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TWF - Tex Willer Forum

Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Su quest'ultima cosa vorrei dire una cosuccia: al momento Boselli sta scrivendo 10 storie (esclusa "Eagle Pass" di Villa, che è in standby) e precisamente per Civitelli, Venturi, Garcia Seijas, Mastantuono, Piccinelli, Leomacs, Frisenda, Ginosatis, Gomez e Fernandez. Vedete voi chi di questi potrebbe stare disegnando un Texone, considerate anche le informazioni che già abbiamo sulla sede dove andranno molte di queste storie.
  2. Non sono affatto d'accordo, ma non ho alcuna intenzione di infilarmi in questo tipo di polemiche che personalmemnte trovo stupide. E su questo non posso darti torto. E personalmente non posso che essere d'accordo. Peccato, perchè di buoen idee dietro ce n'erano, tutto sommato. Ed io non esito a definirla una delle peggiori dello stesso periodo. Una storia in cui Tex riesce a fare tutto quello che non dovrebbe fare ed a non fare quello che invece non dovrebbe fare. L'unica nota positiva di quella storia sono i disegni di Venturi. Lo farei volentieri, ma non ho trovato alcuna rensione o scheda di "Kiowas" su UBC. Nell'elenco questa storia è completamente saltata. Quindi non so dire se potrebbe o no essere obiettiva. Fermo restando che a mio parere una recensione obiettiva la stroncherebbe senza pietà. :capoInguerra: Si, questo è certo. In un certo senso mi dispiace per te, perchè ho la sensazione che con Boselli, Faraci e Manfredi al timone sarà la mia idea di texianit? (qualunque cosa vogl'ai dire) ad affermarsi. Si, è così. Non è altro che una questione di puro e semplice istinto. "Fuga da Anderville" è un'ottima storia, forse la migliore che Nizzi abbia mai scritto, intensa ed emotivamente coinvolgente, ma non mi ha coinvolto e divertito quanto "Matador", storia dove, peraltro, al contrario di te, io ho trovato un Tex ed un Carson impeccabili. Idem per me, ma mi auguro almeno di poter contare sul reciproco rispetto.
  3. Grazie, ma per quanto uno sia autorevole (ed è tutto da dimostrare che io lo sia), ciò non può e non deve significare adesione incondizionata alle sue idee... e tu lo stai dimostrando molto bene. Allora... con l'eccezione di "Il mercante francese", che mi ha annoiato e "Kiowas", che ho trovato indecente per la figura da idioti che viene fatta fare a Tex e Carson in almeno due occasioni, le altre storie rientrano nella categoria a cui accennavo di quelle in cui, secondo me, Nizzi si è sforzato di ritoirnare al suo vecchio livello di scrittura. Ho apprezzato lo sforzo (e non ho problemi a riconoscere che le sequenze iniziali di "Lo squadrone infernale fino alla sequenza muta del cane sono impeccabili) , ma, ahimè, a mio parere sono comunque storie da "minimo sindacale" e se questo è il massimo che possiamo sperare dal Nizzi attuale, sono ben leito che lui e l'Editore abbiano deciso di interrompere la collaborazione. Io non mi accontento di storie discrete, io voglio storie buone, se non ottime. Casualmente. con l'eccezione della prima, hai scelto come esempio storie che al sottoscritto non sono dispiaciute, e sullas spietata recensione non è stato, quindi, d'accordo. Per il resto, però, se posso essere d'accordo sul'eccesso di certi toni, sembra sfuggirti che, almeno secondo il mio metro di giudizio, sia chiaro, il tono ironico e sferzante poteva essere comunque giustificato dal semplice fatto che in moltissimi casi eravamo di fronte a storie veramente brutte, se non peggio. Se per "perle nizziane" si intendono certe storie degli ultimi anni, Oliva ha ragione da vendere, sempre secondo me.
  4. Buongiorno a tutti. Io sono anche un utente regolare di TWO e , pensate un p?, me ne vanto pure. Personalmente, trovo del tutto ingenerosi sia gli "attacchi" a TWO che a Giorgio Loi per il loro presunto antinizzismo a prescindere. Per quanto riguarda TWO, è verissimo che fino a qualche anno fa vi si respirava un aria pesante e che di fatto non era tollerata alcuna deviazione dal pensiero della maggioranza (o, quantomeno, della minoranza attiva). In quell'epoca io stesso intervenivo solo per commentare le storie astenendomi da qualsiasi altro tipo di intervento e/o polemica. Negli ultimi tempi le cose sono molto migliorate e c'è ampio spazio sia per ogni tipo di opinione che per polemiche perlopiù civili. Naturalmente, a seconda delle inclinazioni di ciascuno, ci sarà chi interverr? in modo pacato e chi con toni più o meno accesi e/o sferzanti (io, per esempio, non ho mai disdegnato il sarcasmo). Se poi uno non tollera che la sua opinione sia messa in discussione e preferisce trovarso solo in compagnai di chi la pensa come lui, meglio che eviti i forum di discussione. Per quanto riguarda Giorgio Loi, conosco personalmente sia lui che sua mogli Michela Feltrin e li trovo due persone simpaticissimi. Come accade con chiunque, talvolta ci troviamo d'accordo ed altre siamo in disaccordo completo. Più spesso capita che condiviamo un giudizio generale, ma divergiamo su singoli aspetti o sui toni. Entrambi, infatti sono molto più severi di me e meno inclini a lasciar passare certi aspetti. Toglietevi dalla testa, poi, che siano indulgenti per partito preso nei confronti di Boselli, perchè non è così e basta leggersi certi giudizi su alcune storie di Boselli uscite negli ultimi tempi, per rendersi conto che non è così. Sono antinizziani? Certo