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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 13/11/2019 in tutte le sezioni

  1. Carlo, però qui stai facendo un gran calderone di cose molto diverse. La cosa davvero "bella" dell'uso degli incontri fra supereroi nei primi albi Marvel era proprio il fatto che NON ERANO crossover. il tipico "cross-over" come viene fatto in Bonelli (albo speciale con i due protagonisti, di solito descritti totalmente ingessati e con la sc**a in c**o per non offendere i lettori abituali, impegnati in trame banalotte in cui la maggiore difficoltà è pesare con il bilancino il loro contributo - e questa descrizione per me calza perfettamente ai Dylan Dog - Martin Mystere e successivi) è molto più "vecchio", e nasce negli anni 30 con i primi incontri della Justice Society, credo. E, come i crossover Bonelli, erano meri stunt pubblicitari, ignorati nelle continuity dei rispettivi albi. La Marvel lanciò qualcosa di diverso: l'incontro casuale, di passaggio. Doctor Strange o Devil che fanno una capatina in un avventura dei fantastici quattro, senza fare un vero e proprio crossover, ma per dare l'impressione di un mondo in cui tutti i personaggi vivono. E soprattutto... usare quei "cameo" dandogli un senso nella trama! Per esempio nei primi Uomo Ragno, l'uso della Torcia umana serve proprio come "confronto" la superstar giovane esponente di una famiglia di supereroi, amato dalle ragazze e pieno di soldi, con Peter che deve nascondere i suoi poteri. Non esiste e non può esistere un corrispettivo Bonelli (con l'eccezione forse di possibili comparsate di Legs in Nathan Never e viceversa) perchè i personaggi Bonelli NON fanno parte di un unico universo (puoi fare tutti i crossover che vuoi e puoi sgolarti quanto di pare a dichiararlo in piazza a Lucca, ma la cosa è EVIDENTE: gli universi che abitano hanno toni, stili, caratteristiche totalmente diversi. Non sono tutti disegnati da Jack Kirby, non hanno le stesse leggi che regolano non solo il sovrannaturale, ma nemmeno il karma e la giustizia. Metterli POI, a POSTERIORI, in uno stesso universo è una FORZATURA più che evidente. E infatti quando li metti insieme, si nota subito...) E quel che è peggio, le motivazioni attuali di quasi tutti i crossover Bonelli sono legate ad un concetto che ha già ucciso il fumetto supereroistico Marvel e DC: L'EVENTO. Quando una serie TV getta al vento ogni logica, ogni straccio di dignità, e chiede solo di essere chiusa prima di sputtanarsi al punto di far dimenticare ciò che di buono aveva in precedenza, si dice che "ha saltato lo squalo" (citazione da una precisa puntata di Happy Days). La politica editoriale di Marvel e DC, da decenni ormai, prevede espressamente di far saltare lo squalo ad ogni testata il più spesso possibile, per poterlo annunciare prima (tipo gli articoli di giornale prima di DD 399, ma anche negli USA prima della morte di superman). Questa non è la prosecuzione dell'approccio di Lee e Kirtby: ne è l'assoluta negazione. Invece di COSTRUIRE un universo fatto da storie, di DECOSTRUISCONO le storie impedendo qualunque sviluppo razionale, per piazzare assurdi "eventi" spacca-universo. Questa politica negli USA è stata adottata perchè a breve termine faceva aumentare gli incassi, e all'epoca a dirigere la Marvel c'erano veri e propri squali che volevano letteralmente prendere i soldi e scappare (infatti è scappato ed è tutt'ora ricercato). Quanto venderebbe il prossimo numero di Tex se si annunciasse prima che in quel numero Tex bacia kit Carson? E se nel numero successivo Kit Willer muore, ucciso da Tiger? E se nel numero successivo si scopre che Tiger in realtà è un robot di Hellingen, messo lì per aiutare Mefisto? Se nel numero successivo si scoprisse che Kit Carson in realtà è il suo clone, e il vero Carson è ancora prigioniero di Mefisto dai tempi della Gola della Morte? E se dal numero successivo si cominciasse a smontare tutto, facendo tornare