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Poe

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Tutto il contenuto pubblicato da Poe

  1. Poe

    [108/109 ] Massacro!

    Amleto in confronto a te è un decisionista!
  2. Poe

    [108/109 ] Massacro!

    Mi fido di te, allora! Però tu consiglieresti "Le catene della colpa", ma i disegni di Ortiz non so se possono attirare un ragazzino. E i disegni sono fondamentali. Poi anche la storia - che a me piace, sia chiaro - non mi sembra eccessivamente avventurosa e appassionante. Comunque ribadisco che mi fido di te sui gusti dei ragazzini! Ancora con questa storia del Tex fallibile!!!!??? Scusa, Andrea, ma a parte che il Tex fallibile c'è sempre stato fin dalla sua primissima apparizione (riprendi in mano "Il totem misterioso" e vedrai), Diablero poco più su ha spiegato benissimo che c'è differenza fra errori comprensibili (come in questa storia) e piccionate senza senso e umilianti. Leggiti il suo post, che è molto preciso (tranne che sulla derringer di Fraser, che secondo me Tex si era proprio dimenticato, altrimenti non usciva così allo scoperto). Purtroppo ormai "Massacro" per alcuni lettori invece di essere nota come una delle migliori storie di GL Bonelli, è diventata "la storia in cui Tex ha sbagliato". Addirittura l'unica! Oppure quella che giustifica i fallimenti di Tex nelle storie peggiori di Nolitta e Nizzi. Non è proprio così!
  3. Poe

    [108/109 ] Massacro!

    Be', quando ho scritto che la consiglierei a un nuovo lettore l'ho fatto soprattutto perché la ritengo una delle più belle storie di GL Bonelli, una delle meglio disegnate e una delle più appassionanti e "forti". Ancora attuale, pur essendo del 1969. Se ne potrebbero consigliare tante altre classiche: "Sangue Navajo" (ma è un po' datata per un lettore neofita), "Il giuramento", "Sulle piste del Nord", "La notte degli assassini", "Sulle rive del Pecos", ecc. forse più tipiche e rappresentative di GL Bonelli, ma secondo me "Massacro" è una sintesi perfetta del personaggio Tex, o almeno di alcuni dei suoi aspetti fondamentali. Senza dimenticare che Tex in realtà ha sempre avuto molte sfaccettature, più di quelle che di solito si immagina, con avventure più o meno solari o più o meno cupe, a seconda delle tematiche, dell'estro del suo creatore o anche dei disegnatori (e qui il tratto del primo Ticci contribuisce molto all'atmosfera, basta vedere solo le espressioni fosche dei vari personaggi). O a seconda del periodo storico. Leggevo ieri la striscia anastatica n. 19 "Uno contro venti" che si conclude con Tex che se ne va al galoppo con queste parole "Corri, Dinamite, corri... e non ti fermare sino a che la notte non nasconda ogni cosa... Non l'amore, ma la morte deve essere la fedele compagna di ogni giorno e di ogni ora." Una frase molto forte, che certo il Tex successivo, in compagnia del figlio o di Carson, o in mezzo ai suoi Navajos, non penserebbe più, ma che fa capire come il personaggio di Tex avesse fin dall'inizio un aspetto oscuro, consapevole di essere sempre in compagnia della morte (e lo si vede anche ne "Il passato di Tex"). Comunque il consiglio di lettura era rivolto più che altro a un lettore adulto o giovane; a un ragazzino alle prime letture fumettistiche regalerei invece - come ho scritto nel topic apposito - "Nei territori del Nord-Ovest" di Boselli-Font. Piacevole e stupenda avventura classica, che riassume bene tanti aspetti del mondo di Tex. Oppure anche la recente di Tex Willer "Nella terra dei Seminoles." Ottimi regali natalizi!
  4. Poe

