Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Chi Scrive Tex E Chi Lo Legge...


harlan1982
 Share

Messaggi consigliati/raccomandati

Se io avessi dovuto criticare il mancato o cattivo uso del linguaggio texiano, appoggiandomi magari all'ormai famigerata frase di Carson sul cuore che non regge nella storia Il segreto del giudice Bean, non avrei avuto da dire sulla battuta in sè, che ripeto non è lontana dallo stile Bonelli, ma sulla mancanza dello scambio di battute, perchè è questo più che la singola uscita del singolo personaggio a creare l'atmosfera.
Per spiegarmi, immaginiamo Tex e Carson dopo che il primo risale dal fiume, e ascoltiamo il loro dialogo:
- Tizzone d'inferno! Non hai proprio rispetto per i miei capelli bianchi! Mancava poco che mi prendesse un colpo!
- Capelli bianchi un accidente! Che fine ha fatto la profezia della famosa strega papago?
- Anche le streghe papago possono sbagliare se ci si mettono di mezzo certi cosiddetti amici!
- Non farmi commuovere altrimenti mi metto a piangere e non so come soffiarmi il naso!
ecc. ecc. ecc....

Di recente sul forum di Dampyr ho criticato un dialogo che Boselli ha fatto pronunciare a Kurjak

un dialogo che, pur comprendendo la sua funzione all'interno della scena, ho trovato poco credibile pronunciato da quel personaggio e in quel modo
ma mi sono limitato alla critica, che nasce dal mio gusto
non ho detto "io avrei scritto il dialogo così"
mai e poi mai mi sognerei di fare una cosa del genere

si sta perdendo la distinzione dei ruoli
l'autore deve fare l'autore
e il lettore deve fare il lettore
compra, legge, apprezza o non apprezza e poi, se ha voglia e/o tempo di farlo esprime il suo parere attraverso una lettera alla redazione o discutendone su un forum
ma sempre nel rispetto dei ruoli verso un professionista che fa il proprio mestiere

altrimenti viene meno la passione della critica fumettistica amatoriale e i topic degli albi di qualsiasi albo a fumetto si trasformano in pura fan fiction

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

@Harlan: ma in effetti non ho detto che "io" avrei scritto così. Ho immaginato la scena scritta così e mi è piaciuta di più. Se vado al ristorante non mi passa nemmeno per la testa di prendere il posto del cuoco, anche perchè visto che pago non vedo perchè devo anche lavorare (e questo vale anche come lettrice di Tex), ma mi sento libera di dire "mi sarebbe piaciuto di più se il cuoco avesse messo un pizzico di pepe".

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

@Harlan: ma in effetti non ho detto che "io" avrei scritto così. Ho immaginato la scena scritta così e mi è piaciuta di più. Se vado al ristorante non mi passa nemmeno per la testa di prendere il posto del cuoco, anche perchè visto che pago non vedo perchè devo anche lavorare (e questo vale anche come lettrice di Tex), ma mi sento libera di dire "mi sarebbe piaciuto di più se il cuoco avesse messo un pizzico di pepe".

Ma infatti, Harlan non se la prenda, il suo è un discorso del tutto senza senso. Non ho capito perchè un lettore non dovrebbe argomentare "se l'avessi scritta io, avrei..."Bah.
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

