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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. juanraza85

    [Maxi Tex N. 23] Deserto Mohave

    Ho terminato poco fa di leggere le due storie di questo Maxi, e ne sono rimasto sostanzialmente soddisfatto, benché francamente non entusiasta. La prima, griffata Manfredi&Nespolino, mi è parsa per alcuni aspetti impostata - e questo è un punto a favore - sulla falsariga di una avventura di Magico Vento: personaggi complessi, antagonisti dalle peculiarità notevolmente evidenziate, ragioni e torti che non sono tutti da una parte (Tex e Carson esclusi), risvolti imprevisti ed imprevedibili. Si tratta però a mio avviso, purtroppo, di potenzialità non sfruttate fino in fondo, soprattutto perché, a dispetto delle premesse e delle aspettative che mi ero fatto dopo aver letto le primissime pagine, ho trovato la storia alquanto piatta e priva di sussulti degni di tal nome per buona parte del proprio svolgimento. Ben caratterizzati, come ho già accennato, i personaggi che fanno da contorno alla missione di cui Tex e Carson si sono presi carico, in particolare gli antagonisti, un paio dei quali personalità anche complesse, che tuttavia si sono rivelati un tantino inconsistenti (a parte il pericoloso, carismatico ed a suo modo saggio capo), e che a me sono inoltre sembrati in un certo senso una copia sbiadita dell'ormai defunta "famiglia" di Jack Thunder (del resto, entrambi i gruppi erano composti da sette pendagli da forca). Fortunatamente, i risvolti imprevisti ed imprevedibili di cui accennavo sopra e che ho potuto rinvenire nella parte finale hanno parzialmente salvato l'opera di Manfredi. Promossi senza riserve, invece, i disegni di Nespolino. Impostazione decisamente più classica, invece, per la seconda storia realizzata da Faraci e Ginosatis, che hanno optato per un topos tipico della narrativa texiana quale il confronto apparentemente impari tra Tex e Carson ed una banda di fuorilegge, soverchiante dal punto di vista numerico ma anch'essa rivelatasi poco consistente alla prova dei fatti. Classicismo impreziosito, oltretutto, dall'altrettanto classico "ultimo giorno prima del pensionamento" di uno dei personaggi coinvolti, con la sola sostanziale differenza che, anziché di un rappresentante della legge, si è trattato di un simpatico capostazione ritrovatosi per caso invischiato nella vicenda, al pari del nipote, del presunto scansafatiche ubriacone del paese e di un cinico ed egoista uomo d'affari antagonista "per caso", non migliore dei fuorilegge che Tex e Carson hanno dovuto fronteggiare in diversi modi. Storia tutto sommato passabile, comunque sia, con un Ginosatis che si è mantenuto sugli abituali standard nonostante l'assenza dei suoi prediletti Apaches .
  2. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER!! Posto un doveroso ma bonario ammonimento qui sopra, onde evitare di rovinare la sorpresa a chi non abbia ancora avuto modo di leggere la prima parte dell'attesissimo ritorno di Andrew Liddel nonché di Nick Castle, passo ora ad esprimere un mio parere - cercando accuratamente di non spoilerare - sull'albo in questione, che ho letto tutto di un fiato. Devo dire di esserne rimasto più che soddisfatto: albo sostanzialmente introduttivo a quella che sarà la vicenda, con tanto di prologo iniziale (se la memoria non mi fa difetto, è la prima volta che l'inizio vero e proprio di una storia di Tex viene preceduto da un prologo), soluzione che a mio avviso ci sta tutta data la lunghezza della storia (in quattro albi, dovrebbe esserci spazio a sufficienza per l'esaustività) e, nondimeno, la sua complessità, data dalla riproposizione di due avversari scaltri e pericolosi che hanno imbastito un'alleanza potenzialmente devastante (e già questo elemento da solo, in virtù della loro caratura, presenta affascinanti insidie), comprimari storici e promettenti "esordienti", il tutto in una location inedita quale New York. In altre parole, un crogiuolo di ingredienti che possono portare alla stesura di una storia che rasenti il capolavoro, ma vanno per tale motivo inseriti e gestiti con estrema oculatezza: in un contesto simile, dunque, a mio parere una prima parte introduttiva ha la sua buona ragion d'essere, anche solo per aumentare l'attesa di noi lettori per il prosieguo della narrazione. Ho trovato ottima la modalità adoperata per far sì che il Maestro potesse tornare a funestare la vita di Tex, per quanto mi hanno convinto fino ad un certo punto le motivazioni che hanno mosso Castle a favorirne la fuga dal carcere, in quanto lui stesso si era definito più pratico che vendicativo, dichiarazione che a mio parere stona con la voglia di vendetta nei confronti di Tex che ha successivamente palesato (avesse voluto fare nuovi "affari", aveva una gamma infinita di alternative). Ho trovato un po' forzata anche la copertura utilizzata dei pards per giustificare la propria presenza in quel di New York, ma si tratta in ambedue i casi di sottigliezze che non pregiudicano in alcun modo il mio giudizio assolutamente positivo per questa prima parte, che non ha fatto davvero altro che aumentare la mia impazienza di leggere i successivi capitoli della vicenda. Divertente, ed al contempo significativa e decisamente logica, la reazione dei pards una volta messo piede nella Grande Mela: un po' spaesati, in soggezione ma al tempo stesso affascinati da una metropoli cosmopolita che a fine '800 superava già abbondantemente il milione di abitanti, ancor più caotica e moderna delle grandi città dell'Est - e della stessa San Francisco - che avevano pure già visitato, un contesto insomma diametralmente opposto alle sconfinate praterie del loro amato Ovest, ai deserti della loro amata Arizona, ai monti della loro Riserva. Va da sé, comunque, che ci metteranno sicuramente poco ad ambientarsi ed adempiere al proprio dovere di castigamatti..!
  3. juanraza85

