Tex_Mat
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Cosa vi piaceva del Tex di Gianluigi Bonelli?
Tex_Mat replied to demetrio's question in Domande dei lettori
Una delle storie che rileggo sempre con piacere è "La caccia" (Tex 96, 97 e 98) di cui nella mia multiforme collezione da bambino, ereditata da mio padre, mi mancava il secondo albo "Lo straniero". Solo un po' più tardi, iniziato a leggere il Tex mensile, recuperai quel che mi mancava - ed era parecchio - senza troppo badare all'edizione (per la storia in questione gli albi 96 e 98 sono TuttoTex, il 97 è Nuova Ristampa). Ecco, quella è una delle storie che, a rileggerla per l'ennesima volta, mi appassiona ancora come la prima volta... di più, certe battute mi fanno ancora ridere di gusto come un bambino - lo stesso per "Terra Promessa". Non dubito che, passata al setaccio, anche questa storia possa avere dei difetti... ma non riesco a trovarne ... anche la scena di Carson che finisce due volte a terra in una rissa colpito alla testa - scena da commedia - non riesco a trovarla un difetto in una storia che, per me, è una miscela perfetta di una parte di quel che amo di Tex. Sarà che l'ho incontrato da bambino, un quarto di secolo fa, ma anche se non so per quanti anni ancora io e Tex, Carson, Tiger, Kit... cavalcheremo insieme, so per certo che come la prima ("Il Totem Misterioso", in una versione censurata, con pagine ingiallite e cascanti, che porta la data 1964) anche l'ultima storia che leggerò sarà del Tex di Gianluigi Bonelli. E questo senza nulla togliere agli altri autori. -
[Tex Willer N. 74/76] La guerra dei Piutes
Tex_Mat replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Credevo fosse il thread in cui si discuteva dell'albo La guerra dei Piutes... e, invece, buona parte dei commenti, a un certo punto, si interessa di Joe7... Utilità per il thread? Nulla. Boh... -
Per un attimo ho creduto di aver avuto un deja-vu... e di aver già visto questa cosa. Spoiler per chi non vuole rovinarsi la sorpresa. Edit: ah, vedo che è una cosa nota da ottobre I nostri personaggi diventano cards da collezione! - Foto 1 di 7 - Sergio Bonelli
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[Speciale Tex Willer N. 01] Fantasmi di Natale
Tex_Mat replied to natural killer's topic in Tex Willer
Messaggio condivisibile, ma ripeto, si leggono anche altre teorie - non mi esprimo sulla loro validità, perché non è materia di mia competenza - basate sulla data dell'annunciazione/morte o sulla turnazione del servizio sacerdotale nel tempio di Gerusalemme. Oppure, più semplicemente, il giorno sarebbe stato scelto per la connessione all'incremento della durata del dì, come già era stato scelto da altri culti, senza la stringente necessità di sovrapporsi a quelli. Non pare sia neanche certo quanto antica fosse la festa del Sol Invictus a Roma né se cadesse il 25 e sempre il 25. Ma questa è materia - scivolosa - da storici, non da Tex. Perciò mi ritiro e mi scuso per l'OT. -
[Speciale Tex Willer N. 01] Fantasmi di Natale
Tex_Mat replied to natural killer's topic in Tex Willer
A quel che si legge in giro, le teorie sull'origine della scelta della data della nascita di Gesù sono diverse e quella della sovrapposizione al culto del Sol Invictus, peraltro mi pare affermata per primo da un vescovo cristiano intorno al 1000, è solo una di quelle. Ma eviterei di farne una questione di discussione della storia . Ahimè, ricordo poco l'albo, anche se ricordo mi fosse piaciuto. Niente di meglio, dunque, di queste giornate per rileggerlo. Mancherebbe giusto una spolverata di neve, ma ci s'accontenta di quel che c'è. Una comoda poltrona e un bel Tex . Quanto al resto, come diceva mia nonna, state buoni se potete (sì, la frase dovrebbe essere di Filippo Neri, non proprio di mia nonna, ma la usava anche lei ) o, se preferite, un augurio di pace, magari non quella procurata da Tex sotto montagne di crisantemi . -
