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pecos

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  1. Ho da poco riletto questa buona prova di Nizzi, che riprende alcuni dei protagonisti di uno dei suoi più grandi capolavori,"L'uomo con la frusta", ma non raggiunge certo i vertici toccati con quella storica avventura messicana. La storia è godibile, ma il soggetto è forse un po' troppo semplice e a lettura ultimata mi rimane la sensazione che il ripescaggio del colonnello Olivera meritasse qualcosa di più che una semplice fuga verso il Rio Grande con un gruppo di banditi alle calcagna. Fuga che è comunque gestita bene da Nizzi, ho trovato particolarmente riuscite le scene dell'agguato al ponte e dell'assedio alla vecchia missione; il colonnello Olivera riesce a tenere in pugno Tex con le minacce al figlio di Conchita dimostrandosi ancora una volta un avversario tosto, anche se nel finale crolla abbastanza facilmente, a mio parere. Buona storia ripeto, ma rapportata alla prima apparizione di Olivera non può che sfigurare (e il paragone viene naturale farlo). Disegni di Fusco ottimi, come sempre.
  2. Articolo da "il Resto del Carlino"
  3. Mah, non so. Quello che mi piace leggere in Tex non sono solo i disegni, ma anche delle belle storie, di ampio respiro, come sono sempre state le storie di Tex. Questi Tex d'autore invece devono avere necessariamente un numero limitato di pagine, per l'impegno che richiedono al disegnatore (Ticci non si puo' certo mettere ad acquerellare 220 tavole!); e le storie brevi, per quanto possano essere carine ed originali (lo speciale "storie brevi" mi ha comunque abbondantemente soddisfatto), non arriveranno mai a darmi quello che mi da' la lettura di una bella storia lunga due o piu' albi. Ben vengano quindi nuovi maestri a cimentarsi con questo nuovo esperimento, ma io non scambierei mai una bella doppia o tripla di Ticci o Civitelli sulla regolare con un loro "Tex d'autore" nello stesso formato di quello di Serpieri. Se (per assurdo) Civitelli dovesse sospendere la storia di Yama per dedicarsi ad un'iniziativa di questo genere, non mi farebbe molto piacere! Poi dipende tutto dai gusti personali, questo e' quello che piace leggere a me da lettore...
  4. In effetti, il taglio cinematografico de "Il treno blindato" è innegabile, dato che la storia si rifà decisamente allo spaghetti-western "Un esercito di cinque uomini"...
  5. pecos

    Ma Kit Willer È Astemio?

    Caro Havasu, leggo solo ora il tuo post e permettimi una spiegazione, perché credo che tu abbia travisato il senso del mio commento precedente (in cui forse avrei potuto essere più esplicito, me ne scuso). Ovviamente è legittimo - anzi doveroso - fare le dovute precisazioni quando si crede che qualcuno abbia preso un abbaglio, come hai ben fatto tu con il tuo preciso riferimento ed altri nella discussione sopra. Quando parlavo di "attacco", mi riferivo semplicemente ad un commento letto su facebook, da parte - indovina un po'? - di uno dei critici di UBC, che all'affermazione di Boselli sul rapporto di Kit con l'alcool ribatteva ironicamente che "per voi sarà un altro degli errori di GLB da correggere", come se le intenzioni del curatore fossero sempre e solo quelle di impadronirsi dei personaggi di GLB e modificarne le caratteristiche a suo gusto e piacimento. Sono i commenti di questo tipo che mi danno un po' fastidio, ed e' soltanto a questo che mi riferivo quando parlavo di attacco nel post precedente, di cui spero ora di aver chiarito meglio il senso. Riguardo al tema del discorso, Boselli può aver preso un abbaglio ad affermare che Kit non beve bruciabudella, ma è innegabile che questo accade molto di rado. D'altra parte, sappiamo bene che anche GLB non era poi così attento alla coerenza di certi dettagli. Per questo, a mio parere ci sta che la tavola in questione venga modificata, tanto più se in un altro punto dell'albo la questione verrà approfondita.
  6. pecos

    Ma Kit Willer È Astemio?

