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ymalpas

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  1. ymalpas

    Tex e il gioco d'azzardo

    innanzitutto andrebbero repertoriate tutte le storie in cui Tex gioca a carte e vince spudoratamente! Così di primo acchito ricordo New Orleans, L'ultimo Poker, Uccidere o morire...
  2. Dopo una settimana (mettiamo anche qualche giorno in più), oggi che è domenica e ho qualche minuto a disposizione, mi appresto al commento di questo magazine 2018. Sulla parte redazionale non mi soffermo oltre, ho leggiucchiato qualcosina e semplicemente non mi interessa. Verrei dunque subito alle due storie per cui ho comprato l'albo se non meritasse qualche parolina doverosa l'aumento di prezzo ingiustificato, quasi sette euro, per un'edizione che giunta al terzo numero, si conferma più povera rispetto alle pagine patinate del vecchio almanacco. L'idea che si fa luce da un po' nella testolina delle alte sfere di via Buonarroti è che il marchio Tex venda comunque A PRESCINDERE. Continuate a tirare la corda e vediamo come va a finire. Per una volta mi sono soffermato sulla seconda pagina - edizione a cura di Frediani - non ci leggo il nome di Mauro Boselli per fortuna, beh caro Frediani sto pensando seriamente di non comprare più il tuo almanacco, pardon il tuo Magazine. Vedi, un Tex Magazine semestrale, da quasi dieci anni, con un bel gruppo di appassionati, come Tex Forum, lo prepariamo anche noi e quello che offriamo gratuitamente sarà anche poca cosa, ma è genuino e d'altronde non disponiamo neanche dei potenti mezzi di cui potreste disporre voi, mi piacerebbe un sacco che mi spiegaste il perchè di quello che trovo su queste pagine che mi sa tanto di trito e ritrito. Dire che, con il nuovo corso, pensavo veramente che nell'era internet vi foste veramente decisi a pubblicare un prodotto su Tex e non con Tex, che con due misere storielle, facesse leva su delle vendite che altrimenti, tolte le due misere storielle, vi farebbe immantinentemente chiudere baracca.Ora, per venire alla due storielle, la prima di Cajelli e Faraci, non è una storia di Tex, è una bella storia un po' troppo azigogolata su un personnaggio altamente improbabile e parecchio contradditorio, con due pards svegli come le allegre comare del mio vicinato che tutto hanno capito. Per tacere dell'ennesima sparatoria olimpionica nella grotta: non avete ancora capito una mazza di cosa è Tex. La storia, per quel poco che resta, è peraltro leggibile. La seconda breve di Mignacco mi sembra più degna di nota senza che peraltro in quelle poche pagne succeda niente. Sarà, come ho scritto nel topic del disegnatore, che i suoi disegni nascondono sufficientemente la povertà della trama, però è una storia di Tiger e una storia su Tiger, cosa che di questi tempi non è poco. Quattro al pacchetto, Non so quanto venda, sarà che posso permettermelo (ancora) e che del Tex voglio leggere tutto, ma questo albo è da lasciare in edicola senza troppe lacrime. Ci sto pensando per il 2019.
  3. ymalpas

    Le Domande A Giovanni Bruzzo

    Non so se Giovanni Bruzzo frequenti ancora questo forum, voglio comunque complimentarmi qui con lui per la recentissima storia che ha disegnato per il magazine. Il miglioramento rispetto alle prime prove è netto, forse non più di tanto visibile sul piano della qualità (c'è comunque) quanto in quello della personalità, con il maestro Ticci che è sempre presente, vedi i fascinosi visi allungati, ma con un Bruzzo che non è Ticci ma semplicemente Bruzzo e fa, della tradizione/eredità grafica, semplicemente quello che tutte le nuove leve dovrebbero fare. Con i suoi soli disegni ha reso "texiana" la storia di Mignacco e mi pare non si possa fare miglior complimento a un disegnatore.
  4. E io non me n'ero accorto, ecco perché la edicolante nel momento in cui avveniva la transazione impugnava la colt. Tutta la mattina a chiedermene il perché!
  5. ymalpas

