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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Ehm ... Sejias è argentino e Blasco era spagnolo, anzi catalano
  2. Io parlo per me, ovviamente, ma a me la storia è piaciuta. Non è lineare? Onestamente non m'importa. Capisco che certi vecchi lettori non siano abituati ad un certo modo di narrare ma a me non crea problemi. Manfredi ha un certo stile e non gli si può chiedere di cambiarlo o lo si accetta o lo si respinge. Per me scrive comunque un buon Tex ed un buon Carson con dialoghi frizzanti ed azzeccati D'Altra parte, cosa c'è di così incomprensibile nella storia? Da un lato ci sono i maneggioni della ferrovia che brigano per far eleggere un candidato che pensano di poter manovrare e dall'altro gli amici del candidato che pensano si sia fatto corrompere. Manfredi sceglie una soluzione non scontata: Billy non è corrotto ma solo ingenuo e quando prende coscienza di essere stato manovrato decide di mantenere la candidatura e provare a farsi comunque eleggere per fare il bene del suo Stato, Ci riuscirà? Forse non lo sapremo mai ed in fondo non importa, non a me almeno.
  3. Carlo Monni

    [673/675] Il segno di Yama

    Il mio istinto mi dice che magari non in questa storia ma ciò che speri accadrà. Neanche tu sarai deluso mi sa. Ricordi male: "Il segno di Yama" sarà di tre albi. La successiva di Mefisto, disegnata dai Gemelli Cestaro, sarà di due albi e la parte finale, disegnata ancora da Civitelli, sarà di tre albi.
  4. Nessuno, e certamente non io, ha mai detto che Manfredi non ama Kit e Tiger. Quel che ho detto, invece è che ha delle idee sulla loro caratterizzazione (Kit più autonomo rispetto al padre, Tiger più Navajo etc. ) che ritiene troppo radicali e pertanto ha deciso coscientemente di non scriverli non potendo farlo come vuole lui. Secondo me tutto nasce da un equivoco di fondo: all'epoca Manfredi aveva presente la caratterizzazione dei due pards data da Nizzi specie nell'ultimo periodo in cui i due erano sostanzialmente tappezzeria e lui non voleva allinearvisi. Oggi Boselli ha cambiato decisamente marcia con entrambi e Manfredi potrebbe e dovrebbe cambiare attitudine.
  5. Carlo Monni

    [673/675] Il segno di Yama

    Indubbiamente "Il figlio di Mefisto" e seguenti.
  6. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    Non lo conosci affatto direi, altrimenti sapresti che zerocalcare non è una testata o una serie ma lo pseudonimo di un fumettista nato ad Arezzo il cui vero nome è Michele Rech e che finora ha pubblicato in volumi usciti in libreria. Nel 2015 è arrivato secondo al Premio Strega con la graphic novel "Dimentica il mio nome". Detto questo, il suo stile non attrae nemmeno me.
  7. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    Il dato riguarda, ovviamente, solo l'inedito mensile, le ristampe, come i Maxi, i Color etc, sono collane a parte con il loro venduto che è, inferiore. Credo che il Tex Tre Stelle viaggi intorno alle 20.000 copie o meno. Per le 600.000 copie di cui parlava ODB, sei certo che non parlasse della tiratura, ovvero delle copie stampate e distribuite nelle edicole, che sono cosa ben diversa da quelle vendute che sono una cosa ben diversa?
  8. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    Fino ad un certo punto. Anche qui, spalmando i dati su due anni e mezzo, vediamo che la perdita annua è di circa il 4.2%. Se si pensa che prima di Recchioni le perdite annue erano del 7,5, 10%, si vede che le cose stanno migliorando.
  9. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    No, se ti metti nell'ottica che 1) Da Parecchi anni c'è un calo generalizzato minimo del 2% annuo, è normale ed atteso. Ci si preoccupa solo se si supera questa soglia come accade ad altre serie 2) Tex vende molto e 30.000 lettori sembrano tanti ma spalmati in quattro anni e mezzo sono 600 lettori al mese o 7200 all'anno. Non granché in fondo In più, pare che nell'ultimo anno ci sia stata una timida inversione di tendenza.
  10. Carlo Monni

