Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

virgin

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2222
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    67

Tutto il contenuto pubblicato da virgin

  1. Capelli d'argento, ciò che dici tu ha qualche punto in comune con una sensazione che anch'io ho a volte provato leggendo il borden degli ultimi tempi: non si può dire che scriva peggio, però i dialoghi, e azzarderei anche le trame, a volte sono condotti un po' freddamente, secondo uno schema buono e non banale, però, per l'appunto, uno schema. E' un po' difficile da centrare, come concetto, ma credo di non andare lontano da ciò che provo dicendo che, nelle ultime storie, ho avuto l'impressione di un andamento sempre più ragionato, curato, preciso, attento a svolgere la trama in modo efficace e non scontato, ma forse arido di emozioni. Come storia ho visto che è generalmente piaciuta, ma io leggendo "Missouri" mi sono annoiato a morte: la trama era ben svolta, c'era molto mestiere, ma l'insieme non riusciva per niente a coinvolgermi, era tutto molto poco spontaneo. Anche in "Vendetta per Montales", secondo me la miglior storia dell'anno scorso, ho provato, seppur molto meno intensamente, la stessa sensazione: tutto molto ben fatto, gran mestiere, ma personaggi meno approfonditi che in passato. Perfino sulle storie brevi mi sembra ci sia stato un cambiamento: confrontare "Eroe per caso", breve, ma intensissima e toccante, con "Polizia Apache", nel quale i personaggi trasmettono molto meno e la storia stessa è meno emozionante. Da "Lupi rossi" in poi, borden, pur continuando a scrivere molto bene, secondo me ha perso qualcosa rispetto al passato. Qualcun altro prova le mie stesse impressioni?Poi, certo, non ho ancora letto "La mano del morto". Forse, quando uscir? il terzo albo e la legger?, cambier? idea, ma mi sembra che la tendenza degli ultimi anni sia stata piuttosto netta. Che borden, dovendo sostenere il ruolo di sceneggiatore principale e dovendo dunque scrivere di più, abbia tralasciato lo spirito rivoluzionario ed eccezionale dei propri capolavori pre-500?
  2. Ah, carissimo Tahzay, quello ero io! Be', sinceramente credo che si possa far parlare i personaggi in modo umile e semplice senza per forza inserirvi quelli che per me sono strafalcioni, mentre per altri sono soltanto forme colloquiali. Ma va bene, ormai se ne è parlato tanto su TWO, e non ho voglia di ricominciare il discorso, visto che anche il dottissimo Castelli, nelle storie di Mister No dei primi anni ottanta, sostituiva gli imperfetti ai congiuntivi. E come dimenticare, poi, che nel mio romanzo preferito, "I Malavoglia", i personaggi azzeccano sè e no un congiuntivo su cinque, e di certo non perchè Verga non sapesse scrivere? Ai giorni d'oggi, però, penso non ci sia pericolo, con autori del calibro di Boselli e Manfredi (escludo Faraci non perchè sia un ignorante, ma perchè ha indubbiamente una scrittura meno colta e più "popolare" degli altri due-scrittura meno colta non significa assolutamente "persona meno colta", tengo a precisare) di avere un Tex troppo rozzo, e non mi fa paura avere un Tex più "intellettuale" del solito. Perchè, secondo me, qualsiasi forma di narrazione (be', forse "I Cesaroni" non proprio... ) è cultura. La narrazione stessa, nella propria origine, è cultura. borden non mi piace solo quando scrive una storia ambientata nella guerra di secessione senza far sentire minimamente il sapore e l'atmosfera "di guerra", ma questo grazie a Dio è accaduto una sola volta. L'unica altra storia che non mi è troppo piaciuta è "Morte nella nebbia", ma ormai mi è andata storta e non credo sia più possibile recuperarla. Per il resto mi pare che borden non abbia mai dimenticato come si scrive e cattura il lettore, cosa purtroppo accaduta ad altri sceneggiatori, ma non faccio nomi, n° dico quando o su quale serie è accaduto, per evitare polemiche, tanto lo sappiamo tutti. E a chi rimprovera a borden troppa aneddotica vorrei rispondere: ricordate che l'ultima storia di GLB ?, per quasi un terzo della propria estensione, un excursus antiquario sui conquistadores (che, tra parentesi, non c'entra un emerito cavolo col resto della storia)? Dunque, se borden ci intriga con qualche interessante "chicca" colta (come fa anche Manfredi), io lo vedo come un bene. Apollonio Rodio ci piace quanto Omero, no?
