Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2939
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    154

Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Romanzi A Fumetti 14] Aguas Negras

    Samargo, per l'eccidio dei contadini, si trincera dietro la legittima difesa (dei suoi, peraltro, lui nemmeno c'era, quindi ha avuto l'accortezza di restare escluso anche in termini di suo coinvolgimento diretto). E' il primo ad avere preoccupazioni legalitarie, per questo non avrebbe compiuto un assassinio a casa sua, peraltro in presenza della figlia appena salvata da Felipe. Il fiume scorreva nella terra di Don Samargo, probabilmente aveva tutte le carte in regola per costruire la diga. E se non le aveva, le avrebbe fabbricate. Tex non vuole andare in tribunale, proprio per questo vuole incastrarlo diversamente, e poiché conosce gli uomini, sa che Samargo compirà un passo falso. E infatti questi lo fa. E se Felipe muore, non è certo per dabbenaggine di Tex, ma per una sua scelta. Perché Felipe è da solo, mentre i peones erano tanti ed erano armati (sia pure di forconi). Con Felipe ha bisogno di qualcos'altro, Tex lo sa, e gli getta l'esca. Tex non poteva far saltare la diga, che era nella terra di Don Vicente. Quello l'avrebbe fatta ricostruire. Se si fosse impelagato nei tribunali, poi, avrebbe avuto di sicuro la peggio. Ci voleva qualcos'altro. Certo non immaginava che Samargo simulasse l'attentato, ma anche così avrebbe comunque vinto lui. Solo che Felipe vuol fare appunto il Pietro Micca, è una scelta solo sua. Ma Tex non poteva immaginare il piano di Samargo. Il paragone di Bava Beccaris non è azzeccato, questi era strumento di repressione, Tex NON voleva che saltasse nessuno in aria ed è (o tenta di essere) strumento di liberazione. La citazione de Il Quarto Stato fa entrare meglio nella storia. Chi conosce la potenza evocativa di quel quadro, non potrà non riconoscere immediatamente, nella situazione di Felipe e degli altri peones, la condizione dei vinti, umiliati e oppressi e diseredati che però vogliono alzare la testa. E' una citazione efficace, perché fa entrare subito nell'atmosfera della vicenda.
  2. Leo

