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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Condor senza meta

    [190/191] El Muerto

    Per spezzare un po' l'abbuffata mefistotelica di questi tempi, ho deciso di farmi un po' del male, scegliendo la rilettura di un vecchio episodio di Nolitta . Indubbiamente rispetto ad altre sue prove, "El Muerto" è quella più vicina ai canoni texiani (o dovrei meglio dire meno lontana!), ma ciò non toglie che anche questa fatica finisce col tradire le difficoltà del compianto Sergio ad affrontare la stesura delle sceneggiature nella gloriosa saga creata dal padre. Ammetto che era davvero tanto che non la riprendevo e, a essere sinceri, l'ho trovata "invecchiata male" rispetto alla mia ultima lettura. Va bene, Tex è meno logorroico e schizzato di altre volte, le lungaggini sono ridotte e i dialoghi un tantino più snelli, tuttavia la prima cosa che salta all'occhio è che il soggetto è basilare e scarno e la trama fin troppo lineare e prevedibile. Ovviamente crescendo si cambia il modo di gustarsi le storie e alcuni giudizi entusiastici del passato, vanno via via smorzandosi. Tutto si snoda attorno all'odio e alla vendetta e di fatto sarebbe bastata la sequenza dell'epilogo a condensare il tutto; ma sull'epilogo tornerò più avanti. Il povero Tiger si beccherà la solita caterva di legnate nell'incipit, inaugurata da una botta in testa risparmiabile con meno ingenuità. Ma non sarà l'unica sequenza che l'autore monta per introdurci il grande odio del villain, visto che pure a Kit toccherà assaggiare il piombo su cui è "stampato" l'appuntamento per il duello finale a Pueblo Feliz. Tex provocato in più modi, non trova di meglio che accettare senza grandi precauzioni l'invito e partirà per la consueta missione in solitaria che condurrà al telefonatissimo epilogo. "Almeno non commette piccionate stavolta", verrebbe da pensare e invece di colpo ci s'imbatte in una scena molto contorta ovvero l'incontro con El Muerto al Saloon. Botte in testa, pistole deposte ora capisco dove si ispirava Nizzi nel suo peggior periodo di "cinturoni slacciati" a gogo. Davvero difficile da digerire la sequenza del saloon, a mio avviso: anche ammettendo che c'è di mezzo la vita dell'ostaggio, è paradossale che Tex si fidi a quel modo del sanguinario nemico, facendosi disarmare come una pecorella. E Ordonez che fa? Invece di vendicarsi con semplicità scaricando un caricatore contro l'odiato antagonista, taglia la corda e ricorda all'avversario di farsi uccidere alla Boot hill. Lealtà? Onore? Coraggio? A me pare idiozia o quantomeno uno snodo forzato . Un uomo affamato di vendetta (come era stato fin allora descritto) se ne infischia del duello leale, quindi, per me, la scena è incongruente e andava evitata, così come l'agguato subito da Tex a opera degli sgherri del Muerto sembra solo uno stratagemma per allungare il brodo prima della portata finale. Per non tacere della sequenza in cui Tiger sopprime il rinnegato Faccia Tagliata. Lo si sa che il navajo è colui che meno degli altri si fa imbrigliare da remore di coscienza, ma per come è costruita la scena, il suo mi sembra proprio un omicidio a sangue freddo nei confronti di un avversario ormai disarmato e ferito. Non si poteva montare in maniera diversa la sequenza? Se finora sono stato alquanto critico con l'episodio, non posso però dire lo stesso dell'epilogo: il duello finale al tramonto sulla tomba dei fratelli uccisi è davvero molto a effetto e carico di pathos, come molto funzionale pure il flashback che lo introduce. Nolitta omaggia Sergio Leone col carillion che scandisce i tempi della sfida e il tutto è reso splendidamente dai pennelli di Galep che raggiunge vette di lirismo grafiche a lui non nuove. Mi son chiesto però i motivi della scelta di mettersi contro i raggi del sole morente di El Muerto, evidentemente non contento di aver risparmiato l'odiato nemico nel saloon era pure giusto dargli ulteriore vantaggio facendosi abbagliare dai raggi dell'astro diurno al tramonto. Galep a tratti mi è parso "frettoloso" e spesso le fattezze di Tex si differenziano troppo da una vignetta e l'altra (in alcuni casi sembrano esserci pure ritocchi redazionali ma potrei sbagliarmi) tuttavia, la già citata scena finale intrisa di poesia e la straordinaria espressività dei suoi personaggi, mettono in seconda linea tutto il resto. Ultimamente con Nolitta assegnavo il 6 politico come valutazione finale, stavolta voglio essere più magnanimo e opto per il 7 d'ufficio . Il mio voto finale è 7
