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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Tutto il contenuto pubblicato da juanraza85

  1. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    Anche questa volta, se tanto ci dà tanto, Tex e Kit Carson perseguiranno in maniera più o meno diretta il medesimo obiettivo senza incrociarsi. Bella entrata in scena di Carson e dei suoi compari rangers, ancora più interessante l'ingresso in carcere di Tex ed Hutch, con il nostro che ovviamente è subito entrato del mirino degli altri ospiti del penitenziario e, soprattutto, del direttore, che a quanto si lascia intendere è un ex bandido riciclatosi pezzo grosso. Vediamo come evolverà la vicenda in conclusione dello scontro tra Tex e la cricca di Zemedo organizzato dal direttore per il ludibrio proprio e dei suoi prestigiosi ospiti, secondo me ci aspettano notevoli sorprese. Si mantiene su standard a mio avviso elevati il livello medio dei disegni di Valdambrini, per quanto anche io sono del parere che, probabilmente, nella caratterizzazione di Arkansas Joe avrebbe potuto fare qualcosa di più. Parimenti convengo, di contro, sulla somiglianza tra El Cangrejo e Charles Bronson.
  2. Come mi ero ripromesso e come avevo premura di fare, eccomi qui a fornire un più approfondito parere personale in merito alle storie di quest'ultimo Color. Dal mio punto di vista, nel complesso l'albo è di livello più che buono, soprattutto per quel che riguarda le sceneggiature (accomunate, eccetto una, dalla presenza del solo Tex), leggermente meno in relazione ai disegni ed alla colorazione. Sul podio posizionerei ex aequo La terribile banda, il cui soggetto è stato curato da Marco Bechere alias @Mister P, e Memorie di un soldato, sceneggiato dal compianto Emanuele Mosca alias @Ulzana. Questioni affettive e nostalgiche, ma sarebbe estremamente riduttivo limitarsi a ciò per dare un giudizio. Ne La terribile banda è impossibile non affezionarsi al piccolo Eddie e parteggiare incondizionatamente per lui, financo quando, per ottemperare alla sfida propostagli dai membri della banda di ragazzini in cui aspira di entrare, tenta di soffiare una delle colt di Tex. Non ci riesce, ma si riscatta più che ampiamente aiutando Tex a sventare la minaccia mossa a suo danno dagli sgherri di Lyman, e soprattutto ad incastrarli in via definitiva dinanzi alla legge. A questo punto, avrebbe tutti i titoli per essere accettato con tutti gli onori nella "terribile banda", ma declina l'onore, forse perché capisce di poter ambire a qualcosa di meglio, tipo diventare anch'egli pard di Tex Willer ! Una storia simpatica e scanzonata, nata da un soggetto insolito ed originale, cui Boselli ha regalato piena compiutezza, grazie anche all'ottima prova di Guido Masala ai disegni e di Matteo Vattani ai colori, mai troppo accesi pur non risultando troppo delicati. fa da ideale contraltare - non per minor bellezza, anzi!, bensì per l'atmosfera ben più malinconica - Memorie di un soldato, un po' commovente racconto dinanzi al fuoco di bivacco, un po' ballata dal sapore crepuscolare narrata da un anziano ormai ex militare semplice, di cui non si conosce il nome, che nel corso della propria vita in divisa ha avuto per ben tre volte salva la vita grazie a Tex, senza avere mai