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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Secondo me è solo una questione di volont? da un lato e di organizzazione dall'altro. Sabato ero ad un incontro con Moreno Burattini svoltosi ad Arezzo e lui ci ha rivelato (una sorta di segreto di Pulcinella per chi frequenta i forum) che a luglio 2011 inizier? per Zagor una trasferta sudamericana che durer? fino al 2014 e che lo porter? nell'estremo sud del continente. Saranno coinvolti almeno quattro sceneggiatori (Burattini, che è anche curatore della serie, Boselli, Rauch e Mignacco) ed almeno 10 o 12 disegnatori. Fare una cosa simile su Tex, se la si volesse fare, non sarebbe, quindi, impossibile, purch? ci si metta d'impegno e ci sia un coordinatore tosto e la volont? di collaborare tra gli sceneggiatori coinvolti (con i disegnatori, in un certo senso, la cosa sarebbe più facile, posto che gli si diano scadenze certe e gli si assegnino le storie da disegnare secondo i loro ritmi produttivi). Bisognerebbe scegliere il tema conduttore, la sequenza delle storie e chi dovr? realizzarle (In questo caso, ritengo, entrerebbero in gioco anche le personali preferenze degli autori). Non è certo necessario che sia una saga "geografica", comunque, qualsiasi altro escamotage andrebbe benissimo, per quanto, vedere Tex ed i pards muoversi nei luoghi tipici del west (per quanto tardo sia) non mi dispiacerebbe. In realtà il mio modello, per quanto simile a quello delle "odissee" zagoriane, è quello di certe storie del primo periodo (intorno ai nn° 30/39) in cui, sulla via del ritorno alla Riserva Navajo o già di l' Tex ed i pards si imbattevano in varie avventure.
  2. Carlo Monni