  3. Sarà sincero, Sam Stone: secondo me non bisogna leggere ogni storia a sè. Io non faccio per niente così, anzi, sono sempre ottimista!Ogni volta che vedo, nei crediti, la scritta "Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi", ho un lieve crampo di stomaco pensando a "certe storie", poi mi dico "Chissà che non sia domenica..." e a volte termino la lettura, come nel caso de "La rivolta dei Cheyennes", consapevole di aver letto una storia che, sè, non è un capolavoro, ma almeno mi ha divertito. Purtroppo, quando invece la storia è una delusione, la reazione è più violenta. Leggendo "L'artiglio della Tigre" (ma anche "Kiowas", per non fare i soliti due esempi, che ho trovato tediosa) mi sono cadute le braccia, per non dire parti del corpo meno nobili, e leggendo "La banda dei Messicani" mi sono trattenuto diverse volte dal buttare per terra l'almanacco. Sono generalmente dell'avviso che la fiducia, fino a quando non ci sono validi motivi, si debba dare a tutti. Poi per stroncare una storia c'è sempre tempo.
  4. Carlo Monni, ti ringrazio per aver spiegato con grandi capacità argomentative e grande dispiego di spazio ed energie ciò che io, nelle mie nove miserelle righe, sono riuscito soltanto ad accennare. Non è la prima volta che mi soccorri... grazie!Aggiungendo qualcosa alla discussione, devo chiederti una cosa: hai detto "negli ultimi tempi ho notato un certo sforzo di costruire trame e dialoghi migliori", ma io, sinceramente, sulle trame un miglioramento non l'ho notato, mentre nei dialoghi a mio parere siamo caduti ancora più in basso: se "L'artiglio della Tigre" presenta, in mezzo a tante assurdit?, qualche buon momento, "La banda dei messicani" ?, IMHO, un carrozzone del grottesco. L'unica a salvarsi è "La rivolta dei Cheyennes", ma si tratta del minimo sindacale, ovvero un cinque pieno... Dissento, invece, sul giudicare invariabilmente brutte le storie post-500. Insisto: secondo me alcuni episodi discreti, per quanto sporadici, ci sono stati.
  5. Per quest'ultima parte, Galindez, sono d'accordo con te. Rispondo di ciò che dico io (farlo per ciò che dicono Sega e Loi sarebbe eccessivo, visto che manco li conosco ): secondo me lamentarsi del vecchio Nizzi è semplicemente ingeneroso, perchè Claudio un tempo era veramente straordinario. Basti vedere "La nave perduta", una storia indimenticabile con un soggetto elementare ampiamente riscattato dalla sceneggiatura. Idem per "La banda del teschio". S?, ne sono sicuro: il Nizzi pre-420 stava benissimo alla pari con GLB, e per molti aspetti io addirittura lo preferisco. Il Nizzi 420-500 soffr? alcune cadute di stile, ma nel compenso riusc? a rimanere in piedi. Il Nizzi post-500 ha dimenticato come si fa a scrivere un fumetto, salvo alcuni casi felici (per me "Pioggia", "Puerta del diablo", "Il villaggio assediato" e "Dieci anni dopo", e anche il Maxi "Lo squadrone infernale"). Non credo sia compito mio giustificare il pensiero (tra l'altro vario, perchè è un luogo libero esattamente come qui, visto che io vi ho difeso Nizzi decine di volte) di tutto il forum di TWO, soltanto perchè ne faccio parte. Tra l'altro l'ho anche quasi del tutto abbandonato a favore di questo forum, dove l'ambiente secondo me è più pacato.
  6. Quoto integralmente Tahzay. Sinceramente, se le critiche al Nizzi DELL'ULTIMO PERIODO sono aprioristiche, mi domando come abbiano potuto originarsi , visto che Nizzi fino a verso il numero 420 era, come direbbe l'Anonimo del Sublime, "autore incensurabile".
  7. virgin