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    Allora... p. 77 Il colonnello Dickinson a Tex: "Ho denunciato i traffici del Mississippi Ring tre mesi fa. Senza di me il processo non sarebbe stato istruito!" Poi a p. 78 spiega di aver raccolto prove sulle distillerie clandestine di Vicksburg, sulle industrie di vetro che imbottigliano il whisky venefico, sui magazzini del porto, sui traffici loschi. Quindi di cose da dire ai giudici sembra che ne abbia parecchie! Per questo lo vogliono uccidere. Il tema è simile al Maxi "Il ponte della battaglia" (anche se affrontato in modo diversissimo), ossia di come dopo la Guerra civile gli ex soldati e ufficiali, abbandonato qualunque ideale, si siano messi a fare affari e soldi con traffici o speculazioni disoneste, alimentando la corruzione e un "progresso" caotico e ingiusto. Comunque... p. 122 Carson dice a Tex "Dickinson non sa niente di niente. E se sa qualcosa la tiene per sé" Carson si riferisce al fatto che non sa niente di chi stia cercando di ucciderli, né sa niente degli altri due testimoni che il giudice ha convocato, non che non sa niente dei traffici del Mississippi Ring o che sia inutile come testimone. Abbiamo visto che è lui con le sue denunce che ha avviato il processo. Non conosce i capi del ring, ok, ma mica devi sapere tutto sulla 'ndrangheta e sulla mafia per fare un processo di mafia! Ah, a proposito... la vedova non è una pazza scatenata, c'è un motivo preciso perché a un certo punto rompe le bottiglie del saloon con un bastone, ossia perché poco prima ha parlato con una ragazzina a cui il proprietario ha dato da bere del whisky venefico. p. 142 "avete spacciato whisky a una ragazzina... ecc." Essendo una proibizionista a cui è morto il marito per alcolismo, mi sembra normale che la vedova si incavoli a tal punto da irrompere nel saloon per punire il corruttore di ragazzine. Anzi è una scena anche originale, secondo me. (In "Lotta sul mare" le valkirie della Lega della temperanza che spaccano vetrine e quant'altro allora cosa sono?) p. 163 La vedova dice a Tex che il testimone chiave del processo era Talbot, la prima vittima del killer, che lei stessa aveva denunciato e che ora forse sarebbe diventato un collaboratore di giustizia. "Sapeva molte più cose di me sul Mississippi ring". Quindi anche se meno informata, lei sapeva diverse cose, almeno sui traffici locali a Memphis. p. 221 il killer con l'armonica dice che la vedova aveva soprattutto il compito di incastrare Talbot, il primo testimone, costringendolo a confessare le tante cose che sapeva. Ora che Talbot è morto la vedova è meno pericolosa, ma intanto che ci sono vogliono far fuori anche lei, insieme al Colonnello. In più Tex e Carson hanno raccolto altre informazioni e catturato complici che possono diventare anche loro testimoni pericolosi. Intanto piano piano il colonello, parlando con i Nostri, capisce che se il killer con l'armonica è Dunley, dietro di lui non può esserci che capitan Destiny che a suo tempo lo aveva rieducato e addestrato creando una rete di spie. Non mi sembra che ci sia bisogno di Sherlock Holmes per una simile deduzione. a p. 268 lo spiega bene un dialogo. E' un ipotesi che fa il colonnello. "Potrebbe aver tessuto una rete criminale e averla mantenuta anche dopo la guerra." Sono nove le spie di capitan Destiny e che ora potrebbero essere i membri del ring entrai in contatto con la malavita del Sud e che lui scrive in una lettera. p. 284 in un flash back di guerra (che è in realtà il racconto che il colonnello fa a Tex), capitan Destiny dice durante una battaglia navale al colonnello: ""E quando avremo vinto, non più battaglie, ma traffici... da Nord alla conquista del Sud è questo il nostro destino". E' ricordando queste parole che il colonnello fa 2+2 e collega definitivamente Dunley a capitan Destiny (genio del male, lo definisce) e ai loschi traffici sul Mississippi. Insomma, a me la trama sembra credibile e ben motivata. E Carson non penserà di risolvere il problema del whisky sparando alle bottiglie della bettola, ma intanto che c'è, perché no? Infine l'ultima sul colonnello Dickinson: è una persona onesta ma un militare disposto a sacrificare i suoi uomini per la vittoria e di fronte alla morte di chiunque a glorificarlo come un eroe. E' una caricatura? Non direi proprio... Quanti ce ne sono ancora oggi che parlano sempre con retorica militare, sono sempre in divisa e mostrano le proprie numerose medaglie ed onorificenze sul petto (o la penna d'alpino) in tutte le occasioni, anche quando vanno in televisione a parlare di vaccini e di ospedali, o di qualunque argomento. (Ogni riferimento a un certo generale non è casuale...)
  5. Poe

