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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 17/04/2020 in tutte le sezioni

  1. Mi pare il minimo! E poi in ginocchio sui ceci a chiedere perdono alla Regina della Notte! Per me è proprio il mistero che avvolge i due avversari a rendere indimenticabile questa storia, costruita tutta sulle atmosfere e non sull'intreccio. Qualunque spiegazione non potrebbe che banalizzarli. GL Bonelli sapeva una cosa molti autori attuali hanno dimenticato: che un mistero è sempre più affascinante della sua soluzione! Ovvio che un lettore attuale, abituato a vedersi spiegato tutto tre volte, rimanga spiazzato, si aspetta fino alla fine che ci sia uno spiegone finale che chiarisca ogni mistero... e non c'è! Cosa spinge Mitla? Odio. Si vede chiaramente che odia quella tribù Apache, anche nella diversa maniera in cui parla di loro con disprezzo ("quegli stupidi apache") rispetto ai bianchi. Lei e Guaimas hanno "antichi rifugi sulla Sierra Madre", ma sono venuti lì solo per uccidere più Apache possibile (e lì Mitla ha scoperto le rovine del tempio di Esmeralda, con i suoi fiori maledetti, e anche questo è un mistero: sono legate o le ha scoperte per caso?). Ma perché quest'odio? Vendetta personale per qualcosa che le hanno fatto? Ma nessuno la riconosce, e come si vede dal fatto che non cambia aspetto dopo la morte, come tante streghe viste prima nella saga, indica che è DAVVERO giovane: una ragazzina ma con poteri notevoli, che ha viaggiato fino a lì per uccidere più indiani possibile e poi ritornare agli "antichi rifugi". Perché "antichi"? Forse è una vendetta ancestrale, forse il torto subito da parte degli Apaches risale a generazioni precedenti. E anche lo strano "cappello finale", tutte quelle pagine dedicate alla conversazione fra lo stregone e il Morisco, dopo che tutti i "cattivi" sono stati eliminati, da una parte prolunga la strana atmosfera della storia, come un incubo da cui ci si risveglia lentamente, dall'altra mostra la distanza che c'è fra lo Stregone e il Morisco, che è uomo di scienza (e si capisce che GL Bonelli sta dalla parte dello stregone, mentre le spiegazioni "scientifiche" del Morisco suonano insufficienti e inadeguate, mentre il corpo del Diablero sta bruciando vicino a loro. Ma c'è anche la descrizione di altri assalti, altri omicidi, altri "diableri". Fanno intuire una vendetta senza fine, generazione dopo generazione. Ci sono stati altri Diableri, altre regine della notte. Altre forse ce ne saranno in futuro. Mosse dall'odio verso di loro, per cose che non ricordano più. Come una terribile maledizione che si abbatte su di loro generazione dopo generazione, ancora più spaventosa per il fatto di non conoscerne la ragione. E per quanti Mitla sia malvagia, è comunque una ragazza praticamente disarmata che affronta i quattro pard con la sua astuzia e le sue conoscenze. E si dimostra molto più pericolosa di tanti altri avversari di Tex. È una partita mortale fra lei e Tex giocata TUTTA sull'intelligenza. Tex non può affrontarla con sganassoni o estraendo più rapidamente di lei. Lei non sa niente di loro, nemmeno chi sono, non sa che sono loro ad aver sconfitto Esmeralda, sa solo che sono un pericolo per lei e Guaimas. Anche i pards non sanno nulla di lei, non avendo nemmeno incontrato lo stregone il Morisco. Diventa una sfida di astuzie e deduzioni. Lei che uccide la loro guida per rallentarli, nascosta tanto da risultare praticamente invisibile. Tex che deduce dove si è nascosta e la fa seguire. Lei che non si fa fregare a scopre di essere seguita, e fa un nuovo agguato, sventato dalla prudenza di Tiger. Fa perdere le sue tracce con un percorso rischioso e assurdo, e Tex la segue lo stesso. Li fa assaltare dai lupi, e come si salva Tex? Con l'intelligenza, prima prevedendo l'attacco e trovando un punto in cui difendersi, e poi sfruttando la scarsa intelligenza dei lupi per attirarli in trappola (anche questo