Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Classifica

  1. ymalpas

    ymalpas

    Collaboratori


    • Punti

      4

    • Contatore Interventi Texiani

      8408


  2. Betta 53

    Betta 53

    Allevatrice


    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      356


  3. Condor senza meta

    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      1249


  4. Testa di Vitello

    Testa di Vitello

    Allevatore


    • Punti

      1

    • Contatore Interventi Texiani

      300


Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 18/06/2023 in tutte le sezioni

  1. I commenti su questa storia di solito si soffermano soprattutto su Glenn Corbett e dimenticano un po’ colui che invece - non a caso - dà il titolo al primo albo, ossia Jethro, uno dei personaggi migliori di Boselli e della serie tutta, secondo me. Lo si trascura un po’ perché di solito si preferiscono i “cattivi” senza un briciolo di pietà o i “grigi”, spesso più affascinanti nelle loro ambiguità e contraddizioni. Jethro invece è un buono, un giusto, un uomo di colore cosciente di sé e dei suoi diritti, insofferente alle ingiustizie, coraggioso e pronto a tutto per gli altri, per gli amici e le persone a lui care, o per chiunque subisca discriminazioni e prevaricazioni. Non un brav’uomo dall’animo semplice e un po’ ingenuo, vittima designata dei soprusi o martire che si sacrifica, come i neri di Nizzi (“Fuga da Anderville” e “La croce fiammeggiante”), né un giovane rancoroso e pieno di odio nella sua impotenza, come in GL Bonelli di “Linciaggio” - caratteri tutto sommato poco sviluppati - Jethro è invece un personaggio a tutto tondo, e di lui ci vengono presentati i vari aspetti della sua personalità: lo vediamo giovane innamorato e poi vedovo affettuoso, padre protettivo e responsabile (dopo vent’anni nella sua vecchiaia amareggiata), combattente orgoglioso che rivendica i suoi diritti ma consapevole della complessità del Sud, intelligente e capace di mantenere la calma nei momenti decisivi anche quando lo insultano, persino disposto al perdono, purché sincero (quando accetta la proposta di una pacificazione che metta fine all’odio, offerta da Landon, credendola in un primo momento autentica), ma pronto a reagire e a ribellarsi quando scopre l’inganno e l’ipocrisia dei vecchi nemici di sempre. Insomma, un coprotagonista vero e proprio, con un carattere ben delineato, con qualche somiglianza con lo stesso Tex: anche lui ormai vedovo (e legato indissolubilmente alla moglie morta), con un figlio giovane da crescere, uomo d’azione in cerca più di giustizia che di vendetta, non solo per sé ma per tutti gli sfruttati, anche andando contro la legge. Diversamente da Tex, Jethro con gli anni è ora stanco e sconsolato, talmente pessimista da preferire quasi la morte, ma soprattutto rispetto a Tex è un nero, particolare non secondario in una società in cui il problema razziale non è stato affatto risolto, anzi dove tutto sembra essere ritornato come una volta, nonostante la Guerra civile, vanificando le speranze di riscatto… (“Sono stato un pazzo a credere che gli altri avrebbero potuto pensare a me come uno di loro”). Jethro ha avuto una vita drammatica: i cavalieri del Klan hanno ucciso la sua prima moglie, è finito in una chain-gang di galeotti, ha combattuto contro orde di guerrieri comanche, ha lottato per vendicare la sua prima moglie e il fratello e riottenere la sua terra, infine disgustato dal razzismo incancellabile si è trasferito dal Mississippi all’Utah per rifarsi una vita (“un giardino che io e la mia povera Mary abbiamo fatto crescere nel deserto”), ma ancora una volta si è dovuto scontrare con la prepotenza e la sopraffazione, e la morte della seconda amatissima