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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Sì ma quando lo hanno detto a Tex?
  2. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Io vado controcorrente e mi dico dispiaciuto per il finale di questa storia. L'ho trovato non complesso, ma saturo, farcito in maniera eccessiva di situazioni e personaggi che, oltre a far girare la testa, potevano a mio modo di vedere non essere proposti. Ma oltre a questo, è proprio la nuova versione del vecchio Jack Thunder che non mi va giù, non la trovo credibile, troppo lontana da quello che il personaggio era stato nella sua prima - splendida - apparizione. La sceneggiatura non manca di buoni spunti, di belle sequenze, di tutta una prima parte avvincente, ma purtroppo quelle che mi restano impresse sono solitamente le cose che non mi vanno giù, che compromettono anche ciò che di indubbiamente c'è di buono un questa tripla (contiene S P O I L E R): 1) Innanzitutto il vecchio Jack: cosa abbia potuto trasformare l'ex guerrigliero straccione e cieco in un personaggio così influente da avere tutta quella pletora di complici, è un mistero: sgherri come se piovesse, un uomo d'affari addirittura potenziale governatore e i cinesi e il buon Dottor Marvel per contorno. Da dove gli deriva tutta questa influenza? Ne I Sette Assassini, sedici anni fa, Jack era poco più di un mendicante, uno straccione, un personaggio da incubo che girava con altri mostri: adesso invece tresca per far ascendere un suo imprecisato amico al soglio di governatore di regione! Qual è il nesso, dov'è l'attinenza - credibile - con il primo Thunder che portava una civetta in spalla? Da dove gli derivano queste amicizie e questa facilità nel trovare complici che sembrano invece partoriti solo per far da carne da macello a Tex e pards, come in una sorta di videogioco in cui si devono colpire le sagome? 2) Addirittura Thunder è il Drago! E il cuoco di Mike (guarda caso) e la donnina cinese ne sono terrorizzati: lui vive in Cina, ma terrorizza chiunque... al di là della trovata (improbabile) non ho francamente capito le ragioni dell'introduzione di questa entità del Drago: a che serviva? A muovere due sicari cinesi? A che pro introdurre questo antagonista malvagio se poi lo si abbandona completamente? Perché questo accade, il Drago viene completamente abbandonato; solo incidentalmente Tex, parlando con Kit, afferma che il Drago altri non era che il solito, vecchio Jack... 3) Ma Thunder è anche un pazzo furioso: in una stanza, con Kit Willer che ha in mano una pistola e spara all'impazzata, non spara a Kit ma si limita a colpirlo con una mazza??? Ma dai, questa la batte tutte... 4) Il Kid è gestito meglio, ma ormai conosciamo troppo bene Borden per non aver capito - da tempo - che il Kid non sarebbe stato alla fine un personaggio negativo... mi avrebbe sorpreso di più se fosse rimasto quella carogna che era, francamente... 5) il mio vecchio Carson... tornato rimbambito come ai tempi dell'ultimo Nizzi, un personaggio a cui dover spiegare tutto quello che accade, o che cede immediatamente all'effetto del gas sferrando un pugno a Tex e fuggendo via invasato mentre Tex, con uno stoico sforzo di volontà, riesce a mantenere salda la propria volontà anche a dispetto delle venefiche esalazioni... dov'è finito il Carson de Il Passato di Carson, de Gli Invincibili, de I Giustizieri di Vegas? Dove? Ora invece vi sottopongo una domanda, un passaggio che non ho capito e che ora non riesco a rivedere (gli albi sono già a casa di mio padre): Tex dice a un certo punto che il Kid aveva un alibi per i primi due attentati, ma non per la terza sera. Ma da dove aveva tratto queste argomentazioni? Nel primo albo non mi pare che ci fossero... Dove mi sono perso? Mi dispiace non riuscire a dare un giudizio positivo a questa storia, ma la trovo troppo costruita e molto improbabile. Mi spiace.
  3. Se vuoi fare una frittata devi rompere le uova. Blanche le ha rotte, ammazzando come un cane uno dei guardiani del penitenziario dov'era rinchiuso Tex. Devi rompere le uova, ma se una, per vendicare suo padre, deve uccidere un altro uomo e rischiare di ammazzarne altri, non è poi tutto questo personaggio positivo! Considerazione da scolaretto? Forse. Ma Blanche non la apprezzo. Poi, certo, la sua bellezza e la sua spudoratezza davanti ai due uomini che fanno il bagno con le pudenda all'aria sono un bel po' conturbanti, per non parlare del viso da Marlilyn di cui la dota l'ottimo Alberti, e non riesci a volerle troppo male. Lei sa che Tex è in galera, e Carson no. Ci sta che quest'ultimo all'epoca non fosse a conoscenza di tutti i movimenti del suo pard, ma resta un mistero come potesse saperlo Blanche. Siamo tutti ct, o lettori della domenica? Boh, certo è inspiegato, e io sono per gli spiegoni, e nonmenefrego: il mondo è bello perché è vario. L'ingresso di Carson è meraviglioso, ma non ne capisco l'intervento. A che è servito il suo irrompere nella storia? Nella penultima pagina Tex dice che Carson avrà scoperto chi proteggeva Shannon, ma poi la storia finisce e anche questo punto resta sospeso: poco male? Sì, ma allora perché dirlo? A parte tutto, il prodotto è graficamente meraviglioso. Bellissime certe pagine, con la notte che trascolora nell'alba, suggestivi campi lunghi del West, colori superbi: il prodotto è realmente qualcosa di nuovo, di qualitativamente alto, che vuol dire che non è Tex? Questa è un'altra forma di Tex, sperimentale, inconsueta, inusuale, bellissima. Ben vengano le novità, se di questa caratura.
  4. Leo

