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Me and Tex
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Kit Carson
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El Morisco
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Integralismo E Avanguardismo Dei Lettori Di Tex
Kamoose replied to Anthony Steffen's topic in La Serie e i Personaggi
Più che noiose sono surreali...ma continua così che vai forte -
I fratelli Granger assaltano la banca di Little Rock e dopo averla ripulita si dileguano lasciandosi dietro distruzione e cadaveri, i due banditi si accompagnano con un meticcio cinese e si coprono la fuga lanciando candelotti di dinamite ai malcapitati oppositori, Tex e Carson gli danno la caccia ma sarà il destino sotto forma di un gruppo di indiani Comanche a scrivere la parola fine. Storia breve e decisamente deludente, raffazzonata per costruzione e svolgimento, piena di incongruenze logiche e con i pards in posizione defilata per gran parte del racconto, la prima parte con l’attacco alla banca non è neanche male, buon ritmo e una bella sequenza d’azione, peccato che le buone premesse non siano poi mantenute. Tex e Carson per tutta la storia non fanno altro che seguire la pista della banda di bombaroli non mancando di evidenziare più di una volta come i fuggitivi non si aspettano di avere qualcuno alle costole, cosa che appare incredibilmente stonata considerando che la comitiva dei fratelli Granger (nel frattempo si aggiunge un quarto elemento) lascia dietro di se tracce talmente evidenti che le vedrebbe persino un cieco. Attacchi gratuiti e senza senso uno dietro l’altro, fanno saltare la casa di una povera donna colpevole solo di avergli offerto il pranzo, al porto di Vicksburg bombardano un battello per una stupida ripicca e più avanti se la prendono con un vecchio traghettatore, insomma invece di tenere un basso profilo e di pianificare nuovi colpi (in teoria dovrebbero essere dei rapinatori di banche) si mettono in bella vista compiendo azioni criminali difficili da comprendere, sopratutto per dei banditi in fuga. Alla fine si aggregano ad una comitiva di coloni e in attesa di trovare il momento per rapinarli vengono attaccati da un nutrito gruppo di Comanche, quando Tex e Carson gli arrivano finalmente addosso fanno giusto in tempo a freddare il cinese (l’unico ancora in piedi dopo l’attacco indiano, che invece di fuggire si lancia contro i due rangers) e a salvare i coloni freddando il capo degli indiani. Il GL Bonelli del tempo aveva chiaramente il fiato corto e molte storie uscite in quel periodo danno l’impressione di essere soggetti scartati e rimaneggiati per l’occorrenza, buoni invece i disegni di Fusco. Storia: 5 Disegni: 7
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Integralismo E Avanguardismo Dei Lettori Di Tex
Kamoose replied to Anthony Steffen's topic in La Serie e i Personaggi
Devo dire che in questo forum non ci si annoia mai -
[273/274] Un Diabolico Intrigo
Kamoose replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 201 al 300
Nel complesso più che dignitoso esordio di Claudio Nizzi, storia dall’impronta tipicamente gialla che soffre un po’ nei dialoghi spesso troppo prolissi ma che si riprende grazie ad un ottimo incipit e ad un finale serrato e avvincente. A parte l’ottima sequenza della valanga d’acqua (drammatica la scena della morte della coppia di anziani) e una breve sparatoria nel mezzo del racconto tutta la componente action viene spesso sostituita da una narrazione molto densa e verbosa, in questo senso va segnalato il lunghissimo confronto/scontro tra il losco Francisco e Tex lungo ben dieci tavole, degno di una piece teatrale. Questo aspetto non per forza di cose va inquadrato in senso negativo ma è chiaro che Nizzi non aveva ancora piena padronanza dei tempi narrativi e tendeva in alcune circostanze ad esagerare, di contro risulta da subito molto efficace l'accoppiata Tex/Carson, in questo caso i dialoghi tra i due rangers mi sono sembrati di ben altra pasta, frizzanti e divertenti. L’attenzione del lettore è mantenuta vigile dalla curiosità di scoprire cosa è realmente accaduto al Colonnello Remington, un vecchio amico dei nostri pards che lasciata la carriera militare si è sposato con la giovane e bellissima Dolores, sul suo conto girano infatti delle brutte voci e i nostri vogliono vederci chiaro. Peccato che Remington dopo un brutto incidente di cavallo si sia ritirato nella sua magione e nessuno a parte la moglie e il dottore del paese riesca a vederlo, ed è proprio grazie a questo mistero e portando avanti una crescente suspense che Nizzi mantiene vivo il suo racconto “poliziesco”, arrivando ad un serrato e convincente finale (tinto da una leggera atmosfera gotica) e alla risoluzione del diabolico intrigo. Ultima storia completa per Erio Nicolò, il suo tratto non mostra segni di cedimento ma anzi nella sequenza del temporale e dell’inondazione si fa valere al meglio, molto buona anche l’atmosfera che riesce a creare nel finale dove la tensione si alimenta anche dei suoi efficaci chiaro/scuri. Storia: 7 Disegni: 7,5 -