    Tex e il razzismo

    Yawn (a reflex act of opening one's mouth wide and inhaling deeply due to tiredness or boredom)
  6. ymalpas

    Tex e il razzismo

    Continuo a non capire l'intestardimento nel voler considerare il termine razza solo dal punto di vista genetico. Per parlare di cani, invece che di afroamericani o di asiatici, il labrador non potrà dire al bassotto "no, tu non sei un cane", perché geneticamente il patrimonio condiviso è quello dei loppidi. Però la razza labrador esiste come esiste quella del bassotto tedesco, non si parla certo di genetica, ma di tratti caratteristici esteriori evidenti che differenziano i due cani. Per ritornare agli essere umani, la differenza tra le due ragazze sotto è ben visibile: quella che è più bella dipende dai gusti personali, a taluni piacerà la prima, a talaltri piacerà di più la seconda, alla maggioranza degli altri non dispiacerà la prima e non dispiacerà neanche la seconda. Be good and relax
  7. ymalpas

    Tex e il razzismo

    Dal dizionario: RAZZA: Ogni raggruppamento d'individui costituito in modo empirico sulla base di caratteri somatici esteriori comuni ( r. bianca, gialla, nera ; r. australiana, sudanese ); il concetto di ‘razza’, privo di fondamento sul piano dell'analisi genetica, è stato spesso utilizzato in senso politico per operare arbitrarie differenziazioni sul piano delle relazioni sociali e politiche; il termine è oggi sempre più spesso sostituito con quello più appropriato di etnia. Io continuerò pertanto ad usare la parola in modo empirico per differenziare gli uomini sull'esclusiva base di caratteri somatici esteriori comuni. Lasciamo stare l'aspetto della genetica, sulla base della quale ogni differenziazione, come è già stato ribadito più volte , è priva di fondamento. E smettiamo di vedere dappertutto razzisti, omofobi e nazisti.
  8. ymalpas

    Tex e il razzismo

    La parola razzismo oggi è sulla bocca di tutti. Il bello del Tex che pesta un avversario dipende dal fatto che pesta uno che se lo merita. Qualche volta è un texano, qualche volta un messicano, qualche volta un afroamericano, qualche volta un asiatico, qualche volta un politico, qualche volta un semplice fuorilegge. Non è che se Tex pesta un afroamericano il piacere della lettura cresce, come a qualcuno piacerebbe semplicisticamente pensare di alcuni lettori. Il problema di una storia come il maxi di Ruju non sta nel suo presentare degli afroamericani dalla parte dei buoni, sta nell'incensarli in nome di una correttezza politica che su Tex non c'è mai stata. Quindi il problema non sono i neri, è la correttezza politica. E quando Ruju esagera in nome della correttezza politica la sua storia, a un lettore come me, non piacerà mai. Io ho in testa il Tex di GLB. Quello di "linciaggio" e non necessariamente di "Il figlio di Mefisto, quello di "Jethro" una recente storia di Boselli che di un nero ha fatto un protagonista a tratti commovente, e per niente politicamente corretto. Chi pretestuosamente finisce immancabilmente per tirare in ballo il razzismo a proposito di altri forse soffre solo di razzismofobia. Due aggettivi per non usare una parola ancor più offensiva, ma senza rinunciare ad essere graffiante nei confronti di un albo che ho acquistato e che non ha niente a che fare con il Tex con cui sono cresciuto.
  9. ymalpas

    Tex e il razzismo

    Quello della correttezza politica è un capitolo già scritto, mi sa. La storia andrebbe, nell'anno del settantennale, valutata anche su questo. Dopo le striscianti e bavose performance del Ranger nelle storie degli ultimi anni, purtroppo, c'è poco da sperare. Vorrei essere ottimista, ma bisogna essere razionali, Ruju ha già detto la sua sulle pagine del maxi che ricorderete tutti.
  10. ymalpas