    Il Mercato Di Tex

    Ricordi malissimo due anni fa, e precisamente nell'aprile 2014, Tex era a 190,000 copie. In due anni e mezzo avrebbe avuto il calo fisiologico del 2% che ha sempre avuto. Tex era A 220.000 copie forse nel 2008, è andato sotto la soglia delle 200.000 copie forse nel 2012.
  11. Mi pagano per esserlo. Non in quest'occasione ahimè.
  12. Non nella storia ma nell'introduzione e un'introduzione di per sé non è canonica.
  13. Ehm, in un altro modo rispetto a te, ma ho detto la stessa cosa. Del resto, visto che non dobbiamo prendere troppo sul serio le date storiche e che nella storia non se ne dà nessuna, se tu dici che è il 1858, io posso ben dire che per me è il 1865,
  14. Avrei solo due appunti da fare di tipo cronologico; Uno a Ymalpas: rileggiti "Frontera". In quella storia Tex è già noto come Aquila della Notte e Carson ha le tempie grige. Siamo dopo il 1871 e la storia va collocata tra il n. 9 ed il n. 10. Un'altro per Havasu: il 1858 è citato solo nell'introduzione firmata da Davide Bonelli e non nella storia. Il Territorio del Montana fu creato nel maggio 1864, prima era parte dell'Idaho e nel 1858 era addirittura diviso tra i territori di Oregon, Washington e Nabraska e il nome fu creato ad arte nel 1863. Gli Henry nel 1864 c'erano già Del resto, se fossimo davvero nel 1858 quando Tex aveva 20 anni al massimo, nel flashback ambientato qualche anno prima, quanti anni avrebbe avuto Tex;: 15/17? Io direi che il flashback è ambientato nel 1858 ma la storia principale si svolge nel 1865.
  15. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ti sbagli se pensi che io sia aperto a innovazioni e sperimentazioni sui personaggi. Sono un conservatore, è bene che questo entri nel cervello di alcuni lettori... I personaggi non si cambiano. L'essenza dei personaggi non deve essere mai cambiata non c'è dubbio su questo. Tutti i personaggi e le serie come struttura hanno quello che io chiamo nocciolo duro che non si può cambiare senza stravolgere tutto. Aldilà di questo si possono introdurre tutti i cambiamenti possibili ed immaginabili. Basta, appunto, non intaccare il nocciolo duro. Da quel che mi disse Manfredi anni fa, il suo Kit sarebbe stato più autonomo dal padre e più simile a come veniva caratterizzato dalle prime apparizioni fino ai primi anni Settanta, che, a meno che io non stia prendendo una colossale cantonata, è proprio il solco in cui ti stai muovendo tu, addirittura commissionando storie di Kit da solo. Anche esplorare le radici indiane di Tiger o rifarsi agli usi e costumi che avevano i Navajos all'epoca mi pare che sia nella tua impostazione della serie. Questo per dire che non credo che le idee di Manfredi sarebbero così radicali come lui stesso pensava.
  16. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Non ci sei andato troppo lontano. Le idee di Manfredi nel 2009 si possono riassumere in due frasi :"I figli devono essere migliori dei genitori o non ha senso metterli al mondo" e "Recupero dell'identità indiana di Tiger.". Io dico che più di uno di voi salterà dalla sedia nel leggerle.
  17. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Manfredi dovrebbe attenersi a GLB. punto. Imitare un imitatore è sempre la cosa sbagliata da fare. Quelli che per qualcuno sono difetti, per altri sono pregi. In ogni caso fanno spesso parte dello stile. Se si vuole che uno scriva in modo diverso da come fa, meglio prendere un altro autore. Temo che non ci siamo capiti. Manfredi parlava proprio di questo. Aveva in mente proprio il trattamento che Nizzi (ma non solo lui , siamo onesti) aveva fatto a Kit e Tiger ridotti al ruolo di comparse senza personalità. Non è un segreto per nessuno che li ritenesse superflui se non inutili. Manfredi aveva (ha) idee per rivalutarli, idee, peraltro, che andrebbero nella direzione intrapresa già da Boselli. Ti ricordo che quando parlavamo di certe cose Sergio era ancora vivo, Tex era senza curatore e Nizzi scriveva ancora. E il bello è che se qualche sceneggiatore lo facesse oggi ci sarebbe chi lo considererebbe un attentato alla centralità di Tex e questo spiega perché Manfredi non voglia scrivere Kit. Che è quello che spero.
  18. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ne ha scritte ma tu non le hai ancora lette. Anzi sì, una l'hai letta anche se il soggetto non era suo. Te lo concedo, come ti concedo "L'uomo senza passato" per Kit, ma questo cosa dimostra? Che avrebbe potuto fare di più se avesse voluto e non ha voluto. Tanto infelice non è di sicuro. Che tu legga un Tex diverso dal mio è una cosa che sospetto da diverso tempo. Quanto al resto, tu sei un maestro nel travisare le parole altrui e reinterpretarle in accordo con le tue tesi preconcette. Sicuro di non essere un avvocato? Manfredi non rifiuta niente. I quattro pards li scriverebbe volentieri ma semplicemente non si sentiva di darne un'interpretazione che per forza di cose sarebbe stata così dirompente da condizionare gli altri sceneggiatori cosa che lui sentiva di non avere il diritto di fare. Tu la chiami arroganza, io la chiamo umiltà. C'è anche da dire che quando mi diceva certe cose Manfredi aveva in mente i Kit e Tiger di Nizzi mentre oggi la versione datane da Boselli va in tutt'altra direzione e Manfredi potrebbe aver cambiato idea. Se a qualcuno interessa, possiamo discutere le idee di Manfredi ma preferirei non farlo qui, ma mi chiedo dove.
  19. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ma a me sembra che Manfredi abbia colto benissimo i personaggi. I suoi Tex e Carson mi sembrano sostanzialmente perfetti. La questione Aquila della Notte non me la pongo neppure. Manfredi ha usato più di una volta il rapporto di Tex con gli Indiani del resto. Comprimario storici? Finora anche Ruju li ha usati solo un paio di volte al massimo. Più storie Manfredi scriverà più occasioni ci saranno, posto che è abbastanza ragionevole presumere che con alcuni non sia in perfetta sintonia. Niente di strano. Per Nizzi era lo stesso con Pat Mac Ryan. Quanto alla Riserva Navajo, a Kit e a Tiger, si tratta di una scelta consapevole e voluta dell'autore. Come ho detto, Manfredi ha delle idee molto precise su Kit e Tiger, idee che sotto più di un punto di vista lui stesso considera radicali e che se le attuasse, sono parole sue,, costringerebbero inevitabilmente gli altri autori a seguirlo sulla stessa strada ed adeguarsi e lui sentiva di non avere il diritto di farlo. Considerato che scrive Tex solo saltuariamente, preferisce non toccare affatto Kit e Tiger non potendo scriverli come piacerebbe a lui, ha deciso di non scriverli affatto lasciandoli agli altri Si tratta di una scelta che posso anche non condividere ma di cui capisco le ragioni e che rispetto. Va detto che queste cose Manfredi le diceva nel 2010, quando Tex non aveva un vero curatore ed era convinto, secondo me a ragione, che di certe cose con Sergio Bonelli fosse meglio non parlarne Oggi non è affatto impossibile che almeno parte delle sue idee possano essere accettate da Boselli se gliene parla.
  20. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Ti rispondo e nel contempo prego gli amministratori di spostare la discussione in un topic più adeguato, se esiste... o di crearlo. In pratica, tu stai dicendo che vorresti che Manfredi scrivesse Tex ma non lo scrivesse alla Manfredi? E allora che senso ha?
  21. Carlo Monni