  2. Il 2022 verrà ricordato da noi lettori texiani come l'anno di Mefisto. In effetti è una scelta redazionale forte quella di sfoderare, in rapida sequenza, una minisaga di sette albi riguardante lo scontro (finale?) fra Tex e il suo acerrimo nemico. (con tanto di bollino in copertina che un po' ci ha fatto discutere ) Il primo capitolo di tre albi, si è concluso e adesso, a bocce ferme, provo a recensirlo, sebbene non sia affatto facile farlo dopo che è stato in lungo e in largo analizzato dagli altri utenti prima di me. Per la prima volta mi avvalgo pure del comando "spoiler", visto che reputo doveroso evitare che qualcuno che ha intenzione di leggere solo alla fine dei sette mesi tutta la storia, possa rischiare di incorrere in qualche elemento spoilerante nel mio commento.
  3. Fresco di lettura dello speciale Tex Willer (stavolta speciale due volte visto che inaugura la semestralità della testata) mi ritrovo qui a cercar di esporre il mio punto di vista sulla storia in questione. Ammetto che, dopo il precedente di Sam Willer, reso magistralmente dai pennelli di Andreucci ma alquanto "sviante" per la caratterizzazione del tutto fuori dei canoni offertaci da Recchioni, il dover acquistare un albo in cui l'assenza di Tex era scontata, mi lasciava alquanto dubbioso. Sebbene ultimamente abbia incrementato gli acquisti mensili, non sono un "completista" e mi capita spesso di lasciare in edicola alcune uscite che poco mi attirano, per poi magari recuperarle in seguito se ne ho voglia o la possibilità, tuttavia le firme di Mauro e De Angelis nei crediti e le discussioni sul forum, hanno acceso la mia curiosità a tal punto da indurmi all'acquisto. Contravvenendo alla mia consueta mancanza di sintesi, stavolta posso subito affermare che lo speciale non mi ha affatto preso e che mi sono piuttosto annoiato durante la lettura. Mauro come di consueto ha imbastito un solido telaio narrativo su cui ha cercato (con discreto esito) di ricollegare tutti i pezzi del puzzle riguardanti la prima storia bonelliana e le sue avventure narrate su "Tex Willer"; lavoro certosino e attento che, se da un lato riesce nell'impresa di rendere plausibili gli incastri (eccetto qualche lieve eccezione), dall'altro finisce però per rendere, a mio avviso, meno avvincente lo svolgere narrativo. Si ha come l'impressione di un percorso a tappe forzate che imbriglia alquanto la libertà narrativa e che vuoi o non vuoi, per chi conosce gli esordi di Mefisto, diviene prevedibile. Un fumetto ben concepito sotto l'aspetto squisitamente tecnico, ma più frutto di un attento studio "a tavolino" che di una vera ispirazione. Mauro di solito mette più il cuore che il mestiere nelle sue opere, anche in quelle meno riuscite, stavolta ho colto vagamente un percorso inverso. Di certo non è una colpa dovendo gestire una marea di sceneggiature, ma i soliti guizzi che rendono preziosa la produzione di Borden, stavolta sono quasi assenti o "imbavagliati" e questo lo reputo un peccato. Di sicuro Mauro non risponderà mai a una simile domanda provocatoria (o mi riempirà d'insulti ): davvero aveva voglia di scrivere un capitolo simile o è stato costretto da logiche produttive? Rileggendo un precedente intervento del sagace Diablero, che esprimeva i suoi dubbi sul fatto che forse sarebbe stato meglio tenere intatto il mistero sulle origini di Mefisto, garantendo