modo di poterlo ringraziare. Ma il destino, beffardo però insieme anche un pochino magnanimo, gli permette di poter ringraziare Tex per aver tentato di salvargli la vita una quarta volta, purtroppo non arrivando in tempo per impedire a tre bandidos di ucciderlo, ma di fatto dedicandosi. Davvero una sceneggiatura notevole, coadiuvata dagli eccellenti disegni di Fabrizio Russo e dalla colorazione piena di suggestivi chiaroscuri curata da Erika Bendazzoli, per una storia altrettanto notevole, che ovviamente rende ancora più doloroso capacitarsi di quanto accaduto al povero Emanuele. Un gradino sotto, La voce del muto (titolo genialmente ossimorico) dell'autore dampyriano Diego Cajelli, affiancato dai disegni stile Ticci "prima maniera" di Matteo Jannì e dalla vivace colorazione di Virginia Chiabotti, adattissima a rendere al meglio la bellezza della selvaggia natura del Montana. Un tentato omicidio in apparenza privo di motivazioni, in realtà originato da un odio tanto vecchio quanto comprensibile, su cui Tex e Carson non solo fanno piena ed autentica luce, ma per mezzo del quale prevengono, di fatto, le azioni criminose che i fratelli Rogers avevano in animo di compiere ai danni della comunità di Little Wing. Piuttosto classica ed un filino troppo "sbrigativa", La lama del rasoio di Ruju. Tex si presenta a Barstow, Texas, con l'irruenza di un bonario ciclone, eliminando in un batter di ciglio cinque dei sette banditi agli ordini di Harry Keech, giunti in città con fare prepotente senza che gli abitanti o il Placido sceriffo siano in grado di opporsi. Solo il capomafia ed il braccio destro Roscoe creano qualche difficoltà in più a Tex, che tuttavia riesce ad uscirne ancora una volta vincitore grazie al discreto ausilio del barbiere, che può così vendicare la moglie, probabilmente uccisa dalla stessa banda in una precedente incursione un città. I disegni di Marco Torricelli, autore di un'ottima prova, non vengono a mio avviso adeguatamente valorizzati dalla colorazione forse troppo delicata operata da Oscar Celestini. In ultima posizione, seppure nient'affatto malvagia in senso assoluto, ma penalizzata da uno schema forse un po' prevedibile, Funerale a Sierrita di Nizzi. Giunto nel piccolo centro su richiesta del vecchio amico sceriffo, portandosi dietro il macabro fardello di un cadavere, Tex arriva suo malgrado solo per assistere al funerale dell'uomo, vigliaccamente assassinato la sera prima. Tutti pensano all'evaso Randy Hogan, che l'aveva giurata al vecchio Bruce Corben, senza sapere che in realtà Hogan è morto poche ore prima per mano di Tex. Ergo, il vero assassino dello sceriffo è il suo vice Tom Grant, smascherato da Tex che era stato a conoscenza della sua vicinanza alla banda di Pablo Contreras, che a sua volta giunge in paese appena in tempo per cercare - inverosimilmente, direi - di salvare il complice, sfidando Tex in un duello truccato, di cui il Nostro si avvede da subito e da cui esce trionfatore, da solo contro quattro avversari. Mi sento di bocciare, ahimè, i disegni di Torti, copia sbiadita del primo Ticci ed assai incostanti da vignetta a vignetta, salvati solo in parte da un'altra buona prova ai colori della Bendazzoli.
  3. Mi sembra una ricostruzione attendibile . Bel lavoro, @MacParland!
  4. juanraza85