    [Tex Willer N. 0]

    Ahem, di quale fumetto parli? Il solo tipo di fumetto nato in bianco e nera erano le strisce giornaliere pubblicate sui quotidiani americani che furono ben presto affiacate dalle tavole domenicali a colori. Capolavori del fumetto mondiale come Flash Gordon e Prince Valiant erano a colori.. A colori erano pure i comic book nati nel 1933. Acolori erano e sono i fumetti di scuola franco-belga. A colori erano anche i fumetti italiani di prima della Seconda Guerra Mondiale come, ad esempio, "L'Avventuroso" o "L'Audace" da cui la casa editrice che oggi conosciamo come SBE ha preso il suo primo nome. La scelta di fare Tex in bianco e nero piuttosto che a colori, come quella di pubblicarlo nel formato a striscia non fu stilistica ma piuttosto una necessità visto che le piccole case editrici non avevano i mezzi economici per sostenere i costi della colorazione e della stampa in quadricromia. La Mondadori e la Universo che questi mezzi li avevano i l loro fumetti li hanno sempre pubblicati a colori infatti. Non ditemi pertanto che il vero fumetto è nato in bianco e nero perché non è vero. Ok, correggo senza alcun problema il tiro ... TEX è nato in bianco e nero e, tranne quelle due o tre pubblicazioni speciali - dipende se si vogliono considerare i Color Tex parte di un unico gruppo oppure suddivisi in due sottogruppi - di cui il colore è elemento imprescindibile e "fondante", sono felicissimo che sia così e non a colori . Ne consegue che la mia speranza è che per quanto riguarda la serie regolare e gli altri albi speciali rimanga in bianco e nero, per le opinioni che ho precedentemente esposto. E riguardo alla scelta originale di pubblicare Tex in bianco e nero, permettetemi di fare una considerazione tanto personale quanto ironica: siano benedetti i mezzi limitati della Bonelli nel 1948 !!!
  4. juanraza85

    [Tex Willer N. 0]

    Ribadisco la mia netta quanto personale preferenza per il fumetto in bianco e nero, essendo anche io dell'opinione che tale sistema valorizzi molto meglio il tratto del disegnatore. Che la copertina sia, anzi DEBBA, essere invece a colori, ci sta tutto: la copertina deve saper accattivare ed incuriosire i lettori, ed eventualmente attrarne di nuovi, fermo restando che poi sarà sempre e comunque la storia a dover piacere al lettore e quindi determinarne la fidelizzazione al personaggio. Naturalmente, questa è la mia personale visione della questione, e chiarisco di non avere la presunzione di sostenere che il BN sia meglio del colore in senso assoluto. Al contrario, ritengo che in un'ottica come quella che ho esposto sopra possano essere l'uno funzionale all'altro. Grazie per la dritta, credo proprio che farò quello che mi hai suggerito
  5. juanraza85

