Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Tex_Mat

Membri
  • Contatore Interventi Texiani

    25
  • Iscritto

  • Ultima attività

Tutto il contenuto pubblicato da Tex_Mat

  1. Tex_Mat

    [354/357] La Congiura

    Un'affermazione ingenerosa nei confronti di Gianluigi Bonelli - basterebbe citare proprio San Francisco/Lotta sul Mare, da cui Nizzi decise di recuperare - a suo modo - il personaggio di Barbanera, che già si era distinto in quella storia, con buona pace dei tipi studiati alle medie. Vedo, poi, che quella storia è preceduta da Una campana per Lucero - giusto per aggiungere un altro personaggio tutt'altro che dimenticabile. Purtroppo, la mia memoria non mi consente di proseguire - buon motivo per cui rileggo spesso le storie del Tex, soprattutto quelle di Gianluigi Bonelli - ma non dubito che altri qui saprebbero trovare abbondanza di confutazioni a quanto hai scritto (ho impiegato talmente tanto a commentare, che la confutazione era già arrivata ).
  2. Tex_Mat

    Nuovi Aumenti albi Bonelli 2025

    Personalmente, non sarà l'aumento di prezzo a farmi abbandonare Tex - di cui comunque già non acquistavo ogni albo - quanto l'eventuale insoddisfazione o l'esaurimento dello spazio in casa. Chiaro, gli aumenti dei prezzi non sono mai piacevoli e ognuno è più che legittimato a decidere dei propri acquisti. Quanto hai scritto, però, sulla comunicazione Bonelli è qualcosa su cui in casa editrice dovrebbero riflettere. L'assenza di comunicazione mi ha, fin da subito, colpito negativamente. L'immagine che mi è giunta è quella di un'azienda, per di più leader del proprio settore, dalla gestione poco o per nulla professionale. Intendiamoci, le polemiche ci sarebbero state lo stesso, ma non si è nemmeno cercato di guidare il processo e si è lasciato che a farlo fossero ipotesi e voci più o meno fondate. Il rischio, serio, è che alla negatività per l'aumento del prezzo si affianchi quella, ben peggiore, per la percezione di sentirsi trattati senza riguardo - idem dicasi per quanto riguarda le reazioni, talvolta scomposte, di disegnatori e sceneggiatori che, nei fatti, rappresentano l'azienda.
  3. Una delle storie che rileggo sempre con piacere è "La caccia" (Tex 96, 97 e 98) di cui nella mia multiforme collezione da bambino, ereditata da mio padre, mi mancava il secondo albo "Lo straniero". Solo un po' più tardi, iniziato a leggere il Tex mensile, recuperai quel che mi mancava - ed era parecchio - senza troppo badare all'edizione (per la storia in questione gli albi 96 e 98 sono TuttoTex, il 97 è Nuova Ristampa). Ecco, quella è una delle storie che, a rileggerla per l'ennesima volta, mi appassiona ancora come la prima volta... di più, certe battute mi fanno ancora ridere di gusto come un bambino - lo stesso per "Terra Promessa". Non dubito che, passata al setaccio, anche questa storia possa avere dei difetti... ma non riesco a trovarne ... anche la scena di Carson che finisce due volte a terra in una rissa colpito alla testa - scena da commedia - non riesco a trovarla un difetto in una storia che, per me, è una miscela perfetta di una parte di quel che amo di Tex. Sarà che l'ho incontrato da bambino, un quarto di secolo fa, ma anche se non so per quanti anni ancora io e Tex, Carson, Tiger, Kit... cavalcheremo insieme, so per certo che come la prima ("Il Totem Misterioso", in una versione censurata, con pagine ingiallite e cascanti, che porta la data 1964) anche l'ultima storia che leggerò sarà del Tex di Gianluigi Bonelli. E questo senza nulla togliere agli altri autori.
  4. Tex_Mat

    [Tex Willer N. 74/76] La guerra dei Piutes

    Credevo fosse il thread in cui si discuteva dell'albo La guerra dei Piutes... e, invece, buona parte dei commenti, a un certo punto, si interessa di Joe7... Utilità per il thread? Nulla. Boh...
  5. Tex_Mat

    Come rilanciare Tex?

