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[Romanzi a fumetti 20] La maledizione del Charro Negro


MacParland

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Soggetto:  Boselli Mauro

Sceneggiatura:  Boselli Mauro

Disegni:  Gomez Carlos

Colori:  Piazza Laura

Copertina:  Gomez Carlos
 

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Condannato dai suoi delitti a vagare per sempre finché non troverà qualcuno che prenderà il suo posto, un nero spettro dal viso di teschio si confonde tra le macabre maschere della Festa dei Morti. Sulla pista di un omicidio, Tex e Carson svelano una storia maledetta di odio, rancori e colpe segrete sotto il cielo stellato del Messico…

 

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Nella presentazione su YouTube, Boselli dice testualmente “Questa è una mia normalissima storia, ma che vale oro per i disegni di Gomez”

Chissà perché la definisce normalissima, come se non fosse nulla di esaltante a livello di trama, che intenda forse dire “non epica, memorabile, ma classica”?

 

Comunque da prendere al volo! Sono certo che sarà un eccellente lavoro grafico e narrativo!

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Arthur_Morgan dice:

Nella presentazione su YouTube, Boselli dice testualmente “Questa è una mia normalissima storia, ma che vale oro per i disegni di Gomez”

Chissà perché la definisce normalissima, come se non fosse nulla di esaltante a livello di trama, che intenda forse dire “non epica, memorabile, ma classica”?

 

Comunque da prendere al volo! Sono certo che sarà un eccellente lavoro grafico e narrativo!

Un modo intelligente per sottolineare la bravura del disegnatore.

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<span style="color:red">29 minuti fa</span>, San Antonio Spurs dice:

Un modo intelligente per sottolineare la bravura del disegnatore.

Ottima interpretazione!

 

Fortunati quest’anno a poterne godere anche sulla regolare

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C'è qualcuno che come me pensa che l'ambientazione "messicana" (indipendentemente dalla trama) nelle storie di Tex sia la peggio in assoluto?

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Gianmarcos dice:

C'è qualcuno che come me pensa che l'ambientazione "messicana" (indipendentemente dalla trama) nelle storie di Tex sia la peggio in assoluto?

Affermazione strana.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Gianmarcos dice:

C'è qualcuno che come me pensa che l'ambientazione "messicana" (indipendentemente dalla trama) nelle storie di Tex sia la peggio in assoluto?

Rispetto la tua opinione. Forse preferisci le storie cittadine o quelle ambientate nel grande nord. Ma personalmente amo le storie “messicane”.. storie al confine, letteralmente, tra legge e illegalità. E poi volete mettere le ambientazioni? Quei pueblos dimenticati da Dio, dove il bianco della calce riflette il sole accecante, agavi e cactus saguaro a perdita d’occhio, bandidos con sombreri e bandolere.. anche questo è il West!! E credo che in molti la pensino come me, pur rispettando il tuo parere.. magari se ci spiegassi le tue motivazioni capiremmo, perché il giudizio in sé è alquanto sprezzante. Saludos, amigo :cowboy:

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Arthur_Morgan dice:

Rispetto la tua opinione. Forse preferisci le storie cittadine o quelle ambientate nel grande nord. Ma personalmente amo le storie “messicane”.. storie al confine, letteralmente, tra legge e illegalità. E poi volete mettere le ambientazioni? Quei pueblos dimenticati da Dio, dove il bianco della calce riflette il sole accecante, agavi e cactus saguaro a perdita d’occhio, bandidos con sombreri e bandolere.. anche questo è il West!! E credo che in molti la pensino come me, pur rispettando il tuo parere.. magari se ci spiegassi le tue motivazioni capiremmo, perché il giudizio in sé è alquanto sprezzante. Saludos, amigo :cowboy:

 

Io la penso come @Arthur_Morgan per l'ambientazione messicana e @San Antonio Spurs per la presentazione fatta da @borden a questa storia disegnata da Gomez.

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Farò una disamina più precisa della storia, ma per prima cosa posso dire che Comix Archive sta stufando con le sue recensioni negative fatte con ChatGPT: almeno scrivetele in modo normale, sono tutte fotocopie! Hanno appena fatto lo stesso con Charro Negro!

