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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    Questa andava scritta nel topic delle anteprime (che stai trascurando)... Ma l'ho fatto. Il 24 settembre 2012 scrivevo, tra le tante altre cose: Ti è sfuggito, a quanto pare. laughing Direi anch?io. Su Lefty e soci c'era un veto di Sergio che mauro ha ritenuto di poter superare assieme a quello su Yama. Ora deve solo convincersi a farlo con la figlia di Satania su cui io e te lo stiamo pungolando da un po'. Non ancora, ma spero presto. Boselli aspettava a far cadere il velo di riservatezza che gli arrivassero le prime pagine disegnate e questo dovrebbe essere ormai successo, almeno spero. Tutto quello che posso dire per ora, è che è un disegnatore che ormai si può considerare un veterano della SBE , che ha lavorato ad almeno due serie e due miniserie e che gode di una certa considerazione anche in ambito extrafumettistico. Maggiori notizie presto sul topic delle anteprime.
  2. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    La storia è quella di Frisenda Esatto, il cui titolo di lavorazione ?: "Ai confini del Messico", immagino sia questo che abbia tratto in inganno la memoria di juanraza85 In effetti, quello che ha detto Boselli è che comparir? un personaggio creato da G. L. Bonelli, ma non ha affatto detto che sarebbe stato uno dei classici amici di Tex. Staremo a vedere. Peraltro, bisogna aggiungere che dei comprimari storici compariranno effettivamente anche in " Messico e polvere" e saranno Lefty Potrero ed i ?ragazzi? della sua palestra. Cosa che peraltro ci informa che sulla via della Baja California, Tex ed i pards si fermeranno a San Francisco e quindi è molto facile anche una comparsata di Tom Devlin. Su Pat Mac Ryan, peraltro sta facendo un pensierino Ruju, mentre Faraci starebbe preparando un soggetto sul ritorno di Proteus.
  3. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    E chi se la scorda? Tu invece puoi socrdarti che in una storia approvata da Sergio Bonelli (l'ultima?) ci sia il ritorno di Lupe Velasco. Avresti più fortuna con Juan Raza, mi sa.
  4. Carlo Monni

    Il Presidente Hayes

    Premesso che nelle sue storie G. L. Bonelli ha spesso mescolato, per così dire la cronologia storica, saltando spesso e volentieri da un anno all'altro del periodo western senza criteri, il fatto che Ely Parker sia mostrato al suo posto di Commissario agli Affari Indiani nel 1876 (anno dell'elezione di Hayes) quando aveva lasciato il suo posto nel 187, non è il solo ?errore? che GLB fa in questa storia, perchè Hayes viene presentato come un uomo che ha il 90% di probabilità di essere eletto presidente, mentre invece, la sua fu una delle più controverse elezioni presidenziali assieme a quella del 2000 (e come quella del 2000 fin°). Infatti, il voto popolare premi? il Governatore di New York Samuel J. Tilden che ottenne 4.284.020 di voti popolari e 184 voti elettorali (uno in meno di quanto serviva per vincere) contro i 4.036.573 di voti popolari e 165 elettorali di Hayes. Restavano da attribuire i voti elettorali di Florida, South Carolina e Louisiana più un voto elettorale dell'Oregon perchè si dovette sostituire un Grande Elettore di quello Stato ed il Governatore voleva nominare un Democratico (che avrebbe ovviamente votato per Tilden). Ci furono frodi da entrambe le parti, a quanto sembra, ed entrambi i partiti reclamarono la vittoria nei suddetti stati. Fu costituta una commissione elettorale composta da 7 repubblicani 7 democratici ed un giudice della Corte Suprema che vot? costantemente con i Repubblicani. La commissione, il 3 marzo 1877, un giorno prima dell'entrata in carica del nuovo Presidente, decise di assegnare gli Stati contestati a Hayes che ebbe 185 voti elettorali contro i 184 del suo avversario. I Democratici rinunciarono a contestare ulteriormente in cambio del ritiro della truppe federali dagli stati del Sud, cosa che pose termine al periodo della Ricostruzione e affossè la protezione dei neri in quegli Stati. A dire il vero, Hayes corrispondeva abbastanza a quel che dice GLB nella sua stria. Personalmente era ben intenzionato, favoriva la meritocrazia nelle assunzioni pubbliche, i diritti civili, e l'integrazione degli Indiani con i bianchi. Purtroppo si scontr? spesso con l'opposizione dei falchi del suo partito al Senato e dei Democratici alla Camera. Si sentiva un Presidente dimezzato ed era sinceramente dubbioso sulla regolarit? della sua elezione. Alla sua inaugurazione aveva promesso che non si sarebbe ripresentato per un secondo mandato e mantenne la promessa,
  5. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    Negli Stati Uniti è un obbligo legale. Ogni anno le case editrici debbono pubbilcare una sorta di bilancio della testata indicando: il numero di copie mensili medie vendute, il numero che ha venduto meno nel corso dell'anno ed il numero che ha venduto di più ed altre informazioni. Il tutto, in genere, in una colonnina della pagina della posta. Da quel che ne so, qui Italia una cosa simile la fa (o faceva) solo Topolino e testae collegate. Confesso che non dispiacerebbe nemmeno a me se lo facesse anche la SBE.
  6. Carlo Monni