    [Tex Willer N. 0]

    Personalmente dissento da chi, come @AQUILAAZZURRA , invoca il color per la nuova serie del Tex giovane. Tex è un fumetto nato in bianco e nero, come del resto in bianco e nero è nato il fumetto (e quello autentico, per "intenditori", in tale guisa è rimasto), gli speciali o i numeri celebrativi a colori DEVONO rimanere eccezioni, per quanto forse se una prassi diventa reiterata di eccezione non ha più molto senso parlare. Sia come sia, dal mio punto di vista di color in Tex ne abbiamo già fin troppo, e credo che la maggior parte di noi appassionati del Ranger non avverta il bisogno di averne in ulteriore misura. Per quanto riguarda il numero delle pagine di ogni albo, ho già precedentemente espresso il mio rammarico nell'aver appreso che saranno solo 64 rispetto alle canoniche 110 degli albi della serie regolare, ma tengo a precisare che si tratta di un rammarico "di pancia", totalmente scevro da disfattismo e pregiudizi: comprendo bene, difatti, le esigenze editoriali, e posso immaginare altrettanto bene la volontà della SBE di conferire a questa nuova serie, su cui è evidente puntino parecchio, ulteriore "autonomia" rispetto alla serie regolare. Per cui non avrò difficoltà ad accettare la "decurtazione" delle pagine, estremamente fiducioso che, sia pur spalmate su più albi, le storie di "Tex Willer" saranno degne dell'attesa che hanno suscitato. Dopotutto, ogni storia prima o poi arriva a conclusione . In effetti Dix ha sollevato un problema che ultimamente ho avuto anche io ogni qual volta ho provato a caricare una immagine in un post. Se di questa è possibile risalire all'url, il problema può essere aggirato, in caso contrario mi tocca rassegnarmi, dato che non mi riesce più di copiaincollare immagini salvate sul desktop del pc (compare un avvertimento in calce dello spazio per scrivere il post in cui mi viene detto che non mi è consentito caricare l'immagine), a differenza di quanto mi riusciva fino a pochi mesi addietro. Qualcuno saprebbe spiegarmi come mai, ed eventualmente come poter ovviare?
  6. Anche personaggi del genere, ancor più di contorno (e magari - visto che Letizia e Barbanera hanno parlato di bistecche e patatine - anche di secondo, passatemi la pessima battuta ), sarebbero dal mio punto di vista più che graditi in un'ottica di "pseudo-continuity"... In linea di principio posso essere d'accordo, probabilmente una lunghezza di 110 pgine avrebbe giovato soprattutto alla storia con Lilyth. D'altro canto, però, è inutile ribadire che si trattava di un Magazine dall'intento soprattutto celebrativo, per cui direi come ulteriore banalità che la scelta era pressoché obbligata...
  7. Tu cosa pensi? Diciamo che se già difficilmente sono portato a credere ad una coincidenza, credere a due mi è ancora più arduo, quindi figuriamoci credere a ben TRE coincidenze (continuiamo convenzionalmente a chiamarle così) ..!!! Scherzi a parte, personalmente sono più che favorevole ad una ricorrenza anche dei personaggi di mero contorno nell'universo texiano. Per spiegare meglio il concetto, a mio modesto parere non sarebbe male che nei luoghi che Tex ed i pards bazzicano con maggior frequenza (la riserva in primis, i forti dell'esercito ove si recano più spesso, cittadine non lontane dalla riserva come Flagstaff e Gallup) vi fossero sempre alcuni personaggi fissi e luoghi di riferimento, in modo tale da ingenerare anche una sorta di "pseudo-continuity". Ad esempio, personalmente gradirei molto se nella riserva, e più specificamente nel villaggio centrale dove risiede Tex, vi si potessero trovare all'occorrenza presenze "fisse" di varia importanza (non solo l'eterno Nuvola Rosa, per intenderci, ma anche gente come i vari Cochito e Jaimas), piuttosto che avere sceriffi stabili nelle suddette cittadine - sulla falsariga di quanto si sta opportunamente facendo, ad esempio, con Phoenix e Tucson - ed ufficiali ricorrenti nei forti dell'Arizona. Naturalmente, si tratta di una mera opinione personale, ben lungi dall'essere una conditio sine qua non, ma qualora alla SBE la prendessero in considerazione sarei il primo a fare un plauso
  8. A proposito dell'episodio con co-protagonista Dinamite... Il giovane navajo che accompagna Kit Willer all'inizio è lo stesso Nehdi recentissimamente comparso ne L'ultima vendetta e, andando a ritroso fino al 2007, in Morte nella nebbia? O si tratta di un incredibile caso di triplice coincidenza nel nome e nella somiglianza fisica ???
  9. juanraza85

