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TWF - Tex Willer Forum

pecos

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  1. pecos

    Il "fu" Albo Di Tex Di Mike Deodato

    Per amor di verita', credo che qui sia tu in errore: la pubblicazione della conversazione privata da parte di Deodato avveniva proprio in seguito alla rettifica di Boselli su Badcomics, la quale seguiva comunque alle dichiarazioni offensive del disegnatore sui social. A meno che non mi sia perso io: in tutta questa confusione non e' facile tener conto di chi ha detto cosa e quando. Ormai e' forse davvero il caso di voltare questa brutta pagina, e tornare a pensare alle storie che ci aspettano!
  2. pecos

    Il "fu" Albo Di Tex Di Mike Deodato

    I tanti commenti che ho letto su facebook, e che definire soltanto irrispettosi nei confronti di Boselli sarebbe un eufemismo, sono qualcosa che fanno davvero male. Noi tutti conosciamo la sua serieta' e la sua professionalita'. Ovviamente tutta la mia solidarieta' a Boselli. Ma credo che quei commenti siano la logica conseguenza della pubblicazione su un social network di una conversazione privata purtroppo degenerata malamente. Non poteva che scatenare una valanga di commenti di questo tenore da parte di chi forse non ha nemmeno letto l'intera conversazione o non si e' fermato un secondo a riflettere - e' cosi' che funziona su internet. Questo e' uno dei motivi per cui trovo imperdonabile l'atteggiamento di Deodato nel rendere pubblici i dettagli della faccenda.
  3. pecos

    Il "fu" Albo Di Tex Di Mike Deodato

    Mah, ho letto anch'io quanto pubblicato Deodato su Facebook e non so dare un giudizio su quanto accaduto anche perche' non so come avvengano di solito i contatti tra una casa editrice e un disegnatore. Posso solo biasimare la caduta di stile di Deodato nel pubblicare su social network una conversazione di lavoro e le gravi offese rivolte al buon Mauro. La cui risposta nel momento in cui chiede di non rilasciare interviste a proposito di Tex forse non e' il massimo di gentilezza (Mauro ha il vizio di scrivere alcune parole in STAMPATELLO MAIUSCOLO, che pero' nel linguaggio di internet non si usano per enfatizzare, ma per indicare che l'interlocutore sta gridando con veemenza), ma il modo in cui la conversazione e' degenerata sembra eccessivo. Teniamoci stretti i disegnatori di casa nostra, che e' meglio...
  4. pecos

    [654/655] Inferno A Oil Springs

    Piccola curiosità: il tema del petrolio nel West, per quanto insolito, era già stato affrontato da Manfredi nell'albo No. 4 di Magico Vento "La bestia" (illustrato da Frisenda).
  5. pecos

    [59/60] El Rey

    Bella avventura messicana con Tex e Carson impegnati a scontrarsi con le bande di desperados al soldo di El Rey prima del finale "esotico" sull'isola di Tiburon, con tanto di castello e squali! Una storia in cui il western sconfina nella pura avventura, con un finale tragico per l'aspirante dittatore messicano e un Tex più cinico del solito nel determinarne la sorte. Boselli deve aver avuto ben presente questa avventura nello scrivere la sua recente "El Supremo", che con questa ha diversi punti di contatto - a partire dall'ambientazione - anche se lo sviluppo è totalmente differente.
  6. pecos

    [58/59] Duello All'alba

    Storia non particolarmente originale, con tanti elementi classicissimi - lo sceriffo corrotto, il soprastante di un ranch che cerca di impadronirsi con mezzi illeciti delle terre dei malcapitati e deboli vicini - che la scrittura di GLB riesce comunque a rendere divertente a piacevole. Bella la figura del meticcio Yubal, uno dei pochi ad essersi dimostrato più furbo di Tex e in grado di ritrovarne la pista nonostante questi avesse cancellato le proprie tracce. E che si dimostra anche uomo d'onore, mettendo il soprastante Maxwell con le spalle al muro e costringendolo alla risoluzione finale di affrontare Tex in duello. Finale che risulta un po' debole, nel senso che avrebbe meritato qualche pagina in più - anche per il titolo esaltante, "Duello all'alba", uno dei miei preferiti - mentre si risolve subito in poche strisce.
  7. pecos

