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TWF - Tex Willer Forum

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Contenuto popolare

Mostrando i contenuti con la più alta reputazione il 24/03/2024 in tutte le sezioni

  1. Disegno dedicato al giovane Willer al galoppo in sella al suo Dinamite.
    4 points
  2. "La mano del morto" è un'ottima storia western in tre albi pieni di azione, mistero, suspence. Carson e Kit Willer protagonisti alla grande insieme a Tex. Un montaggio alternato notevole ed efficace tra diverse linee narrative, in una girandola di situazioni mai noiose. Disegni di Font dinamici e d’atmosfera, di livello qualitativo alto come nel Texone “Gli assassini”. Ben costruito il personaggio di Luke Harrigan, delinquentello redento ma credibile (una delle scene più memorabili è quella del secondo albo con Luke che cinicamente “usa” la sua ragazza nel tentativo di sfuggire ai Nostri prendendo il treno). Finale pirotecnico con Calamity Jane che entra in modo originale e sorprendente tra i personaggi storici incontrati da Tex. Il centro di tutto l’intrigo è proprio nelle parole di Calamity: - “[Wild Bill Hickok] e io stavamo cercando di dare nomi e volti ai componenti di una cricca di affaristi che, con la corruzione e una serie di incidenti ben calcolati, avevano provocato la guerra delle Colline nere”. Insomma, Boselli immagina che Wild Bill sia stato ucciso per interrompere le sue indagini su coloro che avevano causato il sanguinoso scontro delle Black Hills. A loro si contrappone ora Calamity Jane, con un gruppo di guerrieri Dakota, a cui Tex nel finale rende omaggio per il coraggio e rettitudine: - Te ne vai già da Deadwood, Jane? - Preferisco cambiare aria per un po’ e andare a caccia nelle terre dei miei amici Dakota, libera e selvaggia come loro… sinché sarà possibile farlo. - E’ possibile ancora grazie a te, - le risponde Tex. E così probabilmente Calamity Jane se ne torna coi suoi Dakota a “Lonesome Prairie”, la valle nascosta sacra, dove si incontrava con l’amato Wild Bill, prima che venisse ucciso, e dove ha trascorso con lui giorni felici. Un rifugio, una valle incontaminata che in questa storia è un po’ il simbolo utopistico della resistenza agli affaristi e ai provocatori di guerre che sfruttano Deadwood e i suoi dintorni per arricchirsi ai danni degli indiani.
    1 point
  3. La grande rapina lo considero il mio Texone preferito. Una storia stupenda, una grande prova d'autore di entrambi gli autori. Oggi me lo sono ritrovato tra le mani, non ho potuto per ragioni di tempo leggerne che una minima parte, ma ricordo l'entusiasmo che in me hanno prodotto le varie letture nel corso di questi oltre trent'anni. Mi innamorai di Ortiz, un amore che non è mai venuto meno anche in futuro, nonostante le ultime prove non fossero all'altezza del periodo iniziale. Nizzi ispiratissimo, autore credo di un vero e proprio capolavoro della saga. Era ancora il suo periodo migliore, e credo che questa sua storia, un western sporco e cattivo come poche altre avventure del nostro, sia da annoverare tra le sue vette più alte. Magnifico.
    1 point
  4. “La grande rapina” comincia con questo scambio di battute tra Carson e Tex in treno: Kit: - Dormi? Tex: - Dormi anche tu! - Come si può dormire su questa traballante baracca? - Si può… a patto di non avere accanto un rompiscatole. Carson si addormenta, russa forte e Tex: - Peste! Faceva meno baccano da sveglio! Il tono ironico dell’avventura è impostato fin da subito e non riguarda solo i due pards, ma un po’ tutti i personaggi che agiscono e si esprimono per tutta la vicenda con battute sarcastiche, brevi, secche, spesso ciniche ma sempre senza esagerare, per non scadere nel grottesco o nella caricatura, per non annacquare il dramma e la tensione della storia. Ironia a volte involontaria: - Tutto sotto controllo – dice l’ufficiale ignaro che in quel momento i rapinatori stanno staccando la locomotiva. - Siamo in una botte di ferro! – dice l’uomo che custodisce i soldi poco prima che il vagone venga fatto saltare con la dinamite. E il direttore della banca che viene tradito dalla ragazza: - Dimmi che non è vero Linda! Tu… tu avevi giurato di amarmi!