il punto però è che, se io l'avessi scritta una storia, sarei IO uno scrittore. Noi possiamo soltanto avere una percezione delle cose. Cosè, come l'esempio culinario di Cheyenne, uno può desiderare più pepe nel suo condimento senza voler sostituirsi al cuoco, così nella fattispecie, in un fumetto western come Tex, uno voglia ritrovare quegli "ingredienti" che più gli piacciono: Tex sfrontato, azione, spavalderia, una centralit? assoluta del protagonista eccetera... Quindi è però doveroso far notare ciò che non ci piace, certo, che è diverso dal dire "io avrei scritto": perchè ci porta in una dimensione del "fare le cose" e noi non possiamo scrivere Tex in quanto non siamo autori. Anch'io vorrei comporre musica come i Led Zeppelin se fossi in grado di farlo. Non si tratta di saper o voler argomentare una critica, si tratta di approccio. Per esempio io ho sempre difeso la libertà creatva del Borden adducendo ad essa la possibilità che l'autore possa scrivere in libertà e in piena armonia quello che la sua mente creativa gli impone in quel momento. Ora le polemiche scaturite in questo topic (guarda caso) sono nate proprio dall'approccio dell'argomentare, ovvero dell'insistenza di alcuni utenti nel criticare l'autore che non scrive il fumetto come loro vorrebbero. Ed ecco che si ritorna al circolo vizioso, ovvero: io posso criticare la storia ma non vuol dire che voglio mettermi al posto dell'autore, oppure sè? Fruisco della mia libertà soggettiva di volermi aspettare un prodotto adatto alle mie esigenze. Ma se scrivo che io avrei fatto così, allora le accuse si sgretolano e l'autore ha ragione a difendere il suo operato perchè tra desiderare e fare c'è molta differenza. L'autore potrebbe dirti: "Bene scrivetelo voi allora". Tutti questi discorsi per dire che una storia va critica, analizzata e fruita come meglio ci pare; ma una critica va argomentata senza quella parvenza di sostituzione, di volersi mettere al posto del "creatore". Spesso, diciamo, pensando a Dio e al concetto di divinit?, che avremmo voluto un mondo migliore ma non ci è stata data la possibilità di crearcene uno a nostra immagine e somiglianza, e quindi diamo responsabilità a Dio in quanto non fa nulla per migliorare le cose. Per quanto tale non ci resta che adattarci, quindi rendere il mondo migliore di quanto esso sia. Stesso dicasi per Tex: far notare quello che vorremmo per migliorare il fumetto non significa però migliorarlo. Quindi, alla fine, è l'Autore ad avere sempre la meglio (nel bene e nel male). Noi dovremmo non comprare più il fumetto, ma esso sarebbe un atto di disobbedienza per così dire... e sappiamo benissimo cosa successe a Lucifero! Tutto questo sproloquio, ma io devo ancora comprare la seconda parte della storia! ups

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

@Harlan: ma in effetti non ho detto che "io" avrei scritto così. Ho immaginato la scena scritta così e mi è piaciuta di più. Se vado al ristorante non mi passa nemmeno per la testa di prendere il posto del cuoco, anche perchè visto che pago non vedo perchè devo anche lavorare (e questo vale anche come lettrice di Tex), ma mi sento libera di dire "mi sarebbe piaciuto di più se il cuoco avesse messo un pizzico di pepe".