il vero Carson che si è sostituito al suo clone per ingannare mefisto fingendosi un clone? E se si prendesse il vero Tiger Jack da un universo alternativo, che ha le memorie di un Tiger Jack che ha vissuto davvero quelle avventure? Se si scoprisse che kit Willer non è morto ma è tornato indietro nel tempo a trent'anni prima, ma ha ucciso per sbaglio Coffin e ha cambiato tutta la storia futura? E questo mese dopo mese, numero dopo numero, OGNI MESE, per trent'anni, ogni volta pubblicizzandolo prima sui giornali? l'effetto è che ogni volta ha sempre meno effetto, e i lettori si stufano,e se ne vanno. A quel punto non hai scampo. Ti comprano solo quelli che vanno in cerca di quei "colpi di scena" ridicoli, i lettori che tenevano al personaggio sono spariti. Se continui, vai incontro al calo continuo e inarrestabile delle vendite. Se smetti, fallisci il mese dopo (perchè i vecchi lettori se ne sono già andati e ti servono gli eventi continui per sopravvivere). Così i fumetti Marvel e DC hanno saltato lo squalo, centinaia di volte, piroettando con un intero branco di squali per decenni, perdendo qualunque senso e logica, e perdendo quasi tutti i lettori. Attualmente sono due case editrici che sono morti che camminano, con vendite ridicole rispetto a quelle che avevano prima che prendessero quella piega, che sarebbero state già chiuse da tempo se non avessero ancora i guadagni da film e telefilm. Hanno elevato "l'EVENTO" come stella polare che li guida, abbandonando la caratterizzazione, la coerenza, e qualunque buon senso, oggi sono buoni solo come ottimi esempi di come NON si fanno fumetti! E l'attuale dirigenza Bonelli ne è innamorata, sembrano tutti far parte del manipolo di "infoiati sAgaioli" che adora tutti questi ripetuti salti di squali, e sembrano quasi vergognarsi di essere legati a fumetti che hanno una storia di trame coerenti e sviluppi sensati... è chiarissimo che vorrebbero tantissimo essere la Marvel (li immagino singhiozzare di fronte a Tex, che vende 170.000 copie, chiedendosi "ma perchè invece di questo vecchiume noi non pubblichiamo Batman?" (che venderà 3.000 copie a dir molto in Italia) Il problema non è far sposare Dylan Dog. il problema è "lo fai perchè è una cosa sensata, coerente con lo sviluppo del personaggio, o lo fai perchè è un EVENTO e se lo fai ci saranno gli articoli su repubblica, la gente ne parlerà un sacco, ed è una bellissima maniera di vendere fumetti, così diventiamo fighi come la Marvel?" Credo che tutti sappiamo la risposta, no?
    4 points
  2. A mio parere personale, di tutti i cross-over bonelliani, non ce n'è uno che mi sia parso una buona storia. Li ho sempre visti come un'operazione fatta con la sola speranza di spingere i lettori a comprare anche un'altra testata... quindi solo un discorso di SOLDI. Il 399 di Dylan Dog con il matrimonio/non matrimonio con Groucho cos'è? Una baracconata messa in piedi solo per creare attenzione e curiosità: spingere magari un po' di gente in più a comprare pubblicizzando un "evento" che in realtà non esiste. Il lettore sarà deluso? Chi se ne frega, intanto ha cacciato i SOLDI.
    1 point
  3. Ti ringrazio per la lezione, al solito non richiesta, sulla storia del fumetto, su un tema peraltro su cui abbiamo già discusso altre volte. Resto dell'idea (me lo permetterai, vero? Posso?) che l'albo di Dylan Dog di cui stiamo parlando sia una baracconata sensazionalistica, esempio esemplare del vuoto cosmico dei fumetti di Recchioni (aggiungo di aver letto ieri l'ultimo fumetto di Feltrinelli, quello sul mostra a Roma, una delle robe più vuote e inutili che ho letto negli ultimi anni). Quindi, al netto dei bei team up tra Dylan Dog e Martin Mystere (bello soprattutto il secondo, ma era scritto da Sclavi, mica dai Recchioni di oggi!), mi auguro che idiozie tipo "Tex incontra Dylan Dog" ci vengano risparmiate. Su "Tex incontra Zagor" non voglio essere netto per rispetto a Boselli, ma incrocio comunque le dita.
