
Doudou Marechal
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Stefano Andreucci, professione disegnatore di Fumetti: puoi raccontarci i tuoi inizi come disegnatore, in particolare di quando e come hai cominciato a lavorare per Bonelli?Intervista a Stefano AndreucciStefano Andreucci: Ho cominciato con lo studio di Dino Leonetti, a Roma. Poi, conosciuto Francesco Coniglio (Coniglio Editore), ho realizzato qualche erotico e ho lavorato per le sue riviste Splatter e Mostri. Alla fine del 1991, poi, ho presentato le mie cose alla Sergio Bonelli Editore. Non è andata subito bene, ma solo un mese dopo ci ho riprovato e questa volta mi hanno accettato (bontà loro!). E? così che ho cominciato a disegnare Zagor. Nella tua attività di disegnatore, quali consideri, se vi sono, come tuoi maestri? Hai disegnatori che stimi particolarmente? In caso positivo, quali e perchè?Stefano Andreucci: Erano tanti i disegnatori che mi sarebbe piaciuto ?imitare?. Troppi per citarli tutti. Però, se devo dirne uno su tutti dico Giovanni Ticci. Mi piaceva e mi piace da matti. Ma anche aggiungo un mio professore di liceo, Nino Giammarco, dal tratto caldo e pastoso. Infine mio fratello Roberto, che guardavo disegnare quando ero piccolo. Che posto hanno avuto i fumetti, soprattutto i Bonelli nella tua infanzia?Stefano Andreucci: Leggevo tutti i fumetti che i miei fratelli compravano, Batman, Superman, L'uomo mascherato e via dicendo, ma soprattutto Zagor e Tex. Fantastici!Quando e come hai cominciato a pubblicare i tuoi primi lavori?Stefano Andreucci: Ho cominciato con lo studio romano di Dino Leonetti, disegnando per Tilt e Boy Comics grosso modo nel 1986. Il tuo primo personaggio bonelliano è stato Zagor, per il quale hai disegnato 4 storie, tre di queste scritte da Boselli; vuoi raccontarci del tuo impatto con Zagor e di come ti sei trovato con Boselli come sceneggiatore?Stefano Andreucci: All'inizio è stata dura, doversi adattare al tratto di un altro, seppur grande, disegnatore. Però c'era molto da imparare e mi sono messo già con impegno. Ma con le storie di Cain (che ho creato graficamente) mi sono sentito a mio agio e anche molto divertito. Con Boselli si collaborava bene e c'era partecipazione anche da parte mia anche se la nostra visione narrativa non è esattamente la stessa. Inoltre sono affezionato a Mauro con il quale collaboro dal 1993. Passiamo adesso al Ranger che d' nome a questo blog: chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?Stefano Andreucci: Tex va bene così, d'altronde ci sono i numeri a confermarlo, solo che mi sarebbe piaciuto veder sfruttato diversamente il Texone. Una prova d'autore, ecco come lo vedrei. Ingaggerei anche sceneggiatori diversi. Nel 2003 è uscito l'Almanacco del West con la tua storia "Eroe per caso". Non hai più disegnato per Tex; come mai la tua collaborazione per Tex è stata così breveStefano Andreucci: Credo di non essere piaciuto a Sergio. Io me lo spiego in questo modo. Ti sarebbe piaciuto continuare a disegnare le avventure del Ranger più famoso del Fumetto, oppure, com?? accaduto ad alcuni dei tuoi colleghi, che di recente vi si sono cimentati per poi abbandonarla, l'impresa ti fa, come direbbe Tex stesso, tremare i polsi?Stefano Andreucci: No, che tremare i polsi! E che sarà mai. Anzi, il contrario, ?che il cielo mi fulmini!?. Mi piacerebbe disegnare qualche storia di Tex ogni tanto, perchè mi riesce familiare. Però mi piace variare e non legarmi troppo a una serie, altrimenti cadrei nella routine. Continuiamo con Tex: innanzitutto com?? che sei stato scelto per disegnare quell'unica storia apparsa sull'Almanacco 2003?Stefano Andreucci: E? Sergio che mi ha voluto, di più non so dire. Nel tuo accostarti al personaggio ti sei rifatto ad un modello preciso?Stefano Andreucci: No, anche se Ticci è nella mia testa in modo istintivo. Secondo te così? che rende Tex l'icona che ??Stefano Andreucci: Boh! Sul serio, non ci ho mai pensato. Forse la sua mancanza di chiaro-scuro... Come definiresti con un solo aggettivo i quattro pardsèStefano Andreucci: Granitico, paterno e libero, in ordine per Tex, Kit Carson e Tiger Jack. Kit Willer direi... allineato. Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un'anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff texiano? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?Stefano Andreucci: La vedo bene, sicuramente elementi nuovi che daranno ossigeno extra alla serie. Per il nuovo corso non lo so, vedremo. Ultimamente c'è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori. Pensi che fosse qualcosa d'inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?Stefano Andreucci: Potrebbe accadere ma non credo sia probabile. Tex è talmente solido che ha fatto di tutte le sue caratteristiche un unico blocco. Messa in questi termini si può solo arricchire. Ritieni che Tex sia cambiato negli ultimi anni? Se sè, sotto quali aspetti?Stefano Andreucci: Ma io sono un disegnatore. Con una sua idea, ma un disegnatore. Questa domanda dovresti farla ai tanti critici che popolano la rete. Per concludere il tema, come vedi il futuro del Ranger?Stefano Andreucci: Solidissimo!Da molti anni sei uno dei disegnatori di punta della testata Dampyr, della quale hai avuto il compito d'illustrare il numero 100 in uscita nel 2008. Una responsabilità, ma in fondo anche forse la tua consacrazione come il disegnatore più importante della serie dopo Majo. Tu cosìhai da dire al riguardo?Stefano Andreucci: Sono grato a Bonelli e a Boselli per la possibilità che mi hanno dato e ora, visto che l'ho finito, posso dire che è venuto molto bene, questo numero 100. Però non credo di essere il disegnatore più adatto per Dampyr. Ma, visto come vanno le cose, forse mi sbaglio. Puoi dirci qualcosa della storia e di come ti trovi a disegnare Dampyr. Stefano Andreucci: Dampyr è la cosa più difficile che io abbia mai disegnato, ma è anche una sfida. La storia ?... rivelatrice e fantastica, daltronde si intitola ?Il Re del Mondo?! Draka la fa da padrone, fascinoso più che mai. Hai lavorato dunque su Zagor, Dampyr ed un'unica volta su Tex. Che differenze hai trovato, se le hai trovate, nel lavorare su questi tre personaggiàStefano Andreucci: Sono quasi tutte storie di Boselli e quindi tanta differenza non la trovo. E? chiaro che ogni serie ha la sua peculiarit?, ma in definitiva è l'autore diverso che porta una differenza sensibile, non tanto la serie stessa. In tutte queste esperienze hai avuto un rapporto, per così dire, privilegiato con uno sceneggiatore, ovvero Mauro Boselli. Credi che questo ti abbia reso più facile il passaggio a personaggi tanto diversi tra loro?Stefano Andreucci: Senza alcun dubbio!Quale è l'importanza di Tex, Zagor e Dampyr nella tua vita?Stefano Andreucci: Mi piacciono i fumetti. Oltre tutto mi danno da vivere. E? il massimo. C'è un'altra testata bonelliana per la quale non hai mai lavorato e che ti piacerebbe tantissimo disegnare? In caso positivo, puoi dirci quale sarebbe e perchè?Stefano Andreucci: No, mi piacerebbe ridisegnare Tex. Oltre che le cose che sto scrivendo. E magari un personaggio non bonelliano?Stefano Andreucci: Batman, assolutamente. Hai mai pensato di scrivere e disegnare un personaggio tutto tuo, testi e disegni?Stefano Andreucci: Sto scrivendo ma non per la serialit?. E comunque non per Bonelli. Mi piace scrivere favole per tutti, adulti e bambini. E i tuoi progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?Stefano Andreucci: L'ho già fatto, sto scrivendo una cosa che spero possa essere