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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    In gergo tipografico editoriale si chiamano sedicesimi i gruppi di 16 pagine che rappresentano il formato minimo standard di qualunque pubblicazione. Tex Willer è composto di 64 pagine, 48 pagine, ovvero tre sedicedimi (16x3 = 48) in meno rispetto al Tex Gigante che di pagine ne ha 112, è più chiaro adesso?
  2. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    La rappresentazione di GLB niente ed imfatti è stata talmente rispettata che Boselli si preoccupa di spiegare perché il capo di una tribù del Kansas si trovasse così a Sud. La rappresentazione di Galep invece aveva tutto di sbagliato perché i veri Pawnee sono come sono descritti in questa storia e non come ne ""Il totem misterioso". Oggi si preferenze, giustamente a mio parere, ritrarre gli indiani nei loro veri usi e costumi
  3. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Il problema è che qualcuno sembra pensare che esista un rapporto proporzionale netto tra numero di pagine e prezzo. In altre parole non è perché, per dirla in gergo tipografico, ci sono tre sedicesimi di meno come numero di pagine che il prezzo debba diminuire di altrettanto.. Non funziona così: ci sono molti fattori di cui tener conto tra cui i compensi degli autori e l'aspettativa di vendita.
  4. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Tu puoi chiamarla come vuoi, ci mancherebbe ma un reboot tecnicamente è un ricominciare da capo senza tener conto del passato come se non fosse mai avvenuto. La nuova serie di Hawaii 5.0 è un reboot rispetto a quella degli anni 80 perché ricomincia da capo e reinventa i personaggi mantenendone solo i nomi e alcune caratteristiche. come se la vecchia serie non fosse mai esistita. Qui invece la vecchia serie è integra e si svelano elementi del passato finora rimasti ignoti.. Puoi chiamarla reboot, nessuno te lo impedisce, ma è come se tu avessi deciso di chiamare mozzarella la ricotta.
  5. E i disegni di "Juliet" sono di Mario Atzori, non Mario Alberti.
  6. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Esatto. Curioso come questo equivoco continui a persistere. Tex Willer narrerà storie avvenute prima, dopo ed in qualche caso durante le storie che conosciamo senza modificare nulla ma inserendosi negli spazi lasciati vuoti da GLB e ce ne sono, oh se ce ne sono.
  7. La storia prende spunto da un episodio reale: la fuga dei Cheyenne del Nord dal Territorio Indiano (oggi Oklahoma), dove erano stati confinati dopo la fine delle Guerre Indiane, verso Pine Ridge nel Dakota (oggi South Dakota) nel 1878. Ovviamente la presenza di Tex fa una bella differenza rispetto a come andarono nella realtà anche se alla fine i Cheyenne del Nord ottennero la loro Riserva nel Montana. L'episodio ha ispirato anche il film di John Ford "Il grande sentiero ("Cheyenne autumn" in originale) tutto sommato abbastanza fedele alla realtà storica ed uno degli ultimi albi della Storia del West: disegnato da Renato Polese.
  8. Avviso per Dix Leroy: non leggere il nuovo Color Tex, non è per bimbetti.
  9. Il flashback in "Gli invincibili" in cui Tex incontra per la prima volta la Banda degli Irlandesi. Tex dice esplicitamente che era riparato in Messico perché era nei guai con la legge e siamo necessariamente nel 1866 o ai primi del 1867. All'epoca tu seguivi la cronologia per cui certi eventi erano successivi alla Guerra Civile. Per far tornare tutto con l'attuale cronologia, ho ipotizzato che quuel flahback fosse collocabile dopo che Tex è fuggito dalla prigione di Durango con la falsa accusa di aver ucciso l'Agente indiano dei Navajos, l'unico punto in quel periodo in cui era ancora nei guai con la legge,. Ho pensato che all'inizio Tex si fosse rifugiato in Messico e poi, dopo l'incontro con Hutch e soci, avesse deciso di tornare negli Stati Uniti e chiarire la sua posizione, come in effetti dice di voler fare, e si fosse rifugiato tra i Navajps mettendo in piedi la sceneggiata del Cavaliere Nero che gli varrà tra i Navajos il nome di Aquila della Notte. Ecco tutto.
  10. Ne ho appena parlato mi pare
  11. Esatto ma è difficilmente collocabile. Io avevo ipotizzato che potesse essere collocato dopo la fuga di Tex dalla prigione di Durango in "Il patto di sangue" e mi sembra ancora l'ipotesi più probabile per far tornare capra e cavoli. Diversamente da altri, questo flashback non si può retrodatare. Deve essere necessariamente avvenuto tra il 1866 ed il 1867.