    In realtà Boselli non sostiene che Kit Willer è astemio, ma che non beve superalcolici. Qualche birra, anche se di rado, se la scola! Ovviamente, i soliti "critici" hanno già iniziato ad attaccare Borden parlando di "un altro degli errori di GLB da correggere"...
  7. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Vorrei commentare un altro aspetto della storia, che ho dimenticato nei miei post precedenti. Un punto che e' stato molto criticato e' l'eccessiva verbosita' della storia del "logorroico" Boselli... Ecco, io sono stato contento di leggere anche delle parole, non solo dei bang-bang. La lettura di ciascuno degli albi mi ha richiesto piu' di un'oretta, che per me e' sempre stato il tempo di lettura ottimale delle storie di Tex: lo metto decisamente tra gli aspetti positivi della storia. A volte ci troviamo a leggere albi che si fanno fuori in meno di mezz'ora, onestamente questi mi lasciano sempre un po' insoddisfatto. E poi, ma nessuno ricorda i ballon pieni di parole di GLB? (poi, si puo' discutere sui dialoghi stessi, se il linguaggio sia da Tex o non da Tex... ma questo e' tutt'altro discorso)
  8. pecos

    [438/440] Gli Invincibili

    Ma neanche per sogno. Se ci sono dei film da cui trae spunto, anche se non diretto, questi sono: "Il mucchio selvaggio" di Sam Peckinpah,e "Vera Cruz" di Robert Altman e potrei citare anche altri film ambientati durante la "Guerra di Massimiliano". Per tacere del fatto che quella del tesoro di Massimiliano è una leggenda autentica del Messico su cui anni prima Boselli aveva fatto ricerche per G.L. Bonelli che voleva scriverci sopra una storia (uno dei tanti progetti del'epoca a cui rinunciò). Il tutto intriso di un'atmosfera tipicamente fordiana Le sole cose in comune con "Giù la testa" sono un ex terrorista irlandese e l'ambientazione messicana. Rivoluzione diversa personaggi differenti, obiettivi differenti, svolgimento diverso. Per me "Giù la testa" neanche è passato per il cervello di Boselli ci scommetto. Non è ho scritto che è un remake di Giù la testa, ma che al film si è ispirato. Per il nome di Shane di sicuro, ma non escluderei che anche la nazionalità irlandese e la location messicana gli possa essere venuta in mente guardando il film anche se, ovviamente, se Borden dice solo per il nome ne prendo atto. Come dice Monni, il rimando più evidente è a "Il mucchio selvaggio" - e qui direi che lo spunto è proprio diretto, dato che la grande battaglia conclusiva che occupa tutto il terzo albo richiama proprio la scena finale del massacro che ha reso celebre il film. Anche la copertina di Villa de "Gli invincibili" strizza l'occhio alla celebre "camminata" del mucchio selvaggio (scena straordinaria): Ovviamente il fatto di essersi ispirato a un film non è certo motivo di svalutazione della storia, che anzi ha comunque elementi originali ed è riuscitissima, tanto che è quasi unanimemente considerata un capolavoro della saga. Per onestà anch'io ammetto che mi riporta sempre alla mente il "Giù la testa" di Leone, probabilmente soltanto perché è un film famosissimo che ha alcuni elementi in comune con il racconto di Boselli (gli irlandesi, il Messico e l'amico traditore, oltre al nome del coprotagonista). Ma su questo punto ha già chiarito tutto l'autore stesso.
  9. Di certo è una versione grafica di Tex piuttosto inconsueta, che si distacca decisamente da quello a cui siamo abituati. Parlare di stravolgimento è eccessivo, ma staremo a vedere con l'albo in mano cosa avrà combinato Serpieri e se di stravolgimento si tratterà...
  10. pecos