ed anch'io lo sono, se per antinizziani intendete chi non apprezza le storie uscite negli ultimi 8/10 anni e perlopiù le considera vere e proprie schifezze. Nizzi è stato un bravissimo autore. Ha scritto bellissime storie, che ho letto e rileggo sempre con piacere. Al Nizzi del periodo 1983/1992 posso solo avanzare un rimprovero: quello di essere sempre stato troppo manierista, di aver quasi sempre seguito quasi una formula matematica nel costruire le sue trame. Quanto al Nizzi post 1992 (ovvero quello che riprese a scrivere dopo la famigerata crisi creativa e le cui storie hanno cominciato ad uscire a partire dal 1995), una sempre più evidente debolezza delle sue trame era comunque sostenuta da un'indubbia capacità di sceneggiatore. In seguito, però, Nizzi è diventato sempre più incapace di costruire non solo trame decenti (ed a dire il vero, buone idee saltavano spesso fuori), ma anche e soprattutto di svilupparle in maniera accettabile. Uno dei rimproveri che gli muovo, ad esempio, è lo snaturamento dei caratteri dei quatto pards (l"evoluzione" di Carson ?, in questo senso, paradigmatica). Praticamente ogni storia da lui firmata (con al massimo un paio di eccezioni) uscita a partire dal n° 500 può solo e semplicemente essere definita brutta, raggiungendo, ahimè, uno dei punti più bassi dell'intera produzione texiana. Un p? alla volta ho potuto vedere gente di mia conoscenza che è passata dalla difesa di Nizzi alla cupa accettazione del suo declino. Negli ultimi tempi ho notato un certo sforzo di costruire trame e dialoghi migliori, ma, ahimè, senza raggiungere i risultati di un tempo. La vena, temo, si è esaurtita e la cosa migliore che Nizzi può fare per se stesso ed i suoi lettori è dedicarsi a cose che veramente lo appassionano, come i romanzi che sta attualmente scrivendo. Non ho mai negato il grende lavoro svolto da Nizzi nel tenere in piedi la serie e nemmeno il ruolo svolto da un poco lungimirante editore che, se avesse cercato in tempo utili altri autori da affiancargli e non avesse comunque insistito pre spremerlo comunque, avrebbe probabilmente evitato il crollo a cui abbaimo assistito. In ogni caso, io non giudico il suo passato, ma il suo presente, credo e spero di essere sempre obiettivo e lontano da preconcetti e sp?ero che sia così anche per tutti, ma per quanti sforzi faccia, il mio giudizio sarà sempre influenzato da tanti fattori e non credo di dovermi scusare per questo. Per quanto mi riguarda, legger? e commenter? diligentemente le poche storie di Nizzi che ancora rimangono, sperando, come faccio sempre, che il mio scetticismo su di esse (? un preconcetto, dopo aver letto troppe storie che non ti sono piaciute, essere scettico sulla nuova storia dello stesso autore? Spero di no) sia smentito dai fatti. E con questo, credo di aver detto tutto quel che avevo da dire,.
  5. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Di solito non commento mai una storia se non quando è finita ed anche stavolta farà altrettanto. :wink: Mi limiter? solamente ad evidenziare un paio di curiosità: 1) Posso sbagliarmi, ma credo che sia la seconda volta (dopo "Il killer") che una storia inizi con una sequenza ambientata nel passato senza essere introdotta dal classico flashback. Ad onor del vero, non escludo che anche GLB possa aver fatto così in passato, ma al momento proprio non riesco a ricordare evenienze simili. Ne approfitto comunque per fare i complimenti a Boselli e Font per la sequenza davvero evocativa. 2) Quando Buffalo Bill saluta Kit Willer commenta che si è fatto alto e forte e che a quanto si dice, spara bene quasi quanto il padre. Questo commento sembra indirettamente avvalorare la mia tesi secondo cui il primo incontro tra Tex e Buffalo Bill ("La sfida") sarebbe ora da considerarsi una storia retrospettiva, ambientata all'epoca in cui Kit era nato da poco (infatti, nella realtà storica, tra il periodo in cui Buffalo Bill faceva lo scout per la ferrovia e quello in cui apr? il Wild West Show passarono all'incirca 15 anni). C'è anche da dire che, il commento di Buffalo Bill porta a pensare che lui abbia già incontrato Kit quando questi era un bambino o poco più, per tacere del fatto che Bill non incontra mai Carson in "La sfida", ma già lo conosce in "Wild West show". Verrebbe da pensare che esista una "storia mai narrata", ambientata dopo "La sfida", in cui un più giovane Buffalo Bill reinconrtra Tex (e forse anche Tiger ) e conosce sia Carson che un Kit ancora molto giovane. Se è così, spero che Boselli ce la voglia narrare prima o poi. 3) (Ok avevo detto due osservazioni, ma mi conoscete ). Conoscendo Boselli, non mi stupirei affatto se finisse col rivelarci che, come l'apparizione in veste di fantasma di Anita de Villahermosa in "Vendetta per Montales" era un'affettuosa citazione da "Il fantasma di Union City", così il look del misterioso Mister Black (nome evidentemente falsissimo :wink:) sia una citazione de "l'Uomo dalle quattro dita". Chiaro, poi, che l'ultima cosa che mi stupirebbe sarebbe scoprire che barba e capelli di Mr. Black sono posticci. :prof: :wink: 4) Infine... attenti a dare Mr. Black per già morto. Io non do mai nulla per scontato... anche se l'apparizione della carta da gioco, mancante nei due omicidi precedenti non fa ben sperare per il nostro uomo in nero.
  6. Esattamente prima de "Il tranello", per essere esatti.
  7. Carlo Monni