… - Non prendertela, Henry caro… L’ho giurato a tanti uomini! Meraviglioso Texone, con dialoghi splendidi, divertenti, non scontanti, uno stile asciutto, senza fronzoli, che non annoia neanche un secondo. Tex e Carson in perfetta sintonia tra loro, sempre all’inseguimento di avversari che lasciano dietro di sé una scia di cadaveri. Carson: - E lo abbandoniamo qui [il cadavere]? Tex: - Ci penseremo più tardi. Non possiamo passare il nostro tempo a fare i becchini... Un inseguimento entusiasmante (disegni di Ortiz da oscar del fumetto) in cui gli avversari, spietati e calcolatori, resteranno sempre sconosciuti ai nostri due segugi, compresa Linda, la complice. - Bella pupattola? - chiede informazioni un insolito Tex. - Da mozzare il fiato – gli rispondono E Carson, lisciandosi i baffi: - Darei volentieri una buona sbirciata a questa pupattola! - Una sbirciata e nient’altro? - insiste Tex - Bah! Si fa per dire – taglia corto Carson. Una storia in crescendo, che migliora e appassiona più si va avanti e si sfogliano le pagine (di solito avviene il contrario), imprevedibile non perché abbia in serbo chissà quali sorprese, ma perché l’autore nasconde bene le sue carte, non lasciando immaginare in anticipo cosa accadrà nelle scene successive. Anche il finale - uno dei migliori di sempre - è emozionante e imprevedibile e non delude (anche questo purtroppo non accade spesso), lasciando il lettore quasi con l’amaro in bocca davanti all’ultima vignetta, con i corpi morti della coppia di rapinatori ricoperti di soldi e le mani vicine fin quasi a toccarsi. Se fossero sopravvissuti - viene da chiedersi - si sarebbero uccisi a vicenda anche loro, come hanno fatto tutti i banditi, o il loro amore era l’unico sentimento vero in questa storia di inganni, imbrogli e avidità? D’altra parte Linda l’aveva detto a Lynch: - Sei una vera carogna, lo sai?... Ma mi piaci per questo! Tex è ancora più lapidario nel vedere i due amanti morti ricoperti di monete: - Volevano l’oro e l’hanno avuto…
    1 point
  5. letta la trilogia nella versione tre stelleun kolossal oserei definirlo per il taglio cinematografico che ha tutta la costruzione del giallo: gli indizi disseminati con la giusta dose, sequenze di azione che si alternano a quelle investigative con il giusto ritmo e frequenza e risoluzione del mistero con tutti i tasselli che vanno al posto giustosi questa avventura è un giallo mascherato da western con sfondo storicocomplimenti a Boselli per il modo in cui ha saputo miscelare il tutto creando un cocktail omogeneo e appaganteOttima la prova di Font con i suo personaggi nevrotici nel tratto che si muovono su sfondi ricchi di dettagli e particolaric'è un leggero calo solo nell'ultimo albo, il quale però contiene la bellissima sequenza del saloon number 10 ho letto tutto il topic, notando che negli anni le critiche sono sempre le stesse (storia di Tex, storia con Tex), ho capito che ormai la mia mentalit?, il mio metro di giudizio è diverso rispetto a quello di altri utenti perciò rinuncio alla polemica e mi godo una storia ben scritta la quale non mi ha proprio dato l'impressione di brodo allungato, anzidi solito le trilogie hanno i loro punti forti nelle partenze sparate e nei finali pirotecnici, lasciando gli approfondimenti ai capitoli centraliinvece, in questo caso ho letto tre albi adrenalinici, tra cui il migliore è stato proprio il capitolo centrale "quel treno a mezzogiorno"capitolo centrale che ha l'unica pecca nella copertina un po' freddamentre le altre due sono un capolavoro del maestro Villa
    1 point
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