    [651/653] Luna Insanguinata

    Cercare di ricostruire una cronologia interna al fumetto Tex e' un gioco divertente ed interessante, ma come ben sappiamo le contraddizioni non mancano. Sono quindi dell'idea che le vicende vadano considerate in un passato non completamente definito, con un alone di indeterminatezza (che lasci anche maggior liberta' agli autori). Nella saga non mancano i riferimenti storici precisi, come la guerra di secessione, ma voler adattare la cronologia interna degli eventi texiani a quella storica e' forse una pretesa eccessiva. Con cronologia interna intendo gli eventi principali della vita del ranger: guerra di secessione, matrimonio con Lilith, nascita di Kit, morte di Lilith... mi basta conoscere la successione temporale di questi avvenimenti fondamentali e la distanza tra di essi a grandi linee, senza voler rigorosamente datarli, e che il "presente" di Tex e' negli anni '80 del 1800...
  11. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    L'avversione dei critici di Ubc all'autore Boselli e' ormai degenerata a tal punto che, invece di leggere la recensione di una storia a fumetti, uno si trova a leggere un'astiosa invettiva contro il lavoro del curatore della testata. Gli argomenti sono i soliti, ormai letti e riletti decine di volte. Che Boselli non scriva come GLB e' un fatto, credo, incontestabile. Ha il suo stile, diverso da quello del creatore del personaggio, e non vi rinuncia; e credo che sia giusto che non snaturi il suo modo di scrivere cercando di emulare quello del predecessore. Forse critichiamo Piccinelli perche' i suoi disegni non sono uguali a quelli di Galep? L'importante e' che Tex non diventi qualcosa di diverso, cosa che io, a differenza dei detrattori, non penso che sia vera. Io, durante la lettura di questa storia (e delle storie di Boselli, in generale), mi sono divertito, ne esco soddisfatto, e non avverto una discordanza col personaggio originario che mi faccia storcere il naso. Parlare di "aberrazione di un piccolo patrimonio a fumetti", questo si' che e' aberrante, quando il curatore sta rilanciando la testata con storie di ottimo livello dopo gli anni di mediocrita' che abbiamo passato. Questa storia non e' un capolavoro, ma rimane comunque una storia eccellente.
  12. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Vorrei sentire a questo punto l'esperto natural killer che da quanto mi è sembrato di capire non è estraneo alla materia. Il sangue di per se può portare a un'infezione, non alla trasformazione di un essere umano in rettile. Se è immaginabile una manifestazione cutanea che porta la pelle della persona ormai infetta a somigliare a un rettile, ciò che si riscontrerebbe per esempio nella legione dei peones trasformati, gli occhi a lamella di Sandoral e la sua capacità di vedere tramite e/o di comunicare con normalissimi rettili ha un'origine senz'altro più complessa. Difficilmente, insomma, delle trasfusioni potrebbero portare alla perfetta guarigione della bella Leonora che è nata contaminata e che non è vittima di nessun contagio posteriore. Su Sandoral restano tutti i misteri, chi diamine é costui ? partendo da questo presupposto, Boselli avrà modo di riprendere la sua figura in una o più storie successive in cui cercherà di vendicarsi oppure, con opportuni flshback, di narrare le proprie origini. Se Boselli non lo fa, questa storia perde automaticamente uno o due punti di interesse. Ovviamente siamo nel regno del puramente fantastico (a proposito, finalmente una storia dove il soprannaturale rimane soprannaturale vero fino alla fine!), quindi non possiamo pretendere che tutto sia convincente fino in fondo, pero' e' bene che la storia abbia comunque una sua coerenza interna. Potremmo ad esempio pensare che il sangue di Leonora sia irrimediabilmente infetto, ma che periodiche trasfusioni possano "diluire" il suo sangue malato e attenuarne o eliminarne i sintomi. Lasciamo la parola all'ematologo del forum a questo punto! D'accordissimo con te invece sul fatto che rimangono dei punti oscuri sui misteriosi poteri di Sandoral, piacerebbe anche a me che Boselli lo riprendesse in futuro per darci qualche spiegazione in piu' (e credo che con il finale che ha scelto si sia voluta lasciare aperta questa possibilita'). In un topic di qualche tempo fa ci chiedevamo se potesse nascere un nuovo arcinemico per Tex, chissa' se Sandoral non possa ricoprire questo ruolo (anche se, al momento, mi sembra avere caratteristiche troppo simili a quelle di Mefisto e Yama).
