Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

virgin

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2222
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    67

Tutto il contenuto pubblicato da virgin

  1. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Certo che è la mano che conta. Intendevo dire: davanti alle tavole originali, provo sempre l'impulso di portarmele a casa (un po' come gli ormai celebri libri di padre Bortolo...); con quelle virtuali sarebbe un po' più problematico!
  2. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Purtroppo il numero è uscito nel periodo in cui potevo connettermi solo dall'universit?, il cui sistema di sicurezza mi bloccava il download. Nei prossimi giorni vedrà di rimediare ai buchi. P. S.: comunque, se le tavole di Scascitelli esistono solo in virtuale, rosico un po' di meno.
  3. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    D', che pregio starti simpatico, eh? :DGuarda, io amo tanto il bianco e nero che, quando da bambino leggevo le classiche storielle in cui il cattivo ruba i colori dal mondo, facevo sempre il tifo per i cattivi... :DQuindi, da quello che mi dici, mi pare di capire che Scascitelli abbia disegnato questa storia al computer. Non sapevo che, oltre a Gomez, altri disegnatori texiani lavorassero in quel modo.
  4. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Sulla storia di Casertano ti do ragione: ha un po' alterato il proprio tratto, sicch? non colorata non avrebbe molto senso. Ma le altre, come quella di Scascitelli, penso che reggerebbero bene anche senza.
  5. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    :w00t: Senza nulla togliere al lavoro dei coloristi, invero ben fatto: non oso immaginare che cosa sarebbe tutta la storia in bianco e nero! Già solo queste tre tavole sono splendide e mi fanno rimpiangere di non averle potute leggere così...
  6. virgin