  12. In maniera molto fluida ovviamente perché è una lista molto fluida. Non avendo gli albi sottomano non posso essere molto preciso e me ne scuso. Più o menoal momento la sequenza è questa: "Nueces valley" "Tex 700" "Il passato di Tex" fino a che Tex lascia il ranch paterno dopo la morte di Gunny Bill. "Il vendicatore" "Giustizia a Corpus Christi" "Il passato di Tex" da quando Tex si unisce al rodeoalla morte di Clem Tilden. "L'ultima Vendetta" flashback al rodeo fino all'infortunio di Moss Keegan. "Il passato di Tex". fino alla fine "Il magnifico fuorilegge" "L'ultima vendetta" secondo flashback. "Vivo o morto" "Il Totem misterioso" Seguono storie della serie Tex Willer che dovrebbero (il condizionale è d'obbligo ma l'abbigliamento di Tex sembrerebbe suggerirlo) essere precedenti alla Mano Rossa ed alcune successive che andranno ad inserirsi fino a tutta "L'Eroe del Messico" da qui in avanti dovrebbero inserirsi: "Tra due Bandiere" sino alla presa di Vicksburg. "Glorieta pass" "Missouri" "Tra due bandiere" sino alla fine. Altre storie sulla Guerra Civile tra cui il flashback in "L'uomo di Atlanta" "Fuga da Anderville" "La banda del Rosso. Altre possibili storie sino a "Il patto di Sangue" "Il segreto di Lilyth" "Sul sentiero dei ricordi " "Furia Rossa" "La grande invasione " "Il giuramento" "Jethro" Forse il flashback in "I cercatori di piste" e probabilmente anche "La sfida" con il primo incontro con Buffalo Bill. Le storie fino a tutto il n. 9. "Il ritorno di Lupe" E sicuramente dimentico qualcosa
  13. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    A me pare che chi fraintende il pensiero altrui sia proprio tu. Così come sei tu quello vecchio, ma di mentalità che è peggio. Nioso magari no, te lo concedo. Conosco personalmente Boselli da quasi vent'anni e a parte qualche ruga in più è sostanzialmente ancora lo stesso Altra gente, anche più giovane di lui è invecchiata molto peggio. Quanto a quello che tu chiami problema alla cute, non c'entra niente con l'età e tu lo sai benissimo. In ogni caso è giovane di spirito mentre altri, temo, di spirito erano già vecchi a trent'anni.
  14. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Fatemi fare un esempio concreto: Mauro Boselli ha 65 anni. Lo avete visto: vi sembra vecchio?
  15. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Comincio a dubitarne. Vuoi la sincera verità? No mai, tranne in pochi casi in cui lo sceneggiatore o il disegnatore non sapevano fare il loro lavoro. Ripeto: mai su Tex. Eccoci al punto: io le didascalie che mi spiegano quello che posso vedere con i miei occhi le trovo assolutamente superflue e non le rimpiango. Ci sono, invece, delle didascalie "letterarie" che hanno senso perché non descrivono un'azione più che evidente per chiunque abbia gli occhi ed un cervello collegato con essi, ma illustrano uno stato d'animo o forniscono informazioni non ricavabili direttamente dall'immagine o dai dialoghi. Se poi non fossi così attaccato al passato, ti renderesti conto che lo stesso GLB quel tipo di didascalie le aveva drasticamente ridotte lui stesso già dagli anni 70. Ne basta la metà.
  16. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Ripeto: non so quanti anni tu ma se non sei troppo più vecchio di me che.ripeto anche questo, di anni ne ho sessanta, mi sento di dire che è una fisima tua personale e non dei tuoi coetanei.
  17. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Non so quanti anni abbia tu ma io ne ho sessanta e mi sento perfettamente in target per questa serie. Criticarla poi perché i disegni non sono come quelli di Galep del 1948 mi sembra un'assurdità. Lo stesso Galep nella sua maturità non disegava più come nel 1948. Riguardati "Il giuramento" o "Il figlio di Mefisto" e dimmi se quello è lo stesso stile de "Il totem misterioso" Dovrebbe essrci un limite al passatismo.