  13. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    SPOILER Leonora e' il vero motore dell'azione, colei che all'inizio mette in moto gli avvenimenti. Il suo ruolo nel finale, ridotto a quello di damigella da salvare, non poteva effettivamente essere diverso (non ho mai creduto a un suo schierarsi dalla parte dei cattivi, come qualcuno aveva ipotizzato), e necessariamente questo la porta a defilarsi ai margini della storia. Come ben dici pero' la sua presenza e' fondamentale, in particolare nel secondo albo. Bel personaggio, a mio parere. Non sono d'accordo invece quando definisci "banalotto" il rimedio proposto dal Morisco: mi pare che la "maledizione" della famiglia Diago nasca dal mescolare il proprio sangue con quello della famosa stirpe dell'abisso, quindi trovo la soluzione di Boselli accettabile e coerente. L'unica alternativa secondo me era sacrificare la bella Leonora, ma sarebbe stato un peccato (gia' le morti di Victor e del figlio Sebastian bastano). Condivido l'apprezzamento per la figura di Victor, secondo me la piu' riuscita e affascinante della storia. E' vero quello che dici sulla sua comparsa soltanto nella parte finale della storia (anch'io ho avuto il rimpianto di non averlo visto in azione piu' a lungo), ma d'altra parte bisogna dire che questa soluzione ha l'effetto di mantenere la sua figura, e quella del figlio, in un alone di mistero fino all'ultimo. Secondo me era questo lo scopo principale di Boselli, lasciare l'incertezza fino alla fine, e credo che parte del fascino esercitato da questo personaggio derivi anche da questo. Farlo entrare in gioco prima, come proponi, avrebbe determinato uno stravolgimento della trama, che a me cosi' com'e' pare pienamente convincente.
  14. Semplice: magari uno da Tex si aspetta altro (formato bonelliano, bianco e nero, storie lunghe...). Per quanto riguarda "uno dei migliori Tex dal punto di vista grafico": non nego che i disegni di Paolo Eleuteri Serpieri siano molto, molto belli. Ma, come sopra, magari uno da Tex si aspetta altro (non scambierei Letteri e Nicolò con Eleuteri Serpieri nemmeno per un istante). Considera tutto ciò e ottieni un appassionato texiano che non compra il volume, ma ugualmente spera che venda molto bene. Mi trovo perfettamente d'accordo con te, virgin (anche se io penso che comprerò comunque l'albo). Anche a me questa iniziativa non provoca molto entusiasmo. Certo, i disegni sembrano stupendi (ma non li scambierei mai e poi mai con un albo di Ticci o Villa, sia chiaro!). Però anch'io in Tex voglio leggere altre cose: storie lunghe, di ampio respiro, disegni in bianco e nero, ordinati nella consueta gabbia bonelliana... Poi ci sono i tanti dubbi riguardo all'interpretazione del personaggio fatta da Serpieri... ma su quelli non mi pronuncio, potrò esprimermi soltanto con l'albo tra le mani. Riflettevo prima che tra le tante uscite texiane quella che mi dà sempre le maggiori soddisfazioni è l'inedito mensile! Con questo non voglio dire che gli esperimenti non vadano fatti, anzi fa bene Boselli a cercare nuove vie, da affiancare alle collane tradizionali; ma voglio rispondere a chi si chiede come qualcuno possa non essere entusiasta di questa uscita. In ogni caso auguro a questa nuova collana tutto il successo possibile, e soprattutto che riesca nell'intento di avvicinare al mondo di Tex anche una grande fetta di lettori attirati proprio dal grande nome dell'autore!
  15. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Questa volta arrivo per primo a commentare il finale di questa storia... non dico niente per non rovinare la lettura a nessuno, ma esprimo solo il mio apprezzamento per una storia che a mio avviso si conferma la migliore del 2014! Il finale è rocambolesco come nello stile di Boselli, e finalmente abbiamo la spiegazione a tutti i "misteri di villa Diago". Ottimo Piccinelli anche nel finale, dove si trova ad illustrare alcune situazioni piuttosto "insolite" e gli riesce benissimo! Il mio voto al termine della lettura è un 9 pieno! Complimenti agli autori!
  16. pecos

