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TWF - Tex Willer Forum

Dix Leroy

Ranchero
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Everything posted by Dix Leroy

  1. A mio modo di vedere un fumetto dovrebbe avere metà delle pagine rispetto a un Bonelli standard e costare metà di quanto costa oggi. Lo leggerei avidamente e non vedrei l'ora che uscisse il seguito. Dato che devo aspettare un mese è molto facile che tra due settimane mi compri un albo di un'altra testata, e farei felice non uno ma due team di realizzatori. Se invece andasse a finire che ogni settimana trovo nel resto della spesa il necessario per un albo andrebbe a finire che spenderei più di adesso e neanche me ne accorgerei.
  2. Sei euro per un fumetto inedito della Bonelli (non mi pronuncio sui 5,90 visto che è prassi comune nell'economia di mercato), non sarebbe neanche questa gran tragedia, per chi vuole acquistare un opera di intrattenimento da leggere conservare e volendo tra qualche anno rivendere o scambiare con altri fumetti. Un dvd da edicola a 9,90 (dieci sacchi) è una mosca bianca, di solito si pagano molto di più. Ma è il target di riferimento che ormai sta mollando per tanti motivi. Una volta finita la naja e individuata la pollastra da sposare, il tempo per i fumetti era terminato e toccava alle nuove leve farsi avanti, nell'arco di tempo in cui i futuri nascituri crescessero quel tanto per scoprire la collezione di papà e portarla avanti. Questo non viene ricordato qui e secondo me è volutamente ignorato da editori e collaboratori. Se si voleva campare sulle vecchie generazioni purtroppo il punto limite è arrivato.
  3. Una volta calmati gli animi (gli autori si sentono quasi sminuiti dalle nostre critiche e gli acquirenti per varie ragioni non accettano di buon grado né l'aumento né le giustificazioni), spero ardemente ci si convinca tutti che stiamo parlando di "fumetto popolare seriale". Ciò per me implica un ripensamento generale dell'offerta, che non significa storie ancor più brutte e/o disegnate peggio, ma forse una diversa concezione del prodotto, che oggi vuole rifarsi al libro o al pezzo da collezione. Oppure al concetto opposto: stiamo parlando di letteratura pari al libro, e allora veste, contenuto, prezzo e periodicità diversa da ora.
  4. Non posso dire che sono anni che io non vado più in pizzeria perché preferivo spendere quei soldi per i fumetti, ma sta di fatto che da quando non compro più fumetti non mi trovo comunque soldi avanzati per andare a mangiare la pizza! Il mese prossimo c'è il cambio dei pneumatici, il bollo e la revisione dell'auto, mentre il mese scorso c'era l'assicurazione, altro che i "giornaletti"...
  5. E' tempo di scelte radicali un po' per tutti. Anche per una casa editrice che partita in forma artigianale forse è cresciuta troppo per un paese come l'Italia. L'idea brillante tarda ad arrivare e il piano di riserva secondo me ha funzionato molto a lungo, adesso però mostra la corda.
  6. Per me è il media fumetto (popolare italiano) ormai ad aver chiuso il suo percorso. Io da vecchio lettore preferisco in ogni caso una storia vecchia a una nuova, che l'abbia già letta o meno. Non mi sento più di consigliare un fumetto a un giovane, se è un vecchio albo perché non è stato scritto per lui mentre quello nuovo francamente nemmeno. Nei due albi di Rick Master della Collana Rodeo ci sono 4 avventure (200 pagine contando copertine e un frontespizio) e c'è tutto quello che il personaggio poteva e sapeva offrire. Le ho rilette almeno una decina di volte, non è certo il capolavoro di Bonelli, ma è godibile. Pensate al fatto che il suo ritorno sulle pagine di Tex raddoppierà in due mesi il numero complessivo di tavole a lui dedicate e pur essendo nella percentuale di lettori che davvero lo conosce, non sono poi così elettrizzato dall'evento (ma è probabile che li comprerò, dopo mesi di abbandono). Stasera invece finirò l'ultima striscia anastatica di Zagor e un pizzico di tristezza c'è.
