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TWF - Tex Willer Forum

Tex E' Morto?


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Tex non è morto secondo me. In alcune storie più moderne ci son stati dei cambiamenti per esempio gli scazzottamenti nei saloon. A volte Tex ci è presentato come più "molle". Vorrei ricordare un esempio in cui Tex è tutto di un pezzo: "Sei divise nella polvere" e "Il pasto per gli avvoltoi", in cui Tex è sicuro di sè. Come scrisse già Cheyenne questi cambiamenti possono identificarsi anche con la variazione di situazioni e di ambientazioni in cui Tex è confrontato. E questa variazione da vitalit? al fumetto secondo me.

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  • 6 mesi dopo...

Parlando di fumetti, io ho l'impressione che dietro a certe stroncature che proclamano la morte o lo snaturamento di una serie e/o di un personaggio, ci sia semplicemente la rigidit? mentale delle persone che fanno questi proclami, che non riescono a capire, o non vogliono nemmeno provarci, che l'arte (e il fumetto E' ARTE, su questo non si discute) è cangiante per natura, perchè è l'espressione delle ispirazioni degli artisti, che sono persone esattamente come noi, che crescono, cambiano sia nel carattere che nella percezione e nella consapevolezza sia di sè stessi che del mondo che li circonda e tutto questo non può non riversarsi in ciò che loro creano. Quando poi esiste, come nei fumetti, il fenomeno della serializzazione, ovvero si crea un mondo che ci viene raccontato nel corso dei mesi e degli anni con racconti sempre differenti, allora si aggiunge anche un altro fattore che è indipendente dall'ispirazione degli autori, ovvero la richiesta del pubblico che queste storie le legge, che vuole che le storie continuino, indipendentemente dal fatto che gli autori abbiano o no ancora qualcosa da dare al personaggio. Parlando di Tex, è impossibile anche solo credere che un unico sceneggiatore e un unico disegnatore, possano creare per 60 e più anni storie sempre diverse, sempre ispirate e sempre mantenendo invariate tutte le caratteristiche originali dei singoli personaggi. Raccontare storie non è un mestiere, o un lavoro tipo fabbrica, dove tu entri produci sempre le stesse cose, ma è un qualcosa ha a che vedere con l'ispirazione, con il mettere in ballo la propria sensibilit? e la propria parte più profonda per coinvolgere e far provare emozioni a chi legge (e non puoi scatenare emozioni negli altri se per prima cosa quelle emozioni non le senti tu). Ogni volta che un artista crea un'opera, consuma parte di sè e questo vuol dire che, con l'andare del tempo, le soluzioni diventano solo due: o si chiude la serie di fumetti, o la si lascia in mani di altri autori che abbiano voglia di raccontare quel mondo che gli viene lasciato in eredit?. Evoluzione e cambiamenti sono intrinseche in tutte quelle serie che nascono senza una fine prestabilita e se un lettore non riesce ad accettarlo è un problema suo, non di chi, quel personaggio, lo crea. ah... ho da dirvi un segreto... ;)La verità è che Tex è proprio morto e quello che vediamo agire adesso è un suo clone.... ecco la vera storia di Tex, dopo l'abbandono di Gianluigi Bonelli e di Aurelio GaleppiniTex è morto dopo essere stato rapito dalle Lanterne Blu di Tai-Mien e offerto dalla Regina Tait? ad una ragazza pallida dai capelli neri che lo sventra tirandone fuori dal corpo il triacanto e distruggendo quel pericoloso parassita purificando, così, una sua altra linea di germinazione. I ricordi di TEX, però, immaganizzati nella macchina di Mr. Jinx, si sono conservati nel tempo. Quando, più di un secolo dopo, il suo codice genetico viene sparso dal piper di Mister No sui cieli dell'Arizona, alcune cellule filtrano in una macchina per il processo di clonazione accelerata inventato da Odaka. A questo punto le due macchine, azionate da Hellingen per far ritornare in vita Wendigo, rigenerano Tex sia nel corpo che nei ricordi che, uscito dalla macchina, piazza ad Hellingen una sequenza ganciosinistroalvolto-destroseccoallostomaco-uppercutsinistrosulmento che manda Hellingen a sbattere violentemente contro la Harley di Thorn Kitcheyan che s'incazza perchè gli hanno bollato la moto e sbatte Hellingen in galera. Tex si presenta dicendo "Salute, fratello, io sono Aquila della Notte! Ma, scusami, su cosa sei seduto?!?" e