[Romanzi a fumetti 17] La fonte della giovinezza
Kamoose replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Lo spunto scelto da Giusfredi rientra tra i classici della narrativa d’avventura, da intendersi chiaramente nel senso più totale e onnicomprensivo del termine, che sia la ricerca di una città misteriosa e di origine sconosciuta, la scoperta di un’immensa ricchezza celata dallo scorrere inesorabile del tempo o la miracolosa e leggendaria fonte dell’eterna giovinezza (“Una potente medicina perduta” dice Tiger Jack) non fa alcuna differenza, è il Graal da sempre ambito dal genere umano ma anche la ghiotta occasione per il narratore di raccontare della fallibilità dell’uomo, vinto dal destino beffardo o dal potere invincibile dell’illusione. In questa storia Aquila della notte arriva in soccorso dell’indiano Nakai che teme per la scomparsa di sua figlia adottiva Sitsi, inizialmente non è chiaro se la ragazza sia stata rapita o se al contrario abbia scelto di seguire volontariamente un gruppo di uomini alla ricerca della famigerata fonte della giovinezza, resta il fatto che tutti se la dovranno vedere con la figura mascherata di Nataska, uno spietato indiano che difende il prezioso segreto della tribù Hopi. Come tutti sanno Giusfredi recupera personaggi e situazioni dall’universo Zagoriano mettendo in atto una seconda “collisione” di mondi dopo quella di Bandera! (c’è ne saranno altre?), volendo si può discutere all’infinito sull’opportunità di una scelta di questo tipo e sul valore aggiunto che tale soluzione imprime alla storia, tuttavia alla fine l’unica domanda da farsi è se questa sia una storia pienamente riuscita oppure no. A mio avviso la storia non è pienamente riuscita e uno dei problemi maggiori risiede proprio nella volontà dell’autore di collegarsi alla vecchia vicenda dello Spirito con la scure, per farlo nella prima parte assistiamo ad un lungo e macchinoso spiegone che racconta di personaggi ed eventi passati, avvenimenti e nomi che al lettore di Zagor saranno sembrati superflui mentre a quello di Tex solo confusionari. La storia nel complesso risulta anche godibile, niente di eccelso e certamente molto al di sotto degli standard della serie cartonata (almeno dei volumi che ho letto finora), tuttavia più andavo avanti con la lettura e più mi chiedevo se era davvero necessario ripescare questi personaggi Zagoriani per inserirli a fatica in un racconto dal respiro fortemente limitato dalle sole 48 pagine. Tutto questo impegno per far vivere un’avventura a Tex dove utilizza la mitica scure in una manciata di vignette? O per mostrare Zagor e Cico in una tavola dove si racconta di una vecchia storia? Devo essere onesto, ho trovato questo collegamento una forzatura gratuita, a mio avviso si poteva scrivere la stessa storia senza tirare in ballo Zagor e la sua scure, Giusfredi avrebbe avuto più spazio per raccontare e per meglio definire i diversi personaggi (nessuno di loro lascia il segno) e il tutto sarebbe forse risultato più equilibrato e funzionale, a cominciare da un finale talmente affrettato che nell’ultima pagina l’azione è ancora in corso nonostante l’arrivo dell’implacabile parola FINE. E veniamo ai disegni di Civitelli, quando ho letto il suo nome ho pensato che non poteva esserci scelta migliore considerando il suo tratto particolarmente pulito e definito, concettualmente parlando e prendendo come base la linea chiara d’ispirazione franco/belga Civitelli era semplicemente perfetto per questo tipo di pubblicazione. Confermo il mio apprezzamento dopo aver letto la storia, ho trovato il suo lavoro molto buono sopratutto per quanto riguarda lo studio e la composizione o de-composizione della tavola, il maestro aretino osa parecchio da questo punto di vista e si diverte nella sperimentazione, oltre alle due splendide splash-page (quella dell’allucinazione collettiva e quella del viaggio di Tex e Nakai) abbiamo diverse tavole singole molto originali, quella muta e a “scacchiera” dove Nakai trova la piccola Sitsi, quella che racconta la vecchia storia di Zagor, quella dell’incubo di Tex e quella con protagonisti i conquistadores, entrambe prive dei rigidi confini delle vignette. Sinceramente certe critiche mi sorprendono, una certa staticità del disegno è da sempre presente nell’arte di Civitelli che non ha mai fatto della ruvidezza del tratto e della dinamicità il suo punto di forza, magari la colorazione non eccelsa dell’esordiente Laura Piazza (secondo me non ai livelli di Vattani) può aver evidenziato ancora di più queste caratteristiche ma di certo non le ha generate di sana pianta. Poi per carità è legittimo preferirlo in B/N ma per me il suo lavoro su questo cartonato è di buonissimo livello. Storia: 6,5 Disegni: 7,5 -
