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TWF - Tex Willer Forum

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Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 16/07/2023 in tutte le sezioni

  1. Quoto Pedro per l'ottima sintesi che fa di questa storia, che coincide esattamente con le mie vedute (anche per quanto riguarda i personaggi minori, quali ad esempio Baranco e Mycroff). Non lo quoto invece quando dice che la storia è un capolavoro: anche per me è una grande storia, intendiamoci: mi colpisce anche il fatto che per larga parte della stessa Tex e Carson siano coinvolti in svariate avvincenti scene d'azione senza che si sappia chi sia il nemico che vuole farli fuori e per quale ragione vuole farli fuori. Il lettore così si appassiona leggendo le scene d'azione, ed è nello stesso tempo sempre più incuriosito dal mandante e dal movente misterioso che si celano dietro tutti quegli agguati e quelle difficolt?. Ma, comunque, io non parlerei di Capolavoro: la storia mi sembra un p? "fredda", nel senso che, se l'azione non manca, mancano però quel pathos, quegli elementi epici, o drammatici, che fanno di una grande storia un capolavoro. E' una storia Texcentrica, che non lascia spazi, ad esempio, ad altri personaggi che coinvolgano emotivamente, o che portino altra umanit? di spessore nella storia. C'è soprattutto tanta azione, tante scene in cui i nostri pards si dimostrano in gambissima, e tanti momenti avvincenti che il nostro ranger affronta a meraviglia. E' una storia divertente e avvincente, ma che, IMHO, non suscita emozioni generate dalla compartecipazione del lettore alle vicende dei protagonisti. Qui il lettore non ha alcuna solidarietà nei confronti dei personaggi della vicenda, non si crea alcuna "empatia" (? la stessa trama che lo impedisce), si è solo spettatori di una serie di imprese mirabolanti e avvincenti, che si susseguono con un gran ritmo, e che divertono senza emozionare davvero. In sintesi, a mio modestissimo parere, grande storia sè, capolavoro no. Concordo su tutto Leo. Bella storia, simpatica, brillante, dinamica e con più personaggi però per me manca di "cuore" ed "epicità". Questi due ingredienti per me sono fondamentali nell'ultimo step che porta ad un capolavoro. Riletta dopo due anni e mezzo...Stesse impressioni.
    1 point
  2. Un utente di Facebook mi ha fatto notare tramite messaggio privato che ci sarebbe un'evidente contraddizione tra questo Texone e "Tra due bandiere" (specificando che comunque è roba di poco conto). Nel Texone Carson incontra Tex e Damned Dick durante la guerra civile poco tempo dopo la battaglia di Shiloh. Ergo, quando Tex incontra di nuovo Dick all'inizio di "Tra due bandiere" Carson dovrebbe riconoscerlo. Invece, subito dopo la scena della rissa, Tex presenta Dick ai pards (presentazione che avviene fuori campo), poi nella vignetta successiva Carson commenta "Così voi due eravate insieme durante la guerra", lasciando sottintendere che per lui fosse una novità! Invece nel Texone interagisce con lo stesso Dick più volte. Sono andato a controllare al volo sull'app e in effetti è così Sia chiaro che è davvero una robetta di poco conto (Carson ormai ha una certa età e la sua memoria inizia a fare cilecca) che non inficia in nulla il valore enorme di questo Texone che non vedo l'ora di rileggere (prestato oggi a mio nonno per la consueta lettura, fino a sabato non lo rivedo).