    [156/158] Il Tiranno Dell'isola

    Una storia che ho riletto pochi giorni or sono, e che ricordavo solo per sommi capi, contraddistinta da un teatro d'azione decisamente inusuale, ancor più della storia precedente cui al tempo è stata opportunamente concatenata. Come già sottolineato da vari pards in commenti precedenti al mio, oltre all'insolita location a rendere interessante e piacevole l'avventura dei Nostri in una sperduta isola melanesiana - dove sono finiti a causa del naufragio del Sea Tiger del capitano Bart - è il gran lavoro che, a suo tempo, GLB svolse per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi con cui i quattro pards (più il capitano Bart) si trovano a doversi rapportare. Da una parte Mapua e Narau, rispettivamente capo e stregone di uno dei villaggi di indigeni dell'atollo, sulle prime ostili verso Tex e company, scambiati per gli ennesimi avventurieri giunti sin lì per depredarli, in seguito ricondotti a più miti consigli dalle colt e dalla consueta risolutezza dei Nostri e convinti a stringere alleanza contro i veri profittatori bianchi, un trittico di canaglie composto dal (sedicente?) barone von Kramar, dalla bella e furba Veda e da Karl, i quali, capitati tempo addietro sull'isola, costringono gli indigeni a rischiare di cadere vittime degli squali per pescare le ostriche che vivono abbondanti nelle acque circostanti ed estrarne le perle. Complice anche il tratto delicato, raffinato ed anche un po' malinconico di Erio Nicolò, abilissimo ad accentuarne graficamente le peculiarità, GLB dal canto suo tratteggia in maniera esemplare la bieca avidità e l'assoluta mancanza di scrupoli dei tre profittatori bianchi, compiendo però un autentico capolavoro nel curare l'evoluzione di Mapua e Narau: inizialmente i due sembrano due i classici maggiorenti di una tribù primitiva che, consci dell'impossibilità - forse solo presunta, dopotutto - di opporsi allo sfruttamento perpetrato da von Kramar a danno della loro gente, cercano a proprio modo di trarre i maggiori vantaggi personali possibili dalla situazione (sotto forma soprattutto di whisky che il barone fa loro avere per tenerli buoni), ed invece con il susseguirsi delle pagine, e più nello specifico dopo aver duramente cozzato contro Tex ed i pards, iniziano pian piano a mostrare un insospettabile buonsenso e, a proprio modo, una ancor più insospettabile nobiltà d'animo, venendo infine convinti da Tex a fare fronte comune per porre fine alle angherie di von Kramar e soci, in modo tale da liberare la tribù dal giogo dello sfruttamento e, contestualmente, permettere ai Nostri di "approfittare" della nave dei mercanti che periodicamente riforniscono il barone per tornare a San Francisco. La ribellione ha buon esito, i tre sfruttatori ci lasciano la ghirba, l'equipaggio della nave viene convinto con le buone a collaborare (o meglio, con grande dimostrazione di diplomazia e magnanimità di Tex e Billy Bart), e sull'isola torna la pace. Quel che sembra il classico finale alla "... e vissero, tutti, felici e contenti" viene fortunatamente evitato dal commuovente commiato finale tra Tex e Mapua, ormai del tutto riscattatosi. Come premesso in principio del mio post, di questa storia avevo solo ricordi vaghi, per cui lascio immaginare come sia stato piacevole rileggerla e potermi sorprendere della piega che gli eventi stavano prendendo pagina dopo pagina. Location inconsueta, ma Tex più che consueto nel mostrarsi e dimostrarsi portatore sano di valori quali coraggio, lealtà ed insofferenza alle ingiustizie.
  5. juanraza85

    [Maxi Tex N. 29] Mississippi Ring

    Tipico di Manfredi imbastire trame incredibilmente complesse o addirittura contorte, oltretutto non disdegnando di accentuare non poco le bizzarrie dei personaggi che vi introduce. Un autore che può piacere o non piacere, senza via di mezzo. E tutto sommato, a mio parere, questo Maxi è uno dei suoi lavori texiani meglio riusciti.
  6. Potrebbero essere bianchi solo alcuni di loro, magari gli ultimi superstiti delle due navi, o qualche loro discendente di sangue misto. Ma secondo me si sono uniti tempo addietro (volenti o nolenti, onde sopravvivere) alla primitiva tribù dei Mahaha. Lo scopriremo nel prossimo albo.
  7. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Uno dei principali motivi per cui anche io, personalmente, non ho mai apprezzato i crossover.
  8. A parte questa evidente imprecisione di carattere geografico, leggendo il terzo albo ho potuto constatare come la similitudine da me ravvisata un mese addietro tra i famigerati Mahaha ed i cosiddetti "demoni del Nord" apparsi nel numero 600 aveva evidentemente fondamento. Non si è ancora ben capito se si tratti della medesima tribù o piuttosto di un altro popolo sconosciuto, comunque la similitudine è palese. Per il resto, la lettura del terzo albo mi ha molto soddisfatto. I nostri pards continuano a cavarsela egregiamente in luoghi ancora inesplorati ed inospitali, e sono oltremodo curioso di poter vedere, tra un mese, come gestiranno ed affronteranno le varie minacce che, parallelamente, sembrano prossime ad abbattersi loro addosso.
  9. Sì può sempre pensare a dei nipoti. Premetto di voler sperare di non dover mai assistere nel futuro più o meno prossimo alla nascita di situazioni in stile Beautiful sulle pagine di Tex ; detto ciò, mi stupirei se Yama, brutto e tormentato come è, riuscisse o fosse riuscito a concepire un erede .
  10. juanraza85