    Le Domande A Giovanni Bruzzo

    Beh, in procinto proprio no... a dir la verità l'ha iniziata da un bel p? di tempo... visto che questa l'ha finita da un bel pezzo. Fu Faraci stesso ad annunciarlo in un incontro coi forumisti di TWO nel giugno scorso. Fatti un p? di conti, Bruzzo dovrebbe essere almeno a pag. 50, se non oltre.
  3. Concordo in toto con Jack, che forse è pure un mio omonimo. E' una storia inutile: soggetto neanche male, anche se non originale, bensì preso in prestito da ' Quel treno per Yuma' : A dire il veor, a me sembra che l'unica somiglianza stia nel fatto che c'è un prigioniero da scortare e scommetterei che non era un'idea particolarmente originale nemmno quando Elmore Leonard ha scritto il racconto da cui è stato tratto il film. Io non sarei così severo, ma non posso dire di non capirti, ahimè. La stessa cosa che ho pensato anch'io. Non solo un altro autore, ma Nizzi stesso ai suoi tempi d'oro, non avrebbe mancato di fare un accenno a quella vicenda. Un altro segno, forse, del fatto, che ormai Nizzi sceneggiava dol pilota automatico, senza preoccuparsi troppo del contesto. Magari non ricordava nemmeno più di aver usato il nome Wickenburg Ed infatti ha smesso di scrivere (almeno di scrivere Tex) da più di due anni ormai. Quelli che abbiamo letto ultimamente e vedremo da qui al 2011 sono gli ultimi parti della sua fantasia, arrivati a destianzione adesso a causa della velocit? di lavoro dei disegnatori interessati Perchè, secondo te non l'ha già macchiata abbastanza negli ultimi anni? Io direi assolutamente di si. Non discuto i suoi meriti passati, ma è un pezzo, secondo me, che qualunque credito avesse con i lettori se l'? abbondantemente mangiato. Tristemente vero. Di questa colpa probabilmente Nizzi è innocente. Mi mangio il cappello e gli stivali (che peraltro non ho ), come direbbero Tex e Carson, se non è un titolo appioppato da quelle teste fine della Redazione. Ho avuto anche qui lo stesso tuo pensierio. Mettiamola così: magari Sergio spera che Fusco ci ripensi e non ha voluto annunciare il suo volontario pensionamento.
  4. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Hai dimenticato l'Arizona, che è la meta finale. :capoInguerra: Come ho già detto, invece, a me non dispiacerebbe affatto. In realtà, già prima del loro ritorno effettivo le due donne di Carson erano, in qualche modo, presenti nella serie. All'inizio de "gli invincibili vediamo Carson tornare, per l'appunto, da una visita alle due donne ed anche in "Bufera sulle Montagne Rocciose, il motivo per cui Tex e Carson hanno un appuntamento in Nevada è che Carson ci era andato pre una visita a Lena e Donna. Personalmente sospetto che ci sia di mezzo una qualche idiosincrasia di Sergio Bonelli. In ogni caso Mauro ha detto più volte che per farle ritornare gli ci vorrebbe un'idea davvero ottima. Ebbene, io sono in parziale disaccordo. Se per una storia che le vede figure centrali ci vorrebbe davvero un'idea molto forte, nulla vieta che possano essere utilizzate nella serie come semplici comprimari ricorrenti. Il mio modello, l'ho detto più volte, è la Brenda Adams Macdonald della "Storia del West". Le storie non erano incentrate su di lei (o su Belinda Hall nel caso di Bill Adams), ma lei era una presenza ricorrente e costante. Cosa ci sarebbe di male se all'inizio storia vedessimo Carson od anche il giovane Kit, se è per questo, lasciare la locanda nel Nevada per tuffarsi nell'avventura o tornarvi al termine di essa, come tornano alla Riserva od al Comando dei Rangersè Da questo punto di vista, poi, mi viene in mente che da tempo manca su Tex quel genere di comprimari che pur non essendo direttamente protagonisti dell'azione, fanno, per così dire parte del contorno. Penso al tipo di ruolo che aveva Marshall nei primi episodi o Freccia Rossa o, più recentemente (si fa per dire) lo stregone Nuvola Rossa (A proposito; ma da quanto tempo non lo vediamo? dall'epoca di "Mefisto". Su Zagor (ma potrei citare Dampyr, se è per questo), qesto genere di personaggi esiste (per esempio, Drunky Duck, Trampy, i ragazzi del Trading Post di Pleasant Point, il Colonnello Perry e così via), non vedo perchè non anche su Tex. Boselli sta facendo da tempo dei passi in questo senso con lo sceriffo di Tucson Tom Rupert o il Capitano dei Rangers White. Non vedo perchè Lena e Donna quando capita.
  5. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Esattamente il contrario di me, ahimè. No ti piace Juan Raza? Ecco un'altra cosa su cui non siamo d'accordo. Il che mi riporta a quel che dicevo in un precedente intervento. Coordinare più sceneggiatori in un progetto simile non è impossibile, Burattini ci riesce benissimo (anche se non sappiamo con quanti mal di testa) su Zagor. Il problema per Tex, sino ad oggi almeno, era che questo titpo di fiugra di curatore/coordinatore non esisteva. Resta ancora da vedere se Marcheselli non solo ne sia capace, ma voglia farlo. Chiaramente, poi, questo presuppone una programamzione che deve essere sia ferrea che di lungo periodo. Se certi collegamenti sono abbastanza facili da fare (basta dire allo sceneggiatore che la sua storia, dovendo essere pubblicata immediatamente dopo una certa altra, deve avere, almeno all'inizio dei richiami alla precedente, un p? come accadeva nelle storie di Tex dei primi 40 numeri ed oltre ed accade oggi su Zagor), quando si progetta una saga, bisogna stabilire chi farà cosa e con che tempi. Il vantaggio, però, è che sceneggiatori come Boselli e Manfredi sono già abituati a ragionare in termini di continuity e che non dovrebbero far fatica ad adattarsi, purch? ci siano dei punti fermi su cui basarsi. Che le buone storie siano indispensabili non ci piove, ma aggiungere un p? di spezie ogni tanto alla pietanza non guasta mai.
  6. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Guarda caso , il n° del settantennale sarà il 695, cinque mesi dopo uscir? il n° 700 (si vede che so contare eh? ). Ho sempre trovato veramente intrigante l'idea di una sequenza di storie di cui i due albi a colori siano una sorta di prologo ed epilogo e nel mezzo due storie da due albi a fare da collegamento. Che ne dite? Perchè no?
  7. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Io lo vedrei anche in pianta stabile come avviene anche su Zagor. Certo, per riuscirci occorrerebbe un discreto coordinamento ed uan programmazione oculata. Con un curatore stabile, come pare ci sia adesso, non sarebbe per niente impossibile. Secondo me, poi, Boselli ci andrebeb a nozze coi richiami di continuity che già ora non mancano nelle sue storie, compreso il gettare in una storia i semi di storie future e l'uso di personaggi ricorrenti (Tom Rupert, ad esempio). Anche questo è un sogno non impossibile, ma richiede uno sforzo organizzativo notevole comprendente: 1) un piano di massima delle storie, comprendente il tema delle storie e la loro sequenza.2) La divisione del lavoro tra i vari sceneggiatori, con assegnazione delle varie storie da scrivere.3) L'assegnazione ai vari disegnatori, tenendo conto della lunghezza delle singole storie, della velocit? dei disegnatori suddetti e della sequenza di uscita delle storie (per fare un'esempio, se Venturi fosse uno dei disegnatori coinvolti sarebbe saggio affidargli l'ultima storia della sequenza e non la prima ). Sarebbe un lavoro duro, ma non impossibile, visto che su Zagor Boselli e Burattini ci sono sempre riusciti e che proprio di questi tempi sono in varie fasi di realizzazione una serie di storie consecutive facenti parte di una trasferta in Sud America che vede Burattini in veste di coordinatore e tra gli sceneggiatori, oltre a lui stesso, anche Boselli e Mignacco. Secondo me, se Marcheselli gli delegasse questo compito, Boselli sarebbe adattissimo a coordinare un evento simile su Tex. Resta da vedere se e quanto gli altri sceneggiatori ed i disegnatori coinvolti resisterebbero all'impulso di strozzarlo una volta iniziata la faccendahaha
  8. Carlo Monni