    [25/26] L'agguato

    Un solo appunto: a quanto ne so io, in questa storia non è presente Francesco Gamba, ma, per l'ultima volta, il cugino Pietro alle chine su matite di Galep.
  8. Questa storia meriterebbe di essere ricordata anche per la stupenda sequenza della roulette russa, secondo me. Devo far notare, tanto per dare credito a chi se lo merita, che anche in questa storia le matite di Galep sarebbero state inchiostrate da Virgilio Muzzi.
  9. Condivido in pieno. Anche qui le matite di Galep sono inchiostrate da Virgilio Muzzi. Non solo, parte della storia (e precisamente le pagine da 88 seconda striscia a 98 del n° 38) sarebbero state realizzate da Francesco Gamba alle matite e Muzzi alle chine. Forse era ispirata dalla mitica signora Liliana, strica segretaria della sua ex moglie (e poi di suo figlio Sergio), la stessa le cui fattezze pare abbiano ispirato Galep per il personaggio di Florecita, la figlia di El Diablo.
  10. In questa storia, come in quasi tutte le altre del periodo, è quasi certo che le chine (a parte, probabilmente, quelle dei volti dei pards) siano del compianto Virgilio Muzzi. Ciò non toglie nulla all'abilità di Galep, ovviamente, che è comunque, il vero "architetto" dei disegni.
  11. Carlo Monni

    [44] Una Audace Rapina

    Piccola curiosita per chi non lo sapesse già: i nomi dei banditi altro non sono che i nomi dei componenti del Mucchio Selvaggio di Butch Cassidy "mescolati".
  12. Carlo Monni

    [593/595] La Mano Del Morto

    Secondo me Patterson comparir? ancora come sceriffo di Phoenix, e non ci sarebbe da meravigliarsene:la saga texiana è piena di queste stranezze. Per esempio Rupert è sceriffo di Tucson nella omonima storia(nn.211-213), ma in "Segnali di fumo" non compare;ritorna ad essere sceriffo della città ne "Il passato di Carson", mentre in una storia di poco precedente(nn.403-405)? sceriffo di Tucson un tizio mai visto prima. Quindi non ci sarebbe nulla di troppo strano se la cosa si ripetesse. Inoltre la storia di Manfredi era troppo fedele alla realtà storica per inserire un personaggio fittizio come Patterson(di cui Manfredi può anche non aver mai sentito parlare).Questo sarebbe vero se lo sceriffo di Phoenix nella storia di Manfredi fosse stato il vero Sceriffo di Phoenix (rectius: della Contea di Maricopa ) e non un personaggio fittizio, così come Lansdale e perfino il Governatore sono personaggi fittizi. la verità è quasi certamente quella che dici in fondo: Manfredi non si è curato di apprendere se uno scerifo di Phoenix fosse già stato usato prima.
  13. Carlo Monni