    Virgilio Muzzi

    Ce ne sono state diverse, se non sbaglio. Prova a vedere "Una stella per Tex", l' credo proprio che i volti siano suoi.
  8. virgin

    Virgilio Muzzi

    Ahi, un altro colpo che fa male. Quando ero piccolo Muzzi, dopo Niccol' e Letteri, era il disegnatore che preferivo... come dimenticare "Una stella per Tex"?Come ho già detto: onore a un grande. Un grande spesso in secondo piano, ma ugualmente grande. Che con la frase "Tex vivr? ancora per molto? Fin che dura lo zoccolo duro composto da lettori ultrasessantenni sè", secondo me aveva visto giusto... Snif.
  9. virgin

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Scusate, ma... sono l'unico a vedere nell'ultima vignetta un riferimento al Foscolo di "finch? il Sole/ Risplender? sulle sciagure umane", l'ultimo verso del carme "Dei sepolcri"? :generaleS: Una certa comunanza c'è, qui dai toni meno eroici e più dimessi...
  10. virgin

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Finalmente è arrivata la ristampa Stella d'oro, che mi ha dato l'occasione di legere per la prima volta questa storia e colmare un importante buco nella mia collezione. L'inizio secondo me è splendido: c'è Jim Brandon, non c'è traccia di Tex, e ciò crea molta tensione, anche grazie agli splendidi disegni di Parlov (? forse il primo texone del quale i disegni non soltanto appagano la razionalit?, ma anche la leggibilità: PERFETTI). Poi la storia comincia con i soliti canoni nizziani, ma, nonostante un certo imbolsimento che in alcuni dialoghi legnosi e impersonali salta un po' fuori, Nizzi si mostra perfettamente in grado di gestire atmosfera ed emozioni. Certo, i flash-back sembrano sempre buttati l' il prima possibile (con l'eccezione di quello su Nat e Sheewa), ma a parte il fatto che Nizzi tale difetto l'ha sempre avuto anche nei propri periodi più floridi (vedere "La nave perduta"), la loro intensit? e drammaticit? spinge a sorvolare su tale dettaglio. Bello anche il riferimento alla nolittiana "La strage di Red Hill", che mostra la grande attenzione dell'autore verso il personaggio, e tale dato un po' mi ha stupito, poich? mi ha spinto a dare alla storia una datazione più tarda di quella che avrei pensato: dallo stile sembrava un Nizzi del tardo 300-primi 400, mentre invece dovrebbe essere un 400 inoltrato, e ciò col senno di poi si nota in alcune piccole sbavature, come la morte di Pat liquidata con una didascalia imbarazzante, ma globalmente il tutto resta molto buono. Si nota una decisa voglia di stupire (per quasi tutta la storia ci si chiede cosa mai potr? accadere, e ciò, scusatemi, non è proprio scontato), di percorrere binari non scontati, fino all'ultima, splendida pagina, che culmina con la classica ciliegia dell'ultima vignetta che, come ha già accennato Pippo, sarebbe da ascrivere alle migliori parole texiane di sempre. Una chiusura dimessamente lirica come piace a me. Globalmente un bell'otto ci sta tutto, forse anche qualcosa in più.
  11. virgin

    L'italianit? Di Tex

    Forse è meglio non fantasticare troppoa livello di soggetti, se non finir? che un giorno qualcuno scriver? una storia simile e qualcun altro potr? accusarlo di avere copiato...
  12. virgin

    L'italianit? Di Tex

    E perchè, scusa? Si potrebbe anche creare una sorta di filone alternativo alle storie con i cinesi... le storie con gli italiani :italia: :italia: :italia: !Ma anche a livello di citazioni, credo non sarebbe difficile. Anzi, il fascino di "Missione a Boston" e "Gli invincibili" secondo me risiede anche nei riferimenti alla realtà europea. Soprattutto in "Missione a Boston", secondo me l'idea di inserire dei personaggi corsi (con un cognome tipicamente corso come "Calvi"!) è stata veramente geniale, anche se la causa separatista corsa era anti-francese...
  13. virgin

    Scoprire Il Colpevole....