La didascalia iniziale recita: “All’estremo sud dell’Arizona, ai confini con il Messico”. E poi Tex spara ad un cavallo sofferente...BANG!! E’ sufficiente la prima vignetta per trasportarci nel pieno dell’azione, nessun preambolo, nessuna spiegazione sul perché i quattro pards si trovino in pieno deserto con due cavalli morti e con la prospettiva non piacevole di rimanere senz’acqua. Tiger Jack si prende i due cavalli rimasti con il chiaro obiettivo di raggiungere un centro abitato sui monti Santa Cruz, la presenza di qualche insediamento di minatori potrebbe significare la salvezza ma invece la sfortuna lo porta sulle soglie dell’inferno, Helltown di nome e di fatto è un covo di banditi che non gli concede nemmeno il tempo di una rinfrescata, il navajo viene subito aggredito e violentemente malmenato finendo la sua corsa (più morto che vivo) in un torrente, in attesa dell’arrivo degli avvoltoi. Nel frattempo i tre pard vengono salvati da un “simpatico” commerciate che traffica sia con i banditi di Helltown che con i fin troppo docili minatori della vicina Claypool, informati della situazione si precipitano alla ricerca del loro compagno trovandolo gravemente ferito ma ancora vivo, a questo punto non resta che vendicare Tiger e liberare i minatori taglieggiati dal losco Don Lopez. Chiaramente di questa storia mi è sempre rimasta impressa la scena iniziale, rileggendola dopo tanti anni non posso fare a meno di notarci delle chiare influenze da spaghetti-western, del resto a cavallo tra la fine dei ‘60 e l’inizio dei ‘70 siamo nel pieno del western all’italiana e la violenza mostrata risulta molto più esplicita e realistica del solito. Nella sequenza del pestaggio GLB non ci va leggero, gli uomini di Don Lopez picchiano ferocemente il navajo, lo legano con delle corde e lo trascinano per la città frustandolo ad ogni passaggio, a salvare Tiger è il fortuito intervento della prostituta Rita che si lamenta per il chiasso della festa in corso, del resto chi di notte fa le ore piccole di giorno riposa...o almeno ci prova. Tra tutti i personaggi secondari di questa storia quello di Rita è quello che mi è piaciuto di più, si vede poco ed è protagonista di una manciata di pagine ma nei momenti che contano c’è sempre, salva involontariamente Tiger, ha un bel dialogo col losco Don Lopez nella parte centrale del racconto (lungimirante sul futuro di Helltown al contrario del bandito) e nel finale si fa valere obbligando, pistola puntata alla testa, il suo sfruttatore ad una inevitabile resa. La storia nel complesso è abbastanza semplice ma decisamente divertente, tolto il violento incipit seguiamo Tex, Carson e Kit in operazioni di guerriglia ben orchestrate, si fingono apache e la combriccola di Don Lopez e dello sgherro Manuel non trova rimedi alle loro azioni di sabotaggio, la narrazione fila via che è una bellezza ma in realtà si aspetta solo che Tiger recuperi le forze per chiudere definitivamente i conti, molto bella in questo senso la vignetta che ci mostra i quattro pards cavalcare nella notte accompagnati dal presagio di morte imminente. Tuttavia ai tizi di Helltown va anche di lusso, forse per la presenza delle donne Tex decide di non calcare troppo la mano accontentandosi di radere al suolo il villaggio e di togliere tutto ai banditos a parte la pelle e gli stracci che portano, i minatori di Claypool riavranno gran parte dei soldi e dell’argento rubati per il più classico dei lieto fine. Ma Tex li ammonisce “Che questa brutta storia vi serva da lezione. Procuratevi armi e imparate ad usarle, e ricordate che il guaio peggiore che vi possa capitare non è tanto di perdere il vostro denaro, quanto di vedervi portar via la vostra libertà”. Piccola nota a margine: nella scena del pestaggio gli abitanti di Helltown sono tutti americani e l’unico messicano è il capo Don Lopez, poi nel proseguo della storia diventano tutti messicani, sembra una clamorosa incongruenza...e forse lo è. I disegni di Letteri sono funzionali ed efficaci come sempre, io lo apprezzo maggiormente in contesti più cupi ed esotici ma il suo lavoro è ottimo anche in avventure più prettamente western, rientra certamente tra i big assoluti della serie e il suo tratto distintivo è tra quelli più riconosciuti e iconici. Tra l’altro era tra i disegnatori più veloci in quel tempo e di certo ha dato una grossa mano al buon Galep che finalmente poteva tirare un po’ il fiato. Storia: 7,5 Disegni: 7,5
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Albi e volumi celebrativi dei 75 anni di Tex: quali comprerete?