è un elemento ricorrente nella storia, Mitla sembra essere estremamente intelligente, ma deve servirsi di animali e di Guaimas, guidati dall'istinto, che soccombono davanti all'intelligenza dei pards, del Morisco e dello stregone) E poi una nuova astuzia, con il sabotaggio del ponte, e Tex che ancora non si ferma, piuttosto che tornare indietro prosegue a piedi, implacabile. Mitla non viene sminuita dal fatto che passa gran parte della storia a fuggire. A conti fatti, è una ragazza disarmata contro i quattro pards + un ufficiale dell'esercito. E li mette più volte in scacco. La sua letalità viene sottolineata più volte (e l'ufficiale paga molto caro l'errore di sottovalutarla), e alla fine, nella sua ultima fuga verso il tempio in rovina, meditando vendetta ritiene di poter uccidere i pards, a distanza, con un rituale e dei fiori. Qui GL Bonelli non solo ci fa capire quanto sia davvero potente e quanto l'odio l'abbia resa imprudente nell'affrontare personalmente i suoi nemici, ma anche che la corsa finale di Tex e pards per prenderla non è una caccia ad un avversario ormai sconfitto, ma è, anche se non lo sanno, davvero una corsa per la loro vita. Alla fine, la morte di Mitla è un altra scena magistrale del vecchio Bonelli (che quando scriveva queste storie aveva 63 anni, ed invece di fossilizzarsi era suo periodo più innovativo e migliore). Che la "cattiva" di sesso femminile non potesse essere uccisa dai pards era ovvio (anche se Tiger ci tiene a dire che lui non si farebbe problemi.. grande Tiger, oggi si scandalizzano se si azzarda a tagliare teste... è chiaro che l'editore non glielo avrebbe permesso). Poteva fuggire (così c'era un altra arcinemica buona per altre tot avventure, in cui magari "svelare i suoi misteri"), ma Bonelli all'epoca aveva tante buone idee che non aveva bisogno di riciclare gli avversari (e infatti sono rarissimi i "ritorni"...), o magari poteva cadere vittima di qualche forma di "giustizia poetica" come tante altre cattive di storie precedenti, uccisa da una sua trappola o da una sua arma. O poteva suicidarsi per non essere catturata, come Eugenia Moore o Satania. No. Mitla scivola. Fa un piccolissimo errore, per la fretta, per la rabbia, tante volte in precedenza ci era stata federe affrontare i pericoli di quella stanza sotterranea, Bonelli aveva ripetuto più volte come si muoveva con cautela, e qui ci fa vedere cosa rischiava ogni volta, avventurandosi da sola in quella palude scivolosa infestata di serpenti velenosi. Un piccolo errore, non giustizia divina ma un istante in cui la sua terrificante sicurezza mostra uno spiraglio di umanità. Mitla muore perché, nonostante tutti i suoi poteri, la sua rabbia, le sue conoscenze, è umana e fa un errore. E la sua fine la rende sempre più umana, mentre la vediamo arrancare, al buio (il disegno ovviamente non può mostrare il buio, avremmo la vignetta completamente nera, ma la sua torcia si è spenta ed è in un sotterraneo). non vede dove va, inciampa, chiede aiuto per salvarsi, prima alle potenze delle tenebre, e poi, futilmente, al fratello già morto. Per tutta la storia non l'abbiamo vista fare altro che odiare e uccidere, nonostante il suo aspetto abbiamo visto quanto sia spietata, potente e pericolosa, e NON È assolutamente uno di quei "villain" in chiaroscuro, dall'infanzia difficile e dalle mille scuse che ci fanno vedere oggi. Eppure, quando questa spietata e malvagia ragazzina dal cuore nero muore, non possiamo non essere tristi, alla fine siamo nel buio con lei a sperare che ce la faccia a raggiungere quella danna borsa della medicina che ha lasciato all'ingresso... Una storia tutta d'atmosfere e di emozioni, in un atmosfera da incubo e da racconto horror, in cui alla fine nessuno sembra davvero "vincere" e provi pietà per la spietata assassina. un altro esempio della straordinaria potenza di questo media, il Fumetto, nel trasportarti nelle vicende che racconta, quando è fatto da autori bravi.