    Tex & Co. Ed Il Cibo

    @Barbanera, in riferimento al discorso di alcuni giorni fa sulle bevande alcoliche che gli indiani assumevano e sulla discussa astemia di Kit Willer e Tiger Jack, proprio l'altro giorno stavo rileggendo Caccia all'uomo, nelle cui primissime pagine si può vedere Tiger tranquillamente seduto al saloon con Tex ed un vecchio amico a trantugiare whisky (o almeno così sembra)... Dunque mi rivolgo in generale a tutti: c'é qualcuno che sappia dire in via definitiva se Tiger si limiti a bere birra o all'occorrenza beva anche altro ???
  10. Nulla di trascendentale, almeno dal mio punto di vista, la storia con Lilyth, per quanto più che accettabile e leggibile, specie se contestualizzata nella sua funzione (forse soprattutto) celebrativa. Effettivamente fa un po' strano vedere Tex, decisamente poco avvezzo alle formalità di qualsiasi tipo, definire Lilyth "la mia signora", inoltre ho trovato un po' spoilerante e poco necessaria la didascalia in cui si fa riferimento ad una avventura che avremo modo di leggere nei prossimi mesi nella collana del Tex giovane. Comunque sia, ripeto, la storia non è affatto malaccio, e quanto ai disegni di Civitelli c'è come sempre solo da alzare le mani. Di ben maggiore spessore, invece, ho trovato la storia con Dinamite, il cui commovente finale da solo è valso secondo me il prezzo dell'albo. Una degna avventura di colui che, forse, può a buon diritto essere definito "il primo pard" di Tex, che dopo tante avventure si era guadagnato la libertà di scorrazzare sugli altipiani della riserva, per poi dimostrare per l'ultima volta la propria assoluta fedeltà a Tex. Ottimi anche i disegni di Dotti. Quanto al resto, molto suggestiva la galleria di immagini di Tex curate da vari artisti del fumetto italiano, molti dei quali estranei all'universo del Ranger. La maggioranza delle rappresentazioni, in verità, mi è parsa incredibilmente distante dagli abituali standard, ma trattasi comunque di disegni artisticamente ineccepibili. Molte rivisitazioni differiscono completamente dal Tex canonico, quella di Manara in aggiunta ha tratti vagamente inquietanti, in ogni caso nulla da dire sul fascino e massimo rispetto per la licenza artistica di questi Maestri.
  11. juanraza85

    [695] L'ultima vendetta

    Mi associo anche io al controappello di Barbanera... Anche perché dal mio punto di vista nessuno ha aggredito né tantomeno insultato nessuno. Che poi non è infrequente che talvolta le discussioni su questo forum nascano da dettagli di rilevanza opinabile, questo è un altro discorso...
  12. ATTENZIONE ... POSSIBILI SPOILER Comprato e letto tutto di un fiato! Che dire, se non esprimere la mia soddisfazione per una storia di Tex sotto alcuni spetti insolita, ma forse proprio per questo decisamente godibile. Evidente, a tal proposito, l'impronta di uno sceneggiatore non bonelliano - e perdipiù americano - come Chuck Dixon, forse libero da eccessive impostazioni (benché, sia chiaro, le caratteristiche di base dell'universo texiano ritengo siano state pienamente rispettate). Onde evitare di spoilerare troppo, cercherò di essere al contempo vago ed esauriente nel motivare il mio giudizio positivo. Buona la valorizzazione dei personaggi, ancor più da rimarcare se si considera la brevità della storia, da applausi in particolare il rapporto che si viene a creare tra Tex ed uno dei fuorilegge, con collaborazione forzata e succcessiva resa dei conti. Ottima la scelta di incorniciare la vicenda, almeno dal mio punto di vista, in una sorta di atmosfera "paleo-western", in cui si parla ancora di costruzione di ferrovie. Molto suggestivo, nonché inconsueto, il finale, in cui Tex non riesce a portare del tutto a termine l'impresa intrapresa, convogliando però su un'altra altrettanto o forse più nobile. Assolutamente di mio gusto, infine, anche i disegni di Mario Alberti ed i colori di Matteo Vattani.
  13. juanraza85