    [21] [Almanacco 2014] I Rapitori

    Complici le (meritate, posso dirlo? ) vacanze, sto recuperando le letture texiane con le quali ero rimasto colpevolmente in ritardo. Purtroppo, dopo un lungo digiuno questo almanacco non è stato il modo più felice per rientrare. E sè che Faraci, come autore, non mi è mai dispiaciuto, fatte salve le prove più recenti. Il punto di forza dello sceneggiatore, vale a dire la freschezza e la simpatia dei dialoghi, qui viene completamente a mancare: dalla spigliata commedia di altre storie si passa a una specie di telenovela ingessata; peccato, perchè il soggetto semplice (neanche ben gestito, poi, vista ) avrebbe permesso di concentrarsi su altro. Cattivi anche discretamente caratterizzati (sebbene la solita scena del capo che spara al sottoposto, in sè una buona idea, è stata riproposta dall'autore fino alla noia); tuttavia è sintomatico che la scena più riuscita sia la sfuriata finale della ragazza, che per giunta contraddice quanto detto prima. :blink:Faraci, inoltre, alle sue ultime prove dimostra di non riuscire a gestire adeguatamente le sparatorie; difetto legittimo, per carit?, che pure nelle sue prime storie non riscontravo; peccato che le sue storie più recenti siano, di fatto, una sparatoria unica. Mi spiace perchè, dopo aver iniziato anni fa in modo convincente, Tito, persona simpatica e sensibile, nonchè valido professionista, a mo' di gambero sembra fare un passo indietro a ogni storia. Spero che, superato questo sbandamento, riesca a proporci anche in storie più lunghe la vivacit? fattaci assaggiare nella storia breve pubblicata sull'ultimo Color. Su Suarez, in questo topic si sono espresse persone assai più competenti di me in materia. A me il suo tratto pesante piace; qui a tratti sembra però un po' perdersi; inoltre, non capisco il senso delle gocce di sudore versate da Tex in continuazione. Come voto globale: direi quattro. A malincuore, perchè apprezzo gli autori; ma la verità è che mi sono annoiato da morire. Davvero bella la scena finale (per quanto incongruente) e discreti i cattivi, come già detto, ma il resto è ben poca cosa.
  7. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Mai pensato di trasferirti a Roma e arruolarti nella propaganda di qualcuno, ymalpasè No, perchè a differenza dei propagandisti di professione mi hai convinto.
  8. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Potrei rispondere qui, ma poi c'è l'intervento di Ymalpas! In effetti nel mio intervento mi sono reso conto che non ho spiegato un passaggio: il Tex di questa storia mi sembra algido e antipatico, mentre era quello di "Sei divise nella polvere" a sembrarmi ottuso. Mi sono leggermente mangiato qualcosa... Cavolo... una lettura davvero perfetta, Sandro! clap Ti dir? che... mi hai quasi convinto! Prover? a rileggermi la storia e poi ti farà sapere se mi trovo con questa interpretazione. Fatto sta, però, che una domanda mi rimane: come mai non l'ho colta? C'è qualcun altro che ha avuto questa sensazione? Perchè a me 'sto Tex sta epidermicamente antipatico, almeno quanto gli altri mi stanno simpatici. Con autori del calibro di Boselli e Ruju (e anche Faraci ci mette del proprio), il confronto mi pare stridente. Manfredi o mi strappa gli applausi, o mi lascia completamente indifferente.
  9. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Con l'esclusione della storia di Manfredi, devo dire che l'esperimento mi è sembrato perfettamente riuscito. Posiziono le storie in ordine di gradimento, dalla migliore alla peggiore:I) "La valle sacra": Boselli consegna una storia non magica, ma insolita, basata sulla suggestione, davvero ben gestita e accattivante, con un'asciuttezza di sceneggiatura degna dei suoi tempi migliori. Un sovrannaturale-non sovrannaturale, è la "Il gatto nero" e "Il cuore rivelatore" di Poe mischiato con del western classico. Unico neo: . Genzianella ottimo nei comprimari e nei paesaggi, ben aiutato dalla colorazione, ma pecca nel volto di Tex e nella resa delle armi (con esclusione della pistola smontata, fatta molto bene). Globalmente, è una storia suggestiva, fra le migliori di un anno che ha visto Boselli spadroneggiare ("La pista dei fuorilegge", "Salt River", "Lo sciamano bianco", "Tombstone Epitaph", "Il segreto del giudice Bean"... al confronto, gli si possono ben perdonare le sciatte "I pionieri" e "Alaska!"). II) "Un covo di belve": Ruju si dimostra sceneggiatore perfetto per Tex, con un episodio brutale e sorprendente. Forse ho qualche riserva sul personaggio : altrove Ruju aveva tentato personaggi sopra le righe, ben gestendoli in un elevato numero di pagine; qui, data la brevit? il tutto risulta un po' troppo pulp, ma non inficia comunque il gradimento della storia. Scascitelli davvero a proprio agio, fa piacere sapere che lo rivedremo presto! Aiutato, inoltre, dai colori di un Overdrive studio ispiratissimo, soprattutto nelle scene più scure e realistiche. III) Con "L'uomo sbagliato", di primo acchito Faraci non mi aveva impressionato; ma rileggendola mi ha fatto un'ottima impressione. Faraci tenta la carta Nizzi, western con elementi da commedia, e ci riesce perfettamente. Quadretti garbati e divertenti, con bei colpi di scena. Pur non essendo la sua storia migliore (dall'intervento di Tito poco più sopra, vedo come "La legge di Starker" sia sottovalutata non solo dai lettori, ma anche dal suo autore... eppure, che bella storia che ?!), si vede che su queste lunghezze Faraci è più a proprio agio. Casertano lo supporta bene, con dei disegni puliti e leggibili. I colori di Oscar Celestini fanno un po' troppo "plastichetta", ma ben si adattano al tono leggero e spigliato della storia che, ripeto, secondo me è la strada che Tito potrebbe percorrere con più soddisfazioni (non per niente la sua storia più dura, senza personaggi simpatici e buoni sentimenti, "L'inseguimento", è di gran lunga la meno riuscita). IV) E qui veniamo alle note dolenti. "L'ultimo della lista". Manfredi. Grande professionista, per carit?. Nella gestione dei tempi narrativi d' la paga al primo Boselli e al Faraci di PKNA: un mestiere immenso. Ma che Tex gli stia sulle balle è innegabile. Il punto è che talvolta azzecca anche qualche tratto (vedere la battuta sul chiudere gli occhi); ma poi presenta un Tex talmente algido e antipatico che non riesce a emozionarmi. Il solito tipo dello sbirro fascista che, però, degli sbirri fascisti non ha nemmeno la carica di adorabile simpatia. Peccato, perchè l'atmosfera è ottima e i comprimari pure, ma così Tex sembra più che altro Magico Vento (personaggio che a me sta sulle balle almeno quanto a Manfredi Tex). Inoltre, . Sono debitore a Manfredi di due splendide storie di Tex: "La pista degli agguati" e "Verso l'Oregon"; ma purtroppo sta dimostrando sempre più che si tratta di episodi isolati. Biglia efficacissimo tanto nel personaggio di Tex quanto in tutto il resto: paesaggi, comprimari, etc. Si vede che è una gran bella bestia da western. Celestini, poi, qui adotta una colorazione più smorta in stile Color Tex ordinario, che mi garba assai di più. In conclusione, il progetto per me è pienamente promosso: certo lo comprer? anche l'anno prossimo. E non solo: anche mio padre, lettore di Tex fin dagli anni sessanta, si è divertito molto e ha dichiarato che la nuova formula lo ha stuzzicato e divertito (al solito, lui ritiene che la storia migliore sia quella di Faraci, a pari merito con quella di Boselli). Quindi, se si riesce a mettere d'accordo giovinastri e "vecchie mummie"... complimenti a tutti gli autori e al curatore! ::evvai::
  10. virgin