    [Romanzi A Fumetti 14] Aguas Negras

    CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER I corvi che gracchiano, i forconi e i badili verso il cielo in segno di protesta. Al centro pagina, campeggia una scena che richiama vagamente il Quarto Stato, il ritratto di Pellizza da Volpedo: contadini in cammino che rialzano la testa, che chiedono giustizia. Di fronte, una diga che asseta la povera gente, come in Fontamara di Silone. E già alla terza pagina, una strage di contadini, come a Portella della Ginestra. Richiami facili, direte voi, ma il dramma dei braccianti si è sempre svolto con modalità simili in tutti i luoghi del mondo, e che lo racconti un Silone o un pittore o il Bacchelli de Il Mulino del Po o la Allende ne La Casa degli spiriti, è sempre qualcosa che mi colpisce, che mi rende partecipe, che desta il mio interesse per ciò che sto leggendo. Il responsabile dell'eccidio sembra la classica carne da macello per i nostri, ma ecco l'inatteso: anch'egli, da carnefice diviene vittima, ci aspettavamo il bieco affamatore della povera gente e ci troviamo davanti un padre disperato. Seguono delle scene in notturna suggestive, anche grazie alla riuscita colorazione del cielo, in cui Felipe si riscatta dall'ingenuità iniziale, che per la verità mi è parsa un po' tirata per i capelli: possibile che il ragazzo non potesse immaginare le reali intenzioni di quel pendaglio da forca che aveva accanto? D'altronde, erano stati amici in gioventù, erano entrambi cresciuti in un mondo difficile, e l'esasperazione per la situazione cui Don Samargo aveva messo i contadini può forse giustificare le azioni iniziali di Felipe. Si arriva alla fine, che mi è piaciuta molto. Diablero dice di aver visto un Tex ligio ai regolamenti, del tutto non canonico rispetto a GLB. La vedo molto diversamente. Intanto, è da diverso tempo che Tex si è, per così dire, calmato, e non ha più quell'irruenza inarrestabile che sfoderava con Bonelli senior. E questo non lo si vede solo con il "Tex cretino di Nizzi" (citazione che trovo offensiva, ma vabbè, non scateniamo flames per così poco), ma anche con lo stesso Boselli. Ma al di là di questo, io qui non vedo proprio il Tex ligio o cretino: io qui vedo il Tex conoscitore di uomini. Incriminare don Samargo, con tutte le sue verosimili potenti amicizie, è già cosa difficile di per sé. Nell'eccidio lui non c'era nemmeno, e comunque poteva accampare il pretesto di aver subito lui, l'attacco, da parte dei peones. Bisogna quindi incastrarlo in altro modo, e Tex sa che il vecchio farà un passo falso, che non si farà commuovere dal salvataggio di sua figlia da parte di Felipe. Ciò che Tex non sa è come avverrà il passo falso: Samargo non ucciderà certo il peone in casa sua, magari gli tenderà un agguato dopo o magari lo lascerà andare, confidando che non rappresenti più una minaccia. E invece Samargo ha un'idea diversa: facciamogli fare la fine che alcuni attribuiscono a Feltrinelli, pensa Ruju, ri-citando nuovamente la situazione politica novecentesca nella storia in argomento: facciamolo passare per colpevole di un fallito attentato in cui chi si fa male è solo lui. Tex non può immaginare tale modalità, ma nonostante questo il ranger è destinato a vincere lo scontro a fuoco con gli scannagatti del ranchero, di cui sta facendo strage insieme a Carson. Non è dunque Tex che fallisce, è Felipe che fa la sua scelta. La sua sete di vendetta, l'esasperazione per le ingiustizie subite, la situazione al limite cui è sottoposto in quel momento e da anni, l'atavica miseria in cui è cresciuto, tutto il suo vissuto lo portano a quel gesto kamikaze, con l'acqua che torna nel suo letto in un giorno di giustizia. Come valutare questo colpo di scena? E' un "colpetto di scenetta", come dice Diablero? Sono emozioni a un tanto al chilo? Non lo so. Forse, l'ho già detto in un altro post, sono un sempliciotto, i cui occhi si fanno lustri al leggere espedienti letterari di serie B. Però a me il botto è piaciuto. E' piaciuta l'acqua che torna nel suo alveo, la rabbia del vinto che si prende la sua rivincita, il sole che tramonta sul dramma appena consumatosi con la sua consueta serenità. EDIT: Ho letto dopo il messaggio di Poe. Concordo con lui per quanto riguarda la storia, mentre non entro nel merito con PapeSatan: materia molto complicata, comunque mi è piaciuta la sua definizione di "amante del bello in tutte le sue declinazioni"
  3. Leo

    TOP 5 Maxi Tex

    1) Oklahoma: la grande e dissennata corsa e il miracolo di riuscire a tenere Tex al centro nonostante i tanti comprimari: tra questi, non dimenticherò la coppia penosa di ammazzasette, omuncoli travestiti da killer, il lanciatore di coltelli orgoglioso, il ragazzo col vizio delle carte, la coppia di anziani che vuole cambiar vita. E poi il dramma della corsa, le tragedie consumate lungo la via, la posta in palio finale con terra fertile lungo il fiume. Una volta Berardi si affaccia su Tex, e fa capire a tutti, una volta di più, quanto è grande. 2) Nei territori del Nordovest: il Boselli epico, i ricordi, il passato che ritorna, la resa dei conti, il tutto in un'ambientazione mozzafiato e con un Brandon per la prima volta DAVVERO protagonista. 3) L'oro del Sud: il vecchio Sud dolente, cavalieri e vigliacchi, le macerie del dopoguerra la cui polvere si respira davvero anche grazie al tratto di quell'incommensurabile artista che è stato José Ortiz. 4) Nueces Valley: vero romanzo di formazione, fluviale, commovente. 5) Rio Hondo: una storia classica e non originale, ma sceneggiata superbamente e ben assecondata dai disegni forse un pò datati ma non per questo meno affascinanti di Repetto. La moglie del peone, là in attesa sulla collina, è una delle scene il cui ricordo mi provoca sempre una piccola emozione. Non posso poi non citare Il cacciatore di fossili, capolavoro di Segura insieme a L'oro del Sud, e Il ponte della battaglia rujuano, storia a mio parere molto sottovalutata.
  4. Leo