    Tex E La Continuity

    Parole sacrosante. In realtà anche la didascalia iniziale di "Massacro" comincia con "Qualche tempo dopo l'ultima avventura" o qualcosa di simile e così pure "Dugan il bandito", ma per il resto hai perfettamente ragione. Ma certo. :generaleN: Sarebbe una gran bella idea. Io dico solo che se ci riescono su Zagor possono riuscirci anche su Tex, con un p? di buoan volont?.
  9. Ecco anche il mio commento. Devo dire che essendo ormai da tempo rassegnato ad aspettarmi il peggio da Nizzi, se non altro rimango piacevolmente sorpreso quando il peggio non arriva. Nel caso di questa storia è andata proprio così. Intendiamoci: l'intreccio non è originalissimo e Nizzi si limita, diciamo così, al minimo sindacale, ma la storia si lascia almeno leggere. Unico rilievo degno di nota è che certi dialoghi sono davvero legnosi e si vede lontano un miglio che sono stati pensati al solo scopo di dare al lettore le informazioni necessarie. Nulla di male in questo, è un trucchetto comune nelle sceneggiature, ma altri autori, e lo stesso Nizzi in passato, sono riusciti ad usarlo con maggiore brio. Se non altro, complice forse il limitato numero di pagine, l'autore ci ha rsparmiato la sua ormai tradizionale triplice spiegazione (prima, durante e dopo il fatto ) delle intenzioni di Tex. Nulla da dire sui disegni di Fusco, che ci saluta con un'ottima prova delle sue qualità e che merita da parte mia i più ampi complimenti. Un ultimo appunto vorrei farlo al titolo scelto per questa storia (ed in questo almeno Nizzi dovrebbe essere esente da colpe, visto che la scelta definitiva è solitamente fatta in Redazione ed è probabile che questo non fosse il titolo di lavorazione). La Banda dei Messicani effettivamente c'è nella storia, ma appare quasi nel finale ed ha un ruolo decisamente marginale. Possibile che non si potesse trovare un titolo migliore? P. S. Passi l'essere di bocca buona, che non è di per se un difetto e chiunque è libero di apprezzare o quantomeno di ritenere accettabile la storia di quest'Almanacco (ed io sono uno di questi), ma mi chiedevo cosa c'entri in tutto questo la gratitudine verso Nizzi. Personalmente io non mi sento di essere indulgente nei confronti di Nizzi perchè un tempo (ma parliamo ormai di qualcosa come 14/15 anni fa) ci ha dato delle ottime storie. Per quanto mi riguarda, qualunque credito di gratitudine Nizzi avesse, lo ha letteralmente bruciato con le sue stesse mani, scrivendo alcune tra le brutte storie mai pubblicate in assoluto. Nei primi tempi si poteva anche avere indulgenza, ma in seguito ha perso anche quella, secondo me. :capoInguerra:
  10. Carlo Monni