    1 point
  3. Altra storia che non rileggevo da tempo, ma di cui conservavo un ricordo più che positivo. In effetti, come anche opportunamente sottolineato dal pard @Condor senza meta nel precedente post, possiamo ben affermare che in questa storia c'è tutta la texianità formato Nizzi (il Nizzi nel suo apice creativo, beninteso): trama abbastanza arzigogolata, colpi di scena, azione, imprevisti, scazzottate ed anche una discreta dose di ironia data dagli immancabili siparietti comici tra Tex e Carson. Fondamentale per l'ottima riuscita risultano, chiaramente, il tratto pulito e preciso e la certosina cura che, dal canto suo, Civitelli conferisce come sua abitudine ai disegni, in grado di valorizzare ulteriormente una sceneggiatura di respiro piuttosto ampio, che inizia in Texas, a Corpus Christi, per poi entrare nel vivo a sud del Rio Grande, tra Matamoros e Monterrey, teatro dell'epilogo. Chiamati in Messico dall'amico Montales, Tex e Carson (inizialmente affiancati anche da Kit e Tiger Jack) sono chiamati ad indagare su una congiura di prossima attuazione, dai cui propugnatori a tratti si ritrovano a doversi soprattutto difendere in maniera più o meno ortodossa, talora ricorrendo alle fedeli Colt, altre volte sfoderando cazzotti, altre ancora travestendosi da frati (memorabili, a tal riguardo, il siparietto in cui i due pards, nel convento, coinvolgono anche il frate, così come la sequenza del treno tra equivoci, imprecazioni, colpi di pistola e salto nel fiume dal ponte della ferrovia), riuscendo però ad uscirne vincitori come al solito grazie alla consueta audacia e risolutezza, oltre che al classico pizzico di buona sorte che, senza guastare mai, aiuta spesso e volentieri gli ardimentosi: in realtà, uscito anzitempo di scena Carson a causa di una brutta ferita alla spalla, è di fatto il solo Tex a sventare all'ultimo - tramite il fondamentale aiuto del capitano Marquez e del tenente Cordoba - un attentato ordito ai danni dei ministri degli Esteri statunitense e messicano, che aveva tra i principali ideatori il capo della polizia militare Velasco, avversario politico di Montales. Con la tipica fortuna degli audaci, Tex ha la faccia tosta di presentarsi sul luogo del compiendo misfatto ancora una volta travestito, stavolta da poliziotto (geniale, quando tutta la polizia di Monterrey cercava lui) e, casualmente, riconosce dietro le sembianze di un impacciato cameriere l'esecutore materiale dell'attentato, dando l'allarme e salvando la vita dei ministri, oltre che inducendo i congiurati ad eliminarsi a vicenda, chi nel tentativo di salvare la faccia e chi per vendetta. Se proprio devo muovere qualche appunto critico, ritengo di dover puntare il dito sulla gestione dei pards, storica croce e delizia di Nizzi: Kit e Tiger sono della compagnia a Corpus Christi, salvo poi essere "congedati" sul più bello con la scusa di dover provvedere al trasporto di vettovaglie da Galveston alla riserva navajo, mentre dal canto suo Carson, forse più spalla che coprotagonista al fianco di Tex, viene ferito dai congiurati ed esce di scena appena prima del gran finale. A voler essere maliziosi, sembra quasi che Nizzi con tali scelte di sceneggiatura abbia in un certo senso voluto rimarcare la propria personale concezione della texianità: Tex protagonista assoluto e leader incontrastato del quartetto, o meglio del duo, visto che alla fine con lui resta il solo Carson, mentre Kit e Tiger vengono destinati a seccature burocratiche, quando piuttosto avrebbe potuto evitare a monte di coinvolgerli nella storia (ne ho tratto l'impressione, appunto, che intendesse deliberatamente fare intendere che li ritiene superflui e non indispensabili alle dinamiche della serie, per come lui la concepisce). Quale che sia la verità, e stante la mia opinione sulla gestione dei quattro pards, trattasi comunque di una decisione legittima, che in ogni caso non compromette l'ottima riuscita della storia. P.S. Aggiungo solo una postilla a margine: quello sì, che era il vero Nizzi!!!
