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Dix Leroy

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Dix Leroy

  1. L'interruzione delle storie era perfettamente plausibile e necessaria quando Tex Gigante era una raccolta di strisce. Dopo il numero 100 divenne un espediente per fidelizzare i lettori, con il risultato che molta gente ha fatto la collezione (me compreso). Come ha giustamente detto Johnny Colt ora è molto più facile recuperare arretrati, ma è subentrato una esigenza editoriale. Che qualche volta si possa "sforare" non è certo un dramma, ma anche i fumetti d'oltreoceano ormai sono costruiti apposta per la seguente pubblicazione in volume. Comunque anche l'albetto di 32 pagine era forzatamente realizzato per avere il colpo di scena all'ultima vignetta!
  2. Sono perfettamente cosciente che certe storie sono state accorciate o allungate per arrivare al numero di pagine prestabilito. Però ricordo esattamente come allora quando da ragazzo recuperavo un vecchio albo dove le prime venti o quaranta pagine non le potevo leggere perché non avevo l'inizio e delle rimanenti pagine chissà quando avrei potuto leggere la fine. Allora gli altri mi dicavano: "Leggi e basta, e poi vedi di passarcelo!". Altro che continuità e analisi delle trame o delle caratterizzazione dei personaggi. Ha quindi senso che io dia il mio voto? No, perché sono diventato un maniaco collezionista: proprio per colpa della vecchia impostazione sono stato costretto a recuperare tutto quanto è uscito, e sono arcisicuro che qualche storia non l'ho neanche mai letta (esattamente perché in precedenza mi mancava la fine o l'inizio). E sempre a causa di questo fra qualche mese non potrò più comprare niente, perché ho esaurito il posto disponibile.
  3. Io ho smesso di guardare i cartoni animati quando la signora D'Avena ha ottenuto il monopolio delle sigle. Prima c'erano pezzi suonati come si deve e parecchio accattivanti. "Shooting Star", sigla finale di Ufo Robot Goldrake ha un giro di basso da paura. https://www.youtube.com/watch?v=PrU64JqBffA Una cosa diventa "classica" se è buona (forse) ma solo col passare del tempo. Bonelli era rivoluzionario (ai suoi tempi), poi è diventato un termine di paragone, poi sorpassato e poi un classico! Ma forse Nizzi era già partito classico per contratto, quindi si è perso una tappa.
  4. Voglio segnalare un fatto che per me ha dell'incredibile nell'ultima pagina… C'è una didascalia dove Nizzi scrive "Quella sera…" e i nostri commentano il successo della loro missione. Poi altra didascalia: "La mattina dopo Tex e i pards salutano Pierre e Gros-Jean…" senza alcun dialogo nella vignetta E nella didascalia successiva il gioco di prestigio: "…e partono alla volta di Calgary." Tex: "Dove ci aspetta un comodo treno che ci riporterà in Arizona!" Cioè Tex si aggiunge e continua il testo del narratore!!! Alla prima lettura questo mi era completamente scappato, perché nella successiva vignetta Nizzi rovina tutto con l'improponibile la storia del sonnifero. A Carson sappiamo che per dormire gli basta posare la testa sullo schienale, ma per fare la battuta era meglio tirare in causa un bello stivale sulla zucca.
  5. Sapete cosa ho fatto oggi pomeriggio, visto che il mio paesello è pieno di gente a spasso ma non avevo nessun interesse a incontrarla? Ho tolto un dito di polvere dal mio Tex 364 e ho riletto "Il medaglione spagnolo" nella quasi calma del mio terrazzo (rispetto alle scorse settimane oggi c'era un fastidioso vociare a cui non sono più abituato). Giudizio critico: una pizza! Stanno a ripetere sempre le stesse frasi e durante i bivacchi un odioso "cosa pensi?" dietro l'altro. Ma Tex che lascia andare i tre messicani per liberare l'indianina è puro Tex (cosa doveva fare, seppellirli fino al collo e buttarci sopra le formiche rosse?). Meno che i due rangers vadano a pigramente a zonzo nella zona delle dita di Manito per NON cercare il tesoro dei conquistadores, Alla fine comunque una lacrimuccia è scesa lo stesso, ma la mia collezione è talmente fornita di belle storie di GLB che non sento la mancanza di nuovo materiale. Anche se, qualcuno ha detto che qualcosina ancora ci sarebbe.