    [Maxi Tex N. 23] Deserto Mohave

    Facile che sia da intendere in questo senso secondo me... A quest punto sarebbe stato forse più opportuno titolare Mojave Desert, ma ce ne faremo una ragione ...
  14. A mio avviso una gran bella storia, da ricordare insomma non solo perché la prima parte sia contenuta nel primo albo la cui copertina è stata disegnata - ottimamente - da Claudio Villa. Si tratta di una vicenda ben articolata, dalla trama apparentemente semplice cui però gli autori pongono saggiamente come contraltare un antagonista con i controfiocchi quale Nick Guerrero, forse il primo autentico esempio di personaggio ambiguo che abbiamo potuto trovare in una storia di Tex. Cervello di prim'ordine, disposto a tutto pur di raggiungere i propri scopi, con la sua imprevedibilità Guerrero crea non pochi grattacapi a Tex, instaurando con lui un ambiguo rapporto fatto di fastidio ed ammirazione, ed andando assai vicino ad ucciderlo, non fosse per una provvidenziale freccia scagliata dal guardiano dell'oro (per quanto, l'opera del guardiano viene forse facilitata da un attimo di improvvisa - ma forse non troppo inattesa - indecisione di Guerrero). Bellissima e densa di significati, inoltre, la scena successiva alla morte del malvivente, con il guardiano che si ferma per alcuni attimi a fissare Tex con sguardo granitico ed enigmatico, per sparire subito dopo nelle viscere della montagna.
  15. juanraza85

    [Maxi Tex N. 23] Deserto Mohave

    Credo anch'io che, a prescindere dalla volontà di rilanciare la collana Maxi cui mi piace credere, per gli appuntamenti più immediati dovremo "accontentarci" di leggere storie già pronte da un pezzo, che comunque sia non è detto siano per forza da buttare. Al contrario, a giudicare dalle anteprime le due storie che saranno ospitate sul Maxi in uscita tra un mese sembrano promettere bene, sia dal punto di vista delle trame (apparentemente classiche, ma infarcite di elementi che le rendono non convenzionali), che soprattutto per quanto riguarda i disegni, affidati a garanzie quali Nespolino e Ginosatis. Se un giudizio pieno sulle storie potremo darlo solamente tra un mese, al contrario possiamo darlo subito sulla copertina: c'è poco da dire, se non che il lavoro di Villa è stato superlativo..!
  16. juanraza85

    [695] L'ultima vendetta

    Personalmente, nel comportamento di Tex nei riguardi di quella caricatura di agente indiano dei Pima non ci ho visto nulla di diverso dai consueti abituali trattamenti che il Ranger riserva a farabutti del genere... Inoltre, sappiamo tutti bene quanto Tex sia sensibile alle problematiche dei nativi, e come per questioni meramente caratteriali si infervori in automatico allorquando può constatare che i loro diritti vengono spudoramente calpestati, per di più in questo caso da un individuo che, in teoria e secondo statuto, dovrebbe tutelarli. Comunque sia, in ormai 17 anni di letture texiane sento di poter dire di non avere mai visto Tex malmenare chicchessia senza avere la ragionevole certezza che costui fosse per l'appunto un miserabile farabutto (a mia memoria, in una sola occasione, nell'albo Un ranger ha tradito!, rifilò una sberla ad un uomo che gli era stato riferito essere un informatore dei desperados, salvo poi chiedergli scusa una volta capito che si trattava di una falsa informazione). Quanto all'effettiva tendenza di Tex di sfruttare i propri buoni uffici con Parker (ma si può dire altrettanto del generale Davis), credo che dopotutto ci possa stare, anche perché dal mio punto di vista i mezzi cui egli fa ricorso, per quanto maneschi e poco "diplomatici", perseguono comunque sia un nobile fine. Mai, a mia memoria, si è servito delle proprie altolocate conoscenze per scopi personali o per favorire uno dei suoi pards...
  17. juanraza85