 

Passando alla storia,

 

Spoiler

avrebbe potuto essere migliore se non ci fosse stato il solito problema di Boselli: mettere un mare di personaggi che fanno perdere il filo. In una storia di 50 pagine circa ci sono quasi venti personaggi (Don Alfonso Estrada, il soprastante malvagio Robles, Daniel Flores, la fidanzata Isabel, il fratello di lei Flanin, la sua amica Josefa, Martin Estrada il figlio di Don Alfonso, Manuel, Adelma, eccetera...che mal di testa!) con tutte le loro interazioni, ed è facile perdersi. Se si fosse almeno tagliata la scena romantica, la storia sarebbe stata più gestibile. I disegni di Carlos Gomez sono eccezionali, ma purtroppo sono stati coperti dal colore e diventano dispersivi: a volte non si vedono i personaggi nè gli sfondi con dettagli importanti. E' una storia che avrebbe dovuto essere pubblicata in bianco e nero. Più avanti approfondirò meglio.

 

 

 

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Storia da 6. Tanti personaggi hanno disturbato un pò anche me stavolta; però la trama non presenta falle. Dialoghi a volte troppo corposi. 

 

Disegni molto validi (non mi entusiasma il volto di Tex però); peccato non ci sia nemmeno una spash page, avrei gradito.

 

La colorazione non mi ha dato fastidio, altrimenti semplicemente non l'avrei comprato.

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, joe7 dice:

Farò una disamina più precisa della storia, ma per prima cosa posso dire che Comix Archive sta stufando con le sue recensioni negative fatte con ChatGPT: almeno scrivetele in modo normale, sono tutte fotocopie! Hanno appena fatto lo stesso con Charro Negro!

 

Passando alla storia,

 

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avrebbe potuto essere migliore se non ci fosse stato il solito problema di Boselli: mettere un mare di personaggi che fanno perdere il filo. In una storia di 50 pagine circa ci sono quasi venti personaggi (Don Alfonso Estrada, il soprastante malvagio Robles, Daniel Flores, la fidanzata Isabel, il fratello di lei Flanin, la sua amica Josefa, Martin Estrada il figlio di Don Alfonso, Manuel, Adelma, eccetera...che mal di testa!) con tutte le loro interazioni, ed è facile perdersi. Se si fosse almeno tagliata la scena romantica, la storia sarebbe stata più gestibile. I disegni di Carlos Gomez sono eccezionali, ma purtroppo sono stati coperti dal colore e diventano dispersivi: a volte non si vedono i personaggi nè gli sfondi con dettagli importanti. E' una storia che avrebbe dovuto essere pubblicata in bianco e nero. Più avanti approfondirò meglio.

 

 

 

Chatgpt dichiara di avere il mal di testa :lol: 

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Letta già due volte.

Storia fantastica, mi sa che è la migliore dei cartonati. Io ho trovato i dialoghi per niente pesanti o prolissi. Se penso ai dialoghi dell'ultimo Blueberry, quelli si che erano prolissi, e anche le sequenze di lettura mi mettevno in crisi. Questa storia invece scorre via perfetta, sia nella trama che nei disegni.

Che dire dunque. Boselli quasi come Dumas, un po' di più di vent'anni dopo.🍺🤐🙋🏻‍♂️

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Piombo Caldo dice:

Letta già due volte.

Storia fantastica, mi sa che è la migliore dei cartonati. Io ho trovato i dialoghi per niente pesanti o prolissi. Se penso ai dialoghi dell'ultimo Blueberry, quelli si che erano prolissi, e anche le sequenze di lettura mi mettevno in crisi. Questa storia invece scorre via perfetta, sia nella trama che nei disegni.

Che dire dunque. Boselli quasi come Dumas, un po' di più di vent'anni dopo.🍺🤐🙋🏻‍♂️

 

 

La leggerò nel fine settimana, ma non ho notato affatto lunghi dialoghi, anzi molte vignette mostrano tantissimo senza dire.

 

Questo è il felice connubio fra @borden che riesce anche ad essere essenziale e un super barocco Gomez che arricchisce con dettagli e dinamicità d'espressione una storia ad ambientazione latina.

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5 ore fa, Piombo Caldo dice:

Questa storia invece scorre via perfetta, sia nella trama che nei disegni.

Condivido il giudizio positivo.

