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Diablero

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Tutto il contenuto pubblicato da Diablero

  1. Diablero

    ....tutto è cambiato...

    Credo che l'evidenza porti in direzione opposta: basta vedere cosa viene pubblicato oggi per rendersi conto che molta della parte "tecnica", del MESTIERE del fare fumetti, si è persa, e forse per sempre. Gli autori più giovani spesso schifano e disprezzano la "fredda" tecnica perchè si ritengono (o vorrebbero essere) "artisti". Oppure non hanno mai avuto l'occasione di impararla, partendo da autodidatti o fidandosi di certe "scuole" di fumetto che insegnano ben poco. Non confondere la capacità di PARLARE di tecnica, imparata con quelle quattro nozioni di semiotica all'università e qualche parolone, con l'effettiva padronanza del "mestiere". È come paragonare un telecronista con un campione. "sicuramente il telecronista è più bravo, guarda come sa parlare bene" Tex è stato sempre abbastanza "protetto" e chi ne ha scritto i testi di solito ha sempre avuto almeno un solido mestiere, ma se guardi al fumetto in generale, oggi c'è da mettersi le mani nei capelli, a vedere il livello tecnico di gran parte degli sceneggiatori, spesso ormai incapaci persino di scrivere dialoghi decenti... Ovvio che noi ricordiamo sempre i più bravi, non gli scarsi, e ogni epoca ha avuto i suoi scalzacani. Ma quando penso ai più grandi sceneggiatori di fumetti della storia, sono tutti o quasi nomi di un altra epoca. Dove sono i Caniff, i Goscinny, gli Eisner, i Kurtzmann, gli Oesterheld, i Barks attuali? (persino Alan Moore si è ritirato...) (ma anche nella narrativa, vedo un sacco di Fabio Volo, ma non trovo un Salgari o un Leiber o un Howard...) G.L. Bonelli non avrebbe saputo parlare di semiotica, ed è vero che scriveva in maniera istintiva (almeno apparentemente, a leggere le storie, ma ci sono anche quelli bravi a dare quell'impressione...). Ma era un istinto guidato dalla conoscenza di un sacco di opere di narratori precedenti. il "mestiere", la "tecnica", ce l'ha quello che ti sa riparare una sedia perchè ne ha riparate migliaia prima. Non quello che avrà riparato tre sedie in vita sua, tutte male, ma sa citarti a memoria la catalogazione scolastica delle sedie...
  2. All'epoca il "nemico dai mille volti era un clichè (anche adesso lo è, mi sa...). TUTTI gli eroi dei fumetti avevano a che fare con loro, a partire da Phantom e Mandrake. Miki aveva Magic Face. L'uomo Ragno affronta il Camaleonte quasi subito, idem I Fantastici Quattro con gli Skrull e i Vendicatori con il Fantasma dello Spazio (qualunque sceneggiatore di fumetti che doveva chiedersi "che idea tiro fuori per una storia stavolta" arrivava al trasformista subito, come prima o seconda scelta). Onore al merito a G.L. Bonelli che ha resistito DECENNI prima di arrendersi a questo cliché, ma anche lui ad un certo punto deve essersi trovato senza idee per un cattivo... Di sicuro non aveva intenzione di trasformarlo in un nemico ricorrente (cosa che già gli piaceva poco, Tex aveva davvero pochissimi nemici ricorrenti, praticamente solo Mefisto e Yama...), anche se poi lo riprenderà molti anni dopo in questa storia...
  3. Diablero

    Il mistero del numero 200

    C'erano indiani che giravano con cappelli da bianchi (magari depredati), non volete lasciare al povero Freccia Rossa il vezzo di portare un copricapo esclusivo, magari preda di guerra e tolto ad un capo nemico valoroso?
  4. Diablero

    Le feste di Tex

    Le storie dove si trovano a New Orleans al carnevale o a Frisco durante il capodanno Cinese ovviamente sono "datate" ma non in un giorno particolare... Comunque...BUON ANNO A TUTTI, SATANASSI!
  5. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Accidenti che occhio! Io non me ne sarei mai accorto!
  6. Diablero