Tex: "Complimenti, vecchio cammello!.. Poi dicono che la vecchiaia fa calare la vista!" Carson: "A te ha fatto calare il cervello". A me, invece, questa prima parte ha fin da subito fatto calare le palpebre e, ora della fine anche le... mi si perdoni l'allusione. Quotidianamente ho modo di interagire - non per lavoro - con persone anziane... spesso con i difetti tipici dell'età... rallentate, ripetitive, bisognose di attenzione, un po' verbose , poco lucide... Ecco, nel caso di Nizzi, chiudendo l'albo, è bene non far caso al fatto che si sia pagato 5€ per leggere una storia tanto rallentata, ripetitiva, verbosa e poco lucida. Si parla tanto, troppo, talvolta per il gusto di parlarsi addosso, talaltra forse per horror vacui o, ancora, nella convinzione che agli anziani lettori del Tex sia calato effettivamente il cervello. Di spunti, anche interessanti, seppur già visti ce ne sarebbero anche, a partire dalla strage che, di questi tempi, richiama tragicamente la cronaca. E, forse per restare in sintonia col periodo, Tex e Carson non fanno una piega nell'udire il racconto. Si noti, per contrasto, come nell'apprendere della rivalità in amore tra i due ufficiali Carson reagisca con un "Ahi!... Brutto guaio!", mentre per tutto l'albo né lui né Tex sprechino una sillaba sul massacro. La storia è tutta così, una giustapposizione di scene, formalmente corrette, ancorché di maniera e senza alcun guizzo, tenute insieme dalla colla dell'albo e da verbosi dialoghi. Ah, Tex che si inerpica su un roccione con il fucile in mano e affronta l'indiano col dito sul grilletto, salvo poi pensare, dopo essere stato disarmato, che non può usare la pistola perché farebbe rumore è abbastanza emblematico di quanto l'osservazione di Carson sulla vecchiaia di Tex abbia colto nel segno.
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Letto oggi il secondo albo e riletto il primo. Evito spoiler, sia mai che qualcuno non abbia letto l'originale di Bonelli Complessivamente la storia mi ha appassionato molto più della precedente di El Diablo, che per qualche motivo non mi aveva fatto battere il cuore. Unica nota davvero stonata per me, già evidenziata ed eviscerata da altri, la caratterizzazione di Marie Gold nella scena dell'uccisione di Travers - alla fine del primo albo - e come è stata sceneggiata. E ora la lunga attesa della conclusione, anche se credo di conoscerla già Davvero molto belli i disegni di De Angelis.
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Sei riuscito nella generosa impresa di scriverti da solo il contraddittorio. "Eh ma la scena della diligenza non è verosimile, basta con sti supereroi invulnerabili! [...]" scrivi. Ma poi tiri in ballo Uno contro venti in cui Tex non è affatto invulnerabile! Ovvio non muore, ma colleziona tante ferite da farlo credere morto. Il dottore che lo soccorre afferma che Tex ha avuto la fortuna dei pazzi e GLB gli fa sciorinare l'elenco delle ferite. Altro che invulnerabile! Idem dicasi in Due contro cento in cui è Carson, questa volta, ad essere colpito e lo scontro si risolve a favore dei due pard solo grazie al provvidenziale aiuto del telegrafista - senza il quale sarebbero rimasti senza munizioni - e dell'arrivo dei Navajo. Ciò detto, nel valutare la bontà di una scena non si può prescindere dal contesto. Poi la si potrà valutare differentemente, visto che ognuno ha i suoi gusti. La critica di quanti hanno scritto prima di te non è, genericamente, sul fatto che Tex sia invulnerabile, ma che lo sia in quella scena specifica e per come Ruju l'ha sceneggiata. Dirò di più, spesso è proprio il contesto a caratterizzare un'azione come apprezzabile o meno. Altrimenti cenare al termine di un'avventura equivarrebbe a cenare durante una sparatoria.
