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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. Comprata la seconda ed ultima parte di questa avventura, che anche io ho letto a tempo di record. Espressione, quest'ultima, che di norma vuole far risaltare una lettura come avvincente ed appagante, ma non è decisamente questo il caso: dopo un primo albo non certo trascendentale, ma tutto sommato dignitoso, il secondo albo si è rivelato di una tale piattezza nel dipanarsi degli eventi da risultare leggibile in una ventina di minuti scarsi, al punto da anestetizzare il risultato complessivo. Nizzi, chiamato a riscattarsi dopo la scialba prova dello scorso Color estivo, ha fatto un piccolissimo, quasi impercettibile, saltino in avanti rispetto ad allora, ma si è purtroppo mantenuto ben distante dagli standard con cui ci ha deliziati - e forse viziati - negli anni d'oro. In questa doppia, il Maestro di Fiumalbo (in virtù dei superlativi lavori prodotti in passato, ritengo doveroso continuare a chiamarlo così) è sembrato a tratti quasi rincorrere sé stesso, prima lasciando intendere che tipo di dinamiche avrebbero potuto evolversi, poi cercando di regalare colpi di scena che però, alla resa dei conti, nulla tolgono e nulla aggiungono ad una vicenda che scorre via velocemente senza eccessivi sussulti. Evito volutamente di scendere in particolari per non fornire spoiler a quanti non avessero ancora letto, aggiungo solamente che dal mio punto di vista Nizzi ha avuto un'altra mezza battuta d'arresto. Sin dal primo albo avevo il sentore che avremmo letto una storia dal sapore di dejavu, ma dotata di tutti gli elementi per risultare più che dignitosa, e che mai mi sarei aspettato di vedersi appiattire tanto mano a mano che si scorrevano le pagine, al punto da tirare quasi un sospiro di sollievo nel leggere in fondo all'ultima tavola "Fine dell'episodio".
  2. juanraza85

    Le feste di Tex

    Se nel tuo quesito possono essere incluse tutte le festività, quindi non solo quelle del periodo natalizio, il solo caso che ricordo di un giorno di festa nella lunga saga di Tex risale al n° 466 Golden Pass, allorquando Tex e Carson giungono nella città gi Georgetown in data 4 luglio, Giorno dell'Indipendenza. Feste comandate nel senso stretto dell'espressione, invece, non ne ricordo proprio...
  3. E' proprio come dici tu, ho appena controllato. Grazie!
  4. Dipendesse da me, mi adopererei immediatamente affinché la stesura di una storia sulla sponda di tale soggetto inizi il prima possibile! Complimenti davvero, Ymalpas !! Solo una domanda poiché ho un vuoto di memoria... Quando sono già comparsi nella serie il professor Nizon e la figlia?
  5. juanraza85

    [488/489] Matador!

    Dopo aver notato e letto diversi commenti a questa storia negli ultimissimi giorni, mi è venuta voglia di andare a rileggermela dopo un bel po' di tempo. Trama scorrevole e lineare, storia più che godibile, che seppur non certo destinata a diventare un caposaldo della "texianità" esalta a dovere l'innato istinto di opposizione a qualsiasi ingiustizia che da sempre contraddistingue Tex e Carson, ma anche il buon Montales. Peculiarità ancor più encomiabile se soppesatain rapporto agli antagonisti di turno, signorotti locali arroganti, razzisti e prepotenti, convinti di godere di totale impunità agli occhi di una "legge" che evidentemente, prima dell'arrivo dei Nostri in quelle contrade, con la propria pavidità li aveva indotti a sviluppare tale convinzione. In altre parole, dal mio punto di vista i maschi della famiglia Montoya rappresentano l'archetipo perfetto di antagonisti da combattere e mettere inel condizione di non nuocere mai più in avvenire. Il capostipite Enrique, e come lui i figli maggiori Augusto e Lope, totalmente accecati dal loro senso del disonore, al punto da non fermarsi di fronte a nulla pur di perseguitare la povera Elvira, rea di essersi innamorata di un torero, Rafael Guerrero, la cui unica colpa è di essere per un quarto di sangue yaqui. Se ciò non fosse bastato, anche le morti e le torture inflitte o fatte infliggere a tanti innocenti, colpevoli solo di averli incontrati sulla strada della vendetta, avrebbero dovuto spalancare loro le porte della punizione. Capitolo a parte per il più giovane dei fratelli Montoya, Rico, purtroppo prigioniero di una mentalità gretta e perversamente orgogliosa, che gli impedisce di schierarsi apertamente dalla parte della sorella prima della resa dei conti. Da applausi, a mio parere, la sequenza della corrida nella tenuta dei Montoya, nella quale Rafael e Santiago non solo riescono a scampare ad un destino che sembra già segnato, ma riescono anche a guadagnarsi la stima e le ovazioni dei vaqueros, ed in tal modo contribuiscono di fatto a facilitare il compito di Tex e Carson. Commovente, benché forse un po' melenso, il finale, tra la morte di Augusto e Lope, l'arresto di don Enrique, la definitiva redenzione di Rico e la riconciliazione con Elvira, la rivelazione di Santiago di essere il padre di Rafael, ed infine il matrimonio. Molto suggestivi e stilosi, e pressoché perfetti per questa storia, i disegni del compianto Capitanio: davvero un peccato che, essendo venuto a mancaretroppo presto, non abbia più potuto regalarci prove del genere. Mi scuso per la prolissità e, soprattutto, rinnovazione a tutti voi pards i miei auguri di buon Natale !
  6. juanraza85