    [395/397] Il Testimone

    Quoto l'analisi di Paco e le considerazioni successive di West10: la storia è originale nel suo voler approfondire i tanti personaggi di questo dramma e nel suo sfondo crepuscolare, un West ripulito e tranquillo che porta però nel profondo la macchia di ciò che è stato. Non avevo mai letto questa storia perché mi mancava Una lama nel buio: ora che ho colmato la lacuna posso dirmene saziato, è una storia memorabile proprio per la sua diversità, e non posso che essere contento che un simile gioiellino sia stato affidato a Monti, che meritava storie più corpose di quelle che solitamente gli affidavano. Non aggiungo altro a quanto già gli altri pard hanno detto in maniera mirabile, mi limito a godere del Nizzi che fu.
  5. Leo

    [154/156] San Francisco

    D'accordissimo con te, Leo, sul giudizio che dai sulla prima parte: molto veloce e "tirata via", con alcuni espedienti un po' pretestuosi (il poliziotto corrotto che origlia all'arrivo di Tex e pards nell'ufficio di Tom Devlin, lo stesso poliziotto spiato da un collega mentre entra nel locale di Diamond Jim) che servono a portare la storia velocemente là dove GLB voleva: la "lotta sul mare" tra Tex e il mitico Barbanera. La prima parte risulta quindi più una specie di prologo a sé stante, che ha il solo scopo di mettere in moto l'azione che si svilupperà invece nello scenario dell'oceano. Nonostante questo risulta comunque godibile, anche se tutto è accelerato e, come rilevato, Tex giunge al mandante del rapimento di Kit davvero troppo in fretta. Forse il tono da commedia che prevale in questa parte - nella scazzottata alla fumeria d'oppio e soprattutto nelle dame del buon costume - stona un po' con quelli che dovrebbero essere i sentimenti di Tex per il figlio scomparso. La seconda parte è invece di quelle che non si dimenticano, sia per l'ambientazione insolita che per la figura di Barbanera. E qui bisogna dare il grande merito a Nizzi di averla ripresa - senza stravolgere il personaggio, ma rimanendo fedelissimo all'originale - e di averci costruito intorno una storia magistrale. Secondo me, senza la storia di Nizzi, non saremmo tutti così entusiasti di questa prima apparizione del capitano Drake, che non avrebbe lasciato così tanto il segno. E io sono d'accordissimo con te sia sul Tex troppo divertito con il figlio rapito che sul merito di Nizzi nella consacrazione di Barbanera. Già gran personaggio in questa poco ispirata storia, entra nell'Olimpo dei comprimari texiani grazie ad una delle più belle avventure di tutti i tempi, la deliziosa La Congiura...
  6. Leo

    [154/156] San Francisco

    Non credo sia una questione di età, natural. La storia in questo topic ha mietuto consensi unanimi, a parte la mia voce fuori dal coro, e non credo che tutti l'abbiano letta da piccoli. Di converso, io non dovevo essere molto più grande di te la prima volta che l'ho letta, ma nemmeno allora ne rimasi entusiasta: certo, probabilmente allora non feci caso alla faciloneria di alcuni passaggi (ora per me evidente) , ma nonostante ciò non mi pare di averla mai amata particolarmente. Discorso a parte merita la seconda parte, con il grande Barbanera, personaggio da applausi. Devo ammettere che le storie da me assimilate completamente e che mi sono rimaste nel cuore sono più tarde, di Nizzi e Boselli in particolare: forse l'età, dopotutto, conta davvero...
  7. Leo