    La prima opzione, non vorrei attirarmi le ire di Anthony Steffen, ma mi sembra possa essere praticabile soltanto da autori molto ispirati: GLB lo faceva quasi sempre, e quasi sempre gli andava bene, Nizzi un po' meno spesso, ma comunque gli riusciva molto bene nel primo periodo (inizio-400), abbastanza bene nel secondo (400-500) e malissimo nell'ultimo (dal 500 in poi, anche se non mancano episodi dignitosi come "Pioggia" e "Dieci anni dopo"). Nelle storie di Boselli mi sembrano seguire molto meno il procedimento "investigativo", ma c'è comunque quasi sempre un particolare o un personaggio non del tutto "svelato". In ogni caso (a forza di parlare ho perso un po' la strada, lo ammetto), ho scelto la seconda opzione, ma è ovvio che anche le altre, se ben fatte, sono valide: al solito, spesso è più importante il "come" del "cosa".
  14. Mi è difficile giudicare con assoluta imparzialit?: certo, "Il passato di Carson" è un'ottima storia, ma col continuare a sentirla idolatrata mi è scaduta un po'... e secondo me borden ha scritto di meglio. In ogni caso, a mio gusto non c'è proprio storia: Nizzi batte Boselli di diverse lunghezze, "Furia Rossa" è un concentrato struggente, crudele e straziante dalle tonalit? epiche e selvagge, dove per una volta i sentimenti sono smisurati quanto l'eroismo dei personaggi. Chi sostiene che Nizzi non fosse capace di costruire storie epiche (e anch'io lo dico spesso), dovrebbe rileggere questa storia. Si sa già che il finale è tragico, tutto procede con un senso di predestinazione frustrante, ed è proprio ciò che rende indimenticabile la storia, ciò che ci spinge a leggerla e a divorarla, sperando, contro ogni evidenza, che Tiger Jack riesca a salvare Taniah."Furia rossa" è una storia da 10 e lode, "Il passato di Carson" da 9-.
  15. virgin

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    ... e mio padre coglie l'occasione per ringraziarti a propria volta per la bella storia.
  16. virgin

    [358/362] Sioux

    "Bello o brutto che sia, il suo Tex è un Tex!" (Ferruccio Alibrandi parla di Claudio Nizzi) Riprendo questa frase tratta dal sito Baciespari perchè, secondo me, sintetizza perfettamente lo spirito di questa storia. Anzi, io direi piuttosto "il suo Tex è IL Tex", ma la sostanza è molto simile, perchè in questa storia Nizzi mostra il proprio rapporto felice non tanto con la trama, sè avventurosa e divertente, ma tutto sommato neanche straordinaria, quanto col personaggio Tex. E' lui qui, secondo me, che tiene in piedi la storia, al di l' di un Carson un po' appannato, di nemici "normali" e anche un po' naif: se "Sioux" è una storia memorabile secondo me non è per merito n° di Zanoby, n° di Nuvola Bianca, n° del senatore Johnson. Tex domina, è spaccone, irruento, mena le mani molto più di quanto sia necessario, il tutto col sorriso bonario di chi sa che vincer? non tanto perchè "deve succedere", ma perchè è un eroe straordinario. Qui Nizzi ha raggiunto un grado di comprensione del "personaggio" Tex molto più alto di qualsiasi altro autore: Boselli scriver? storie meno lineari e più drammatiche di questa, basti pensare a "Patagonia", ma non ci presenter? mai quello che secondo me è Tex. Passi il fatto che la trama, seppur ampia e anche più complicata del solito (quasi al livello di "L'uomo con la frusta", a mio avviso la storia di Nizzi più "complessa"), non sia un esempio di intrigo dei più mozzafiato, ma diverte molto, e al centro, unico, monolitico, ironico e dominatore, c'è lui: Tex. Anzi, no, scusate, IL TEX.
  17. Anche a me vien da ridere! Perchè, se altri l'hanno usata come locuzione sarcastica, per me non lo è di certo: all'interno della serie di Tex, Nizzi è senza dubbio Dante, nutrito intertestualmente delle storie di GLB così come il "ghibellin fuggiasco" lo era dai grandi poemi epici, dai poeti provenzali e dalla tradizione latina molto più in generale. Tanto per fare un esempio, se io definissi Boselli "l'Ariosto meneghino", dato il suo situarsi posteriormente a Nizzi-Dante e il suo grande debito nei confronti di una narrativa aperta come quella cavalleresca, qualcuno avrebbe da ridire? No di certo. Nei confronti dei topoi bonelliani, Nizzi ha operato una sorta di storicizzazione e risistemazione che con metafora ardita io ho paragonato appunto alla Commedia dantesca. Sono paragoni iperbolici, d'accordo, ma per nulla offensivi, e se secondo te risultano "intellettualoidi", lo ammetto: "intellettualoide" lo sono proprio, e fiero di esserlo. Se tu, invece, fossi il Licurgo siculo? P. S.: su "Il passato di Carson" ai quarti di finale nel maxi-sondaggio mi trovi completamente d'accordo. Infatti non l'ho votata n° mai la voter?. Ti pregherei, tuttavia, di cessare di rispondermi sempre in modo così astioso e con le solite tiritere riguardo a TWO e a Boselli, visto che io non ti ho mai trattato male. Pare quasi che tu veda in me l'incarnazione di tutto ciò che detesti.
  18. virgin