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    Sono d'accordo. La storia non è per niente intricata, anzi più lineare di così! Ci sono dei testimoni chiave in un importante processo che devono essere fermati a tutti i costi dai delinquenti. Tex e Carson devono proteggerli. Cosa c'è di complicato? Veramente la trama è basata su un viaggio lungo il Mississippi per giungere al luogo dove dovranno testimoniare davanti a un giudice. Che poi questi testimoni non sappiano assolutamente nulla a me non risulta, anzi... Non credo che Manfredi scriverebbe mai (e Boselli suo curatore accetterebbe) una storia con dei delinquenti che vogliono uccidere a tutti i costi testimoni che non sanno nulla. Forse bisognerebbe rileggere la storia con più attenzione... Mah!... Forse abbiamo letto due storie diverse: i personaggi sono dei tipi umani (l'ufficiale borioso, la vedova acida, il venditore di armi spavaldo...) un po' più caricati del solito, volutamente non troppo approfonditi psicologicamente. Sono appunto dei tipi, che servono alla trama e che sono rappresentanti di una categoria sociale che Manfredi vuole criticare, satireggiare. Sinceramente di solito su Tex si vedono personaggi ben più stereotipati di questi (e senza neanche l'alibi della satira) che invece riscuotono grande successo. E comunque la storia non va avanti grazie a loro, di fatto la trama è basata su un inseguimento, mi sembra evidente... Gli avversari non mi sembrano degli aspiranti suicidi (?) solo perché cercano di fermare i rangers. La trama è quella: devono fermare i rangers e i testimoni! E' così insolito? Anche qui non capisco... Quante decine, centinaia di volte abbiamo visto Tex e Carson dare fuoco a magazzini di whisky, trading post di commercianti di alcol per gli indiani, o di armi di contrabbando. Quante volte abbiamo visto spaccare un locale o sparare alle bottiglie per dare una lezione al proprietario corrotto del saloon o semplicemente per eliminare (come in questo caso) delle merci avariate (stiamo parlando di whisky che praticamente è veleno)? Mi viene in mente tra le tante una scena di "Sulle tracce di Tom Foster" in cui i Nostri in un saloon sparano a tutte le bottiglie dietro il bancone, mentre un altro personaggio dice (vado a memoria): "E pensare che questi sono dei rappresentanti della legge!". Anche qui... sembra che sia la prima volta in Tex che vediamo delinquenti (qui un ring ben organizzato e spavaldo) fare il bello e il cattivo tempo, fregarsene della legge, distruggere saloon, ammazzare giornalisti o qualunque altro intralcio in pieno giorno, sparare per le strade, ecc. Direi anzi che è la scena più tipicamente texiana fin dai tempi di "Uno contro venti" (n. 2 della serie). Il bello è che Manfredi di solito viene accusato di essere troppo poco texiano, poi in questa storia inserisce i classici topoi di GL Bonelli e lo si critica proprio per quelli! In questo caso: quante milioni di volte abbiamo visto personaggi che (per calcolo, per paura, perché sbatacchiati da Tex, perché vedono che la partita è persa, ecc. ) tradiscono i propri complici e cambiano subito casacca pur di salvare la pelle o non finire in galera! Tutte cose normalissime in Tex, ma che in questa storia improvvisamente sembrano incredibili! Usando lo stesso metro con altre storie, sai quanti mattoidi si troverebbero. Poi, per carità, una storia può non piacere, ci mancherebbe, si può non gradire il tono, Carson e Tex che sono troppo cupi e seriosi, il killer con l'armonica poco sviluppato come personaggio, ecc. ecc., ma trovare difetti e buchi di sceneggiatura dove non ci sono... Sono d'accordo. Può non piacere, ripeto, ma non è un pastrocchio con tanti mattoidi, è una storia che ha un senso e, volendo, anche una morale.
  6. Poe

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Argomento, anche se siamo sempre nel campo dei gusti personali. Innanzitutto le storie che hanno come protagonisti personaggi maturi non mi sembrano così rare come dici, anzi... Se ci limitiamo alla Bonelli TUTTE le serie attuali bonelliane hanno eroi positivi maturi, se non addirittura quasi anzianotti, da Nathan Never a Dylan Dog, da Martyn Mystere a Dampyr, a Julia, ecc. Ora persino Nick Raider viene riproposto invecchiato (ma sempre uguale)! Sembra che la Bonelli voglia davvero dar ragione a chi la critica dicendo che è ormai è una casa editrice che fa fumetti per vecchi. Per me non è così (o non del tutto), ma sta di fatto che l'unica serie con un personaggio giovane e in divenire è proprio "Tex Willer", e secondo me - guarda caso - è la migliore testata della Bonelli oggi, migliore anche della serie regolare di Tex. E' quella più fresca, quella più interessante e più piacevole da leggere, quella con una qualità media più alta, e paradossalmente è quella da cui mi aspetto più novità, pur conoscendo già quale sarà il futuro di Tex adulto! Personalmente penso che la Bonelli dovrebbe puntare di più su protagonisti ventenni o adolescenti (senza scadere nel giovanilismo) e creare nuove serie che possano attirare un pubblico più giovane (anche se è difficilissimo, si sa). Ma tornando a Tex, io non considero Tex giovane così lontano dal Tex classico. Certo, è diverso dal Tex 45enne che questo mese sulla regolare si sta inoltrando con i pards nella tundra e nel mar artico, ma è pur sempre lo stesso personaggio (pur con età differenti) che il lettore esperto ha letto e conosciuto in passato. Voglio dire, Tex come personaggio non è sempre stato un 45enne fisso a quell'età, come invece lo sono altri (per es. Dylan Dog aveva 30-35 anni circa nel n. 1 e ce li ha ancora, idem per Julia Kendall), si è evoluto nel tempo con GL Bonelli e il lettore texiano che ha letto tutta la serie con i suoi 734 albi ha memoria anche del Tex giovane di GL, a cui Boselli si rifà. Non gli è estraneo e inedito questo Tex Willer giovane, anche se certo Boselli ci aggiunge qualcosa di suo - com'è inevitabile e giusto che sia. Poi ognuno ha i suoi gusti, io motivo i miei: tra i tanti ci metto che mi sono sempre piaciuti i romanzi di formazione, e la serie Tex Willer ne è un valido esempio. Mi sono sempre piaciuti i personaggi in divenire, che evolvono e si modificano nel tempo lasciandoti l'impressione che tutto ancora possa accadere, almeno l'impressione... (e come ho detto è un paradosso perché noi sappiamo che il Tex giovane prima o poi sposerà Lylith e non un'altra, per esempio). Eppure a questo Tex giovane a me pare che possano capitare avventure più insolite di quelle che potranno accadere al Tex maturo e ormai sclerotizzato della serie regolare. La Bonelli in passato faceva serie così: Storia del West si evolve, Ken Parker si modifica, anche Mister No ad un certo punto esce dall'Amazzonia, Magico Vento cambia nel tempo come personaggio e così anche la miniserie Volto nascosto, anche la seconda odissea di Zagor era un cambiamento in un certo senso (anche se parziale). Ora tutto sembra immobile, tutto è sempre uguale (vedi Julia di Berardi rispetto a Ken Parker), i cambiamenti sono finti (vedi il Dylan Dog di Recchioni), si finge di cambiare tutto per non cambiare niente (sarà un segno di questi tempi storici?), si promettono novità e poi è sempre la solita minestra, anzi peggio di prima (nei fumetti come nella realtà). Anche Dampyr - una serie che mi è sempre piaciuta - si è infilata in universi paralleli, in mondi alternativi metaletterari, ecc. dove il tempo è immobile e dove i personaggi sembrano finiti in un labirinto di specchi, mentre all'inizio pareva una serie horror in divenire che mescolava i vampiri al mondo reale (la guerra in Bosnia, in Cecenia, ecc.) e che avrebbe subìto importanti cambiamenti che in realtà non sono avvenuti (o sono avvenuti in modi irrealistici e quasi fantasy). Ecco sì, direi che il genere che più rispecchia questo periodo storico (gli ultimi vent'anni diciamo) è il fantasy - che a me non piace per niente. E spero tanto che "Tex Willer" non diventi una serie western-fantasy! Mi fido di Boselli, e confido nei futuri cicli realistici che vedranno protagonisti il rivoluzionario Montales e poi la Guerra Civile americana, dove Tex potrà evolvere e maturare fino a diventare com'è oggi..
  7. Poe