pubblicata. Si tratta di una favola un po' orrorifica, ma non splatter. Vedremo. Quando disegni hai delle ambientazioni e/o tematiche preferite? Quali sono?Stefano Andreucci: Si. Il mare o le montagne del Nord America. Ma anche condizioni particolari che rendono il soggetto più interessante, come vento o pioggia. Vivi a Roma come altri disegnatori bonelliani (Laurenti, Mastantuono e altri): i contatti tra di voi sono frequenti oppure ognuno di voi lavora in assoluta solitudine?Stefano Andreucci: Da 14 anni vivo a Narni, una cittadina umbra a quasi 100 km da Roma. Qui ho uno studio insieme al mio ex allievo Michele Rubini, disegnatore di Zagor. Ho frequenti contatti con Laurenti, mentre con gli altri ci si incontra alle varie fiere del fumetto, ma niente di più. Quali fumetti leggi attualmente ovvero con quali ti identifichi maggiormente?Stefano Andreucci: Non mi identifico con nessun fumetto da un bel po', però leggo Tex, Zagor, Dampyr (ovviamente) e molti altri, anche esteri, ma occasionalmente. Vado in fumetteria e cerco, sfoglio e, quando mi piace, compro. Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggià E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?Stefano Andreucci: Non sono uno da preferenze. Trovo una cosa che mi entusiasma da matti la dove non me lo aspetto. Sia nella lettura che nel cinema o nella musica. Mi piace tanto essere sorpreso. Caro Stefano, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l'intervista che ci hai così gentilmente concesso. Stefano Andreucci: Grazie a voi e un saluto anche a chiunque legga questa amichevole chiacchierata. Tratto da: http://texwiller. blog.com/3269656/
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Stefano Andreucci (Roma, 23 settembre 1962) è un autore di fumetti italiano. Carriera Quando lasciò dopo il secondo anno l'accademia delle belle arti, Stefano Andreucci inizi? a disegnare fumetti all'età di 24 anni, quando entra a far parte dello studio Leonetti. Nel 1992 passa alla Sergio Bonelli Editore, dove si dedica al fumetto Zagor facendo molte storie. Dal 1999 entra nella "squadra" del nuovo fumetto bonelliano: Dampyr. Tuttavia, continua a disegnare anche per un altro fumetto bonelliano, ossia Tex Willer, con l'unica sua pubblicazione con l'Almanacco del West 2003 "Eroe per caso".
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Wasted, grazie per questa domanda. Ecco, naturalmente secondo il mio metro di giudizio ci sono storie che meriterebbero 10 oppure storie che meritano un voto piuttosto basso. Come puoi vedere dagli altri miei giudizi io ho dato dei 10, a poche storie, ad altre 10 e lode, piuttosto raramente. Poi do sette o sei, ma pochissime volte mi vedrai mettere un giudizio negativo come 2 o 3, perchè vedi, so, come sapete tutti, che sia sceneggiatori che disegnatori danno il meglio di sè in queste prove. Finora poi ho votato molte storie a cui sono affezionato, alcune meno alcune più, ma che se le riguardo mi appassiono più di prima. Ci sono anche storie per me che non hanno voto perchè sono indimenticabili e non te le scordi più, cui potrei dare 100, 200 o 300 e che hanno, per me, segnato un odissea Texiana. Spero che questa mia risposta soddisfi sia te che gli altri utenti.
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A me gli ambienti del vud', dell'oscuro sono sempre piaciuti, poi vederli soprattutto a New Orleans, città molto famosa, è un piacere così grosso che mi piacerebbe visitarla e dare un commento più da vicino. Per quanto riguarda la storia è molto interessante, forse una delle più azzeccate di quel periodo. chi l'aveva capito subito si faccia avanti, alla fine non ero rimasto del tutto scioccato perchè mi ero fatto un idea e volevo vedere se era giusta. Insomma un 7 pieno.