    [Texone N. 12] Gli Assassini

    Questa discussione e le tavole "alternative" mi hanno fatto riprendere in mano questo texone dopo anni... e niente, volevo dare un occhiata a poche pagine, ed è finita che me lo sono riletto tutto... Mi fa ancora ridere dopo anni un dettaglio: che i tre killer all'inizio abbiano trovato la pistola in cima all'altissimo armadio, ma NON quella che penzolava sotto al tavolo, perfettamente visibile da tutti semplicemente chinandosi un po'... (sospetto che nelle intenzioni di Boselli la pistola non dovesse penzolare ed essere così visibile, ma in ogni caso perché i banditi dovevano prendere una sedia per guardare sopra l'armadio, e NON chinarsi a guardare più in basso? Sul bandito che non si ricorda di aver già visto la "vedova" (dettaglio a cui non avevo fatto caso, ad essere onesti, me l'ha fatto notare questa discussione) sono più propenso a dare tutta la "colpa" a Font: probabilmente Font si era fatto un tot di "characters" da riutilizzare nella storia, Borden non ha specificato chi erano i due che entravano nella stanza e (come me) probabilmente non si è accorto che uno dei due era quello che l'aveva già menata (per finta) nelle pagine precedenti... A parte questi due dettagli buffi, la storia mi è piaciuta adesso come mi era piaciuta allora. La diatriba sul fatto che Tex sia "abbastanza protagonista" la trovo ormai stucchevole. il problema del Tex di Nizzi non era che "non era protagonista", era che era preso a pesci in faccia e apertamente deriso. Certo che era sempre al centro dell'attenzione! A fare figuracce, a farsi salvare, a fallire nelle maniere più comiche, a prendere botte in testa, a piagnucolare, a slacciarsi il cinturone... andava bene perchè era, senza dubbio, sempre lui al centro della scena? Invece, a pensare a storie come Il Figlio di Mefisto, dove Tex praticamente non si vede per un albo intero e la telecamera è sempre su Yama, o come Diablero, che storie "poco Texiane"... la telecamera non è sempre su Tex! C'è differenza fra essere il personaggio-spettatore alla Ken Parker, e il non essere sempre sotto il riflettore. Avere il punto di vista sempre puntato sul protagonista è semplicemente una scelta stilistica che non ci dice NULLA sul valore di un personaggio. Ed è, fra l'altro, una scelta tipica dello stile di NOLITTA, non di G.L.Bonelli! (andate a fare un semplice e rapido confronto sulla presenza in scena rispettivamente di Tex e Zagor nelle storie contemporanee dei suoi autori, o nelle storie i Tex fatte da Nolitta e poi Nizzi con quelle di G.L.Bonelli. Come sempre poi, queste scelte avevano cause e conseguenze: la telecamera sul "cattivo" serviva a G.L.Bonelli per aumentarne la caratura da "villain", far vedere che non era un frescone qualunque ma che era in grado di architettare trappole diaboliche (Mefisto avrebbe mai avuto la stessa caratura come villain se non l'avessimo visto, in tutte quelle scene dove Tex non c'era, a interagire con le potenze delle tenebre?), e anche sui comprimari... "massacro" (l'albo) si apre su una coppia, marito e moglie, proprietari di un negozio assaltato dagli indiani. Campano pochissime pagine prima di venire uccisi, e sono assolutamente ininfluenti sul resto della storia. Ma quelle pagine lette da bambino mi colpirono moltissimo. A riguardarle adesso con più esperienza mi rendo conto di come Bonelli le avesse usate per dare un volto alle vittime del massacro di Goldeena, per non renderle "povere vittime" anonime e per renderla anzi "degne" del rispetto dei lettori. Allo stesso modo, la telecamera "fissa" su Zagor di Nolitta serviva a tenere invece nel mistero la figura del villain... perchè Nolitta piaceva "sorprendere" alla fine il lettore con la scoperta che quello che Zagor credeva un villain era invece un "buono", o che comunque il villain non era chi credeva lui... Quando sento parlare delle "vecchie storie" che metterebbero sempre in scena Tex, mi rendo conto di quanti si ricordino invece il Tex di Nolitta e Nizzi, e non quello di G.L. Bonelli. (e detto questo... ogni autore ha il suo stile, faceva bene Nizzi a fare le sue storie gialle che gli piacevano - prima che sbroccasse e si mettesse a sputtanare Tex ogni pagine, intendo - e voglio autori che facciano storie che piacciano a loro in primo luogo, non compitini fatti a comando)
  7. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Ho appena visto il filmato di Milano con Boselli, Ghion e Villa, e adesso (come tutti, credo) vorrei sapere dov'è l'errore! Se non si può dire senza fare spoiler, almeno qualche indizio e il numero di pagina!