moglie. Una vita senza pace, costellata di lutti e amarezze. Forse per lui non c’è posto nel mondo, come sembra dire alla tomba di Mary. Eppure, nonostante tutto, resiste ancora alle prepotenze. La storia - non casualmente - è narrata in flash-back proprio da Jethro stesso (caso raro, visto che il narratore di solito è Tex, o al massimo uno dei pards), che quindi è anche il custode della memoria e della sua trasmissione al proprio figlio e al figlio dell’amico, Juanito. La sua vita, insomma, ora che è libero, deve essere raccontata da lui in prima persona, e se ormai il passato è diventato per Jethro solo un ricordo lontano, per i figli giovani non sembra così. Alla fine, lo salveranno proprio loro, tornando ad aiutarlo, e lo salverà l’antico patto d’amicizia con Tex (che lui ricorda ancora, così come Juanito, memore dei suoi racconti). Insomma nella sua vita Jethro è riuscito a seminare buoni rapporti umani, e alla fine sono quelli che, dando i loro frutti, lo sottraggono alla morte. Nonostante il lieto fine, è comunque una storia malinconica e crepuscolare. Non solo per l’addio di Glenn Corbett. Alla fine aleggia tra le pagine il senso generale di un mondo senza vera giustizia (a parte Tex e company). Due grandi albi (apprezzabili ancor di più dopo una rilettura), grazie anche ai disegni oscuri, evocativi e fenomenali di Mastantuono, qui al suo meglio (insieme a “Luna insanguinata”). Jethro potrebbe tornare? Probabilmente no, ma non c’è due senza tre. E contrariamente a Glenn Corbett, il suo ritorno, con una buona idea, non sarebbe impossibile.
    1 point
  2. Giusfredi ha un approccio romantico alla materia, che garantisce un punto di vista comunque personale e interessante. Tuttavia, a mio avviso, a differenza che nei cartonati, qua non riesce a trovare la quadratura del cerchio, forse anche a causa di un soggetto che avrebbe meritato uno svolgimento meno compresso. Tex è monolitico e ingrugnato, pare quello di Ruju. Kit è quello un po' ombroso, introverso e sensibile di Nolittiana memoria (riproposto poi a più riprese dallo stesso Boselli). Carson è un dritto, a Giusfredi piace raccontarlo in pose molto spaccone e momenti veramente badass, come in "Yellowbird". Tiger...mmboh...avrebbe dovuto essere lui-dalle premesse- protagonista, o quasi, della vicenda. E invece è quello che ne esce meno caratterizzato, e tutto sommato anche meno incisivo nello svolgersi degli eventi. La sua interazione con la bella Capelli di Sole, è un'altra bella premessa troncata sul nascere : dopo quella di Tex con la vedova del Bandito e quella di Carson con la sua ex fiamma Vancouveriana. Si continua a lanciare il sasso e nascondere la mano. Belli i tocchi di accuratezza etnografica e storica : il funerale Navajo, la carovana di coloni svedesi. Bella anche la rievocazione iniziale di "Furia Rossa", con la tavola a vignette "spigolose" che riprende abbastanza fedelmente i disegni originali di Ticci. Scene d'azione un po' troppo in campo aperto, coi nostri che sparano mentre nugoli di frecce e proiettili fischiano loro attorno : spesso in territori pericolosamente Faraciani. Finale che...boh, non mi è piaciuto. Il duello al coltello l'ho visto qui particolarmente tirato per i capelli, e il deus ex machina dei Pawnee pure di più (capisco che il virgulto del capo vuole affrontare Tex per riscattare l'onore, ma da qui a trascinare tutta la tribù in uno scontro con gli Osages per questo...). MOLTO pretestuosa, imho, anche tutta la storia del patto di sangue. Ma ci voleva ben una scusa per far raccontare a Tex. Font chiaramente è lontano dal suo periodo migliore, ma sforna una performance dignitosissima, che se pecca in fisionomie e particolari, tiene ancora botta sul piano delle atmosfere e della fluidità del "racconto per immagini". Inoltre il suo tratto qui mi ha ricordato un po' Ortiz. Complessivamente Voto : 5