    Dopo Il 700

    Carlo, il mo era un messaggio scherzoso. La Blondie della prossima copertina di Piccinelli sembra fatta apposta per accalappiare nuovi lettori, io non me la lascio sfuggire. Quanto alla prima avventura in cui figura, la ricordo male, la ricordo bruttina, e ricordo che in un sondaggio dei primi anni ottanta si classificò tra le peggiori. In ogni caso complimenti a Piccinelli per come sta disegnando le nuove copertine di Zagor. E spero che almeno su questo noi siamo d'accordo
  11. Il Maxi di quest'anno è stata una bella eccezione. Vedremo quest'anno con Diso quanti voti raccoglierà.
  12. ymalpas

    Dopo Il 700

    Io invece proporrei il ritorno di janet Brent dopo averla opportunamente resuscitata solo per fare concorrenza a Zagor che ripropone a febbraio dopo trent'anni e più la bionda della storia più brutta di Zagor a memoria d'uomo. E il mio tono è ultimativo, bada bene, Borden.
  13. Di tutti i Tex che vanno in edicola, compro tutto. Di Zagor compro solo l'inedito. Questo basta a rendere l'idea. Se non fossi un collezionista, quali Tex lascerei in edicola ? - Il Tex Magazine a gennaio - Il color estivo e storie brevi - il maxi Tex Mi sembrano degni dell'edicola, invece, oltre alla serie regolare, anche: - il texone - il cartonato Per quanto riguarda le ristampe bonelliane (oppure no), in tutte le loro salse: - lascio tutto in edicola Per quanto riguarda il materiale collzionistico non cartaceo: - lascio tutto in edicola Concludendo, sono legato alla vecchia politica aziendale: questa nuova improntata al marketing ossessivo ereditata dalla Panini, di cui Airoldi è l'artefice, non so quanto potrà durare, per me ha i giorni contati, è suicida già nelle sue intenzioni.Ma finché la gente compra....
  14. ymalpas

    [686/687] La città nascosta

    La vecchia storia di GLB in una carrellata di immagini (le copertine delle strisce). Tanto per capire quello che avrebbe potuto essere e ciò che non è stato.
  15. Bravo Mastantuono e bravo chi queste tavole le ha colorate magistralmente. Questo un albo da settantennale e lo dico anche prima di leggerlo.
  16. ymalpas

    [686/687] La città nascosta

    Claro, chi decide è il Bos. Quindi non sei neanche tu che decidi. Sono le mie opinioni che sono contestate: sbaglio o è Andrea67 che si meraviglia ? Entra nel merito, caro Carlo, e contesta il mio messaggio, ti sto aspettando: ti ho messo nero su bianco tutte le ragioni per cui Ginosatis non riscuote la mia stima. Tra lui e Biglia, per fare un azzardo di paragone, ci sono miglia e miglia di distanza, in Biglia non riscontro i difetti che trovo nelle tavole di Ginosatis. Aspetto la tua contestazione. Cosa vuol dire tono ultimativo ? Se dico Ginosatis non è da serie regolare è un tono ultimativo ? O dovrei dire "Ginosatis non mi piace, ma siccome ci sono dei lettori e degli amici suoi personali (come Carlo Monni ) cui Ginosatis piace, allora devo essere cauto e dire che l'albo può andare in edicola, perche si c'è chi a cui quel disegnatore piace per cui sono io che devo mettermi l'anima in pace". Scusami, anche no. E non dimentico i tuoi di toni, quando parlavi di Nizzi.
  17. ymalpas