    Per un attimo ho creduto di aver avuto un deja-vu... e di aver già visto questa cosa. Spoiler per chi non vuole rovinarsi la sorpresa. Edit: ah, vedo che è una cosa nota da ottobre I nostri personaggi diventano cards da collezione! - Foto 1 di 7 - Sergio Bonelli
  6. Messaggio condivisibile, ma ripeto, si leggono anche altre teorie - non mi esprimo sulla loro validità, perché non è materia di mia competenza - basate sulla data dell'annunciazione/morte o sulla turnazione del servizio sacerdotale nel tempio di Gerusalemme. Oppure, più semplicemente, il giorno sarebbe stato scelto per la connessione all'incremento della durata del dì, come già era stato scelto da altri culti, senza la stringente necessità di sovrapporsi a quelli. Non pare sia neanche certo quanto antica fosse la festa del Sol Invictus a Roma né se cadesse il 25 e sempre il 25. Ma questa è materia - scivolosa - da storici, non da Tex. Perciò mi ritiro e mi scuso per l'OT.
  7. A quel che si legge in giro, le teorie sull'origine della scelta della data della nascita di Gesù sono diverse e quella della sovrapposizione al culto del Sol Invictus, peraltro mi pare affermata per primo da un vescovo cristiano intorno al 1000, è solo una di quelle. Ma eviterei di farne una questione di discussione della storia . Ahimè, ricordo poco l'albo, anche se ricordo mi fosse piaciuto. Niente di meglio, dunque, di queste giornate per rileggerlo. Mancherebbe giusto una spolverata di neve, ma ci s'accontenta di quel che c'è. Una comoda poltrona e un bel Tex . Quanto al resto, come diceva mia nonna, state buoni se potete (sì, la frase dovrebbe essere di Filippo Neri, non proprio di mia nonna, ma la usava anche lei ) o, se preferite, un augurio di pace, magari non quella procurata da Tex sotto montagne di crisantemi .
  8. Tex_Mat

    [770/771] Il soldato fuggiasco

    Tex: "Complimenti, vecchio cammello!.. Poi dicono che la vecchiaia fa calare la vista!" Carson: "A te ha fatto calare il cervello". A me, invece, questa prima parte ha fin da subito fatto calare le palpebre e, ora della fine anche le... mi si perdoni l'allusione. Quotidianamente ho modo di interagire - non per lavoro - con persone anziane... spesso con i difetti tipici dell'età... rallentate, ripetitive, bisognose di attenzione, un po' verbose , poco lucide... Ecco, nel caso di Nizzi, chiudendo l'albo, è bene non far caso al fatto che si sia pagato 5€ per leggere una storia tanto rallentata, ripetitiva, verbosa e poco lucida. Si parla tanto, troppo, talvolta per il gusto di parlarsi addosso, talaltra forse per horror vacui o, ancora, nella convinzione che agli anziani lettori del Tex sia calato effettivamente il cervello. Di spunti, anche interessanti, seppur già visti ce ne sarebbero anche, a partire dalla strage che, di questi tempi, richiama tragicamente la cronaca. E, forse per restare in sintonia col periodo, Tex e Carson non fanno una piega nell'udire il racconto. Si noti, per contrasto, come nell'apprendere della rivalità in amore tra i due ufficiali Carson reagisca con un "Ahi!... Brutto guaio!", mentre per tutto l'albo né lui né Tex sprechino una sillaba sul massacro. La storia è tutta così, una giustapposizione di scene, formalmente corrette, ancorché di maniera e senza alcun guizzo, tenute insieme dalla colla dell'albo e da verbosi dialoghi. Ah, Tex che si inerpica su un roccione con il fucile in mano e affronta l'indiano col dito sul grilletto, salvo poi pensare, dopo essere stato disarmato, che non può usare la pistola perché farebbe rumore è abbastanza emblematico di quanto l'osservazione di Carson sulla vecchiaia di Tex abbia colto nel segno.
  9. Tex_Mat

    [Tex Willer 71/73] La regina del fiume

    Letto oggi il secondo albo e riletto il primo. Evito spoiler, sia mai che qualcuno non abbia letto l'originale di Bonelli Complessivamente la storia mi ha appassionato molto più della precedente di El Diablo, che per qualche motivo non mi aveva fatto battere il cuore. Unica nota davvero stonata per me, già evidenziata ed eviscerata da altri, la caratterizzazione di Marie Gold nella scena dell'uccisione di Travers - alla fine del primo albo - e come è stata sceneggiata. E ora la lunga attesa della conclusione, anche se credo di conoscerla già Davvero molto belli i disegni di De Angelis.
  10. Tex_Mat