    [Tex Willer N. 37/40] Il Mio Amico Hutch

    La battuta non mi pare sia su o contro Nizzi, ma semmai su chi appena si nomina Nizzi, in una direzione o nell'altra, scatena polemiche e baruffe... Ne ho viste diverse in giro sul Forum. Divertenti devo dire, qua però non ci è cascato nessuno Onde evitare ulteriori discussioni in merito, sarei tentato di proporre di mettere ai voti il divieto di scrivere QUEL NOME, magari ribattezzandolo - un po' alla Mefisto - COLUI CHE NON PUÒ ESSERE NOMINATO ...
  11. Una seconda resurrezione credo che, tecnicamente, vada oltre l'accettabile, sotto qualsiasi punto di vista . Comunque, per scongiurare questa remota ipotesi, qualora Tex arrivi ad uccidere Mefisto una seconda volta potrebbe seppellirlo con discrezione in qualche luogo remoto e sconosciuto, nonché difficilissimo da individuare e raggiungere. Resta l'ipotesi che possa trasmettere i propri poteri al figlio, posto che Tex non riesca a togliere di mezzo anche lui. Ma già in passato Yama, dopo il suo scontro con Tex in Messico, cadde in depressione e perse qualsiasi conoscenza occulta, per non riacquistarla prima dell'ultimissima apparizione che ne ha nuovamente minato la psiche. Se ne può dunque dedurre che un ulteriore trasmissione di poteri sarebbe oltremodo ardua, in considerazione anche della personalità tutt'altro che granitica del rampollo di Mefisto .
  12. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Esatto. E credo che sia proprio per questo che, pur non gridando al capolavoro, nel complesso io l'ho apprezzata. Al contempo, ribadisco che, personalmente, sia fuorviante definirla un team-up. La gestione del rapporto tra Tex e Zagor - partendo sempre dall'avvio presupposto che io leggo solo il primo - mi è piaciuta molto, dapprima con la leale scazzottata che è servita a conoscersi ed a saggiarsi a vicenda, poi nel prosieguo con Zagor che, forte dei suoi anni in più, si premura di invitare il giovane Tex, coraggioso ma forse ancora troppo impulsivo ed irruento, ad adoperare maggiore saggezza e ponderatezza nel suo agire. Anche a me questa circostanza è sembrata piuttosto forzata, quasi a voler rimarcare ulteriormente e per forza l'eccezionalità dell'evento. Troppo immediata l'associazione di idee di Zagor nei confronti di Tex, che conosce da ancora troppo poco tempo, pur avendone potuto ammirare e comprendere il valore e la personalità.
  13. Io l'ho riletta proprio pochi giorni addietro, e devo dire di averla (ri)trovata molto godibile, di certo una delle migliori prove texiane di Ruju, coadiuvato ai disegni da un Ticci ancora in forma smagliante. Da rimarcare la scelta di Ruju di incentrare la storia sul complicato rapporto tra Lunga Lancia, valoroso capo crow, ed il fratello Unghia di Lupo, frustrato ed invidioso per i successi del fratello. Un rapporto ancor più complesso poiché contraddistinto dall'affetto incondizionato, forse addirittura cieco, che Lunga Lancia - per onorare una promessa strappata ai genitori in punto di morte - mostra e dimostra nei confronti di Unghia di Lupo, pur consapevole che gli spietati e sanguinari attacchi che quest'ultimo muove contro altre tribù e comunità di coloni bianchi rischiano di compromettere gravemente il futuro della propria gente. Un amore fraterno non corrisposto, poiché credendo il fratello