    Il Tex di Manfredi

    Io ho avuto tempo fa l'occasione di parlare di questo con Manfredi stesso e lui mi ha detto che scrive volontariamente storie solo storie con Tex e Carson perché ritiene che le idee che ha sia su Kit che su Tiger siano troppo radicali per essere accettate dai lettori o almeno da una certa parte dei lettori e pertanto preferisce autocensurarsi.
  22. Carlo Monni

    [Maxi Tex N. 20] Il ponte della battaglia

    Nel 2012 Villa portò a Cartoomics per farle vedere ai fans 104 tavole, l'anno seguente ne portò 114. Dal 2014 non è più venuto ospite e nessuno ha più visto niente. Se ha tenuto lo stesso ritmo, a marzo di quest'anno dovrebbe essere arrivato a pag. 144. Io ormai ho rinunciato a chiedere informazioni al riguardo. Diciamo solo che se il ritmo è rimasto lo stesso, è impossibile che il Texone sia finito prima del 2024.,
  23. La risposta è molto semplice: mentre il volto di Kit Carson è reso particolare da caratteristiche come i baffi e il pizzetto, il volto di Tex non ha nulla di particolare che lo distingua e i disegnatori non punti di riferimento a cui rifarsi.
  24. Anche per me l'esempio è sbagliato. Miller scrisse la sua versione di Batman con le due opere fondamentali ,"Il ritorno del Cavaliere Oscuro" e "Anno Uno" in un periodo in cui la DC Comics stava reinventando i suoi personaggi classici. Il Batman di quelle opere è nuovo e vecchio al tempo stesso perché restituisce al personaggio caratteristiche che erano sue dall'inizio e si erano perse per strada. Senza contare che Gordon guadagnò più umanità e spessore di quanto ne avesse mai avuto nei precedenti 47 anni di pubblicazioni. Su Swamp Thing c'è ancor meno da dire: Moore rivoltò come un guanto le origini del personaggio e lo fece senza negare una sola virgola di quanto scritto da chi lo aveva preceduta, senza invalidate nemmeno una storia ma dando una nuova interpretazione di fatti noti. Che a qualcuno anche negli USA questo non sia piaciuto è nell'ordine delle cose. Ci sono e ci saranno sempre quelli che hanno in testa una loro versione di un certo personaggio e da quella non si scostano perfino se qualcuno gli fa notare che non è quella dello stesso creatore di quel personaggio: sarà lui ad aver torto non loro.
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