Kamoose replied to PapeSatan's topic in Sondaggi Texiani
L'intenzione è quella di prendere il cartonato con l'inedito di GL Bonelli ma come scritto nel topic apposito aspetterò l'uscita per capire bene di cosa si tratta. Il resto non lo prenderò, non mi interessano i cartonati con le ristampe e non li ho mai comprati mentre l'iniziativa delle cover che omaggiano Tex la trovo simpatica (la resa di alcune invece lascia piuttosto a desiderare) ma anche qui non compro albi di serie che non seguo solo perchè si omaggia il 75esimo anniversario di Aquila della Notte. -
Siete favorevoli all'aumento costante delle uscite "fuori serie" di Tex?
Kamoose replied to Poe's topic in Sondaggi Texiani
La premessa fondamentale è questa: se la SBE edita Tex in diverse uscite inedite annuali lo fa perchè ne ha certamente un ritorno economico, altrimenti non lo farebbe, quindi nell'ottica di un azienda che vende un prodotto questa strategia è vincente o funzionale nell'insieme di una strategia più globale. Detto questo io sono tra quelli che pensa che una produzione meno intensa migliora la qualità delle storie per cui preferirei meno uscite, oltre all'inedito compro il Texone e il cartonato alla francese (un prodotto a mio avviso assolutamente innovativo e vincente), il resto lo lascio in edicola o perchè non mi attira come resa finale (il Color Tex tanto per dire) o perchè non avrei comunque il tempo per leggerlo (Tex Willer). -
[Romanzi A Fumetti 07] Giustizia a Corpus Christi
Kamoose replied to natural killer's topic in Romanzi a fumetti di Tex
Se Il Vendicatore mi era piaciuto parecchio questo diretto sequel mi ha convinto decisamente meno. La storia vede ancora una volta il giovane Tex impegnato contro i razziatori del Nueces, dopo aver colpito il ranchero Bronson e il messicano Benitez la sua vendetta si sposta su un altro signorotto locale, tal Zeb Mason, anche lui facente parte della (a questo punto nutritissima) cricca coinvolta nei furti di bestiame e nell’uccisione del padre di Tex. Il nostro eroe si muove da fuorilegge ma non è ben chiaro come lo sia diventato, l’accusa è quella di essere complice dei razziatori ma questo era il piano che voleva attuare Benitez prima di essere ucciso (vedi Il vendicatore), probabilmente si può immaginare che lo sceriffo di Corpus Christi, imbeccato dal suo padrone Mason, abbia fabbricato delle false accuse, ma la mia è solo una supposizione visto che la cosa non viene spiegata. Al di là di questo particolare, sul quale volendo si può anche soprassedere, la storia porta avanti lo stesso tema del precedente cartonato, di fatto gli eventi narrati pur essendo chiaramente diversi e avendo una loro autonomia sono sostanzialmente una riproposizione di quanto già visto ne Il vendicatore, questo sinceramente è l’aspetto che proprio non ho digerito, prese singolarmente queste due avventure funzionano più o meno bene ma lette come un’unica storia la seconda parte non regge il passo della prima. La trama è lineare e si giova di un discreto ritmo, l’azione non manca tra inseguimenti e sparatorie ma i vari comprimari non brillano di certo, Mason è una copia sbiadita di Bronson, lo sceriffo Donahue non ha la cattiveria di Benitez, a Dan Bannon manca il fascino di Juan Cortina (e il suo rapporto con il giovane Tex è molto più ordinario), il pistolero Cassidy con quei capelli sembra quasi una caricatura (in questo non aiuta la caratterizzazione di Mastantuono), continua a piacermi molto invece la figura del ranger Callahan e l’utilizzo moderato di Sam Willer, qui accompagnato dalla vedova Harris. E veniamo alla parte grafica, non sono un super-fan di Mastantuono che su Tex non sempre mi convince, la sua interpretazione del giovane ranger conferma questi miei dubbi, la copertina l’ho trovata fantastica (forse la cosa migliore dell’intero volume) ma i primi piani di Tex non mi piacciono e in alcune vignette ci sono delle anatomie in “action” discutibili, nel complesso il lavoro resta comunque molto buono ma fino a questa uscita Mastantuono è il disegnatore che mi ha entusiasmato meno, Vattani ai colori conferma invece il suo enorme talento. Quello che GL Bonelli aveva chiuso in poche pagine (l’uccisione di Ken Willer, la vendetta di Tex a Jimenez con Gunny Bill) viene ampliato da Boselli in due cartonati di 48 pagine e tutto sommato forse ne bastava uno solo, Giustizia a Corpus Christi a mio avviso aggiunge davvero poco a quanto già visto ne Il Vendicatore. Storia: 6,5 Disegni: 7 -