    [58] Corsa Alla Morte

    Storia breve e piacevole questa che si sviluppa senza un attimo di respiro con una sparatoria dietro l'altra. GLB sceglie come scenario la città di Laredo, sulla sponda texana del Rio Grande, per mettere in scena un traffico di dollari falsi (idea che sarà ripresa da Nizzi molti anni dopo nella storia "Oltre la frontiera"). Curiosa (ed un po' ingenua) la strategia con cui il malcapitato falsario Vernon - personaggio che poteva essere sviluppato un po' di più - riesce a far pervenire la sua richiesta di aiuto attraverso i dollari segnati, un espediente che da piccolo mi aveva entusiasmato e che oggi leggo ancora con grande simpatia, nonostante la sua ingenuità. GLB passa da episodi divertenti - l'interrogatorio al portiere dell'albergo, con tanto di fiammifero tra le dita dei piedi - a momenti più tesi, come quello in cui il sicario Warton arriva ad un passo dal far fuori il nostro ranger (forse il momento più riuscito dell'intera storia). Riporto anch'io uno dei tanti dialoghi divertenti di GLB tra Tex e Carson, in fuga da Laredo: - ...ed è per questo che stiamo fuggendo come topi alla vista di un gatto? - Questa non è una fuga, Kit. Solo una ritirata strategica. - Strano! Se il mio cavallo potesse parlare, ti direbbe che stiamo scappando a rotta di collo. - E tu daresti ascolto ad un cavallo?
  8. Esatto, hai colto il punto. Ma come ben osservi, anche interpretando la domanda nel senso che ho proposto la risposta non è facile, e mancando (per ignoranza, essendo un semplice lettore e non un professionista) di criteri oggettivi per valutare una sceneggiatura, la risposta diventa per forza di cose una risposta soggettiva. Tu hai parlato di Nolitta e Nizzi, che riconosco come ottimi autori, ma per me Boselli e Manfredi sono un gradino più in alto (ora non ho tempo, ma magari poi scriverò un post sulle caratteristiche di questi due autori che me li fanno preferire agli altri). Ma su una cosa siamo d'accordo: in ogni caso, GLB resta sul gradino più alto!
  9. Beh per me è ovvio che diamo alla domanda il senso "quale autore ha scritto meglio il fumetto Tex", la risposta non può che essere GLB, proprio perché ne è il creatore ed è entrato talmente in simbiosi con il personaggio da identificarsi con esso. Ma se diamo alla domanda una sfumatura diversa, cioè "quale sceneggiatore, tra quelli visti sulle pagine di Tex, è il migliore (più dotato tecnicamente, più originale, che scrive i dialoghi migliori...)", a questo punto non sono più così certo... Ne metto tre nell'Olimpo: GLB, Boselli e Manfredi (che conosco bene anche per Dampyr e Magico Vento, rispettivamente). Pur avendo caratteristiche molto diverse gli uni dagli altri, per me sono tutti a parimerito!
  10. pecos

    [654/655] Inferno A Oil Springs

    Storia da cui mi aspetto tanto, vista la mia predilezione per Manfredi che anche su Tex non mi ha mai deluso. Mi dispiace che scriva Tex col contagocce, ma d'altra parte mi auguro che l'esiguo numero di storie del ranger che scrive sia garanzia dell'alta qualita' delle stesse. Come spesso accade nei suoi soggetti, pare aver preso spunto da qualche episodio storicamente documentato prima di iniziare a lavorare di fantasia.
  11. pecos

