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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 19/09/2022 in tutte le sezioni

  1. Beh, ovvio che è quasi d'obbligo indicare il creatore del personaggio come il migliore. In fondo ciò che Tex e gli altri sono lo ha deciso lui. Ma GLB è anche figlio del suo tempo. Le trame erano spesso lineari, poi quasi basilari verso fine carriera. A volte erano invece già sorprendentemente variegate. Ma la gran parte era lineare. GLB era un grande narratore di pancia, di istinto. Quasi sempre azzeccava la cosa giusta. Un Boselli è molto più tecnico a mio parere, ma GLB aveva "l'istinto teatrale". Il Tex tagliato un pò con l'accetta di GLB, visto oggi da un novellino della lettura, potrebbe apparire eccessivo e terribilmente fuori tempo. Un ranger che agisce spesso contro la legge, con i suoi metodi, che tortura, picchia, incendia, distrugge, insulta oggi ha necessitato di un restiling e infatti i vari "limoncino" "palla di neve" et similia o non ci sono più o sono molto limitati. Le torture quasi scomparse, i cazzotti sempre meno, non si vede più Tex entrare in un saloon e in un nanosecondo mettersi a menare chi lo guarda di traverso. Non so bene quanto per il carattere dei nuovi sceneggiatori e quanto per i tempi che cambiano, ma insomma è così. In questo senso ha ragione Grande Tex (col quale concordo abbastanza raramente, è troppo estremo con Nizzi, così come altri lo sono allo stesso modo ma nel verso opposto) dicendo che in un certo periodo l'unico a seguire abbastanza questa strada fu Nizzi. Parlo soprattutto del periodo inoltrato del centinaio 300 (e dei relativi speciali da lui scritti in quel periodo). Il Nizzi iniziale era lontano...troppo investigativo e caratteriale quel Tex, e quello poi del declino diventa una sorta di Nolitta 2, ma il Nizzi del periodo Sioux-Leggenda vecchia missione-Uomo con la frusta-Furia Rossa e simili è quanto di più vicino alla tradizione di qualità ci è stato proposto dopo GLB. Boselli ha una capacità di sviluppo delle vicende superiore agli altri due. Nessuno può stargli dietro quanto a intreccio, controllo, modernità, idee. Non è un autore classico, il suo Tex somiglia pochissimo a quello originale, non tanto per i caratteri dei personaggi, sostanzialmente rispettati anche se è completamente sparito tutto l'armamentario guascone che dicevo più sopra (e anche l'ironia, che invece Nizzi ha magistralmente ripreso da GLB finendo pure per esagerare, dandoci al meglio il Carson più bello e divertente e poi invece più brutto e ridicolo della storia della serie), quanto per tutto l'impianto delle sue storie. La linearità sostanziale diventa intreccio a volte complicatissimo (per quanto di solito magistralmente gestito con enorme talento), la centralità di Tex diventa marginalità, il bianco e il nero diventano grigio, i cattivi un pò buoni, i buoni un pò cattivi, il numero di personaggi in scena esplode tipo le Aide di Zeffirelli dove non si trova più un buco libero in palcoscenico e Aida fatichi ad individuarla. Ma è un Tex molto moderno, dove puoi apprezzare vicende degne di romanzi di avventura e un talento non comune di scrittura e gestione delle storie, che francamente non era così sviluppato nei due autori precedenti. Non che Boselli non sappia scrivere classico (vedi alcune storie minori dei 400 e 500 o vedi il Texone di Villa), ma centellina questa cosa come se si vergognasse di essere semplice e diretto, cosa che è al contempo il suo forte e il suo limite secondo me. In conclusione, è difficilissimo dire chi sia il migliore, come già dicevo darei sempre la palma a GLB, anche se a volte lo trovo troppo antico, troppo diretto, troppo violento (amo i pestaggi e gli incendi, ma talvolta letto oggi siamo ben oltre la ragionevolezza), e non riesco a rileggere le sue prime storie fino al numero 80 circa e dopo il 200 se non poca roba. Quello che però ha tirato fuori nel centinaio 100 basta e avanza per perpetuarne il Mito. Gli altri due li metto al secondo posto alla pari, ognuno con le sue caratteristiche, i loro pregi, i loro limiti. Sul terzo gradino, staccato, c'è Nolitta, che pur non azzeccando minimamente il personaggio era un ottimo narratore e di riffa o di raffa ha indovinato un paio almeno di quasi capolavori, cosa che i vari Ruju, Manfredi, Faraci e gli altri manco ci sono mai andati vicini in anni e anni ormai di onorata carriera Texiana.