    1 point
  4. Quando apparve per la prima volta, Makua mi sembrò un personaggio molto interessante e sperai che venisse recuperato. Questa sua seconda apparizione mi ha, tutto sommato, soddisfatto. Certo, si tratta di un ragazzo dal carattere complesso e con delle contraddizioni che esplodono nell'episodio dei falsi sceriffi. Ma proprio questo stimola l'empatia del lettore. Ecco, la mia opinione differisce da quella di dario63. Makua è un ragazzo con un vissuto difficile, che è stato guidato su una strada errata, che ha subito le conseguenze del male che ha fatto. E che, nel suo percorso di maturazione, non è ancora arrivato alla meta, sicché è del tutto plausibile che, pur essendosi solo difeso, non si fidi fino in fondo di chi, Tex, in passato gli è apparso come nemico. Il suo percorso, tuttavia, continua nell'arco dei due albi, sino alla saggia scelta di non rimanere nel villaggio dei Pima, evitando così di alimentare l'ostilità dei giovani guerrieri. Si preannuncia, a mio giudizio, una nuova apparizione del giovane amico di Tex, in cui spero che possa trovare quella stabilità che, con tutta evidenza, egli cerca. Quanto ai disegni, confermo che Font mi è parso un po' sotto tono.
    1 point
  5. Storia nella norma, che non fa compiere eccessivi sussulti, ma comunque scorrevole e non banale, benché impostata su un cliché visto e rivisto. Personalmente, mi sarei aspettato una maggior presenza di Makua lungo le pagine del secondo albo (dopotutto, il titolo era incentrato su di lui), mentre a livello quantitativo sono stati soprattutto Tex e Carson a fare la parte dei leoni: essendo protagonisti, dovrebbe certo essere la norma, ma impostare il titolo su un altro personaggio e poi relegarlo tanto in secondo piano mi è sembrato un controsenso. Al di là di questo aspetto, di questa storia ho potuto però apprezzare la componente di carattere "espiatorio" per quanto riguarda Makua, sia pure al netto della sua relativa scarsa partecipazione al repulisti di ribelli apache perpetrato da Tex e Carson: il giovane mezzosangue ha trovato la forza di riscattare il proprio passato, uccidendo Mateo e vendicando Francisco e la sua gente che lo avevano accolto nel proprio villaggio. Ho provato grande sollievo quando ho appreso che i tre uomini che aveva ucciso per legittima difesa non erano tutori della legge, bensì cacciatori di scalpi (che del resto si erano giàmostrati poco "professionali", mettiamola così), e mi è parsa sorprendente la maturità da lui dimostrata poi alla fine, declinando l'offerta del capo dei Pima che gli aveva offerto di rimanere nel villaggio, consapevole di suscitare diffidenza nei giovani della tribù. Grande delusione, invece, l'antagonista di turno: nel corso del primo albo e buona parte del secondo, al netto dei sotterfugi perpetrati e della brutalità dimostrata, Mateo sembrava essere depositario del coraggio e della fierezza tipica degli Apache, invece si è rivelato un vigliacco della peggiore risma, capace di combatterea quattr'occhi con avversari davvero forti solo tramite colpi bassi e sleali. Solo lieto che non l'abbia fatta franca solo per il piacere della consapevolezza che non lo rivedremo più. Makua, invece, è di nuovo alla ricerca di una sua dimensione, cosa che forse lascia aperto uno spiraglio per una sua terza riapparizione, magari disegnata nuovamente da Font (e a me il suo tratto, benché forse molto stilizzato, pare comunque adatto al fumetto western).
    1 point
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