    1 point
  3. A solo titolo di curiosità posto una pagina di sceneggiatura di GLB con le sue indicazioni e a destra la tavola realizzata da Galep. ( clicca per ingrandire l'immagine ) Da notare che per Mefisto GLB aveva previsto la fascia sulla fronte, che Galep tolse. Per Yama invece le consegne dovettero essere più strette.
    1 point
  4. Galep è letteralmente irraggiungibile sulle storie a tematica gotico-esoterica che riguarda le apparizioni di Mefisto e figlio. Seppur stimando svisceratamente sia Villa che Civitelli, entrambi, sebbene ottenendo risultati straordinari, non riescono a pareggiare gli esiti "magici" del compianto papà di Tex. Ennesima prova di quanto fosse grande il suo talento grafico e narrativo e quanto stoni che al giorno d'oggi venga valutato al ribasso dalle giovani leve di lettori.
    1 point
  5. Nel nuovo albo, a pagina 25, Landon entra nel saloon vestito con l'uniforme sudista e dà luogo a un siparietto in cui recita la parte dell'uomo deciso a seppellire il passato. Corbett descrive la sua apparizione come una "mascherata" e nell'ultima vignetta Tex definisce il gesto della sciabola lasciata cadere sul pavimento come "molto teatrale". Avevo dedicato alla teatralità del primo albo un messaggio (che potete leggere nelle pagine precedenti) senza avere la certezza di aver azzeccato la tesi. Cosa ho vinto ? Nella serie di Tex non sono mancate le figure di ufficiali sudisti tratteggiati malinconicamente dai vari autori. Leslie Walcott è un nemico di cui Tex riconosce il valore. John Butler gli salva la vita nel decimo texone anche sospettando in cuor suo che Tex parteggi per il nord. Nell'almanacco "Glorieta Pass", nonostante la giubba grigia, Beau Danville è un gentleman con cui Tex fraternizza. Stessa cosa avviene con il John Rickfield protagonista della storia "La sentinella". L'ambiguo Fremont, il sudista del texone wilsoniano "L'ultimo ribelle", è un personaggio che anche lui ispira simpatia e che non manca di coraggio e risolutezza. Landon Stevens è diverso da tutti costoro: per la prima volta un ufficiale sudista non suscita in noi nulla di positivo a livello di sensazioni. Uomo delle piantagioni, colto e raffinato come esigeva allora il dettame della vecchia nobiltà del sud, ma anche profondamente segnato dall'esperienza della guerra civile, non solo nell'animo ma anche nel volto. Dovrebbe essere il più intelligente, si rivela infine il più clownesco e vile, un vero bastardo insomma che si nasconde dietro una gonnella che per di più minaccia con la sciabola puntata alla gola. Anche se solo un fiancheggiatore del Klan, è lui che detta la linea a Beane di cui condivide l'odio nei confronti dei neri, nelle sue piantagioni ancora ridotti in schiavitù, un leader con la giubba grigia per la prima volta su Tex interamente votato al male. Il dottor Beane è indubbiamente un personaggio di primo piano nella storia. La caratterizzazione grafica che ne dà Mastantuono è perfetta: un vecchio, con la barba fluente alla "babbo natale" che trasmette con la sua (falsa) bonomia una certa empatia al lettore. In realtà, come Stevens, non è l'uomo che dà a vedere, ha invece un'animaccia nera che si materializza, istrionicamente, ogni volta che indossa la maschera, cioè il cappuccio del Klan. Insisto sulla teatralizzazione come una delle chiavi di lettura della storia. La sua morte è dantesca: dopo aver impiccato ai rami di un albero non si sa quanti neri, finisce appeso lui stesso per mano dei detestati braccianti di colore. Lo sceneggiatore preferisce mostrarcelo già morto in una delle pagine tra le più violente di Tex che ci sia mai capitato di