    [Maxi Tex N. 13] Lungo I Sentieri Del West

    Quoto integralmente AtTheRocks, a me il Maxi, per quanto atipico e anche tenendo conto dell'affronto dei poveracci che pestano Tex, è piaciuto molto. Un Tex che per una volta ha la sorte e il tempo atmosferico contro (invece dei soliti colpi di sedere), e che da tali contrasti esce ingigantito e magnificato. Poi, certo, gli scivoloni ci sono, ma trovo che questa grandissima enciclopedia western abbia anche il non disprezzabile pregio di presentare una galleria di personaggi che, seppur appena sbozzati, risultanto vivi e vividi, piacevolmente normali e autentici, come la vedova con figlio a carico. Ogni personaggio, anche se appare poco, è molto ben caratterizzato, e pare proprio fatto, come diceva Feuerbach, "di carne e sangue". Aggiungiamoci pure la polvere e la sporcizia, che Ortiz, pur non piacendomi, rende egregiamente. Un'altra storia che avrei voluto scrivere io. Non molto texiana, ma secondo me i Maxi esistono proprio per il gusto della sperimentazione e dell'azzardo. Fino a qui, secondo il mio parere, con risultati felici!
  19. Trovo che Segura sia bravissimo, autore di alcune delle storie milgiori degli ultimi due decenni. C'è soltanto un unico problema: sono storie, sè, ma non di Tex. Principalmente perchè, come penso abbiano detto in molti altrove, lui non sa un tubo di Tex: non sa che è anche un agente indiano e un capo tribù, non sa che ha avuto una moglie indiana, non sa che da essa ha avuto un figlio che qualche volta appare pure, soprattutto in compagnia di un certo Tiger Jack che Segura ignora del tutto. Per quanto riguarda la sua partecipazione alla collana dei Maxi, nessun problema, essa esiste proprio per quello, ma sulla serie mensile non ce lo vedrei proprio. I disegni di Ortiz, poi, mi hanno sempre fatto schifo, a me piacciono molto i tratti puliti e impeccabili è la Civitelli e Rossi, ma non riesco ad immaginare una storia di Segura disegnata da altri. L'atmosfera è quella e va mantenuta. Sui Maxi, ovviamente. Senza dimenticare che "L'oro del Sud" è nella mia top 10 personale... Per quanto riguarda la presenza di sceneggiatori diversi, io sarei del tutto favorevole: in questo periodo Tex ha raggiunto un po' di varietà con Boselli-Faraci-Manfredi-Nizzi, e mi piacerebbe che, una volta terminate le storie del Dante di Fiumalbo, entrasse qualche nuovo sceneggiatore: perchè non un ripescaggio di Ruju, se la storia pubblicata sulla serie mensile risulter? di buon livello? Ruju sè, ma Segura sugli inediti, nonostante il mio gradimento, non lo vorrei mai vedere...
  20. virgin