morto dopo la caduta nel fiume insieme a Tex (per salvargli la ghirba) non si pone alcun problema nel tentare di soffiargli la sposa e di prenderne il posto come capo tribù (questo non emerge esplicitamente nella storia, ma appare evidente fosse da sempre un suo obiettivo). Aspirazioni che, provvidenzialmente, vengono frustrate da Tex e Lunga Lancia, salvatisi dalla caduta nel fiume (e con Lunga Lancia che, finalmente, ha aperto gli occhi sulla vera natura del fratello). Molto "boselliana", a mio parere, la scelta di sviluppare una sottotrama parallela relativa al traffico di armi di cui beneficiano Unghia di Lupo ed i suoi fedelissimi, di cui Kit Willer e Tiger Jack scoprono essere responsabile il tenente Morris, ufficiale disonesto e senza scrupoli, la cui colpevolezza viene dimostrata appena prima che proprio lui, prese a pretesto le azioni dell'alleato crow, dai ordine di prendere la tribù a cannonate. Proprio il finale è, per quanto mi riguarda, la parte meno convincente della storia: in parte perché forse un po' affrettato, ma soprattutto perché Tex e company faticano troppo poco a convincere i militari della colpevolezza del tenente Morris ed a scongiurare una carneficina. Anche la scarsa valorizzazione di Carson, relegato stavolta a poco più di una spalla di Tex, mi ha convinto poco, comunque le mie impressioni sulla storia sono più che positive.
  14. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Secondo me sarà proprio così...
  15. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Anche l'albo da me acquistato presenta qualche sbavatura nei baloons, anche se non tali da pregiudicare la lettura delle nuvolette. Evidentemente, trattasi di un problema di stampa su larga scala.
  16. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Acquistato stamattina e letto prima di pranzo. La storia in sé, mi preme premetterlo, non è affatto malvagia, curata con minuzia ed attenzione da Boselli nella sceneggiatura e con la consueta maestria da Piccinelli nei disegni, tuttavia per quanto mi riguarda hanno trovato conferma le mie perplessità in merito ai team-up fumettistici. Zagor, difatti, secondo il mio punto di vista è stato un ospite di una vicenda in cui Tex si è sì un po' trovato in mezzo ed un po' "intromesso", ma di cui col trascorrere delle pagine ha finito per diventare il principale propugnatore. In altre parole, e sempre a mio personale parere, Zagor è stato forse un po' troppo adattato ai canoni texiani, non solo per via dei capelli brizzolati (espediente, questo, sostanzialmente necessario). Da lettore di Tex e non di Zagor (o meglio, ho letto quattro storie in tutto, tra cui le due con Lupo Grigio ed Adam Crane), questo mi può anche andare bene, tuttavia credo che di fatto ciò non rispecchi un team-up, almeno per come lo intendo io. Chiusura finale sulla copertina di Dotti che, ahimè, dal vivo devo dire di aver trovato ancora più scialba di come apparisse nelle anteprime. Piacciano o non piacciano questi crossover, li si possa giudicare riusciti o meno, un incontro del genere avrebbe meritato una copertina molto più evocativa.
  17. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Ti riferisci alla storia in uscita dopodomani? O parli di qualcosa che mi è sfuggito?
  18. juanraza85

    [Speciale Tex Willer N. 03] Bandera!