  7. Preso in edicola all'epoca, carino ma si faceva già fatica allora a sfogliarlo per la troppa colla impiegata. Oggi probabilmente non riuscirei comunque a leggere le scritte. I colori già meno fantasiosi rispetto alle epoche precedenti ma migliori di quanto si vede oggi. Un "cosino" simpatico da tenere a casa.
  8. Questa mi era sfuggita, un dettaglio non trascurabile. A te è scappato che lui non ama le storie antiche. Bella idea quella di cercare le ristampe (si chiamava "Tex Stella d'Oro") con i primi texoni. Se togliamo quella di Galleppini (che da grande estimatore di Galep era abbastanza triste da leggere), questa serie ha proposto quasi sempre ottime prove grafiche, storie non esageratamente lunghe e prezzi sempre accettabili anche in versione originale. Non dimentichiamo le pagine introduttive, che accennavano alla storia e soprattutto presentavano l'autore dei disegni, che ho sempre considerato come il valore aggiunto soprattutto per chi non è esperto. Il Texbook cartonato sarebbe una buonissima cosa, ma quando il nostro amico si accorgerà che il "vero" Tex è proprio quello lì...
  9. E' una impresa da far tremare i polsi anche se vedo che alcuni hanno proposto storie a mio avviso pesantissime senza troppi problemi. Se l'atmosfera "primitiva" come la definisci tu non ti appassiona, le produzioni recenti piene di personaggi, sottotrame e riferimenti letterari potrebbero anche essere peggio! Di certo moltissime storie che ormai stanno diventando classici, mentre per noi vecchi lettori sono ancora di fresca memoria, sono senz'altro inappaganti e svogliate (il periodo che definiamo "tardo Nizzi"). Mi sento di sicuro di escludere qualsiasi Maxi (quelli scritti da Segura sono una interpretazione personale del personaggio, altri invece sono se non scarti di magazzino almeno storie lunghe e a volte soporifere, diversi sono realizzati da disegnatori dallo stile indigesto). Secondo me sei proprio il tipo di lettore che si avvantaggerebbe della nuova serie "Super Tex Speciale", che propone almeno all'inizio ottime storie disegnate da autori di tutto rispetto. Sempre che ti piacciano i fumetti a colori (non eccelsi). Tex il Grande che sarà la prima uscita è molto bello, il secondo con i disegni di Giolitti non è da meno.
  10. Avessero tenuto come riferimento proprio quel numero cento tutta la collezione storica (e successivi riutilizzi) avrebbe giovato enormemente.
  11. Almeno fino al raggiungimento di un certo livello di civiltà, a mio modesto parere la tassazione nel nuovo continente era sicuramente inferiore a quanto dovuto ai governi (o meglio ai signorotti locali) della vecchia Europa. Ovviamente esisteva una illegalità diffusa dove se volevi vivere tranquillo qualcosa si doveva tirar comunque fuori, che fosse un servizio di vigilanza (quando non c'era un vero tutore dell'ordine o un forte militare nei paraggi) o tener buono il ranchero prepotente, la banca che depredava allegramente gli onesti cittadini che intendevano aprire attività o piccoli allevamenti, o semplicemente il solito bullo di paese che intendeva vivere alle spalle dei più deboli. Gli avventurieri come Tex si spostavano da un villaggio all'altro e da un lavoretto all'altro e appena la situazione si complicava o si limitavano a cambiare aria o decidevano di porre un limite a queste piccole o grandi ingiustizie.
  12. Se la collezione storica di Repubblica si fosse fermata al cinquantesimo volume avresti ragione. Purtroppo la serie vendeva e quei colori noiosi proseguiranno per centinaia e centinaia di uscite... Se confronti il Supertex 100 alla versione moderna piangerai meno pelando un chilo di cipolle!
  13. Vista la facilità con cui il Tex prima maniera buttava sulla scrivania la "patacca" rinunciando a uno stipendio sicuro la dice lunga sul fatto che la paga non era un elemento primario. E quanto mi sarebbe piaciuto fare altrettanto nella mia carriera lavorativa, ma la paga è stato sempre l'UNICO motivo per alzarmi all'alba e andare al lavoro...