  18. Nel primissimo Tex che ho letto alla tenera età di otto anni, ovvero l'albo a striscia "L'enigma della lancia" c'era uno stregone Apache lasciato a morire sepolto nella sabbia fino al collo. Nelle successive c'erano scene di violenza piuttosto forti. Tex non è mai stato un fumetto rivolto ai "bimbetti", era un fumetto rivolto agli adulti ma che poteva piacere anche ai bambini. Questo non è cambiato dal 1948 ad oggi. Ciò che è cambiato (ed oserei dire: per fortuna) è che si è alzato il limite di ciò che si può dire o mostrare. L'importante è non abusare. e questo non l'ho di certo visto su quasi nessuna serie Bonelli men che meno su Tex
  19. Non ci siamo, Dix, davvero non ci siamo. Anche io odio le scene di sesso gratuite messe lì perché si ritiene che debbano esserci ma in realtà non sono funzionali o comunque utili allo sviluppo della trama.Non ho grossi problemi quando, invece, lo sono. Ma se tu davvero credi che questo sia l'unico modo di utilizzare un personaggio femminile in un racconto, non solo prendi una cantonata grossa più dell'Empire State Building ma, perdonami se te lo dico, il vero sessista e maschilista, per non dire pure un po' bigotto, sei proprio tu. In più di 45 anni di letture Marvel quasi mai ho letto scene come quelle che paventi, ma, al contrario, ho letto di rapporti sentimentali descritti con garbo e maturità fino ad allora impensabili. Ma non ho bisogno di scomodare gli americani perché mi basta citare il grande Gino D'Antonio e la sua Storia del West. Che le coppie protagoniste avessero rapporti sessuali era ampiamente suggerito ma mai mosrrato esplicitamente grazie all'uso sapiente della dissolvenza ed altri trucchi analoghi ed in più le donne di D'Antonio non sono mai oggetti sessuali o cretine da salvare, per usare la terminologia dello stesso D'Antonio, ma donne piene di personalità che hanno un ruolo importante pur senza essere guerriere o simili. Se poi veniamo a Tex, basta solo guardare l'ultimo Texone dove è evidente che Kit è stato a letto con la biondina ma ciò non ci viene mostrato. A quanto sembra la tua ricetta per evitare lo sfruttamento dell'elemento femminile nei racconti è eliminarlo del tutto, rendere i personaggi sostanzialmente asessuati. Bel rimedio.davvero. Ultima osservazione: se certe scene ti vanno bene su serial come James Bond, non è perché il protagonista è un maschio? Magari se la protagonista fosse una donna per descriverla useresti quella parola di sette lettere che comincia per P o quell'altra di cinque che comincia per T? Io non voglio crederlo ma lo temo. Come temo che tu sia un tantino sessuofobico. Scusami se ti senti offeso ma non mi piace essere ipocrita su temi come questo
  20. Carlo Monni

    [Tex Willer N. 01 / 04] Vivo o morto!

    Quattro albi, sarà seguita da una di 5 e ancora da una di quattro
  21. Io odio fare polemica ma per quanto mi riguarda Dix Leroy non ha solo torto ma torto marcio. La sua visione del ruolo femminile in un racconto d'avventura, sia esso western o di altro genere, è a dir poco antiquata e, grazie a Dio, superata da decenni. Voglio sperare che Boselli e gli altri autori la pensino come me e non come lui o è la volta che io mollo Tex. E per quanto mi riguarda, al netto di evidenti limiti fisici, non esistono lavori che non sono adatti alle donne. Un paio di volte mi sono fatto lavare e tagliare i capelli da una donna e, guarda un po', non ho notato differenze apprezzabili.Non c'erano calendari con donne nude alle pareti e non si usava un linguaggio triviale? Ma che peccato! Quindi, Marco, non so se ti definirei retrogrado, ma un po' sessista sì.
  22. A Nolitta piacevano gli antagonisti con una personalità sfaccettata, non completamente malvagi oppure con un proprio codice d'onore o con una motivazione per essere ciò che sono che a volte ti porta perfino a parteggiare per loro in un certo senso. Nel caso specifico Watson non è una carogna anche se non esita a ricorrere all'inganno, alla corruzione ed all'omicidio pur di raggiungere i suoi scopi. Esemplare al riguardo è il duello verbale ed al tavolo da biliardo tra lui e Tex magistralmente reso da Nolitta.
  23. Questione di gusti, appunto, perché anche per me è una gran bella storia di Tex (di Tex e non di Mister No che qui c'azzecca come i cavoli a merenda, Virgin) ed una delle migliori di Nolitta. Il Colonnello Watson è un classico cattivo nolittiano che ha una sua dignità ed in qualche strano modo finisce pure per attirarsi un po' di simpatia, specie nel finale, da parte del lettore. Peraltro la storia è anche un ottimo esempio di come si possa far incontrare Tex con la Storia. Basta un cambio di nomi e qualche piccola licenza sui fatti. Un po' quel che farà anche Nizzi con "I rapinatori del Missouri".
  24. Io ho invece il presentimento che li rivedremo entrambi. Provo a fare una previsione: il Maestro "morirà" in uno di quei classici modi (esplosione, incendio, crollo, annegamento) in cui il cadavere non è recuperato e consentono quindi un recupero futuro e Castle verrà arrestato e si sa che nei serial dalle carceri prima o poi si evade.
  25. Almeno una cosa di quelle di cui parla Texan potrebbe verificarsi, è più che possibile ma... questo non significherebbe che un certo personaggio abbandonerebbe l'avventura per accasarsi, sia chiaro. Peraltro a me se uno dei pards si trovasse una compagna fissa non farebbe né caldo né freddo. Qualunque cosa pensi Dix Leroy, le donne non sono affatto d'intralcio nei racconti d'avventura, è una posizione retrograda ed ormai superata da più di cinquant'anni. Basterebbe citare la splendida Storia del West che è del 1967 per trovare donne non stereotipate ed il tema sentimentale trattato ottimamente. Del resto Boselli ha dimostrato fin dalla sua storia d'esordio come di possa dare spazio al sentimento senza che la cosa vada a scapito dell'avventura. Da parte mia addirittura auspico che ci possano essere presenze femminili ricorrenti nele storie future.
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