 

SPOILER SPOILER SPOILER

SPOILER SPOILER

 

Disegni di Gomez stupendi, meno spettacolari rispetto a “La leggenda di Yellow Bird” (qui la narrazione è più classica), ma altrettanto evocativi e affascinanti, ricchi di atmosfera, precisi nei dettagli e nelle espressioni dei volti, pieni di vita e umanità.

La vicenda è ben costruita, ogni elemento ha la sua funzione. Ci si lamenta ogni tanto di lungaggini, be’ qui di sicuro non ci sono tempi morti, o scene inutili, ogni pagina e ogni vignetta è sfruttata al massimo per portare avanti la storia, raccontando e descrivendo i personaggi e le relazioni tra loro. E anche Tex e Carson si inseriscono in modo naturale nell’azione.

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Molto suggestive le pagine iniziali sulla leggenda del Charro Negro e la festa dei morti. Il Charro Negro è un'anima in pena che cerca qualcuno con cui scambiare la propria vita, che prenda su di sé la sua maledizione, e in questo caso sembra incarnarsi in un uomo accusato ingiustamente e assetato di vendetta, che trasmette al figlio il suo odio. Per fortuna nel finale il figlio di Estrada, invece, deciderà di non seguire le orme del genitore (i suoi sbagli), in un certo senso spezzando la maledizione (“Tu non somigli a tuo padre, Martin! C’è ancora speranza per questa terra”, dice Tex).

Così anche Daniel Flores, che si innamora di Isabel, andando contro il volere del proprio padre.

 

L'ultima pagina è per il bel personaggio di Adelma che, dopo essere invecchiata in seguito all’incontro con il Charro Negro, attende ogni sera il suo ritorno, fino a quando lui non la porterà via per sempre, al termine della storia, in un romantico connubio di amore e morte.

 

P.S.:  sarebbe bello un cartonato disegnato da Frisenda. Chissà se sarà mai possibile...

P.P.S.: troppi personaggi? Non mi sembra. Ce ne sono meno che in una storia di Asterix. :lol:

Edited by Poe
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Poe dice:

P.S.:  sarebbe bello un cartonato disegnato da Frisenda. Chissà se sarà mai possibile...

 

Nulla è veramente impossibile se c'è la volontà.

 

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Poe dice:

P.P.S.: troppi personaggi? Non mi sembra. Ce ne sono meno che in una storia di Asterix. :lol:

 

Concordo.

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Attenzione che farò spoiler, se non avete ancora letto il volume tornate in questa discussione solo dopo averlo letto (cosa abbastanza ovvia, io questo thread non l'ho nemmeno aperto fino a dopo la lettura, chi è che non vuole spoiler e poi va a leggersi proprio il thread di commenti alla storia?)

 

Riguardo ai testi: storia davvero "Boselliana",  nei suoi pregi e nei suoi difetti, ma il bilancio stavolta presenta più luci che ombre.

 

Per fare un esempio...  una delle cose tipiche (e stucchevoli) di troppe storie recenti di Boselli è l'abuso dei "dialoghi esplicativi" come UNICA maniera di presentare informazioni al lettore. Niente mappe, pochissime didascalie, flashback solo se proprio necessari, e tutto spiegato "in scena" da un personaggio all'altro. Con il risultato di avere spesso pagine pesanti da leggere e spiegazioni che non si ricordano (le immagini sono molto più mnemoniche)

 

Questa storia fa eccezione? No, anzi, Boselli qui usa davvero spesso questa unica tecnica per dare informazioni. Ma questa è il tipo di storia adatta a questo metodo: parte come "storia di fantasmi", e intelligentemente fa narrare la leggenda del "Charro Negro" a un vecchio cowboy ad altri attorno ad un fuoco. Fra il racconto e il relativo flashback se ne vanno 10 pagine su 46, una enormità! Quasi un quarto delle pagine passate per narrare una leggenda che, si scoprirà poi, è pure falsa!

 

Pagine sprecate? No, anzi, tutta l'atmosfera della storia si basa sulla leggenda narrata in quelle dieci pagine, e l'utilizzo di un narratore "in fiction" (quindi, inaffidabile) è quanto mai appropriato, mostrando non solo la leggenda, ma come si è tramandata e modificata da un narratore inaffidabile al successivo. Esempio quindi di come una tecnica non sia "giusta" o "sbagliata" in sé, ma sia semplicemente appropriata o non appropriata, usata bene o usata male. Stavolta Boselli la usa bene.