    Ho il sentore che si tratti di qualcosa di più di un semplice sogno nel cassetto...
  19. juanraza85

    [664/665] Partita Pericolosa

    Probabilmente, una delle più convincenti prove di Faraci sulle pagine di Tex. Non una storia che faccia gridare al capolavoro, è ovvio, ma in ogni caso un'avventura molto western, con un tocco di crudezza in più che non ha guastato, tra militari corrotti ed indiani portati all'esasperazione, il tutto tra le nevi del Colorado all'inizio dell'inverno, un paesaggio selvaggio e maestoso che Nespolino raffigura egregiamente. Recatisi a Fort Norton in aiuto del caporale Matt Spencer, nipote di un vecchio amico ranger come loro, Tex e Carson non solo provvedono a stroncare gli ennesimi esemplari di mele marce in divisa, ma soprattutto riescono ad evitare l'ennesima squallida speculazione ai danni di una tribù indiana, la cui unica colpa è quella di vivere da sempre in un territorio ricco di giacimenti auriferi. Ad onor del vero, i due pards non mostrano eccessive difficoltà nell'affrontare le macchinazioni del maggiore Reiner (un inetto) e del sergente Duncan, vera e propria anima nera del gioco sporco attuato contro gli Utes, portati all'esasperazione con frequenti attacchi al fine di provocare incidenti che possano poi giustificarne lo sterminio. Le difficoltà maggiori, in effetti, Tex e Carson le incontrano nel rintuzzare i bellicosi tentativi attuati nei loro confronti dagli stessi Utes, salvo ovviamente finire per mettersi alla loro testa ed evitare uno spargimento di sangue, anche grazie al contributo dell'onesto ed idealista Spencer e del simpatico trapper Herb. Nel complesso, dunque, una storia ben riuscita, con un apprezzabile tentativo di Faraci di giocare un po' con la caratterizzazione dei vari personaggi, sia pure al netto di qualche sequenza che avrebbe potuto forse essere evitata (in particolare, quella relativa all'incontro dei due pards col boscaiolo che salvano da un branco di lupi, per poi farsi accompagnare dal fratello di questi fino al lago, sulle cui sponde si nasconde il giovane Matt).
  20. juanraza85

    [01] [Almanacco 1994] La Ballata Di Zeke Colter

    Una storia che è un piccolo gioiello, senza se e senza ma, impregnata com'è di quell'atmosfera crepuscolare che raffigura alla perfezione la fine di un'epopea, quella dei trailers che, a rischio della vita, si dedicavano alle grandi cacce sulle Montagne Rocciose per approvvigionarsi di pellicce da scambiare nei rendez-vous, di fatto uniche occasioni di scambiare veri e propri discorsi con altre persone. Crepuscolarità che Nizzi, nel suo periodo di massimo splendore, riesce a trasmettere in maniera egregia attraverso i ricordi e le gesta di Zeke Colter, anziano trapper che ha sempre orgogliosamente vissuto della propria attività, pressoché fuori dal mondo, ed a causa di una ingenuità si ritrova costretto a difendersi dagli appetiti di lestofanti inebriati dalla febbre dell'oro. Uno scontro, ammantato dal meraviglioso tratto quasi nostalgico di Renzo Calegari, che è in primis uno scontro tra individui con interessi contrapposti, ma al contempo è anche rappresentativo di un vero e proprio scontro di civiltà, una rispettosa degli equilibri di Madre Natura e l'altra invece pronta a stravolgerla senza ritegno pur di trarne tutti i vantaggi possibili. Tutti sappiamo come sia andata a finire, oggi, nella vita reale, per cui acquista ancora maggior valenza il ruolo svolto nella vicenda da Tex, il cui fondamentale contributo permette al vecchio amico Zeke di avere la meglio, ed in un certo senso rappresenta una vittoria, seppure non assoluta, di chi si oppone agli eccessi dell'avanzata della cosiddetta civiltà.
  21. Scelta difficilissima, quella proposta dal quesito iniziale, poiché appunto si parla di due tra le storie più epiche dell'intera serie. Infine, dopo aver lungamente riflettuto, ho deciso di dare la preferenza a Il passato di Carson, poiché forse tra le due svolge meglio la funzione di affresco dell'epopea western... Ma parliamo di una preferenza data sul filo di lana!
  22. juanraza85

    Addio, Ulzana!