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Spero che mi perdoniate, se ripeter? pari pari quanto ho risposto a questo stesso intervento su TWO. D'altra parte, mi sembrava brutto non rispondere anche qui. Credo che fosse ampiamente prevedibile, anche se non inficia la godibilit? della storia, non più di quanto possa inficairla la prevedibilit? della vittoria di Tex nel duello finale. :angel: Condivido praticamente tutto quello che hai detto... a parte l'uso del termine partner fisso per personaggi come Nat MacKennett, che appaiono solo una volta ogni tanto. Ti dir?, a me non hanno dato fastidio, anzi, in genere li apprezzo. In questo caso, poi, li ho trovati funzionali alla storia da raccontare. Nel primo caso il flashback serviva a delineare meglio la personalit? dello sceriffo rispetto a quella di Tex. Nel secondo caso, a precisare meglio certi aspetti del carattere di Kit per meglio spiegare il comportamento successivo. Io, invece no. Non trovo assolutamente necessario che si mostri proprio tutto. Sta anche all'intelligenza del lettore riempire i buchi. Per quanto mi riguarda, ad esempio, ho avuto una gradita sorpresa quando Kit è apparso a cavallo e mi sono detto: "Bravo Tito: mi sembrava strano che avessi tolto di mezzo Kit in questo modo. Questo è il Kit Willer che ricordavo ed apprezzavo". Una sorpresa che sarebbe stata annacquata se quella scena fosse stata preceduta da una in cui Kit si alza dal letto e parte. Quanto al perchè Tito utilizzi le ellissi narrative, a mio parere la risposta è semplice: questo è il suo stile, è così che scrive. Punto e basta. Quanto alle tecniche moderne... sono tanto moderne che Gino D'Antonio le usava già più di 30 anni fa. Mi sono sempre chiesto perchè ci siano dei lettori che pensino che certi modi di narrare non siano adatti a Tex (c'è stato perfino chi, riferendosi al finale narrato da Hodson ha sprezzantemente fatto riferimento ad "un Dylan Dog qualunque", quasi che l'uso della prima persona in Tex sia un peccato grave sanzionato dalla Legge Mosaica :capoInguerra:). Da parte mia non ho mai fatto una questione di stile, ma di aderenza al personaggio ed al suo mondo. Faraci, Boselli o Manfredi non scrivono con lo stile di G. L. Bonelli? Mi sembra la scoperta dell'acqua calda. Lasciamoli scrivere come sanno (e rompiamo anche meno le scatole ai disegnatori, già che ci siamo, che non è nemmeno detto che le soluzioni grafiche di 50 anni fa debbano essere la Bibbia di oggi ) pretendendo da loro solo che rispettino i personaggi che usano, dandone sè una visione ed interpretazione personale (cosa, del resto, inevitabile) senza però stravolgerne mai le caratteristiche fondanti. Questo, almeno secondo me (e la mia è un'opinione che rispetto molto quando mi accingo a leggere qualcosa ). Tito lo ha fatto (come, vale la pena di ribadirla, lo hanno fatto Boselli, Manfredi ed il primo Nizzi) e tanto mi basta. Che poi la storia venga narrata in prima persona, seconda persona, terza persona, dal diario della maestrina del villaggio o dal coro greco, con didascalie o senza didascalie, con ellissi o mostrando tutto fino all'ultimo atto di Tex e soci, francamente mi sembra secondario. D'altra parte sono elementi pressoch? assenti in "Evasione" e nulla sappiamo al riguardo nelle storie che Tito sta attualmente scrivendo. Piuttosto, se c'è un marchio di fabbrica che riconoscerei nelle storie di Faraci finora pubblicate, è la tendenza a cominciare nel bel mezzo di un'azione e l'inserimento nel corso della vicenda di una sequenza in cui Tex prova o fa riferimento all'efficienza di un'arma. Se ci limitiamo al solo Tex... no. Fino a non molto tempo fa certi tipi di controllo erano praticamente assenti. Su Nathan Never il discorso è diverso. L' esiste una continuity ed ogni storia dovrebbe essere supervisionata al fine di armonizzarla con le altre. Dovrebbe... ma non leggendo più Nathan Never non so quanto sia così adesso. Pure io.
  14. Carlo Monni

    Kit Willer, Un Ranger ?

    :capoInguerra: Premesso che dopo "Tra due bandiere", che è orami il parametro ufficiale della partecipazione di Tex alla Guerra Civile, è difficile dire quanto delle storie del periodo 17/23 è da considerare facente parte della continuity texiana (personalmente preferisco immaginare che nel passato dei pards sussista comunque una versione di quelle storie "depurata" dai riferimenti, peraltro storicamente campati per aria, alla guerra), diamo pure che scontato che Kit sia diventato un ranger e del resto, di esempi al riguardo ce ne sono davvero tanti. Oltre agli esempi citati, ricordo le storie "Oro" (nn° 41/42), dove lo vediamo addirittura stazionare al comando", "Il sicario" (nn° 46/47), dove sfodera la stella assieme a Tex e Carson ed in "Pony Express", dove per buona parte della storia agisce in incognito. Chiaramente per il tardo Bonelli e per Nizzi Kit deve ad un certo punto aver lasciato il corpo dei rangers (anzi, ripensandoci, forse Nizzi neanche si ricordava che ne avesse mai fatto parte), ma se è così non ci mai stato msotrato. Che Tex e Carson non siano più in servizio attivo e che vengano chiamati solo su base per così dire volontaria ormai non ci piove. Quanto a Tiger, non è mai stato un ranger e non è mai stato detto che lo fosse. Anche nelle missioni in cui Tex agisce come Ranger, il nostro Navajo è sempre e solo un aiutante non ufficiale.
  15. Carlo Monni