    [546/547] L'ultima Diligenza

    Anche il mio giudizio su questa storia è assai positivo, la ritengo senza alcun dubbio una delle migliori storie della tanto bistrattata fascia 500-600. So già che qualcuno sosterrà che possa essere facile dirlo, in quanto è vero che molte storie di tale fascia hanno deluso e non poco, è altrettanto vero che in tale fascia non vi sono state storie che hanno lasciato il segno nella lunga saga di Tex (probabilmente nemmeno il ritorno di Mefisto, all'epoca molto atteso), ma si tratta di giudizi che personalmente non condivido del tutto, poiché qualche storia di buon livello secondo me ne è venuta fuori. L'ultima diligenza rientra, per l'appunto, tra queste ultime, e non certo in virtù della presunta mediocrità di quelle che la hanno preceduta o seguita, bensì soprattutto perché si tratta di una doppia costruita e sviluppata molto bene, almeno secondo il mio punto di vista. Vuoi per i tanti topoi western adoperati, dalla città in fase di progressivo spopolamento per esaurimento delle risorse, gli indiani ribelli, i banditi, ed appunto la corsa della diligenza, cui tutti gli avversari di turno sono interessati, per un motivo o un altro, ma soprattutto a mio parere per la forte componente "giallesca" conferita dalla presenza, tra i passeggeri della diligenza, di un complice dei banditi. Da questo elemento trae origine quel quid che ha cagionato l'ottima resa della storia, ovvero il grandissimo lavoro sulla caratterizzazione dei passeggeri, impostati quali personaggi che sembrano aver tutti qualcosa da nascondere, in modo tale da indurre fino alla fine il lettore a nutrire molti dubbi e poche certezze su chi possa essere il complice dei banditi in agguato, la classica banda di energumeni poco brillanti guidati da un capo testafina che forse sotto sotto ha sin dall'inizio in programma di fregarli, ma in un frangente di pericolo si rivela fondamentalmente un uomo d'onore. Ottima sceneggiatura, insomma, ed ottimi anche i disegni del compianto Sommer.
  18. juanraza85

    Tex & Co. Ed Il Cibo

    Nella pagina web che ho linkato nel precedente post il Tiswin viene testualmente descritto come "una bevanda di basso grado alcolico e dalla considerevole spigolosità"...
  19. juanraza85

    Tex & Co. Ed Il Cibo

    Io infatti parlavo di whisky o tequila, ciò che generalmente i nativi chiamavano "acqua di fuoco", che considerando la devastazione che ha portato nella loro civiltà si può facilmente assumere che avesse una gradazione alcolica molto superiore al loro Tiswin, derivato dalla fermentazione spontanea di chicchi di mais in vasi di coccio. Non troppo differente dal Tiswin doveva essere la Choc Beer, bevanda così denominata in virtù del largo uso che ne facevano i Choctaw, descritta come "un’alchimia di orzo, luppolo, tabacco e di una bacca aromatica, il fishberry" (qui la fonte). Si dovrebbe trattare, anche in questo caso, di una bevanda comunque di gradazione molto inferiore a quelle successivamente propinate ai nativi dai bianchi, per cui in quest'ottica a mio parere potrebbe starci l'ipotesi che vorrebbe Kit Willer quale restio ad assumere superalcolici . Francamente questo non lo ricordavo, grazie per l'aneddoto ! Chissà se si è trattato di una svista o magari nelle intenzioni degli autori si voleva fare in modo che in quella bettola così ben frequentata Tiger non dovesse dare nell'occhio e dunque abbia quantomeno finto di assaggiare il whisky...
  20. juanraza85