    Non sapevo che anche Emanuele Mosca fosse un utente del forum, in ogni caso sono molto dispiaciuto nell'apprendere che sia venuto a mancare, oltretutto, per una tragica ironia del destino, in concomitanza con un albo contenente una storia da lui sceneggiata. Le mie condoglianze alla famiglia.
  23. Personalmente, apprendo questa notizia con un po'di dispiacere. Per dirla tutta, io avrei preso la decisione opposta, ovvero avrei soppresso il Color estivo ed avrei mantenuto quello delle storie brevi, che a mio avviso ci ha spesso regalato piacevoli sorprese, per effetto dell'ottimo lavoro degli autori nel saperne condensare i tratti salienti nelle pur poche pagine a loro disposizione. Ed anche quest'ultimo albo, acquistato e letto ieri, nel complesso l'ho abbastanza gradito, sia per quanto riguarda le sceneggiature che per quanto riguarda i disegni. A proposito di questi ultimi, devo aggiungere che, su carta, secondo me hanno avuto una resa decisamente migliore rispetto alle anteprime postate qui sul forum e sul sito SBE (con la sola parziale eccezione, purtroppo, di Torti, i cui volti spesso troppo stilizzati non riesco proprio a farmeli piacere). Ripromettendomi di commentare più in dettaglio le cinque storie in una successiva occasione, onde ovviamente evitare fastidiosi spoiler, mi preme complimentarmi con @Mister P per l'originalità del soggetto da lui proposto, per quella che tra le cinque è stata la storia che io ho più apprezzato.
  24. juanraza85

    [645/646] Furia Comanche

    Odio autocitarmi, e se stavolta lo faccio non è certo per autoincensarmi con un post alquanto asettico, piuttosto per sottolineare come le impressioni che sette anni fa avevo tratto dalla lettura del primo albo - cui il post fa, per l'appunto, riferimento - siano state purtroppo disattese, almeno in parte, dalla seconda parte. L'idea di trama che Ruju ha tentato di sviluppare, quella dell'ennesima trama di loschi affaristi ai danni di una tribù imbastita sulla creazione di un antagonista ammantato di un'aura di immortalità, era assai originale, peccato tuttavia che la trama non sia stata sviluppata al meglio. Soprattutto nel secondo albo, infatti, gli eventi si succedono con troppa prevedibilità, evidenziando spietatamente la pochezza degli antagonisti di turno, la premiata ditta Crane&Zimmer (a proposito dei quali ho trovato incredibile la capacità di gironzolare per la prateria texana e fare strage di gruppetti di cacciatori indiani isolati, senza mai rischiare di imbattersi in una banda di comanches sul piede di guerra che batteva la stessa zona) e soprattutto lo spauracchio Wasape, sedicente immortale che Tex sconfigge con una certa facilità, provocandone la morte per effetto di una mandria di bisonti che lo travolge (o, almeno, così sembra sia stato). Quanto ai disegni di Garcia Seijas, invece, un'ottima ed inoppugnabile prova: solito tratto senza fronzoli, molto realista ed al contempo in grado di trasmettere grande espressività ai volti in primo piano.
  25. Io, invece, a suo tempo fui abbastanza colpito dalla morte del giovane papago Pagua ne Gli spiriti del deserto. Dopo aver aiutato Tex e Kit contro una banda di Pima al soldo del losco Juan Velarde, il giovane si becca una freccia nella schiena che si rivela inevitabilmente fatale, ma egli muore comunque felice perché consapevole, avendo ucciso quattro nemici, di aver vendicato i due fratelli uccisi tempo prima dai medesimi avversari. Una scena che mi colpisce ogni volta che mi capita di leggerla, tanto che ho voluto postarla.
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