    [767/769] Le quattro vedove nere

    Sei riuscito nella generosa impresa di scriverti da solo il contraddittorio. "Eh ma la scena della diligenza non è verosimile, basta con sti supereroi invulnerabili! [...]" scrivi. Ma poi tiri in ballo Uno contro venti in cui Tex non è affatto invulnerabile! Ovvio non muore, ma colleziona tante ferite da farlo credere morto. Il dottore che lo soccorre afferma che Tex ha avuto la fortuna dei pazzi e GLB gli fa sciorinare l'elenco delle ferite. Altro che invulnerabile! Idem dicasi in Due contro cento in cui è Carson, questa volta, ad essere colpito e lo scontro si risolve a favore dei due pard solo grazie al provvidenziale aiuto del telegrafista - senza il quale sarebbero rimasti senza munizioni - e dell'arrivo dei Navajo. Ciò detto, nel valutare la bontà di una scena non si può prescindere dal contesto. Poi la si potrà valutare differentemente, visto che ognuno ha i suoi gusti. La critica di quanti hanno scritto prima di te non è, genericamente, sul fatto che Tex sia invulnerabile, ma che lo sia in quella scena specifica e per come Ruju l'ha sceneggiata. Dirò di più, spesso è proprio il contesto a caratterizzare un'azione come apprezzabile o meno. Altrimenti cenare al termine di un'avventura equivarrebbe a cenare durante una sparatoria.
  11. Tex_Mat

    [767/769] Le quattro vedove nere

    Non sono sicuro avverrebbe. I personaggi e gli universi narrativi sono diversi. Dylan Dog è Dylan Dog e Tex è Tex. Ciò che è accettato (o criticato) nell'uno non è detto sia ugualmente accettato (o criticato) nell'altro. Non solo non c'è bisogno di mostrarlo, ma non mostrandolo ognuno può immaginarsi sia che ci vada sia che non ci vada sia ogni quanto ci vada. Lo stesso dicasi per Carson. È che il cliché bistecca e patatine aveva obiettivamente stancato, oltre ad essere dieta poco equilibrata Dopo aver riempito il calcio di una colt con le tacche dei pasti si passa a riempire quello dell'altra con le tacche delle conquiste femminili Sulla storia non mi pronuncio, ché ho ancora da leggerla
  12. Sarà il caso di cancellare il commento...
  13. Hai ragione tu ma, in parte, potrebbe aver ragione anche lui. Hai citato solo eventi che si situano nei primi numeri, perciò vi chiedo, non avendo una buona memoria: quanti grandi cambiamenti duraturi e influenti sul proseguo della serie ci sono stati dopo quelli che hai citato?
  14. Personalmente leggo Tex per godermi in pace - rara, dacché prendere in mano un fumetto o un libro ha l'insolita capacità di attirare famigliari che, incredibilmente, improvvisamente sentono il bisogno di interpellarti - dicevo, godermi in relativa pace un po' di avventura - prevalentemente, ma non esclusivamente, western. Quanto al resto, devo dire, prendendo spunto da quanto suggerivi nell'altra discussione - il matrimonio di Kit Willer - per carità ! Penso che cambiamenti duraturi - un matrimonio dovrebbe esserlo, quantomeno nel fumetto - siano difficili da inserire in modo che abbiano un'utilità. In fondo il matrimonio di Tex serve solo a salvarlo dal palo della tortura, definirne il ruolo tra i Navajo e altri popoli nativi, giustificare l'esistenza del figlio e ampliare lo spettro di avventure possibili. Tant'è che la moglie sparisce in un amen e il Kit diventa adulto in un batter d'occhio. Ma da tempo Tex è entrato in un eterno presente dell'avventura, dove salvo rari casi non mi sembra ci sia un legame tra una storia e l'altra (frase, lo ammetto, un po' poco centrata considerando i recenti ritorni di alcuni personaggi ), sicuramente non sentimentale. Ecco, una cosa che invece mi piacerebbe, per smuovere lo status quo sarebbe vedere un Tex meno ingessato - così talvolta mi appare nelle storie moderne. Non so se riesco a spiegarmi, ma quando rileggo le storie di GLB percepisco un Tex meno impostato, meno serioso, un Tex che diverte e che sembra divertirsi lui stesso a divertirci - anche se temo che sia una questione di mano, quella di GLB, difficile da replicare. Ti piacerebbe , ma in futuro è un attimo che un Boselli 2.0 ti scrive la Cavalcata di Clemmons in cui si scopre che è figlia di questi e non di Carson, in fondo nel fumetto non è mai stato specificato e anche se lo fosse stato... beh, si può sempre dire che l'autore non aveva le idee chiare
  15. Tex_Mat