Il vasto, desolato e inospitale scenario delle Indian Plains si rivela una cornice perfetta per questa avvincente e serratissima avventura, divenendo fin dalle prime tavole un altro protagonista del racconto, di certo non un elemento minore considerando che in molte occasioni i personaggi vengono loro malgrado travolti dalla potenza degli eventi naturali. A cominciare dal quel sinistro e incessante soffiare di gelido vento (“E’ come come se mi tagliasse in due” dice l’avvocato Lyman), il freddo, la pioggia di intensità sempre crescente e infine l’arrivo del devastante tornado che a metà racconto e nel pieno di una tensione quasi insostenibile spazza via le carte in tavola travolgendo tutto e tutti. Secondo Tex la via più breve è sempre la migliore ma in questo caso il destino si mette di traverso, questa scelta non si può dire delle più fortunate per il ranger diretto ad Amarillo (dove lo aspetta il buon Carson), allo stesso tempo si rivelerà invece decisiva per la famiglia Simms, contadini in viaggio verso terre più generose e vivibili, ma sopratutto per il giovane avvocato Lyman, deciso a testimoniare contro il potente Ben Lowe e per questo braccato da un gruppo di pistoleri decisi a fargli la pelle. Boselli imbastisce un soggetto rigoroso che coinvolge il lettore fin dal principio e che, come l’imminente arrivo della tempesta, cresce lentamente fino a giungere al suo culmine nella strepitosa sequenza del tornado, è una narrazione dove la figura di Tex spicca sempre in primo piano, un faro nella notte per i comuni mortali che fuggono dagli assassini prezzolati e dalla violenza della natura. Sono molti i personaggi in scena ma tutti ben delineati, spicca la semplice ingenuità della famiglia Simms, protagonista di un viaggio ad alto rischio ma inevitabile, il coraggio del giovane avvocato che affronta un nemico ben al di sopra delle sue forze e infine l’ambiguità della figura di Hank Mallard, un uomo dalla doppia faccia che si finge menestrello ma non disdegna di ammazzare a sangue freddo. Eppure è proprio il personaggio di Hank a colpirci di più, perché anche lui è travolto da un fato beffardo che non solo lo rimette sulla pista del suo vecchio amico/nemico Jim Bennett, ma lo pone di nuovo davanti all’abisso di una scelta criminale, troppo forte la tentazione della taglia sulla testa dell’avvocato Lyman, troppo luccicante la prospettiva di una svolta decisiva. Del resto lo ribadisce lo stesso Tex, spesso il confine tra bene e male e molto labile “un confine molto più facile da superare di quello che si pensi...a volte bastano le circostanze della vita”, ed è esattamente quello che succede sia per Hank Mallard che quando lo incontriamo sembra aver cambiato vita mettendo da parte l’oscuro passato, sia per il killer di nero vestito Jim Bennett una volta integerrimo uomo di legge. Tanto di cappello a Boselli perché Terre maledette è una grandissima storia, una storia intensa ed emozionante, ricca di tensione e piena di sorprese (vincente anche la comparsata del vecchio Carson nel finale), con personaggi che lasciano il segno anche se si vedono per poche pagine come il viscido bandito Dooley e il suo compare indiano Naweka, come la guida Porter e il giovane pistolero Durango. Se proprio vogliamo trovare qualcosa di non eccelso, la si può individuare nel finale dove la narrazione si fa evidentemente più compressa e i nodi vengono sciolti troppo in fretta, perché il limite dei due albi è ormai raggiunto e la storia va chiusa, credo che con una trentina di pagine in più il risultato sarebbe stato ancora migliore. E infine, ultimo ma non ultimo...Alfonso Font. Confesso di avere da sempre un debole per questo disegnatore, il suo tratto è allo stesso tempo sporco e preciso, le sue vignette piene di particolari e mai “tirate via”, senza dimenticare la sua straordinaria capacità nello storytelling, nel raccontare per immagini con un linguaggio di rara efficacia. Terre maledette è per me il suo capolavoro grafico, la sequenza che vede la famiglia Simms travolta dalla pioggia e dall’inondazione è resa in modo spettacolare e ci sembra quasi di sporcarci di fango anche