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    E' proprio come nei team-up! All'inizio tu e Diablero ve le date di santa ragione, poi alla fine diventate amiconi!
  8. Poe

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Mah!... Mi stupisce sempre leggere questi commenti sul forum a proposito delle storie di Boselli, sia di Zagor che di Tex. Boselli nelle sue avventure più ambiziose e con le trame più articolate (le sue migliori) costruisce storie corali, in cui affianca all'eroe una serie di personaggi e comprimari ben caratterizzati e interessanti, che contribuiscono alla risoluzione della vicenda insieme all'eroe principale. Ormai è abbastanza assodato questo. Fa così dal 1994. Come dice Virgin, è un po' come lamentarsi che nelle storie di Manara si vede la fxxx. Poi uno può legittimamente preferire altri tipi di storie, in cui tutto ruota sempre e solo attorno all'eroe, ma dire che qui Zagor non fa niente... a p. 32 e seguenti Zagor e Cico combattono contro i Comanche. Vengono sopraffatti da forze preponderanti, sì, ma dopo una lunga lotta a p. 76 e seguenti Zagor fugge dal campo comanche per salvare dei coloni dal saccheggio. Riesce a salvare i due bambini e la madre da solo, poi, sì, lo aiuta anche Lupo Grigio, ma non dimentichiamo che non siamo a Darkwood. a p. 118 e seg. Zagor discute con Lupo Grigio cercando di convincerlo a unire le varie tribù per trattare la pace ed evitare la guerra. Più che chiacchiere direi che sono dialoghi fondamentali sia per capire la complessità della situazione storica, del conflitto tra Comanche, texani e messicani, sia per dare un carattere ai personaggi (se non approfondisci i dialoghi come fai a dare una psicologia e uno spessore a un personaggio?). - a p. 130 e seg. Zagor arriva a Bandera dove viene arrestato poi rilasciato. Tutti contro uno... che doveva fare? - a p. 180, dopo aver dialogato con Rose, suo padre e gli altri (facendoci conoscere il loro carattere e la loro mentalità) Zagor parte in missione di pace ma i cacciatori di bisonti rovinano tutto e Zagor si prende una botta in testa senza riuscire a salvare i suoi compagni. - poi ci viene raccontata la storia sentimentale di Adam Crane e la vicenda di Juan e dei messicani, e solo qui Zagor sparisce un po'... - ma a p. 256 e seguenti torna Zagor e salva Cico, Orso Nero e gli altri comache dai messicani. Lunghi combattimenti di Zagor insieme a Orso Nero. - a p. 307, dopo aver seguito le disavventure di Adam Crane, si torna a Zagor e ai suoi propositi di pace, nonostante tutto. Cico gli dice che qui in Texas non lo conosce nessuno e il suo parere non conta un accidente, ma Zagor non demorde. - a p. 323 Zagor torna a Bandera e libera Adam Crane (e meno male che non fa niente!) e insieme ai comanche fugge inseguito dai rangers. - a p. 371 ancora una volta Zagor cerca una tregua, vuole parlamentare, si pone come mediatore e ce la fa. Il punto è questo: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Se si vuole una storia complessa, con bei personaggi, tendenzialmente realistica, che descriva un popolo indiano e un periodo storico non in modo superficiale, per forza di cose l'eroe perde un po' della sua centralità. Ma a vantaggio di tutta la vicenda e della trama. Uno Zagor che fa tutto da solo e risolve tutto sarebbe stato poco credibile, togliendo realismo a una storia che - come detto - vuol essere tendenzialmente più realistica del solito. "Fratelli di sangue" è un po' alla Gino D'Antonio di Storia del West (Zagor mediatore alla Bill Adams), ma allo stesso tempo perfettamente zagoriana. Per quanto riguarda lo speciale "Bandera", mi è piaciuto. Team up riuscitissimo. Ottimi i dialoghi tra Tex giovane e Zagor cinquantenne. Alcune scene un po' troppo "compresse"; qualche pagina in più non avrebbe guastato. Unico neo, come hanno già detto altri, la profezia di Zagor che non c'entra niente con una storia così. A me che non piacciono e non fregano i team-up è ora invece cresciuto l'interesse per il prossimo (spero senza Cico!). Concordo! Tirando le somme, per la serie "Tex Willer" una splendida annata (senza alcun calo) che si conclude con questa ciliegina sulla torta!
  9. Poe