    [Tex Willer N.67/70] El Diablo

    Personalmente, per qualche motivo, ho finora trovato questa storia meno avvincente di altre che l'hanno preceduta. Il redazionale, in compenso, è quasi riuscito a rendermela indigesta È probabile che il lettore medio di Tex - quantomeno quello che legge i redazionali - sia - o così è considerato da Boselli - fin troppo rigido per accettare un Tex secondo Boselli è abbastanza disattento, per usare un eufemismo, da non accorgersene. Giudizio non troppo lusinghiero, che forse spiega certo pesante spiegazionismo nelle storie del curatore ma che, d'altra parte, renderebbe superfluo lo stesso redazionale... Resta, comunque, per quanto mi riguarda un redazionale tra l'inutile e l'antipatico. Ritengo che Boselli non debba giustificarsi se presenta una versione alternativa delle storie di Tex in quella che è, a tutti gli effetti, una serie sua - molto meno gradito quando lo fa nella serie originale. E, dacché ha tirato in ballo i Vangeli, sarebbe certo meno antipatico se - al termine della sua cattedratica arringa difensiva - rispondesse sì o no alla domanda postagli, che il di più si dice venga dal maligno . Gli concedo, però, il beneficio del dubbio: il redazionale, come il fumetto, non termina col numero in questione e può essere che Boselli al dubbio amletico infine risponda. Fa sorridere, peraltro, che Boselli, così attento a che tutto quadri nell'ortodosso canone che ha definito, senta la necessità di giustificare la propria stessa eresia Se passa di qui, Boselli, non prenda troppo sul serio quanto sopra. Continuerò a mostrargli la mia stima acquistando Tex Willer in edicola e a seguire indefesso il vago non canone che ho in testa... ché altrimenti, dopo la Cavalcata del destino, avrei dovuto davvero smettere di acquistare il Tex. Perché quella storia è canonica, nevvero ?
  16. Tex_Mat

    [755] La cavalcata del destino

    Concordo. Questa storia, ingiudicabile a se stante - sia perché parte di una serie sia perché si pone di suo quale, incomprensibile, seguito de Il Giuramento - è una delle peggiori storie mai apparse sulla serie. E, personalmente, non l'ho neanche troppo apprezzata come storia in sé. A voler essere retorici - e perché non esserlo? - si potrebbe affermare che Boselli qui abbia commesso il suo parricidio. Sì, perché è GLB, al termine della sua storia, che scrive in didascalia - dettaglio non indifferente perché non è Tex che parla ai pards, ma lo stesso sceneggiatore a parlare al lettore - "E nello stesso istante, nella lontana Arizona, una raffica di vento spezza la lancia rinsecchita dal tempo che molti anni prima Tex aveva piantato ai piedi della tomba di Lilyth, e... la vendetta è compiuta!". Ora, che GLB possa essere contraddetto - per quanto sia il creatore di Tex - lo si può anche ritenere accettabile - meglio evidentemente su episodi che non costituiscano il mito di Tex; che le sue storie possano essere raccontate nuovamente, diversamente, finanche con modifiche - preferibilmente in una serie collaterale e auspicabilmente senza autoassolutori editoriali - può essere anche apprezzato; ma che un cardine della serie possa essere così vilipeso mi ha amareggiato. Il solo fatto che una simile operazione sia stata pensata non può che gettare fosche ombre su chi l'ha pensata e portata avanti. Con La cavalcata del destino, paradossalmente, Boselli non si limita a contraddire GLB in una storia cardine della serie, cosa che trovo di dubbio gusto, ma nega l'elemento mitico e soprannaturale di Tex. Non è Tex, infatti - oltre a GLB - ad aver avallato l'idea che la vendetta fosse compiuta, bensì il vento che, nella lugubre scena finale de Il Giuramento, spezza la lancia della vendetta. Vento che, per quello che era l'universo narrativo di Tex prima de La cavalcata del destino, non poteva che essere considerato come figurazione concreta del sovrannaturale o del divino - chiamali dio/dei, spiriti, destino - che statuiva in modo irrevocabile la vendetta compiuta. In quella che finisce per essere una parodia della saga, La cavalcata del destino mette in discussione questo elemento riconducendolo inevitabilmente - qualcuno lo ha scritto in questa discussione - a mera coincidenza... dopo 20 anni esposta agli agenti atmosferici è normale che la lancia si sia spezzata per un colpo di vento. E in una parodia, non so quanto voluta, di sé stessa La cavalcata del destino disvela al lettore che le apparizioni della morte e degli spiriti degli indiani a Higgins sono solo il parto della mente scossa dell'antagonista, mentre l'apparizione di Lilith nient'altro che fan service. Altro che destino, La cavalcata degli eventi statisticamente probabili e scientificamente spiegabili avrebbero dovuto chiamarla - anche se avrebbe sicuramente avuto meno appeal. Come sempre, Boselli osa e arriva a vette di negazione dell'universo di Tex che probabilmente nessun altro sceneggiatore prima di lui ha raggiunto. Nel bene e nel male non conosce mezze misure.
  17. Tex_Mat