    Galleria Di Marco Santucci

    A dire il vero, non l'ha detto. Penso che lo attiri semplicemente l'idea di lavorare per il colorePer quanto ne so,Marco non ha mai curato personalmente il colore dei suoi lavori. A colori ha fatto solo alcuni lavori con la Marvel colorati da americani. L'Arcadia Studio di cui faceva parte assieme a Marco Bianchini, però, aveva realizzato "Termite Bianca", una serie di fantascienza in volumi "alla francese" edita da Pavesio, scritta da lui e Bianchini, disegnata dal bravissimo (vedere per credere) Patrizio Evangelisti e colorata da Simone Peruzzi, che lavora spesso con la Marvel. Se la SBE conceder? ai disegnatori del Color Tex a storie brevi la possibilità (data a chi realizza il Dylan Dog Color Fest) di colorare in autonomia le loro tavole, è probabile che Peruzzi possa venir coinvolto. Nel caso di un Color a 160 pagnie, invece, è quasi certo che la colorazione sarà affidata al solito studio GFB Comics.
  7. Carlo Monni

    Galleria Di Marco Santucci

    Io non ci trovo niente di strano, invece. Si tratta di puri e semplici gusti personali. Quelli di Santucci lo portano a preferire un tipo di personaggi differenti che gli permettono di esprimere meglio un certo tipo di virtuosismo grafico. Marco non è un appassionato di western e preferisce supereroi americani, un tipo di narrazione diversa da quella usata su Tex anche per tipo di inquadrature, scansione narrativa, dinamicit? e cose simili. Capisco che ad un appassionato di Tex possa sembrare incredibile, ma c'è chi preferisce altri generi e percorsi narrativi. Forse è il caso di chiarire una cosa: quando la coppia Bianchini & Santucci si separ? nel 2008, Sergio Bonelli decise di non tenerli entrambi su Tex e, per diritto di anzianit?, fu prescelto Bianchini (e poi sappiamo come è andata a finire). Col senno di poi, forse Sergio avrebbe dovuto fare diversamente. A questo punto, su precisa richiesta di Boselli, che lo apprezza e lo avrebbe volentieri tenuto su Tex, ma non si è fatto sfuggire l'occasione di averlo comunque, Santucci fu assegnato a Dampyr. Marco è un professionista serio: se fosse rimasto su Tex avrebbe dato del suo meglio, tuttavia domenica scorsa ha detto di considerare che le cose siano andate bene per lui, perchè su Dampyr si trova più a suo agio ed ha maggiori possibilità di scatenare la sua vena grafica e gli piace più del western. Volete fargliene una colpa? Accomodatevi. No, non è questo il caso. Attualmente Marco si divide tra Dampyr (? al lavoro su una storia di Boselli), una serie per il mercato francese (per cui sta completando il secondo volume) e spera di avere anche qualcosa dagli USA tra un po'. Una volta presi gli accordi con le scadenze, non è la lunghezza ad impensierirlo. Su Dampyr deve fare storie di non meno di 94 pagine dopotutto. Accetterebbe, quindi, tranquillamente anche una storia di 160 pagine. Quello che lo attira è soprattutto l'idea del colore. Ovviamente una storia di 32 pagine sarebbe più comoda. Concordo e gliel'ho anche detto di persona. Come ho detto, lui farebbe volentieri una storia a colori sia di 160 che di 32 pagine, quindi quelli da convincere sono sostanzialmente Boselli e Marcheselli. Boselli non credo farebbe storie. Il problema ?, casomai che abbia bisogno di Santucci per qualche storia chiave della continuity dampyriana che debba uscire necessariamente in un determinato momento. C?? da dire, però, che i Color ?normali? dovrebbero essere a posto fino al 2016 e che fare 32 pagine impegnerebbe Santucci per tre mesi circa. Entrambe le ipotesi sono fattibili, quindi,Boselli, pensaci su.
  8. Carlo Monni