    Gli Almanacchi Diventano Magazine

    In effetti dalla frase in anteprima per il Magazine di Dylan Dog non sembrerebbe esserci una grande innovazione nei contenuti... A me piacerebbe trovare una sezione dedicata proprio al fumetto Tex (un po' come per lo splendido Tex Willer Magazine del nostro forum!): ad esempio con interviste agli autori, tavole preparatorie (bozzetti o matite non inchiostrate) della storia contenuta nell'almanacco o di altre storie, magari con note tecniche riguardo alla realizzazione delle tavole stesse... troverei tutto questo molto interessante. Oppure qualcosa dedicato ai grandi autori del passato che hanno fatto la storia di Tex (Galep, Letteri, Nicolò...) Mi auguro comunque che il cambiamento non sia solo nel nome (anch'io sono tra quelli che trova il termine "almanacco" molto più affascinante e "vecchio stile" rispetto a "magazine") o nella grafica, ma sia un cambiamento di sostanza...
  12. pecos

    [233-236] Gli Eroi Di Devil Pass

    Stimolato dalle recenti discussioni sul cartonato di Serpieri, in cui proprio questa storia viene tirata in ballo, me la sono andata a rileggere con grande piacere, e concordo con chi prima di me l'ha definita come l'ultimo capolavoro di GLB! Storia davvero memorabile, giocata su due fronti in contemporanea: da un lato Kit e Tiger con la loro strenua difesa del Devil Pass dall'attacco di Utes e Hualpai (l'epicita' del racconto e' sottolineata gia' dal titolo dell'albo, "Gli eroi di Devil Pass"), dall'altro Tex e Carson che mettono a ferro e fuoco l'organizzazione dei trafficanti di armi, a partire dal mitico trading post di Oraibi! Da notare come siano sempre i due Willer a condurre il gioco, mentre Carson e Tiger sono relegati al ruolo di spalle. Decisamente insolito l'avvio della storia, con i quattro pards del tutto assenti per almeno una cinquantina di tavole: un incipit in cui assistiamo ai preparativi di quella che avrebbe dovuto essere la grande invasione degli Utes, in cui si respira la tensione dell'attesa e che fa presagire una storia fuori dall'ordinario. E' soprattutto il finale della storia, con il duello tra Tex e Cane Giallo e la successiva umiliazione di quest'ultimo, che si fa davvero ricordare come uno degli episodi piu' memorabili dell'intera saga. Onestamente era davvero tanto tempo che non rileggevo questa storia, e credo di averla letta in un passato ormai piuttosto lontano, da bambino, non piu' di un paio di volte (purtroppo questi albi si trovano nella fila di dietro della mia collezione ed e' un po' difficile accedervi...): eppure, la punizione inflitta da Tex al capo degli Utes e le vignette di Ticci mi sono rimaste talmente tanto impresse da ricordarle vividamente a distanza di anni. Ovviamente, splendidi disegni, non ci sarebbe nemmeno da ricordarlo. Voto 9.
  13. pecos