    [736/737] Le frecce dei nemici

    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Un vecchio guerriero svuotato dalla perdita della moglie... i figli che non riescono a colmare la perdita e a lenire la disperazione del loro genitore... la scelta di morire su di un dirupo, circondato dalle montagne su cui è cresciuto, con solo un'aquila ad accompagnarlo nella sua ultima attesa. Sarà commozione facile, poesia a buon mercato, ma a costo di apparire un ingenuotto - e forse lo sono - a me tutta la sequenza iniziale è piaciuta molto. Poi il fumo, laggiù, dalla parte del villaggio, e poi tutto lo sfacelo, e il corpo di Dena riverso lì: il vecchio combattente sente risorgere in sé il furore, dalla disperazione stavolta attinge rabbia cieca e parte per una missione suicida, con un nuovo scopo nella vita. Dall'altra parte, Chogan, un colosso che fa paura solo a guardarlo. Un mostro di crudeltà, che rapisce bambini per farne il proprio esercito personale, per un desiderio di riscatto scaturito da un'infanzia difficile. Chogan non è un personaggio originale, ed inoltre è poco credibile che Quercia Rossa prenda con sé tutte le frecce e che Tex da questo indovini l'identità dell'indiano superstite. Ma entrambe le cose non hanno pregiudicato il mio piacere nel leggere la storia, che appassiona proprio per questi due personaggi, il cattivo spietato e l'anziano che torna in pista. Un deja vu scritto bene, e ottimamente supportato da disegni che mi sono piaciuti moltissimo, soprattutto nella resa dei volti disperati, prima degli indiani attaccati e poi dello straziato Quercia Rossa. Tra il romanzo tra i ghiacci e la saga/epopea di Mefisto, ci voleva una storia di "alleggerimento", che però non significa leggera. È una storia scritta bene, che riesce ad appassionare.
  5. Leo

    [289/292] I Dominatori Della Valle

    È molto, molto, molto riduttivo parlare del solo riferimento storico, visto che ho fatto un elenco nutrito di ciò che mi è piaciuto. L'elemento storico l'ho messo solo alla fine, come ciliegina sulla torta. Quindi, nessuno ha mai detto che la storia è un capolavoro solo perché c'è un riferimento storico, ho proprio scritto tutt'altro, e pensavo di essere stato sufficientemente chiaro. Ho anche detto che la mia definizione di capolavoro è puramente emozionale, prescinde da giudizi tecnici che non mi sono mai sentito di dare. Molto riduttivo nei confronti del mio messaggio, e molto ingeneroso definire la storia ciofeca, anche se ovviamente sui gusti non posso sindacare.
  6. Leo

    [289/292] I Dominatori Della Valle

    C'era una discussione, qui sul forum, su cosa si intendesse per "capolavoro". Io non saprei darne una definizione, e uso questo termine piuttosto genericamente per le storie che mi hanno generato entusiasmo ed emozione. La cupezza di questa storia, con la donna impiccata all'inizio, la personalità decisa del Colonnello, vecchio e a suo modo eroico pioniere dell'Ovest, la scena forse trash ma molto forte dell'irruzione di Tex al pranzo del ring, con il ranger che spiattella sul naso di quelle eleganti signore i cadaveri marcescenti, strappando con brutalità la maschera del perbenismo dai visi imbellettati delle matrone, il momento di gloria del mediocre Skinny, la vigliaccheria dello sceriffo sfidato da Tex che conta fino a dieci, la citata scena del biliardo, ed infine la figura di Ella Watson: la vera Ella, figura realmente esistita, fu una vittima del ring del Wyoming, e il fatto che Nolitta abbia utilizzato il suo nome per il personaggio che di fatto porta alla distruzione dell'associazione mi ha sempre fatto pensare al gusto di Nolitta per una vendetta postuma che, sia pure nel mondo della fantasia, la Watson si è presa nei confronti dei suoi aguzzini. Cos'altro posso dire di fronte a tanto ben di Dio, se non che si tratta di un capolavoro?
  7. Storia e disegni, davvero molto efficaci nella resa dei personaggi e del resto. Complimenti ancora
  8. Storie del Magazine entrambe belle. Complimenti a Monni, la cui seconda fatica texiana è molto ben riuscita, e naturalmente a Ruju e a D'Agata, i cui disegni mi sono piaciuti molto. Buona anche la storia di Montales, anche se anch'io ritengo che un simile soggetto potesse essere sviluppato in più pagine: la guerra civile in Messico, una vendetta da compiere, un amico che tradisce, il passato che ritorna: ci sono tutti gli elementi per una storia di largo respiro, del tipo di quella dedicata a Brandon sul Maxi Nei Territori del Nordovest.
  9. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Dovrei rileggerla, e immaginarmi il vilain come un personaggio a sé stante, diverso dal cieco diabolico di Heaven. Non l'ho mai più riletta, Winnipeg l'ho proprio detestata (cosa più unica che rara per me con Boselli, ma tant'è).
  10. Leo