    Tito Faraci

    Caro Tito, ho da farti un serio rimprovero: come farò ora senza il Generale? Non puoi dare vita a un personaggio così penetrante e poi esaurirne la vicenda in poco più di 200 pagine, che peraltro si divorano con una velocità impressionante, tanta è la voglia di leggere quello che accadrà dopo. Mi sento già orfano di questa figura e della bellissima lettura che ha rappresentato il tuo romanzo, che intriga sin dall'inizio per poi avvilupparti nell'avvincente vicenda (nella sua forma e nella sua struttura, nel suo cerchio) fino al crescendo di colpi di scena finale, una vera e propria appagantissima batteria di fuochi d'artificio. Quel "grazie" di Repetti, poi (personaggio tra i più interessanti del romanzo, insieme a Rasori e allo Squalo), mi ha dato una soddisfazione inesprimibile, ottimo coronamento di una psicologia ben sviluppata nel suo gelo in tutte le pagine del libro, dall'episodio della pecora in poi. Sì, va bene, complimenti, ma mo' che faccio? Dove lo ritrovo un Generale?
  8. Leo

    [154/156] San Francisco

    Io vado controcorrente, e dico che questa storia non mi è piaciuta più di tanto. Ho trovato "macchiettistica" la trovata delle Dame ed in generale fiacca tutta la prima parte, in cui Tex scopre con una facilità davvero disarmante chi c'è dietro il rapimento di suo figlio. Ho come la sensazione che GLB volesse farla immediatamente finita con la prima parte - infischiandosene dell'intelligenza del lettore - per arrivare al punto che lo interessava davvero: la sfida sul mare tra Tex e Drake, e soprattutto la comparsa in scena di quest'ultimo, personaggio veramente maiuscolo di una storia molto meno meritevole. Un merito comunque questa storia ce l'ha, ed è quello di aver introdotto nella saga Capitan Barbanera, antagonista talmente bello da meritarsi un ritorno nella storia - di ben altra caratura - di Nizzi. E non solo... non vedo l'ora di rivedere sulle pagine del nostro ranger il mefistofelico e sornione faccione del pirata più simpatico del West.
  9. Leo

    [463/465] I Sette Assassini

    James, nell'ultimo Tex Willer Magazine ho scritto un articolo sulla storia Il Passato di Carson aggiungendovi un'intervista a Mauro in cui il nostro ha già ammesso che Donna è figlia di Carson: non per farmi pubblicità, ma nell'intervista Mauro dice diverse cosucce interessanti... Quando dici che scrivesti a Boselli, lo facesti per lettera (il forum non esisteva ancora)? E lui ti rispose allo stesso modo?
  10. Leo

    [463/465] I Sette Assassini

    Stamattina, visto che per la prima volta in vita mia ho deciso di leggere gli inediti solo alla fine della storia (in ragione della complessità di Winnipeg, voglio godermela tutta d'un fiato), mi sono ripreso questa storia... nei precedenti post non la definivo un capolavoro solo per l'eccesso rappresentato dalla cecità di Jack Thunder, ma rileggendola oggi dico: chissenefrega della cecità di Jack Thunder, la storia è veramente meravigliosa! Non la scopro oggi, ma oggi sono riuscito, chissà perché, a superare quella barriera mentale che mi faceva storcere il naso di fronte a Thunder non consentendomi di definirla un capolavoro. E invece un capolavoro lo è eccome: Borden dapprima terrorizza, con la scena iniziale nel trading post, poi ci fa vivere dei DELIZIOSI momenti di vita alla locanda, con la splendida maestrina di scuola che, alla vista di Carson, sta per tradire Lena dicendo: "QUEL Kit Carson? Sarebbe lui il...". Forse avrebbe continuato la frase dicendo: "il vero padre di Donna?" E' possibile che sia così, che Lena si sia confidata con la sua pensionante, con questa che non riesce a tenere la lingua a freno davanti a Carson, interrotta provvidenzialmente dalla stessa Lena che lascia Carson nella sua squisita perplessità (CHIEDO A MAURO SE QUESTA POSSA ESSERE UNA CORRETTA INTERPRETAZIONE, E SE EFFETTIVAMENTE LA PENSIONANTE STAVA PER TRADIRE LENA SULL'EFFETTIVO PADRE DI DONNA). Ma tutti i pensionanti sono a loro modo personaggi memorabili, tra i quali spiccano Padre Sheridan con il suo fosco passato ed il compassato gentiluomo del Sud, non un vigliacco ma un uomo sopraffatto dalla vita probabilmente a causa degli orrori della guerra: ho trovato tremendamente suggestivo che sia stato proprio lui, in virtù del suo sofferto vissuto, a percepire la reale natura di quel perfettino del Kid. Tra i cattivi, oltre a Thunder, eccellenti le figure di Monk e di No-face, due essere tragici a loro modo, minati l'uno nel corpo e l'altro nella mente e costretti alla parte dei paria di una società molto meno attenta alle istanze dei diversamente abili rispetto a quella attuale. Menzione particolare per il Kid, il cui confronto con Carson è dovrebbe indurre a spellarci le mani per gli applausi! Tra i personaggi grigi, che goduria i fratelli Lane: non solo il simpaticissimo Bronco, ma anche l'eroico Jim, ladro di cavalli ma cuore generoso, che non esita a gettarsi in una situazione da horror pur di fare qualcosa per salvare degli uomini che per lui non si sarebbero mai spesi. E poi i disegni...mammamia che spettacolo, Marcello era ai suoi massimi, il suo Carson è quello che mi porto nel cuore.
  11. Leo