    Cambiare Idea Sulle Storie

    Giustissimo; infatti mi permetto di ritornare sul giudizio, ci mancherebbe altro! Solo che, compiendo "approfonditi lavori critici" per lavoro tutto il santo giorno, quando leggo fumetti penso più a divertirmi... Le storie di Nolitta mi piacevano da bambino quando... be', mi bastava vedere due cappelli o tre sparacchiate per essere felice; ma già allora mi piacevano meno di quelle degli altri. Guarda, il punto è proprio questo: io adoro Mister No. Ciò che col tempo mi ha fatto storcere il naso è appunto che Nolitta trattava Tex in modo non diverso da Mister No. Poi, l'ho già detto: magari un giorno ciò che nelle storie di Nolitta mi pare ridondante, piagnucoloso e depressivo, un giorno lo trover? geniale. Al moment però ne dubito: se in Mister No l'attitudine da perdente cronico stile beat-generation è azzeccatissima e, anzi, guai a non metterla (Mister No ? la beat-generation, non per niente incontra Jack Kerouac), su Tex stona. Ah. Tanto per dimostrare che non sono un ottuso integralista, alla lista delle belle storie di Nolitta aggiungerei anche "Uno straniero a Elk City". Non è Tex, ma so apprezzare un bel western crepuscolare, anche se non è esattamente il mio genere preferito. Purtroppo, dopo avere avuto una fase adolescenziale in cui impazzivo per gli anti-eroi e provavo fastidio per gli eroi duri e puri, negli ultimi tre-quattro anni ho cambiato punto di vista... et voil'!
  11. virgin

    Cambiare Idea Sulle Storie

    Sarà sincero: ho conosciuto una ragazza che lavorava a una tesi dall'interessantissimo titolo "La deissi in Pindaro"; ma, al momento di scrivere il messaggio, ho reputato che Nonno di Panopoli avrebbe reso meglio l'idea.
  12. virgin