    Galleria Di Marco Santucci

    Quel che si dice un vero capolavoro... Quel Tex che stringe forte la moglie illuminato dal chiarore del fuoco è molto romantico e intrigante... Personalmente adoro le scene notturne e Santucci è stato abilissimo a rendere questa atmosfera utilizzando al meglio i neri e i grigi... Davvero bellissimo, perbacco!... :shock: Spero di rivederlo presto su Tex, questo fenomeno... Sarà molto difficile, vistoi che a lui disegnare Tex nn piace e lo ha ribadito anche ieri da Arezzo Comics. Ha anche aggiunto, però, che è rimasto molto colpito dal fatto che l'unica storia da lui disegnata sia ancora oggi ricordata dai lettori che incontra alle fiere e che non disdegnerebbe di realizzare un Color Tex, specie se di quelli a 32 pagine se glielo offrissero.
  9. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    ANCORA? Ma QUANTE VOLTE deve tornare 'sta benedetta mano rossa?? Non di nuovo, spero! Ormai hanno provato di tutto con la "mano rossa", distrutta per ben due volte da Tex; penso non sia proprio il caso di farla tornare... Io invece, mi aspetto di rivedere un giorno Tesah, la ragazza indiana comparsa nel primo episodio... spero che qualche santo mi accontenti... Non it resta che pregare San Borden allora. P. S. io rivedrei volentieri anche Marie Gold e soprattutto Lupe Velasco. _ahsisi
  10. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    Che ancora non è in lavorazione e non lo sarà prima della prossima estate. Civitelli ha ancora circa 80 pagine del suo Color Tex da finire prima di poterla cominciare e quasi certamente Boselli non ha ancora scritto nemmeno un rigo di sceneggiatura, dovendosi concentrare prima su quelle più urgenti. Se non altro stavolta non ha problemi a farsi approvare il soggetto. _ahsisi Allora dovremo attendere ancora a lungo!? Questa non ci voleva, mannaggia... :malediz... Tenuto conto che per disegnare tre albi Civitelli ci metter? almeno due anni, nel migliore dei casi la storia sarà pronta nell'estate 2015 e sarà pubblicabile solo a partire dagli ultimi mesi di quell'anno. Viviamo proiettarti nel futuro.
  11. Carlo Monni

    Il 2013 Di Tex!