    Tex & Co. Ed Il Cibo

    @ElyParker , magari a Kit Willer non piacciono, anche se nella serie ciò potrebbe non essere stato mai chiarito esplicitamente... Se si prende per buona tale ipotesi, si potrebbe credere che buona parte del merito o della colpa (dipende dai punti di vista ) possa dipendere dal fatto che Kit sia per metà Navajo, e come sappiamo abbia per buona parte della vita ricevuto una educazione in stile navajo, sotto il vigile controllo di Tiger Jack (che, se non vado errato, non beve neanch'egli né whisky né tequila)... La mia, ripeto, è giusto un'ipotesi spicciola... Se qualcuno può fugare definitivamente questo simpatico dubbio è ben accetto
  21. E' vero che Boselli l'ha categoricamente escluso, però, attenzione, io negli anni l'ho visto escludere anche Lupe e oggi sappiamo che ritorna anche Tesah. Barbanera non gli era molto simpatico e oggi ti sta scrivendo la storia. Se gli avessimo chiesto di resuscitare la Tigre e far fare un viaggio in Oriente a Tex, ti avrebbe lanciato la scarpa in testa. Dopo la bocciatura della "Figlia di Satania" da parte di Sergio Bonelli aveva escluso di rimettere mano al soggetto e oggi Benevento ha quasi finito di disegnarla. Non parliamo delle storie, delle collane sul Tex giovane. In tutti questi casi, per nostra fortuna, alla fine si è lasciato tentare. Ecco perché leggeremo storie con i tre Bill e il Kociss glbonelliani, un tempo impensabili.  Alla lista aggiungerei anche il ritorno di Jack Thunder, che al pari degli altri ritorni di cui sopra Borden aveva escluso, ed invece ... Verissimo e giustissimo, per quanto sarebbe spassoso ed al contempo intrigante vedere i quattro pards con i loro consueti abiti a spasso per la Londra vittoriana ...
  22. Senza alcun dubbio una Storia con la S maiuscola, ricca di sorprese, di mistero ed anche di una buona dose di ilarità, caratteristica di rado riscontrata in Tex, o perlomeno non in grandi quantità dato anche il target della serie. Una di quelle storie che magari, pur forse non appartenendo almeno secondo me al ristretto cerchio dei capolavori texiani, si posiziona tranquillamente tra quelle da porre appena un gradino sotto, una di quelle in altre parole che non possono non rimanere impresse nella memoria di un lettore, al punto da rileggerla più di una volta e sempre con lo stesso piacere della prima. Ottima la caratterizzazione dei personaggi, sia avversari che comprimari dei pards. In primis Manuel Pedroza, che nella sua seconda apparizione viene dipinto a 360 gradi per quello che è: un capobanda tutt'altro che sprovveduto (e del resto, il fatto che nella prima storia in cui era apparso fosse sostanzialmente riuscito a mettere nel sacco Tex e Tiger vorrà pur significare qualcosa), ma al contempo estremamente superstizioso, oltre che magari privo del necessario polso per tenere a freno elementi poco inclini a continuare ad accettare la sua autorità come Juanito, contraddistintosi dal canto suo per l'ambizione, l'iniziativa e per la totale assenza di scrupoli morali. Ottima la scelta di Nizzi, in tale contesto, di porre di fatto in competizione i due, creando un dualismo che in sostanza ha facilitato i compiti a Tex. Assai ben caratterizzato anche l'eremita padre Ramòn, un lucido folle, estremamente devoto a quella che ritiene essere ormai la sua unica ragione di vita, ossia vegliare sul tesoro della vecchia missione, e purtroppo rivelatosi in fin dei conti talmente ingenuo da farsi beffare ed uccidere da Juanito. In ultimo, last but not least, la performance da applausi di "Padre" Carson, talmente abile nel recitare la parte dell'ingenuo frate da abbindolare in pieno l'intera cricca di furfanti di Charango, senza suscitare il benché minimo sospetto in nessuno di loro. Menzione speciale anche per Kit in veste "novizio", degna spalla di Carson nella recita, perfettamente a suo agio nel reggere il sacco al Vecchio Cammello. Che dire, infine, dei disegni del Maestro Ticci, forse allora nei suoi anni d'oro? Semplicemente fantastici..!
  23. juanraza85