    2 points
  2. Appare, mentre accompagna Mefisto travestito da sceriffo per far evadere sua sorella. Solo che in quel albo il suo nome non è menzionato.
    1 point
  3. Ho letto finalmente anche questo Texone e che dire, ho davvero apprezzato il tratto di Bernet. Non sono d'accordo con chi dice che il tratto sia fuori canone o non adatto, anzi, paradossalmente il volto spesso longilineo e asciutto di Tex mi ricorda molto, seppur con le dovute differenze stilistiche, il primo Galep, quello delle strisce e mi piace pensare che Bernet voglia aver omaggiato proprio Galep, caratterizzando il personaggio con stile ma ricordando la tradizione. D'altronde proprio a Galep, nell'intervista precedente la storia, Bernet dedica (col permesso di Nizzi) questo Texone. Fantastica Lola come anche la fisionomia dei cattivi e di Kogan e le scene dei paesaggi. Graficamente un albo da sfogliare e risfogliare e sicuramente azzeccato all'interno di una collana dove si lascia ampio spazio all'interpretazione grafica del mondo di Tex. Da sottolineare lo strafalcione di Frediani (mi pare si tratti di lui) che nella rubrica pre-.storia, parla (penso di Bernet ma non ricordo) e usa l'espressione "avere un cromosoma in più" per descrivere un valore aggiunto, una qualità straordinaria. Senza nulla togliere alle persone affette da trisomia (come la sindrome di Down), ma mi pare davvero una roba scritta male. Pazienza. Sulla sceneggiatura, nel complesso una prova di Nizzi interessante, direi non noiosa ma scorrevole e piacevole. Non mancano però le solite ingenuità/facilonerie, come Lola che origlia nel saloon, una scena che ho trovato imbarazzante per come gestita. I due cattivi si incontrano in un luogo pubblico (un saloon) per discutere dell'evasione di un criminale di guerra e nell'incontrarsi fanno finta di non conoscersi e di voler solo condividere un tavolo per ammazzare la noia con una bottiglia. Ma non si accorgono o se ne accorgono e se ne fregano, di Lola che si siede abbastanza vicina a loro e nonostante ciò parlano tranquillamente dei loro affari, seppur in un codice alquanto comprensibile. Bah. Di nuovo Nizzi si serve dell'origlione per mettere in mano a Tex il piano dei nemici. Ad un certo punto, vista la follia di questa scena, mi sarei aspettato nel più classico Nizzi la controorigliata, con i due cattivi che fanno seguire Lola e la rapiscono o la sentono riferire ai due ranger il contenuto della conversazione del saloon. Nizzi fa lo sforzo di far scivolare via questa unica origliata senza peggiorare la situazione e portando la storia alla fine tra una quantità notevole di azione, buoni dialoghi, e tutto sommato una storia con qualche colpo di scena seppur telefonato. Il finale tuttavia rappresenta una macchia sulla storia, infatti Nonostante tutto, una buona prova di Nizzi se la confronto con alcune sue storie che sto leggendo di recente sulla regolare. Disegni: 8.5 Soggetto: 8 Sceneggiatura 7- (voto pesato su altre prove di Nizzi che ho a memoria, su cui grava però quel finale e quella origliata davvero sceneggiata male)
    1 point