    [29/30] Il Coyote Nero

    La versione che possiedo - 350 lire, luglio 1966 - ha le strisce numerate su tutto l'albo.
  18. Tex_Mat

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Per la verità che l'agente non fosse stato ucciso lo spiega Carson allo sceriffo (p. 42).
  19. Tex_Mat

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Ammetto di non averlo trovato entusiasmante. Lo definirei una prova di maniera, ma priva di anima. La narrazione è ordinata, precisa, ma personaggi, luoghi ed eventi per quanto ben amalgamati, sembrano recitare stancamente la parte assegnata, senza mordente. Non dico di essermi annoiato, sono arrivato tranquillamente alla fine, ma nemmeno posso dire di essere rimasto particolarmente coinvolto dalla vicenda. L’introduzione di Barbieri, Rapiti dagli indiani!, per quanto interessante, giunto alla fine della storia mi è sembrata un po’ sprecata: il tema del rapimento dei due ragazzi è sì funzionale nell’evolversi della vicenda, ma è superficiale, poco approfondito, come la caratterizzazione di Selina e dello Yaqui, personaggi giusto abbozzati; una nota di colore per variare il tema principale dell’affarista privo di scrupoli. Al contrario, a mio parere, questo aspetto e le diverse esperienze dei due protagonisti, avrebbe meritato di ricevere maggior considerazione. Una storia, nel complesso, poco emozionante e in cui tutto resta sullo sfondo, senza guizzi particolari. Su disegni e disegnatori manifesto la mia più ampia ignoranza, motivo per cui mi limito a dire che il tratto di Palumbo, per quanto insolito, non mi è dispiaciuto, anche se l’ho trovato poco adatto al western che si voleva rappresentare. Appoggiandomi a commentatori precedenti ho riletto alcune sequenze, traendone la conclusione che tutti quei neri è probabile che avrebbero reso meglio in una storia cittadina, cupa, claustrofobica, con una minaccia oscura. Volendo dare un voto, direi 6 e mezzo.
  20. Tex_Mat