    [Texone N. 23] Patagonia

    In Tex Willer, insieme a Montales potrebbe tornare anche Nacho Gutierrez, visto in "Vendetta per Montales" n. 579, dove si dice che avevano combattuto insieme da giovani. Chissà...
  10. Poe

    [Texone N. 23] Patagonia

    “Patagonia” è un’avventura in crescendo, fino a metà è una grande storia, poi, da quando Mendoza riceve i nuovi ordini per una resa incondizionata del capo Sayelque, diventa un capolavoro. Da quel momento il ritmo degli avvenimenti aumenta, il tempo accelera, la situazione di Tex e degli indios è sempre più disperata, il senso di inevitabilità e di tragedia incombente si fa palpabile e salgono la suspense e la tensione, così come la rabbia del lettore di fronte alle ingiustizie e alla meschinità degli ufficiali guerrafondai. Ogni scena è splendida, ogni dialogo sempre più preciso ed evocativo, la storia diventa epica ed eroica, e la tragedia di un popolo si mescola con la tragedia morale di un uomo: Ricardo Mendoza. Se le scene madri in “Patagonia” abbondano, una delle più belle, su cui vale la pena soffermarsi, secondo me, è il dialogo tra Mendoza e Tex nella pampa sotto l’enorme, unico albero che si staglia in quella pianura sterminata. La luce del sole filtra dalle nubi scure e Frisenda riesce a conferire a tutta la sequenza un’atmosfera meravigliosa. I dialoghi non sono da meno. “Sono in preda a una profonda angoscia, Tex”, dice Mendoza all’arrivo a cavallo dell’amico, “pensiamo di essere padroni del nostro destino e dei nostri gesti… e invece è il destino a compiere le sue scelte. Noi non possiamo far altro che prenderne atto.” Mendoza ha lo sguardo amareggiato di chi è convinto che ormai la guerra è inevitabile e che i suoi sogni di pace sono svaniti nel nulla. Ma ancora di più ha lo sguardo triste di chi si sente costretto ad abbandonare i propri romantici ideali e deve abbracciare una più concreta realpolitik, di chi non è riuscito a rimanere fedele a se stesso. Ma Tex lo incalza: “Nulla è inevitabile, Ricardo! Sayelque non scenderà sul sentiero di guerra se avrà la testa del responsabile.” Mendoza però è sorpreso e dispiaciuto che Tex abbia preso contatti col nemico senza avvisarlo e questo sembra bruciargli più di tutto: Tex, il suo modello di vita, non si è fidato di lui, non l’ha avvertito. ”Forse temevi che non te l’avrei permesso. E’ così?”, dice a Tex con dispiacere. “Hai ragione. Non te lo avrei permesso. Sono un soldato.” “Ma… tu sapevi come avrei agito!”, insiste Tex mettendolo di fronte alle sue contraddizioni. “Anche su questo hai ragione. Lo sapevo!”, ammette Mendoza sconfortato, ancora una volta schiacciato dall’inevitabilità degli eventi. Ma Tex, severo e giusto, gli viene però incontro, gli mette una mano sulla spalla: “Non è troppo tardi per sistemare le cose, amico… Dipende soltanto da te” Mendoza controbatte: “Devo sottomettere gli indiani delle pampas… e se non lo farò io, lo farà qualcun altro…” (La tipica scusa dei militari.) Tex è rigoroso sino in fondo: “E tu lascia che sia qualcun altro a macchiarsi di un crimine.” Ma allo stesso tempo tende una mano all’amico in difficoltà. “E’ una decisione difficile ma io sarò al tuo fianco!” Niente da fare. Mendoza ha già scelto: la patria, il dovere militare, e sotto sotto i pregiudizi culturali. “Non accetto il ricatto di un branco di selvaggi”, alla fine gli sfugge. Ormai l’uomo leale, onesto, di saldi principi morali, idealista (“che sente il bisogno di eroi da ammirare e venerare”, lo aveva descritto Tex a Kit fin dall’inizio, spiegando al figlio la differenza tra lui e Mendoza) ha lasciato il posto al patriota, al militare, all’uomo bianco. L’idealista, di fronte alla realtà complessa e alla sfortuna, s’infrange e da ammiratore di Tex ne diventa il nemico. Perché solo Tex riesce sempre a mantenersi fedele a se stesso. Il bellissimo rapporto tra Tex e Mendoza è di fatto il filo conduttore di tutta la vicenda, fino all’epilogo in cui i due - entrambi stanchi e distrutti - si incontreranno al “Nido del Condor” e Mendoza salverò la vita a Tex chiedendogli però perdono, prima di separarsi definitivamente. “Mi dispiace, amigo! Mi dispiace di tutto!” Be’, se non è un capolavoro assoluto “Patagonia” mi mangio il cappello!
  11. Poe