    [695] L'ultima vendetta

    Anche io ho votato per Moss Keegan, autentico principe dei comprimari e soprattutto "motore" di questa storia, nel senso quest'ultima è in varia maniera ruotata tutta intorno alla sua figura. Mallory, colui che era originariamente il grande atteso, si è rivelato un avversario decisamente inconsistente, riguardo a Coffin da dire c'è ancora meno...
  24. juanraza85

    [695] L'ultima vendetta

    Non posso che esprimere piena soddisfazione dopo aver letto una storia del genere, rivelatasi a mio avviso una scelta assolutamente azzeccata per celebrare l'effettiva ricorrenza dei 70 anni di Tex. In pura linea di principio, data la presenza di un vecchio nemico atteso da decenni (sic!) la storia avrebbe forse reso ancora meglio se fosse stata sviluppata in un paio d'albi, ma se la si considera nel suo contesto (anche) celebrativo ritengo che il nostro Borden abbia sceneggiato la vicenda in maniera encomiabile, comprimendo e riassumendo al meglio gli eventi narrati e tratteggiando in maniera al contempo concisa ed esaustiva la psicologia dei personaggi apparsi. Mi riferisco in particolare a colui al principale - nonché occasionale - comprimario della vicenda, reso in modo tale da non farlo risultare banale o scontato, in bilico tra opposti sentimenti ed apparentemente doppiogiochista (personalmente, adoro questo genere di personaggi). Ho inoltre particolarmente apprezzato la tecnica già vista svariate volte di mescolare "presente" e "passato", con tanto di eventi avvenuti precedentemente e rivangati in flashback attorno al fuoco. Come pressoché in tutte le precedenti occasioni, ho trovato anche stavolta che i due elementi siano stati mixati egregiamente, resi complici ed al contempo dotati ciascuno di una propria "autonomia". Ottima la colorazione di Celestini, di grande qualità anche i disegni del Maestro Ticci.
  25. juanraza85

    Il Mercato Di Tex

    Ho già avuto di dirlo: non si celebra la ricorrenza, bensì se ne cavalca l'onda per perseguire finalità commerciali. Che dal punto di vista della casa editrice potranno anche essere legittime, ci mancherebbe altro, ma a mio avviso nella sostanza vanificano alla radice quello che dovrebbe essere il significato intrinseco di un traguardo come i 70 anni di Tex. Avrebbe avuto ben altra valenza, perlomeno dal mio punto di vista, limitarsi a curare con ancor più dedizione del solito le uscite texiane di quest'anno, comprese quelle studiate appositamente per l'occasione, e magari far trovare in allegato ad esse (magari ad eccezione del Texone, per evidenti motivi di dimensione of course) le copertine scartate nel corso degli anni, che secondo me sarebbero state recepite come una autentica manna dalla stragrande maggioranza dei lettori. L'album di figurine è a mio modo di vedere una cosa trita e ritrita, oltre che per quel che mi riguarda vagamente infantile, decisamente poco adatta ad un parco lettori come quello di Tex che a quanto mi risulta ondeggia mediamente dai 25 anni di età in su. Dubito, d'altro canto, che per far si che un lettore più o meno giovane si affezioni a Tex o ad un'altra serie SBE basti regalargli figurine che poi altro non sono vecchie cover sia pure storiche... Se la storia contenuta nell'albo non è buona, non vi è omaggio che tenga... Anche io rimpiango i bei tempi in cui la successiva uscita mensile veniva reclamizzata sulla terza o quarta di copertina, con due o tre vignette in anteprima (a tal riguardo, si può discutere fin che si vuole sull'eventuale effetto spoilerante che tale iniziativa poteva avere, ma fermo restando che scegliere vignette non troppo spoileranti era a discrezione della SBE non credo sia questa la sede opportuna per affrontare l'argomento). In occasione del numero uscito il mese scorso siamo eccezionalmente tornati a godere di una reclame in quarta di copertina, ma dai commenti antecedenti il mio credo di aver afferrato che non è in programma un ritorno definitivo di tale antica consuetudine. Davvero un peccato, consiglierei alla direzione di valutare seriamente la cosa, tanto per pubblicizzare albi speciali di Tex o pubblicazioni extra texiane restano comunque la seconda e/o la terza di copertina, sia pure senza ausilio dei colori...
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