Wolfman è vivo! Ed è fin troppo poco il punto esclamativo del titolo, per esprimere la sorpresa per tale circostanza. E' proprio un vecchio difetto di Ruju, quello di far risorgere i suoi personaggi. Lo ha fatto con l'indiano che non muore con l'impiccagione, lo ha fatto con Guillermo Blanco nella superba storia che vedeva protagonista questo personaggio, e ora lo ha fatto con Wolfman, altro suo personaggio eccellente, grande antagonista di una bellissima storia invernale. Come abbia potuto, con una ferita di pugnale al ventre che immagino non lieve, e dopo la caduta rovinosa del finale della prima storia, salvarsi e sopravvivere, è un mistero dietro il quale l'autore abusa della sospensione di incredulità del suo lettore.
Comincia quindi una storia che sembra la falsariga della prima, con Wolfman che ricatta un'intera cittadina spinto da un desiderio di vendetta, che mette gli uni contro gli altri chiedendo la pelle di Tex e Carson (la volta scorsa era quella di Tara e del fratello Percy), e con un giallo che, qui come lì, aggiunge pepe alla trama principale. Trama che, di per sé, è ridotta all'osso, con un paio di occasioni in cui i nostri si trovano faccia a faccia col bruto senza riuscire, incredibilmente per gli standard del ranger, a chiudere la partita. Abbastanza inquietante, il doppio fallimento.
Se la partita con Wolfman si gioca quindi in più tempi, cosa che come si sarà capito mi lascia più di qualche perplessità, il giallo che vede coinvolta la famiglia dell'Est è a mio parere ben congegnato. Non sono un lettore di gialli e non ne conosco bene le convenzioni e le caratteristiche, né credo di saper intercettare gli indizi che l'autore dissemina qui e là, quindi immagino di essere in questo senso un lettore di bocca buona. Non ho volutamente letto i post degli altri pard che mi hanno preceduto nel commentare la storia; magari hanno già palesato le eventuali debolezze della parte gialla della vicenda: tuttavia, a me probabile lettore sempliciotto, l'elemento poliziesco è piaciuto, l'ho trovato ben innestato in una trama che, pur riprendendo quella della prima apparizione del personaggio, non ne è una semplice scopiazzatura (bella anche la sottotrama di Wade con Jody, ad esempio).
Promuovo quindi questa bella storia, così come anche i disegni, efficaci, di Del Vecchio. Il suo Wolfman, incredibilmente, quanto a terribilità, non fa rimpiangere quello, poderoso e spaventevole, del maestro Font.