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Davvero dura la vita del fuggitivo, oltretutto se vi si è stati costretti da ingiusti motivi..! Questo ho pensato non appena ho iniziato a sfogliare, giorni or sono, le pagine di Paradise Valley: neanche la sosta in una pacifica comunità di Mormoni, evidentemente, è stata sufficiente a Tex affinché i guai si tenessero alla larga da lui per un po' di tempo. Ci fosse stato il Vecchio Cammello, gli avrebbe detto che attira i guai peggio di una calamita ..! Burle scherzose a parte, la prima parte della nuova avventura del giovane Tex mi ha molto incuriosito per l'inaspettata location e, soprattutto, per i personaggi che fanno di contorno all'avventura del nostro protagonista, dal gigante buono Jonah, al ruvido ma onesto sceriffo Tucker, passando per il vile e ottuso vice Prescott, per terminare con quelli che verosimilmente saranno i principali antagonisti, il vecchio Humbert ed i suoi due figli. Dopo un primo albo dalla funzione principalmente introduttiva, sarà interessante vedere come si evolverà tale vicenda, per alcuni aspetti un po' insolita, su tutti ovviamente gli antagonisti di turno. E' stato inoltre un grande piacere per me rileggere nuovamente un'avventura di Tex disegnata da Del Vecchio, dopo il superlativo Maxi sulla giovinezza di Tex.
  7. juanraza85