Ma infatti, Harlan non se la prenda, il suo è un discorso del tutto senza senso. Non ho capito perchè un lettore non dovrebbe argomentare "se l'avessi scritta io, avrei..."Bah.
non me la prendo ma non credo che il mio discorso sia senza senso :trapper: per fare un esempio, senza falsa modestia, nel mio lavoro sono un professionista e ritengo di svolgere un ottimo lavoro, il migliore possibile considerando le risorse che la mia azienda mi mette a disposizionee quando arriva lo "scienziato" di turno a volermi insegnare il mestiere senza saper ne leggere ne scrivere, mi arrabbio non pocobeh credo che lo stesso si possa dire di Boselli o di altri sceneggiatori (ma il discorso vale anche per i disegnatori) e ritengo ci sia una differenza abissale tra il dire "questo dialogo non mi è piaciuto" (cosa legittima nel campo dei gusti personali) rispetto a "io lo avrei scritto così" (con il lettore che vuole insegnare il mestiere al professionista) :generaleN:
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Sul punto sollevato da Harlan, sono d'accordo solo in parte. Mi spiego. E' fuori discussione che scrivere sia un mestiere difficile, e che richieda alcune doti fondamentali: la prima, la passione per il racconto; una padronanza piena della lingua (che non significa, beninteso, solo non fare errori ortografici o sintattici); una profonda conoscenza della saga; capacità di visualizzare la scena narrata. E' anche vero, però, che lo scrivere ha la bellezza di essere aperto a tutti: e ognuno, con una sola penna o una sola tastiera, può provare a cimentarcisi, al di l' dei risultati che possono essere magnifici come disastrosi.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Io personalmente non mi sono mai permesso di dire :"Io lo avrei sccritto così", ci sono solo delle osservazioni, sulle caratteristiche del ranger che un lettore si aspetta e che molte volte vengono vanificate. Non è il caso dell'ultimo inedito, ovvio, il discorso è generale,? l'osservazione dell'andamento delle storie negli ultimi anni. Il lettore poi, per rispondere a Paco, non deve essere umile, quando umilt? significa accettare, senza critica il racconto così come è sceneggiato se questo non è gradito per alcuni aspetti che non st? a ripetere. L'umilt? non deve essere confua con una forzatura sul giudizio di una storia, e infatti son soddisfatto dell'ultima storia, come non lo sono stato di altre. Semmai, e questo lo riconosco, ci può essere un esposizione più pacata della critica negativa, come ci può essere una piena soddisfazione sulla positivit? di una storia. Sicuramente ci dovr? essere un dialogo equilibrato, sia a critiche negative, che al contrario quando la storia risulta ottima. Se compro un abito, fatto da un sarto, su misura e al momento di indossarlo non mi soddisfa, lui potr? vederlo ottimo e cerca di convicermi che mi sta bene, ma il verdetto finale sulla sua opera da "professionista", lo danno le sensazioni visive che ne ricavo dal suo prodotto. Se io in quell'abito non mi ci vedo, non è che posso andare in giro insoddisfatto perchè il tal "professionista", mi assicura sulla bontà del suo prodotto. Ora il confronto con Tex può non reggere, perchè come è stato dimostrato,(almeno a mio piacere personale), alcuni prodotti non sono risultati all'altezza, mentre alcuni altri, come quest'ultimo ci hanno restituito un Tex più Tex del solito, e quindi mi ha soddisfatto la sua lettura. Motivo in più per non deidere di non comprarlo...:)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Certo Pallino, "umilt?" mica vuol dire non criticare, anche duramente. Per me vuol dire solo rendersi conto che lo scrivere fumetti è un mestiere, un mestiere che fanno i professionisti, e che tu lettore non sei un professionista. Quindi, anche se Tex lo conosci bene e magari hai in mente un bel soggetto, è ben probabile che una storia decente non la riusciresti a scrivere, in quanto dilettante. Voglio dire: se il chirurgo durante l'operazione mi lascia la garza nello stomaco, io ho tutto il diritto di criticarlo, ma non di dire che l'intervento l'avrei saputo far meglio, perchè non è vero :)

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

ma non di dire che l'intervento l'avrei saputo far meglio, perchè non è vero smile.gif