    [146/149] Terra Promessa

    Appena concluso il lunghissimo capolavoro "In nome della legge", ecco che GLB ci propone un'altra stupenda storia-fiume, questa volta affidata alle matite di Ticci, che entra a buon diritto nel novero delle migliori storie di Tex di sempre. Quello che mi colpisce di più in questa avventura è la grande varietà di ambienti e di attori che si presentano al lettore e vanno a costituire quasi tante diverse storie in una: si parte come una storia cittadina, a Cedar City, dove i nostri sono alle prese con il losco affarista Goldfield, capo dell'organizzazione criminale finalizzata a depredare le carovane di coloni. La cosa particolare è che i nostri in sostanza chiudono i conti con il capo già nella prima parte della storia, dopodiché la scena cambia radicalmente e si passa, dalle strade cittadine di Cedar City, alle grandi praterie lungo le piste delle carovane. E nella seconda parte entrano in gioco nuovi attori, dalla perfida guida Clayton agli Cheyenne del terribile Kento! Infine, un nuovo cambio di scena ci porta alla terza e conclusiva parte, al trading post di Harport, con gli indiani desiderosi di vendetta all'assalto del rifugio dei loro ex-complici. Insomma, tanta varietà di personaggi e ambienti in questa lunga epopea, che la rendono varia e mai annoiante! Nota di colore per alcune spassosissime scene con protagonista il vecchio cammello, che prima dà "involontariamente" fuoco all'emporio di Goldfield, poi ha un'espressione da oscar quando Tex viene a sapere che i mormoni hanno liberato l'indiano prigioniero... Durante la lettura mi sono soffermato sulle magnifiche tavole di Ticci e non ho potuto fare a meno di considerare l'evoluzione stilistica che ha avuto questo artista dagli tempi di questa storia fino ai giorni nostri, con una tendenza sempre più spiccata verso la stilizzazione e il sintetismo. Devo dire che il mio preferito rimane il Ticci maturo di qualche anno fa, ma anche i disegni di questa storia sono davvero belli (anche se i visi allungati di Tex e pards a volte fanno storcere un po' il naso, devo essere sincero). Voto: non meno di 10, ovviamente.
  17. Se parliamo di scene emozionanti, credo sia d'obbligo citare quelle tavole mute che concludono il texone "Patagonia", epiche, magistralmente illustrate da Frisenda, che a mio parere sono uno dei momenti più toccanti dell'intera saga texana.
  18. pecos

    Che Ne Pensate Delle Didascalie?