    [686/687] La città nascosta

    Infatti puoi farti piacere chi vuoi. E puoi meravigliarti quante volte ti pare. Per me Ginosatis non è un disegnatore da Tex. Ha dei limiti nella gestualità e nelle pose dei personaggi, che hanno espressioni facciali tra le più strane, alcuni paiono afflitti da mal di denti, altri dal volto perennemente contrito, personaggi a lutto, tra l'altro gli riesce difficile differenziare da un punto di vista fisiognomico i vari personaggi e la rappresentazione dei paesaggi non è certo quella dei migliori disegnatori di Tex. Pecca anche nell'uso del bianco e del nero, ha un tratto grossolano, non sono le pennellate di Ticci o di Nicolò che vedo nelle sue tavole. Ma se a te piace sono problemi tuoi, non venire però a dire a me che sbaglio io a volerlo fuori dalla serie regolare.
  18. ymalpas

    [686/687] La città nascosta

    Sono sicuro che l'approssimarsi al 700° numero di Tex, più che al tanto pompato settantennale ( e che è ?) regalerà a un lettore quarantenne come me delle storie all'altezza di quelle del passato e scelgo non a caso la bella immagine del superbo Dotti con un vero protagonista, il Maestro, che per la prima volta vediamo disegnato da una mano che non è quella ormai stanca di Letteri (quando nell'ombra ahimé si trama di un ritorno di un Wolfman qualsiasi, dal precipizio in cui non lo si è voluto lasciar perire, personaggio iconico del trash Tex che ci siamo dovuti sorbire negli ultimi quattro mesi). Sul Tex bang bang faraciano che tanto piace ai leechers facebookiani e che induce teste spellacchiate e ingrigite come il sottoscritto a manifestare il proprio malessere con messaggi al vetriolo, come li si è voluti fin troppo gentilmente tacciare, devo ammettere che la domanda me la sono posta, se il problema non dipenda proprio dalle mie aspettative troppo alte che, trattandosi di un fumetto popolare (nel senso che è indirizzato a 200000 lettori che chiedono solo una mezz'ora di relax senza troppe domande) assolve la sua funzione primaria di puro intrattenimento. E mi ricordo le parole dello zio, che non c'è più, che al Tex ci aveva iniziato tanti e tanti anni fa e alle sue parole che lamentavano il Tex che non lo scrivono più come una volta, un lettore di Tex lo zio che aveva riletto la serie non sono quante volte, che la conosceva e mi correggeva tutte le volte che non l''azzeccavo, un lettore qualunque che al Tex chiedeva, per l'appunto, solo puro intrattenimento, ma che fosse scritto come il Tex a cui si era affezionato e a cui mai aveva rinunciato del tutto nella sua tempestosa vita. Ecco, questo è, sul piano delle insipide sceneggiature e mettiamoci anche quello dei disegni di un mensile a cui autrefois potevano accedere solo i imigliori e a cui oggi accedono addirittura i Cossu o i Ginosatis, un Tex in cui incomincio a non riconoscermi più. Certo l'emozione di tenere in mano il mensile da leggere e assaporare ce l'ho ancora (anche se questa volta sono passati tre giorni prima che lo prendessi in mano dopo averlo comprato con tre o quattro giorni di ritardo sulla data di uscita) tanta almeno quanta è la delusione nel leggere delle pagine che demoliscono il mito. Ogni storiella che si somma alle precedenti, e quante ne abbiamo lette negli ultimi duecento numeri, il compitino ligiamente portato a termine che se vi va bene se no lasciatelo in edicola, sono una mancanza di ripetto per un personaggio la cui storia, lunga settant'anni, merita e merita e merita tanto di più. Il significato dei settant'anni è questo, non certo i bang bang o i disegni che faresti meglio a trovarti un'altra occupazione, no cara SBE, non sono io a dovermi vergognare dei messaggi al vetriolo ma voi delle storie che mandate in edicola, sulla serie regolare, sui color, sul magazine, storie che passeranno alla Storia come il trash Tex.
  19. ymalpas