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Non sono sicuro avverrebbe. I personaggi e gli universi narrativi sono diversi. Dylan Dog è Dylan Dog e Tex è Tex. Ciò che è accettato (o criticato) nell'uno non è detto sia ugualmente accettato (o criticato) nell'altro. Non solo non c'è bisogno di mostrarlo, ma non mostrandolo ognuno può immaginarsi sia che ci vada sia che non ci vada sia ogni quanto ci vada. Lo stesso dicasi per Carson. È che il cliché bistecca e patatine aveva obiettivamente stancato, oltre ad essere dieta poco equilibrata Dopo aver riempito il calcio di una colt con le tacche dei pasti si passa a riempire quello dell'altra con le tacche delle conquiste femminili Sulla storia non mi pronuncio, ché ho ancora da leggerla
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Sarà il caso di cancellare il commento...
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Hai ragione tu ma, in parte, potrebbe aver ragione anche lui. Hai citato solo eventi che si situano nei primi numeri, perciò vi chiedo, non avendo una buona memoria: quanti grandi cambiamenti duraturi e influenti sul proseguo della serie ci sono stati dopo quelli che hai citato?
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Personalmente leggo Tex per godermi in pace - rara, dacché prendere in mano un fumetto o un libro ha l'insolita capacità di attirare famigliari che, incredibilmente, improvvisamente sentono il bisogno di interpellarti - dicevo, godermi in relativa pace un po' di avventura - prevalentemente, ma non esclusivamente, western. Quanto al resto, devo dire, prendendo spunto da quanto suggerivi nell'altra discussione - il matrimonio di Kit Willer - per carità ! Penso che cambiamenti duraturi - un matrimonio dovrebbe esserlo, quantomeno nel fumetto - siano difficili da inserire in modo che abbiano un'utilità. In fondo il matrimonio di Tex serve solo a salvarlo dal palo della tortura, definirne il ruolo tra i Navajo e altri popoli nativi, giustificare l'esistenza del figlio e ampliare lo spettro di avventure possibili. Tant'è che la moglie sparisce in un amen e il Kit diventa adulto in un batter d'occhio. Ma da tempo Tex è entrato in un eterno presente dell'avventura, dove salvo rari casi non mi sembra ci sia un legame tra una storia e l'altra (frase, lo ammetto, un po' poco centrata considerando i recenti ritorni di alcuni personaggi ), sicuramente non sentimentale. Ecco, una cosa che invece mi piacerebbe, per smuovere lo status quo sarebbe vedere un Tex meno ingessato - così talvolta mi appare nelle storie moderne. Non so se riesco a spiegarmi, ma quando rileggo le storie di GLB percepisco un Tex meno impostato, meno serioso, un Tex che diverte e che sembra divertirsi lui stesso a divertirci - anche se temo che sia una questione di mano, quella di GLB, difficile da replicare. Ti piacerebbe , ma in futuro è un attimo che un Boselli 2.0 ti scrive la Cavalcata di Clemmons in cui si scopre che è figlia di questi e non di Carson, in fondo nel fumetto non è mai stato specificato e anche se lo fosse stato... beh, si può sempre dire che l'autore non aveva le idee chiare
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Personalmente, per qualche motivo, ho finora trovato questa storia meno avvincente di altre che l'hanno preceduta. Il redazionale, in compenso, è quasi riuscito a rendermela indigesta È probabile che il lettore medio di Tex - quantomeno quello che legge i redazionali - sia - o così è considerato da Boselli - fin troppo rigido per accettare un Tex secondo Boselli è abbastanza disattento, per usare un eufemismo, da non accorgersene. Giudizio non troppo lusinghiero, che forse spiega certo pesante spiegazionismo nelle storie del curatore ma che, d'altra parte, renderebbe superfluo lo stesso redazionale... Resta, comunque, per quanto mi riguarda un redazionale tra l'inutile e l'antipatico. Ritengo che Boselli non debba giustificarsi se presenta una versione alternativa delle storie di Tex in quella che è, a tutti gli effetti, una serie sua - molto meno gradito quando lo fa nella serie originale. E, dacché ha tirato in ballo i Vangeli, sarebbe certo meno antipatico se - al termine della sua cattedratica arringa difensiva - rispondesse sì o no alla domanda postagli, che il di più si dice venga dal maligno . Gli concedo, però, il beneficio del dubbio: il redazionale, come il fumetto, non termina col numero in questione e può essere che Boselli al dubbio amletico infine risponda. Fa sorridere, peraltro, che Boselli, così attento a che tutto quadri nell'ortodosso canone che ha definito, senta la necessità di giustificare la propria stessa eresia Se passa di qui, Boselli, non prenda troppo sul serio quanto sopra. Continuerò a mostrargli la mia stima acquistando Tex Willer in edicola e a seguire indefesso il vago non canone che ho in testa... ché altrimenti, dopo la Cavalcata del destino, avrei dovuto davvero smettere di acquistare il Tex. Perché quella storia è canonica, nevvero ?