 

Altre cose "Boselliane":

 

L'eccesso di personaggi: c'è, ma qui si occupa Gomez del riuscire a caratterizzarli, e la storia rende facile distinguerli, e stavolta la brevità tipica della collana rende facile il tornare indietro a verificare chi è chi o ricordarselo vista la lettura veloce (detto questo, se la storia fosse durata più di un albo non avrei avuto speranza di ricordarmeli tutti fra un mese)

 

Lo spiegazionismo, il dover spiegare tutto anche al lettore più tardo: c'è, ma vista la massa di personaggi, e di "scoperte" concentrate nelle poche pagine, in genere quelle spiegazioni stavolta le ho trovate necessarie. Ci sono alcuni eccessi, per esempio nella vignetta già postata:

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Davvero c'è qualche lettore che ha avuto bisogno della puntualizzazione di Carson? Non era chiaro dalla scena cosa stava facendo Tex? In casi come questi davvero sembra che Boselli abbia perso ogni fiducia nelle capacità dei suoi lettori. Però è una piccola sbavatura, se non avessi reincontrato questa vignetta leggendo il thread me la sarei scordata.

 

Perché, se sono difetti di poco conto o se in questa storia funzionano "bene", sto dedicando tanto tempo a citarli?

 

Perché non sempre in altre storie funzionano così bene. E visto che in quelle altre storie ho criticato Boselli per questi difetti (per me) delle sue storie recenti (in quelle antiche pareva avere molta più fiducia nei suoi lettori), voglio chiarire che non è che qui siano scomparsi: è il tipo di storia invece ne fa "buon uso"

 

Anche la storia, complessivamente... presenta davvero molte cose "Boselliane": il tempo che scorre è molto importante, così come peculiari usi locali, e una componente se non horror (non ci sono scene davvero horror) almeno da "storia di fantasmi", con leggende e miti.

 

Cose tipicamente Boselliane che qui funzionano meno: purtroppo, il sentimentalismo. Che il figlio di Don Alfonso sia migliore del padre ci sta, non mi è piaciuto l'eccessivo sentimentalismo con cui questo viene rimarcato, con robe tipo Tex che dice "c'è ancora speranza su questa terra", Adelma che arriva non si capisce come o perchè a (non) riconoscere il Charro, e poi muore, Tex che ribadisce (due volte in due pagine) che ha già capito che il giovane nuovo proprietario è candido e puro e non sarà mai più un problema per nessuno (io avrei i miei dubbi, che uno sia idealista a 12 anni non vuol dire che lo sia a 40...), e poi i dialoghi finali fra Tex e Carson, il funerale di Adelma, la vignetta finale... il tutto abbastanza eccessivo. Per anni ci siamo lamentati dei finali "bruschi" di Boselli, ma adesso mi accorgo che era meglio così, se li allunga è peggio! :laugh:

 

Mauro, mi pento di essermi lamentato in passato, mea culpa: torna ai finali bruschi! :P

 

Ma vabbè, pur con le cose che mi hanno fatto storcere il naso e che ho elencato in questo post, la storia mi è piaciuta. Gli avrei dato un giudizio complessivo migliore senza tutte quelle scivolate sentimentaliste nel finale, ma rimane comunque un giudizio largamente positivo.

 

Capito disegni: mi sbrigo prima, è Gomez, che gli puoi dire? Purtroppo è in gran parte "cancellato" dal colore (si vede benissimo che la storia è "disegnata in b/n", Gomez non lascia spazi da riempire al colorista, mette già lui ogni ombra, ogni riflesso, ogni sfumatura e ogni corposità con il suo tratteggio, al colorista non resta che coprire e non far vedere il lavoro del disegnatore. Non è nemmeno una questione di colori giusti o sbagliati, si vede che il colore qui è "pensato" in maniera molto più consapevole rispetto a robe tipo la CSAC, ma questa storia semplicemente non andava colorata. Spero che alla Bonelli, fra le tante speculazioni insensate, a qualcuno venga voglia di farne una "edizione d'artista" in bn...

 

Dopo aver visto questi disegni, sono ancora più contento che la storia di Gomez e Manfredi sia stata destinata alla serie regolare, senza rovinarla nel Color...