allora Thorn decide di portarlo da Howi, ma, nel tragitto, finiscono nel mezzo di un inseguimento della polizia nei confronti della banda di Cassidy, che ha appena fatto una rapina con destrezza e una pallottola vagante sparata dai poliziotti colpisce Tex di striscio alla tempia facendogli perdere conoscenza. Visto che n° il whisky n° le secchiate d'acqua n° i fiammiferi accesi tra le dita dei piedi riescono a risvegliarlo, viene messo su un elicottero della Fraternit? e trasferito all'ospedale di New York, dove gli inducono un coma farmacologico per tenerlo comunque in vita. Quando, anni dopo, Tex si risveglia dal coma, si trova piantonato da un nero con su uno strano vestito con una M e una B scritte sopra, si accorge di tutti quegli strani tubi di materiale sconosciuto che entrano ed escono dal suo corpo e pensa "sono di nuovo nelle mani di Mefisto, maledizione!!!.... ma non me lo ricordavo con la pelle scura". Nel provare a muoversi, un gemito gli sfugge, Marvin Brown si sveglia e chiama di corsa il personale dell'ospedale che accorre e provvede a disintubare il paziente che poi sbotta "dannati segaossa, cosa mi avete combinato?" si libera dei medici e alla domanda "ma lei chi si crede di essere?" risponde "Sono Tex Willer, Peste!" e senti Marvin dire "E io sono Axel Foley". Viste le reazioni del (non tanto) paziente, l'ospedale si rivolge ad una famosa docente di criminologia dell'universit? della vicina Garden City che accetta di incontrare quello strano uomo in cappello, camicia gialla e fazzoletto nero. Durante il trasferimento in elicottero dall'alto incrociano una strana carovana che continua a viaggiare su strade secondarie senza però andare verso una destinazione ben precisa, e arrivati sulla soglia di casa di Julia Kendall, ecco spuntare una strana ragazzina su uno scooter, con gli occhiali scuri e un basso a tracolla che si ferma sgommando davanti a TEX. "Ma tu sei TEX WILLER!!!! Che ci fai in questo piano di realtà?" dice estraendo la spada dal manico del basso elettrico e forma attorno a Tex l'apertura del limbo. Tex entra nel portale, ma il contemporaneo arrivo sulla terra della razza nemica, manda il limbo in frantumi e Tex si trova in una realtà alternativa in cui strani oggetti volanti non identificati atterrano sul pianeta terra per dare il via all'invasione da parte della spietata razza dei MORB. Mentre Tex (che si vede lanciare tra le mani una pistola da Groucho) e Brad Barron combattono fianco a fianco una vera e propria battaglia per la sopravvivenza, da una piega dello spazio-tempo arriva Nemo che rapisce TEX e lo porta con se e lo porta nel laboratorio sul planetoide ab 324 rk che sta controllando tutte le anomalie temporali che si aprono nel multiverso. Completamente disorientato, Tex ascolta il racconto di Nemo che lo informa che lui è un clone di un eroe del passato che stava rischiando di creare irreparabili paradossi temporali nelle epoche che ha attraversato e, quindi, Nemo stesso è stato inviato nel passato (che per TEX è il futuro) per riportarlo al suo tempo originario. A quel punto Tex entra in un lampo di luce e si trova su un treno dove uno strano tipo coi capelli lunghi ed una grande cicatrice sulla fronte disarma un cacciatore di bisonti che voleva fermare il treno per abbattere i capi di un branco che stava l' a pochi passi e lo butta già dal treno senza dargli la possibilità di fermarlo, perchè "Tu cacci solo per divertimento, mentre gli indiani lo fanno per necessit?". "Finalmente un bianco saggio", esordisce Tex, che si fa raccontare degli eventi accaduti in sua assenza da quell'uomo strano che, arrivati in arizona, lo congenda col saluto "Mitakuye Oyasin" e, ritrovando infine i suoi pards che gli chiedono "Ma dov'eri finito in tutto questo tempo'!?!?", lui risponde: "Ne ho viste, io, di cose che voi umani non potreste immaginarvi.... Ma adesso andiamo a mangiarci una bella bistecca alta tre dita con una montagna di patatine fritte e una bella torta di mele, dopodiche andiamo a farci una bella battuta di caccia su te-en-ta che voglio riprendere la nostra solita vita". E mentre i nostri cavalcano verso il tramonto, ai giorni nostri un critico d'arte del museo di amsterdam, un certo Jan Dix mette in una teca del museo una mysteriosa foto con un cowboy affiancato ad un uomo con un giubbotto militare che lottano contro gli alieni...