    Che ancora non è in lavorazione e non lo sarà prima della prossima estate. Civitelli ha ancora circa 80 pagine del suo Color Tex da finire prima di poterla cominciare e quasi certamente Boselli non ha ancora scritto nemmeno un rigo di sceneggiatura, dovendosi concentrare prima su quelle più urgenti. Se non altro stavolta non ha problemi a farsi approvare il soggetto. _ahsisi
  12. Carlo Monni

    [627/628] Salt River

    Sulla seconda mi sorge un dubbio (anche perchè non riesco al momento a visualizzare la scena): la sottoveste no, è ridicolo e sono d'accordo, ma come avrebbe dovuto andare al fiume la donna? Penso che qualcosina sulla pelle indossasse, o no? A meno che non fosse così sicura della sua privacy da entrare nuda, ma mi sembrerebbe strano, un fiume non è un luogo privato, anche un'ansa riparata non d' la garanzia che nessuno passer? da quelle parti.La ragazza va al fiume vestita di tutto punto (gonna, camicetta, stivali ecc), sulla riva si spoglia ed entra in acqua con la sola sottoveste, il che ?, secondo me, davvero ridicolo. Ovviamente Kubert l'aveva, giustamente, disegnata nuda, poi qualcuno alla SBE (Sergio? Canzio?) ha pensato che la cosa non si confacesse a Tex ed ha fatto inserire quell'incongrua sottoveste che a me ha fatto subito venire in mente gli interventi del pittore Guido da Volterra, passato alla Storia col nomignolo di ?Braghettone?, sulle nudit? della Cappella Sistina dipinte da Michelangelo. Un caso, peraltro, in cui il rimedio è stato peggiore del male (se di male si può parlare). :malediz... Val la pena, peraltro, di sottolineare che le zone ?strategiche? della ragazza non sono mai inquadrate o sono opportunamente nascoste, quindi nella scena non c'è niente di scandaloso o lontanamente erotico o, peggio ancora, pornografico,Ora, si può contestare l'opportunità di quella scena, si può ritenere che la successiva scena del tentato stupro fosse troppo cruda per i canoni texiani (io non la penso così, ma riconosco che è un'opinione legittima), ma su una cosa dovremmo, secondo me, essere tutti d'accordo: la ragazza doveva fare il bagno nuda, perchè nessuno fa il bagno con addosso i vestiti o la biancheria intima.
  13. Carlo Monni

    [627/628] Salt River

    Ciao Havasu, Tex dice a Carson che Lilyth è morta nella storia "La banda dei Dalton" dove si vede per la prima volta Tiger Jack. Mi pare dica pure che ha un figlio (Kit). Però non dice che è morta di vaiolo. Forse lo dice nella storia da te citata. Ciao. Ne "La banda dei Dalton" (storia immediatamente successiva a "Il patto di sangue") Tex dice che Lylith è morta e che ha un figlio. Non dice da quanto tempo è morta (apprendiamo, però, che lui e Kit Carson non si vedono da circa un anno e che è dopo quest'ultimo incontro che Lylith è morta e che la cosa è avvenuta da abbastanza tempo perchè Carson ne sia venuto a conoscenza) e nemmeno dice come è morta. In apertura della storia "Il tranello" la didascalia introduttiva ci informa che Lilyth è morta a causa di un'epidemia. Dovremo aspettare sino a "Il giuramento" (circa 18 anni di vita editoriale di Tex, quindi), per sapere che era un'epidemia di vaiolo e che era stata provocata intenzionalmente.
  14. Carlo Monni