    [640/642] Giovani Assassini

    Concordo con Diablero, aggiungendo che a mio parere i personaggi de I Sette Assassini erano perfetti nella loro prima apparizione: due bestie, due carogne senza eguali. Nel seguito, sia il Kid che Jack Thunder verranno rivisti, il primo come carogna quasi da riabilitare, il secondo passa invece da criminale feroce e straccione a mente sopraffina a capo di organizzazioni estese. Due evoluzioni che non mi convincono, e che francamente mi fanno rimpiangere che i due personaggi non siano rimasti confinati nella loro storia d'esordio, che peraltro è uno dei capolavori di Boselli, uno dei tanti inanellati nel periodo iniziale dell'autore, un vero periodo d'oro per lui e per la saga di Tex.
  11. Leo

    [354/357] La Congiura

    Pignoli per pignoli, non era una moneta ma una banconota, e non ci trovo nulla di strano che un esperto borseggiatore riesca nella sua impresa, tanto più che Tex ha la guardia abbassata vista la situazione tranquilla. Non è questione di avarizia, ma di amor proprio e cocciutaggine. Il Tex di Glb ha messo a ferro e fuoco saloon per molto meno. Il fatto che cada nella trappola così ingenuamente non piace neanche a me. Ma lo considero un particolare abbastanza irrilevante, vista la sua ininfluenza nel prosieguo della storia. Messa così, la scena è molto banalizzata. Certo che si sarà vista un altro milione di volte, nel cinema e nel fumetto e nei cartoni animati e nei romanzi. Ma importante è anche la regia, i tempi, le inquadrature, i dialoghi: in questo senso, io non ricordo la scenetta divertente e banale che racconti tu, io ricordo una sequenza invece adrenalinica e al cardiopalma, una delle piu avvincenti della saga, tanto da restare scolpita nella memoria. E se, come dici tu, è trita e ritrita, ciò non toglie che sia efficace, che sia un pezzo di bravura di sceneggiatore e disegnatore che, poco dopo, propongono un'altra scena bellissima: quella della caccia alla balena. Anche qui non c'è nulla di originale, ma l'importante non è solo che si racconti qualcosa di inedito; è importante anche il modo di raccontare, la capacità di emozionare il lettore. Se dovessimo fare attenzione alle scene tratte dal cinema, o viste e riviste, potremmo anche evitare di leggere Tex, o almeno dovremmo guardare con un altro metro molte sue storie: ne Gli Invincibili, le scene più belle, quella della processione e quella del massacro finale, sono prese di peso da Il mucchio selvaggio, ma nessuno si sogna dire che Boselli ha copiato situazioni già viste: è fondamentale vedere come la scena viene incastonata nel racconto, come viene narrata, quale funzione ha nella storia: per questo Gli Invincibili è un capolavoro. E lo è anche La Congiura, a mio modo di vedere.
  12. Leo

    [354/357] La Congiura

    Ma resta una grande storia, non a caso una delle piu amate dalla maggioranza dei lettori di Tex. Personalmente, comica o umoristica che sia, la trovo "solo" splendida 😉
  13. Mangiano anche buoi muschiati, se non ricordo male i pards ne vedono le carcasse. Sul fatto che siano seminudi nell'artico non mi scandalizzerei molto, mentre ciò che a mio parere è soprannaturale è l'orso che arriva a comando, a mangiare solo ciò che gli porgono i suoi "adepti", invece di avventarsi incontrollabilmente su tutto e tutti. Tuttavia, l'orso è un antagonista a tutto tondo, a mio parere sovrannaturale ma non per questo meno bello come figura.
  14. Leo