    Addio, Ulzana!

    Ho letto su Tex Color la breve storia di Emanuele Mosca. La vicenda molto particolare di un uomo comune che non riesce a ringraziare fino in fondo, come vorrebbe, colui che l'ha salvato tante volte (ma non l'ultima). E' originale un personaggio che si sente in debito (e non in credito) verso gli altri. Ora purtroppo siamo noi lettori che non possiamo ringraziare Ulzana per averci regalato questa bella storia. Mi dispiace. Trentanove anni sono davvero troppo pochi.
  12. Una proposta. Visto il successo e il gradimento del sondaggio (ben 63 utenti), potresti proporne un altro con meno domande ma più specifiche sui comprimari (sia come auspici per le storie future, ma anche come giudizi su personaggi o ritorni di personaggi recenti che forse non tutti hanno gradito), aggiungendo magari anche altre domande su questioni che tornano insistentemente in tanti commenti e che mi sembra ad alcuni stiano a cuore (tipo: Tex è poco centrale nella vicenda, secondo voi?, oppure Tex è troppo serioso rispetto al passato?, o simili). Non sono bravo in queste cose, ma aggiungerei anche la domanda "Oltre a Tex leggi anche "Tex Willer"?" Mi sembrerebbe interessante saperlo. In fondo è quello che auspicava Ymalpas all'inizio del topic, che ogni tanto qualcuno proponesse un sondaggio su determinati argomenti...
  13. Hai letto male la domanda, che era questa: "Saresti favorevole ad ampliare la famiglia Willer o dei comprimari?" Sottinteso (la famiglia) dei comprimari... Insomma la domanda era: "Vuoi ampliare la famiglia dei comprimari?" Non "i comprimari". E infatti l'opzione sotto (dopo lo zio di Tex e la compagna di Tiger) era: "i genitori e i parenti di alcuni comprimari". Ossia, è come se la domanda chiedesse: Volete un fratello di Montales? Una moglie per Gros-Jean? Il padre di Jim Brandon? La madre di Eusebio?... E' chiaro che la maggior parte ha risposto no, perché chi se ne frega del cugino di Pat Mac Ryan? Ma se la domanda fosse stata davvero: "Volete nuovi comprimari?" Io credo che la maggior parte avrebbe risposto sì. Che problema c'è a creare nuovi personaggi interessanti? Magari... "Integrità del personaggio" rispetto a chi? Al Tex di GL Bonelli? A GL Bonelli del primo centinaio, o a quello del secondo e del terzo? Al Tex di Nizzi? Di Nolitta? Una serie si evolve e si creano continuamente nuovi personaggi e nuovi comprimari, tutti gli sceneggiatori ne hanno creati di nuovi, ovviamente nel rispetto di quelli precedenti. E' normale e inevitabile, altrimenti si raccontano sempre le stesse storie con gli stessi personaggi.
  14. Oltretutto, se veniamo ai giudizi veri e propri, mi sembra quantomeno esagerato definire "quasi capolavori" storie come: "Messaggero di morte", "Gli strangolatori", "Attentato a Washington", "La miniera del terrore", "I diavoli rossi", "Zhenda", "Intrigo a Santa Fe". Storie che obiettivamente sono solo discrete o al massimo buone. Anzi, "I diavoli rossi" è pessima, sia come sceneggiatura che (spiace dirlo) come disegni. E questo indipendentemente da chi le ha scritte. Poi, per carità, anch'io sono affezionato ad alcune storie che magari non sono bellissime ma che a me piacciono, però non le definirei per questo "quasi capolavori".
  15. Poe

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Chi ben comincia... Ottimo primo albo, che lascia ben sperare per il seguito. Anche perché nel prossimo riappariranno Kit Carson e i rangers! Giusfredi esordisce alla grande, Valdambrini è perfetto per il tipo di storia e ambientazione messicana. Mi è piaciuta l'idea del breve flash-back in cui Tex ricorda gli insegnamenti di Gunny. Potrebbe essere un espediente da usare ogni tanto (con misura), quello di inserire brevi ricordi di Tex sulla sua infanzia e adolescenza ai tempi della Nueces Valley. Intriga molto anche la futura storia sulla giovinezza di Cochise, che Boselli annuncia nell'introduzione. Che l'abbia affidata a De Angelis (il migliore su "Tex Willer") è già una garanzia...
  16. Poe