quell'aurea arcana voluta da GL Bonelli, ma visto che prima o poi il primo arrivato avrebbe proposto e scritto qualcosa, tanto valeva farlo fare a Borden, lo stesso curatore, a mio modo di vedere, si è lasciato sfuggire un'esclamazione che potrebbe avvalorare la mia provocatoria tesi. Se mi sbaglio però promettetemi che non mi mettete a bagno nella pece e le piume! Ottimi disegni, buona sceneggiatura, ma poca "magia" stavolta (magia narrativa s'intende). Sul fatto che le spiegazioni sulla presunta "perdita di poteri" sia stata debole o poco convincente, non mi soffermo, di certo se si aspettava questa storia per avere un chiarimento, non si rimane del tutto soddisfatti, ma ripeto, non è questo il punto che mi lascia freddino, bensì la strana sensazione di noia che ho provato durante la lettura e non capita spesso con Borden. Non una storia indimenticabile, e non c'era da strapparsi i capelli se avessi lasciato l'albo in edicola. Comunque l'anno di Mefisto continua e spero di rifarmi con la quadrupla con Civitelli.
  4. Caspita se li portano davvero bene Mauro e Carlo i 160 anni! Vuoi vedere che hanno scoperto il segreto della Pietra filosofale e non ci dicono nulla?
  5. Dopo che mi era stato fatto notare, sono andato a controllare e mi son accorto di aver effettivamente preso un granchio, grazie comunque per il chiarimento Mauro, così come ringrazio Franco per la risposta. Come accennavo nel commento, lo stress del periodo non mi aiuta, ma soprattutto, ciò mi conferma che buttare di getto a caldo le impressioni, può portare a scrivere corbellerie. Chiedo venia.
  6. Una rilettura complessiva dei tre albi, mi permetterà di metabolizzare meglio la trama e provare a esprimere un giudizio più articolato. La sensazione a bruciapelo provata è che la storia sia valevole, ma perde qualcosa nel terzo albo. Gli appunti mossi da Diablero e Letizia mi trovano d'accordo, in effetti qualche passaggio andava maggiormente "oliato", al netto di una sceneggiatura con ritmi adeguati e coinvolgente. Credo che bisognerà attendere il secondo capitolo della minisaga, per farsi un'idea complessiva. Finora il primo atto (a mio modesto avviso) non arriva a eguagliare l'epicità raggiunta dalla storia delle "Navi Perdute", ma ripeto, potrei essere smentito dalla seconda parte. L'ambientazione comunque mi è molto piaciuta e Mauro dimostra sempre di essere un soggettista con fiocchi. Spoiler Dopo la scena dello scorso albo, in cui Devlin dialogava con un vicino di cella che asseriva di essere il vero direttore del manicomio, mi ha un po' stupito che scopriamo sul finale che Mefisto lo ha ucciso prima di prendere il suo posto. Incongruenza o le frasi udite da Tom erano i vagheggiamenti di un folle qualsiasi? E se così, quanta importanza aveva quel dialogo nell'economia della trama? Un'altra frase mi ha lasciato perplesso: Mefisto a pag. 24, bacchetta il figlio con le seguenti parole "Non dimentico che è per vendicare me che ti sei messo in testa, pur non avendone le forze, di seguire il mio percorso sulla via tenebrosa della mano sinistra". Ammetto di non aver capito il rimbrotto, Mefisto accusa il figlio di smisurata ambizione senza averne le capacità? Ci sta, in effetti Yama non è mai riuscito a essere alla sua altezza, ma l'investitura l'ha avuta dal padre: è stato lui, in punto di morte a passargli i poteri e dargli la missione della vendetta, senza quella scena basilare Blacky avrebbe continuato a vagare sul carrozzone in compagnia della madre, ignorando la presenza del genitore stregone, quindi accusarlo di aver seguito il suo percorso mi suona stonato. Mefisto ha il dente avvelenato per la precedente sortita boselliana di Yama? Ciò non toglie che io abbia potuto fraintendere il senso del dialogo, in fondo è un periodo di stress lavorativo e la mente è meno recettiva.