    Secondo me qui Natural Killer coglie bene i motivi principali per cui le didascalie sono state "abolite" da Tex (e dalla maggior parte dei fumetti moderni). Due sono i punti principali: - sembra che il lettore moderno preferisca una lettura fluida, veloce, non appesantita da tante parole e spiegazioni ma il più possibile immediata, e le didascalie hanno esattamente l'effetto opposto; - oggi i disegni nei fumetti sono sempre più considerati come "arte" vera e propria, mentre forse in passato erano più sottovalutati; questo cambio di prospettiva porta anch'esso a una svalorizzazione delle didascalie, che vanno a coprire le immagini togliendo spazio al disegnatore. La scrittura senza didascalie (non solo quelle didascalie lunghe che occupavano un terzo di una striscia, ma anche i brevi accenni spaziali e temporali) è una scrittura più cinematografica, in cui si hanno stacchi tra una scena e l'altra senza "parole di collegamento", avvicina il fumetto al linguaggio del cinema, a cui i lettori di oggi sono senz'altro più abituati. E' un modo di scrivere diverso, insomma. Personalmente mi piace, non sono un nostalgico delle didascalie, ma rivederne qualcuna non mi dispiacerebbe comunque!
  19. Onestamente, un ritorno di Nizzi su Tex mi lascerebbe piuttosto freddo e non molto fiducioso. Molte delle sue storie post 500 sono quasi un supplizio da leggere; ricordo i tempi (ancora non frequentavo i forum su internet) in cui ad ogni nuovo albo in edicola leggevo immediatamente il nome dello sceneggiatore, e la delusione che provavo ogni volta che si trattava di Nizzi. E' un fatto che non ho mai ripreso in mano le sue ultime storie per rileggerle una seconda volta - cosa che faccio abitualmente con tutto il resto della produzione texiana. Questo per dire che l'ultimo Nizzi era un autore che - per i vari motivi che si sono ripetuti più volte - ha fatto male. Un ritorno di Nizzi significherebbe presumibilmente un ritorno dell'ultimo Nizzi, non dell'autore che abbiamo tutti ammirato per i suoi capolavori passati, e per questo non lo gradirei. Poi, come dice John Deere, e questa affermazione è pienamente condivisibile, quindi mai dire mai. p.s. Inutile precisare che le critiche, dure, nel mio intervento sono rivolte soltanto alla produzione RECENTE di Nizzi, mentre tante sue storie più vecchie (soprattutto nel quarto centinaio) sono davvero bellissime e le rileggo sempre con grandissimo piacere!
  20. pecos

    [141/145] In Nome Della Legge

    Una storia assolutamente straordinaria, sontuosa. Il "grande intrigo" ordito dal misterioso uomo di Flagstaff è uno dei piani criminali che più hanno messo in difficoltà Tex e pards, riuscendo a mettere fuori gioco il ranger e portando la riserva Navajo sull'orlo di una guerra indiana! Qui GL Bonelli decide di fare davvero le cose in grande, con una trama complessa e bellissima nell'alternare le diverse situazioni che vedono all'opera i pards separatamente. Già, perché la cifra distintiva di questa storia è che Tex quasi non c'è: il numero di tavole in cui compare nell'albo "La cella della morte" non supera il 10, e anche nell'albo successivo le sue apparizioni sono piuttosto limitate! Non solo, ma una volta tornato libero, Tex continua a rimanere (per necessità, essendo ricercato) dietro le quinte, coordinando le operazioni dei pards... Carson, Kit e Tiger hanno quindi via libera ed è un piacere vederli in azione separatamente (soprattutto Carson)! La storia è ricca anche di personaggi secondari, riuscitissimi, dal terribile capo dei secondini Murdock alla simpatica canaglia Clem, senza dimenticare la diabolica Myra Solano ("viso d'angelo, cuore di pietra e cervello da volpe"!). La cosa particolare è che tutti questi personaggi rimangono tutti in vita, e devo dire che non mi dispiacerebbe rivedere qualcuno di loro, in questi tempi di ripescaggi di tanti personaggi storici... La storia è ovviamente indissolubilmente legata ai disegni di Nicolò - forse la più bella storia affidata a questo straordinario illustratore - tanto che, la solo nominarmi la terribile "cella della morte", è immediatamente il suo caratteristico segno che mi torna alla mente. La copertina de "In nome della legge", poi, è una delle mie preferite! Ovviamente, i voti sono: 10 alla storia, 10 ai disegni!
  21. pecos

    [22] [Almanacco 2015] Scure Nera

    Raramente ho trovato davvero convincenti le storie dell'almanacco - soprattutto a causa della lunghezza troppo breve per i miei gusti - ma quest'anno ho molta fiducia in Ruju che anche stavolta, a leggere il riassunto della trama, sembra aver costuito un bel personaggio a tutto tondo. Invece Scascitelli, i cui disegni sono di innegabile qualità, ha però un tratto che (gusto personale) non mi soddisfa appieno. Ah... la copertina di Villa è davvero straordinaria! Il 2015 da questo punto di vista inizia alla grande!
  22. pecos