noi, ma il culmine si raggiunge nella lunghissima scena dove la potenza del tornado esplode in tutta la sua forza, la devastazione del villaggio Creek, la tensione dello scontro al buio fra Tex, Dooley e l’indiano nella casa diroccata, gli animali che fuggono davanti alla potenza della natura e i diversi personaggi che cercano un riparo di fortuna. Font è un grande artista che innalza il suo talento quando il contesto naturale e lo scenario ambientale diventano parte fondante del racconto, esattamente come avviene in Terre maledette, mi sorprende leggere in questo topic diverse critiche per questo disegnatore, addirittura che si fatica a distinguere i protagonisti uno dall’altro...ma come? Font è uno dei migliori disegnatori nella caratterizzazione dei personaggi, nel caso specifico basta guardare la cura che dedica nella definizione del vestiario, dalla guida Porter, ai contadini, tutta la banda di killer è delineata alla perfezione (gli anelli disegnati sulla mano di una mezza calzetta come Ringo), senza contare la varietà di espressioni ed emozioni che riesce a far uscire dai volti, il ghigno di Dooley, la granitica durezza di Tex, l’impenetrabilità di Bennett, l’arroganza infantile di Durango, l’ambiguità di Mallard. Alfonso Font è un fuoriclasse del fumetto, poi ci sta che per gusto personale non piaccia ma discuterlo da un punto di vista tecnico è pura eresia. Storia: 8,5 Disegni: 9
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Prometto che questo sarà il mio ultimo intervento su questo topic, ho cercato di esprimere come meglio potevo le mie grosse perplessità su questa storia e non mi sembra il caso di tornare sempre sulle stesse cose, è noioso per chi legge e per chi scrive (il sottoscritto). Cercherò di spiegare ancora una volta l'ENORME errore insito nel ritorno di Higgins. Premessa fondamentale...Il giuramento è una delle storie più importanti della saga Texiana (un pilastro iconico forse ineguagliato in 75 anni di storia), in questa avventura Tex si vendica delle persone che hanno causato la morte della sua amata Lilyth e di centinaia di navajos, Tex fa un giuramento sulla tomba della moglie e appunto giura di vendicarla uccidento TUTTI i responsabili, nell'avventura in questione Tex mette in atto i suoi piani e uccide tutti, anche se per Brennan deve aspettare diversi anni. La vendetta alla fine si compie, la lancia si spezza. FINE. Il problema del ritorno di Higgins non sta nel capire se da un punto di vista logico e credibile questo personaggio poteva salvarsi, dopo il violento pestaggio, senza acqua e abbandonato nel deserto, siamo in un racconto di avventura, nei limiti della sospensione di incredulità TUTTO è possibile, per cui a me interessa ZERO di indagare il come Higgins si sia salvato e se questo sia accettabile o meno in un ottica realistica della storia, veramente non me ne frega NULLA. Perchè il punto non è questo. Il punto è che se Tex non ha ucciso Higgins non ha mantenuto fede al suo giuramento. E' qui che si apre la voragine (enorme, gigantesca, senza fondo), è qui che Boselli e Frediani, spero inconsciamente, vanno a picconare il capolavoro di GL Bonelli privandolo del suo significato, della sua essenza, della sua magia, della sua dirompente carica emozionale. Se Higgins e Sherman non muoiono nel deserto Tex ha fallito la sua più importante missione (e non c'è ne sarà un altra a meno che uno dei pards non venga ucciso), è la più grande e umiliante sconfitta di questo personaggio. E GL Bonelli non ha scritto la più epica e iconica avventura del ranger del Texas ma una commedia degli equivoci di bassa lega, con protagonista un quaquaraquà qualunque. E per me questo non è accetabile, perdonatemi ma proprio non ci riesco...preferisco credere che La cavalcata del destino racconti qualcosa che esiste solo in un universo alternativo, una terra 2 dove Higgins e Sherman per miracolo si salvano e vivono la loro ultima avventura, una cosa in pieno stile Marvel del tipo " E se Higgins e Sherman...?" Ecco, una roba del genere, la Marvel con racconti del genere ha esplorato una moltitudine di possibilità narrative e a volte ne sono uscite delle storie bellissime, i famosi What if...? (e se...?) La cavalcata del destino poteva essere un interessante What if...? Anzi, per me lo è stato proprio.