    Tex E Il Cinema Western

    Non è impossibile. Non sarebbe stata nemmeno la prima volta che Nizzi avrebbe preso spunto da un film western per le sue trame (n° lui, in fondo, era ed è l'unico a farlo) Gran bel film, ingiustamente sottovalutato a mio parere. Per quanto riguarda le storie di Boselli, ribadisco che, se è pur vero che talvolta ci possono essere somiglianze dirette con questo o quell'altro film (del resto, lui stesso ha ammesso tranquillamente che la battaglia finale de "Il mucchio selvaggio" gli è stata d'ispirazione per la battaglia finale de "Gli invincibili" ), non c'è mai una copiatura in senso proprio, quanto una riproposizione di certe atmosfere. Da questo punto di vista, è indubbio che le influenze maggiori le hanno esercitate i film di John Ford, Howard Hawks e Anthony Mann. A suo tempo definii "Sulla pista di Fort Apache" il quarto capitolo della trilogia fordiana della cavalleria e sono ancora di questo parere. La storia è decisamente originale, ma l'atmosfera è la stessa
  11. Carlo Monni

    Tex E Il Cinema Western

    Devo dire che mi piace questo giochetto di trovare le fonto di ispirazione per i racconti di Tex. A dire il vero si potrebbe allargare oltre i confini del film western perchè non solo da questi GLB ed i suoi successori hanno preso idee per soggetti. Tanto per dirne una sola, "Le terre dell'abisso" è stata quasi sicuramente ispirata dal classico di Jules Verne "Viaggio al centro della Terra". G. L. Bonelli, in particolare, oltre ai film western e non, ha preso spunto da racconti e romanzi e da autentiche leggende e fatti veri che trovava specialmente nella rivista "True West". Giusto per divertirmi cito: 1) la già ricordata "Il tranello", il cui debito nei confronti di "Giubbe Rosse" di Cecil B. De Mille è decisamente alto, specie nella prima parte. In particoalr modo le figure di Jim Brandon e Gros Jean sono rielaborazioni delle omologhe figure presenti proprio in quel film. Va detto, però, che Bonelli non si è limitato ad una pura e semplice copiatura (che, altrimenti, dovremmo accusarlo di plagio ), ma ha imposto al soggetto di base (il ranger texano che bracca in Canada tre ricercati e si trova coinvolto in una rivolta indiana) più di una svolta originale ed interessante. 2) "Old Pawnee Bill", ispirata alla leggenda delle miniere d'oro perdute dei Monti Superstizione e che Boselli user? come base sia per una storia di Zagor ("Comancheros") che per una di Tex, ovvero: "La miniera del fantasma", mantenendosi più aderente alla leggenda. Incidentalmente parlando, è vero che quest'ultima storia ricorda in parte il film "L'oro di McKenna", ma è anche vero che anche il suddetto film era ispirato proprio alla leggenda dell'oro dei Monti Superstizione e che sempre dalla stessa leggenda Charlier & Giraud avevano tratto la storia di Blueberry intitolata "La miniera del Tedesco. Come vedete, il gioco dei rimandi è notevole. 3) Uscendo dal rimando puramente cinematografico, ne "L'eroe del Messico ed in "Lupe la messicana", Bonelli si diverte ad anticipare di qualche decennio la rivoluzione messicana sostituendo sostanzialmente Manoel Peres a Francisco Madero e Montales ad Emiliano Zapata. Quanto a Boselli, quasi tutte le sue storie sono piene di citazioni e strizzatine d'occhio al cinema western classico, ma quasi mai si tratta di un rifacimento, quanto piuttosto di un ricreare l'atmosfera. Ad esempio, pur non mancando altri richiami come quello evidente a Peckinpah, sia "Gli Invincibili" che "Sulla pista di Fort Apache" sono due storie dalle atmosfere molto fordiane. Per ora mi fermo qui.
  12. Carlo Monni

    Tex E Il Cinema Western

    Potresti anche aver ragione, ma quel genere di situazione non è insolito nei racconti avventurosi. A tacere di possibili precedenti western, mi viene in mente "Quella sporca dozzina", tanto per citare un film con una situazione simile.
  13. Carlo Monni

    Civitelli Sceneggiatore Di Tex ?