    OSCAR TEXIANI 2021

    Innanzitutto tutto un doveroso ringraziamento a Ymalpas per tutto il lavoro svolto. Anche se non è più un ranger e posta un pò meno, continua ad essere una colonna indispensabile di questa nostra casa virtuale, come dimostrano queste iniziative che sono poi il sale del forum. Grazie davvero, Ym! Gli Oscar consentono di tirare le somme dell'anno appena trascorso, e di rendersi conto, a mente fredda, di ciò che è stato per noi Tex nell'anno che ci siamo lasciato alle spalle. La serie regolare, purtroppo, ha goduto di fortuna alterna, riprendendosi solo nel finale, con la perla boselliana ambientata al Polo Nord. Per il resto, annata anonima, che si fa ricordare per la sconcertante storia del Pistolero Vudu (lo sconcerto sta nel fatto che nonostante tutto l'ho apprezzata!) e per il buon esordio del nostro pard @Barbanera, che finalmente ieri è tornato a scrivere, rientrando dall'esilio che si era autoimposto per l'amarezza suscitatagli da alcuni post infelici in merito ad un suo commento alla storia di Ruju: non vale la pena prendersela, pard! Bentornato! Meno fortunato l'esordio di un altro pard, @Carlo Monni, il cui tentativo di riesumare Manuela Montoya è comunque da applaudire, e se la ciambella non è riuscita col buco a mio parere la colpa è più della sceneggiatura che del soggetto. Come miglior copertina, avrei messo quella de La strega della palude, che mi piace tantissimo. Purtroppo non posso invece non scegliere La campana nella nebbia, la cui immagine resterà scolpita nel mio personale immaginario, come tutta la storia che quella copertina rappresenta, del resto, con buona pace di chi ritiene questa avventura come troppo atipica per l'ambientazione insolita. Boselli ha raccontato la storia della Erebus e lo ha fatto egregiamente, ed è da elogiare la sua ricerca continua di soggetti interessanti e originali. La sopravvivenza della serie passa anche da questi aspetti, ed è un bene che ci siano. Ancora complimenti a Boselli! E a Villa per la splendida copertina. Sull'alto Missouri, invece, è il mio Oscar per la collana TexWiller, che anche quest'anno è stata un susseguirsi di gioielli: è come se Boselli e collaboratori si divertissero di più, o semplicemente si sentissero più liberi, a scrivere per questa collana rispetto alla più impegnativa regolare. L'esito è una sequela di storie belle qui, che fanno da contraltare alle pagine poco ispirate della collana principale. Purtroppo, anche gli albi speciali mi hanno deluso, incluso il Texone, che è la mia pubblicazione preferita. Sono costretto a ripiegare allora su La leggenda della missione spagnola, che rispolvera un vecchietto apparso in gran forma (Nizzi) coadiuvato da un Torti dinamico e molto western. Come copertina degli albi speciali, ho dato la mia preferenza a quella, bellissima, di Mississippi ring, molto suggestiva. Di Mississippi Ring è anche il personaggio migliore, per me, delle storie speciali, vale a dire l'assassino Drunky, che affianca Tornuak quale miglior comprimario della regolare e, ça va sans dire, il "caro, vecchio Ray", qui ancora giovane e coprotagonista di una storia molto ispirata.
  15. Per ribadire significa che devi aver già detto, solo che io non ho letto e me ne scuso. Il fatto che il comportamento del pack nella tua storia non abbia nulla di anomalo la rende ancora più preziosa ai miei occhi perché plausibile, e non ti immagini il piacere che questa cosa mi fa
  16. Oggi leggevo i commenti su Facebook, dove c'è una nutrita comunità di texiani, e a parte alcuni che lamentavano i troppi personaggi e un Tex poco presente, la storia in argomento è piaciuta molto. Mi ci sono fermato a rifletterci: gli andirivieni sull'oceano ghiacciato dell'ultimo albo, l'ho già detto più volte, non mi hanno convinto, così come la superficie del mare che cambia di stato "a comando". Insomma, non proprio elementi di secondo piano, per il mio modo di "vivere" le storie. Tuttavia, mi accorgo a distanza di una decina di giorni dalla lettura che questa storia mi ha molto affascinato, per la sua eccezionale ambientazione, per i tanti personaggi - non solo Tornuak ma anche i professori, Hillary in primis - per i tanti eventi che si susseguono senza sosta. La scena della "fata morgana", poi, è qualcosa che resta dentro, e che resterà incisa nel mio immaginario