    1 point
  4. Ciao Anthony, ti ringrazio per l'interessamento che d'altronde è reciproco (come avrai avuto modo di constatare dai vari miei "quote"). Di conseguenza so come la pensi sull'affollamento di personaggi nelle storie di Tex e su questo abbiamo in effetti gusti differenti. Differenti, ma non troppo, alla fine, perchè anch'io farei a meno di personaggi quali Juan Raza e Kid Rodelo: in effetti hai citato quelli meno riusciti della produzione boselliana. Ma se ogni storia dovesse regalarci un Clemmons, uno Shane 'O Donnell, un John Walcott, un Glenn Corbett, o tutti quei meravigliosi comprimari che qui non cito presenti in "Oklahoma", beh, allora io ne sarei felice, perchè per me i capolavori sono le storie (e qui mi autoquoto e anzi scusami se sono ripetitivo fino alla noia) in cui i comprimari sono persone con una loro autonomia e non comparse che scompaiono nell'eccessiva luce di Tex. Oggi sto rileggendo I Lupi Rossi, ad esempio, che ho letto tanto tempo fa e che non ricordo bene, e che mi sta affascinando per i personaggi che vi si affrontano, con un Tex mero spettatore. Anch'io sono cresciuto con il Tex di Nizzi, che non disconoscer? mai, ma Boselli per me è stato una folgorazione, perchè ha introdotto in Tex elementi Kenparkeriani (anche Ken spesso era solo uno spettatore di eventi più grandi di lui, che trascendevano le possibilità di intervento di una singola persona e che per questo erano GRANDI e appassionanti) che mi hanno fatto amare il ranger più di quanto, prima, non lo avessi mai amato. Peraltro, tornando alla storia, hai detto che mi quoti su tutto salvo che sulla frase sopra citata: ma quoti anche la parte della "freddezza"? Io credo che la freddezza stia, come detto, nel fatto che non si crea "empatia" con i personaggi, soprattutto perchè personaggi di rilievo non ce sono, a parte Tex. E' l'assenza di personaggi carismatici che mi rende questa storia fredda. Spero di non essere ripreso per questo lungo Off Topic; era solo per ribadire il mio punto di vista a te, Anthony, che ami un Tex differente dal mio; nonostante tutto, entrambi amiamo il ranger e ci ritroviamo nel ranger, ed è questa la grandezza di un fumetto, o di un'opera del pensiero umano: mettere d'accordo sia pure nelle divergenze di vedute. Ecco perchè trovo straordinario questo forum: ci si può confrontare, si possono notare particolari che magari durante la lettura della storia non si erano notati, ci si può convincere ulteriormente di una sensazione iniziale o essere smentiti totalmente, ci si può stupire per un'analisi sottile che non avremmo mai fatto e che ci ha aperto gli occhi (mi è successo anche questo...). O, infine, c'è il piacere di vedere che qualcuno legge con interesse il tuo intervento, pur essendo in disaccordo con te su punti significativi. Sono contento di avervi trovato ragazzi: un p? troppo tardi, forse, ma vi ho trovati.
    1 point
  5. Quoto Pedro per l'ottima sintesi che fa di questa storia, che coincide esattamente con le mie vedute (anche per quanto riguarda i personaggi minori, quali ad esempio Baranco e Mycroff). Non lo quoto invece quando dice che la storia è un capolavoro: anche per me è una grande storia, intendiamoci: mi colpisce anche il fatto che per larga parte della stessa Tex e Carson siano coinvolti in svariate avvincenti scene d'azione senza che si sappia chi sia il nemico che vuole farli fuori e per quale ragione vuole farli fuori. Il lettore così si appassiona leggendo le scene d'azione, ed è nello stesso tempo sempre più incuriosito dal mandante e dal movente misterioso che si celano dietro tutti quegli agguati e quelle difficolt?. Ma, comunque, io non parlerei di Capolavoro: la storia mi sembra un p? "fredda", nel senso che, se l'azione non manca, mancano però quel pathos, quegli elementi epici, o drammatici, che fanno di una grande storia un capolavoro. E' una storia Texcentrica, che non lascia spazi, ad esempio, ad altri personaggi che coinvolgano emotivamente, o che portino altra umanit? di spessore nella storia. C'è soprattutto tanta azione, tante scene in cui i nostri pards si dimostrano in gambissima, e tanti momenti avvincenti che il nostro ranger affronta a meraviglia. E' una storia divertente e avvincente, ma che, IMHO, non suscita emozioni generate dalla compartecipazione del lettore alle vicende dei protagonisti. Qui il lettore non ha alcuna solidarietà nei confronti dei personaggi della vicenda, non si crea alcuna "empatia" (? la stessa trama che lo impedisce), si è solo spettatori di una serie di imprese mirabolanti e avvincenti, che si susseguono con un gran ritmo, e che divertono senza emozionare davvero. In sintesi, a mio modestissimo parere, grande storia sè, capolavoro no.
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