    Uhm, forse questo discorso può essere valido per Tex. Ma non dimenticare che in altri personaggi della SBE, spesso il ruolo di disegnatore coincide con il ruolo di sceneggiatore-soggettista. Io non ne ho mai letto un albo, ma so che è il caso ad esempio di Napoleone (creato da Carlo Ambrosini, che ha scritto e disegnato varie storie interamente), oppure di Gea, scritto e disegnato da Luca Enoch. E penso proprio che ce ne siano altri di esempi. Infatti io parlo di Tex, so benissimo che altri fumetti sono stati creati e disegnati dalla stessa persona........ ma con tex non penso che ciò sia possibile..... il resto lo scopriremo solo vivendo....L'unico vero motivo è un'idiosincrasia di Sergio Bonelli verso la figura dello sceneggiatore/disegnatore su Tex, idiosincrasia che può darsi che nasca da una visione classica (o vecchio stampo, se preferite) del ruolo delllo sceneggiatore di quello del disegnatore. Per il resto non ci sono impedimenti di alcun tipo a che un disegnatore che sia anche sceneggiatore possa scrivere Tex. D'altra parte, se avesse accettato già negli anni 80 la proposta di scrivere Tex (ah i rimpianti), quasi certamente Gino D'Antonio almeno una storia ogni tanto (di cui un Texone) l'avrebbe anche disegnata.
  14. Carlo Monni

    Civitelli Sceneggiatore Di Tex ?

    Uhm, forse questo discorso può essere valido per Tex. Ma non dimenticare che in altri personaggi della SBE, spesso il ruolo di disegnatore coincide con il ruolo di sceneggiatore-soggettista. Io non ne ho mai letto un albo, ma so che è il caso ad esempio di Napoleone (creato da Carlo Ambrosini, che ha scritto e disegnato varie storie interamente), oppure di Gea, scritto e disegnato da Luca Enoch. E penso proprio che ce ne siano altri di esempi. Per restare in ambito bonelliano, comr dimenticare il grandissimo ed indimenticato Gino D'Antonio, autore indiscusso di uno dei più grandi capolavori della storia del western a fumetti, "Storia del West", che esord' tanti anni fa proprio come disegnatore, per poi divenire sceneggiatore, uno dei più grandi, peraltro, e chiara fonte di ispirazione per Berardi, Boselli e Manfredi? :generaleN: :capoInguerra:
  15. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Ed io con questi inside jokes, quando me ne accorgo, mi diverto sempre. Continua pure così.
  16. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    In "L'uomo senza passato" ritrai Ticci mentre sta addentando una bistecca. Tu i disegnatori di Tex li vedi sempre a mangiare. haha
  17. Carlo Monni

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Di solito non commento mai una storia prima che sia uscito l'ultimo albo, in questo caso farà una piccola eccezione, perchè l'amico Tito e Bruzzo se la meritano. Cominciamo dalla sceneggiatura: io l'ho trovata brillante e ben congegnata. Molto ben caratterizzati i personaggi. Molto buona la caratterizzazione di Kit Willer, specie nel rapporto col padre. Brillanti ed ironici quanto basta i dialoghi tra i due. So che qualcuno si è perfino irritato per la scena in cui Kit spara per primo e prende in giro il padre per avere i riflessi appanati per l'età. Io l'ho trovata semplicemente una bonaria presa in giro tra padre e figlio e mi ha divertito quando l'ho letta. Anche la scena in cui Hodson abbatte l'indiano appostato non mi ha disturbato troppo. In pratica, se la si guarda bene, i due sparano in contemporanea e poich? Hodson aveva estratto con un lieve vantaggio, se ne deduce che Tex è comunque più veloce di lui e che in un confronto diretto Hodson perderebbe. Quanto ai disegni, ho apprezzato la prova di Bruzzo, che, come tutti gli esordienti (su questa serie perlomeno, perchè Bruzzo è ormai uno sperimentato professionista ), ha ancora da ambientarsi, ma ha fatto un lavoro mpiù che soddisfacente. Il suo modello, è chiaro ed evidente, è Ticci: lo si vede nei visi ed anche in certe posture di Tex quando spara o fa a pugni. Non c'è nulla di strano in questo: pur non essendo un disegnatore, trovo ovvio che dovendo affrontare un personaggio per lui "nuovo", Bruzzo si sia rifatto ai modelli che riteneva migliori e Ticci ?, oggi come oggi, l'indubbio modello di riferimento. Riferimento e non altro. Da parte mia, ho apprezzato certe scelte sulle inquadrature, come i primi piani visti dal basso verso l'alto. Parere positivo, quindi. Una curiosità finale di cui vi rendo partecipi. Tempo fa, leggendo un albo Marvel originale, mi sono imbattuto in una lettera di un lettore inglese che si lamentava dell'imprecisione con cui venivano riportati i titoli nobiliari britannici. Incuriosito ho voluto approfondire la questione ed ho così scoperto che nel Regno Unito il titolo di Lord va messo davanti al titolo (Tipo Alfred Douglas Lord Queensberry) e che se è messo davanti al nome proprio indica i figli minori (diversi dal primogenito, cioè) di duchi e marchesi e che ci si deve rivolgere a loro chiamandoli Lord seguto da nome e mai dal cognome. Il nostro Hodson, visto che si presenta come Lord William Hodson, dovrebbe essere quindi un figlio cadetto di un duca o marchese emigrato negli USA per chissà quale motivo. Possiamo perdonare i rudi cowboys che, ignari dell'appropriata etichetta, lo chiamano talvolta Lord Hodson, ma lui non dovrebbe mai fare un errore simile... e per ora non l'ha fatto.
  18. Carlo Monni