  6. Concordo che questa storia sembra un romanzo, solo che io compro fumetti! Non dico che non è successo niente, ma alla fine del secondo albo UN seminole in quarta di copertina! Credevo che la storia trattasse di questo... Per non sconfessare il carattere del mio avatar: più Dinamite (grandissimo, quanto mi mancavano queste scene) e meno donnacce! E anche il poker mi annoia, perché qualsiasi gioco da tavolo mi annoia. Spero che Tex non faccia in seguito anche tornei di biliardo o freccette.
  7. Mi sono espresso male, ovviamente. Le critiche vanno fatte se è il caso, non solo perché l'autore è giovane! Al vecchio una volta si portava rispetto, spesso anche quando diceva cialtronate perché ormai la testa non gli funzionava più. Io stesso ho dovuto rimanere di più al lavoro per rifare cose che il capo aveva cannato e neanche se ne era accorto. Ovviamente il giorno dopo i complimenti se li è beccati lui mentre a me hanno contestato il fatto che avevo fatto straordinario non richiesto!
  8. Per Mollica vale lo stesso discorso di Bonelli. Ora è anziano, cieco e altre patologie che gli rendevano molto difficile il lavoro, ma per il suo effettivo buon carattere gli hanno concesso più di quanto normalmente era permesso fare. Ma in passato non potevo sopportare come trattava nei suoi servizi il mondo del fumetto, anche se era uno dei pochi in tivù che ne parlava. Per esempio io credo che Mollica sapesse benissimo che non era solo l'accoppiata Bonelli/Galep che produceva le storie di Tex eppure proprio questo si evince dal servizio. Se avrai l'occasione per essere intervistato (non in diretta) da radio, tv e giornali sappi che neanche il dieci per cento di quello che ti chiederanno verrà pubblicato/trasmesso, spesso con risultati opposti a quanto si voleva dire.
  9. Non ero (ovviamente) a conoscenza dei problemi che il patriarca del fumetto aveva già prima di smettere definitivamente di scrivere Tex. Comprendo che la redazione allo stesso tempo coprì e sopportò questa persona che prima aveva tanto contribuito e che poi era diventato un problema. Non certo una bella situazione. Capisco anche il metodo di Valerio, perché altrimenti ogni brutta storia avrebbe una sua scusante (era freddo, avevo il mal di testa, avevo litigato con la megera che mi tengo a casa, le rate in scadenza…) Ma pensate per un attimo che l'attuale parco testate texiano fosse stato creato trenta o quaranta anni fa. I rari e a volte insensati soggetti del papà di Tex sarebbero diventate delle splendide storie brevi per il color autunnale, o per i cartonati, invece di star lì in quattro a stiracchiare le sceneggiature in un albo o due quando effettivamente si trattava di storielle improvvisate da un nonno per i tantissimi "nipoti" sparsi per la penisola! Questo "Medaglione spagnolo" poteva risultare un semplice "divertimento" con un numero di pagine pari a "Il totem misterioso" che probabilmente a quell'epoca era la lunghezza ideale per gli ultimi guizzi del Bonelli padre in fase regressiva. Cercate di apprezzare il fatto che Nizzi (e vari disegnatori con tanti inverni sulle spalle) si mettano al tavolo per farvi leggere le storie di Tex e cerchiamo di essere un po' più clementi con il loro lavoro. Le pulci facciamole pure ai più giovani, che hanno ancora la schiena ancora dritta per beccarsi le critiche e davanti a loro ancora molto tempo per migliorare.
  10. Invece appartiene a quel filone di storie che mescolano vari generi che mi hanno fatto scegliere Tex rispetto agli altri fumetti. Non sono mai intervenuto in questa sezione perché da GLBonelliano non nutro nessun interesse per questo aspetto (almeno su Tex). Sono del parere che l'avventura sia la prima cosa, poi c'è lo svolgersi dinamico e accattivante della vicenda, a pari passo i disegni e i dialoghi, per ultima la coerenza con le storie precedenti e se possibile un minimo di veridicità storica, che va allegramente a cadere nelle storie fantastiche come "Il mondo perduto" e cento altre, che sono bellissime proprio perché danno libero sfogo alla fantasia, sognando antiche civiltà o visitatori alieni o interdimensionali che hanno interagito con i pellerossa creando le leggende indiane o i luoghi sacri o proibiti. Puro intrattenimento e grande evasione dalla dura realtà per una mezzora di relax. Poi ci stanno anche le storie che inseriscono Tex nella "storia vera", ma non sono rari i casi in cui funge solo da spettatore o ne esce con le ossa rotte, nel senso che non potrà mai esserne il fulcro in quanto personaggio di fantasia!
  11. Dix Leroy

