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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 19/04/2020 in tutte le sezioni

  1. Concordo. Guardate anche solo le espressioni a pagina 67. È ovvio che sta facendo finta, e Tex lo sa benissimo. "vuoi un fazzoletto per piangerci dentro?" "tienilo pure, Caino, Ti servirà per nascondervi vergogna e rimorsi, quando mi avrai visto sparire per sempre fra le rapide del Colorado!" "Il che non potrà accadere, Fratello." "E perché mai?" "Hai dimenticato di avermi raccontato che una vecchia zingara ti ha predetto che saresti morto di vecchiaia?" "Ma quella bruja non immaginava che amici infidi mi avrebbero trascinato in un guaio del genere!" Questo non è un dialogo fra una persona davvero spaventata e qualcuno che cerchi di rassicurarlo. Se Carson fosse davvero spaventato non ci farebbe battute sopra. Fa la commedia, fa il pessimista per prendere in giro Tex e Tex a sua volta prende in giro lui, ma nota che nessuno dei due ha il minimo dubbio che Carson si possa davvero tirare indietro. Notare che Carson è DAVVERO preoccupato, qualche pagina dopo, quando si trovano con più calma davanti ad un caffè, e discute più seriamente con Tex sull'opportunità di seguire quella strada, ma all'insinuazione di Kit si arrabbia subito. Cosa noto? 1) Che Carson si becca le battute di Tex tutto il giorno senza fare una piega, anzi ribatte colpo su colpo. Sono due vecchi amici di tante battaglie che ne hanno viste tante insieme, sempre sfottendosi a vicenda. Ma quando lo fa Kit... Carson reagisce diversamente. Kit è ancora un ragazzino, che cerca di imitare suo padre, anche negli sfottò a Carson. Ma lui non è Tex, e Carson non accetta da lui le battute che accetta da Tex. Sono piccoli dettagli, che sfuggono magari ad una prima lettura, che fanno capire quanto fossero "veri" questi personaggi per GLBonelli, e come li conoscesse come il palmo delle sue mani 2) Che nel momento in cui Carson sta davvero discutendo con Tex dell'opportunità di scendere il fiume, lo fa con tutto un altro tono. Le geremiadi e il pessimismo sono per le battute scherzose, ma in quelle due-tre vignette in cui fa presenti a Tex i pericoli reali, è serio e calmo. Poi, una volta rassicurato da Tex... ricomincia con la commedia! Un altro dettaglio significativo a pagina 83-85. Carson come sempre fa la commedia del poveretto costretto a fare faticacce dal suo pard schiavista, ma stavolta anche Tex è d'accordo con lui e dice che passeranno la notte a Lees Ferry. Ma lì incontrano proprio il capo del piccolo villaggio che stanno cercando, che gli propone di ripartire subito con lui. Che dice Carson? "Sarebbe tempo guadagnato, se si deve arrivare a quel posto con una certa fretta" Quando nelle storie di altri autori si vede Carson che vuole mangiare bistecche o dormire in un letto a costo di perdere tempo, appare subito chiaro che questi autori non conoscono il personaggio. Stanno scimmiottando i soliti scambi di battute fra i pards, ma senza capire come e quando li usava GLBonelli. Carson fa la parte della povera vittima tartassata quando è già chiaro, anche a Tex, che in realtà fermarsi è la scelta migliore (come all'inizio di questa scena). Ma non rallenta il gruppo a costo di mettere in pericolo altre persone, e qui anzi è lui stesso a dire a Tex che si potrebbe proseguire. P.S.: Parlando di autori che utilizzano elementi delle storie di Tex senza capirli... una cosa chiara sin dalla prima storia che ne ha parlato, "Dugan il bandito", è che i bianchi non devono sapere che c'e l'oro nelle terre dei Navajos, e quindi, IN QUELLE STORIE, NESSUNO DEI BANDITI DEVE USCIRNE VIVO. In questa storia viene ribadito dal dialogo fra Tiger e il suo "vice", e anche nel dialogo fra Tex e Carson prima dell'agguato, mentre Carson vuole farli secchi subito, Tex vuole "dargli la possibilità di morire con le armi in pugno". Cioè, LA POSSIBILITÀ DI MORIRE COMBATTENDO, ma assolutamente NON di salvarsi. La ritrosia di Tex nello sparare a persone che si sono già arrese si vede anche nel metodo che usa alla fine per liberarsi di loro, ma che sia una necessità, ne sono tutti consapevoli. Confrontate questa consapevolezza con la faciloneria con cui Nizzi nel numero 500 fa promettere a Tex (a banditi che hanno scoperto lo stesso luogo scoperto dalla Banda Dugan e che hanno profanato la tomba di Lylith) che chi si arrende "avrà salva la vita", e infatti uno dei banditi viene risparmiato. Ma non è un problema se in penitenziario svelerà a centinaia di assassini il suo segreto, dopotutto Nizzi gli fa dire ad inizio storia che "tutti sanno che c'è l'oro nei monti Navajos"... 🙄
    3 points
  2. Proprio così, qui Borden non mi ha proprio considerato..grazie per il sostegno Leo! Se volete vedermi in azione riprendete in mano "Sulla pista di Fort Apache" che è mille volte superiore a "Caccia Infernale"!
    1 point
  3. Anch'io penso che traspaia una sostanziale positività, pur in mezzo a molti errori, di Parkman (e una certa simpatia di chi ha scritto la storia nei suoi confronti). Oltretutto, nel finale il sopravvissuto Parkman proclama esplicitamente, senza alcun tono trionfalistico, ma con umiltà, una sua richiesta: quella di ripartire da capo, proprio nell'esercito, ma rifacendo la gavetta da soldato semplice (e continuando a nutrire dubbi sul fatto di poterne essere degno). Non lo vedo come una forma di "buonismo", ma una realistica scelta di una persona che ha avuto modo, in rapporto alle ultime esperienze vissute, di rendersi conto dei suoi errori e che li ammette senza finzioni; dopo di che, esprime la volontà di intraprendere una sorta di seconda vita. Del resto, pochissime vignette prima di lui, anche Goyaklee (personaggio a propria volta tormentato) chiede ed ottiene di poter rientrare nell'esercito. Si potrebbero citare altri personaggi cui viene data, nelle storie di Tex, una "seconda possibilità" e questo elemento narrativo per me non disturba, anche se va gestito in modo attento. Ma mi pare che qui ci siano tutte le componenti per renderlo credibile.
    1 point
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