    La Serie Di Kit Willer

    Rispolvero questo vecchio topic, trovato solo grazie alla segnalazione di Tex Fanatico e ne approfitto per integrare e/o correggere quanto scritto da Ymalpas Per me la risposta è semplicissima: avete tutti confuso quella che era solo la pubblicit? per l'arrivo di Kit Willer come pard stabile di Tex a partire da "Il figlio di Tex", che è avvenuto nel 1952, con la pubblicit? (che non c'è mai stata) della nuova serie di Kit che avrebbe dovuto decollare nel 1958. Non ho dubbi al riguardo: A) le immagini mostrano Kit con il look che aveva ne "Il figlio di Tex" e non con quello che aveva nel 1958. La presentazione fa indubbiamente riferimento a quell'avventura e non alla prima che Kit avrebbe dovuto vivere in solitaria. C) Non vi fate ingannare da quel riferimento alla "nuova serie", perchè è indubbiamente riferito alla nuova serie del Tex a striscia (la quarta, se non vado errato), che cominciava con un nuovo n° 1 proipio con l'albo "Il figlio di Tex". Non so poi quale sia stato il vero motivo per l'abbandono di una serie su Kit. Onestamente mi convincono poco sia le giustificazioni per cui il giovane Kit si sarebbe rivelato un clone del padre, visto che già Ymalpas rimarca quelle chge sarebbero state alcune caratteristiche che li avrebebro differenziati non poco, secondo me (uso del coltello, riluttanza ad usare le armi per uccidere e così via); sia quelle secondo cui sarebbe stata una serie fuori tempo massimo, visto che proprio lo stesso anno fu varata la serie del Piccolo Ranger, anche lui eroe adolescente, che, bene o male, è durata per ben 27 anni. Piuttosto, credo, che alla fine Sergio Bonelli abbia preferito dar credito al progetto Piccolo Ranger piuttosto che a quello Kit Willer. Da quel poco che ho letto di quella che avrebbe dovuto essere la trama della prima avventura di Kit Willer (ambientazione canadese, rinascita della setta della Mano Rossa, possibile rivolta indiana), ho il forte sospetto che GLB abbia qualche anno dopo riciclato e modificato parte di quelle idee per la storia che io chiamo "La bufera" (nei nn° 76/77, per intenderci). Infine, una possibile correzione. Se non vado errato, il disegnatore di Kit Willer avrebbe dovuto essere non Francesco Gamba, ma il cugino Pietro, che, peraltro, per diversi anni era stato inchiostratore di Galep. Ammetto, però, di non esserne sicuro.
  16. Carlo Monni