leggere: certo Tex forse avrebbe impedito il linciaggio, ma quale spezia avrebbe rappresentato per la storia una sequenza in cui i deboli e vessati fanno giustizia di uno tra i maggiori responsabili delle loro angherie ? E' una storia in cui Tex non primeggia, ma una storia in cui lo sceneggiatore eccelle nel presentare un trio di solisti, per molti versi anch'esso inedito nella serie. Corbett sembra rubare la scena spesso e volentieri ma in realtà anche Jethro, caratterialmente più sommesso, gioca in fondo tutte le sue carte. E Tex per una volta agisce da semplice coadiuvante, in diverse occasioni sposando delle linee di condotta che sono lontane dal convincerlo. Ma è anche un Tex che non fa dei passi falsi, anzi. Mi spiego meglio: c'è una sequenza capitale in cui Landon stringe la mano a Corbett e stringe la mano a Jethro: Boselli lo tiene opportunamente lontano dalla mano di Tex. Sembra un dettaglio da niente e invece è il dettaglio che ci mostra come sia Corbett sia Jethro siano infinitamente lontani dall'avere la caratura di Tex. Su dettagli di questo tipo si fonda l'aureola di grandezza che, albo dopo albo, si è guadagnato il personaggio. Non è facile scriverle pagine come queste, plauso a Boselli che l'ha fatto. Per il momento è tutto.
    1 point
  6. "Jethro" o una storia istrionica Continuo con la mia analisi di un altro livello di lettura che non so quanto troverà d'accordo l'autore! Il gesto di Corbett rientra nel più ampio contesto dell'enfatica teatralizzazione di cui ha fatto uso abbondante Mauro Boselli. Leggendo l'albo non sfugge come le immagini di più forte impatto siano date dai cavalieri del Klan addobbati con le tuniche che appaiono come attori di un dramma che per l'intervento di Tex e dei pards per fortuna non si compie. Ma anche la sequenza in cui il dottore introduce atraverso la botola Tucker nella cantina che ti porta direttamente dietro le quinte di un teatro. Il dottore sa che un sogno di Tucker è quello di infilarsi in quei lembi di tela (è il significato del nome in americano è più o meno questo) ai suoi occhi gloriosi, per recitare "una parte" nell'atto che si compirà quella notte. Ma nell'albo esiste anche un'altra notte, quella della morte del fratello e della moglie di Jethro, sempre per mano dei cavalieri del Klan. Vediamo un susseguirsi molto teatrale di immagini. Soprattutto non deve sfuggirvi il fatto che entrambi gli attacchi del Klan avvengono sotto lo scrosciare intenso del temporale che cessa neanche tanto stranamente subito dopo. Teatrale anche questo. Come teatrale resta la disperata richiesta del ragazzo dell'emporio e teatrale è dopotutto l'epitaffio recitato da Corbett dopo aver fatto cantare la sua colt. Se riflettete bene, ritroverete anche nelle pagine iniziali dell'albo delle scene recitate, come quella di Jethro nell'atto di approssimarsi e poi parlare alla tomba della moglie Mary o quella di Jethro che mente al figlio recitando una parte che non trae però in inganno il proprio figlio, che finge di fare quello che dice il padre ma solo per mezza giornata. Insomma, ci vedo una storia teatrale laddove altre vengono riconosciute come cinematografiche.
    1 point
  7. Ethan Edwards non aveva una divisa blu? Ambientazione perfetta per paesaggio e clima che si respira, un Sud sconfitto e rancoroso che odia i negri più di prima e i negri che sopportano come sempre e vivono giorno per giorno sapendo che la loro vita è alla mercè di ogni capriccio. Non mi aspettavo che fosse Jethro a (ri)raccontare la storia al figlio, ma Tex a raccontarla ai pard. ( ed è stata una sorpresa piacevole). Evidentemente alla fine del prossimo albo vedremo l' intervento di Tex, per me chiamato da Jaunito tramite gli apache. ( anche lui da bambino avrà sentito