    [627/628] Salt River

    Francamente non condivido questo ragionamento, partendo da questo assunto (Ma sinceramente, che bisogno ce n'?? Avverranno sicuramente, ma è proprio necessario il nero su bianco?), potremmo chiederci allora che bisogno c'è di mettere nero su bianco i bivacchi la sera, o la chiacchierata al saloon o l'approvigionamento di manzi per la tribù... sicuramente ci sono ma che bisogno c'è di metterli nero su bianco... Probabilmente è la necessit? di far apparire questi personaggi di carta abbastanza vicini alle vita reale, di renderli più veri, di far scaturire situazione su cui poi imbastire l'evolversi di una storia. E in questo contesto non vedo perchè una quota di lettori continuano con questo ostracismo verso qualsiasi situazione che vedrebbe coinvolta una donna non nel solito ruolo di dark lady. Qui non stiamo parlando di far disegnare scene a luci rosse ma magari di raccontare come ad sia il giovane Kit che il vecchio reprobo , ma anche Tiger, possano essere coinvolti sentimentalmente da una donna e da li far nascere un'avventura. In fin dei conti storie in cui ciò è successo si sono rivelate anche molto belle e interessanti e sono continuamente ricordate. Allora perchè mettere tutti questi paletti a priori?Condivido al 100%. Sia detto senza alcun intento denigratorio, ma io trovo la posizione di Cheyenne, per quanto rispettabile, antiquata e superata, figlia di una concezione della donna nel racconto di avventura che stava cominciando a diventare vecchia già quando sono nato io (e purtroppo non è ieri ). Nella narrativa moderna (e per moderna intendo quella che, almeno nei fumetti, si è affermata a partire dagli anni 60 e neanche loro sono ieri) le donne sono da tempo uscite dagli stereotipi obbligati della damigella in pericolo o della dark lady per assumere ruoli più sfaccettati e complessi. Confesso che mi sorprende e mi lascia perfino deluso che certe considerazioni vengano proprio da una donna. :shock: Mi ripeter? fino alla noia, ma, senza scomodare altre forme narrative, mi basta ricordare la grandiosa ?Storia del West? per vedere figure femminili perfettamente integrate nello scenario western senza per forza essere fedeli agli stereotipi citati da Cheyenne. clap Belinda Hall e Brenda MacDonald non sono certo la semplice donna in attesa che l'eroe ritorni. Restando in ambito bonelliano potrei anche citare ?Rifiuta di smettere? (un nome, un programma laughing) della saga di Magico Vento, per tacere di altri esempi come Diana, la moglie di Martin Mystere, che è al suo fianco da 30 anni (e da 15 come consorte legittima) senza che agli autori sia mai venuto in mentre di ammazzarla. Insomma, per come la vedo io, avere una compagna stabile per l'eroe d'avventura è possibile e gli autori capaci di scrivere una figura femminile simile non mancano. Boselli stesso ha mostrato come si potrebbe fare con Lena e Donna Parker (tacciata di ninfomania solo perchè si lascia corteggiare da due uomini in due tempi diversi e la seconda volta è la classica reazione piccata di chi, a torto o ragione, si è sentita messa da parte). Ribadisco (perchè anche questo l'ho detto tante volte, ma, come dicevano i Romani, repetita iuvant) che io non sono per nulla favorevole alle scene di sesso esplicito, sono un grande fan della dissolvenza, ma non mi scandalizzerei di certo se vedessi una scena con un uomo ed una donna nello stesso letto (cosa avvenuta più di una volta anche se mai con uno dei pards) o il giovane (o anche il vecchio) Kit che si rimette la camicia con al fianco una donna in sottoveste e nemmeno mi scandalizzerei davanti ad una scena di nudo purch? non fosse gratuita e messa l' solo per