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    Mi tocca difendere anche il tuo commento, oltre alla storia di Boselli! Questa tua osservazione, per esempio, è molto pertinente perché sottolinea come Boselli cercasse di raggiungere nelle sue prime storie degli anni '90 (oggi forse un pochino meno) una naturalezza e un'apparente spontaneità e immediatezza che in realtà sono il frutto di una profonda conoscenza dei meccanismi narrativi, e di una cultura fumettistica e letteraria notevole, oltre che di un amore verso il personaggio che traspare dalle sue avventure. Boselli ci crede, mentre altri imitano (più o meno bene). Poi ok, stiamo parlando di fumetti, non di Italo Svevo, ma che vuol dire? Boselli in molte sue storie (le sue più riuscite) ha portato una maggior cura nei dialoghi, nella psicologia dei personaggi, nella costruzione della trama (come a suo tempo Berardi con Ken Parker), che ha senz'altro elevato la serie di Tex, fumetto popolare ma di qualità. E, grazie a lui, talvolta di qualità molto alta. Poi, nel tuo commento sei stato uno dei pochi che non ha iniziato con la solita solfa sulla poca centralità di Tex e su Mitch che ruba la scena, ecc., al Nostro, che secondo molti invece dovrebbe praticamente comparire in ogni pagina, se no GL Bonelli si rivolta nella tomba... E già questo è un merito non da poco! Quindi direi che è arrivato il momento per te di cominciare a leggere la serie "Tex Willer" e farci sapere - dall'alto di una maggiore, più matura e ponderata competenza letteraria e fumettistica - che ne pensi.
  17. Esatto. Credo che per molti il fatto di aver iniziato a leggere Tex in un decennio (era questa la domanda), per esempio gli anni '80-'90, non significa che non abbiano letto prima di tutto le storie di GL Bonelli. Molti hanno "ereditato" la collezione dai padri o dagli zii, oppure si sono velocemente procurati i primi 200 numeri nell'usato, e mentre compravano mese dopo mese in edicola le storie di Nolitta, di Nizzi o di Boselli intanto si leggevano tutto GL Bonelli (o almeno il periodo d'oro).
  18. Ho notato una cosa: nella domanda sull'ambientazione preferita sta stravincendo quella nordica (72%) contro quella messicana (28%), ma tra i comprimari storici prediletti Jim Brandon e Gros-Jean arrivano a malapena al 27% insieme, mentre Montales ed El Morisco hanno un maggiore gradimento. Cosa concludere? Che i forumisti vogliono avventure in Canada e in Alaska, ma con Montales ed El Morisco momentaneamente in trasferta al Nord? A parte gli scherzi, mi fa piacere invece che per il Texone stiano vincendo Biglia e i Cestaro, i miei preferiti della lista (tra l'altro i Cestaro, se non sbaglio, hanno già iniziato a disegnarne uno). Mentre secondo me Piccinelli, per quanto bravo, non è da Texone. Mi dispiace che abbiano avuto poco gradimento le storie a sfondo storico, come la guerra civile, per cui ho votato io. Contento invece che la stragrande maggioranza non voglia ampliare la famiglia Willer. Niente "aggiungi un posto a tavola"!
  19. Poe

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    Ma no, dai, non essere così severo con te stesso! Io mi diverto ogni tanto a leggere i vecchi commenti delle storie che più mi piacciono e li trovo spesso interessanti - in questo caso, non ci crederai, anche il tuo! Da questo punto di vista il Forum è davvero una miniera di riflessioni, idee, angolazioni diverse sulle storie di Tex a cui a volte non avevo pensato. "Gli assassini" è davvero un eccellente Texone, che merita tutti gli apprezzamenti rivoltigli. E ti posso assicurare che il tuo vecchio messaggio - visto che non l'hai riletto - non era quello di un pirla, anzi, era molto equilibrato! Forse sei peggiorato col tempo...
  20. Poe