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Ed ecco anche il mio commento. Che dire? la storia ha ampiamente soddisfatto le mie aspettative. Se questa è la qualità media delle storie di Tito ed in genere di tutte le storie di Tex che possiamo aspettarci d'ora innanzi, non posso che ribadire la mia soddisfazione. La trama non sarà particolarmente originale, ma Faraci la sviluppa decisamente con brio e soprattutto azzecca praticamente tutte le caratterizzazioni e nel finale riesce anche a dare al tutto un tocco romantico e da leggenda. In particolare, ho molto apprezzato le pagine finali in cui abbiamo il commento a posteriori di Hodson. Lo scrittore ha ragione: inutile chiedersi se Tex prova la soddisfazione del cacciatore, di chi si è vendicato o di chi ha solo ottenuto giustizia. Davvero Tex liquiderebbe la questione con un sorrisetto. Non è tipo da filosofia, lui. Decisamente azzeccata la caratterizzazione di Kit. Sveglio, in gamba e temerario fino all'incoscienza. Ma davvero qualcuno si è sorpreso o trova inverosimile che si sia alzato dal letto e sia corso dietro al padre nonostante la grave ferita? E Tex allora? Non ha fatto lo stesso in più di un'occasione? Ebbene io l'ho trovato un comportamento logico e coerente con la personalit? del vero Kit Willer, che non è e non è mai stato il bamboccio incapace di infilarsi gli stivali da solo senza l'aiuto del padre che ci è toccato vedere negli ultimi anni. Faraci, come già Boselli prima di lui (ma ci aggiungerei anche Manfredi, che nelle poche pagine de "La grande sete" in cui lo fa comparire, dimostra di averlo capito benissimo. :generaleN:). Mi spiace che ci sia, in altri forum, se non anche in questo, qualcuno che non lo apprezza, guidato, temo , da irriducibili pregiudizi nei confronti del personaggio, ma per quanto mi riguarda, questo è il Kit Willer voluto da GLB e che ho sempre apprezzato. Molto simpatico il buon Lord William Hodson (attenti a non chiamarlo Lord Hodson, per l'etichetta britannica sarebbe un grave errore, ve l'ho già detto, credo. :capoInguerra:), scrittore, illustratore ed avventuriero a tempo perso. Se posso muovere un solo appunto su di lui è che da un lato sembra uno come il barone di Munchausen e d' l'impressione di spararle grosse sulle sue passate avventure, ma dall'altro si rivela davvero in gamba sia con la pistole, che in altre discipline il che potrebbe sembrare stonato con la sua aria "inglese". Certo, però, non si deve dimenticare che gli inglesi non si sono conquistati un impero con le buone maniere e bevendo il t?. Una cosa che mi è anche piaciuta e che probabilmente Tito ha fatto senza rendersene conto (e se non è così, se invece l'ha fatto apposta, raddoppio i miei complimenti. ) è il fatto che grazie all'illustrazione dello scontro con gli Apaches di cui al racconto di Tex ed alle giustificazioni di Hodson al fatto che gli indiani non era abbigliati od armati come lui li descrive, si può trovare la via per giustificare una buona parte delle incongruenze delle prime avventure. Si potrebbe, infatti, sostenere, che quelle storie le abbiamo lette filtrate dalla narrazione di Hodson o di altri come lui e che è colpa del narratore se certi particoalri non tornano (Prima che a qualcuno venga in mente questa idea, dico subito che no: non userei come scusa che certe storie di Nizzi non sono "vere" ma "inventate" da Hodson per toglierle dalla continuity. Hodson non mi sembra il tipo di narratore che farebbe fare a Tex certe figure :capoInguerra: ) In altri forum c'è stato che ha sollevato una sorta di questione vecchiaia di Tex. Devo dire che mi ha sorpreso davvero che qualcuno non riesca (o non voglia) capire che gli accenni fatti da Tex stesso e da altri sono solo battute scherzose, eppure c'è chi si ostina a prenderle sul serio. Francamente non mi interessa quanti anni abbia Tex, mi interessa che sia abile e capace di fare quello che fa. Nelle storie di Boselli, Faraci e Manfredi ho visto questo Tex e tanto mi basta. Che poi Kit Willer abbia 18, 20 o addirittura 25 anni, per me è una questione del tutto secondaria. Mi si obietterebbe che un Tex "vecchio" non potrebbe verosimilmente fare le cose che fa. Ancora una volta dico: e allora? Esiste una cosa chiamata sospensione dell'incredulità. Se posso accettare certe cose davvero inverosimili accadute nel corso della saga (maghi quasi invincibili, vampiri dallo spazio, mummie che resuscitano e tante altre cose ancora), se posso accettare che esista uno come Tex (per tacere dei pards, che sono appena un gradino sotto) capace di imprese spesso ai limiti dell'impossibile, perchè non dovrei accettare che possa farlo a 50 anni piuttosto che a 45° Non pretendo di convincere nessuno ed ho fatto questo discorso troppe volte ormai per aspettarmi sorprese, consentitemi però di farlo ancora un'ultima volta: che Tex sia un uomo maturo è ormai assodato addirittura dal 1952 e che abbia un figlio ormai sufficientemente adulto lo è pressappoco dal 1970. Forse è il caso di farsene una ragione, a meno che non si preferisca rileggere all'infinito i primi 11 numeri dell'attuale serie o aspettare messianamente la prossima storia in flashback. :capoInguerra: Passando ora ai disegni, direi che Bruzzo ci ha regalato una prova decisamente soddisfacente. Si notano ancora delle incertezze, ma nulla che la pratica non possa correggere. Il suo Tex ed il suo Kit sono chiaramente debitori di quello di Ticci, lo si vede sia nei primi piani, che nelle pose in cui Tex spara o picchia qualcuno. Ho apprezzato, in ogni caso, il taglio da lui dato a certe inquadrature, con "riprese" dal basso verso l'alto ed inclinate (spiacente se non uso termini tecnici, ma in questo campo sono un profano :generaleN:) In sostanza, è stata una bella storia e mi sono divertito a leggerla. Se poi Tito trover? un'idea interessante per ripescare Hodson, ben venga. :soldaton:
  17. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Secondo me è solo una questione di volont? da un lato e di organizzazione dall'altro. Sabato ero ad un incontro con Moreno Burattini svoltosi ad Arezzo e lui ci ha rivelato (una sorta di segreto di Pulcinella per chi frequenta i forum) che a luglio 2011 inizier? per Zagor una trasferta sudamericana che durer? fino al 2014 e che lo porter? nell'estremo sud del continente. Saranno coinvolti almeno quattro sceneggiatori (Burattini, che è anche curatore della serie, Boselli, Rauch e Mignacco) ed almeno 10 o 12 disegnatori. Fare una cosa simile su Tex, se la si volesse fare, non sarebbe, quindi, impossibile, purch? ci si metta d'impegno e ci sia un coordinatore tosto e la volont? di collaborare tra gli sceneggiatori coinvolti (con i disegnatori, in un certo senso, la cosa sarebbe più facile, posto che gli si diano scadenze certe e gli si assegnino le storie da disegnare secondo i loro ritmi produttivi). Bisognerebbe scegliere il tema conduttore, la sequenza delle storie e chi dovr? realizzarle (In questo caso, ritengo, entrerebbero in gioco anche le personali preferenze degli autori). Non è certo necessario che sia una saga "geografica", comunque, qualsiasi altro escamotage andrebbe benissimo, per quanto, vedere Tex ed i pards muoversi nei luoghi tipici del west (per quanto tardo sia) non mi dispiacerebbe. In realtà il mio modello, per quanto simile a quello delle "odissee" zagoriane, è quello di certe storie del primo periodo (intorno ai nn° 30/39) in cui, sulla via del ritorno alla Riserva Navajo o già di l' Tex ed i pards si imbattevano in varie avventure.
  18. Carlo Monni