solleticare certi istinti dei lettori, ma fosse funzionale alla trama (tipo nel Texone di Kubert, dove mettere la sottoveste alla ragazza che fa il bagno nel fiume mi è sembrato decisamente ridicolo). Non tutto quello che ha a che fare con il sesso è opera del Maligno se fatto con intelligenza e garbo. P. S. Come dice Havasu paragonare l'andare al bagno con il rapporto con una donna non sta n° in cielo n° in terra. La prima cosa non ci vene mostrata perchè superflua allo stesso modo in cui non ci vengodo, di solito, mostrati i pards mentre dormono o si fanno la barba: sono tempi morti che non servono a far progredire l'azione. il rapporto con utna donna (e non mi riferisco la rapporto sessuale, perchè su quello ho già deto anch'io che non sono favorevole a mostrarlo) è diiverso e no dovrei nememno sprecar tempo a spiegare il perchè.
  15. Ma non si era detto che il problema principale dell'abbandono era l'imposizione a Gomez di rispettare la gabbia bonelliana, motivo per cui questa storia è finita sull'almanacco? No. Quello che si era detto, o meglio: quello che ho detto io (che di quello che dicono gli altri non posso rispondere) è che Gomez doveva disegnare una storia in due albi, che sostanzialmente avrebbe dovuto essere quella che poi è diventata "Salt River". Quando, dopo un anno, sono arrivate in redazione le prime 20 (o già di l') tavole, Sergio Bonelli le giudic? troppo' autoriali? (qualunque cosa volesse dire) per la serie regolare e decise di trasferire la storia su un Almanacco. Si trattava, in pratica, della sua solita fisima per cui i lettori non avrebbero gradito o sarebbero stati sconcertati dall'impostazione grafica (o anche dal modo di sceneggiare) dell'autore di turno, in questo caso Gomez. Fisima, va detto, smentita più spesso che confermata dai casi precedenti. Boselli, invece, di comprimere la vicenda che aveva ideato in sole 110 pagine, prefer? partire dalle pagine già disegnate da Gomez ed imbastire per il seguito una trama del tutto nuova. Le idee della trama originaria (di cui non so quanto avesse scritto sino ad allora) furono utilizzate per "Salt River", con un nuovo inizio (in pratica tutta la sequenza del traghetto, immagino). Terminata la storia, Gomez avrebbe dovuto ricevere un'altra sceneggiatura, stavolta non di Boselli, ma ha annunciato che si sarebbe preso un periodo indefinito di assenza per dedicarsi ad altro. Non esistono preclusioni ad un suo ritorno, che dipenderebbe solo da lui, anche se Boselli si è fatto sfuggire una volta che è scettico su un suo ritorno, ma è solo una sua opinione personale. Immagino e spero che presto ne sapremo qualcosa, visto che è già passato un anno.
  16. Questo principalmente per colpa di Gomez, che invio digitalmente le tavole con la risoluzione errata. Ricordo a tutti che Gomez è solito aggiungere digitalmente gli sfondi e che le sue tavole originali ii genere contengono solo le figure per cui lui invia le scansioni, Quasi certo, E sarà bene ribadire che è stata una scelta esclusivamente sua, così come sarà solo sua la scelta se e quando ritornare.
  17. In che senso?per te e' il migliore disegnatore di Tex?le tavole sono senza dubbio discrete, anche se troppo piene di particolari.Mio caro Anthony, se anche Zagrosky ritenesse che Gomez sia il migliore disegnatore di Tex o anche il miglior disegnatore vivente in assoluto, sarebbe nel suo pieno diritto pensarla così, proprio come per te lo è avere l'orticaria per i disegnatori ispanici e per me essere in disaccordo con entrambi. P. S. Meglio tavole piene di particolari che senza sfondi per quanto mi riguarda.
  18. No, Mamie Smith appare qui per la prima ed unica volta.
  19. Carlo Monni