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Il ritmo narrativo di Faraci mi entusiasma: montaggio veloce, azione mozzafiato... a Tito riescono egregiamente. Forse anche troppo, perchè i due albi si leggono molto alla svelta, e alla fine vien da pensare che una storia così bella sia durata troppo poco, ma la ricchezza e la velocità d'azione non si traducono in pochezza o in sciatteria e lasciano spazio a brevi istanti di poesia. Decisamente toccante il lord che ritrae gli scoiattolini e guarda un cielo trapuntato di stelle che sfavillano come diamanti; e, nel vortice d'azione, belle le caratterizzazioni di Tex, Kit, dello sceriffo (figura che appare poco, ma perfettamente conclusa e molto reale) e del lord, forse quest'ultimo un po' troppo eroe per essere un personaggio secondario, ma si tratta di un peccato veniale, poiché nulla viene tolto a Tex. Tex, appunto: mi piace che sia al centro dell'azione, mi piace la caratterizzazione da burbero e i suoi modi sbrigativi... ma non mi convince troppo il fatto che sia sempre incagnito. Sarà per il ferimento di Kit, sarà per l'assenza di Carson, ma avrei preferito vedergli fare qualche sorriso, magari nella prima parte della storia (nel secondo albo non ci starebbe proprio). Belli i disegni di Bruzzo: soprattutto nel secondo albo alcuni primi piani sembrano disegnati da Ticci in persona, e questo un po' mi ha fatto storcere il naso; ma si tratta comunque di un'ottima prova Per concludere: secondo mio padre è la miglior storia mai apparsa sulla serie mensile da alcuni anni a questa parte, secondo me no, ma ci siamo comunque vicini. Tito costruisce delle storie abbastanza ordinarie inserendoci elementi innovativi e trattando il tutto con stile: complimenti! Il desiderio di leggere il Maxi scritto da lui aumenta, sperando che Diso, altro autore ereditato da Mister No, sia più efficace del solito ai disegni...
  21. Ok, "l'innominabile" si sarebbe potuto evitare :lupod: , ma trovo che tu abbia colto pienamente il senso della questione: non è la presenza di deus-ex-machina a rendere brutta o bella una storia, ma il loro rapporto con la storia e il fatto che siano più o meno smaccati. Tanto per fare un esempio, in "Mescalero Station" arriva la cavalleria, ma il tutto è reso bene e non fa storcere il naso, anzi. Idem per la cavalleria :generaleN: in "Puerta del diablo". E notate che non sto prendendo ad esempio GLB o il Nizzi di un tempo, ma il Nizzi recente che, in alcuni casi (e secondo me nelle due storie che ho citato ci siamo pienamente) è riuscito a regalarci delle storie dignitose e divertenti, anche frizzanti, azzarderei. Qui, purtroppo, siamo a livelli decisamente più bassi: il deus-ex-machina è soltanto la soluzione narrativa più banale e comoda fra le molte possibili!
  22. virgin

    Chi affiancher? Boselli

    Sarebbe interessante, senza dubbio! Sono molti gli sceneggiatori che mi piacerebbe vedere, almeno per una volta, alla prova col nostro ranger. Non era mica lo scopo originario dei Maxi?
  23. virgin

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Mi trovo in disaccordo con tutto quanto hai detto, ma mi permetto di farti notare come la tua frase che ho quotato sia completamente incongruente con tutto il resto del tuo intervento, oltre a non potersi riferire in alcun modo al mio post a causa della precisazione che ho messo in grassetto . Per quanto mi riguarda la discussione finisce qui.
  24. virgin

    [593/595] La Mano Del Morto

    Spunto molto succoso, sono sicuro che borden ci regaler? un altro capolavoro e sarà capace di farmi dimenticare "Missouri"...
  25. virgin

    [Maxi Tex N. 01] Oklahoma!

    Ho letto la storia e devo dire che è stupenda! Oltre per i pregi più macroscopici, come il gran numero di personaggi ben caratterizzati e il grande realismo dell'azione, anche per i battibecchi memorabili fra Tex e Carson, così distanti da quelli stucchevoli dell'ultimo Nizzi. Secondo mio padre è la miglior storia di Tex di sempre, secondo me no, ma ci arriva molto vicina!E mi fa pensare a cosa sarebbe stato Tex se Berardi avesse continuato a scriverlo: con Gino D'Antonio, un altro grande rimpianto...
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.