    [760/761] La pattuglia scomparsa

    Storia discreta. Ho trovato piacevole la vicenda di Lagarde, ciò che premeva raccontare a Ruju, al netto della prevedibilità o meno dell'esito (ammetto che quando leggo le storie... leggo le storie ! Difficilmente penso a come potrebbero proseguire o terminare. In questo senso raramente le trovo prevedibili ). Ho apprezzato molto la pagina finale. La girandola di personaggi, azioni e scene di contorno - Tex e Carson, Big Frank, l'avvocato, gli indiani, i banditi, le giubbe rosse - in alcuni momenti li ho trovati ben inseriti nella vicenda, in altre parti un po' meno convincenti e molto è già stato detto. Aggiungo tre lievi osservazioni: L'evoluzione di Nadie che passa in mezza giornata dall'aver assistito a una strage nella sua tribù, i suoi parenti afferma Lagarde, a bearsi del flirt con quest'ultimo mi è apparsa fin troppo repentina, forse effetto più di un colpo in testa che di un colpo di fulmine o forse gli stavano tutti parecchio antipatici La scelta di Jim Brandon di affidare la spedizione che dà il via alla vicenda a Lagarde, sconvolto dalla perdita della fidanzata e indifferente ai possibili rischi, è un po' debole. Ruju , furbescamente , si fa giustificare dallo stesso Jim facendogli dire che non ha mai avuto dubbi sulle capacità operative di Lagarde (2° albo, pag. 68)... tra cui però dovrebbe esserci la capacità di valutare correttamente i rischi... Il confronto finale aperto tra Lagarde e Big Frank, armato e con Nadie in ostaggio, per quanto di sicuro effetto scenico, è illogico, come tutti i casi analoghi: è evidente che la soluzione migliore sarebbe colpire Big Frank di sorpresa e non pararglisi davanti pretendendo che molli l'ostaggio e si faccia ammazzare o arrestare. Elementi, questi e alcuni di quelli già evidenziati da altri che, nel complesso, non mi hanno impedito di godere della lettura. Con un appunto, però: Carson sorpreso da Big Frank per me è un errore, un errore molto grave. Ritengo accettabile che Tex o gli altri incontrino avversari più abili per qualche caratteristica (per esempio conoscenza dell'ambiente) o che siano in difficoltà per qualche causa non a loro imputabile (cavalli più freschi, condizioni ambientali come neve/pioggia, ignoranza di alcuni retroscena...). Non mi piace, invece, quando Tex e pard commettono marchiani errori. In generale, se proprio vogliamo usare l'espressione essere fregati, per me lo sceneggiatore dovrebbe costruire la scena per giustificare il fatto che i pard, al meglio delle loro possibilità in quella situazione, possano essere credibilmente fregati. Motivo per cui ho trovato la scena di Carson messo fuori gioco un errore grave. In quel momento, la situazione con gli indiani si è tranquillizzata (hanno riconosciuto Aquila della Notte, abbassato le armi e accettato di parlare con lui), quindi l'obiettivo unico di Carson è non far fuggire Big Frank... che riesce a raccogliere un ramo o un sasso, avvicinarsi a Carson e colpirlo senza che questi se ne accorga o reagisca, anche solo con un colpo di fucile... per me totalmente non credibile. Significa che Carson dava tranquillamente le spalle a Big Frank. E Ruju, sempre furbescamente , non ci mostra come ciò sia avvenuto, altrimenti credo sarebbe stato impossibile non far passare Carson per un piedidolci dell'est. I disegni non mi sono dispiaciuti e l'ambientazione nordica è sempre affascinante. Come voto darei 7.
  21. Tex_Mat

    [226/227] Taglia: Duemila Dollari

    Con questo presupposto, però, le storie di Tex sarebbero solo interminabili fughe : all'approssimarsi della sola ombra di Tex, gli antagonisti di turno si limiterebbero a filarsela. E, invece, avviene solitamente proprio l'opposto: nonostante Tex, la cui fama di castigamatti talvolta è pure conosciuta dagli avversari, l'antagonista ci prova sempre a fregarlo. Ma, come? Non lo sa l'antagonista, come lo sappiamo noi, che ora della fine è già scritto che sarà sconfitto e che, nella migliore delle ipotesi, dovrà raccogliersi i denti dal pavimento? Eppur ci prova . Che Tex non abbia bisogno di prove e non sia, o non dovrebbe essere, uno sbirro ligio ai regolamenti per fortuna me lo ricordo bene, così come non è perché ho riletto troppo Nolitta o Nizzi e troppo poco Bonelli che ho trovato un po' deludente il finale (in realtà, nel mio caso, è l'opposto: certe storie di Nolitta e Nizzi sono certo di non averle mai rilette ). È proprio perché Tex non è uno "sbirro" che è sempre divertente vederlo fare giustizia di chi, facendosi forte della legge o in nome della legge, malversa il prossimo. Ed è quello che sarebbe stato bello vedere, anche se sospetto che tutto quello che Tex avrebbe potuto escogitare contro il banchiere ("amichevole" visita notturna; proprietà e denaro andati in fumo; pedate nel sedere al banchiere...) avrebbero rischiato di essere esagerato: avversari tanto impalpabili non meritavano probabilmente niente di più e un Tex che avesse dato allo sceriffo più di uno sganassone e un amichevole consiglio a non farsi rivedere sarebbe risultato a mio parere grottesco. Ciò di cui mi lamento, in fin dei conti, è che la storia non sia memorabile Lamentela di poco conto, intendiamoci: la storia, che la si voglia definire minore, riempitiva od ordinaria, mi ha intrattenuto il giusto e divertito, scorre liscia dall'inizio alla fine e per me è pienamente sufficiente, ma non mi sarei disperato se fosse stata una storia da un paio di voti in più .
  22. Tex_Mat