    [19] [Almanacco 2012] Il Ciarlatano

    Esatto al 100%. P. S. Ecc. sarebbero L'Almanacco del Mistero, e quello della Fantascienza. :lol2:L'Almanacco dell'Horror è in realtà l'Almanacco dela Paura. La sequenza d'uscita ?... Gennaio: Almanacco del WestMarzo: Almanacco della PauraMaggio: Almanacco del GialloLuglio: Almanacco dellla Fantascienza Settembre: Almanacco dell'AvventuraNovembre: Almanacco del Mistero Gli Almanacchi di settembre e novembre, per motivi distributivi, portano in copertina il riferimento all'anno successivo. La redazione è composta da: Graziano Frediani, curatore, Maurizio Colombo (rubriche cinematografiche), Luca Crovi (libri ed altro) ed altri collaboratori anche esterni. I curatori delle serie di cui si pubblca una storia negli Almanacchi si limitano a fornire la storia e la copertina, ma non sono per nulla coinvolti nel resto delle decisioni che riguardano la collana.
  20. Carlo Monni

    [585/586] La Grande Sete

    Il problema è che all'epoca non c'era una vera supervisione, nessuno controllava preventivamente le sceneggiature e nessuno avvisava lo sceneggiatore di turno che lo sceriffo di Phoenix era Will Patterson piuttosto che un altro. Oggi questo inconveniente non si dovrebbe più verificare data la supervisione di Boselli.
  21. Se non sbaglio, non lo vedevamo dai tempi de "La pistola nascosta" . Non so quanti di voi lo sanno, perchè mi pare di averlo detto diverso tempo fa, ma Gomez doveva disegnare la storia che poi, in parte, è stata affidata ad Andreucci. Quando arrivarono in Redazione le prime venti pagine della storia, infatti, Sergio Bonelli decise che lo stile particolare dei disegni non sarebbe stato adatto alla serie regolare e decise di destinare la storia all'Almanacco. Invece di sintetizzare la storia originale, Boselli decise di scrivere ex novo 90 pagine nuove di zecca basate sulle prime pagine già disegnate. Contemporaneamente Boselli ha scritto un nuovo inizio per la storia originale ed effettuato alcune modifiche alla sceneggiatura. La storia originale prevedeva, infatti, i quattro pards. Con la doppia revisione, nella storia di Gomez è scomparso Kit Willer ed in quella di Andreucci Tiger. Sarà interessante confrontare le due storie che escono quasi in contemporanea, Da quello che ho capito , è stato il solo Gomez a prendersi un anno sabbatico (così l'ha definito Boselli) per dedicarsi ad altri progetti. Sempre da quello che ho capito io, alla SBE non ne sono stati affatto contenti, ma non potevano che accettare la cosa. Gomez torner?? Pare che dipenda solo da lui. Pienamente d'accordo.
  22. Carlo Monni