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Intervista a Lucio FilippucciFilippucci, com?? nata l'avventura dello Speciale?L'editore Bonelli continuava a chiedermelo, ma io tentennavo perchè non sono mai stato un texiano. Non ero un lettore abituale, ero legato ad altri stili western, più moderni, come Ken Parker, o il Blueberry di Moebius. Anche nel cinema amavo il western anni Settanta, Soldato Blu, Un uomo chiamato cavallo. Tex è anni Cinquanta, John Ford. Alla fine perchè hai accettato?Perchè era una bella sfida. Tex è un personaggio impegnativo, con una lunga storia alle spalle, delle regole solide. Quali?E? un uomo d'acciaio, ha un abbigliamento preciso, armi, un modo di cavalcare, di guardare. Anche i luoghi, gli arredi, gli oggetti, devono essere verosimili, esatti. E? un western realistico, sporco, polveroso. Io, che vengo dalla fantascienza, dove c'è molta libertà di improvvisare, ho dovuto lavorare con disciplina; sono passato dal ritmo veloce a quello lento, dove ogni vignetta va lavorata a fondo. Credo di essermi adattato molto bene alla sua serialit?, perchè io in fondo sono un particolarista, amo i dettagli, la precisione, la nitidezza. Mi ci sono adattato talmente bene che ora disegner? anche un albo ?normale? di Tex. Ha influito il tuo stile di disegnatore di fantascienza? Come si è coniugato col western°Credo di avere lavorato sul ritmo, il dinamismo, l'azione, gli effetti speciali. Queste infatti sono le prerogative del disegnatore, che gestisce la regia. Puoi riassumere la storia?Potr? sembrare bizzarro, ma dopo tre anni di lavoro duro sulle singole vignette non la ricordo molto bene. E? una sceneggiatura di Gino D'Antonio, uno dei più grandi sceneggiatori italiani, purtroppo scomparso di recente senza potere vedere l'opera finita. Tex e Carson hanno l'incarico di scortare un capo seminole ribelle, Ochala, a un processo per vari omicidi. Ma riesce a fuggire, aiutato dai suoi. Ochala è inseguito da un malvagio caijun, che, apprendiamo nei flashback, anni prima ha sterminato la sua famiglia. Scopriamo che Ochala è innocente, che ha sempre ucciso per difendersi, e Tex si mette sulle tracce di entrambi. E? una storia avventurosa, con la complicazione di un burocrate malvagio e corrotto, uno dei nemici classici di Tex, che lotta contro la corruzione, la speculazione. Quindi abbiamo la coppia Tex/Carson, senza Tiger Jack?S?, ma oltre la metà dell'albo vede Tex da solo, con un pard meno ?pesante? di Carson. E? stata una scelta della sceneggiatura, per l'economia della storia, i personaggi, l'intreccio, risultava troppo complesso far recitare entrambi i personaggi, con le loro caratterizzazioni, le personalit? complesse, le solite idiosincrasie di Carson. Cosè a un certo punto Capelli d'argento si è infortunato ed è uscito di scena. Hai detto recitare, dunque sono personaggi/attori?Certo. Il fumetto ha una scansione cinematografica. Quindi, come in ogni film che si rispetti, hai fatto delle ricerche sugli scenari, gli oggetti, i costumi?E come. Le armi, i paesaggi delle paludi, e i cavalli, che costituiscono uno dei problemi più ardui da risolvere, per l'anatomia e soprattutto il dinamismo, difficile da restituire. Ho dovuto inventare molto sui costumi dei seminoles, perchè c'è pochissimi materiale disponibile. Va detto che non tutti i disegnatori dei texoni hanno fatto la stessa cosa, alcuni hanno tirato via, ma io no. In questo ho seguito fino in fondo gli insegnamenti dei miei due maestri, Magnus e Romanini (Giovanni Romanini, bolognese, ha collaborato con Magnus alla Compagnia della forca e ha disegnato i cavalli del texone dello stesso Magnus ndr), grandi maestri della precisione. Aurelio Galleppini ha usato anche se stesso è il proprio autoritratto è per il personaggio. Tu pensi di avere inserito qualche componente di te stesso nel tuo protagonista?Direi che siamo molto diversi, a partire dall'aspetto fisico. Però ammiro certi lati del suo carattere, quella sua fede incrollabile nella Giustizia, e il non esitare a prendere a cazzottoni i malvagi che la infrangono. Il tuo Tex ha una faccia dura, spigolosa, spesso illuminata dal basso, con occhi stretti come fessure orizzontali. E? una scelta solo tua? Assolutamente sè. La sceneggiatura non fornisce indicazioni di questo tipo. Gli occhi fessura derivano da Martin Myst?re, che non li apre mai. Per tornare alla domanda precedente, forse ci ho messo la mia tensione iniziale, quando pensavo alla impresa che stavo affrontando. Secondo te oggi Tex voterebbe Obama o McCain°(Pausa) Obama. Ha un'anima solida di democratico. Un'ultima domanda. Perchè tanti disegnatori se ne vanno in Francia? Penso a Liberatore, Mattotti, Igort. In Francia il fumetto ha lo spazio e l'attenzione che merita. E? considerato un linguaggio al pari della letteratura, il cinema. In Italia invece, anche se vi sono ottimi autori, è un sottogenere, una sottocultura buona per l'evasione. In fondo restiamo legati alla concezione del fumetto come illustrazione delle favole per bambini. Tratto da Nazione Indiana.