individuale grazie alla potenza di quell'immagine: pensateci: la Terror, davvero poi trovata lì, che proietta nel cielo gelido dell'artico la sua immagine, il suo legno marcio e le sue vele in brandelli che però troneggiano imperiose all'orizzonte, con la loro materia in rovina frammista a qualcosa di arcano e "magico", relitto mitico che simboleggia l'eterna lotta dell'uomo con la natura più estrema. Sia il disegno interno di Bruzzo che la copertina sono qualcosa di spettacolare, e davvero - consentitemelo- non capisco chi rimproveri a Boselli di aver messo Tex in secondo piano. Ma cavolo! Qua Tex ha forse meno spazio, ma è testimone e protagonista di una vicenda straordinaria, e noi con lui siamo là, sotto quel cielo, ad ammirare quell'incredibile fenomeno atmosferico, a trovare anche noi la Terror scomparsa, a "tremare" per i Mahah e l'orso maledetto. Ma cosa si vuole da questa che è una vera e propria opera di letteratura disegnata?
  17. Come penso alcuni di voi avranno notato, durante le vacanze natalizie ho letto molto Mister No, tornando a una lettura continuativa dei fumetti come non mi accadeva da un pò di tempo. Per ora, Mister No si è rivelata un'ottima lettura, ma nessuna sua storia mi ha portato al coinvolgimento di questa avventura; l'unica che di recente è stata altrettanto coinvolgente è Fratelli di Sangue, sempre di quel diavolo di Boselli... Io ci metto la mano sul fuoco, che ci pensa. Ha molto presenti le idiosincrasie di noi utenti (in termini generali, non associandole ai nomi magari) e le cose che ci piacciono, e sono convinto che quando scrive già pensa, divertito, alle reazioni di noi nerd che ci accapigliamo per le sue scelte narrative
  18. Non la vedo così. Il ghiaccio scivoloso, il pastrano che infagottisce, i guanti, la fatica già fatta per il lungo tragitto percorso, sono tutti elementi che hanno contribuito ad affaticare il Vecchio Cammello. È il mio idolo, ma ha pur sempre quasi 60 anni!
  19. Personalmente, ho trovato i testi molto buoni e non a caso nel mio precedente commento ho parlato di "romanzo": ho trovato l'albo denso, fitto, con testi corposi ma scorrevoli, che consentono di fruire dell'opera in un certo lasso di tempo e con un certo impegno, cosa che a me piace. Non concordo nemmeno sui personaggi sciapi: Dawn e Dallas, per quanto sia poco credibile che due donne partecipino a questa impresa titanica in quell'epoca, sono invece due punti di forza del racconto, sia nelle vesti di vittime (vedi Dawn rapita da Tornuak) che di eroine o più in generale donne coraggiose. Da carsoniano, ho trovato questo punto credibile. Le condizioni sono davvero proibitive, e il fatto che Tex decida di risparmiare al suo amico quella faticaccia, non fa che confermare l'assoluta difficoltà del momento. Per quanto Carson sia una pellaccia, ha pur sempre diversi anni sul groppone in più di Tex, e il fatto che si decida di tutelarlo in quelle condizioni estreme ha reso a mio parere la vicenda più credibile esaltandone, per certi versi, la componente epica. Questi sono punti che non convincono neanche me. Sul disgelo già pecos ha proposto una spiegazione, tuttavia ho ancora delle riserve sul punto. Sulle passeggiate, anch'io ho parlato di "jogging domenicale" nel mio post, di distanze che sembravano infinite e che si rivelano poche miglia, di campane e di spari che si sentono con un po' troppa facilità. Come ho detto, sarebbe da leggere meglio, ma ho paura che, anche ad una seconda lettura, mi ritroverei d'accordo con te. Sulla nave che affonda, non ne ho parlato nel mio post perché mi sembrava un particolare poco importante: visto che ne hai parlato tu, dico che anch'io ho trovato la scena infelice, sarebbe stato meglio che la nave restasse li dov'era, troppo cinematografico il fatto che, dopo quaranta anni, decida di scomparire proprio davanti agli occhi dei nostri. Già nel tuo post precedente a questo, parlavi dell'assenza di Tex per larghi tratti, e del fatto che questa storia sia la versione di Boselli sulla Erebus nella quale ha dovuto ficcarci Tex per giustificare il nome sulla costa degli albi. Probabilmente è così, anche perché lo scenario è talmente inconsueto che metterci dentro Tex non è una cosa del tutto naturale. Tuttavia, se anche fosse così, se anche Tex risente in questa avventura dei tanti personaggi