    [001] El Diablo

    Quoto il bel post di Kerzhakov91: anch'io ritengo questa storia nettamente superiore alle due precedenti. In queste sere ho riletto il n.1 di Tex, e penso che continuerò con queste prime storie ancora per un po': sono meno impegnative e più immediate e puoi anche permetterti di non stare troppo attento, ed io la sera casco dal sonno. Non avevo mai riletto queste storie negli ultimi 20 anni, proprio non ne avevo voglia. Le ricordavo troppo serrate, troppo elementari, in definitiva troppo datate. Potevano andar bene per un lettore degli anni '50, non già per uno che ha conosciuto Tex negli anni '80 e che lo legge ancora oggi con aspettative ben più alte di quante possano consentirne le brevi e frettolose storie degli albori. Si aggiunga a ciò che le trame le ricordo sufficientemente bene per avere il quadro completo delle motivazioni che mi hanno portato a non rileggere più i primi numeri in tutti questi anni. Ma, mentre Il Totem Misterioso e La mano rossa non hanno fatto che confermarmi i pregiudizi iniziali, El Diablo mi ha un po' spiazzato: non la ricordavo così matura, con dialoghi che non hanno nulla da invidiare ai fumetti di oggi. Due però le cose che mi hanno colpito di più: 1) La facilità con cui Tex uccide. In questo primo albo, Tex è davvero un assassino: uccide solo chi merita di essere ucciso, dice lui, ma è vero che mette mano alla pistola con una facilità estrema - molto più di oggi - e ciò mi porta a ripensare parzialmente il mio giudizio sulla censura che spesso questo fumetto ha dovuto subire nei suoi primi anni. L'Italia ultra-cattolica del 1948, quella stessa Italia in cui si credeva con ingenua e genuina fede alle Madonne piangenti di Luigi Gedda, non poteva - obiettivamente - vedere di buon occhio un fumetto con così alta dose di violenza, e chi lo bollava come diseducativo non è che avesse tutti i torti. Oggi Tex uccide con altrettanta facilità, ma intanto è meno impulsivo - ciò che lo porta a tirare qualche cazzotto in più e qualche pallottola in meno - e poi oggi, con tutta la violenza presente negli altri media, quella del Tex dell'epoca sarebbe abbastanza ordinaria. Per il 1948, in assenza di altri media popolari, tutti quei morti ammazzati nel giro di poche vignette non dovevano invece essere pochi, e potevano ben allarmare gli occhialuti censori di fine anni '40. Probabilmente lo stesso GLB doveva esserne consapevole, tanto che nella storia successiva fa rimproverare Tex da parte di Joan, la figlia del giornalista, che gli chiede se non possa essere meno svelto con quelle pistole. Al che Tex risponde che, anche se è consapevole di ciò che lei pensa dei suoi metodi, lui non ha comunque alternative, e deve colpire prima di essere colpito. Una giustificazione plausibile che a mio parere palesa l'intenzione di Bonelli di mitigare con le parole quei fatti violenti che mette in scena in questo fumetto esplosivo e per l'appunto iper violento. 2) le incertezze nei disegni: per quanto queste le ricordassi bene, mi hanno comunque colpito alcune vignette in cui Tex è particolarmente brutto, o comunque un bel po' differente rispetto alle altre vignette della stessa storia, con una fisionomia in definitiva troppo mutevole, solo abbozzata, indefinita.
  12. Questa storia non sembra scritta da un autore in crisi: è vero che le scene più belle sono soprattutto sul primo albo (scritto in un periodo pre-crisi: le scenette sulla nave sono divertentissime), ma è altrettanto vero che i due albi successivi sono più che dignitosi, e divertono fino alla fine. Più che Nizzi, ho trovato inaspettatamente più appannato Fusco, che pure, con il grande Nord, era nel suo elemento.
  13. E' verissimo che in questa storia Tex e pards si siedono accanto al lettore ed assistono anch'essi allo svolgersi degli eventi. E' una storia da far leggere a chi vorrebbe Tex sempre risolutivo: qui il nostro non fa niente di niente, si limita ad esporre il caso al Morisco, poi sarà il Brujo a svelare il mistero, anche grazie al sacrificio di un povero cane malato e moribondo che nonostante questo mi ha fatto una gran pena: una cosa è sopprimerlo, come accade oggi, con un'iniezione letale quando ormai non c'è più nulla da fare, un'altra è farlo morire volutamente nel terrore, ed il povero cane, nonostante sia più di là che di qua, è talmente terrorizzato da ciò che gli sta di fronte che trova la forza di alzarsi e ringhiare minaccioso. Scena questa per me abbastanza forte, ma non stigmatizzabile, sia per i tempi in cui la storia uscì (forse oggi ci si farebbe qualche problema in più) che per l'epoca in cui la storia è ambientata, in cui questo tipo di problemi non se li ponevano nemmeno, ed anzi forse eccede anche un po' GLB quando fa ripetere a Morisco più di una volta che il cane è malato e morirebbe comunque. Morisco, dicevo, risolve il mistero, e quasi contemporaneamente lo stesso viene compreso anche al forte, dove i militari, sia pure a costo di due vite umane, fanno tutto in autonomia, senza alcun intervento risolutore del nostro ranger, che anzi tenta - fallendo - di preservare almeno uno di quegli orribili esseri per gli esperimenti del Morisco. Nonostante quanto detto sopra, considero la storia molto molto bella, per l'originalità dell'idea e per la reale inquietudine sprigionata da quegli esseri gentili e spietati che sono questi fiori vampiri. Pur non amando neanch'io le storie inverosimili, stavolta mi sono davvero divertito!
  14. Leo