raccontare dell' amicizia di Jethro con Aquila della Notte ed è via da alcuni giorni perché tramite la tribù materna cerca di avvisare Tex). Probabile che ad accompagnare Tex sia il figlio che ha già conosciuto Jethro al funerale di Corbett. Siamo in Utah, quindi dopo la vendetta Jethro si è trasferito con la nuova famiglia, forse perché Tom e Samuel sono morti come la prima moglie e il fratello durante un attacco dei Klanmens. Avevo visto giusto nell' immaginare Corbett come terzo uomo. E' un abile combattente e combattere insieme a Tex è per lui come ricostruire la coppia con Doyle. L' uccisione del commesso mi ha colpito, ma ci sta tutta, appartiene al personaggio e alla situazione. Che personaggio il dottore! Invece non ho ancora inquadrato bene Stevens figlio, non so se un ex-ufficiale si nasconderebbe sotto un cappuccio. Morte di Lilyth: anche io come Leo ho immaginato che fosse trascorso un certo asso di tempo tra la battaglia finale di fort Quitman e la concessione della grazia, diciamo circa 6 mesi nei quali Tex torna a casa dove Kit ha la tosse e lo porta a Taos, si sviluppa l' epidemia di vaiolo e la caccia di Brennan e Teller, l' abbandono della caccia e tornato al villaggio riparte per comunicare la grazia a Jethro e Corbett. Il vagabondare con Tiger lo vedo successivo a questa avventura e anche dopo la spedizione in Canada dove conosce Gross Jean e Jim. L' accenno al non essere pronto a restare al villaggio senza Lilyth è stato molto delicato e molto gradito. Mastantuono è semplicemente grandissimo! Certo facciamo fatica a riconoscere Corbett dopo averlo conosciuto con i tratti di Marcello, ma ognuno ha il suo tratto e la sua personalità. Tutti gli altri personaggi, a parte Tex, sono creati dal disegnatore (baffi, cicatrici, basettoni, calvizie.....) per cui l' autore dà il massimo della sua arte. Il corpo di Tex è veramente Tex, il volto, storia dopo storia, ormai è caratterizzato e in questa, risalendo a quasi 20 anni prima, lo si vede meno segnato rispetto ad altre storie. Ormai anche sul volto Mastantuono ha dato continuità. Le scene con gli incappucciati sono da cult e poi, come sempre anche le case, gli interni, gli ambienti sono ben curati. Per ora la storia è degna de "La grande invasione".
    1 point
  8. Jethro o una storia di padri e figli. A una lettura non superficiale, di secondo livello se mi passate questa fantasia che avrebbe la pretesa di individuare una scrittura stratificata quando probabilmente non lo è per niente, il primo albo di quesdta storia si presenta anche come una storia di padri e di figli, con i destini intrecciati drammaticamente. Nell'ordine di citazione abbiamo: 1 ) Jethro e il figlio Alex; 2 ) Manuel e il figlio Juanito; 3 ) Tex e il figlio Kit; 4 ) Tucker e il figlio Bill; 5 ) Tom Caldwell e il figlio Samuel; 6 ) Il defunto Stevens senior e il figlio sfigurato Stevens junior. Non sono pochi, in un solo albo. Ogni coppia ha qualcosa da raccontare in questa storia e soprattutto la loro presenza secondo me, conoscendo l'autore, riserverà le sue sorprese nel secondo albo. Vediamo qualche chiave di lettura, ce ne sono di diverse. Pippe mentali anche queste ? Dai, spero di no. La prima è sull'amicizia. Nel segno dell'amicizia. L'amicizia è un'altro dei temi portanti dell'albo. Se qualcuno di noi si troverà in difficoltà, gli altri ci saranno. Tex, Glenn e Jethro, un bel trio di eroi la cui amicizia è stata cementificata dall'esperienza vissuta ai tempi della Grande invasione. Ma si preannuncia un'altra bella storia di amicizia anche tra Kit Willer e Alex, figlio di Jethro. Hanno più o meno la stessa età, il secondo è cresciuto ascoltando i racconti del padre sulle gesta di Tex, l'altro le ha vissute tutte proprio al fianco del