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Perfetto, rientri in quel 98% (ma forse la percentuale è ancora più ampia) di lettori a cui facevo riferimento poco sopra, la stragrande maggioranza di lettori che si compra l'albo, se lo legge (mi piace/non mi piace) e se lo mette sullo scaffale. Non esiste una distinzione fra lettori, Tex è una passione è ognuno la vive come meglio crede...e da nessuna parte ho scritto che sei un fanboy. Però consentimi...io non giudico il tuo modo di leggere le avventure di Tex, il fatto che non ti poni domande sul ritorno di Higgins e sulle incongruenze enormi che questo ha generato, come hai scritto sei già orientato sul prossimo numero. Bene...allo stesso tempo mi aspetto che tu faccia lo stesso. In questo forum diversi utenti hanno sviscerato i motivi inconfutabili sul perchè tale ritorno sia stato sbagliato, e lo hanno fatto portando fatti concreti non opinioni personali, sono lettori più attenti, sono lettori più esigenti, magari sono pure un po' rompiscatole...ma pur essendo in netta minoranza rispetto alla massa di certo hanno la stessa dignità del lettore che si legge l'albo per passare una mezz'ora.
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Le storie di Mauro Boselli meglio di quelle di GLB?
Kamoose replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Mi perdonerà (spero) il buon @ymalpas ma io credo che la domanda che da il titolo a questo topic sia malposta. "Le storie di Mauro Boselli sono migliori di quelle di GLB?" La mia risposta diretta sarebbe NO Ma attenzione...se cambiamo l'ordine dei due autori e mettiamo: "Le storie di GLB sono migliori di quelle di Mauro Boselli?" La mia risposta sarebbe sempre NO E questo per un motivo molto semplice, si cerca una risposta assoluta e una valutazione definitiva ad una produzione mastodontica, una produzione di centinaia di storie sviluppata in un arco di tempo che copre tre decenni per entrambi gli autori. GLB ha scritto tanti capolavori e ha creato le fondamenta di Tex per come tutti lo conosciamo, Boselli ne sta portando avanti l'eredità nel migliori dei modi e anche lui ha scritto tanti capolavori, allo stesso tempo dico che ci sono storie di GLB che reputo pessime e c'è ne sono di pessime anche tra quelle scritte da Boselli. Se invece in questo topic si cerca una risposta assoluta e definitiva su chi sia il più grande autore della storia di Tex la mia risposta non può che essere una sola...GL Bonelli. Ma sarebbe una risposta limitata e superficiale che non tiene conto che stiamo parlando di un personaggio che ha 75 anni di vita e che dal 1948 non ci ha mai abbandonati, vivendo momenti esaltanti e deludenti lungo un percorso che copre diverse generazioni di lettori e di autori. -
Magari è così per te fin dal 1969 ma di certo non lo era per GL Bonelli e Tex. Vorrei ricordare a tutti che ne Il giuramento ci sono circa una sessantina di pagine (volendo si può controllare per precisione) dove GL Bonelli descrive l'uccisione di Tucker e di quattro membri della scorta di Higgins che avevano consegnato le coperte. A questo punto mi chiedo...se la vendetta era indirizzata solo a Brennan e Teller perchè Tex ordina l'uccisione di Sam Tucker che non c'entrava NULLA con la morte della moglie e perchè si prende la briga di rintracciare quattro molluschi (se Higgins è un pesce piccolo questi non possono che essere molluschi!) in uno sputo di paese per ucciderli come cani? Queste non sono opinioni/interpretazioni ma sono FATTI, sono eventi narrati nella storia e non sono discutibili...come non era discutibile la morte di Sherman e Higgins. Ma qui sembra sia in atto una completa revisione del passato, una revisione che prevede di ignorare i fatti e i testi di GL Bonelli con l'unico obiettivo di portare avanti le proprie convinzioni, che invece non hanno nessun appiglio reale. E vada per il lettore ma che certe argomentazioni le porti avanti anche l'autore principe di Tex nonchè curatore a me appare piuttosto paradossale, qui