    [226/227] Taglia: Duemila Dollari

    Tex: Sta giusto venendo verso di noi. Carson: Con una pistola in pugno, però. Tex: Forse ha visto la tua faccia e ci ha scambiato per rapinatori! Carson: Figurati se avesse visto la tua! A quest’ora avrebbe già mollato pistola e cavallo e si sarebbe buttato nel fiume. Complice l’inedito mensile Ritorno a Redrock, come altri negli ultimi giorni ho ripreso in mano questa storia, che ricordavo vagamente e non rileggevo da tempo. Una storia sicuramente minore, ma che a mio parere sa farsi apprezzare, scorre e intrattiene sino alla fine. La storia inizia, come si dice, in medias res: Rick Sander si trova in carcere e, di lui, effettivamente non sappiamo nulla. Lo troviamo già dietro alle sbarre, accusato di omicidio, professarsi innocente. Di lì a poco, approfittando della poca accortezza dello sceriffo, prende il largo, suscitando la preoccupazione di quelli che, si capisce, sono gli antagonisti principali del racconto: Sam Spring e il banchiere Holmer. 2000 dollari, come da titolo del primo albo, la taglia che Holmer promette a Spring per la cattura o, preferibilmente, la morte di Sander. Tex, come sempre buon giudice di uomini, imbattutosi in Sander vuole vederci chiaro: Un’ultima domanda, adesso, ma guardatemi bene negli occhi mentre rispondete… così chiede Tex, che del fuggitivo ha indovinato l’innocenza, prima di sganciarsi dal gruppo per depistare gli inseguitori di Sander. La storia scorre quindi liscia, pur senza annoiare, con una buona antologia di scene classiche e dialoghi brillanti. Una storia ordinaria per soggetto e sceneggiatura e, si può dire, ordinaria anche per i 4 pard che la risolvono senza troppi patemi d’animo, tant’è che Kit rimane con le mani in mano per il paio di giorni di durata dell'avventura e Tiger fa ben poco. Di fronte hanno, d'altra parte, degli avversari tanto sicuri di sé quanto impalpabili e privi di spessore, che costituiscono più una seccatura che una sfida: Spring, con i suoi tirapiedi, niente più di un bulletto di quartiere; il banchiere Holmer, tanto tranquillo all'inizio quanto pronto alla fuga alla fine; John Pratt, titolare dell’ufficio governativo per le concessioni minerarie, che pure del banchiere è principale socio di malaffare, praticamente un’ombra; lo sceriffo, che all’inizio pare solo un ignavo e alla fine si rivela complice del banchiere, non merita comunque più di uno sganassone e una minaccia da parte di Tex; il ribelle apache El Tuerto con la sua ventina di guerrieri, capaci di far la pelle a qualche minatore, ma soverchiati in modo imbarazzante da Tex, Carson e Tiger. Il finale, a mio parere, delude un poco: nonostante i toni roboanti, Tex non ha in mano nulla per inchiodare le menti del progetto criminale (Holmer e Pratt). Sono questi ultimi che, abituati a non avere ostacoli (Sander è stato, probabilmente, il primo e unico che ha cercato di opporsi ai loro crimini), perdono lucidità e si danno alla fuga, finendo la propria corsa in fondo a un fiume. Il giudizio del destino finale, lungi dall’apparire tragico, mi ha dato più l’impressione di un comodo escamotage per una storia arrivata stanca alla fine e che non aveva più nulla da dare. I disegni di Nicolò mi hanno sempre dato l'idea di avere in mano qualcosa di vecchio e polveroso, ma non mi dispiacciono. Davvero belle anche le due copertine di Galep. La storia è ordinaria, un'avventura non memorabile e che si fa leggere senza troppi sussulti, pur lasciando trasparire la maestria di Gianluigi Bonelli.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.