Mai detto ne scritto, dire come si desiderebbe che fosse il personaggio, anche nei più svariati contesti, non è pretesa di scriverne la storia al posto dell'autore, la centralit? del personaggio e il suo linguaggio, con il quale lo stesso personaggio si è caratterizzato presso i suoi affezionati lettori,? un ingrediente fondmentale, da cui poi l'autore parte verso le proprie storie, ma non è il lettore che gliela scrive,... al massimo quando vede che la base del personaggio non viene rispettata ne può criticare la forma....
Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Entro nell'argomento per dire la mia.
Io non mi sono mai permesso di dire "io avrei scritto così ecc. ecc.".
Sul fatto che scrivere sia un lavoro fatto da professionisti non ci piove e noi lettori e utenti, fino a prova contraria non lo siamo. Per cui concordo sul fatto che ci debba essere rispetto per l'impegno profuso dagli autori.
Però se noi non siamo dei professionisti del fumetto, siamo però i consumatori finali del prodotto e abbiamo tutto e dico tutto il diritto e il dovere di esprimere il ns grado di soddisfazione o meno, di esprimere, di esprimere le ns preferenze e le ns aspettative. Certo tutto questo va fatto con educazione, senza mancare di rispetto o peggio offendere alcuno.
Gli autori, dal canto loro, possono se voglio servirsi e in fondo essere grati del fatto che ci sia un riscontro argomentato sulla qualità del loro lavoro - per quanto quantitavamente limitato rispetto al numero complessivo degli utenti. Un riscontro che non è solo quello numerico dei dati di vendita, peraltro condizionati anche da altre variabili non necessariamente legate alla qualità del prodotto (crisi economica, concorrenza di altre forme di evasione o di cultura).
Io non penso che gli autori debbano seguire le indicazioni di chi esprime le proprie opinioni su questo o altri forum. Anzi credo che non debbano lasciarsi condizionare da questa o quella tesi che può emergere nelle discussioni. Tuttavia, se qualche autore si prende la briga di leggere i ns post, non deve offendersi quando i giudizi sono negativi, tranne quando il giudizio è accompagnato da offesa o mancanza di rispetto personale.
Se poi ha l'autore che legge i post ha anche quell'umilt? invocata da alcuni di Voi di riflettere su quanto viene espresso dai lettori, beh, non credo che questo possa fare male a nessuno.
Finch? ci sarà la libertà di esprimere la propria opinione chi vorr? lo potr? fare e chi la pensa diversamente, sarà libero di farci una riflessione, di replicare o di dimostrare che la ragione sta dalla sua parte.
Una cosa, mi sento di chiedere, senza che alcuno si risenta, per carit?: nell'interesse di Tex e di quello che ha rappresentato e ancora rappresenta, smettiamola con i tentativi di omologazione a tutti i costi.... Il mondo è bello perchè è vario
Rispetto, ascolto, confronto sono le basi per un forum che sia di interesse e di utilit? per tutti.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

Rispondo a Paco, con il quale ci siamo trovati altre volte in disaccordo su questo modo di intendere l'arte, il lavoro degli artisti e, se così posso dire, la parte svolta dal pubblico "guardante". Scrivere, disegnare, scolpire, dipingere, suonare... sono indubbiamente professioni che si vorrebbe sempre intraprese da persone che le hanno nell'anima e quindi hanno appreso una tecnica e magari ne hanno anche inventata o perfezionata una loro stessi. Per inciso non è sempre così, ma dimentichiamo questo punto. Sono però anche professioni che più di altre sono sottoposte al giudizio e al gusto del pubblico. E io, proprio perchè non sono contaminata - passatemi l'espressione - da conoscenze tecniche su stili ecc., mi prendo la libertà di farmi piacere o meno un soggetto in funzione delle corde che mi fa vibrare dentro, e non della critica più o meno positiva allo stesso, n° dell'indiscusso valore dell'autore. Non mi metto al suo posto, resto al mio. E dal mio dico non cosa avrei voluto scrivere, ma cosa avrei voluto leggere. O cosa avrei voluto vedere (non disegnare, non è la mia parte). Nella discussione sul giudice Bean ho detto che avrei voluto che la scena del fiammifero tra le dita dei piedi fosse resa diversamente. Galep sicuramente avrebbe fatto fare al malcapitato un salto triplo carpiato, e Bonelli l'avrebbe accompagnato con uno di quei dialoghi tra pards che lui solo sapeva inventarsi. Ma c'è una ragione per questo: io non amo in senso assoluto la violenza su Tex. I fiammiferi accesi, come i pestaggi, sono tout court tortura, e l'idea di Tex torturatore credo ripugni a chiunque. Ma il tocco di umorismo, a volte più lieve e a volte più ridanciane, di una coppia come Galep e Bonelli mi rende tutto più leggero.

Collegamento al commento
Condividi su altri siti

 Share

  • Recentemente attivi qui   0 Membri

    • Nessun membro registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.