    [Maxi Tex N. 07] Figlio Del Vento

    Bella analisi davvero, per una storia tutt'altro che bella. Conoscerne la genesi aiuta anche a comprendere le dinamiche cui è sottoposto uno sceneggiatore, spesso costretto ad imbrigliare la propria creatività secondo una logica industriale che non sempre naturalmente porta buoni esiti. Questa storia può essere un esempio di ciò.
  15. Io trovo forzato soprattutto il pretesto iniziale, vale a dire la truffa dei dobloni: che su una storiella del genere si possa imbastire una truffa così redditizia da spingere ad entrarci un proprietario di alberghi e saloon, altri bei tomi e addirittura uno sceriffo mi sembra francamente esagerato. Concordo con Don Fabio anche sulla trovata fanciullesca del delirio provvidenziale che svela il nome di Li-Wong. Come intrigo, mi pare debole. Come storia, è invece scoppiettante, e si lascia leggere che è un piacere. Peccato per la fragilità del pretesto iniziale; per il ritmo che ha e per la quantità di divertimento che dispensa, avrei voluto avere di questa storia una considerazione migliore.
  16. Leo

    [656/657] Nodo Scorsoio

    Per non essere da meno rispetto a virgin, ho fatto leggere la presente storia a mio padre: l'ha definita un buon giallo, una storia scritta bene. Tito dice che questa è la maggioranza silenziosa, chissà che non abbia ragione lui.
  17. Bellissimo post natural. Tuttavia capisco anche che una certa estetica del sangue possa dispiacere. Ma nel caso concreto si parla davvero di uno schizzetto, niente che in Tex non si sia già visto, a partire dalle copertine. In questo senso interpreto la protesta di Gunny, e cioè che la stiamo facendo troppo lunga per un non problema.
  18. Anche nella copertina del 160 I killer c è un bel po di sangue...
  19. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    E' divertente vedervi sfruculiare. D'altronde i forum servono a questo... Ti vengo in aiuto --- come potrei essere tanto presuntuoso da promettere una A?... le grandi storie mica vengono a richiesta... Quindi una B, che , per qualche motivo insindacabile, ma che sarà infine comprensibile alla lettura (e fidatevi del curatore, una volta tanto!) sarebbe oltremodo inadatta alla regolare... Tu così ci fai del male... Comunque, al di là delle motivazioni che hanno portato l'editore a pubblicare Nei Territori del Nord-Ovest su di un Maxi, essa rappresenta una storia epocale, in entrambi i sensi: - di tipo A, perché è una grande storia; - ma anche di tipo B, perché in fin dei conti racconta il Passato di uno dei comprimari della saga. Brandon non è mai stato così vivo, così penetrante, così vero come in questa storia. E' sempre stato un buon comprimario, ma con Nei Territori del Nord-Ovest diventa protagonista. Epocale già lo era questa storia, ed è finita su un Maxi. E' un bene che Mauro stia pensando ad altre operazioni simili!
  20. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Su "Rio Hondo" Carlo non ci siamo proprio! Mi riapproprio di un vecchio post della discussione su quella storia, dove quotavo Wasted Years: Di tutti i giudizi espressi in questo topic, è quello che più si sposa con le mie idee e non è una novità, col vecchio wasted sulla materia texiana ci trovavamo spesso d'accordo. Storia davvero di piacevole lettura. Innanzitutto un Tex come piace a me, che sbatacchia gli avversari ridicolizzandoli, fa lo sbruffone, bisticcia verbalmente con Carson su ogni cosa e a ogni ora, strappandomi più di una risata. [...] Se "Rio Hondo è finito sul maxi non è certo per la sceneggiatura di Nizzi, ma per i disegni di Repetto, poi promosso sulla serie regolare qualche anno dopo, IMO per un tardivo ripensamento. I maxi si sono rivelati per anni un autentico "reservoir" in cui Sergio metteva gli "scarti". Le pur meritevoli storie di boselli dopo il texone 12 di Font, ossia il pregevole almanacco del 2000 e lo splendido maxi de 2001, perchè finirono sugli speciali ? Per lo stesso motivo per cui "Rio Hondo" finì nel maxi del 2002!!! Non certo per le sceneggiature particolarmente riuscite, ma per la paura di Sergio di mettere Repetto e Font sulla serie regolare, paura solo in seguito superata (purtroppo). Quoto in pieno, salvo il "purtroppo" tra parentesi :help: :clapping: Merita invece, come scelta, il . Le storie epocali le voglio sulla serie regolare, mica a fare compagnia agli ultimi dimenticabili maxi Tex. Qui non sono d'accordo. Per anni ci siamo lamentati della scarsa qualita` della collana e abbiamo auspicato un rilancio della stessa in tutte le maniere. E ora che si prospetta un Maxi Tex degno di questo nome, che Boselli stesso definisce EPOCALE (chissa` poi in che senso...), ci lamentiamo e rimpiangiamo le storie anonime degli ultimi anni? Infatti! Ben venga questa storia invece, rivitalizziamo il Maxi
  21. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    E invece siamo d'accordo. Ho detto che "poi vi sono delle eccezioni" e quelle da te citate lo sono. Piccola differenza: per me "La ballata di Zeke Colter" non è un'ottima storia ma un piccolo capolavoro. Probabilmente Sergio non le voleva non "per un motivo o per un altro", ma proprio perché le considerava scarti... io credo in un dirottamento scientifico verso questa collana di tutto ciò che l'editore considerava poco riuscito, per testi e/o disegni. La verità è che al suo arrivo come supervisore Boselli si è trovato davanti un problema e cioè non c'erano abbastanza storie per il Maxi e nemmeno disegnatori abbastanza veloci da garantire il numero di pagine necessario in tempi ragionevoli. L'unica soluzione consisteva in volumi con storie più brevi e così è stato fatto. Il che non significa che si è abdicato alle storie lunghe ma che ci vuole tempo per avere storie lunghe. Di disegnatori velocissimi ormai è rimasto solo Diso, gli altri ci mettono tra i due anni e mezzo a quattro anni per realizzare una storia di più di 300 pagine. Nel frattempo il Maxi deve comunque uscire. Solo chi ragiona esclusivamente da lettore potrebbe dire: non si fa uscire il Maxi finché non ne è pronto uno corposo. La casa editrice non può permettersi di saltare uscite. e infatti capisco e sono d'accordo anche su questo. Infatti ho premesso che non sono contento da lettore ma sono comprensivo da uomo d'azienda.
  22. Leo

