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San Antonio Spurs

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Tutto il contenuto pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Piano, non i tutti i casi; ed in questo si tratta di nomi ben distinti. Detto da me, con cognizione di causa. Ho anche incontrato uno che all'anagrafe è stato registrato come Francesco Franco per avere il nome di entrambi i nonni (e che per anni ha continuato a spiegare che con il Caudillo non aveva niente a che fare).
  2. Solo io ho trovato un Mefisto inaspettatamente paterno, ad esempio a pagina 79 e soprattutto nella seconda vignetta di pagina 84? E questo dopo la stroncatura di Blacky in quelle centrali di pagina 78. Forse sarebbe il primo aspetto "positivo" mostrato in una vita che dopo l'incontro con Tex è stata solo di rancore e odio. Tutti e tre i sentimenti sono raccolti nella penultima vignetta sempre di pagina 84.
  3. Più che truccata, nel caso sarebbe reduce da interventi di chirurgia plastica tali da suscitare l'invidia anche di Madonna (Ciccone). Ma come si vociferava che Nero Wolfe fosse figlio di Sherlock Holmes e Irene Adler, potrebbe anche essere Lily, sì: sorella di Steve e credibile trisnonna di Eva Kant.
  4. Aspettati una riga scarsa di risposta e 738 di spiegazione dei perché.
  5. San Antonio Spurs

    Storia dei Maxi Tex

    Se ne parla qui
  6. Il numero 739 sarà intitolato "I misteri di San Francisco", giusto per nulla togliere all'attesa comune.
  7. Ok, grazie delle aggiunte; è sempre un piacere dialogare con costrutto per poi comprendersi al 100% e sposo in toto il tuo pensiero. Nemmeno io sono soddisfatto del momento texiano - limitiamoci a questi anni 20, perché si tratta di un periodo abbastanza lungo - ma non è questo il luogo deputato ad analisi complessive (che poi nascono dalla somma di quelle relative ai singoli episodi). Quando scrivevo di sport, mi piaceva il termine "onesto mestierante" che usavo spesso per definire le prestazioni senza infamia e senza lode di qualcuno magari non particolarmente dotato eppure autore di prove comunque sopra la sufficienza. Da Boselli ci si aspetta sempre il colpo di genio, il dribbling ubriacante o l'assist "Look one and pass another" e quando non arrivano il prodotto non piace, quasi senza mezze misure.
  8. O meglio, anzi decisamente meglio. L'ironia e l'autoironia ci fanno bene, pard. Anche se su Boselli ci sei andato giù duro e senza possibilità, da parte mia, di scherzarci su. Quindi me la cavo con due parole latine: aurea mediocritas, quella che attribuisci a questa storia e quella che invece non vedi mai nelle storie Made in Borden: o capolavori (sui generis, precisi) o sostanziali fallimenti. De gustibus... sarebbe una buona maniera per salutarci, hic et nunc. Ma ne approfitto per spezzare una lancia a favore, o in difesa vista la metafora, dei disegnatori. Soggettisti e sceneggiatori sono valutati prevalentemente per il complesso delle loro storie, che non vengono vivisezionate battuta per battuta se non in casi eccezionali. Mi spiego meglio: c'è una storia, la si giudica nel suo insieme e poi semmai si analizzano nel particolare alcuni aspetti; raramente un singolo frame se non c'è un errore evidente (ne ho sottolineato io uno nella penultima storia a proposito di un ricordo sbagliato relativo alla vicenda del numero 600). Per ogni tavola, invece, in pratica i disegnatori devono creare diversi quadri differenti mantenendo la continuità delle caratterizzazioni e degli ambienti. Forse perché incapace da sempre a realizzare qualcosa in più di schizzi e abbozzi, hanno quindi tutta la mia comprensione. Ma non l'esenzione dalle critiche, se necessarie, come accaduto per la copertina dello speciale con Zagor o, assai peggio, con la storia del ritorno di Manuela Montoya. Chiedo scusa se mi sono dilungato, proprio ora che nel calcio la lotta scudetto scopre nuovi risvolti. Ah, ma c'è la pausa per la Nazionale e percepisco un clima di paura e angoscia. Li avesse Mancini un paio di... tiratori come Tex e Carson: staremmo tutti più tranquilli (anche un Tiger a coprire le spalle, però).