  14. Uno sceneggiatore è il creatore di un universo fittizio in cui i personaggi operano e parlano secondo i suoi dettami e il protagonista non è altro che una versione migliorata di sé stesso. Può mettersi al servizio di qualcosa di già creato per vari motivi, ma quasi mai per umiltà, la cosa più probabile è che in cambio dell'occuparsi di una testata storica ci sia l'occasione per varare una serie completamente ideata da lui. In America, almeno nei tempi passati, la serie di successo viene data in gestione a uno scrittore, che rilegge le parti salienti precedenti, e nella quasi la totalità delle volte riscriverà le origini secondo i suoi gusti, portando avanti la serie fino a che le vendite sono all'altezza delle aspettative. Poi la gestione passerà a un altro, che seguirà la stessa procedura, sbarazzandosi prima possibile dei personaggi e delle sottotrame del predecessore.
  15. Mi sa che è durissima da semplici lettori indicare anche solo un nome. D'istinto verrebbe da proporre uno scrittore americano, solo in teoria più adatto di un italiano per cultura e istruzione, ma appunto Chuck Dixon (che ho apprezzato in altri ambiti) ha fornito una prova del tutto insufficiente viste le aspettative. Tex non si può aggiornare, semplificare, adattare al proprio stile. E' l'autore che deve mettersi al servizio del personaggio e questo scarta già il 90% del parco esitente. Tra chi resta si deve scremare chi copia e incolla scene e situazioni già viste o chi usa Tex come sfondo per raccontare in realtà altro. Se questo autore esistesse non dubito sarebbe già stato assoldato e al lavoro sulle prossime storie. Se invece si vuol fare una parodia di Tex o proporre storie in cui ci sono versioni alternative, horror o derive supereroistiche, doppi universi, contaminazioni tra generi, team-up... allora penso che ci sarebbe la fila fino in strada!
  16. Tre anni sono tanti, in un tempo in cui le informazioni viaggiano con velocità e modi diversi rispetto a oggi. Ma io immagino Bonelli sr. che scrive una storia ambientata in Florida, consulta i suoi testi (magari un po' stagionati) alla ricerca del nome degli indiani più o meno residenti in quei territori e finita lì. A Galep arriva la sceneggiatura (lui neanche li possiede quei libri) e procede come suo solito. La storia ora è pronta e magari Sergio dà una controllata e solleva timidamente la questione. Non c'è né tempo né volontà per correggere e a posto così.
  17. Diciamo che a loro piace molto parlarne male. Poi che la crisi del fumetto popolare avventuroso ci sia non si può negare. Ma le soluzioni? Scimmiottare i manga? Prendere autori di destra invece che continuare a far scrivere autori di sinistra? Ma andiamo! Ora la situazione è questa, che Boselli sia ancora bravo o sia in calando resta l'unico che può gestire la testata e scriverne gran parte delle storie. Qualcuno può dargli una mano a fatica mentre nessuno sembra ancora in grado di sostituirlo. Se chiude Tex chiude la Bonelli e così prenderanno di mira la Panini, la Marvel e la DC (come già peraltro fanno). I manga leggeteveli voi, a me non piacciono per partito preso, piuttosto mi rileggo i classici dei supereroi o accendo la tv.
  18. Ha una storia lunga come un libro, e niente di cui andare fieri. L'appartenenza a una sfera politica (costantemente rimarcata) ne fa un osservatore sempre non imparziale.