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Letto!! Posso solo complimentarmi con Bruzzo, che essendo al debutto non poteva far miglior esordio, e col confermatissimo Faraci, che continua a sfornare ottime,IMHO, sceneggiature. Però, lo ammetto, leggendo l'albo mi ha colpito molto la personalit? del sig. Hodson:temo che costui nasconda qualcosa sul suo passato, in quanto, mi fa "sorridere" che questo Lord inglese, alla prima avventura nell'ovest, sia veloce con la colt quasi quanto Tex; faccia a pugni e stenda "bei tomi" che lo fanno per abitudine e sono grandi e grossi. Non so.... ma mi puzza un pochino! Beh, Hodson viene presentato non come uno scrittore da salotto, ma coem uno che ha viaggiato, fatto esperienze e vissuto avventure. Ci sta benissimo che uno che ha viaggiato in lungo ed in largo e che è stato in posti pericolosi coem l'India e la Malesia di quei tempi sia bravo a sparare. Quanto a saper fare a pugni, per tacere del fatto che vale la stessa spiegazione di cui sopra, ti ricordo che il primo a codificare le regole del pugilato moderno è stato proprio un nobile scozzese, il Marchese di Queensberry, sempre in quel periodo. In realtà mi ero chiesto anch'io chi avesse riconosciuto, ma lui stesso ciu ha tolto il dubbio parlando col suo capo. Personalmente sarei molto deluso se Hodson si rivelasse un "cattivo".
  19. Mi scuso ancora una volta con tutti per il disastro di ieri e ringrazio Monni, signore anche questa volta, per essersi prestato a una riscrittura del messaggio cancellato ( che sappiamo tutti quale piacevole lavoro sia )! Mi riprometto d'ora in poi stare alla larga dai suoi messaggi! Ci mancherebbe altro. Quotami quanto ti pare, ma sta solo attento a come. Ne sono certo anch'io Inoltre, se non sbaglio, credo che abbia anche frequentato lo studio di Galep.
  20. Carlo Monni

    Civitelli Sceneggiatore Di Tex ?