  9. Jacobs nei 60 metri piani è da 6.47
  10. Anche da PS: Percussionisti Scrotali (Absit iniuria verbis...).
  11. Il calcio fa sempre capolino ma anche dopo il Coming Out di Borden per il Milan ancora esistono reticenze a dichiararsi tifosi. Meglio così. Detto da uno che ha scelto il nick in base alla squadra NBA più "vicina" a Tex. Meglio confrontarsi su Quercia Rossa e Felipe, su Lono e Kimy.
  12. Una storia ricca di arrampicatori, subacquei, maratoneti e sprinter di ogni età, "Iron Men" che affrontano da feriti pareti scoscese e fanciulli che non sanno nuotare, ma ad istinto e con la testa sott'acqua vanno avanti per metri. Il tutto illustrato in maniera altalenante, o se preferite discontinua, ma di quello "sporco" che piace e che ogni tanto viene ritirato fuori quasi a giustificazione (mentre altrove la "pulizia" di Civitelli è addirittura vista come un limite!). Prisco che comunque merita la sicura sufficienza almeno per la capacità che avuto di trasmettermi con il suo tratto la sensazione di un certo nervosismo, logico, sparso in larghi tratti e diviso fra tutti i personaggi. La vicenda soffre di qualche esagerazione, sintetizzata e spiegata a inizio post, ma il soggetto merita anche esso un 6 forse stiracchiato, non fosse altro che per le due figure contrapposte e all'opposto dei due ragazzini, Lono (che si presenta così: «Lono. Il mio nome è Lono». Ricorda qualcuno?) e Kimy : inserimento né banale né scontato. Dove invece il mio malumore sfocia in superficie come un fiume carsico è in certi discorsi di una sconcertante banalità e che sembrano tratti da un libro di lingua straniera per la scuola media o da un romanzo intitolato "L'ovvio dei popoli". A metà strada fra la dichiarazione d'intenti e la scoperta dell'acqua calda; fra la richiesta di approvazione del partner o l'autoconvincimento, ecco ad esempio questi dialoghi: - Dovremo trovare un modo per abbassargli la cresta. - Impresa che potrebbe rivelarsi complicata, se ha molti guerrieri con sé. - Il ragazzo sembra molto abbattuto. - Ne ha motivo. - I segnali di fumo sono finiti! - Salivano da quell'altura laggiù! - Quei gallinacci potrebbero essere dieci volte più di noi! - Dovremmo farci venire qualche idea! - Da questo momento occorrerà stare molto più attenti- - Quel serpente ha sentinelle ovunque! - Dovremmo essere noi a individuarle, prima che lo facciano loro! - Ci restano ancora alcune ore prima dell'alba. - Dovremo avvicinarci il più possibile, approfittando del buio! Vabbeh, c'è anche una chicca: al truce e balordo Awan che incita i suoi ad uccidere i due pards («Voglio che l'erba di questa valle si tinga del loro sangue») Carson replica in due tempi: «Un vero poeta il nostro Awan. Peccato dover troncare sul nascere il suo slancio lirico!». Peccato non andare oltre il 5 per Ruju sceneggiatore, per una media totale di 5,5 allo scritto.