  19. Come diceva Maurizio Mosca: ti stanno arrivando i carabinieri a casa!
  20. Per me Bonelli ci portava per mano (una mano rude e ferma ma noi ci facevamo trascinare volentieri) nel SUO West. Era un universo simile a quello dei film perché le basi erano le stesse, con l'addizione dei romanzi e libri in inglese anche non western a cui noi non avevamo accesso. Presto questo West si arricchì di personaggi e situazioni neanche ben definite perché col tempo le cose si modificavano e sempre a nostro favore, ma restava sempre una epopea prima di tutto sempre avvincente e con l'episodio successivo quasi nessun altro "bagaglio" ci si doveva portare dietro. Da un certo punto in poi la collezione o la lettura di Tex poteva iniziare con qualsiasi episodio, continuare con gli inediti o col recupero delle storie precedenti. A me piaceva molto che Tex poteva affrontare con disinvoltura rapinatori di banche, indiani in rivolta, faccendieri di città, sette segrete o popolazioni isolate in valli sperdute, passare la frontiera e trovarsi nell'assolato Messico o nel freddo Canada e trovarsi di fronte nemici totalmente inaspettati. Le didascalie e le mappe erano punti immancabili, i dialoghi mai banali e spesso (davvero) divertenti e ogni tanto una piccola "lezione di sopravvivenza" con la lettura delle tracce, dei segnali di fumo, dei piccoli indizi che notavano l'astuzia degli avversari a nascondere le proprie mosse o quelle messe in atto dai pards per venire a capo della faccenda. Tutti questi "ingredienti" sono presenti anche nelle storie non scritte dal creatore? Si e no, ma spesso di vede che sono messe a posta, come un dovere nei nostri riguardi, quindi manca quell'istinto, nota distintiva di chi un giorno ha iniziato la serie. A me piacevano anche le incongruenze, specie dei disegnatori, donando una originalità oggi completamente perduta per il dovere di mostrare tutto come deve essere. Questa ovviamente è nostalgia.
  21. Al terzo post non più sospetto lo leghiamo, lo rotoliamo nella pece e poi lo cospargiamo di piume. E pensare che per le feste volevo diventare più accomodante...
  22. Se oggi fossero 35 gradi e avessi il condizionatore a palla lo spirito natalizio sarebbe sotto i piedi. Loro ci sono abituati e auguro loro un sereno pranzo di Natale con insalata di riso e cocco spaparanzati in spiaggia!
  23. I personaggi elencati per una riproposta non accendono la mia curiosità, li ritengo tutti come serie che hanno completato il loro percorso e Nick Raider il suo ritorno lo ha già avuto. Le copertine viste di Mastantuono mi sono piaciute, forse accentrando lo sforzo in una unica immagine la resa rispetto a una storia intera ne gioverebbe. E poi tra i nomi dell'elenco mi sembra quello con più anni di "servizio". Probabilmente ho contribuito anche io in passato a discussioni estenuanti ai forumisti, ma pensavo a ogni mio nuovo intervento di dover difendere le mie idee da attacchi provenienti da più fronti e che sembravano più diretti alla mia persona che all'opinione che esprimevo. Quando vedrò che la mia opinione viene solennemente contestata mi limiterò a prenderne atto e passare oltre. Ovviamente Manara è un grande illustratore e non pongo veti a un suo Tex purché che rientri nel solco della tradizione. Per esempio il Tex di Serpieri, pur non canonico è stato realizzato con cura e rispetto, pur con forzature tutto sommato accettabili. Il Boselli dei tempi d'oro mi sa che ce lo siamo giocati, mentre il richiamo alle armi di Nizzi era giustificato dall'enorme mole di lavoro richiesta dall'editore e da Claudio non si poteva pretendere di più.
  24. Natale in Arizona non suona granché a noi europei, come quelli che festeggiano Natale in spiaggia per via della posizione sul globo terrestre. Poi comunque ci si abitua. Ma a meno di non dover compilare scartoffie o avere ogni giorno un giornale fresco da leggere, temo che il calendario ai tempi del far-west fosse molto meno importante che ai giorni nostri. Per esperienza quando sono in ferie già da giovedì (il quarto giorno) comincio a non percepire più l'esigenza e neanche l'interesse di sapere che giorno sia. La vita nel passato veniva scandita con eventi diversi (raccolti, semina, vendite di bestiame...). Però se si riuscisse a far coincidere Natale con trasferte in Canada o altri territori innevati...
  25. Buona idea quella di riprendere in mano lo speciale ad alcuni anni di distanza. E' stata una buona lettura in ogni caso (non contiene certo storie a tema natalizio, soltanto si volge in quel periodo dell'anno ed è uscito in quel periodo). Il fatto che non ricordo precisamente i fatti è a suo vantaggio. I fumetti più belli sono quelli che si possono rileggere e non scatta mai il "Ah, adesso mi ricordo!" che ci fa chiudere l'albo prima della conclusione. I personaggi che vanno in bagno a fare i bisogni per chi crede che agli eroi "non scappa".
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