    [Maxi Tex N. 18] L'avamposto Dell'infamia

    Giudizio in sintesi: un maxi discreto nella sceneggiatura, affossato dai disegni inguardabili di Diso. Ruju dimostra a mio parere di trovarsi un po' in difficoltà a gestire le 330 pagine, e di essere più a suo agio nelle storie di 220 pagine: qui si ha la sensazione di una sceneggiatura che non scorre fluida, ma che ritorna su se stessa, si aggroviglia, con il girovagare nel deserto dei vari gruppi di personaggi (Tex e Tiger, i disertori, gli indiani ribelli, i coloni); il ritmo è piuttosto blando e ha una accelerazione solo nel finale. La storia è comunque bella (anche se sa un po' di già visto, e ricorda i maxi "Lo squadrone infernale" e "Fort Sahara") e Ruju muove bene tutte le pedine sulla scacchiera. Una nota sul capitano Spencer, che alcuni nei commenti precedenti non hanno trovato così convincente: io trovo invece che sia un personaggio riuscito, non allo stesso livello di alcune creazioni precedenti uscite dalla penna di Ruju ma comunque ben caratterizzato, che dimostra di essere un osso duro fino alla fine. C'è a mio parere una nota stonata nella sceneggiatura: Pessimi i disegni di Diso. Mi dispiace per questo autore, ma qui siamo di fronte a tavole davvero poco curate, la sensazione è proprio quella di disegni tirati via, per arrivare alla fine il più velocemente possibile. Impubblicabili.
  23. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Non credo che sia tutto così semplice. A meno che Boselli non stia bluffando con le parole, Sandoral avrà modo di mostrare tutta la sua natura: Leonora dice che è solo "apparentemente" umano e che "è uno di loro". Mi aspetto quindi qualche sorpresa. La storia si gioca tutte le sue carte nel finale e se non si risolverà in una bolla di sapone, e se magari non sarà melensa e buonista, "La stirpe dell'abisso" si lascerà ricordare a lungo. Le vignette riportate da Ymalpas sono il momento chiave dell'albo, in cui si svelano parte dei "Misteri di Villa Diago". Ma credo che siamo ancora lontani dalla spiegazione conclusiva, Boselli è molto bravo a questo punto dell'albo a lasciar intuire molto di quello che sta accadendo nelle paludi del Durango, ma lasciando ancora tanti punti interrogativi e mantenendo viva l'attesa del lettore. Riguardo alla bella Leonora, anch'io sono dell'idea che i possibili esiti siano due:
  24. pecos

    [649/651] La Stirpe Dell'abisso

    Finalmente ho letto anch'io i primi due albi di questa storia davvero bella! Mi accodo ai commenti entusiasti (sì, perché in questo caso sono davvero poche le voci fuori dal coro a cui la storia non è piaciuta!). Siamo davvero di fronte a una storia di sapore classico, che mi ha riportato alla mente tante vecchie avventure di Bonelli. La lunga attesa è stata pienamente ripagata Aggiungo alcune considerazioni alle tante che già si trovano nei commenti precedenti (a proposito, anche a me il "prologo" di questa storia ha ricordato Dracula, come ha evidenziato Leo in un suo efficace intervento). Da notare l'assouta predominanza delle scene notturne: in entrambi gli albi, credo che le tavole ambientate alla luce solare siano non più di una decina. Il buio e le ombre, realizzati magistralmente da Piccinelli, servono ovviamente a creare quel clima di mistero di cui l'intera avventura vive. Atmosfera perfetta per la presenza del grande Morisco! Ottimo anche come Boselli gestisce il personaggio di Eusebio (al di là della polemica sulle sue origine azteche o maya, in cui non voglio entrare): il lugubre servitore del Morisco è fedelissimo al ruolo di "uccello del malaugurio", pessimista e superstizioso, che GL Bonelli gli aveva cucito addosso, e ho sorriso nel rileggere alcuni suoi battibecchi con Carson Splendida poi la scena in cui Kit, e poi Tiger, agiscono separatamente e fanno importanti scoperte che ci sono rivelate solo alcune tavole dopo, in un crescendo di suspence: qui la scrittura di Boselli è cinematografica, con la brusca interruzione delle scene sul momento della rivelazione, e a mio parere quasta parte è la più riuscita della storia, finora. Piccinelli realizza un ottimo lavoro. A parer mio non fa nulla di eccezionale e le sue tavole non mi fanno gridare al capolavoro, tuttavia sono un piacere per gli occhi. Se il tempo della lettura di ciascuno di questi albi è stato superiore all'ora (cosa che ritengo un pregio) è merito anche dei suoi disegni, che richiedono il giusto tempo per essere apprezzati - oltre che di una sceneggiatura che scorre né troppo veloce, né troppo lenta, con la giusta alternanza di scene d'azione e di pause ricche di dialoghi.
  25. pecos