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Lucio Filippucci, disegnatore Nasce a Bologna nel 1955. Nel 1975 comincia a lavorare per le numerose serie della "Edifumetto" di Renzo Barbieri. Nel 1979 succede a Milo Manara nella serie "Chris Lean" sulla rivista "Corrier Boy", per la quale illustra anche numerose storie brevi. In collaborazione con il collega e amico Giovanni Romanini lavora anche per il mercato francese. Parallelamente illustra numerose campagne pubblicitarie per il comune di Bologna e la regione Emilia Romagna. Suoi anche i disegni di libri come "Il manuale di autodifesa televisiva" di Patrizio Roversi (Sperling & Kupfer) e "Il manuale della tap model" di Syusy Blady (Longanesi). Collabora a lungo con "Panini" e con le Case editrici di libri per l'infanzia "Piccoli" e "Juvenilia" e, nel 1992, vince assieme ad Alberto Savini con il libro "Quel tunnel sotto la scuola", il premio Lunigiana. Nel 2001 il museo di arte moderna di Prato gli dedica una mostra personale. All'inizio degli anni '90 inizia il suo rapporto con Sergio Bonelli Editore e diventa una delle colonne dello staff di Martin Myst?re. Nel 1998, su sceneggiatura di Alfredo Castelli lavora alle avventure del ?Docteur Mystere", pubblicate sugli Almanacchi del Mistero e ora ristampate in edizione ampliata e a colori in 7 paesi europei. Nel 2003 illustra il libro di Maria Gabriella Buccioli (sua moglie) "I giardini venuti dal vento" che riceve il premio "Giardini botanici Hanbury". Nel 2005 riceve il "Premio ANAFI" come miglior disegnatore. Nel 2008 ha visto la pubblicazione il Texone intitolato "Seminoles" a cura di Gino D'Antonio. Tratto da Nazione Indiana.
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Copertine "collezione Storica A Colori"
Doudou Marechal replied to Anthony Steffen's topic in Gli altri autori di Tex
Ecco a voi la cover del numero 95: -
Hai fatto benissimo ymalpas, non ti devi scusare, se hai visto che mancava qualcosa era giusto aggiungerlo.
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[443/445] Il Ritorno Della Tigre Nera
Doudou Marechal replied to bressimar's topic in Le Storie dal 401 al 500
Sicuramente non è un degno ritorno per un personaggio, se non mitico, almeno interessante e imponente. Questo personaggio, la Tigre Nera, il mio cattivo preferito in questo ritorno poteva essere almeno per me un p? più emozionante. Certo, Tutto sommato una storia da non dimenticare o meglio da tenerla in considerazione. Voto 8 -
Che dire? La storia in sè è bella, è molto caratterizzata e la figura del colonnello Arlington, che è così crudele, Devo dire che se anche è in un solo albo riesce a conquistarmi quasi a pieno. Voto: 7
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Hai ragione Wasted, io rispetto tutte le opinioni ma se dici che non ti è mai piaciuto Galep, il creatore grafico di Tex, che se non c'era lui adesso Tex non sarebbe niente, un poco divento nervoso. Per quanto riguarda Ferri, che l'ho ammirato anche nell'ultima storia di Zagor, mi piacerebbe davvero vederlo su un Texone, userebbe ambientazioni cupe e nere, come piacciono a me.
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Scusate ragazzi posso sapere la prima e unica volta dove è comparsa Na-Ho-Mah? Grazie mille.
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Secondo me da quel che mi ricordo Cheyenne la seconda opzione è quella giusta, ma se ho sbagliato ditemelo. Prima si spara e fa "Bum" poi nel momento in cui si ricarica il bossolo cade a terra e fa "Tong". Spero di essere stato abbastanza chiaro.