    [Tex Willer N. 34 / 36] Atascosa Mountains

    Concordo pienamente. Rauch ha fatto un buon lavoro, magari non molto originale come soggetto e come personaggi, ma una storia ben costruita, piacevole da leggere e con il ritmo giusto. E quando anche le storie meno ambiziose sono scritte e disegnate bene, e sono curate come le più importanti, vuol dire che una serie è in piena forma. Qui forse la riconciliazione tra lo sceriffo e Tex forse poteva essere ritardata un altro po', facendo crescere di più la tensione e la rabbia dello sceriffo, ma va bene anche così... De Angelis è sempre grandissimo, il migliore della serie, ma finora tutti i disegnatori di "Tex Willer" hanno convinto pienamente. Spero solo che prima o poi ritorni a disegnare "Tex Willer" Andreucci. Anche Biglia lo vedrei bene, più ancora che sulla regolare. Bilancio dopo 3 anni e 36 numeri? Solo una storia non mi è piaciuta molto, "I lupi della frontiera" (comunque sufficiente), per il resto solo belle o bellissime storie (le migliori "Pinkerton Lady" e "L'agente federale"). Ottimo il primo Speciale, discreto il secondo. Spero solo che la serie non si adagi sugli allori, ma cresca e si mantenga viva. E con le future storie di Montales e sulla Guerra Civile si osi ancora di più (in quanto a vicende ambiziose). Già sono molto curioso di leggere la prossima su "Hutch", sia per l'argomento sia per vedere all'opera Giusfredi e capire se potrà essere un valido supporto alla serie come Rauch e Ruju o persino qualcosa di più...
  21. Ma dai, Andrea, ma se è da giorni che il buon Boselli viene criticato da quasi tutti per la copertina dell'incontro tra Tex e Zagor di Dotti! E qualche mese fa è stato stra-criticato per il personaggio di Manuela Montoya e del suo ritorno, che è piaciuto poco e non doveva essere così ma cosà! Forse non da te, non ricordo, ma da tanti qui dentro. Nizzi e Villa sono intoccabili, invece? Villa è bravissimo, nessuno ha mai detto il contrario, ma non è mica sempre perfetto...
  22. Il Mefisto di Villa in realtà si ispira a Salvador Dalì. Un Mefisto surrealista!
  23. Sono d'accordo. Villa qualche volta ha il difetto di eccedere nelle espressioni di alcuni personaggi, rischiando la caricatura, o semplicemente la troppa enfasi. Basta vedere le due vignette postate sopra, che qui sotto riprendo. Se non sono eccessivi questi occhi da pazzo!... D'accordo che Mefisto nell'ultimo periodo era uno squilibrato, ma era ancora un genio del male, e in quanto tale deve inquietare mostrando i due aspetti della sua personalità, quello del folle ma anche quello dell'uomo malvissuto e malvagio, non sembrare un fenomeno da baraccone, che alla fine ottiene l'effetto opposto dell'inquietudine. Galep era più misurato in questo. Vedi allo stesso modo anche il Barbanera di Galep e quello di Villa, realistico il primo, troppo sopra le righe il secondo, troppo simpaticone, quasi più una maschera che un personaggio. (Ma non vorrei riaprire una discussione che è già avvenuta in un altro topic su Barbanera! Ognuno la pensi come vuole!). Per dire, nella storia di Nizzi/Villa - che se non si è capito a me non è piaciuta - era molto più inquietante la sorella che Mefisto, il che è tutto dire! Comunque sia, sono molto curioso per questo ritorno e allo stesso tempo mi auguro che sia l'ultimo di Mefisto e Yama, insomma lo scontro finale, come già avvenuto con Proteus e il Maestro. Anche i grandi nemici prima o poi devono morire, secondo me. Ma temo che Boselli, alla fine, uno spiraglio per un possibile ennesimo ritorno, lo lascerà... Ah, le storie migliori di Mefisto ovviamente sono "La gola della morte" e "Il figlio di Mefisto". Le peggiori, l'ultima di GL Bonelli e quella di Nizzi. IMHO
  24. Che sia pacato - il signor Nerio regista che è stato invitato dal Papa e ha vinto tanti premi e ha una moglie più bella di Caterina Zeta Jones e non è certamente un idraulico qualunque e non se la tira neanche un po' - lo si è visto nel suo secondo post, in cui si è messo a insultare con tono isterico e offensivo, trattando male persino il buon Condor, che era stato gentilissimo con lui, solo perché la sua recensione è stata criticata. Io sarò uno "scemo", secondo la sua simpatica espressione, e farò anche parte di una "casta" (?) ma avevo semplicemente ribattuto che le sue argomentazioni erano poco logiche, che non aveva evidentemente capito i personaggi della storia, molto simili a quelli di tanti film western (per esempio quelli con John Wayne a cui questa storia chiaramente si ispira) e che il suo giudizio finale mi pareva non collimare con le pesanti osservazioni da lui fatte. E' massacrare, questo? E' una critica così intollerabile da scatenare una reazione così scomposta? Nel forum ci sono state discussioni su Nizzi o su altre storie di Boselli ben più accese... Non vedo cosa ci sia da essere comprensivi con l'atteggiamento del signor Nerio, permaloso e offensivo. Comunque sia non importa, io questa discussione la chiudo qui, direi che può bastare. E viva gli idraulici che non sono mai stati ricevuti dal Papa!
  25. Be' se uno fa delle critiche, deve poi accettare anche quelle degli altri (e non è facile). La critica alla critica a me pare un fatto normale. E questo vale per tutti, ovviamente. Poi - parlando in generale - non tutto è opinabile, esistono dati di fatto che non sono soggettivi. Se uno interpreta male una situazione, se dice che un personaggio ha un carattere e invece obiettivamente ne ha un altro (che però lui non ha colto), che male c'è a farglielo notare? Posso dire legittimamente che non mi piacciono "I promessi sposi", che non mi piace Don Abbondio, ma non che Don Abbondio è un cretino che fa cose contraddittorie, quindi un personaggio sbagliato. Non tutto è questione di punti di vista.
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