a cui si lascia spazio, a mio parere questo non è un motivo che mi fa andare di traverso la storia. Come ho detto altre volte, se la storia è bella, mi sta bene un parziale sacrificio dei nostri: se questa è la storia dei Tornuak, della spedizione di scienziati, delle navi scomparse, di Dawn e Dallas, dell'Orso mostruoso, dei mahaha, e poi anche di Tex, a me va bene anche così. È un grande romanzo, è una storia insolita, per la serialità c'è sempre tempo... B-movie, mi ha molto sorpreso questa scelta di Boselli. È come se il nostro avesse perso qualche freno inibitore e si sia dato al più "sfrenato" divertimento. A me la scena dell'orso ha sconcertato. Ma subito dopo mi ha divertito! Ed è un bel parere, per quanto io non sia d'accordo su tutto, scritto bene e con un bel post Io sono tra quelli che purtroppo non riesce a mettere del tutto da parte la sospensione dell'incredulita'. Una storia esagerata per me è una storia che non funziona. Per il mio personale gusto, intendo. Per questo concordo con alcune riserve di Vecchio Serpente. Così come non mi piace vedere scene come quella della parte iniziale della storia, quando Tiger uccide lo sciamano Fox con un colpo perfetto rischiando di uccidere Mingan, o come quando Tex devia una lancia con i proiettili: farei volentieri a meno di tali assurdità, mi fanno storcere il naso senza che possa dominare una sensazione di disappunto...
  20. Bene, meglio così allora. Grazie pecos
  21. Però all'inizio la spedizione arriva via mare (almeno, fino a un certo punto), poi invece sembra che geli tutto e si possa andare dalla nave all'isola della tribù a piedi. Quindi a un certo punto il mare, prima disgelato, gela di nuovo... Mi riferisco alla storia di Nizzi e Villa: anche lì c'era una campana, mi pare.
  22. ATTENZIONE SPOILER Non me ne voglia Boselli, ma mentre leggevo la sua storia mi è venuta davanti agli occhi la sua immagine ai fornelli, intento, con fare divertito, a preparare una prelibata cena per i suoi commensali. Questi ultimi saremmo noi del forum, ai quali secondo me Boselli ogni tanto pensa mentre scrive le storie, riflettendo sul fatto che quel particolare elemento potrebbe far divertire qualcuno di noi e quell'altro farci invece incacchiare, e magari se la ride sotto i baffi compiaciuto. Gli ingredienti del pasto, che con tocco sapiente dispensa qua e là, sono invece le tante situazioni messe in scena in questa sua ultima fatica texiana pubblicata. Da un lato, mettiamoci il redivivo Mike, che cerca la femme, dall'altro i nostri insieme a Jim, che cercano un'altra femme; e poi i professori della spedizione scientifica, anch'essi alla ricerca del loro personale graal, vale a dire le leggendarie navi scomparse della spedizione Franklin. E poi mettiamo un tocco di Tornuak qua, anch'esso alla ricerca di colei che potrà rimpiazzare nel suo cuore la moglie uccisa e di un orso assassino, e i misteriosi Mahaha la', così da aggiungere un tocco di mistero e di inquietudine all'intera vicenda. Con così tanti attori, suddivisi in più gruppi, ognuno dei quali intento alla propria ricerca, non era facile strutturare una trama che filasse fluida e leggera. Ci vuole maestria, a far giostrare tutti questi personaggi, ma Boselli, non nuovo a tali imprese, conferma ancora una volta la propria vocazione per le storie corali, dando vita a un'avventura che è un grande romanzo: il tema della ricerca, declinato in più modi, unito a taluni elementi arcani e svolto nel contesto estremo e tremendamente affascinante del grande Nord, consente a un ispiratissimo Boselli lo svolgimento di una trama che è bellissima da leggere, nonostante larghi tratti della stessa siano occupati da pagine "normali", e finanche gratuite, già viste in svariate salse sugli albi del ranger: si pensi al primo albo, pressoché integralmente occupato dai Fox, con lo sciamano ostile. Questi a un certo punto muore, e la sottotrama dei Fox muore con lui! Essi infatti non torneranno più nel prosieguo, e di fatto la loro "storia nella storia", che come detto occupa larga parte della prima parte, non ha alcun peso nell'economia di questa avventura, rappresentando invece solo l'ennesima variante degli scontri tra i nostri e nativi ostili. Ma nonostante questo, nonostante la gratuità, nell'economia della storia, di tutte queste pagine che costituiscono