  4. Leggendo i commenti dei forumisti su questa storia, l'unica cosa su cui tutti concordano è che il primo albo è ottimo e la partenza fulminante. Poi... i giudizi si dividono come non mai. Il mio parere è che questa è una pessima storia, che fa acqua da tutte le parti. La peggiore di Mefisto insieme all'ultima scritta da GLB. Non è questione di fare le pulci o trovare qualche difetto qua e là, qui le cose che non funzionano sono preponderanti (a parte appunto il primo albo). Le elenco velocemente: - Mefisto è caratterizzato male, non sembra un genio diabolico in contatto con forze oscure e terribili, ma un povero pazzoide sempre sull’orlo di una crisi di nervi, che senza la sorella Lily, che sembra la sua badante, non combinerebbe niente (e già questo dovrebbe bastare, come critica). - Anche graficamente Mefisto è sempre sopra le righe, con gli occhi spiritati, le pupille minuscole, una caricatura. - La trama è banale e ripresa in gran parte da “Incubi”, col finto dottor Parker invece del finto dottor Fiesmot. - Mefisto a un certo punto si vanta di aver “architettato un piano geniale”: far precipitare nel vuoto delle diligenze per attirare Tex e farlo catturare da quattro vaccari. E’ un piano in effetti, ma definirlo geniale mi sembra eccessivo! - La location (il retro di un saloon) fa cadere le braccia. - Mefisto, il genio del male, signore delle tenebre, che origlia dietro la porta è piuttosto ridicolo. - Le cattura dei pards sono banalissime, quella di Tiger in particolare. - Il primo cowboy che impazzisce per le visioni di Mefisto con la faccia da rincitrullito non si può vedere. - Anche la scena del tentativo di far impazzire Tex, che molti ritengono splendida, per me è fatta malissimo: lo sceriffo e il vice nascosti nello stanzino di fianco che non intervengono non sono credibili, Mefisto che dice:” guarda qua, Tex, anzi no mi sono sbagliato, guarda là!” Tex che finge di essere rincretinito, ma non lo è. E Mefisto che ci crede subito. Sembra di leggere Topolino! - Lily che neanche cerca di non farsi vedere da Tex, che infatti dopo un po' si ricorda di lei e la riconosce. Com'era facilmente prevedibile! - Tex che nel finale irrompe nel saloon senza neanche mandare qualcuno a bloccare l’uscita posteriore. E Mefisto scappando lo dice anche: “Fortuna che non hanno circondato il saloon”. - I tempi narrativi sbagliati dell’irruzione nel saloon: si vede Tex a pochi metri da Lily e poi per inseguirla e sfondare una semplicissima porta ci mette un’infinità, consentendo a Mefisto di scappare. - Tex che poi non si mette sulle tracce del suo arcinemico e lo lascia andare. - Infine Mefisto vestito da lebbroso che, come se non bastasse, prende persino per i fondelli i pards. Ultima beffa! Lo dice persino Villa qui sul forum, parlando del finale: Forse Villa era un po' frustrato, dopo 6 anni di duro lavoro su questa storia... Ma al di là di tutte queste cose che non funzionano è proprio che si avverte benissimo che questo tipo di storia non era nelle corde di Nizzi. Niente atmosfera, dialoghi prolissi, poche idee, trama in calando, Tex e i pards poco svegli. Si regge solo grazie ai disegni di Villa. Invece, la storia mefistofelica di Boselli e dei Cestaro ha dei difetti nel terzo albo, ma Mefisto è pienamente centrato, l’atmosfera e la location del manicomio sono perfette, e hanno una loro originalità. La trama è ben costruita, così come i personaggi di contorno. Insomma cala nel finale (soprattutto per colpa di un pessimo Yama), ma nel complesso è una gran storia. Una gran storia non del tutto riuscita. Non una pessima storia con un buon inizio. Secondo me.
    1 point
  5. Beh... dubito che se non fosse stato l'editore, avrebbe avuto la minima chance di farsi pubblicare un polpettone simile. Povero Letteri piuttosto: dopo essersi sciroppato più di 600 tavole, ha subito pure la beffa di vedersene "tagliare" un bel mazzetto. Meno male che non apparivano gatti o posate da pesce in sceneggiatura, se no chi lo poteva sentire!
    0 points
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