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Finito ora.

Volume per me ottimo sotto svariati aspetti. 

 

SPOILER

SPOILER 

SPOILER 

 

Se escludiamo qualche parentesi sentimentale che mi ha convinto poco (sono un pugno di vignette in totale, va bene, ma essendo un volume di 46 pagine risaltano di più) e il fatto che Gomez rende sempre meglio in bianco e nero, per me siamo di fronte a uno dei lavori meglio riusciti su questa collana, collana che finora ha avuto molti alti e pochissimi bassi e che per me è la migliore fra le varie serie dedicate a Tex.

 

Lo stratagemma della "finta leggenda" (pleonasma incredibile, scusate) del Charro Negro inizialmente ha turbato anche me perché per un momento mi sono sembrate pagine buttate, in realtà è un modo per introdurre il lettore nelle atmosfere della storia, ma, soprattutto, è il punto di partenza per una storia che ha il suo fulcro sul tema della finzione: Tex e Carson usano quasi sempre un falso nome, gli abitanti di Nuevo Laredo sono tutti mascherati, Robles e Valera hanno costruito la loro fortuna sulla menzogna, Isabel e Daniel Flores hanno una relazione segreta e, infine, lo stesso Charro Negro ha più identità: quella vera di Reynaldo Obregón, quella leggendaria di Manuel e i travestimenti del figlio e di Daniel. 

L'albo si apre con la leggenda, cupa e fantastica e poi, pagina dopo pagina, arriva a svelare la verità.

 

Infine, la vecchia Adelma, la quale all'inizio è parte della leggenda pure lei, ma la domanda permane: ha conosciuto realmente il vero Charro Negro o è semplicemente pazza? Molto più probabilmente, Adelma è stata l'amante del vero Charro Negro e se la sua mente non ha retto alla sua scomparsa, il suo cuore non ha retto alla conferma che il "nuovo" Charro non era quello da lei amato.

 

Forse il fondo di verità sotto a ogni leggenda è rappresentato dalla vignetta finale in cui due figure, una maschile e una femminile, si allontanano a cavallo.

 

Riguardo alle parentesi sentimentali che mi hanno convinto poco mi riferisco:

 

1) a Martin Robles che Tex definisce automaticamente "migliore" del padre pur non avendolo praticamente mai visto prima (capisco la necessità per Tex di consolare un ragazzo che ha appena perso il genitore, però insomma...); anche perché Martin a un certo punto si rivela smanioso di partecipare alla devastazione del ranch dei Flores, quindi tanto stinco di santo non mi sembra. 

 

2) al sergente dei rurales Hernandez che dopo aver fatto da galoppino per Robles e aver partecipato all'impiccagione, poi fallita, di Daniel, viene di fatto assolto con due paroline e con la garanzia che righerà dritto.

 

Su questi punti, comunque secondari rispetto alla storia nel suo complesso, credo (e temo) che il tutto sia da ricercare nel limite di pagine che ha costretto Boselli a ricorrere a delle soluzioni un po' tirate invece che a sviluppare maggiormente le scene.

 

Detto questo, confermo la mia opinione: storia bellissima e fra le migliori della collana dei cartonati.

 

Riguardo a Gomez, che sia uno dei miei disegnatori preferiti di ogni tempo credo di averlo già detto, qui ha svolto un lavoro eccezionale come sempre, anche se si conferma un disegnatore da bianco e nero. Non che la colorazione sia brutta, intendiamoci (Lauria Piazza non è Vattani, ma fa bene il proprio lavoro), ma è proprio lo stile di Gomez che lascia poco margine di manovra al colorista di turno. Se alle spalle c'è comunque una colorazione di qualità, come in questo caso, allora il disegno viene un po' penalizzato, ma ci si passa sopra, se invece si guardano i Dago colorati delle ultime ristampe viene istintivo strapparsi gli occhi.

 

Comunque albo di grande qualità, mi aspetto che la collaborazione Boselli/Gomez proceda per molte altre volte ancora! 

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Voglio fare un plauso a Pasquale Ruju per aver concesso l'occasione di utilizzare l'idea del Charro Negro a Mauro Boselli, senza metterci lo zampino nel soggetto. Come dice Davide Bonelli, non tanti altri autori avrebbero fatto lo stesso.