    [647/648] Il Ricatto Di Slade

    Sui pards occasionali, pur notandone la persistenza e, in un certo qual senso, anche la ripetitività, io la penso in modo diverso: sarà che non mi dispiacciono, ma trovo che sia un bel modo con cui Faraci è riuscito a personalizzare la propria scrittura rispetto agli altri autori. Siamo sinceri: "Il ricatto di Slade" non delude certo per la tenera coppia di coniugi. Le due scene dei messicani, pur essendo un po' gratuite, secondo me ci stanno: la seconda è una delle sparatorie più riuscite mai sceneggiate da Faraci, autore che, difetto non da poco in un western, con le sparatorie realistiche è sempre stato negato. Circa la pistola bagnata dico che preferisco di gran lunga il Tex di questa storia rispetto a quello visto altre volte (nel Color storie brevi dell'anno scorso, ad esempio), che smonta tutta la pistola. Operazione non solo macchinosa e impossibile senza attrezzi, ma pure inutile: i revolver non soffrono brevi immersioni in acqua, avendo meccanismi molto semplici (non ci sono grandi problemi nemmeno con le semiauto, decisamente più complesse); il problema è che non si bagni la polvere nera nelle cartucce, in caso non siano perfettamente sigillate. Meglio comunque dei revolver ad avancarica come la Navy... Non sono certo questi due gli elementi che hanno determinato il mio giudizio negativo sull'albo, ma hanno comunque contribuito a non farmelo piacere. Ammetto che non tutti possano ritenerli "difetti" veri e propri di sceneggiatura (anche se a me sembrano tali), ma di situazioni che io, come lettore, avrei preferito non trovare. Il problema dei pards occasionali è (per me, ovviamente) la ripetitività: il fatto di ritrovarmeli in ogni storia di Faraci mi ha un po' stancato. Devo ammettere anche un po' di insofferenza da parte mia verso questo tipo di personaggi, che non amo particolarmente; preferisco i super-comprimari alla Boselli (Raza, Laredo...), che d'altra parte sono anch'essi odiati da parte del pubblico texiano... E' una questione di gusti, certamente, ma la mia osservazione era principalmente rivolta alla frequenza con cui Faraci ce li presenta. Anche sullo scontro con i messicani al ponte, sono d'accordo che si tratti di una sparatoria molto ben sceneggiata; di nuovo, la critica è alla gratuità della scena. Non ho invece la tua competenza riguardo alle armi, ma ho sempre pensato che il fatto di tenerle lontane dall'acqua servisse ad evitare che la polvere delle cartucce si bagnasse; qui abbiamo invece Tex che affronta i banditi direttamente uscito dall'acqua, senza preoccuparsi che la pistola potesse fare cilecca... E' un dettaglio insignificante forse, ma quando l'intera storia non ti convince fai anche più attenzione a questo tipo di situazioni: probabilmente, se la stessa cosa fosse accaduta in una storia capolavoro, non me ne sarei nemmeno accorto!
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