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Bravo! Alla prossima e buon lavoro.
  12. Dix Leroy

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Visto che c'è in giro per il sito il colpevole... Mr. CVilla, io sono sempre stato un tuo fan e ho il tuo primo albo di Tex autografato (Il ranch degli uomini perduti) dai tempi della Bonelliana a Padova. Volevo sapere perché (rispetto alle copertine) tutti i personaggi del tuo Texone hanno delle sopracciglia vistosamente grosse e quale è la motivazione per cui in molti primi piani di tre quarti si intravede troppo della tempia che in teoria non si dovrebbe vedere. Porta pazienza, ma il tuo stile più vero del vero mi porta a essere meno tollerante a certe piccole sproporzioni e le critiche le faccio a chi ha la bontà di sentirle e a chi rispetto e stimo come professionista e persona (gli altri che si impicchino!) In ogni caso accetta i miei ringraziamenti per aver completato la storia in modo che anche noi anziani potessimo leggerla!
  13. Mastantuono ha il suo stile, che può piacere o meno (personalmente io metto lo metto a pari di Fusco perché quando leggo le loro storie adopero la stessa "sospensione dell'anatomia). Ma non si può dire che le sue tavole siano brutte, e tenete presente che è stato copertinista per Nick Raider e per la ristampa di Blek. A me stupisce il fatto che possa passare con disinvoltura da Paperino a Tex: quanti sono in grado di farlo?
  14. Letto la storia finalmente completa. E ricominciata dall'inizio viste le osservazioni che pensavo mi fossero scappate. E invece ho chiuso il secondo albo soddisfatto perché non è un capolavoro ma neppure una schifezza. Le scene di sparatorie non proseguono per decine e decine di pagine: si tratta di uno scontro a fuoco come ne abbiamo visto a tonnellate durante gli scorsi settant'anni, quindi tutto nella norma. Da una ripetizione di una scena simile tra i due albi mi sono accorto che Nizzi (se ne accorge Carson) mette in bocca a Tex battute proprie del più anziano e saggio pard, quasi una rivoluzione! E c'è pure una scena finale "lampo" che dura appena sedici pagine siparietto finale compreso, quindi anche accenni di ammodernamento da parte di Nizzi. Voto 7+
  15. Sono sicuro di aver già espresso questo concetto che può sembrare strano e sicuramente poco tecnico. Uno scrittore può essere bravissimo ma trovarsi in difficoltà dentro un universo che non ha contribuito a creare (tanto di cappello a chi ci è riuscito) Se invece si trova a costringere il protagonista a non essere più se stesso per portare avanti ciò che si è prefissato difficilmente realizzerà una bella storia. Chi riesce a entrare in sintonia con i personaggi, avrà un grande privilegio: loro stessi gli suggeriranno l'azione e i dialoghi!
  16. Dix Leroy

    L’album di figurine di Tex

    Io ho due album edizione normale (in realtà ne ho comprati sei e ognuno aveva qualche difetto) Una scatola di figurine aperte e una chiusa. Quelle sei che mancavano per finire la prima raccolta le ho prese dal sito Panini Non mi decido mai ad attaccarle.
  17. Dix Leroy