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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Diablero dice:

Storia davvero "Boselliana",  nei suoi pregi e nei suoi difetti, ma il bilancio stavolta presenta più luci che ombre.

 

Per fare un esempio...  una delle cose tipiche (e stucchevoli) ...è l'abuso dei "dialoghi esplicativi" come UNICA maniera di presentare informazioni al lettore. Niente mappe, pochissime didascalie, flashback solo se proprio necessari, e tutto spiegato "in scena" da un personaggio all'altro...

 

Questa storia fa eccezione? No, anzi, Boselli qui usa davvero spesso questa unica tecnica per dare informazioni. Ma questa è il tipo di storia adatta a questo metodo...

Fra il racconto e il relativo flashback se ne vanno 10 pagine su 46.

 

<span style="color:red">7 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Pagine sprecate? No, anzi, tutta l'atmosfera della storia si basa sulla leggenda narrata in quelle dieci pagine, e l'utilizzo di un narratore "in fiction" (quindi, inaffidabile) è quanto mai appropriato...Esempio quindi di come una tecnica non sia "giusta" o "sbagliata" in sé, ma sia semplicemente appropriata o non appropriata, usata bene o usata male. Stavolta Boselli la usa bene.

 

L'eccesso di personaggi: c'è, ma qui si occupa Gomez del riuscire a caratterizzarli, e la storia rende facile distinguerli...

 

...non è che qui ["i difetti"]siano scomparsi: è il tipo di storia invece ne fa "buon uso".

 

 

@diablero Molto chiaro, grazie!

 

E' un po' che ho deciso di tagliare anche i cartonati, ma dai vostri spoiler la storia sembra interessante (anche a me che non amo molto le storie di fantasmi) e ne sono lieto per Tex.

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L'inizio è folgorante, uno dei migliori degli ultimi anni.. Il racconto sul Charro Negro fa venire i brividi..

Poi però l'avventura cambia registro, niente più fantasmi ma solo una storia di ordinaria amministrazione!

Un vero peccato, avrei preferito un albo con più elementi sovrannaturali 

 

Boselli:La prima parte è da 10, il resto da 7

Gomez: Un piacere per gli occhi 

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Indipendentemente dal "mezzo" (regolare o Texone o Magazine o..) questa è una delle storie che ti risucchia dentro se stessa, tanto è ammaliante l'insieme miscelato da sceneggiatore e disegnatore. Mi vengono in mente il duo Bonelli-Ticci in "Sulle piste del Nord" o il Bonelli-Galep di "Terrore sulla savana". Era invece più che incompleto sbilanciato il Texone di Magnus, gioiello a 23,99 carati per i disegni e il nome dello sceneggiatore non mi importa nemmeno fosse stato Umberto Eco sotto mentite spoglie.
Qui distribuisco i meriti dell'eccellente prodotto al 52% a Boselli e al 48% a Gomez che, per la teoria del pelo trovato nell'uovo, non ha saputo connotare con continuità  i primi piani di Tex: quello della terza vignetta di pagina 15 sta a  quello della quarta di pagina 19 come Rosario Fiorello sta a suo fratello Beppe e a alle alla fine di pagina 43 come a sua sorella Catena. Quisquilie, pinzillacchere. E ricordi: chi ne ha di quando in Italia imperversavano i prodotti prevalentemente di pelletteria del brand "El Charro", negli anni '70 e '80? A nominarli c'era sempre chi tirava fuori la rima con tamarro.

 

 

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Bel cartonato, albo davvero speciale (come dovrebbero essere tutte le uscite extra); vado di fretta, sottolineo quindi soltanto l’omaggio (graditissimo) a Dago in una delle prime pagine.

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Album perfetto sotto tutti i punti di vista. Come si può notare, avendo l'ispirazione giusta @borden è sempre a suo agio su qualsiasi tipologia di albo, storia lunga o breve che sia. 

 

Non tutti possono permettersi questa variabilità.

 

Qui tutti gli ingredienti sono sapientemente miscelati, dall'avventura pura alla parte investigativa, compresa anche la parte più sentimentale, senza forzature grottesche o fronzoli, semplificazioni banali o svolte melense. 

 

Su Gomez nulla da dire, sarebbe superfluo. Saturazione dei colori forse leggermente da smorzare.

 

Voto finale: 9.5

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