    [637/640] El Supremo

    Da "Lo spazio bianco" un'analisi delle prime due tavole della storia: http://www.lospaziobianco.it/140557-tex-637-el-supremo-unanalisi-delle-prime-due-tavole
  14. Sono i numeri espressi in questo forum. Poi è facile farci passare per accondiscendenti, il discorso è che una merdaccia come "Alaska" che era di Boselli l'abbiamo contestata e questo Tex che è di Serpieri, autore fuori dal nostro mondo, quale sarebbe la logica di farcelo piacere ? Non sarà che ormai i due forum si sono nettamente divisi l'utenza, di qua quelli tutto sommato soddisfatti, di là quelli che criticano e basta e da quando è nato quel forum ? Ma che senso ha criticare questo cartonato ? Non lo si compra come fai tu e tutto dovrebbe finire lì e invece no. Il fatto che questo forum sia una sorta di appendice della SBE pronta ad osannare qualunque iniziativa di Boselli e compagnia è un falso mito che anche stavolta secondo me è stato sfatato, le voci critiche e fuori dal coro ci sono (questa volta anche la mia è fra di loro) ma mi pare di aver letto critiche motivate e non fatte solo per partito preso. Mi è piaciuto leggere interventi precisi e competenti, e discutere con chi la pensa diversamente da me, sempre nel rispetto delle opinioni degli altri. Credo che sia un bel segno di vivacità del forum. Sulla questione del voto, anch'io non credo che sia un campione significativo dei lettori di Tex, io personalmente mi sono trovato in difficoltà a dare un voto a quest'opera e non ho votato, come credo abbiano fatto altri tra i più critici: al volume in sé darei anche 9, ma per i motivi che ho esposto in altri post non avrei pubblicato questa storia così com'è, quindi il giudizio diventa 1 (impubblicabile)... quindi nel dubbio mi astengo...
  15. . Esatto. Cosa voluta. Alcuni utenti qui e altrove sembrano averla presa addirittura come un insulto alla memoria di Bonelli & Galep e la cosa proprio non la capisco. Io invece non la capisco: glie è stato detto più e più volte cosa aspettarsi, cos'era questa operazione, quindi dovevano sapere cosa aspettarsi. Scusate, sapevo cosa aspettarmi ma, come ben dice Paco, non è che debba piacermi per forza o che la debba lasciare per forza in edicola se ho il sospetto che non mi possa piacere. Sono appassionato di Tex, non mi lascio scappare nulla del nostro ranger e ho comunque apprezzato l'iniziativa, che a cose fatte non mi è sembrata riuscita; sono lieto che invece a molti lettori sia piaciuta! Non confondetemi per piacere con quei lettori ipertradizionalisti che gridano allo scandalo per ogni minimo dettaglio che si distanzia dal Tex della tradizione e che lasciano Tex in edicola. Qui, io l'operazione l'ho intesa in questo modo (operazione lodevole in linea di principio, ma che mi ha deluso a cose fatte): dare la possibilità a un grande artista del fumetto come Serpieri (e ad altri che lo seguiranno) di confrontarsi con il mondo del nostro ranger, con piena libertà grafica e con un formato che gli garantisse, per numero di pagine, un impegno non troppo gravoso in termini di tempo. Ripeto, iniziativa lodevole che spero avvicini in futuro altri grandi nomi del fumetto nazionale e internazionale. Per me, però, questo primo albo non è riuscito. Non lo è per un semplice motivo: da un grande autore che decide di scrivere una storia di Tex, mi aspetto che con la sua arte si metta a disposizione del personaggio, lo omaggi, e non che lo pieghi e lo stravolga per farlo rientrare in quello che ha voglia di disegnare (che è la sensazione che ho avuto leggendo l'albo). Qui non ho trovato Tex, sotto nessun punto di vista: grafico, cronologico (e qui siamo tutti d'accordo) e comportamentale (qui non siamo invece tutti d'accordo, ma ho spiegato sopra i motivi per cui, secondo me, il personaggio di Serpieri non si comporta da Tex). Ho capito il senso della storia, questo Tex è un altro Tex, forse reale, forse invenzione di quel vecchio che forse è Carson, forse non lo è, da cui un GL Bonelli che forse è GL Bonelli, e forse non lo è, prende ispirazione per il suo fumetto. E' un'idea bellissima, l'ho già detto! Geniale! Ma avrei voluto leggere, nel racconto di Carson, il Tex che conosciamo, quello di GL Bonelli e Galep! Invece così non sono soddisfatto. Non pretendo certo che la pensiate come me, anzi sono felice che siate rimasti entusiasti dell'albo, ma anche le mie sensazioni non mi sembrano così incomprensibili o irragionevoli...
  16. Il mio punto è: Tex non è un fumetto realistico. Nessuno mette in dubbio l'accuratezza storica, che come ho già scritto in precedenza è impressionante. Ma Serpieri ha per me il torto di aver piegato il personaggio di Tex al rigore storico; ha voluto realizzare un documentario sugli anni '50 dell'800, mettendoci dentro Tex a forza, stiracchiandolo e schiacciandolo per farlo entrare dove non ci stava. E il risultato, per me, non è Tex.