  13. "Del Tex" anziché "Di Tex" rimanda indietro ad un tempo in cui non ero ancora nato
  14. La copertina è un elemento importantissimo in una pubblicazione come Tex, perché caratterizza quell'albo, quella storia, quel momento. Le copertine di "The Dark Side of the Moon", "Tubular Bells", "Abbey Road" hanno reso storici tre LP di Pink Floyd, Mike Oldfield e Beatles al di là del valore della musica degli album o, viceversa, questa ha reso inconfondibili al primo colpo ogni singolo lavoro. "Il Laureato" è nell'immaginario collettivo nel suo complesso di film, colonna sonora e fermo immagine della gamba della Signora Robinson in primo piano davanti a Benjamin Braddock, con tanto di particolare subliminale alla parete (P.S. La gamba nello scatto non è di Ann Bancroft, ma di una controfigura poi diventata celebre: Linda Gray, la Sue Ellen di "Dallas"). Poi, fosse una copertina bianca con la sola scritta Tex, sai la semplicità di andare a cercare una vecchia copia nell'usato o in una collezione non proprio ordinata. Le copertine monocromatiche e senza illustrazione lasciamole ai libri di testo e confrontiamoci sulle 400 di Galep e su quelle di Villa all'inseguimento del record, guardiamole, parliamone, discutiamone. A me, ad esempio, quella del 738 dà un idea di deja vu e qualcuno altrove ha già fatto un paragone con quella del numero 504 (guarda casa, una storia mefistiana). Può essere, la do voluta o involontaria al 50% per un figura di Tex che, è vero, non è la prima volta che viene ritratto in quella posa, con quelle proporzioni e per quella prospettiva. Di Villa preferisco le copertina luminose e con pochi elementi, anche quelle in stile più retrò come per "Scontro finale" o per quella omaggio a John Wayne del numero 600, ma comprendo che per questa specifica ci volesse qualcosa di cupo, che creasse atmosfera per introdurre all'inquietudine certa della vicenda e, visto l'andazzo di certe iniziative bonelliane degli ultimi tempi, meno male che la copertina stessa non è stata proposta tutta nera con il solo simbolo di Mefisto (una via di mezzo fra la semplificazione estrema che forse ti andrebbe bene, Angelo, e alcune recenti genialate di marketing della SBE). In quanto al tratto troppo pulito di Civitelli, che per tua ammissione non ti sarebbe probabilmente piaciuto nemmeno se avesse illustrato un'avventura alle cascate del Niagara o al porto di Galveston, quale disegnatore dal tratto sporco avresti voluto per questi episodi? E' solo una curiosità. Aggiungo anche che vista la stima che abbiamo del curatore per le storie scritte da lui e per le scelte su quelle da affidare ad altri dobbiamo anche dargli credito quando per un evento così importante, atteso, pubblicizzato e direi perfino storico nella forma e nella sostanza della storia di Tex (sette albi, non un cartonato e non cercate ipercritiche in questo paragone, questione di "pesi" diversi) fa una scelta precisa sugli autori. I Cestaro e Civitelli. Con cognizione di causa, a causa e con gli effetti della sua cognizione di Tex (e dei tre Dickart).
  15. Nelle poche righe di riassunto di pagina 5 del numero in edicola a marzo compare per due volte il nome Freccia Rossa anziché Quercia Rossa. Vediamo se alla Bonelli fanno ancora in tempo a rimediare al doppio errore.
  16. Intanto nei giorni scorsi non solo ho scoperto che Alcide De Gasperi all'anagrafe era stato registrato Degasperi tutto attaccato, ma anche che firmò la copia originale della Costituzione così: Degasperi Alcide. Realizzo adesso che la nostra Carta e Tex hanno in comune l'anno di uscita, certo l'allora nostro Presidente del Consiglio non poteva imitare Galep e firmarsi Degas e per fortuna che non abbiamo mai letto "Tex by Bonelli G.L.).
  17. Logo inutile e dannoso. Non attirerà un acquirente in più e "sporca" la copertina, come tutti quelli che lo hanno preceduto. Immagino lo abbia ideato lo stesso creattivo (con due T) della scatola con il wampum o del portachiavi più fragile nella storia degli accessori. Qualcuno ribatterà di aspettare la storia e di giudicare solo quella, come era già successo per la copertina di Tex&Zagor, ma facciamo con quello che abbiamo e commentiamo quello che possiamo, inezie o meno che siano. Perché, poi, anche un brufolo è brutto e dà fastidio. Se poi Weyland e Mefisto sono la stessa persona, complimenti doppi al logofilo e grande rammarico per un paio d'albi remoti che avrebbero potuto allora intitolarsi "Il Dottor Fiesmot". Altri tempi, quando si andava di "Incubo" e "spettri" ad evocare la fantasia.