    Alleanze....tra Vecchi Nemici

    Come ho già scritto altrove, anche io di primo impatto sono portato a pensare - o, per meglio dire, ad ipotizzare - che l'alleanza tra Tex e la Tigre Nera non sarà disinteressata né spontanea. Più verosimilmente, a me piace credere che Tex si troverà suo malgrado costretto ad allearsi col suo temibile nemico perché ricattato. Ad esempio, la Tigre potrebbe costringerlo minacciando di uccidere uno dei pards suo prigioniero, o roba simile. Del resto, a mio avviso Sumankan ha combinato troppe gravi marachelle in passato, anche sotto gli occhi dello stesso Tex, perché il Ranger possa chiudere un occhio sui trascorsi e decidere di allearsi con lui in maniera sincera. Sappiamo tutti troppo bene che Tex non è certo uno che dimentica determinate cose...
  8. Al contrario, io sono del parere che, come chiunque di noi "comuni mortali" ogni tanto si lascia andare a dialoghi a cuore aperto con persone care, anche due spaccamontagne come Tex e Carson abbiano il "diritto" di esprimere l'affetto che provano reciprocamente, per quanto è sin troppo palese che nel corso della saga e della loro affiatatissima e fraterna amicizia se lo siano ampiamente dimostrato l'un l'altro. Del resto io trovo sia bello, ogni tanto, vederli un po' più "umani". Parlando della storia in generale, in un post poco più sopra scritto molto tempo fa avevo affermato di averla trovata non certo memorabile, ma senza dubbio nel suo insieme più che dignitosa ed assai piacevole da leggere e rileggere. Buona alchimia tra i due pards e tutti i personaggi che compaiono, sia alleati che nemici, tutti caratterizzati in maniera non banale: dall'integerrimo maggiore Wingate, passando per il "vile redento" sceriffo Dobson, per finire con l'ambiguo Stevens, antagonista principale insieme ai due vagabondi Boyd e Donovan, tipico esempio di vagabondi senza scrupoli né morale di cui il vero West doveva molto probabilmente pullulare. Quel che più ho apprezzato in questa storia è quello che, a mio avviso, ne costituisce il tema di fondo ed il filo conduttore, oltre ovviamente all'opera di giustizia dei pards per il vile e gratuito omicidio di Nantay. Sto parlando della sincerità o meno dei rapporti di amicizia tra i personaggi: esclusi Tex e Carson, di cui ho già detto e credo ci sia ben poco da aggiungere, ho trovato commovente l'amicizia e l'affetto che Wingate dimostra nei confronti del povero Nantay, soprattutto nel momento in cui quest'ultimo viene vigliaccamente ucciso, quando decide di rimanere a Federation per perseguire giustizia a costo di grossi rischi e di avere contro buona parte del paese. A questo rapporto di sincera amicizia fa invece da contraltare l'opportunismo che Lee, boss di Blythe, dimostra verso i vecchi "amici" Boyd e Donovan, provando a consegnarli a Tex. Non ci riesce, ma di fatto il suo tradimento conduce lo stesso i due assassini sulla strada della giusta punizione.
  9. Ottimo primo albo della doppia di Nizzi & Filippucci. Più procedevo nella lettura, più mi ricordava la mitica I diavoli rossi, per via dei tanti elementi in comune che ho ravvisato: indiani in subbuglio, pericoli per i bianchi che si avventurano nei loro territori, esemplari di variegata umanità che si ritrovano a convergere in uno stesso luogo e, volenti o nolenti, si ritrovano costretti a collaborare per fronteggiare il pericolo. Caratteristiche che, è bene chiarirlo, per me sono state uno stimolo ad un'avida lettura, ed oltretutto i personaggi che Nizzi ha creato per questa vicenda lasciano presagire che la stessa possa dipanarsi in maniera sostanzialmente differente dalla storica avventura sopracitata: sarà interessante scoprire la loro natura nella seconda parte in uscita a gennaio, quando la vicenda entrerà davvero nel vivo, per ora coltivo la sensazione che, a differenza del Color estivo, stavolta Nizzi abbia costruito una storia all'altezza dei bei tempi. A me, ripeto, sembra che gli elementi per ben sperare ci siano tutti. Concordemente con l'impressione che avevo tratto dalle tavole postate in anteprima ad inizio del topic, confermo con decisione anche l'ottimo livello dei disegni di Filippucci, a mio avviso superiore rispetto alla sua precedente prova di circa un paio di anni e mezzo addietro. Con una sola imprecisione, relativa alle due vignette superiori della tavola di pagina 54: non anticipo altro, leggere per constatare, ma ciò non pregiudica il mio grande apprezzamento per la prova di Filippucci.
  10. Effettivamente, anche dal mio punto di vista sarebbe stato lecito aspettarsi un prezzo inferiore, stanti le giuste osservazioni mosse da NK ed altri: certo, si tratta di uno speciale, ma in rapporto al numero di pagine (circa il doppio rispetto ad un singolo numero della nuova serie, ma al contempo di poco superiore allo storico Tex mensile) ed al prezzo dell'uscita mensile, forse un prezzo leggermente più contenuto non avrebbe creato scandalo né avrebbe pregiudicato nulla a livello di guadagni. Ma dato che siamo deboli, io per primo, abbiamo ceduto alla tentazione, e devo dire che il contenuto mi ha abbastanza soddisfatto. I puristi sosterrebbero, forse a ragione, che si tratta di "un albo con Tex, ma non di Tex", tuttavia la specialità di uno speciale - scusate il ruvido gioco di parole - credo si possa valutare anche da certe caratteristiche. Prometto di non scendere troppo in particolari per non pregiudicare il piacere della lettura a chi non lo avesse ancora letto, dico solamente che ho trovato molto gradevole e ben fatta la costruzione della storia su due binari paralleli, ossia l'avventura in cui Tex resta coinvolto da una parte e, dall'altra, le inquietanti storie che danno il titolo all'albo. Boselli ai testi ha saputo dosare gli elementi avventuristico ed orrorifico in maniera che nessuno dei due si sovrapponesse all'altro, Ghion ai disegni ha dato alla storia un fondamentale tocco di inquietudine e mistero e personalmente ho assai apprezzato anche la colorazione, certamente inusuale ma decisamente suggestiva, di Cozzi. Posso rinvenire solo due piccolissime pecche in un quadro così sostanzialmente positivo. La prima, il bordo rosso della magnifica copertina di Dotti: non ci fosse stato, sono sicuro che la cover sarebbe risultata ancora più bella. La seconda sta, invece, in quanto scritto in seconda di copertina, alla fine del primo capoverso: non voglio anticipare nulla per evitare di spoilerare, ma stando a ciò che è scritto forse sarebbe stato opportuno effettuare differenti scelte nel dare alle stampe il volume.
  11. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Non avrebbe potuto esserci conclusione più degna per quella che, sino ad ora, anche per quel che mi riguarda è da considerarsi la migliore tra le avventure della nuova collana. Dopo il primo albo che ha inquadrato il contesto della vicenda, nel secondo e nel terzo l'azione è andata via via acquisendo un peso specifico maggiore, fino a giungere a sublimazione nel quarto ed ultimo albo, culminando nella resa dei conti a bordo del treno in corsa e, soprattutto, nel sorprendente colpo di scena finale che ci ha regalato Mefisto: mai mi sarei aspettato che, seppur già pagato, rinunciasse deliberatamente di uccidere Lincoln che era in sua completa balìa, preferendo eclissarsi. Chissà se, nella mente di Boselli, il comportamento di Mefisto si debba attribuire ad una semplice scelta di opportunità (ha già avuto il compenso dai mandanti e, consapevole di essere nel mirino della Pinkerton, sceglie di non commettere un omicidio che lo avrebbe costretto ad una vita all'insegna della fuga continua), oppure ad altro. Sta comunque di fatto che, fondamentalmente, si può a buon diritto ritenersi vincitore - o, perlomeno, co-vincitore - della disfida. Simpatica anche la scena in cui, di fatto, avviene il primo incontro ravvicinato tra i due futuri arcinemici: Tex passa accanto a Mefisto travestito da controllore, ignari entrambi delle rispettive identità, ed ambedue ovviamente inconsapevoli del rapporto che si instaurerà tra loro in futuro. Futuro che, almeno per quanto concerne il giovane Tex, mi piace pensare porterà anche un approfondimento del rapporto con la bella Kate Warne (non ci sarebbe davvero nulla di male, e del resto che tra i due avrebbe potuto nascere una simpatia di fondo lo si era intuito da subito). Sempre a proposito di Mefisto, il quarto albo non ha fatto che confermare l'impressione che, a quanto pare, fosse già allora qualcosa di più di un illusionista da baraccone quale sembrerebbe, invece, in occasione del primo scontro canonico con Tex. Ma in tale circostanza, evidentemente, non deve averne avvertito la necessità.
  12. juanraza85