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L'unico evento che può essere considerato come "morte" è la chiusura della serie. In senso figurato, Tex morirebbe nel momento in cui dovesse subire cambiamenti così radicali da risultare irriconoscibile. In entrambi i casi, mi sembra ragionevole pensare che siamo molto lontani da tali scenari. Detto questo, è altrettanto ovvio che ognuno ha in mente il "suo" Tex, e può legittimamente considerarlo vivo, morto, in buona salute, stanco, in agonia, a seconda di quello che vorrebbe leggere e guardare sulle pagine di questi albi. A questo proposito, penso che Calvera, in un suo messaggio precedente, abbia centrato un punto importante facendo notare come la fascia in cui si è "formato" il lettore giochi un ruolo decisivo nel condizionare le sue preferenze, e di conseguenza le sue aspettative. Io per esempio ho cominciato a leggere Tex quando si trovava in prossimit? del numero 300. Questo ha avuto alcune importanti ripercussioni sulla mia immagine mentale di Tex, sia grafica che narrativa. Una fra tutte ( ho un po' di timore a dirlo perchè so di pronunciare un'eresia ), il Tex di Galep non è mai riuscito a conquistarmi: gli ho da subito preferito di gran lunga quello di Ticci, di Fusco, e degli allora esordienti Villa e Civitelli. Dal punto di vista grafico, per me "Tex Willer" = volto + figura del modello di Ticci, al quale ha fatto seguito l'altra egregia interpretazione dal Villa maturo. Nella mia personale scala delle rappresentazioni di Tex, Galep non ha mai occupato i primi gradini. Suona assurdo, vero è A me è successo così. E ancora: avendo ricevuto l'imprinting dal tipo di stile narrativo che caratterizzava quel periodo, non sono riuscito ad apprezzare le storie del primo centinaio che ho letto successivamente grazie alle ristampe. E' normale che un fumetto cambi nel corso dei decenni, nonostante i tentativi di preservarne le caratteristiche essenziali ( sulle quali comunque non c'è accordo unanime, come risulta leggendo questa discussione come molte altre ). Io ho accolto con favore la variante Boselli e non ho avuto difficolt? ad apprezzarla sin da subito, mentre faccio un po' fatica ad adattarmi alla varietà di stili grafici che in tempi recenti si susseguono senza punti di riferimento precisi e stabili. Insomma, non è automatico adattarsi a qualsiasi cambiamento, dipende molto da ciò che ha portato ciascuno di noi ad amare Tex. Se uno si è entusiasmato a questo fumetto per alcune precise caratteristiche che ora non ritrova più, trovo normale che possa disaffezionarsi. Quindi, a parte i toni lugubri, non mi scandalizza più di tanto che alcuni abbiano decretato la dipartita del nostro eroe. Per loro è così.

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Pienamente d'accordo con quanto detto da Josey: ogni lettore vede Tex in conseguenza di come e quando si è avvicinato ad esso. Ad esempio, devo ammettere anch'io di trovare Villa molto più bravo di Galep, e, sempre ad esempio, non sono assolutamente d'accordo con quanti inquadrano il periodo tra il 2002 ed il 2006 come "medioevo texiano". Sarà che, appunto, ho cominciato a leggere Tex a metà 2001 (gli albi antecedenti li ho poi pazientemente rimediati un po' per volta negli anni a seguire), fatto sta che personalmente ho trovato quasi tutte le storie del suddetto "medioevo texiano" molto valide. Quindi, io non ritengo che Tex sia morto, ma più semplicemente, essendo ormai datato, può talvolta rischiare di incorrere in soggetti inadeguati o triti e ritriti.

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No tex non è morto e, per rispondere all'altra domanda di anthony, io non mi riconosco in quella categoria di lettori per i quali il tex post G. L. Bonelli è una sbiadita fotocopia dell'originale. Quando si parla dello snaturamento che il personaggio avrebbe subito nel corso degli anni, a cosa ci si riferisce? Quali caratteristiche si sarebbero perse per strada?Io credo che questi lettori si riferiscano soprattutto alla differenza tra il tex bonelliano e il tex nolittiano. Sarà che io non ho tutte le storie di nolitta ma in "I dominatori della valle" io vedo un tex duro e caxxuto :censura2: come non mai :colt:Il tex di nizzi ricalca fedelmente il tex bonelliano e, almeno fino a un certo periodo, è protagonista di splendide storie. Forse questi nostalgici non apprezzano il tex di boselli? Beh, su questo e altri forum ci sono tantissimi lettori per i quali la migliore storia di tex dal 1948 ad oggi è "Il passato di carson", per tanti altri invece è "gli invincibili". E' incredibile come da una parte ci siano quelli che rimproverano agli autori attuali lo "snaturamento" del personaggio, mentre dall'altra c'è chi si lamenta del fatto che tex "? sempre uguale" e "fa sempre le stesse cose" doubtTex è l'eroe classico, il duro che mena e che ha un suo preciso codice morale: aiutare i deboli e gli oppressi dai cattivi vari, punto. Niente a che vedere con l'eroe "moderno" pieno di debolezze psicologiche, traumi infantili, tormenti vari, che si droga, è gay eccetera eccetera. Se è questo che volete, leggetevi i manga ma lasciate stare tex :old:

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