    [658/660] Winnipeg

    Al riguardo, ribadisco che anche a me darebbe fastidio se il Kid cambiasse sponda (da cattivo a buono), e non per la pur legittima opinione di Ymalpas (Tex si è sbagliato. Per me una tantum ci può anche stare, e può avere ragione il Vecchio Cammello ), ma perché è un personaggio concepito odioso e marcio fin dall'inizio, molto difficilmente recuperabile quindi. Eppure, sono convinto che sarà così, cioé che Borden riabiliterà il personaggio: questa convinzione mi deriva dal fatto che è già la terza volta che Rodelo appare su Tex, e non può essere un caso: è evidente che Borden simpatizza per questo suo personaggio e farà di tutto per riabilitarlo, magari con una morte catartica... Ma a me pare, Tazhay, da questo tuo post, che tu ti riferisca ai personaggi grigi in genere, tipo quelli da me menzionati, come Clemmons o Corbett. Correggimi se sbaglio, ma tu parli dei soli grigi di GLBonelli, affermando che altra cosa "é far mutare comportamenti ad un personaggio nel corso della narrazione, spiazzando così il lettore". E qui mi sembra tu ti riferisca ai personaggi da me citati sopra, con un'implicita critica a Boselli. Se così è, credo che non siamo d'accordo sulla "pretenziosità" di certe operazioni boselliane: parliamo sempre di uomini, anche le canaglie possono provare simpatia o solidarietà. Clemmons è un bastardo ma ha un debole per il vecchio Carson; Corbett è un assassino e bandito ma è anche un ex soldato jayhawker, con un suo personalissimo senso dell'onore che lo porta a rendergli insopportabile, anche per una coscienza nera come la sua, l'idea di abbandonare i suoi compagni detenuti e quel ranger che in fondo per sua stessa ammissione "gli piace", alla mercé degli indiani. Tex è manicheo? Io preferisco dire che Tex è verosimile, e personaggi del genere, bastardi in grado di provare simpatia, ne esistono eccome. Sono cresciuto e vivo in un piccolo paese del Sud ad alta densità mafiosa: ci si è andati a scuola, ci si è giocato a pallone, con certa gente: mi sembra impossibile pensare che facciano quello che fanno quando all'apparenza sembrano i compagnoni di sempre, capaci di provare simpatia e affetto come tutti gli esseri umani. Perché sono sì dei mostri, dei bastardi, ma in fondo sono pure uomini, e tra questi ci sono i balordi, anime piccole piccole capaci di fare del male magari solo per menefreghismo, e ci sono esseri pensanti, forse i più bastardi di tutti ma capaci di sentimenti verso terze persone. Questi sono i Clemmons, i Corbett, i Calavera. I personaggi grigi non sono solo di GLBonelli. Kid Rodelo lo spazio lo ha avuto e l'approfondimento anche. Sappiamo che ha avuto un'infanzia infelice e abbiamo assistito "in diretta" ad eventi traumatici (la perdita sia pure temporanea dell'uso delle gambe e la perdita del braccio) che possono essere forieri di mutamenti nel cuore e nella psicologia di una persona. Per quanto neanche a me piaccia l'idea, credo fortemente che l'idea di Boselli sia quella, e se così fosse a me personalmente non piacerebbe, ma oggettivamente non la riterrei pretenziosa o campata in aria... quoto in pieno. in quale parte del mondo sei, Pecos?
  23. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Ma fate in tempo a cambiare? Sarebbe opportuno, perché per me ad esempio una sola storia di 324 pagine è più succulenta di due, e magari da questo potrei far dipendere se acquistare o meno l'albo. Se dovessi far ricorso alle esperienze passate, non lo comprerei, perché l unico albo di segura che a me non piacque fu proprio il doppio i due volti della vendetta.Parlo in astratto naturalmente: pur preferendo le storie lunghe, personalmente acquisto tutte le pubblicazioni texiane, non per collezionismo, ma perché Non riesco a lasciare un inedito di Tex in edicola: per me quindi il problema non si pone. Peraltro, sempre a proposito di esperienze passate, il maxi di faraci la legge di starker mi piacque molto, per cui mi posso aggrappare a questo precedente per coltivare la speranza in buone storie... Ma fate in tempo a cambiare? Se intendi la scritta incriminata, allora sì, c'è tutto il tempo. Se intendi altro... No no, mi riferivo alla sola scritta incriminata. ... temo che rimarrai deluso. Da quanto ne so, c'è una sola storia