subisce pressioni da parte degli uomini del potente ranchero/proprietario di saloon Brawley affinché lei ceda le sue terre per il classico tozzo di pane, Tex accorre e tiene a bada gli appetiti di Brawley, giungendo nel frattempo alla conclusione che questi può contare sulla collaborazione sottobanco di Redmond, soprastante di Nellie, fatto che spinge Tex a smascherarlo e scacciarlo, prendendone provvisoriamente il posto. L'unico imprevisto è dato forse dall'esigenza di Tex di dover tornare per un paio di settimane presso i Navajos, per presenziare ai riti funebri in onore di Freccia Rossa e prenderne il posto, lasciando in tal modo la donna sola ed esponendola al rapimento commissionato da Brawley, ipotesi che Tex - evidentemente una volta tanto cannando la previsione - aveva invero scartato prima di andar via. Il resto è pura accademia: Tex, stavolta spalleggiato da Kit e Tiger, torna e rimedia al meglio a tale errore, liberando Nellie e facendo giustizia a suo modo, spingendo Brawley a tentare una disperata difesa barricandosi nel proprio saloon, trovandovi la morte tra le fiamme.
  23. Ho un vago ricordo che si tratta in realtà della stessa che potrebbe/dovrebbe essere ambientata a Dry Tortugas... Nel senso che anni fa mi pareva di aver letto qui sul forum di una idea per una avventura sull'Isola del Diavolo della Guyana Francese, poi però qualcuno (non ricordo chi con precisione) aveva precisato che l'eventuale location sarebbe stato l'arcipelago di Dry Tortugas, al largo della Florida... Perlomeno, io ho questo vago ricordo... Se sbaglio, invito chiunque a correggermi...
  24. Interessante quesito! Così su due piedi ed a bruciapelo, ed a costo di risultare ripetitivo ed attirarmi strali, non posso non riproporre una avventura di Tex e pards contro gli Skinwalkers navajo, cui dato il tema potrebbe partecipare attivamente anche lo stregone Nuvola Rossa. La mia opinione è sempre quella, secondo cui, a fronte di tutte le avventure dai risvolti soprannaturali o quasi soprannaturali che Tex ha affrontato, mi parrebbe un peccato se una tematica del genere, così addentro al mondo della tribù di cui Aquila della Notte è il capo, non venisse mai presa in considerazione... Mi riprometto di avanzare nuove ed inedite idee non appena avrò un barlume di ispirazione ! Sul ritorno di Redmond non posso di fatto pronunciarmi, poiché confesso di non ricordare affatto la storia in cui apparve la prima volta... Mi riprometto di recuperarla quanto prima. Quanto all'avventura nelle Dry Tortugas, inutile precisare che coltivo la speranza che prima o poi tale idea venga sviluppata in concreto...
  25. juanraza85

    Disegnatore sulla serie regolare

    Ok, ora il quadro è ancora più chiaro. Grazie, Dix!
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