    Cambiare Idea Sulle Storie

    Purtroppo, per me leggere fumetti col tempo tende a diventare sempre più faticoso. Sarà che leggo smontagnate di roba per lavoro, ma un saggio sulla deissi in Nonno di Panopoli mi risulta di agevole lettura, mentre sui fumetti mi devo concentrare molto. Fortunatamente, da un po' di tempo a questa parte la situazione sta migliorando. Al di l' del concentrarsi o meno, autori come GLB e Nizzi non mi hanno mai posto particolari problemi: generalmente, la prima impressione viene confermata dalle riletture. Unica eccezione: "Il ritorno di Montales", che da piccolo mi entusiasm? non poco, riletta qualche anno fa mi sembr? di una stupidit? eccessiva. Ma magari ero in un momento no e alla prossima rilettura cambier? parere. Con Nolitta mi è capitato di svalutare quasi tutta la sua produzione, che giudico negativamente a esclusione de "Il cowboy senza nome" e "Il colonnello Watson". Tuttavia, anche qui mi riservo di cambiare idea in futuro: quando intervistai Boselli, tre anni or sono, mi disse che stava rivalutando in positivo tutta l'opera di Nolitta su Tex; se l'ha fatto uno... ehm, esperto come lui, potr? cambiare idea anch'io che sono un pichounet. Con Boselli non avevo gradito in prima istanza storie come "Buffalo soldiers", "Missouri" e "Patagonia", che a riletture successive ho un po' rivalutato, anche se mai appieno. Indigesta mi permane tutt'ora "Morte nella nebbia". Con Manfredi ho svalutato "La grande sete", che all'inizio mi era pure piaciuta. Per rispondere alla domanda di inizio topic, cambiare opinione non è affatto anormale: è semplicemente segno del fatto di essere vivi. Come ha detto Paco, succede in ogni ambito estetico. A me, ad esempio, è successo con Eugenio Montale: l'ho detestato al liceo, ma apprezzato molto quando l'ho studiato per conto mio. Sarà che gli insegnanti si fossilizzano su "Ossi di seppia" e "Le occasioni", che trovo di una rara bruttezza; poi uno cresce, scopre che esiste "Satura" e dice: "Apperò!"
  13. Confesso che a me invece la scena della pacca sul sedere ha dato fastidio. Carson, per come lo vedo io, è un tipo un po' gaglioffo, ma galante, mentre quello è proprio un comportamento da osteria che, nella finzione del fumetto, preferirei vedere fare ad altri... Ciò non implica comunque la validit? di "Tombstone Epitaph" nel suo complesso. Ma, certo, quel singolo episodio per come la vedo io è una caduta di stile. Un conto una battuta, un altro allungare le mani. Nizzi ha fatto, nell'ultimo periodo, molto altro e forse perfino di peggio, ma comunque in settori diversi.
  14. E dire che questa storia non era nata nient'affatto bene. Per me, intendo: ieri sera prendo in mano il primo albo, lo apro e nella via si scatena un putiferio. Vado alla finestra. Dieci-dodici esaltati corrono per la strada malmenando i passanti, sfasciano cartelli e fioriere e, al grido di "Morte al fascio", distruggono la vetrina dell'orafo di fronte, arraffando i gioielli in esposizione per poi svignarsela sotto lo sguardo spaurito di due vigili che passavano di lì per caso. Ho quindi letto l'albo in uno stato di palese turbamento; eppure, dopo le prime pagine che mi sono passate sotto gli occhi, la storia mi ha preso subito, segno che c'era del buono. C'è dell'azione, cavolo. Non che ciò sia essenziale: "Tombstone Epitaph" nel primo albo era un dialogo dietro l'altro, ma aveva un ottimo ritmo. Ma oltre all'azione c'è anche qualcosa. Una sensazione che avevo provato con "Tombstone Epitaph", appunto: la sensazione che Boselli si stia mettendo a giocare con la cosiddetta "letteratura di seconda mano" ("narrativa seriale di seconda mano", in questo caso). "Tombstone Epitaph" era costruita assemblando scene topiche, autocitazioni e rovesciamenti, con un risultato finale entusiasmante. Qui non è esattamente la stessa cosa, non è nemmeno un Tex che fa la parodia di sè stesso, ma in tutto il primo albo c'è una costante atmosfera di fondo, grazie alle manie del giudice Bean, di neanche tanto velato divertimento. Una sorta di Quentin Tarantino senza violenza becera. Un po' come se Boselli dicesse: ti ho fatto un fracco di storie drammatiche, ma so anche raccontare barzellette. Perchè le scene d'azione ci sono, sono ben fatte e credibili; sempre con quel sottofondo di celia che non mi dispiace affatto. La prima volta che su Tex viene fatto così bene (Nizzi quando, purtroppo, non era più lui, non celiava; ci si sentiva presi per i fondelli). La lettera anonima, poi. Goduria pura. Almeno, Tex e Carson mi hanno fatto sghignazzare di gusto. Il secondo albo all'inizio è parecchio più serio. Magari la tensione cala un poco, l'atmosfera diventa routinaria. Da buona routine, però. Dici: non è post-moderno come il primo albo, ma funziona. Poi c'è tutta la parte finale, con borden che ancora una volta fa il verso a sè stesso in modo intelligente (la scena dei fiori al cimitero, con tanto di saturazione semantica sul "morire dal ridere", fa molto "Il passato di Carson" e "Gli invincibili"); e, da lì, il genio: azione appassionante, drammone, di nuovo celia. E poi i miei applausi, perchè non si può non amare una storia così. Cioè: Boselli è lì da vent'anni a scrivere per tot ore al giorno quasi senza pausa e riesce ancora a tirar fuori storie del genere. "Il segreto del giudice Bean" non è un capolavoro: è una storia media. E chiunque abbia provato a scrivere racconti, romanzi etc., sa che scrivere storie medie di questo calibro è la cosa più difficile. Mi pare che, durante la mia assenza, il popolo della rete si sia diviso fra "boselliani" e "antiboselliani". Posto che mi tengo sempre alla larga quando ci si divide in "qualcosa" e "antiqualcosa", 'sta volta farò un'eccezione. Sono boselliano. Me ne frego se è incostituzionale. Vedrò di farmene una ragione. Come voto, dato che qui ci sono anche quelli, Boselli e Frisenda si portano a casa un bell'otto. Frisenda fa una figura migliore qui che sul texone. Davvero un bravo professionista. P. S.: oltre che sugli albi della Bonelli, vorrei vedere Tex anche per le vie della mia città. Il suo metodo educativo (o coercitivo, che poi è lo stesso) mi pare tremendamente necessario.
  15. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Ehm... quando facevo mountain bike, il capitano mi cazziava sempre perchè riuscivo a corrodere perfino il manubrio in acciaio inossidabile (ho delle manine d'oro, io... oltre a essere un po' OT ). Esattamente quello che ho sempre pensato anch'io. Poi, sia ben chiaro, non andr? in via Buonarroti coi forconi in caso usino la carta lucida; ma la carta ruvida mi d' sensazioni migliori. E vedo che non sono il solo a pensare che non penalizzi i colori...
  16. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    Un semplice ragionamento: magari su carta ruvida quei colori così saturati "sparano" meno. Visti sullo schermo di un computer paiono un po' eccessivi. Poi non so quale sia la vulgata, ma io non ho mai amato troppo la carta patinata, n° per l'odore che ha, n° per come invecchia. Poi, avendo a volte le mani un po' sudate, quando mi capita di macchiarla rimangono le mie impronte digitali a memoria perenne...
  17. virgin