  7. E' sottinteso che, se Kit dovesse cedere al fascino femminile, dovrebbe farlo al cospetto di una donna di spessore e dalla forte personalità; uno di quei bei personaggi che Borden sa sfornare, che all'occorrenza potrebbe dare il suo contributo in alcune avventure. Poco probabile dite? Lo penso anch'io, ma per favore non parlatemi di morte; se Mauro è giustamente restio a sacrificare pedine secondarie della saga, figurarsi se fa uscire Kit di scena così. P.s. Immagino le risate e le pernacchie che farà Mauro leggendo queste nostre "strampalate" ipotesi.
  8. A parte le battute, davvero Kit andrebbe "ristrutturato" per essere rivalutato. In qualche modo ci ha provato Mauro in passato con esiti altalenanti, e anche l'idea di Carlo, nel suo soggetto con il ritorno della Montoya, si muoveva in questo senso ma la storia non ha mantenuto le premesse. In effetti, al giorno d'oggi il rampollo è un personaggio che ha poco appeal. Un giovane nel west, raggiunti i vent'anni e carico d'esperienza come lui, è sprecato a stare sempre sotto l'ombra protettrice del padre. Per fare il salto di qualità deve splendere di luce propria, matrimonio o non. In tal senso, una miniserie con alcune sue avventure in solitario, potrebbe testare l'effettivo valore di un tale personaggio. Così com'è, risulta solo un clone depotenziato del padre, destinato sempre a rimanere in seconda fila e chiedersi: "cosa farebbe papà se fosse al posto mio?" "Il mio cavallo contro un dollaro bucato" come direbbe Tex, che Mauro mai e poi mai avallerà una sua morte violenta o un eventuale matrimonio, ma sarebbe comunque il caso di studiare qualcosa di diverso, per evitare un appiattimento che alla lunga potrebbe portarci a chiedere se non fosse il caso di lasciarlo "in panchina".
  9. Verissimo, erano i nipoti. Ricordavo male. D'altronde, conti alla mano, Kit "Falco Nero" nel 1916 sarebbe stato un po' troppo avanti in età per combattere la Prima Guerra Mondiale. Ciò non toglie, che la fantasia non ti manca.
  10. Se lette con la mente del tutto scevra dai dettami texiani della saga, si fanno apprezzare. Molto originali e fantasiose. In una, mi par di ricordare, che il giovane "Falco Nero" ritorna dall'Europa dopo aver combattuto la battaglia di Verdun. D'Antonio nella sua "Storia del west" gestì bene le famiglie Adams e Mac Donald. Tutto sta nella sapiente gestione degli sceneggiatori in fondo.
  11. Hai tutto il nostro supporto morale Loriano.
  12. Beh dopo aver visto morire Lilyth, Fiore di Luna, Tanya e via discorrendo, credo che sia impossibile che una donna accetti di stare con uno dei pards: portano male! Altro che " La Casa nella Prateria" qui c'è la "Strage delle innocenti" Per il resto, ovviamente, a mio modo di vedere, stiamo discutendo sul nulla; dubito fermamente che Mauro prenda mai in considerazione uno stravolgimento così marcato per uno dei pards storici. Come è categoricamente escluso, per doveroso rispetto al grande Bonelli, che si decida di far morire una sua creatura; sarebbe una scelta alquanto inelegante per la memoria dell'indimenticato papà di Tex. Accontentiamoci di tenercelo così com'è il giovane Kit (anche se credo che per gli autori, Boselli compreso, non sia semplicissimo gestirlo e purtroppo il vecchio Gian Luigi non c'è più per valorizzarlo come sapeva). Per le innovazioni e stravolgimenti improbabili, possiamo tuffarci nell'universo alternativo delle Fanfiction di Letizia, che ammetto non sono affatto male.
  13. In effetti l'idea di Letizia non sarebbe del tutto da buttare. Far morire Kit la trovo una soluzione troppo forte e non credo che personalmente l'accetterei volentieri (già in DyD si è fatta una cosa simile con Groucho ed è un pugno nello stomaco per una saga e i suoi lettori storici) Ben diverso sarebbe farlo crescere su un binario diverso dal consueto, farlo maturare, renderlo più autonomo e fuori dal cono d'ombra del padre, fargli metter su famiglia e utilizzarlo sporadicamente nelle avventure, ma sotto un'altra luce. Scelta pure forte, ma meno drastica della sua morte.
  14. Condor senza meta