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Concordo. Questa storia, ingiudicabile a se stante - sia perché parte di una serie sia perché si pone di suo quale, incomprensibile, seguito de Il Giuramento - è una delle peggiori storie mai apparse sulla serie. E, personalmente, non l'ho neanche troppo apprezzata come storia in sé. A voler essere retorici - e perché non esserlo? - si potrebbe affermare che Boselli qui abbia commesso il suo parricidio. Sì, perché è GLB, al termine della sua storia, che scrive in didascalia - dettaglio non indifferente perché non è Tex che parla ai pards, ma lo stesso sceneggiatore a parlare al lettore - "E nello stesso istante, nella lontana Arizona, una raffica di vento spezza la lancia rinsecchita dal tempo che molti anni prima Tex aveva piantato ai piedi della tomba di Lilyth, e... la vendetta è compiuta!". Ora, che GLB possa essere contraddetto - per quanto sia il creatore di Tex - lo si può anche ritenere accettabile - meglio evidentemente su episodi che non costituiscano il mito di Tex; che le sue storie possano essere raccontate nuovamente, diversamente, finanche con modifiche - preferibilmente in una serie collaterale e auspicabilmente senza autoassolutori editoriali - può essere anche apprezzato; ma che un cardine della serie possa essere così vilipeso mi ha amareggiato. Il solo fatto che una simile operazione sia stata pensata non può che gettare fosche ombre su chi l'ha pensata e portata avanti. Con La cavalcata del destino, paradossalmente, Boselli non si limita a contraddire GLB in una storia cardine della serie, cosa che trovo di dubbio gusto, ma nega l'elemento mitico e soprannaturale di Tex. Non è Tex, infatti - oltre a GLB - ad aver avallato l'idea che la vendetta fosse compiuta, bensì il vento che, nella lugubre scena finale de Il Giuramento, spezza la lancia della vendetta. Vento che, per quello che era l'universo narrativo di Tex prima de La cavalcata del destino, non poteva che essere considerato come figurazione concreta del sovrannaturale o del divino - chiamali dio/dei, spiriti, destino - che statuiva in modo irrevocabile la vendetta compiuta. In quella che finisce per essere una parodia della saga, La cavalcata del destino mette in discussione questo elemento riconducendolo inevitabilmente - qualcuno lo ha scritto in questa discussione - a mera coincidenza... dopo 20 anni esposta agli agenti atmosferici è normale che la lancia si sia spezzata per un colpo di vento. E in una parodia, non so quanto voluta, di sé stessa La cavalcata del destino disvela al lettore che le apparizioni della morte e degli spiriti degli indiani a Higgins sono solo il parto della mente scossa dell'antagonista, mentre l'apparizione di Lilith nient'altro che fan service. Altro che destino, La cavalcata degli eventi statisticamente probabili e scientificamente spiegabili avrebbero dovuto chiamarla - anche se avrebbe sicuramente avuto meno appeal. Come sempre, Boselli osa e arriva a vette di negazione dell'universo di Tex che probabilmente nessun altro sceneggiatore prima di lui ha raggiunto. Nel bene e nel male non conosce mezze misure.
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La versione che possiedo - 350 lire, luglio 1966 - ha le strisce numerate su tutto l'albo.