    A quanto ne so, Nizzi ha fatto due variazioni sostanziali al soggetto di Civitelli (e non tanto sull'albo "Tumak l'inesorabile, quanto nella seconda parte, sull'albo "Anazasi"): 1) Ha tagliato la sparatoria finale, che avrebbe dovuto essere più lunga, cruenta e dinamica. 2) Ha tagliato anche il ritorno di Tumak, il cui arrivo nel finale complicava la vita a Tex e pards impegnati nello scontro coi banditi. Ci sono, qua e la altre deviazioni, ma non le conosco tutte. Ovviamente non potrei non essere più d'accordo. Idea niente affatto da scartare. Personalmente spero che, adesso che ha maggior potere decisionale, Marcheselli si dimostri più possibilista di Bonelli, che, come è noto su Tex non gradirebbe i disegnatori che fanno anche gli sceneggiatori. :capoInguerra: Che ci legga te lo posso garantire, quanto all'intervenire, credo che te lo possa scordare. Fabio ha una politica personale di non intervenire in prima persona nei forum, ma non è detto che un giorno o l'altro cambi idea.
  21. Ecco quanto è rimasto di un mio intervento dopo il successivo, devastante intervento di Ymalpas, Mi è stato chiesto di ricostruirlo e ci prover?, anche se, ahimè, non aspettatevi che ripeta esattamente ciò che ho scritto ieri. Ahim?, ammesso che lo sia mai stata, la mia memoria non è più così precisa. :capoInguerra: Ricostruivo le vicende dell'unico tentativo di sceneggiatura fatto da Civitelli ormai più di tre anni fa e rimasto nel cassetto da allora. Come dicevo, sono uno dei pochi che ha avuto la fortuna di leggere sia il soggetto, che le 40 pagine di sceneggiatura scritte da Civitelli (tra gli altri ci sono Canzio, Boselli e forse anche Nizzi). Vorrei ricordarmi anche il titolo che lui aveva dato alla storia, ma a parte che doveva esserci la parola oro non ricordo altro. Devo dire che, a mio modesto parere di profano, Civitelli aveva realizzato una divisione tavola per tavola molto buona, se non perfetta, con una giusta alternanza di primi piani, campi lunghi etc. Questo non è certo sorprendente, data la sua esperienza di disegnatore. Anche i dialoghi mi sono sembrati buoni ed anche qui ha sorretto il buon Fabio non solo il fatto di lavorare su Tex da oltre 25 anni, ma anche quello di esserne stato lettore da molto prima, che lo ha aiutato a dare ritmo giusto. Immagino che più di uno sceneggiatore professionista potrebbe trovare qualcosa da limare, specie nei dialoghi, ma lo trovo normalissimo nel caso di un principiante. (A questo punto posso ricollegarmi alla parte di testo precedente rimasta integra e riprodurla nuovamente) Dir? di più, mentre leggevo la sceneggiatura mi veniva spontaneo visualizzare le scene disegnate non da Civitelli stesso, ma dal grande Ticci. Qui, più che la mia ammirazione incondizionata per il disegnatore senese, credo che abbia giocato anche l'inconscio di Fabio, che ha finito per costruire un intreccio che sarebbe stato adattissimo per Ticci (e con questo, credo di avervi dato, senza volerlo, anche qualche indizio sugli elementi del soggetto in questione ). Aggiungo solo, a scanso di equivoci che, sebbene Nizzi abbia praticamente scippato a Civitelli l'escamotage della fuga del bandito nella parte finale de "Lo squadrone infernale". Il soggetto di Fabio non aveva nulla a che fare con quello di quest'ultimo. Ambientazione e sviluppo erano totalmente diversi. P. S. Adesso, Ymalpas, cancellami anche questo. :capoInguerra:
  22. Dir? di più, mentre leggevo la sceneggiatura mi veniva spontaneo visualizzare le scene disegnate non da Civitelli stesso, ma dal grande Ticci. Qui, più che la mia ammirazione incondizionata per il disegnatore senese, credo che abbia giocato anche l'inconscio di Fabio, che ha finito per costruire un intreccio che sarebbe bastato adattissimo per Ticci (e con questo, credo di avervi dato, senza volerlo, anche qualche indizio sugli elementi del soggetto in questione ).
  23. Non era un soggetto, ma una vera e propria sceneggiatura. Il soggetto effettivo era di circa 7 o 9 pagine, come al solito. Civitelli lo present? a Nizzi, che lo bocciò, giudicandolo poco interessante. In realtà, poco dopo, present? lui stesso un soggetto che, nella parte finale, riprendeva proprio le idee esposte nel soggetto di Civitelli (sostituzione dell'oro con ferro e progetto di fuga via mare). Variava il finale vero e proprio, con il confronto tra Tex ed il capo dei banditi. Si tratta, se non l'avevate capito, de: "Lo squadrone infernale". Credo di poter dire che Civitelli ci sia rimasto male per lo scippo di Nizzi, ma da vero signore non se ne è mai lamentato nemmeno col diretto interessato. Il quale, peraltro, da parte sua, in precedenza aveva già utilizzato elementi di un precedente soggetto, da lui scartato, di Civitelli per elaborare il soggetto de "La banda dei tre", storia peraltro affidata allo stesso Civitelli, il quale ha sempre ritenuto che Nizzi avesse utilizzato la sua idea del tutto inconsciamente, non ricordandosi che era contenuta in un soggetto presentato proprio da Fabio. A scanso di equivoci, preciso che l'unico punto di contatto tra i due soggetti era che in quello di Civitelli c'era un politico che aveva avuto un passato di rapinatore di banche sotto altro nome. Me compreso.
  24. Carlo Monni

    Tex & Alison.