    [Color Tex N. 16] Teton Pass e altre storie

    Non ha decisamente deluso le mie aspettative quest'ultimo Color di storie brevi, uscita confermatasi ancora una volta - e lo dico con una puntina di rammarico - di livello decisamente superiore rispetto al Color estivo contenente un'unica storia: sarà perché il formato di fatto costringe gli autori a saper condensare in un ristrettissimo numero di pagine i contenuti che una storia deve trasmettere in termini di qualità ed esaustività (in altre parole, storie belle e complete), ma è pressoché assodato che tra le due tipologie di Color non vi è davvero confronto. Nello specifico dell'albo in questione, ho avuto modo di leggere storie mediamente di buonissimo livello, alcune delle quali piacevolissime sorprese. La migliore tra tutte, a mio modesto avviso, è stata l'originalissima Attenti al lupo!: Serra ci ha regalato il primo esempio di storia del Ranger priva di nuvolette, magari poco realistica in alcuni frammenti (vedasi Tex che uccide il grizzly a coltellate, ed il lupo che dopo essere rimasto ferito da una pallottola l'indomani è già arzillo), ma superbamente commovente nell'illustrare l'imprevedibile rapporto di "amicizia" che si instaura istintivamente tra Tex ed il lupo: prima si incontrano ma si tengono enigmaticamente alla larga l'uno dall'altro, poi il lupo salva Tex dall'essere ucciso a sangue freddo dal balordo che stava inseguendo, ne ricava una grave ferita che Tex, per riconoscenza ma secondo me anche per commozione ed amore per gli animali, provvede a curare, salvando quindi a sua volta la vita all'animale, che può così ritornare presso il branco di cui si scopre essere a capo. Metaforicamente, il loro rapporto si potrebbe forse interpretare come un'innata intesa tra due capibranco, entrambi emersi come tali per selezione naturale, ed al tempo stesso la storia nel suo insieme rimanda, complici i disegni e la suggestiva colorazione della Mandanici, a quello che, forse, dovrebbe essere uno schietto rapporto tra Uomo e Natura. In seconda battuta, impossibile per me non citare Una trappola per Kit, nella quale per merito di Burattini il giovane Willer ricopre finalmente un ruolo da primattore e, soprattutto, dimostra di essere benissimo in grado di cavarsela egregiamente anche da solo e di sapersi affrancare dall'ingombrante presenza del padre e degli altri più esperti pards. Da incorniciare, seppur accettabile solo in un'ottica di sospensione dell'incredulità, la scena nella quale Kit risale la corda cui è stato legato per essere trascinato, sale a cavallo ed elimina il capobanda, per poi occuparsi a seguire dei suoi uomini. Superlativo il tratto di Della Monica, che mi spiace davvero appaia così sporadicamente sulle pagine di Tex, ed ottima anche la colorazione di Celestini, assai vivida e per questo in grado di risaltare al massimo il calore dell'atmosfera desertica dell'Arizona. Molto bella, ma al contempo forse un po' "sprecata" da un certo punto di vista, L'ultimo dei Mimbres: per quanto la trama non sia nulla di particolarmente originale (non si contano le volte in cui Tex e Carson hanno dovuto rimettere in riga indiani fuggiti - a ragione o a torto - dalle riserve), l'apache Maska è davvero una figura superlativa: condottiero irriducibile, disposto a tutto per preservare la propria liberta, si pone quale ennesimo emblema dell'antica fierezza del proprio popolo, che di contro in molti altri elementi sembra sempre più rassegnato a sopravvivere in una riserva. Prospettiva, questa, che l'orgoglioso Maska non prende minimamente in considerazione, giungendo a suicidarsi dinanzi ad un attonito Aquila della Notte pur di tener fede alla promessa fatta a sé stesso: scena forse un po' cruda nei contenuti, ma emblematica e ricca di significato. Per tali motivi, appunto, la figura di Maska avrebbe secondo me meritato di essere antagonista di Tex in una storia di più ampio respiro, che consentisse una maggiore e più completa valorizzazione del condottiero apache (anche e soprattutto paragonandolo a certi pseudo antagonisti che di recente hanno "affrontato" Tex). Ciò non toglie, tuttavia, che Majo abbia assolutamente ben figurato nella sua prima esperienza nelle vesti di soggettista, sceneggiatore e disegnatore: più uno e trino di così non si può , nello specifico contesto della collana ha saputo adempiere egregiamente alla stesura di una storia breve ma concisa. Ottima anche la colorazione di Vattani, molto bravo soprattutto nei chiaroscuri. Piacevole anche Teton Pass, avventura in solitaria di Kit Carson che, come si suol dire, ha l'occasione di unire utile (vendicando uno sceriffo ed ex ranger e sgominando la banda che lo ha eliminato) e dilettevole (intraprendendo una fugace liaison con la vedova). Proprio il rapporto tra Carson e Sarah rappresenta, secondo me, l'aspetto più rimarchevole della storia: lungi dall'aver scatenato in me una pruriginosa empatia per la relazione con la bella vedova o, viceversa, sdegno per il fatto che la donna fosse la moglie di un vecchio amico di Kit, ho trovato simpatica la scelta di Boselli di aver fatto vivere al Vecchio Cammello una storia d'amore, sia pur fugace, in età matura, quindi in un contesto che poco ha a che fare con la citata avventura dello scorso anno, in cui appariva una sua conquista giovanile. In altre parole, ho apprezzato la scelta del Bos di lasciar intendere che sia avvenuto un "fuori programma" di quelli appartenenti alla categoria degli avvenimenti che, seppur di norma non narrati, si può immaginare che accadano anche ad alcuni tra i quattro pards . Devo dire che i disegni di Font colorati non mi sono sembrati poi tanto male, complice la colorazione di Celestini che, stavolta assai delicata, ha saputo risaltare al meglio il paesaggio innevato del Teton Range. Sostanzialmente poco da dire, infine, per La voce del killer: già di per sé la vicenda trasuda grande malinconia, purtroppo i disegni di Trevisan, che a mio avviso imbolsiscono un po' i personaggi, complice la colorazione della Bendazzoli che, forse, gioca troppo di chiaroscuri. Quanto alla trama stesa da Accattino, ho avuto l'impressione che la missione originaria di Tex, all'inseguimento di due canaglie, si intersechi in maniera poco armonica e quasi forzata al colpo di scena finale.
  13. juanraza85

