“La grande rapina” comincia con questo scambio di battute tra Carson e Tex in treno:
Kit: - Dormi?
Tex: - Dormi anche tu!
- Come si può dormire su questa traballante baracca?
- Si può… a patto di non avere accanto un rompiscatole.
Carson si addormenta, russa forte e Tex: - Peste! Faceva meno baccano da sveglio!
Il tono ironico dell’avventura è impostato fin da subito e non riguarda solo i due pards, ma un po’ tutti i personaggi che agiscono e si esprimono per tutta la vicenda con battute sarcastiche, brevi, secche, spesso ciniche ma sempre senza esagerare, per non scadere nel grottesco o nella caricatura, per non annacquare il dramma e la tensione della storia. Ironia a volte involontaria:
- Tutto sotto controllo – dice l’ufficiale ignaro che in quel momento i rapinatori stanno staccando la locomotiva.
- Siamo in una botte di ferro! – dice l’uomo che custodisce i soldi poco prima che il vagone venga fatto saltare con la dinamite.
E il direttore della banca che viene tradito dalla ragazza: - Dimmi che non è vero Linda! Tu… tu avevi giurato di amarmi!…
- Non prendertela, Henry caro… L’ho giurato a tanti uomini!
Meraviglioso Texone, con dialoghi splendidi, divertenti, non scontanti, uno stile asciutto, senza fronzoli, che non annoia neanche un secondo. Tex e Carson in perfetta sintonia tra loro, sempre all’inseguimento di avversari che lasciano dietro di sé una scia di cadaveri. Carson: - E lo abbandoniamo qui [il cadavere]?
Tex: - Ci penseremo più tardi. Non possiamo passare il nostro tempo a fare i becchini...
Un inseguimento entusiasmante (disegni di Ortiz da oscar del fumetto) in cui gli avversari, spietati e calcolatori, resteranno sempre sconosciuti ai nostri due segugi, compresa Linda, la complice. - Bella pupattola? - chiede informazioni un insolito Tex.
- Da mozzare il fiato – gli rispondono
E Carson, lisciandosi i baffi: - Darei volentieri una buona sbirciata a questa pupattola!
- Una sbirciata e nient’altro? - insiste Tex
- Bah! Si fa per dire – taglia corto Carson.
Una storia in crescendo, che migliora e appassiona più si va avanti e si sfogliano le pagine (di solito avviene il contrario), imprevedibile non perché abbia in serbo chissà quali sorprese, ma perché l’autore nasconde bene le sue carte, non lasciando immaginare in anticipo cosa accadrà nelle scene successive.
Anche il finale - uno dei migliori di sempre - è emozionante e imprevedibile e non delude (anche questo purtroppo non accade spesso), lasciando il lettore quasi con l’amaro in bocca davanti all’ultima vignetta, con i corpi morti della coppia di rapinatori ricoperti di soldi e le mani vicine fin quasi a toccarsi.
Se fossero sopravvissuti - viene da chiedersi - si sarebbero uccisi a vicenda anche loro, come hanno fatto tutti i banditi, o il loro amore era l’unico sentimento vero in questa storia di inganni, imbrogli e avidità?
D’altra parte Linda l’aveva detto a Lynch: - Sei una vera carogna, lo sai?... Ma mi piaci per questo!
Tex è ancora più lapidario nel vedere i due amanti morti ricoperti di monete: - Volevano l’oro e l’hanno avuto…