  18. L'ucronia al potere. Comunque Aguas Negras mi sembra un titolo appropriato per un albo che mi auguro di smaltire presto, da un punto di vista mnemonico
  19. Se la storia si fosse intitolata Fallimento! (con tanto di punto esclamativo) si sarebbe trattato di un albo storico.
  20. Discutibile quanto si vuole - e io stesso non riesco a dare un giudizio netto per la scelta - la presenza di Carson in copertina è giustificata da un suo ruolo parallelo a Tex molto efficace e più convincente. Direi perfino avvincente. Ho avuto anch'io l'impressione di una quarta parte a tavoletta e dunque di un certo disequilibrio nel complesso della storia; che fila bene ma con qualche concessione di troppo per un giovane Tex al quale verrebbe da rivolgersi con le frasi ironiche di "Cantautore" di Edoardo Bennato (che se non lo sapevate, è un eccellente disegnatore, ama i fumetti e da qualche parte in un cassetto ha anche degli schizzi di Tex): «Tu sei perfetto, tu non hai un difetto, che rabbia che ci fai...». Ho trovato i disegni di Valdambrini a fase alternata, ma migliorati rispetto a certi, palesemente negativi, del primo albo. Non mancano le imprecisioni: vedi a pagina 35, dove nella prima vignetta Tex ha la fondina sinistra vuota perché la pistola e infilata (perché?) nella parte posteriore del cinturone. Poi però ha il tempo di estrarre quella a destra e passarla all'altra mano, con la quale può sparare da una posizione migliore. Nella pagina successiva, il rivale solleva a riparo un grosso tavolone come se fosse un tavolino pieghevole da picnic e poco dopo lo scaglia come un fuscello con una forza da Pat Mc Ryan... Nota finale: come nel recente cartonato, anche qui una fanciulla messicana piange il padre manigoldo e inviso al rubacuori di turno. Deve essere una questione di Family Feeling, con Manuela Montoya che ovviamente fa da eccezione.
  21. In effetti si salvano dai pianti solo Carson e Gros Jean, che in compenso fanno intuire di aver lasciato molti rimpianti. Su Jim Brandon, se non ricordo male, e su Pat Mc Ryan non si hanno mai avute notizie e penso proprio che nel caso del secondo non se ne avranno mai (solo l'idea immagino che provocherebbe mal di pancia epocali in molti giellebonelliani in servizio permanente effettivo). E siamo in tre. Magari possiamo pensare a Tex che porta Adam da Ella, come si immagina nell'ultima vignetta, con il ragazzo ferito che la guarda e le dice: "Strapazzami di coccole" con la voce di quel Topo Gigio doppiato dallo stesso Peppino Mazzullo che interpretava Richetto.
  22. SPOILER SPOILER SPOILER Dal momento che l'oggetto del contendere è l'acqua, usiamola come metafora: una storia che scivola come acqua sui vetri senza nemmeno farsi notare come rumore della pioggia. Pard che vanno e vengono e che forse mancano, a sorpresa, nel presunto incontro riappacificatore; miglior attore non protagonista confuso e infelice; comprimari schizzati (in tutti i sensi), signorotto del Sudovest agghindato come un bostoniano (dettagli, certo), finale inatteso. Sarà piaciuto a quelli che altrove hanno giudicato un mattone la storia degli ultimi quattro albi mensili e così ho già detto tutto. Vado a rileggere le due precedenti produzioni di questo mese, prima di pontificare ancora nelle apposite sezioni. Riprendere in mano "Aguas Negras" sarà già più difficile e per un bel po', credo.
  23. Il mio è stato un intervento sul filo dell'ironia, ovviamente. Ogni tanto si può svicolare; l'importante è non deragliare; ancora di più averne a vagoni, di autoironia. Buona domenica: su tutte le piste, tranne ovviamente che su quelle del Nord.
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