    [Texone N. 01] Tex Il Grande!

    Non il primo Texone che ho letto, ma una volta che ho potuto leggerlo ho potuto comprendere cosa dovevano aver provato gli appassionati texiani che, al momento della sua uscita, si saranno sicuramente scapicollati in edicola per accaparrarselo: 223 pagine di avventura mista a una massiccia dose di ilarità, grazie soprattutto ad un Pat Mac Ryan in stato di grazia, senza dimenticare il contributo di Carson, degno complice - ovviamente involontario - del gigante irlandese in alcuni siparietti improvvisati. Inusuale, ma proprio per questo affascinante, l'ambientazione, l'Oregon con le sue sterminate foreste, spina dorsale dell'economia dello stato, che fanno da sfondo ad un trama imbastita su un classico cliché western, ossia il prepotente che cerca di eliminare la concorrenza rilevandone l'attività per un boccone di pane, ricorrendo esplicitamente alle minacce. Unica differenza, anziché i classici ranchers sono coinvolti mercanti di legname. Tutt'altro che banali anche i nemici di turno, gli abbietti fratelli Patterson, individui senza scrupoli e disposti a qualsiasi bassezza pur di raggiungere i propri scopi: proprio quello che tra i due sembrava essere il meno peggio, Gerald, si rivela in realtà il più spietato, architettando il rapimento della giovane Jane Thompson per ricattare il padre, rischiando quindi di vanificare il repulisti dei pards. Nota speciale, infine, per Pat: credo che, contando tutte le sue comparsate, mai come in quest'albo il buon Mac Ryan si mostri tanto goffo ed imbranato, tra involontarie demolizioni di cantine ed altrettanto involontarie devastazioni di camere da letto, ma rovesciando la medaglia dimostra con i fatti tutta la sua innata generosità nei confronti del prossimo. Davvero uno dei migliori comprimari occasionali di Tex, le cui peculiarità sopra elencate sono state notevolmente valorizzate nelle pagine di questo Texone dai disegni di Buzzelli.
  14. juanraza85

    [451/452] Oppio!