padre in un numero imprecisato di occasioni. I due si incontreranno probabilmente nel secondo albo, ai margini di un ranch dell'Utah, sotto assedio ancora una volta come accadde a Fort Quitman. L'amicizia dei padri e l'amcicia destinata a cementificarsi anche tra i rispettivi figli e uno dei più bei messaggi che la storia può comunicare ai lettori, non solo per la dimostrazione che i rapporti tra bianchi e neri possono essere diversi. Peraltro lòe ultime parole possono essere tutte pippe mentali: Kit Willer non è presente nel secondo albo,oppure è presente e Alex muore perché gli amici di Kit Willer di solito sono destinati a marcire sotto terra. Nel segno dell'amicizia anche il rapporto tra i giovanissimi Bill e Samuel. Giocano insieme, quando si è bambini non ci sono barriere, i pregiudizi vengono solo con l'età. O forse anche no. Alla fine dell'albo Boselli precipita infatti la situazione: Tucker padre è progioniero dopo aver tentato di uccidere proprio i Caldwell! Come reagirà il figlio Bill davanti alla scelta che ora drammaticamente si impone per lui tra il legame familiare e il vincolo dell'amicizia? Con quali occhi guarderà invece Samuel l'amico Bill, il cui padre voleva impiccarlo a un ramo ? C'è una via d'uscita per i due ragazzi e Boselli la suggerirà ? I rapporti padre / figlio sono evidentemente sotto la lente d'ingrandimento dello sceneggiatore: non solo quello tra Tucker e Bill. Troppo evidente anche il rapporto affettivo tra Jethro e Alex che non nasconde nessun segreto ai nostri occhi. Di Tex e Kit si è parlato sopra, c'è Freccia Rossa accanto a lui e Tex non sembra preoccuparsene minimamente: ma Boselli potrebbe non lasciarsi sfuggire l'occasione di raccontare qualche pagina nel secondo albo. Resta quello di Tom e Samuel: il padre è votato alla passività di fronte all'oppressione di Stevens che ha dettato loro condizioni pesanti in cambio della terra da lavorare. il padre le accetta senza battere ciglio con un pessimismo misto alla cupa rassegnazione, il figlio si chiede con rabbia con che diritto non ci siano posizioni egualitarie nell'assegnazione delle concessioni agricole. Samuel è un negro che già non guarda più al colore della sua pelle. Ma attenzione, vent'anni dopo, nella cupa rasssegnazione di Jethro che si prepara a morire quanto c'è in lui del pessimismo del suocero Caldwell ? Che ne è del battagliero Jethro vent'anni dopo e quanto le due figure si confondono ? Drammatico è il rapporto invece tra i due Stevens. Quando Jethro sbudella il padre il giovane Stevens è in un ospedale militare dopo un colpo di sciabola che l'ha quasi ucciso e l'ha lasciato senza memoria. Ritorna a casa dopo svariati anni e non cerca la vendetta, anzi concede un fazzoletto di terra ai Caldwell, si chiede perché Jethro sia tornato e cosa voglia! Se anni prima fosse stato presente, Jethro non sarebbe uscito vivo dallo stato, ora invece si interroga desolato con il giornale in mano sul cambiamento di un mondo che per lui non è più quello che ha conosciuto. D'altronde le aspettative di rivalsa sono tutte concentrate sulla figura del dottore, il vero veterano del Klan. Ora sarebbe logico aspettarsi dal figlio Stevens lo stesso tipo di vendetta che Jethro si propone contro chi gli aveva sterminato la famiglia (ovvero lo stesso dottore). Sarà così ? Sarebbe una soluzione troppo semplice per un Boselli che, pippe mentali a parte, potrebbe avere un piano preciso per questo rampollo del vecchio sud. Resta infine il tesissimo rapporto tra il vecchio Manuel e il figlio mezzo apache Juanito. Qui c'è da aspettarsi quello che sappiamo: miele, miele e miele. E miele sia. Mi fermo qui, per il momento, e mi bevo una Ichnusa.
    1 point
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.