    Le Domande A Giovanni Bruzzo

    Beh, in procinto proprio no... a dir la verità l'ha iniziata da un bel p? di tempo... visto che questa l'ha finita da un bel pezzo. Fu Faraci stesso ad annunciarlo in un incontro coi forumisti di TWO nel giugno scorso. Fatti un p? di conti, Bruzzo dovrebbe essere almeno a pag. 50, se non oltre.
  19. Concordo in toto con Jack, che forse è pure un mio omonimo. E' una storia inutile: soggetto neanche male, anche se non originale, bensì preso in prestito da ' Quel treno per Yuma' : A dire il veor, a me sembra che l'unica somiglianza stia nel fatto che c'è un prigioniero da scortare e scommetterei che non era un'idea particolarmente originale nemmno quando Elmore Leonard ha scritto il racconto da cui è stato tratto il film. Io non sarei così severo, ma non posso dire di non capirti, ahimè. La stessa cosa che ho pensato anch'io. Non solo un altro autore, ma Nizzi stesso ai suoi tempi d'oro, non avrebbe mancato di fare un accenno a quella vicenda. Un altro segno, forse, del fatto, che ormai Nizzi sceneggiava dol pilota automatico, senza preoccuparsi troppo del contesto. Magari non ricordava nemmeno più di aver usato il nome Wickenburg Ed infatti ha smesso di scrivere (almeno di scrivere Tex) da più di due anni ormai. Quelli che abbiamo letto ultimamente e vedremo da qui al 2011 sono gli ultimi parti della sua fantasia, arrivati a destianzione adesso a causa della velocit? di lavoro dei disegnatori interessati Perchè, secondo te non l'ha già macchiata abbastanza negli ultimi anni? Io direi assolutamente di si. Non discuto i suoi meriti passati, ma è un pezzo, secondo me, che qualunque credito avesse con i lettori se l'? abbondantemente mangiato. Tristemente vero. Di questa colpa probabilmente Nizzi è innocente. Mi mangio il cappello e gli stivali (che peraltro non ho ), come direbbero Tex e Carson, se non è un titolo appioppato da quelle teste fine della Redazione. Ho avuto anche qui lo stesso tuo pensierio. Mettiamola così: magari Sergio spera che Fusco ci ripensi e non ha voluto annunciare il suo volontario pensionamento.
  20. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Hai dimenticato l'Arizona, che è la meta finale. :capoInguerra: Come ho già detto, invece, a me non dispiacerebbe affatto. In realtà, già prima del loro ritorno effettivo le due donne di Carson erano, in qualche modo, presenti nella serie. All'inizio de "gli invincibili vediamo Carson tornare, per l'appunto, da una visita alle due donne ed anche in "Bufera sulle Montagne Rocciose, il motivo per cui Tex e Carson hanno un appuntamento in Nevada è che Carson ci era andato pre una visita a Lena e Donna. Personalmente sospetto che ci sia di mezzo una qualche idiosincrasia di Sergio Bonelli. In ogni caso Mauro ha detto più volte che per farle ritornare gli ci vorrebbe un'idea davvero ottima. Ebbene, io sono in parziale disaccordo. Se per una storia che le vede figure centrali ci vorrebbe davvero un'idea molto forte, nulla vieta che possano essere utilizzate nella serie come semplici comprimari ricorrenti. Il mio modello, l'ho detto più volte, è la Brenda Adams Macdonald della "Storia del West". Le storie non erano incentrate su di lei (o su Belinda Hall nel caso di Bill Adams), ma lei era una presenza ricorrente e costante. Cosa ci sarebbe di male se all'inizio storia vedessimo Carson od anche il giovane Kit, se è per questo, lasciare la locanda nel Nevada per tuffarsi nell'avventura o tornarvi al termine di essa, come tornano alla Riserva od al Comando dei Rangersè Da questo punto di vista, poi, mi viene in mente che da tempo manca su Tex quel genere di comprimari che pur non essendo direttamente protagonisti dell'azione, fanno, per così dire parte del contorno. Penso al tipo di ruolo che aveva Marshall nei primi episodi o Freccia Rossa o, più recentemente (si fa per dire) lo stregone Nuvola Rossa (A proposito; ma da quanto tempo non lo vediamo? dall'epoca di "Mefisto". Su Zagor (ma potrei citare Dampyr, se è per questo), qesto genere di personaggi esiste (per esempio, Drunky Duck, Trampy, i ragazzi del Trading Post di Pleasant Point, il Colonnello Perry e così via), non vedo perchè non anche su Tex. Boselli sta facendo da tempo dei passi in questo senso con lo sceriffo di Tucson Tom Rupert o il Capitano dei Rangers White. Non vedo perchè Lena e Donna quando capita.
  21. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Esattamente il contrario di me, ahimè. No ti piace Juan Raza? Ecco un'altra cosa su cui non siamo d'accordo. Il che mi riporta a quel che dicevo in un precedente intervento. Coordinare più sceneggiatori in un progetto simile non è impossibile, Burattini ci riesce benissimo (anche se non sappiamo con quanti mal di testa) su Zagor. Il problema per Tex, sino ad oggi almeno, era che questo titpo di fiugra di curatore/coordinatore non esisteva. Resta ancora da vedere se Marcheselli non solo ne sia capace, ma voglia farlo. Chiaramente, poi, questo presuppone una programamzione che deve essere sia ferrea che di lungo periodo. Se certi collegamenti sono abbastanza facili da fare (basta dire allo sceneggiatore che la sua storia, dovendo essere pubblicata immediatamente dopo una certa altra, deve avere, almeno all'inizio dei richiami alla precedente, un p? come accadeva nelle storie di Tex dei primi 40 numeri ed oltre ed accade oggi su Zagor), quando si progetta una saga, bisogna stabilire chi farà cosa e con che tempi. Il vantaggio, però, è che sceneggiatori come Boselli e Manfredi sono già abituati a ragionare in termini di continuity e che non dovrebbero far fatica ad adattarsi, purch? ci siano dei punti fermi su cui basarsi. Che le buone storie siano indispensabili non ci piove, ma aggiungere un p? di spezie ogni tanto alla pietanza non guasta mai.