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Ho visto la foto di Adam Beach. Devo dire che più che Kit potrebbe fare Tiger Jack, non so se siete d'accordo e per quanto riguarda Sutherland potrebbe fare oltre a Carson al mitico Mefisto, naturalmente con pizzetto e capelli allungati.
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Cosa dire di questa storia? 10 pieno. ? una cosa spregevole e Tex naturalmente gliela fa pagare Una storia appassionante tutta a colori come si deve fare nei numeri centenari. Una storia letta velocemente con grande attenzione perchè scorre via in modo facile ma con questo non dico che non sia rimasta nei cuori degli appassionati, anzi.
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Vedendolo così dico che non sarebbe un perfetto Tex, anche se con del trucco potrebbe diventarlo. Per quanto riguarda Tiger Jack dico che non mi piacerebbe Raoul Trujillo, anzi sono d'accordo con Gunny dicendo che sarebbe perfetto Steven Seagal. Io accetto le opinioni di tutti però non dir? mai che posso essere d'accordo con tutte.
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Da parte mia non so niente perchè a me Diso non è che piace molto, anzi. Però per questa storia mi cogli in fallo. Cercher? su qualche sito e poi ti aggiorner?.
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Secondo me, che non l'ho visto, ma sono un appassionato del western, mi piacerebbe guardarlo per vedere le gesta del grande Giuliano Gemma nel ruolo di Tex e tutto il mondo intorno, compresi i tre pards . So che si tratta della storia con El Morisco che, anche se non è il mio personaggio preferito può dare molto al film.
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Aldo CAPITANIO 1952-2001 Nasce a Camisano Vicentino (Vicenza, Italia) il 28 maggio 1952. Disegnatore e illustratore (esordisce diciottenne sul periodico Il Santo dei miracoli), si dedica soprattutto al fumetto, esordendo su Eureka nel 1972 su un testo di Gianni Bono. Per Il Giornalino realizza nel 1977 e 1978 le riduzioni salgariane "Il corsaro nero" e "La regina dei Caraibi", su testi di Renata Gelardini, e le due storie sono pubblicate anche in albo. Dal 1978 al 1982 disegna Wanneka, su testi di Toni Pagot, e collabora alla "Storia d'Italia a fumetti" di Enzo Biagi per Mondadori. Per la Sergio Bonelli Editore collabora per i personaggi Nick Raider e Tex. Muore, a soli quarantanove anni, il 19 settembre 2001.
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Grande storia per In sè è molto carina, interessante e appassionante, certo posso capire che la prima storia con lei protagonista sia migliore ma anche questa volta non se la cava male. Gli ho dato otto per le azioni appassionanti che ci sono all'interno ma anche perchè secondo me lei è tornata in un modo davvero inaspettato e incredibile all'insaputa di tutti.
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Ciao Claudio, se puoi oltre a darci i titoli delle copertine come ha detto ymalpas, puoi dirci che tipi di ambientazioni stai disegnando sulle copertine.
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I Nemici Che Hanno Concesso Il Bis...
Doudou Marechal replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Mi sembra che si possa considerare il principe Tulac che, sempre senza errori, è apparso nel n. 102 e nel n. 268. -
Questa storia mi è piaciuta molto, poi Davvero interessante, bella la scena con cui Meno male che alla fine, come tutti gli eroi riesce a Una storia che si merita con tutto il mio cuore un bel 10 e lode.
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[378/381] Guerriero Apache
Doudou Marechal replied to Giudice Colt's topic in Le Storie dal 301 al 400
Come ha detto Pedro e sono d'accordo i disegni sono molto belli perchè a dispetto del "L'uomo con la frusta" la storia è stata fatta da un solo disegnatore. Il ritorno del Cobra d' quel tocco in più alla storia e diventa da comprimario di lusso a protagonista. Voto: 9 -
[228/229] La Piramide Misteriosa
Doudou Marechal replied to Pedro Galindez's topic in Le Storie dal 201 al 300
Storia mlo bella, la partecipazione Eusebio come sempre è un grande anche se un p? tetro ma molto meno di come era agli inizi. Poi quando In poche parole una storia da 7.