    [686/687] La città nascosta

    Un altra picconata al nostro inossidabile Tex, nell'anno del suo settantennale, con quel logo in copertina che a questo punto sa di presa in giro. Questa va nel repertorio di scene alla stregua del "Tex consegna pistola e cinturone". Infatti, della serie "come ti rovino un'ambientazione". In effetti Faraci conosce due trame: la prima è quella del tizo in fuga inseguito da altri tizi; la seconda è quella dei nevequaglia e Stroke, con bande corpose, che terrorizza paese e cittadinanza. Da qui non si esce. L'ambientazione sarebbe servita magari a qualche altro autore con un pizzico in più di fantasia, per alcuni anni non ne potremo leggere. Questo locus amoenus, violato due volte nel giro di un paio d'ore, peraltro necessita di una sospensione dell'incredulità che mette a dura prova il lettore, con le armature e i manganelli per far rispettare l'ordine e il palazzo che c'è e non c'è. Questo è un altro modo di dire quanto è semplicione il nostro Faraci. Questo mister Stroke che neanche le bande dei Dalton o Jesse james! ma per favore! Tutti birilli da immolare in quel parco giochi che è diventata ormai la serie regolare. Altri 3,50 € gettati nel cesso. Spero che il Boselli curatore ci pensi due volte prima di approvare un nuovo soggetto simile. Il mese prossimo abbiamo Ruju e Cossu, comincio già a fare un po' di conti, ma poi leggo in altra sezione che si spera in un'inversione di tendenza per il settantennale. Sarà mai con questi autori, cui aggiungo anche Ginosatis, in agguato nei prossimi mesi ?
  20. ymalpas

    Dopo Il 700

    Su zagor, certo non su Tex, di "Patagonia" ne basta una !
  21. E invece sono una delle cose migliori che Mauro Boselli, curatore di Tex, potesse immaginare di proporre ai lettori. A tutti coloro che non comprano questi cartonati posso dire che sbagliano, le storie finora si sono dimostrate tutte interessanti, mauro boselli non ha tradito mai la sua firma se non nell'unica volta in cui pure l'ha ammesso pubblicamente, il famigerato maxi di Fernandez, per cui comprate se ne avete la possibilità, magari non leggetele adesso queste storie, ma fra qualche anno, quando forse avrete cambiato idea. Posso capire le critiche per una storia non all'altezza, ma le critiche come nel forum di TWO rivolte al Tex giovane, queste sanno solo di partito preso. Le storie con il Tex giovane, sono, infatti, tra le migliori cose scritte negli ultimi anni (e penso anche al superbo cartonato di Manfredi & De Vita).
  22. Come no? Chiudete gli occhi su certe performance di artisti internazionali e vi soffermate su qualche disegno del grande Galep con qualche , trascurabilissimo, difetto. Bravi! Bis!
  23. ymalpas

    [688/689] Il messaggero cinese

    C'è da dire che Cossu rende meglio sulla carta stampata. Non è un disegnatore pessimo, semplicemente non è un disegnatore da serie mensile settantennale di Tex. Bisogna avere l'onestà di riconoscerlo e non trincerarsi dietro la questione del de gustibus non disputandum est. Diso, Alessandrini, Cossu sono disegnatori che non si discutono, MA su altre serie. Spero che questa doppia di Cossu sia dovuta all'impossibilità da parte della casa editrice di mandare in edicola un'altra storia pronta e non sia invece l'inizio di una politica editoriale che sta intaccando anche la serie regolare, che nel settore ristampe e marketing è già tristemente improntata all'idea "se non ti piace lascialo in edicola, non ti obblighiamo a comprarlo" , e che denota - all'esatto opposto di una linea editoriale per 50 anni tentuta in maniera ferrea da Sergio Bonelli - una linea certo non improntata al rispetto del lettore che fedelmente segue il personaggio da quando comprava le caramelle.
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