    [Texone N. 38] I due fuggitivi

    La prima storia di Manfredi che lessi, fu "Delitti a passo di danza" apparsa sul Dylan Dog Gigante n.4 nel lontano 1995. La sceneggiatura era affidata ai pennelli di Freghieri, disegnatore che avevo già avuto modo di apprezzare su Dyd, e ricordo che allora la storia mi piacque. Ora, a quasi trent'anni di distanza, la coppia di autori si ricompone per un albo gigante di Tex e spero che il precedente positivo, sia di buon auspicio. P.s. Quel vecchio "Dylandogone" mi fece conoscere pure Andrea Venturi, autore del primo episodio dell'albo, e segnò il debutto di Ruju sulla saga (e sulla Bonelli in genere se ricordo bene)
  15. Purtroppo al momento non mi sovviene in quale storia sia apparsa questa scena. Ahahahaha manca solo la carbonara e il menù è completo.
  16. Sarà un'altra scena simile quella che hai rievocato Letizia, d'altronde capita molto spesso che il nostro Carson brontoli
  17. Nella storia "Oltre la frontiera", da me citata, dopo essere sfuggiti all'assalto dei messicani, grazie all'intervento degli indiani alleati del maggiore confederato, Carson torna nei pressi della sorgente a cercare certe erbe medicinali da mettere sulle bruciature di Tex. Per poco rischia di scoprire uno dei sopravvissuti messicani, ferito e nascosto dietro gli arbusti, ma torna indietro dopo che il pard gli ha detto ridendo che la pomata di erbe triturate può fumarsela nella pipa.
  18. Sono d'accordo. In un'operazione come "Tex Willer", in cui finora ogni incastro del puzzle è stato studiato con oculatezza, un simile svarione involontario suona strano, a maggior ragione visto che ci troviamo al cospetto del nemico per antonomasia di Tex. La tua spiegazione è condivisibile, l'incongruenza sembra programmata.
  19. In effetti l'incongruenza c'è ed è alquanto strana, vista la certosina precisione di Mauro nelle logiche di cronologia. Mefisto in "Pinkerton Lady" non è un semplice illusionista, ma ci appare molto in avanti nelle pratiche magiche; solo questo può spiegare le scene della presunta "ipnosi". (Se avesse usato gas venefici che provocassero allucinazioni, la cosa sarebbe stata più plausibile, ma un'ipnosi collettiva è ai limiti del credibile). Ripeto, un errore strano (inconsapevole o programmato?), la storia sarebbe stata comunque avvincente e adesso non bisognava rimediare con un dai e vai di poteri.
  20. 22/05/2022

    Anche a Topolinia si festeggia 

    IMG-20220522-WA0012.jpg

    1. mario55

      mario55

      dove trovo e posso leggere, il regolamento da “accettare”?