circa un quinto dell'intera avventura, nonostante questo a noi questi rimandi a Le Piste del Nord sono piaciuti, e quel sapore, qui rigustato, dei territori del Grande Nord glbonelliani ha rappresentato il giusto antipasto, per rimanere nella metafora culinaria, di quello che sarebbe venuto dopo. Di tutto quel lugubre, magnifico gelo. Di quel mare placido e mortale, oscuro abisso sormontato da un deserto di un bianco abbacinante, all'orizzonte del quale, in alto nel cielo, si staglia una delle navi della sfortunata spedizione, per via dell'effetto ottico della "fata morgana" che regala una delle scene più belle di tutta questa straordinaria epopea: quel veliero splendente nel cielo - riprodotto anche nella copertina dell'albo, una delle piu belle di sempre, e che mi ha richiamato il veliero di Xabaras del Dyd n.100 - è una sorta di magia che da un lato intimorisce i metis e dall'altro suscita invece eccitazione negli scienziati, esaltati dal fatto di essere al cospetto dell'obiettivo della loro recherche. E la loro eccitazione è quella del lettore, avvinto da una storia bellissima, emozionato per una scoperta epocale che, in contemporanea con la realizzazione di questa storia, avveniva davvero in quelle sperdute e gelide latitudini. Ma la nave ha in serbo altre sorprese, come il suono irreale della campana, che rimanda al ricordo de I predatori del deserto e de La leggenda della vecchia missione, con scene altrettanto inquietanti e misteriose e bellissime. Si arriva così all'epilogo, con un quarto albo eccezionale, ma eccezionale letteralmente. Oltre ad essere appassionante come poche altre volte, esso mi appare anomalo per i suoi tratti particolarmente forti e quasi splatter: è vero che protagonista è una tribù cannibale, ma francamente fa sensazione vedere sulle pagine di Tex bambini che mangiano dita umane, o la carcassa del professore appena spolpata, o un orso polare gigantesco che fa un sol boccone della testa di un malcapitato, con abbondanti schizzi di sangue sull'inuit Yotimo al momento del morso della bestia. Altrettanto anomala, per le pagine del ranger, è quella seconda fine quasi horror, con un effetto sorpresa a cui si è fatto ricorso pochissime volte nella saga, e che rimanda piuttosto a quei b-movie che cercano il colpo a effetto. Un Boselli, insomma, atipico, a tinte davvero forti, piu' dampyriane che texiane, cosa che da un lato non nego mi abbia sconcertato ma dall'altra non mi è nemmeno dispiaciuta, e che senz'altro contribuisce alla peculiarità di questa lunga avventura. Devo però ammettere di essermi un pò perso, nell'ultimo albo: il mare prima è navigabile (tanto che la spedizione arriva alla nave in barca), poi diventa completamente ghiacciato, poi si apre di nuovo, con la Terror che scompare nelle acque: è realistico che ci siano tali variazioni di temperatura che portano le acque, nel giro di pochi giorni, a gelare e poi al disgelo e poi di nuovo al gelo? E poi, alla fine ho avuto la sensazione che tra la nave e l'isola della tribù cannibale, o tra queste e la postazione della spedizione di terra, non ci fossero che poche miglia, che peraltro i nostri riescono a percorrere come se stessero facendo jogging domenicale, quando inizialmente avevo avuto invece la sensazione che tra le due spedizioni ci fosse una distanza più importante, che non consentisse di raggiungersi reciprocamente così facilmente o di sentire ad esempio il suono della campana. Insomma, un pò di fatica l'ho fatta, lo ammetto, devo rileggere il quarto albo per decifrare meglio alcune situazioni. In conclusione, però, non posso esimermi dal complimentarmi con entrambi gli autori per aver dato vita a una delle storie più esaltanti e più belle degli ultimi anni!
  23. Leo

    [271/273] Il Disertore

    Ahi ahi Diablo, devi assolutamente leggere La leggenda della vecchia missione, uno dei capolavori nizziani
  24. Leo

    Addio, Ulzana!

    Mi fa piacere che sei ancora un lettore. Ora devi ridiventare anche pard attivo, magari proprio per il TexWiller che ormai a detta di molti di noi si fa apprezzare quanto e anche più della regolare.
  25. Leo

    Addio, Ulzana!

    Bentornato, Don Fabio. Non se se leggi ancora Tex o meno, ma sarebbe bello vederti più spesso su questi lidi. Un caro saluto
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.