  17. Riguardo alla questione della scalpatura: beh, per me tra l'umiliare un avversario vivo tagliandogli i capelli, e il fare scempio del cadavere di un avversario morto scalpandolo, c'è una differenza abissale. Non è un cavillo. Crudele non è l'aggettivo giusto; è un gesto cruento, sanguinario, barbaro e brutale, Tex non l'ha mai fatto e secondo me non doveva farlo, è del tutto contrario al suo modo di essere. Era indispensabile? Secondo me no. Avere sconfitto (e ucciso, cosa già di per se molto rara) l'avversario a duello era per me già un'affermazione indiscussa della sua autorità e della sua superiorità, sufficiente a fare ritirare i comanches rimasti senza capo, come già altre volte è accaduto. Davvero voi, e Serpieri, pensate che la scalpatura fosse un atto necessario in quella circostanza? Beh allora Serpieri non avrebbe dovuto mettercelo Tex, in quella circostanza. L'abilità di un narratore è anche quella di saper evitare le situazioni senza uscita, di non mettere i personaggi in condizioni tali da dover compiere gesti contrari alla loro natura. È una regola base della narrativa. Questo è il mio punto di vista, rispetto il vostro e non voglio convincervi di niente Ma è soltanto uno dei motivi per cui questo albo non mi è piaciuto.
  18. Mi sa allora che mi devo ripassare un paio di storie Però, se non ricordo male, in "Gli eroi di Devil Pass" o sto prendendo un abbaglio clamoroso? In ogni caso, la sensazione di un Tex troppo sopra le righe mi rimane; di solito sono di vedute aperte laddove i più traduzionalisti lamentano spesso dei tradimenti del personaggio (per farti un esempio, il tanto criticato finale di Giovani assassini per me è stato un finale decisamente felice), ma questa volta anch'io ho storto il naso
  19. Mah, onestamente la scena finale mi sembra decisamente cruda, un gesto sanguinario senza motivo. In circostanze simili, Tex si è sempre limitato a far valere la sua autorità e il suo carisma sconfiggendo l'avversario; un gesto così è eccessivo, per i miei gusti. Poi magari Serpieri era alla ricerca di un maggior realismo, e un gesto del genere nelle sue intenzioni voleva forse far respirare tutta la crudezza della Frontiera; ma Tex non è mai stato un fumetto realistico, e far compiere a Tex gesti contrari alla sua natura mi sembra una mancanza di rispetto per il personaggio. Ma non è solo in questo punto la eccessiva violenza del Tex di Serpieri che non mi è piaciuta:
  20. Scusami, quest'affermazione non mi è molto chiara. Perché non dovrei criticare il fatto che il Tex di Serpieri è un Tex tutt'altro che canonico? Per me è proprio questo il (grande) difetto di questo volume, che altrimenti non esiterei a definire un capolavoro. Se io producessi del pecorino, e sull'etichetta ci scrivessi che è parmigiano con l'avviso "Attenzione, questo non è parmigiano canonico!", sarei giustificato? Perché la mia impressione, a lettura ultimata, è proprio questa...
  21. (Attenzione ovviamente allo SPOILER, anche se cercherò di non rivelare nulla della trama) Preso e letto anch'io, e devo qui esprimere tutta la mia perplessità nei confronti di quest'opera che, a differenza di chi ha commentato prima di me, non mi ha convinto per niente. Inizio però col dire che - al di là dei dubbi che io e, immagino, altri lettori non mancheranno di esprimere - si tratta di un prodotto di eccellente fattura, sia dal punto di vista della "confezione" (il volume è molto bello, curatissimo in ogni dettaglio, a un prezzo più che ragionevole), sia dal punto di vista dei contenuti: i disegni di Serpieri sono pregevoli così come la loro colorazione, e ammirevole è lo scrupolo documentaristico dell'autore che non lascia nulla al caso, dalle armi ai costumi. Ottimi anche gli articoli introduttivi. Ma il problema è che la storia non c'entra nulla, ma davvero nulla, con Tex. Anzitutto dal punto di vista grafico (cosa di cui mi ero già reso conto dalle tavole in anteprima): quello lì, che si veste più o meno come Tex, non è Tex. Non ha nulla a che fare con il personaggio di Galeppini; e non nego di aver storto più volte il naso quando questo ragazzotto si presenta con il nome di Tex Willer, o Aquila della Notte. Per me, inguardabile. Poi, dal punto di vista cronologico: la storia è assolutamente incompatibile con tutto ciò che GL Bonelli ci ha raccontato di Tex. Ora, io ho più volte detto che sono per una certa libertà agli autori riguardo ai "paletti" di un rispetto rigoroso della cronologia texiana; ma da qui a riscrivere completamente ciò che GL Bonelli aveva "codificato", ce n'è di differenza... Infine, la belva sanguinaria raccontata da Serpieri per me ha ben poco a che fare con il Tex che conosco. Ho la sincera impressione - sbaglierò - che all'autore interessasse raccontare una ben precisa epoca del West, gli anni '50 dell'800, con i suoi costumi, e ci abbia ficcato dentro Tex ben consapevole che non c'entrasse nulla. L'autore non si è minimamente sforzato di entrare nelle corde del personaggio, l'ha piegato a quello che lui aveva voglia di rappresentare. Ecco, confrontarsi con la leggenda di Tex, per un grande artista come Serpieri, dovrebbe essere tutto il contrario: dovrebbe voler dire rispettare il personaggio, mettersi al suo servizio, omaggiarlo con la propria arte. Il colpo di scena finale è indubbiamente un vero e proprio colpo di genio, che dà un senso all'opera e mi lascia un rimpianto: che tutto quello che c'è in mezzo, il racconto del vecchio Carson, non abbia nulla a che fare con il Tex che conosciamo. Una maggiore attinenza al personaggio di GL Bonelli mi avrebbe sicuramente fatto gridare al capolavoro assoluto; così com'è, rimane una bel volume, ma mi viene la voglia di cancellare il logo di "Tex" dalla copertina.
  22. pecos