    [Color Tex N. 04] L'uomo Sbagliato E Altre Storie

    A differenza di altri, è proprio la brevit? delle storie che trovo intrigante! Spesso costringe gli sceneggiatori a trovare soluzioni innovative. Spero soprattutto che Ruju faccia bene: tutte le sue storie di Tex mi sono piaciute, ma tutte le sue storie brevi di Dylan Dog mi hanno deluso. Come sarà la sua prima storia breve di Tex? :DSe proprio devo dirmi in disaccordo su qualcosa, segnalo i colori: a me i colori tranquilli dei Color Tex normali piacevano molto, questi meno, sono troppo moderni. Ma magari visti su carta (spero che si tratti di carta ruvida, non patinata) l'effetto sarà diverso. In ogni caso, non posso che dirmi ingolosito dalle anteprime. Le aspettative sono alte!
  18. virgin

    [629/630] L'inseguimento

    In rete ho letto commenti del tipo ?La più geniale e innovativa storia di Tex degli ultimi anni?. Mi dispiace non condividere in alcun modo una simile osservazione, e non solo perchè in ?L'inseguimento? di innovativo c'è poco e di geniale anche meno; semplicemente, di tutte le storie di Faraci questa è forse la più debole: pesa il fatto che Tito abbia completamente tralasciato il punto di forza delle sue storie precedenti, la creazione di personaggi simpatici e la rappresentazione di buoni sentimenti, per lasciare intatto quello che era il difetto cronico, ovvero l'esilit? della trama. Tutto risulta un po' fuori registro: da una brutalit? che sembra sempre gratuita, troppo fasulla per colpire davvero, fino a un West che mai come in questo caso è finto e insapore. Imbarazzante il confronto con ?Salt river?, la precedente, splendida storia di Boselli: l' il West era vivo e vivido come e meglio che in un film; qui è uno sfondo anonimo senza fascino. Peccato, perchè il secondo albo è anche discreto e funziona bene, ma è troppo poco per riscattare una prima parte priva di interesse che non riesce mai a coinvolgere, anche a causa di un montaggio frammentato in cui non si sviluppa mai una vera e propria atmosfera (scelta registica già adottata, sempre con esiti fallimentari, da Manfredi in ?Sei divise nella polvere?). Anche il finale, trovata davvero originale nella serie di Tex, stona un poco: non che non sia buono, anzi; ma in una storia così sembra sprecato. La sceneggiatura, quindi, a mio avviso oscilla fra il cinque stiracchiato del primo albo e il sei scarso del secondo. Una disdetta, dal momento che i disegni di Mastantuono sono (incredibile a dirsi) decisamente buoni. Storia dopo storia Corrado sembra aggiustare sempre meglio la mira: qui c'è sempre qualche anatomia sballata e il solo vedere come i personaggi impugnano le pistole mi fa venire i crampi alle mani; tuttavia, la resa degli ambienti, delle anatomie e dei volti è migliorata non poco. In particolare, il fatto che ogni tanto vi siano dei personaggi dotati di espressione facciale renda ancora più efficaci e impressionanti le grinte incazzate che nelle sue storie precedenti apparivano ovunque, sovente a sproposito, qui invece perfettamente in parte. Riassumendo: testi bruttini, disegni buoni. Mi spiace per il bel lavoro di Mastantuono, ma il voto globale per me è V.
  19. virgin