lunga pronta per il Maxi ed è di Ruju & Diso. Vuoi davvero infliggerci Diso due anni di fila? E poi al massimo sposteresti la cosa di un anno e poi le due storie dovresti sorbirtele lo stesso perché altro materiale non c'è. Ci vorranno altri tre anni almeno per aver pronta un'altra storia lunga. Sì, ho letto dalle tue anteprime (per le quali sempre ti ringrazio, anche se non sempre le ricordo) che non vi saranno storie lunghe per i Maxi per un po' di tempo. Sono francamente deluso: il Maxi (lo abbiamo detto mille volte, sopportate questa mia milleeunesima) aveva le potenzialità per essere una pubblicazione prelibata: l'unica occasione che un lettore ha di leggere una storia lunga di fila, senza l'odiosa attesa mensile. A differenza di te, ho sempre pensato che siano soprattutto le storie di ampio respiro (e di ampie pagine) le probabili candidate a diventare dei capolavori, laddove invece le storie più brevi possono essere anche ottime ma mai capolavori. Per me fino ad ora è stato così, poi vi sono delle eccezioni ma la mia idea in linea generale non cambia. E quindi, quale migliore occasione del Maxi per sfornare capolavori? E infatti, ecco che un certo anno ti trovi a leggere Nei Territori del NordOvest, e lo leggi in un'unica volta, tutto d'un fiato. E dici: che capolavoro. E pensi: che soddisfazione. E nel '91, quando avemmo l'occasione di leggere Oklahoma? Complice anche il mio entusiasmo di adolescente, tenni quel balenottero sul mio comodino per mesi, tanto ero entusiasta della semplice idea dell'esistenza di una simile storia e di un simile volumetto autoconclusivo: quasi non riuscivo a crederci. Poi. Poi quella pubblicazione virtualmente prelibata e potenzialmente foriera di soddisfazioni epiche si banalizza anno dopo anno, diventando una sorta di contenitore di scarti, da riciclare ai danni del fedelissimo che compra ugualmente. Sì, abbiamo potuto leggere Rio Hondo (che mi è piaciuto moltissimo, un piccolo capolavoro nella sua estrema classicità), il bellissimo Maxi di Manfredi, quello faraciano di Starker, almeno due capolavori di Segura (sia pure rimaneggiati in redazione), ma restano sempre troppo pochi rispetto al grigiume cui questa pubblicazione è stata spesso condannata. Abbiamo, noi lettori texiani, anche attraverso il forum, invocato un cambio di rotta per questa collana, ed in tutta risposta ci troviamo con questo esito: due storie più piccole invece di una più grossa. Io spero di sbagliarmi, ma francamente leggo questa cosa come una sorta di resa per la Casa Editrice, che non solo non vuole investire su questo formato ma continua a dirottare su di esso storie meno ambiziose, perché questo per me sono le storie più corte: sono meno ambiziose. Io sono di quei fedelissimi che comprano a prescindere: spero veramente di potermi dire, finito il Maxi, soddisfatto di quanto letto: ma, soddisfazione a parte, per ora il mio pensiero è che si è preferito rinunciare a fare del Maxi un fiore all'occhiello (immaginiamo la pubblicazione di storie all'altezza di Oklahoma, affidate magari ad autori esterni o comunque infrequenti, quali lo stesso Berardi, Medda, Manfredi, ed altri ancora) per continuare ciò che si è fatto finora, rendendo il Maxi ricettacolo di storie di secondo livello. Magari buone storie (speriamo!) ma non quei capolavori che invece il formato del Maxi ci poteva dare. Queste restano naturalmente le mie considerazioni di lettore. I problemi di reperibilità di nuovi sceneggiatori, di continuità del lavoro dei disegnatori (che non devono essere lasciati fermi, neanche se anziani), di pubblicazione a tutti i costi di una simile collana che al di là della qualità porta i suoi bei ed irrinunciabili introiti nelle casse della Casa Editrice (che anche su questi introiti punta nei suoi budget annuali e che quindi non devono venir meno da un anno all'altro); tutti questi problemi ed aspetti, dicevo, capisco che indirizzino le azioni dell'editore e del curatore, per cui da uomo d'azienda quale sono tendo anche a capire determinate logiche. Ma su Tex sono un lettore, e come tutti i lettori, disimpegnati e avidi, come i bambini, solo di sentirsi raccontare nuove storie, mi piacerebbe che le logiche aziendali si sposassero sempre con le mie aspettative.
  24. Leo