    [651/653] Luna Insanguinata

    Invece, anche io, caso più unico che raro, penso che in questa storia "Tiger non ci sta", e nemmeno nessun'altro pard ci sta. Credo che, per come è gestita questa storia, e per le atmosfere molto ben costruite che possiede di azione "vecchio stile" nel primo albo, ma soprattutto nel secondo albo con ansia, paura, stress. Certe determinate emozioni vengono espresse solo quando Tex è in solitaria, più cupo e più introverso. La presenza di un Carson con le sue battute, ahimè, forse per la prima volta su 650 albi, avrebbe rovinato la storia. Meno l'avrebbe rovinata Tiger, essendo un "muso lungo" che quando vuole sa essere una tomba, ma comunque lo vedo superfluo. Una storia così intensa, con Tex solitario, ci sta benissino ogni tanto, ma attenzione, deve essere veramente fatta e gestita molto molto bene per avere la mia apporavione, e questa ce l'ha. Concordo con tutto quello che dici, e ribadisco un aspetto secondo me importante: questa è una storia che coinvolge Tex personalmente, a livello privato - per l'amicizia che lo lega alla famiglia di Ada, di cui abbiamo testimonianza nella bella scena di apertura del secondo albo, e per la presenza di un nemico che viene dal suo passato, responsabile della morte di un amico ranger. Per questo secondo me ci sta bene che sia Tex, e solo Tex, a confrontarsi con l'antico nemico e a mettere la parola fine. E' una storia perfetta per Tex in solitaria!
  23. pecos