    [631/632] L'oro Dei Monti San Juan

    Le tavole di anteprima in effetti hanno un buon ritmo; ma giudicare solo da esse sarebbe eccessivo, perciò non mi esprimo. Se però Boselli si è perfino lasciato andare a un commento quale "ottima", conoscendo la sua refrattarietà a fare complimenti agli altri (donne escluse, ma mi confessè di usare cautela anche con loro ) ci sarebbe da ben sperare.
  20. Sembrer? blasfemo, ma... che cosa mi manca del Tex di GLB? Poco o nulla. Bene, se non siete già corsi a insaponare la corda, calmate i bollenti spiriti che mo' vi spiego. :DIl Tex di GLB ha caratteristiche uniche che già sono state sviscerate senza doverle ripetere anche in questa sede: si tratta di un caso molto simile al Dyd di Tiziano Sclavi, una pregnanza autore-personaggio di tale portata da rendere difficile per chiunque la possibilità di imitarla. Fortunatamente, per rimanere in tema, l'alchimia di Tex è meno peculiarmente legata alle minime sfaccettature e nevrosi del creatore come invece accade per Dyd, sicch? diventa più agevole emularla anche per altri autori. Vedere il caso di Nizzi: il suo Tex è altro da quello GLBonelliano, ma inevitabilmente ha un sapore similare. Per Boselli, avendolo conosciuto di persona, posso dire che il caso è ancora più strano: parla e pensa (nei limiti del possibile, ovvio ) un po' come il Tex di GLB, sebbene nelle sue storie di tale modello comportamentale non si possa ritrovare molto; e anche quando lo si ritrova, è evidente che si tratta di un'imitazione, per quanto buona. A me il Tex di GLB piace; e molto. Forse per certi aspetti mi è più vicino il Tex di Nizzi, più guascone e autoironico; ma il Tex GLBonelliano nella mia mente è L'EROE per eccellenza. Perfino più di Achille, più di Ettore, Odisseo, Aiace, Arjuna e mille altri personaggi che mi sono ovviamente cari per motivi di studio e lavorativi. Non amo troppo scrivere di eroi tutti d'un pezzo, ma quando l'ho fatto, recentemente, il personaggio aveva qualcosa dell'impenetrabilità tipica del Tex di GLBonelli. Che era, a tutti gli effetti, un dominus, per usare il bel termine adoperato qui sopra dall'utente Ted Hawkins. Tuttavia, so riconoscere quando un modello letterario appartiene ormai a un altro tempo. Mi entusiasmo moltissimo a leggere l'Odissea e il Mahabharata, ma riesco anche ad apprezzare l'Inamoramento de Orlando o la Gerusalemme liberata, che pure sono tutt'altra cosa, n° mi straccio le vesti se oggi si scrive tutt'altro. Quando un autore come Tito Faraci (che pure apprezzo tanto umanamente quanto per le sue storie di Tex e per i suoi capolavori disneyani) dichiara in un'intervista che "Tex non ama la violenza e la usa solo come mezzo per la giustizia", evidentemente siamo finiti altrove. In GLB la violenza ha un altissimo valore ludico e vedere Tex pestare a sangue dei gaglioffi (magari con i deliziosamente comici commenti di Carson) o venire coinvolto in splendide megarisse in cui, fra una battuta e l'altra, si radono al suolo locali interi era parte cospicua del divertimento. Non che GLB fosse un autore che puntava al divertimento grasso, ma aveva una concezione peculiare (e anche passata) della violenza narrativa. Basti vedere storie come "Sulle piste del nord", "San Francisco" e "Il laccio nero": che cosa sarebbero senza interrogatori a scazzottate e risse varie, descritte con insistito divertimento?Come dicevo, so riconoscere i cambiamenti dei tempi e sono in grado di apprezzare anche le simpatiche storie di Tito Faraci (tanto per fare un esempio a caso, non di certo l'unico possibile. Se mi stai leggendo, spero che comprenderai, Tito! ) pur se in esse la violenza viene considerata un male necessario. Per GLB la violenza era necessaria, ma di certo non un male; era uno strumento, usato senza compiacimento, ma con una notevole componente goliardica. Tutto il contrario delle "sparatorie tanto per" giustamente stigmatizzate da Cheyenne pagine addietro. Non pretendo quindi che gli autori di oggi ripropongano artificialmente alcuni stilemi studiati a tavolino; mi basta (ma non è di certo poco) che si leggano GLB, lo assimilino e poi ci offrano il "loro" Tex, che per quanto "loro" non deve però contraddire l'originale. Di GLB non manca qualcosa in particolare, ma tutto il suo spirito che, per ovvie ragioni, nessun altro può possedere intero. A me però non manca affatto: se mi viene nostalgia, riprendo una sua storia ed ecco, tutto è l' dove dovrebbe essere, e il rimpianto mi passa subito. Ecco perchè GLB non mi manca: perchè c'è ancora. Che gli autori attuali proseguano sulla strada tracciata anni fa, innovandola un poco, riscoprendo caratteristiche andate perdute; perchè è solo così che un mito sopravvive, non mummificato, ma vivo. Perchè, diamine, l'autore GLB (l'uomo non lo giudico n° posso giudicarlo) era l'icona stessa della vitalit?!
  21. virgin