    "Vorrei, ma non posso". Mi viene in mente questa frase quando ripenso a questa storia, a suo modo gradevole e scorrevole in fase di lettura, ma purtroppo figlia di una sceneggiatura a dir poco raffazzonata, debole e lacunosa, complice la durata di appena un albo e mezzo. Tutti elementi che inducono a pensare a questa storia da una parte come un pretesto per colmare un vuoto nella scaletta delle uscite mensili del relativo periodo (e, in quest'ipotesi, dal mio punto di vista è stata davvero una decisione infelice - se non peggio - pubblicarla in pieno 50esimo anniversario), e dall'altra come ad un'occasione persa, poiché almeno a mio parere gli ingredienti di base per tirar fuori una storia se non memorabile, ma quantomeno dignitosa, c'erano tutti, ma non sono stati sfruttati e sviluppati a dovere da Nizzi. Chiamati in Colorado per indagare sull'assassinio di un collega che indagava su un traffico d'oppio, Tex e Carson si trovano coinvolti incidentalmente in un altro omicidio, ai danni dell'assassino del collega, perpetrato ed avvenuto in un contesto teatrale e con modalità ancor più teatrali, che di fatto vanifica del tutto il vero motivo della missione dei due pards, ossia l'indagine sul traffico d'oppio costato la vita ad un altro ranger. Non solo viene "sprecata" la presenza nella cittadina di una tong cinese, che di per sé poteva fornire molti spunti narrativi, e viene invece lasciata sullo sfondo quale elemento di contorno, ma anche le indagini sul traffico vengono di fatto accantonate da Tex e Carson, che "si accontentano" di scagionare Morgan dall'accusa di omicidio volontario nei confronti dell'attore che aveva ucciso il loro collega poiché coinvolto nel traffico, senza contestualmente prodigarsi per risalire a tutti i soggetti coinvolti nel turpe commercio, e dunque assicurare alla giustizia Wuang Ching ed i suoi accoliti. Ribadisco, trattasi secondo me di un'occasione sprecata e di una storia tirata su con eccessiva sufficienza, nella quale si salvano appieno solo i disegni di Andrea Venturi.
  15. juanraza85

