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Jim Brandon

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  1. Jim Brandon

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Sono d'accordo. Certo, poi magari qualche autore può finire per prendersela, ma questa eventualità non deve comunque condizionare la dialettica e il confronto.
  2. Per questo sarai tacciato di eresia nizziana
  3. "Comportamento di intimidazione" è davvero da sbellicarsi.
  4. Direi che è meglio, viste le argomentazioni.
  5. Che Nizzi ogni tanto sia caduto su interventi in mutande, cinturoni slacciati o inseguimenti mancati, nessuno lo nega, ma non si può, per me, generalizzare su questo per la sua intera produzione. È, sempre a mio avviso, innegabile che abbia scritto anche storie molto valide. Sarebbe come se giudicassi l'intera produzione di Boselli soltanto da "La cavalcata del destino" (dove Tex tocca l'apice della "piccionaggine" dell'intera serie) o dalle ultime storie, sempre più involute e prolisse, con un Tex più soporifero che eroico. Lo trovo anche ingeneroso nei confronti di autori che sono comunque dei professionisti riconosciuti del settore che hanno lasciato entrambi un segno nella serie.
  6. Proprio la risposta che immaginavo: il processo alle intenzioni del Tex di Nizzi "a prescindere": il Tex di GLB non lo poteva sapere, quello di Nizzi anche se lo avesse saputo lo avrebbe fatto scappare. Ognuno ha le sue opinioni, io personalmente cerco di accostarmi alle storie ed agli autori senza pregiudizi. Trovo l'ultimo Boselli oltremodo ostico e "faticoso" nella lettura, ma non posso per questo negare che abbia comunque scritto dei capolavori della saga texiana. Per Nizzi vedo invece un ostracismo ed una sorta di "damnatio memoriae" a mio avviso ingiustificati: chiudo ricordando che è anche grazie al Tex "fallito" (sic) di Nolitta e Nizzi che quello attuale è ancora in edicola ogni mese.
  7. A me, per esempio, questa non fa ridere. Quella di Nizzi, sì.
  8. Almeno qui lo ha riconosciuto... ne "La cavalcata del destino", quando ha scoperto, dopo anni, che aveva lasciato libero Higgins di continuare le sue malefatte, nemmeno quello.
  9. Adesso qualcuno ci spiegherà perché il Tex di GLB di Goldena in quella occasione non è "piccione", mentre quello di Nizzi lo è invariabilmente. Non discuto il fatto che Nizzi presenti talora situazioni in cui Tex fa realmente una magra figura (a memoria penso subito all'intervento notturno in mutande sul battello), ma che questa caratteristica sia presente in tutte le sue storie, alcune delle quali (ebbene sì) a me sono piaciute molto.
  10. Sempre un grande piacere rivedere i disegni di Ticci, che da soli valgono l'acquisto dell'albo, che ho deciso di prendere dopo una pausa di tre numeri. Passando alla storia, nulla di particolarmente originale. Vedo che è partita la "caccia alla piccionata", ma sinceramente, non avendo mai avuto, nemmeno da lettore decenne, il mito "dell'infallibilitá dei pards", non mi scandalizza più di tanto che il vecchio Carson, per una volta, si prenda una botta in testa facendosi sorprendere. Dopo tutto si tratta pur sempre di un signore quasi sui 60 (ma non quelli di oggi, quelli del 1880). Un Tex o dei pards che non sbagliano mai li trovo, sinceramente, noiosi. Avrei evitato, personalmente, la parte dell'arresto. D'altra parte, parlando di "piccionate" texiane credo che comunque ultimamente sia difficilmente eguagliabile quella retroattiva della storia celebrativa che ha ripreso "Il giuramento". In definitiva, ho trovato la storia di Nizzi, in questo primo albo, non certo memorabile, ma quantomeno scorrevole e di piacevole lettura, senza intrecci di sottotrame, controtrame (in cui sembra talora perdersi anche chi le ha ideate), paginate di spiegoni in cui succede poco o nulla o retcon: tutte cose che, personalmente, mi annoiano, rendendo faticosa la lettura. Vedremo come proseguirà la storia: sicuramente ci sarà il piacere di vedere le altre pagine disegnate da Ticci.
  11. I disegni di Ticci, da soli, valgono il "prezzo del biglietto": tornerò ad acquistare la "regolare" dopo aver aver saltato gli ultimi tre numeri.
  12. Jim Brandon

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Potrebbe essere un indice del livello delle altre...
  13. Jim Brandon

    [Texone N. 20] Canyon Dorado

    Questione di gusti... io l'ultimo l'ho trovato pesante e farraginoso.
  14. Una delle scene più emozionanti della saga texiana è a mio avviso la parte finale dell'albo "Una campana per Lucero", con il capo dei Mescaleros che galoppa verso la missione, ormai in preda al delirio, mentre la morte lo ghermisce. Dopo aver percorso a piedi l'ultimo tratto, barcollando e brandendo il crocifisso che aveva sottratto a padre Tommaso, viene accolto dai frati, cui si rivela, e viene condotto sulla tomba di padre Michele, di cui invoca il perdono. Quando Tex e i Pards arrivano alla missione di San Xavier, accolti dai lugubri rintocchi di una campana a morto, uno dei frati li informa che Lucero è morto sulla tomba di padre Michele, mostrandogli poi la sua sepoltura, sotto una rozza croce di legno, su cui è stato inciso frettolosamente il suo nome: "tutto quello che resta del tanto temuto Lucero". Beh, per parafrasare Dante "e se non piangi, di che pianger suoli?" Per inciso, spero ardentemente che a nessuno venga in mente in futuro, sulla base del fatto che non si è visto "materialmente" morire Lucero, di farlo tornare.
  15. Discreto a mio giudizio questo primo albo, entra subito nel vivo della vicenda, a differenza della storia precedente della Tigre Nera, dall'interminabile e prolissa introduzione. L'inizio, con le due giubbe rosse sperdute nel grande nord, mi ha ricordato atmosfere kenparkeriane. Speriamo che il prosieguo della storia mantenga le buone premesse. Si sente il bisogno di storie coinvolgenti, dopo che sulla serie regolare ne abbiamo lette negli ultimi anni troppe dall'effetto soporifero. Apprezzabile, a mio avviso, anche il buon dosaggio dei personaggi, senza troppi comprimari e subcomprimari, voltafaccia e controvoltafaccia, che costringono il lettore a tornare periodicamente indietro per vedere di chi mai si stia parlando. Chissà se Ruju riuscirà con questa storia a farci dimenticare il "Pistolero Vodoo"... speriamolo.
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