    2. Condor senza meta

      Condor senza meta

      C'è un apposito topic, però è bene che ti fai linkare la pagina da un moderatore. :)

       

    3. mario55

      mario55

      mi sembra che i moderatori dormano un po

      e poi francamente di forum un po’ ne seguo ma questo mi sembra di molto complicato 🤣

  21. Dylan Dog, che è un noto latin lover, non oso immaginare dove potrebbero stamparlo!
  22. Sai Letizia, suppongo che anche i saloni del barbiere nel selvaggio west non dovevano essere il massimo del confort: fra sputacchiere nell'impiantito, lame di rasoio uniche per tutti i clienti, teli e panni sporchi e sudici, pennelli da barba che pesavano il doppio per quanti germi e batteri ospitavano; bisognava davvero avere un sistema immunitario doc per uscirne sani ogni volta. Per non tacere di pitocchi e cose simili nei capelli, i figaro dell'epoca dovevano avere lo stomaco duro per fare quel lavoro.
  23. Eppure mi ricordo una scena in "Oltre la frontiera" in cui Carson, prima di andare a dormire, si reca alla vicina sorgente del luogo di bivacco per lavare la padella, specificando al pard che l'indomani la troverebbe incrostata. Scena che anticipa un agguato, ma alquanto simpatica.
  24. Continua a mantenersi alto l'interesse per l'episodio in questione, contraddistinto da una trama molto intricata e una congiura che promette sviluppi degni di nota. Rimango sempre più colpito dall'abilità mostrata da Brindisi a "sporcare" il suo proverbiale tratto per renderlo adeguato alle tematiche western della serie. Ulteriore conferma di quanto il talento possa aiutare a superare ogni tipo di ostacolo; d'altronde di talento Brindisi ne possiede a iosa e il suo ingaggio per "Tex Willer" è stato un colpo vincente. Esilarante la scena che vede Tex travestito da anonimo campesinos entrare nel saloon e fingersi sordomuto per non insospettire Jonas. "Conto sul fatto che non sia tanto sveglio e sia rintonato dalla botta in testa" pensa fra se Tex transitando dinanzi a Jonas e in effetti questi non brilla d'intuito nella sequenza successiva: Tex finge di essere sordomuto e di comprendere l'interlocutore solo leggendone il labiale, ma lo sgherro di Lange non si domanda come mai il giovane, poco prima, richiamato alle spalle, ferma il suo incedere e si volta nella sua direzione . "Allora non è poi così scemo" pensa Tex nel doverlo affrontare, ma proprio per questo sarebbe stato meglio evitare una scusa così "rischiosa" dopo il suo gesto. Povero Jonas, deve pure subirsi uno sganassone da Pedro e un mezzo infarto nel vederlo in quelle vesti, ma avrà la sua rivalsa nella pagina finale: rintronato sì, ma non del tutto!
  25. Ben vengano le eccezioni che confermano la regola . Fa enorme piacere che giovani come te si innamorino dei fumetti. Mi auguro di sbagliarmi e che le mie teorie siano troppo pessimistiche, però, purtroppo se il numero di copie cala anno dopo anno e chiudono inesorabilmente le edicole, qualche causa ci sarà e il mancato ricambio generazionale, a mio avviso, è una di queste. Se mi dite che i manga hanno intercettato le giovani leve, mi fido, ma quante copie vendono al mese i manga? Tanto per farmi un'idea. A onor del vero, assisto a un freddo interesse dei giovanissimi in merito alle iniziative promosse dall'associazione culturale di cui faccio parte, e gli istituti scolastici di suo conto non brillano per coadiuvare la promozione dei romanzi a fumetti nelle classi per stimolare la lettura. Forse è anche questo fattore che mi induce a essere pessimista, ma ripeto, auguro di sbagliarmi.
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