    [51/53] Sangue Navajo

    Rileggendo questa storia oggi (complice un'influenza) ho avuto modo di fare le stesse considerazioni di Don Fabio, qui proposte in un'analisi impeccabile che ripercorre punto per punto gli aspetti salienti della trama e i punti di forza e di originalità della sceneggiatura: anch'io sono rimasto piacevolmente colpito dall'attualità di simili testi, che spaziano dalle logiche della politica (spesso marce, come in questa storia) al ruolo dei media, dalla "banalità del male" (eccellente, pard, solo questa citazione rende il tuo contributo di estremo valore) all'ironia che coinvolge soprattutto il vecchio Carson. E qui mi riallaccio ad altre considerazioni: Anch'io sono stato felicissimo di vederlo apparire in questa storia, e anche a me piace pensare che GLB volesse troppo bene a Carson per lasciarlo fuori da una storia della cui importanza lo sceneggiatore doveva essere ben consapevole. Una storia da far leggere a tutti coloro che, non conoscendo Tex, volessero farsi un'idea del personaggio. In questa storia vediamo un Tex archetipico, un Tex puramente texiano. Sui disegni: sono tutti di Galep? In alcune vignette, ho la sensazione che lui abbia disegnato solo la testa di Tex, e ciò deriva da alcune pose non del tutto naturali. Questa era una pratica diffusa all'epoca, pratica che IMHO non sempre ha avuto esiti felici, come per l'appunto le vignette a cui facevo riferimento prima. Non so se anche questa storia, come molte di quel periodo, oltre a Galep abbia avuto altri ghost writer. Penso di sì.
  25. Leo

    [Maxi Tex N. 19] La Giustizia Di Tex

    Ma fate in tempo a cambiare? Sarebbe opportuno, perché per me ad esempio una sola storia di 324 pagine è più succulenta di due, e magari da questo potrei far dipendere se acquistare o meno l'albo. Se dovessi far ricorso alle esperienze passate, non lo comprerei, perché l unico albo di segura che a me non piacque fu proprio il doppio i due volti della vendetta.Parlo in astratto naturalmente: pur preferendo le storie lunghe, personalmente acquisto tutte le pubblicazioni texiane, non per collezionismo, ma perché Non riesco a lasciare un inedito di Tex in edicola: per me quindi il problema non si pone. Peraltro, sempre a proposito di esperienze passate, il maxi di faraci la legge di starker mi piacque molto, per cui mi posso aggrappare a questo precedente per coltivare la speranza in buone storie...
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