    [627/628] Salt River

    Ricordiamo insieme questa cara fanciulla Mia cara Cheyenne, se la memoria non m?inganna, Manuela Montoya, Donna Parker e perfino Linda Colter sono ancora vive e vegete. Sono gli amici che viaggiano con Kit a correre rischi non le sue donne, ahimè.
  23. Beh, insomma? mica tanto se pensiamo alla frequenza con cui compare effettivamente nelle storie di Tex da svariati anni a questa parte A dire il vero il Consiglio Tribale, inteso come corpo legislativo moderno, è stato creato nel 1937 e fino alla riforma del 1989 aveva anche compiti esecutivi ora trasferiti al Presidente della Nazione Navajo Nel 1922 fu Creato un concilio degli affari, poi assorbito dal Concilio Tribale, per decidere degli accordi per lo sfruttamento delle risorse (petrolio ed altro). Prima di quelle date c'era un consiglio che aveva come membri i capi di pace e di guerra eletti dai vari clan in cui è diviso il popolo Navajo e che si riuniva una volta ogni due anni o in caso di necessit?. Questo consiglio, occasionalmente si è visto su Tex o se ne è parlato. E queste si sono viste, per esempio se ne menziona una in "La lunga pista" 1872 Ai tempi di Tex, per l'appunto, la polizia tribale non c'era. Quanto alla polizia federale, ai tempi di Tex l'unica forza di polizia federale erano gli U. S. Marshall, che però non risiedevano nella riserva e poi c'era ?esercito, il cui reparto più vicino era a Fort Defaince. Quello che ho appena detto. P. S. Poi è chiaro che il vero motivo per cui non si sono quasi mai viste queste cose era perchè nel 1950 G. L. Bonelli non aveva la più pallida idea di come fossero veramente organizzati i Navajos. Perfino il modo in cui Tex ottiene il ruolo di capo supremo, non è rispondente appieno al modo con cui venivano scelti i capi, anche se una sorta di ereditarietà del comando era comunque presente.
  24. Questo tipo di scene, "che non c'entrano niente", Ruju le ha già inserite: quella, sempre con gli indiani, nella "Prova del fuoco". Ma, a parte il fatto che sono ben raccontate, queste scene si ricollegano alla storia e, soprattutto, a mio avviso sono un omaggio allo stile bonelliano: lui spesso inseriva intermezzi avulsi dalla trama principale, spesso per mettere un p? d'azione nell'albo (per esempio "Una campana per Lucero"). Quindi per me vanno benissimo S?, Paco, in effetti sono molto glbonelliane. Ma GLB aveva una scrittura impetuosa, meno pianificata, privilegiava l'azione alla coerenza della trama. Raramente Nizzi e Boselli si sono concessi queste digressioni. Personalmente preferisco gli autori che si fanno guidare dal loro estro senza seguire un soggetto dettagliato a quelli che si attengono ad una rigida scaletta. Boselli, ad esempio, stando a quanto dice lui stesso, raramente segue un soggetto ben definito e più spesso si lascia guidare dall'ispirazione del momento. Una volta mi ha raccontato che, essendo stato incaricato di scrivere una storia per Franco Devescovi, scrisse di getto una ventina di pagine senza avere la minima idea di come continuare o dio cosa avrebbe parlato la storia. In seguito l'idea gli venne e la storia in questione è stata molto apprezzata. Si trattava de "I sabotatori", storia che con l'abbandono di Devescovi subito dopo aver terminato "La palude nera" e prima di aver cominciato la nuova storia, fu affidata in seguito a Leomacs. Boselli, come Manfredi del resto, non ama sentirsi vincolato ad un soggetto ed ama improvvisare ed io non ho nulal da dire finch? ci friesce bene. Credo che Ruju segua la stessa strada. A Bologna, al pranzo con quelli di TWO ci ha detto che il soggetto de "La prova del fuoco era di appena 8/10 righe. Ci ha anche detto che secondo lui ha cominciato a scrivere bene Tex da quando ha smesso di tentare di imitare G. L. Bonelli, come aveva fatto nelle sue prime due storie, ed ha preso a scriverlo alla sua maniera. Ma venendo alla scena incriminata, è chiaramente una digressione ma è ben fatta e tanto mi basta. Che Ruju l'abbia inserita perchè gli serviva di raggiungere il traguardo obbligato delle 110 pagine o perchè semplicemente gli andava di farlo, visto che comunque riesce a giustificare la cosa con il piccolo aiuto datogli dagli Apaches per ritrovare la pista di Gallardo e la scena è così ben scritta da non sembrare affatto forzata Come dice anche Paco, tu hai tutto il diritto di apprezzare o non apprezzare quel ti pare, ci mancherebbe. P. S. In tre storie su quattro Ruju ha messo gli Apaches, evidentemente gli piace scriverli. A questo punto gli si potrebbe affidare l'eventuale nuovo ritorno di Laredo e della ?banda? di Fort Apache visto che sembra trovarsi a suo agio con quelle atmosfere. D'altro canto Boselli non mi sembra geloso dei suoi personaggi, quindi perchè no, visto che tanto la storia la supervisionerebbe lui?
  25. Carlo Monni

    Galleria Di Stefano Babini

    Ho incontrato Stefano Babini alla fiera di Reggio Emilia sabato scorso ed abbiamo fatto quattro chiacchiere. Confesso di averlo fermato soprattutto per fargli i complimenti per ilo suo libro autobiografico ?Non è stato un picnic", che consiglio caldamente a tutti, e alla fine gli ho detto che io ero tra quelli che avrebbe visto volentieri un Texone disegnato da lui. Babini mi ha risposto che un Texone, data la sua lunghezza, sarebbe troppo impegnativo per lui, ma una storia breve la farebbe volentieri. Chissà che non lo tengano presente per uno dei futuri Color Tex con storie brevi?
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