    Se Nizzi tornasse su Tex.....

    Ma tu guarda... me ne sto col naso fra i libri per mesi e mesi, poi esco un istante e... che cosa mi trovo? :shock: Fino a quando non ho letto che Nizzi si è messo la lavoro su un albo de Le storie, giuro che pensavo che la presentazione così roboante del prossimo inedito fosse soltanto la classica mossa redazionale; però, con quella notizia fresca fresca, non escluderei che qualcosa potesse davvero avvenire. Certo, c'è da chiedersi come si troverebbe ad avere Boselli come curatore... come potrebbe essere il loro rapporto? Ma questi, in fondo, sono fatti loro, delicatezze personali sulle quali è corretto non fare congetture. Non nego però che, avendo apprezzato molto Nizzi come autore di Tex, mi farebbe piacere rivedere qualche sua storia. Chissà che, dopo una pausa disintossicante, non possa darci qualche bella avventura a riparazione delle storie oggettivamente imbarazzanti (quando non dilettantesche) scritte negli ultimi dieci anni. Rivedere il suo nome accanto a quello di Boselli mi farebbe tornare un po' all'infanzia, quando Tex per me era Nizzi-Boselli in edicola e Gianluigi Bonelli nei mercatini dell'usato.
  22. virgin

    [20] [Almanacco 2013] La Pista Dei Fuorilegge

    Se non capire nulla di fumetti significa apprezzare una storia come questa... allora sono contento di essere un grullo. _ahsisi
  23. virgin