    [Texone N. 21] Il Profeta Hualpai

    In attesa del Texone di Villa, ieri pomeriggio ho deciso di occupare i momenti vuoti con la rilettura del Texone di Nizzi e Mastantuono, che già all'epoca avevo apprezzato ed ho quindi potuto riapprezzare. Storia molto piacevole scorrevole, senza dubbio una delle migliori prove di Nizzi in un periodo in cui la sua verve creativa non sembrava essere quella dei giorni migliori. Grande parte del merito, oltre alla sceneggiatura di Nizzi (ed ai disegni di Mastantuono, molto adatti secondo me ad una storia western), va a mio avviso attribuita alla scelta di proporre come antagonista principale Manitary, emblema di quella categoria di predicatori indiani che, per vari motivi, si sono proposti di riscattare le sorti del popolo rosso dalla progressiva sopraffazione numerica e culturale da parte dei bianchi. Il profeta hualpai, va detto, sembra a suo modo in buona fede, poiché le sue visioni - vere o presunte che siano - sono conseguenza di una vita ascetica e solitaria, da lui scelta come viene lasciato intendere lungo le pagine appunto allo scopo di favorirle, evidentemente influenzato in ciò dall'educazione monacale impartitagli (paradossalmente, anche questa potrebbe essere considerata una forma di sopraffazione culturale) e dalle umiliazioni subìte da ragazzo da parte dei coetanei della tribù. Sembra, di contro, non rendersi conto di tutte le implicazioni pratiche del meccanismo da lui messo in moto, su tutte non pare avvedersi del fatto che, se alcuni mercanti bianchi riforniscono di armi i suoi uomini, non lo fanno certo perché di vedute particolarmente larghe (ed in effetti si può ben vedere come a tenere i contatti con tali mercanti sono altri capi di querra). Ottima anche la gestione dei quattro pards: anche secondo me la scelta di dividere il quartetto in due coppie (Tex e Tiger alle prese con la cattura di Manitary, Carson e Kit sulle tracce di un carico d'armi destinate ai ribelli) ha comportato un'equa distribuzione di spazio e responsabilità tra tutti, per quanto il compito di Tex e Tiger è stato di gran lunga più arduo. Per quanto possa apparire come un punto debole della sceneggiatura la relativa facilità con cui i due pards riescono a portare via Manitary dall'accampamento, io ritengo invece che ciò vada visto nell'ottica di una sostanziale disorganizzazione del movimento: nulla di pianificato, ma fino al momento della cattura del profeta un attacco ad una pattuglia di soldati, un altro ad un gruppo di minatori ed altri due - solo citati - ad altrettante fattorie, episodi brutali ma che non sembrano frutto di una vera e propria pianificazione. Segno evidente della mancanza di un leader davvero capace e carismatico.
  16. A mio giudizio, non avresti potuto effettuare una migliore analisi psicologica del personaggio : le peripezie vissute nella pur giovane vita, ed alcune scelte poi rivelatesi sbagliate, credo abbiano fatto sì che egli viva sempre con il timore di aver commesso, soprattutto agli occhi degli altri, errori più o meno gravi. E sono parimenti del parere che, magari non a breve, Makua possa fare una terza apparizione, anche se è evidente che per fare rientrare un personaggio del genere ci vuole necessariamente un'idea ad hoc. P.S. nello scrivere questo post, mi è anzi venuto da chiedermi come mai Tex non abbia offerto a Makua di provare a trasferirsi nella riserva Navajo, come fatto più volte in passato con altri personaggi... Forse ha qualche residuo dubbio sul ragazzo?
  17. Riprendendo la tua argomentazione, assolutamente sensata, fa riflettere il comportamento tenuto da Black Claw quando Mateo regola i conti con Alonso, reo di aver messo in dubbio la sua autorità: forse aveva sbagliato nel giudicare Mateo, tuttavia sembra intimorito quanto gli altri dalla ferocia del capobanda, apparendo tutt'altro individuo rispetto a quello che, al netto di qualche mossa poco leale, affronta con cieca temerarietà Aquila della Notte e Capelli d'Argento. Lungi da me voler tentare di dilungarmi in una analisi della psicologia di una comparsa di un fumetto (non sono uno psicologo ..!), ribadisco però di aver colto una gestione del personaggio forse non del tutto impeccabile. Oppure, semplicemente, nel momento in cui si è trovato di fronte Tex Black Claw ha capito di non poter fare a meno di affrontarlo faccia a faccia ed ha scelto la via del cieco coraggio...
  18. La copertina di Dotti, oltre che artisticamente impeccabile, è indubbiamente d'effetto, ed anche le tavole postate in anteprima trasmettono un'atmosfera densa di inquietudine, che non deve mancare in storie di tratto horror. Sembrano promettere bene i disegni di Ghion, il cui tratto a me sembra somigliare vagamente a quello di Dotti, in modo particolare nella raffigurazione dei personaggi (soprattutto nel caso dei volti in primo piano nelle vignette). Stando alla trama accennata sul sito della SBE, la trama pare presentarsi atipica per una storia di Tex: elemento più che positivo in una storia che promette di essere una piacevole novità.
  19. Storia nella norma, che non fa compiere eccessivi sussulti, ma comunque scorrevole e non banale, benché impostata su un cliché visto e rivisto. Personalmente, mi sarei aspettato una maggior presenza di Makua lungo le pagine del secondo albo (dopotutto, il titolo era incentrato su di lui), mentre a livello quantitativo sono stati soprattutto Tex e Carson a fare la parte dei leoni: essendo protagonisti, dovrebbe certo essere la norma, ma impostare il titolo su un altro personaggio e poi relegarlo tanto in secondo piano mi è sembrato un controsenso. Al di là di questo aspetto, di questa storia ho potuto però apprezzare la componente di carattere "espiatorio" per quanto riguarda Makua, sia pure al netto della sua relativa scarsa partecipazione al repulisti di ribelli apache perpetrato da Tex e Carson: il giovane mezzosangue ha trovato la forza di riscattare il proprio passato, uccidendo Mateo e vendicando Francisco e la sua gente che lo avevano accolto nel proprio villaggio. Ho provato grande sollievo quando ho appreso che i tre uomini che aveva ucciso per legittima difesa non erano tutori della legge, bensì cacciatori di scalpi (che del resto si erano giàmostrati poco "professionali", mettiamola così), e mi è parsa sorprendente la maturità da lui dimostrata poi alla fine, declinando l'offerta del capo dei Pima che gli aveva offerto di rimanere nel villaggio, consapevole di suscitare diffidenza nei giovani della tribù. Grande delusione, invece, l'antagonista di turno: nel corso del primo albo e buona parte del secondo, al netto dei sotterfugi perpetrati e della brutalità dimostrata, Mateo sembrava essere depositario del coraggio e della fierezza tipica degli Apache, invece si è rivelato un vigliacco della peggiore risma, capace di combatterea quattr'occhi con avversari davvero forti solo tramite colpi bassi e sleali. Solo lieto che non l'abbia fatta franca solo per il piacere della consapevolezza che non lo rivedremo più. Makua, invece, è di nuovo alla ricerca di una sua dimensione, cosa che forse lascia aperto uno spiraglio per una sua terza riapparizione, magari disegnata nuovamente da Font (e a me il suo tratto, benché forse molto stilizzato, pare comunque adatto al fumetto western).
  20. Il contesto in cui si troveranno ad agire Tex e Carson mi ricorda vagamente un'avventura memorabile quale I diavoli rossi, sceneggiata proprio da Nizzi. Dettaglio che da una parte mi lascia ben sperare, dall'altra mi induce a non escludere che la trama possa ricordare quella vecchia storia, in ogni caso mi aspetto che Nizzi abbia elaborato un lavoro di livello superiore rispetto alla storia del Color della scorsa estate. Per il momento, mi godo l'ennesima superba copertina di Villa ed i disegni di Filippucci, a mio parere di livello più che buono.
  21. juanraza85