    Il giusto valore dei Tex

    Per me, amico NK, Tex è essenzialmente da 1 a 98 (facciamo 100 visto che era a colori). Il resto è bello ma meno mitico. Purtroppo o per fortuna l'ho letto in versione censurata (altrimenti forse non l'avrei letto) e quindi mi sono fatto una idea sfalsata, a detta di molti. Quindi avventure brevi, piene di sparatorie, pugni, sedie che volano e battute memorabili, aderenza alla vera storia del west poca o nulla, ma a me bastavano le famose cartine geografiche, che peraltro non mi sono mai dato la pena di controllare! Personaggio veramente sempre al fianco di Tex in quelle avventure era il suo fedele e intelligentissimo cavallo. Ho letto e riletto la storia dove si narrava del loro incontro e sono sempre stato tranquillo che il nostro eroe poteva buttarsi in qualsiasi impresa e se fosse caduto in qualche crepaccio, dentro un fiume o una buca scavata dagli avversari, il fido Dinamite lo avrebbe ritrovato e salvato. E nel proseguo, quando Dinamite improvvisamente sparì dalle scene, quanti anni passati a immaginare un suo ritorno (che poi si è avverato anche se purtroppo è stato l'epilogo finale). Io ho pagato un Tex 122 completo di poster 60 euro, che ho versato senza battere ciglio. Un mio sogno era possedere un numero 1 gigante della prima serie, ma in questo periodo è meglio che risparmio un po'. Un altro era avere la raccoltina bianca "Fuorilegge", ma sono stato appagato anche dalla ristampa anastatica del box "Tex Willer"
  18. Dix Leroy

    Il giusto valore dei Tex

    Io ho letto la discussione stasera e sembra che manchi "qualche puntata", ossia da un post all'altro si cambia argomento. "Un Tex": non ti sembra troppo generico per una collezione che vanta più di 700 numeri? Va da sé che un volume recente non possa valere più del prezzo di copertina (anche se fosse esaurito nel sito SBE), mentre uno d'annata deve essere valutato con lo stato di conservazione e la rarità. Un numero uno spillato primissima edizione, con "scagnozzi", autorizzazione corretta ma mancante di 50 pagine non lo prendo neanche se me lo regalano. L'anno scorso un mio collega mi ha chiesto un parere su una striscia "Il totem misterioso" a 1800 euro con copertina mancante sostituita da una fotocopia anni settanta. Se l'è presa anche se gliel'ho sconsigliata. Delle simpatie per Coffin o Tesah invece non so cosa dirti. Uno è un poco di buono, l'altra una principessina Pawnee non mi troverei bene con nessuno dei due.
  19. Dix Leroy

    Il giusto valore dei Tex

    Perdonatemi: questa discussione comincia con quanto è giusto spendere per un albo di Tex (presumo d'annata) e poi finisce tra chi si preferisce tra Coffin e Tesah?
  20. Dix Leroy

    [Texone N. 04] Piombo Rovente

    Premetto che io non leggo Diabolik (tratta di furti a opera di un fuorilegge che si beffa delle forze dell'ordine, che lo prendo a fare?), ma da quello che sapevo si trattava di fumetti disegnati molto accuratamente, con sfoggio di automobili sportive, belle signore dell'alta società e un protagonista dallo sguardo indubbiamente magnetico. Dimenticavo i famosi retini meccanici per le ombre e le sfumature. Arriva il Texone di Zaniboni (che si diceva colonna di quella testata) e sfogliandolo mi ha detto proprio poco. Immagino che abbia voluto prendersi una vacanza da un certo modo di disegnare e realizzare qualcosa di diverso.
  21. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Hai detto con proprietà di linguaggio quello che neanche sapevo di sapere. Ottimo.
  22. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    In questo caso non posso che darti ragione, però quando si parla di fantasmi non può esserci sempre un imbroglione che vuole truffare il prossimo (quello è il mondo reale).
  23. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Intanto Buon compleanno in ritardo! Nulla contro nessuno. Se mi conosci saprai che io non ho mai attaccato Nizzi per partito preso. Uno degli elementi che mi facevano preferire Tex ad altri western erano quelle storie in cui Bonelli si lasciava andare, non gliene fregava niente della veridicità o della logica e imbastiva trame misteriose, con atmosfere davvero indimenticabili. Nizzi copiò il patriarca del fumetto in molte delle sue caratteristiche, tranne questa, semplicemente perché a lui non piacevano. Quando dovette farlo, preferiva rigirare la frittata e trovare un fondo di razionale. A un certo punto anche i lettori furono del parere che Tex è il western "serio" e Zagor quello "fantastico" e probabilmente entrambi diventarono eccessivi nei rispettivi campi.
  24. Dix Leroy

    [Maxi Tex N. 17] Alaska!

    Ecco, una cosa che rimprovero a Nizzi è aver abituato i lettori di Tex che queste cose vanno bene solo su Zagor. E un plauso a Boselli per aver reintrodotto seppur timidamente il magico e il pauroso. Non l'horror, che non mi piace, a pari del sentimentale o del pruriginoso.
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