    [20] [Almanacco 2013] La Pista Dei Fuorilegge

    Questo è strano! Addirittura ricordo di qualcuno che, ai tempi di "Buffalo Soldiers", aveva accusato Boselli di fare negri e indiani sempre troppo più abili rispetto ai bianchi... Io, sinceramente, non mi pongo il problema: in questa storia ci sono stati indiani cattivi e poco svegli, in altre ci sono stati indiani abilissimi e buoni, in altre ancora cattivi e temibili; e sempre limitandosi alle storie di Boselli. Anzi, se c'è qualcuno che non può essere accusato in alcun modo di pregiudizi in tal senso è proprio Boselli! Ciò detto, pur provando grande simpatia nei confronti dei nativi, confesso che provo un certo affetto per il tema degli indiani cattivi, anche a causa della mia grande passione per il Western classico (mentre il Western revisionista non mi ha mai detto nulla: la scoperta dell'umanit? degli indiani, come scrisse Maurizio Colombo su qualche Almanacco fa, mi ha sempre dato l'impressione di furbata a scopo commerciale per nulla sentita sul piano ideale...). Parlando della storia, io l'ho adorata: nemmeno nelle sue migliori storie più recenti Boselli era riuscito a dare ai dialoghi una secchezza incisiva come in questa storia; essenzialit? che mi ricorda molto le sue storie più vecchie. Inoltre, le vicende mi hanno catturato ed emozionato come un vecchio film western, con scene d'azione spettacolari, ma non esagerate come talvolta ne scappa qualcuna a Boselli. La trama è semplice, ma non semplicistica, e in sole centodieci pagine ogni personaggio ha il giusto spazio, dato che Boselli riesce qui a caratterizzare un personaggio anche in due battute. Anche il gruppo delle donne del paese è trattato ottimamente, cosa non facile, data la brevit? dello spazio dedicatogli. Da un punto di vista tecnico è la miglior storia di Boselli da un paio di anni a questa parte, forse perfino meglio de "La cavalcata del morto". Ma non c'è solo tecnica: ci sono anche divertimento e la giusta dose di sentimento e psicologia. Come ha detto giustamente Jack c'è un po' di (molto) buonismo. Tuttavia, come nel caso di Faraci, ciò non mi da minimamente fastidio. Sarà che sto invecchiando... oppure che il messaggio sotteso è davvero mooolto intrigante. Disegni di Gomez un po' altalenanti e, nella prima parte in notturno piovoso, anche confusi. Ma col passare delle tavole il tutto migliora nettamente; e comunque l'argentino si conferma un maestro nel caratterizzare l'ethos dei personaggi. Quindi, un otto globale mi sembra più che meritato; forse perfino un otto e mezzo. Lettura che mi ha pienamente soddisfatto! clap
  24. virgin

    Tex Secondo Nizzi

    Se è già in distribuzione, prover? a ordinarlo in libreria! Non sarebbe male come regalo di Natale per mio padre... tanto per fare un regalo anche a me stesso. _ahsisi
  25. virgin

    [Color Tex N. 02] I Banditi Delle Nebbie

    Comincio subito dicendo che un aspetto che mi è piaciuto consiste proprio nei colori. Anche se variare un po' di più la gamma non sarebbe una cattiva idea, mi piacciono molto questi colori sgargianti: ricreano un pallido ricordo di technicolor, mentre le colorazioni più sporche e realistiche è giusto che rimangano su fumetti più realistici di Tex. Storia tutto sommato leggera (azzeccatissimo l'incipit con gag quasi disneyane, anche se il resto della vicenda non ha nulla di comico) che punta sull'avventura e sull'azione senza troppi psicologismi, ciò che, oltre a essere genuinamente glbonelliamo per storie di questo genere costituisce un indubbio valore aggiunto. Anche qui, complice un bellissimo personaggio come Imala (non drammatica come il Makua visto in contemporanea sul mensile, ma ugualmente riuscita), Ruju si diverte a ficcare Tex in una situazione mai vista prima, nel caso della scena del sonno indotto dai farmaci: si tratta di un bel rischio, ma lo sceneggiatore ne esce mirabilmente, creando al tempo stesso tensione e curiosità per come si uscir? dalla situazione. Ben gestito Carson in solitaria, così come Gros-Jean. Gli indiani, a differenza dei superuomini visti spesso negli ultimi tempi, soprattutto nelle storie di Boselli, qui sono abbastanza fessi; e tutto sommato ci può stare. Bella anche, come elemento di contorno, la balestra utilizzata da uno dei cattivi: elemento che non viene sfruttato moltissimo, ma che pure si fa notare. I disegni di Cossu sono molto curati e ben si sposano col colore. Tex non sempre riconoscibilissimo, ma la caratterizzazione efficace dei comprimari fa sè che si perdoni questo piccolo difetto. Difficile dire quale sia il personaggio meglio raffigurato: tanto Oncle Ours, quanto i suoi figli, Imala e Chance si fanno ben ricordare. Perfino il conducente di carro che raccoglie Carson mi è rimasto impresso. Come voto globale, sono dell'idea che un sette sia pienamente meritato. Un sette e mezzo, meglio. Divertimento e avventura: se tutte le storie "medie" di Tex fossero come questa, altro che età dell'oro! -ave_
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.