per cercare di coprire un evidento buco narrativo ed un errore madornale (un epic fail da jackpot) si peggiora la situazione, e quel grosso buco sta pian piano diventando una voragine senza fine che rischia di inghiottire tutti. Freccia Rossa dopo la morte di Tucker: "E gli altri?" "Moriranno anche loro Freccia Rossa, non dubitare!" "Anche se vivono in terre lontane, dove i tuoi fratelli navajos non potranno darti il loro aiuto?" "Vivessero anche nel profondo della terra o alle soglie dell'inferno, questa mia mano li colpira tutti!" Questo dialogo avviene dopo il famoso giuramento sulla tomba di Lilyth, ed è un ribadire ancora una volta che TUTTI devono morire. Poi si sostiene che GL Bonelli non era stato chiaro... Ciao e bentrovato. Ma infatti il tuo esempio rende perfettamente l'idea della reale situazione, la maggior parte dei lettori non ha letto Il giuramento o se lo ha letto non lo ricorda, che è una cosa normalissima dopo quasi 60 anni, inoltre si può tranquillamente dire che a tanti non frega una cippa della questione Higgins, se Tex vende 150000 copie al mese si può ben dire che il 98% di questi lettori prende l'albo, lo legge e finisce lì. Punto. Tutto questo è assolutamente legittimo e ci mancherebbe che non fosse cosi. In questo forum la discussione si fa più articolata e magari capziosa perchè la nostra passione non si limita alla semplice lettura dell'albo...tutto qui.
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Bene, se ne conosci più di uno invitali qui sul forum così magari possono argomentare i loro entusiasmi, visto che nell'apoteosi di elogi da strappo dei capelli io di argomentazioni ne ho lette pochissime, è tutto un "Bellissimo-Stupendo-Emozionante-Capolavoro, Mi è piaciuto un sacco ecc.ecc.ecc". Tutti commenti che in questo spazio non verrebbero nemmeno ammessi in quanto privi appunto di analisi. E ripeto che trovo ridicolo che le poche critiche presenti in quella pagina siano indirizzate verso la "presunta" mancanza di rispetto di Kit Willer verso Carson, ignorando completamente la questione di Higgins, preferendo quindi guardare il dito invece che la luna. E la mia convinzione che non abbiano letto Il giuramento deriva proprio da questo, perchè in questo forum, che se permetti è molto piùà autorevole di una pagina commerciale di un editore, mi sembra che l'affare Higgins non sia passato inosservato, tutt'altro...nonostante le difese di alcuni irriducibili che si spingono persino a negare i fatti, ma su questo ci arrivo fra poco. Infine, la pagina commerciale di Tex vende un prodotto (legittimo e necessario), ma magari sarebbe il caso che non vendesse anche opinioni, sopratutto quando queste opinioni sono spacciate da presunti esperti yuotuber (un evidente ossimoro) che presentano le loro recensioni con titoli come "Tex 755 La cavalcata del destino (10 e lode). Ora, se il numero 755 è da 10 e lode mi domando che voto si possa dare a storie come Il patto di sangue, Sangue Navajo, Incubo!, Massacro, Il giuramento, Il passato di Carson, Patagonia, Sulle piste del Nord, Gli invincibili (le prime che mi vengono in mente)? 20 e lode? Ma andando oltre, il suddetto esperto youtuber sponsorizzato dalla pagina Facebook ufficiale sentezia nel suo video quanto segue: "la storia si ricollega a livello narrativo e di pensiero (???) ad una leggendaria avventura (Il giuramento) ma non è strettamente necessario averla letta (ne conoscerla) in quanto bastano i pochi accenni presenti nelle prime pagine". E qui il cerchio si chiude alla perfezione, perchè siamo alla completa riscrittura di un classico unico e irripetibile destinato ad essere dimenticato in favore del nuovo che avanza (un nuovo da 10 e lode), del resto se non leggi Il giuramento non ti chiedi nemmeno perchè Higgins torni in vita per commettere gli stessi orrendi crimini, e non ti chiedi come sia possibile che la promessa di vendetta fatta da Tex sulla tomba della moglie morta si sia rivelata un completo fallimento. Ma forse e meglio così...