    [523/525] I Lupi Rossi

    Riletta tra domenica ed oggi per l'ennesima volta, una delle migliori storie della fascia 500-600, ben disegnata da Font (al debutto sulle pagine di Tex), nella quale Boselli è stato in grado di mescolare sapientemente Storia del West, avventura, colpi di scena ed anche, aggiungerei, una vena di crepuscolarità, percepibile a partire dalla seconda metà del secondo albo. Ho molto apprezzato la scelta, già altre volte sperimentata in diverse storie di Tex, di far svolgere gli eventi in bilico tra il "passato" ed il "presente", seppure stavolta demarcati l'uno dall'altro in maniera abbastanza netta, e destinatari ciascuno di spazio più o meno eguale: nel corso del primo albo e mezzo la narrazione di Tiger illustra al giovane Kit una passata esperienza da lui vissuta col padre, nel bel mezzo dell'epopea della colonizzazione dell'Ovest, nel successivo albo e mezzo gli eventi si svolgono "in tempo reale", in una parte frontiera - il Nebraska - ormai pressoché pienamente incamminata sulla via della (cosiddetta) civilizzazione, in cui le terre ancora appartenenti degli Skidi Pawnee sembra rappresentare quasi un romantico anacronismo, almeno agli occhi dei disonesti avversari di turno che, neanche troppo nascostamente, tramano per impossessarsene. Personalmente, non ho preclusioni a prescindere per quelle che alcuni dei pards del TWF definiscono "storie con Tex, ma non di Tex": questa almeno per metà potrebbe essere definita tale, considerando che di fatto l'attenzione nella prima parte è focalizzata sul rapporto di rispetto reciproco tra lo skidi Cavallo Bianco ed il cheyenne Colpo Coraggioso, ma l'approfondimento del loro rapporto, e soprattutto la contestualizzazione dello stesso, col senno di poi rivestono a mio parere un ruolo pressoché indispensabile nell'economia narrativa, oltre a risultare assai affascinante. Molto ben caratterizzate anche le figure dell'agente indiano dei Pawnee al tempo della guerriglia coi Cheyenne, Ben Lushbaugh, e soprattutto di Frank North, ex comandante degli scout Pawnee, degni comprimari di Tex nella vicenda, parimenti non banali nemmeno le figure dei nemici di turno, dal nuovo agente indiano Quayle, al mercante Dutronc, al corrotto sceriffo Bolton. Stesso discorso per il giovane Volpe Ardita, fratello minore di Cavallo Bianco imputato per l'omicidio di un poco di buono bianco, poco più che comparse, ma comunque simpatici, i componenti della famiglia Dolan. Tutti personaggi, comunque, ben contestualizzati in una storia dal tipico sapore di Frontiera, imperniata sul classico tòpos della cricca di delinquenti che spadroneggia in una cittadina e, complice della lontananza delle autorità federali, fa di tutto per impossessarsi di qualcosa che appartiene ad altri. Due piccoli dettagli, invece, mi hanno lasciato un po' perplesso. Nel secondo albo, lo scout Ombra confida a Cavallo Bianco la sua perplessità circa il capitano North, e lo fa con North che precede i due di pochi metri: possibile che il comandante non sentisse i loro discorsi, e soprattutto che non li capisse, dato che conosceva perfettamente la lingua degli Skidi? E' ragionevole pensare che si sia trattato di una piccola sbavatura di Font nell'illustrare l'episodio? Nel terzo ed ultimo albo, invece, ho notato che si fa spesso riferimento a Des Moines quale principale centro di una certa importanza nella regione: il problema è che Des Moines si trova nell'Iowa, ossia in un altro stato, per cui forse a mio avviso sarebbe stato più opportuno indicare Lincoln o Omaha, rispettivamente già allora capitale e città più grande del Nebraska (nel 1880, Omaha aveva inoltre circa 30.000 abitanti, Des Moines meno della metà), quali punti di riferimento politico per la piccola Loup Fork. In conclusione, piccola curiosità su Ben Lushbaugh: ho fatto qualche piccola ricerca su internet ed ho appurato che, nel 1862, vi è stato effettivamente un agente indiano della riserva Pawnee che si chiamava Benjamin Franklin Lushbaugh. Difficile pensare ad una coincidenza, per cui conferisco una mia aggiuntiva nota di merito a Boselli. Inoltre, e qui devo un attimo sconfinare nell'universo di Magico Vento, se si guarda bene l'elenco degli agenti indiani dei Pawnee si può leggere che nel 1869 assunse tale incarico Jacob Troth, ripreso nella storia I lupi blu, nella quale Ned Ellis è appunto alle prese con gli Skidi.
  22. juanraza85

    [Tex Willer N. 10 / 13] Pinkerton Lady

    Se è per questo, un tipo che si chiama Tex compare anche in Forrest Gump: era uno dei commilitoni di Forrest durante l'esperienza in Vietnam, ed il protagonista, pur ritenendolo uno dei migliori giovani d'America, e nonostante il nome, nel ricordarlo ammette candidamente: "... non ricordo di dove fosse Tex" ..!
  23. juanraza85

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Quello che speravo tu rispondessi
  24. Senza alcun dubbio è proprio l'accenno ad un possibile coinvolgimento sentimentale di Tex a conferire quel quid in più di memorabilità ad una storia che, comunque, anche ne fosse stata priva sarebbe stata tra le più ricordate ed apprezzate, tanto è ben costruita. Nizzi è stato impeccabile nel limitarsi ad accennare il sentimento che Alison sta iniziando a provare per Tex, il quale ne è consapevole e, pur non rimanendone forse indifferente, sa già che la cosa non potrà mai essere possibile, e vive la situazione con un certo disagio, anche questo solo accennato nei superlativi disegni di Civitelli.
  25. juanraza85

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Il messaggio in apertura del topic lascia ben sperare circa la regolare uscita in edicola... Incrociamo le dita!! Anche perché a giudicare dai disegni si preannuncia un Texone di altissimo livello...
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