  22. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Guarda caso , il n° del settantennale sarà il 695, cinque mesi dopo uscir? il n° 700 (si vede che so contare eh? ). Ho sempre trovato veramente intrigante l'idea di una sequenza di storie di cui i due albi a colori siano una sorta di prologo ed epilogo e nel mezzo due storie da due albi a fare da collegamento. Che ne dite? Perchè no?
  23. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Io lo vedrei anche in pianta stabile come avviene anche su Zagor. Certo, per riuscirci occorrerebbe un discreto coordinamento ed uan programmazione oculata. Con un curatore stabile, come pare ci sia adesso, non sarebbe per niente impossibile. Secondo me, poi, Boselli ci andrebeb a nozze coi richiami di continuity che già ora non mancano nelle sue storie, compreso il gettare in una storia i semi di storie future e l'uso di personaggi ricorrenti (Tom Rupert, ad esempio). Anche questo è un sogno non impossibile, ma richiede uno sforzo organizzativo notevole comprendente: 1) un piano di massima delle storie, comprendente il tema delle storie e la loro sequenza.2) La divisione del lavoro tra i vari sceneggiatori, con assegnazione delle varie storie da scrivere.3) L'assegnazione ai vari disegnatori, tenendo conto della lunghezza delle singole storie, della velocit? dei disegnatori suddetti e della sequenza di uscita delle storie (per fare un'esempio, se Venturi fosse uno dei disegnatori coinvolti sarebbe saggio affidargli l'ultima storia della sequenza e non la prima ). Sarebbe un lavoro duro, ma non impossibile, visto che su Zagor Boselli e Burattini ci sono sempre riusciti e che proprio di questi tempi sono in varie fasi di realizzazione una serie di storie consecutive facenti parte di una trasferta in Sud America che vede Burattini in veste di coordinatore e tra gli sceneggiatori, oltre a lui stesso, anche Boselli e Mignacco. Secondo me, se Marcheselli gli delegasse questo compito, Boselli sarebbe adattissimo a coordinare un evento simile su Tex. Resta da vedere se e quanto gli altri sceneggiatori ed i disegnatori coinvolti resisterebbero all'impulso di strozzarlo una volta iniziata la faccendahaha
  24. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Parole sacrosante. In realtà anche la didascalia iniziale di "Massacro" comincia con "Qualche tempo dopo l'ultima avventura" o qualcosa di simile e così pure "Dugan il bandito", ma per il resto hai perfettamente ragione. Ma certo. :generaleN: Sarebbe una gran bella idea. Io dico solo che se ci riescono su Zagor possono riuscirci anche su Tex, con un p? di buoan volont?.
  25. Ecco anche il mio commento. Devo dire che essendo ormai da tempo rassegnato ad aspettarmi il peggio da Nizzi, se non altro rimango piacevolmente sorpreso quando il peggio non arriva. Nel caso di questa storia è andata proprio così. Intendiamoci: l'intreccio non è originalissimo e Nizzi si limita, diciamo così, al minimo sindacale, ma la storia si lascia almeno leggere. Unico rilievo degno di nota è che certi dialoghi sono davvero legnosi e si vede lontano un miglio che sono stati pensati al solo scopo di dare al lettore le informazioni necessarie. Nulla di male in questo, è un trucchetto comune nelle sceneggiature, ma altri autori, e lo stesso Nizzi in passato, sono riusciti ad usarlo con maggiore brio. Se non altro, complice forse il limitato numero di pagine, l'autore ci ha rsparmiato la sua ormai tradizionale triplice spiegazione (prima, durante e dopo il fatto ) delle intenzioni di Tex. Nulla da dire sui disegni di Fusco, che ci saluta con un'ottima prova delle sue qualità e che merita da parte mia i più ampi complimenti. Un ultimo appunto vorrei farlo al titolo scelto per questa storia (ed in questo almeno Nizzi dovrebbe essere esente da colpe, visto che la scelta definitiva è solitamente fatta in Redazione ed è probabile che questo non fosse il titolo di lavorazione). La Banda dei Messicani effettivamente c'è nella storia, ma appare quasi nel finale ed ha un ruolo decisamente marginale. Possibile che non si potesse trovare un titolo migliore? P. S. Passi l'essere di bocca buona, che non è di per se un difetto e chiunque è libero di apprezzare o quantomeno di ritenere accettabile la storia di quest'Almanacco (ed io sono uno di questi), ma mi chiedevo cosa c'entri in tutto questo la gratitudine verso Nizzi. Personalmente io non mi sento di essere indulgente nei confronti di Nizzi perchè un tempo (ma parliamo ormai di qualcosa come 14/15 anni fa) ci ha dato delle ottime storie. Per quanto mi riguarda, qualunque credito di gratitudine Nizzi avesse, lo ha letteralmente bruciato con le sue stesse mani, scrivendo alcune tra le brutte storie mai pubblicate in assoluto. Nei primi tempi si poteva anche avere indulgenza, ma in seguito ha perso anche quella, secondo me. :capoInguerra:
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