    1 point
  2. Io la penso come Mr P sulla storia...per ora.Nizzi è tornato,sono tornati i suoi cliché ed è tornato un origlione...e allora?! è tornato un Carson affamato,sono tornati i convenevoli al ristorante. Nizzi scrive così ed ogni autore ha le sue caratteristiche. Un appunto lo muovo comunque: è tornato il quartetto ma non perfettamente amalgamato...ecco,il vero punto dolente della storia è se vogliamo la scarsa Incisività di Kit soprattutto e di un Tiger con troppi Ugh!se si nota,il fuoco della storia è tutto su Tex, con Carson spalla ideale e con un Gros Jean parecchio in forma e che ruba la scena come comprimario ideale a Kit e a Tiger.domanda obbligata:forse era meglio lasciarli alla Riserva...magari saranno piu vitali nella seconda parte... La trama è linerare ma non banale...gli spiegoni? Nizzi sostiene che al lettore di Tex piacciono gli spiegoni, lo dice in tutte le occasioni e nei raduni.Vero,non vero? Lui la pensa così...
    1 point
  3. Ma piantatela. Non è il fatto di aver letto la storia o no, era IL MODO che criticavo. Poi magari la criticherò anche io. Sul merito della storia che ne so? Potrebbe essere davvero brutta. Quella precedente, ad esempio, mi è piaciuta poco. Alla prima lettura mi piacque "abbastanza", alla seconda poco e niente. Infatti credo di dover rifare la mia recensione, che feci dopo la prima lettura, penso che bisognerebbe diffidare sempre dalla prima impressione. Come dice Virgin, il modo di Diablero è mooooolto caricato, pare una caricatura del texiano incazzoso. Può far ridere, può piacere o no. A me irrita e glielo ho semplicemente detto. Potrebbe rispondermi che non gliene può fregar di meno e fare il suo, invece comincia ad accusarmi di essere un fan stupido, di essere uno di quelli che 15 anni fa (quando non leggevo più Tex da almeno 5 anni) andavano a rompergli le scatole su TWO, di essere entrato qui solo per Nizzi (quando sono entrato qui, io, Nizzi non sapevo nemmeno chi fosse. Infatti sono entrato per chiedere cosa leggere, perchè avevo mollato la testata) e via discorrendo. A questo punto ci potremmo trovare sulla collina degli stivali e fare un bel duello in onore a Nolitta.😀
    1 point
  4. Non condivido neanche una virgola del tuo discorso.
    1 point
  5. Ho dato 7 ai testi del primo albo, dandone un giudizio addirittura entusiastico, e non rinnego niente. Nonostante ciò ho molti appunti da fare: 1- ancora più dei pards a nanna (era la nizzata che mi aspettavo si sarebbe prima poi presentata e quindi pur alzando gli occhi durante la lettura l'ho tollerata perché inevitabile) mi ha dato fastidio l'arrendevolezza dei sabotatori mandati da Mister Jackson appena i pards danno loro due buffetti. Nessuna reazione, nessun tentativo di reagire, nulla. Dei veri mammalucchi. 2- pur non disturbandomi troppo le prime 40 e passa pagine di dialoghi (dopo anni di disintossicazione da Nizzi, un po' del vecchio tran tran è risultato quasi piacevole, come se rivedessi il classico vecchio amico magari un po' noioso ma con cui si ha comunque condiviso qualcosa) non ho potuto fare a meno di notare gli allungamenti del brodo, la presenza di coincidenze forzate degne di un episodio de La casa di carta e di origlioni, pur solo presenti in spirito. 3- superato lo scoglio dell'introduzione, il ritmo della storia migliora e qui Nizzi smentisce un certo suo standard d'andamento coi calzari di piombo ab ovo ad malam presente in certe sue vecchie storie (intendo quelle che nessuno avrebbe voluto vedere pubblicate). Però alla relativa accelerazione non corrisponde un adeguato svolgimento (vedi punto uno). Quindi perché 7, se io stesso sono rimasto soddisfatto solo a metà? Probabilmente, avendo in mente anni di storie come minimo indegne, partivo da un'aspettativa molto più bassa e quindi certi passaggi dove la storia è apparsa quasi leggibile mi sono sembrati piccoli miracoli che hanno in parte acceso il mio entusiasmo. E forse precipitosamente ho dato un voto sicuramente alto per i testi di una storia che comunque, parere personale, raggiunge la sufficienza, principalmente grazie ai disegni di Mastantuono. Ho detto.
    1 point
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