    Una scelta, quella di Nizzi, che non condivido assolutamente e che effettivamente rovina quella piccola attrazione tra i due appena accennata durante questa avventura. Perche' non mostrare nel finale un Tex, non dico innamorato, ma che timidamente lasci intendere che anche lui puo' prendersi una piccola "sbandata" per una bellissima e amabile donna? Di sicuro a Fabio non sarebbe dispiaciuto. Sono sostanzialmente d'accordo con te. Del resto, non credo di sbagliare affermando che già Boselli aveva mostrato una certa attrazione per Tex da parte di Luna, la vedova del Sergente Torrance (attrazione forse ricambiata), rimanendo però nel sottile solco delll'allusione. Concordo. Da quel che ne so (che è molto, ma non è tutto :lupos:), è stato uno di quei casi in cui Nizzi è stato "più realista del re" ed ha troncato alla radice ogni velleit? di inserire qualcosa al riguardo facendo tutto da solo. Personalmente credo che Sergio, se avesse letto la sceneggiatura (cosa che non fa mai, legge solo i soggetti) sarebbe comunque intervenuto a smorzare certe allusioni. Del resto, per ciò che riguarda Tex è molto rigido sulle cose che si possono o non si possono fare (sempre come editore, non sempre come soggettista). In passato, si dice, ha respinto idee che anche suo padre avrebbe potuto avere. In questo caso, comunque, non mi risulta che sia intervenuto. Uno dei capisaldi della serie (giusto o sbagliato che lo si possa ritenere, è indubbio che sia così) è che dopo Lilyth Tex non può avere altre storie d'amore (mentre lo stesso G. L. Bonelli ha praticamente ammesso che ha comunque, quando gli capita, delle storie di sesso. :lupod:) Il discorso non vale, però per gli altri pards (ed io aggiungo: per fortuna). Che a Kit Carson piace intrattenersi con belle donne è sempre stato pacifico, mentre le storie d'amore per Kit Willer le ha "sdoganate" lo stesso GLB con "I due rivali". Se uno dei metri di giudizio per quello che possono fare i nuovi autori è che è comunque permesso fare ciò che G. L. Bonelli ha fatto nelle sue storie, allora non ci piove che Kit possa avere storie d'amore e Tex non debba (ma in compenso può fare anche lunghi viaggi fuori dagli USA, visto che una volta il suo creatore lo ha spedito perfino in Polinesia, bella consolazione ). Non che io sappia. A quei tempi conoscevo Civitelli meno di adesso, ma non mi risultano comunque altri cambiamenti. In quell'occasione Nizzi segu? il soggetto di Civitelli quasi alla lettera, salvi certi interventi nelle scene famigerate. Questo Carlo Monni ti ha accontentato.
  25. In realtà mi riferivo proprio a Mefisto, ma non parlavo di soggetti, bensì di idea. Nizzi afferma che l'idea per la resurrezione di Mefisto è stata completamente sua, mentre tu, in almeno un paio d'occasioni (per tacere di Villa che l'ha affermato in un'intervista a Daim Press di circa 10 anni fa) dicesti che l'idea di come far ritornare in vita Mefisto era già venuta a Bonelli, che te ne aveva anche parlato. In sostanza, circa mezzo secolo fa, se non di più, Bonelli scrisse parte di una sceneggiatura cinematografica per un film dedicato a Cagliostro. Nelle prime (e forse uniche) scene di questa sceneggiatura Cagliostro tornava in vita prendendo possesso del corpo di un giovane nella Parigi di fine 800 o primi del 900 (non vi ricorda qualcosa, in effetti? :capoInguerra:). In una riunione tu citasti la cosa, riferendo che GLB avrebbe voluto riciclare l'idea per Mefisto e che si sarebbe potuto, in effetti, procedere così. La cosa fu annotata e l'idea passata a Nizzi perchè la realizzasse. Confermi?
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