    [651/653] Luna Insanguinata

    Ho finalmente letto anch'io i primi due albi: che splendida storia! Sono davvero soddisfattissimo della lettura fino a questo punto Un plauso al coraggio di Borden per aver scelto di raccontare una storia dura, tragica, altamente drammatica, decisamente insolita. E un nemico davvero coi fiocchi, uno di quelli che viene dal passato - come tradizione insegna, questi sono sempre i più rognosi, d'altra parte non sono tanti a poter dire di essere sopravvissuti in uno scontro con Tex! Unico aspetto che non mi ha convinto del tutto è nel fatto che il terribile Charvez era inizialmente soltanto un vaquero, cacciato dal ranch in cui lavorava, mentre lo avrei visto meglio se fosse stato fin da subito un terribile predone Comanche, avrebbe ancora accresciuto maggiormente la sua figura. Ma è solo un dettaglio. Ho grande curiosità invece sul capire in che cosa consista la "medicina" di Charvez - che mi aspetto abbia un ruolo preponderante nel terzo albo, dato che gli è dedicata la copertina: mi chiedo se sia solo superstizione, o se ci sia davvero qualcosa di soprannaturale. La scena (per me una delle più riuscite) in cui Tex ha la visione dell'antico nemico toccando i feticci indiani mi farebbe propendere per la seconda possibilità; anche il sogno di Rick (ottimo personaggio, che mi aspetto giocherà un ruolo importante nel finale della vicenda) non potrebbe essere una visione vera e propria? Insomma, ottimo Boselli per come ha raccontato finora questa storia, con una tensione sempre altissima anche nell'assenza di azione vera e propria. Storia perfetta per Tex in solitaria; Tiger avrebbe potuto starci bene, tra i quattro pards era forse il più adatto per il clima della storia, però se Boselli ha fatto questa scelta credo sia anche per sottolineare il fatto che lui è davvero coinvolto personalmente (sia per il rapporto che lo lega ad Ada e famiglia, sia per la presenza di un antico nemico) e deve essere lui a mettere la parola fine. Nessun altro. Disegni di Mastantuono per me ottimi, splendide le sequenze sotto il diluvio (elemento centrale per creare il clima cupo e tesissimo che si respira), e noto anche un miglioramento nella rappresentazione del viso di Tex, uno degli aspetti del suo stile che non mi aveva mai particolarmente convinto. Infine, non voglio entrare troppo nel merito delle disquisizioni sul mancato rispetto della cronologia - personalmente sono per lasciare abbastanza libertà di azione agli sceneggiatori senza mettere troppi paletti, anche perché di contraddizioni cronologiche la saga ne è zeppa. Faccio solo notare che uno degli assunti su cui si basano alcune delle speculazioni che ho letto nei post precedenti potrebbe essere sbagliata: mi riferisco al fatto che uno dei punti di riferimento per datare gli eventi del flashback iniziale è l'età "attuale" di Kit Willer e al fatto che gli eventi sono accaduti 16 anni prima rispetto al presente della narrazione: quindi, se Kit adesso è sulla ventina, gli eventi del flashback sarebbero da collocare in un periodo in cui Kit aveva 4-5 anni... Ma il fatto è che (per il momento) non c'è nessuna indicazione sull'età "attuale" di Kit: Kit non è presente nella storia, chi ci dice quindi che il "presente" di questa storia non sia da collocare qualche anno prima rispetto alle storie attuali, ad esempio quando Kit aveva circa 16 anni? Detto questo poi mi ritiro dalla discussione, perché onestamente non sono così tanto ferrato sulla cronologia e mi sono un po' perso in tutta la discussione precedente
  24. Mah... le nuove tavole in anteprima sul sito della SBE raffreddano ancora di piu' il mio gia' scarso entusiasmo per questa uscita... francamente trovo li Tex disegnato da Serpieri quasi inguardabile...
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