  8. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Per me è già sbagliato (e fa deragliare tutto il discorso, e qualunque logica) il porre la questione come un alternativa fra "è una azienza a fini di lucro o è una onlus". Come se essere un azienda obbligasse a seguire una SOLA politica commerciale, uguale per tutti, tipo "unisci i puntini da 1 a 32" (e allora ci si chiede a cosa serve pagare un manager, se tanto tutti devono fare le stesse scelte, basta copiare gli altri...) E come se Bonelli per cinquant'anni avesse diretto una onlus, senza mai guadagnarci nulla! In realtà, dire "è un azienda, deve guadagnare" non vuol dire ASSOLUTAMENTE NULLA. Non ci sono due aziende con la stessa identica politica commerciale. Dipende dal tipo di prodotto, dal pubblico, dai mezzi, dal rischio, e da tantissimi fattori. Bonelli non dirigeva una onlus. Dirigeva un'azienda che ha reso MILIARDI guadagnando più di tutti i suoi concorrenti, con politiche basate sulla fideizzazione del pubblico. Anche quella è politica commerciale, esattamente come fare un editoria speculativa con le variant. Bonelli invece di spillarti un sacco di soldi subito finchè non ti schifavi e mollavi, preferiva acchiapparti e tenerti come cliente per tutta la vita. E appunto è diventato in questa maniera il più grande e ricco editore di fumetti italiano (alla faccia della Onlus...) mentre i suoi concorrenti "più furbi" o fallivano uno dietro l'altro, o si riducevano ai minimi termini. Non è ovviamente nemmeno un discorso di "allora fideizzare il cliente è sempre meglio che speculare e spremerli?". Bisogna prima di tutto essere bravi, magari se Bonelli era meno capace quella politica sarebbe fallita. O, viceversa, forse quelle politiche più speculative avrebbero avuto più successo se gestite da altri. Inoltre, dipende dal tempo per cui pensi di durare: io cito spesso come esempio la bancarotta della Marvel negli anni 90, ma intanto, mentre la Marvel andò in bancarotta, il trafficone speculatore di Wall Street che se l'era comprata e l'aveva devastata moltiplicando le testate, era scappato all'estero pieno di soldi! Il SUO piano aveva avuto pieno successo, solo che il suo piano non teneva in minimo conto la sopravvivenza dei fumetti Marvel... (per chi non seguiva i fumetti Marvel, e magari per precauzione nel caso arrivino anche in Italia degli emuli, il suo piano era brillante, anche se spregiudicato: dopo aver comprato la Marvel mise a bilancio il suo costo per l'acquisto, come fecero del resto anche in Italia con Telecom e tante altre industrie privatizzate per esempio, così riempì l'azienda di debiti mentre lui l'aveva ottenuta praticamente a costo zero. Poi raddoppiò le testate da un mese all'altro. Mentre i fan ancora non capivano che succedeva e per alcuni mesi comprarono tutti questi numero 1, con diverse variant, i profitti della Marvel raddoppiarono in brevissimo tempo. A quel punto trasformò la Marvel in una società quotata in borsa, presentandosi come un manager vincente che raddoppiava i profitti da un mese all'altro. Le azioni andarono a ruba, lui incassò una valanga di soldi, e scappò all'estero per non pagarci le tasse e per varie questioncine legali per come aveva taciuto troppe cose nelle comunicazioni societarie. Intanto le vendite dei fumetti Marvel precipitavano e le azioni che erano state comprate in borsa a cifre che sfioravano i 100 dollari l'una, dopo pochi anni valevano - se trovavi un compratore - 1 centesimo l'una...) Spero che basti come esempio: se lo scopo di tutti è guadagnare soldi, non esiste però una maniera unica per farlo, ci possono essere mille modi, e molti di questi modi non fanno bene per niente all'azienda stessa. La cosa sconcertante della Bonelli è che hanno abbandonato un modello ancora vincente, per quanto non più come una volta (la Bonelli aveva bilanci ancora largamente attivi, era un azienda floridissima), come se fosse "superato", come un paio di scarpe rotte, schifato e apertamente disprezzato (tutti i commenti sul fatto che "la Bonelli è un azienda", non sono altro che questo, un dire "ADESSO è gestita come un azienza, mica come prima!), anche e soprattutto a livello di comunicazione con il pubblico - un post su Facebook come quello di alcuni giorni fa che diceva apertamente che bisogna avere abbastanza soldi per potersi permettere di collezionare i loro fumetti tampo fa sarebbe stato impensabile. E hanno sostituito questo modello commerciale, disprezzato e deriso pur essendo perfettamente funzionante con...? Non è ancora chiaro dove vogliono arrivare con le nuove iniziative, ma direi che, PRIMA di poter dire che sono ottime, MIGLIORI della politica precedente, sarebbe il caso che lo dimostrassero con i numeri. E i bilanci degli ultimi anni dicono tutt'altro.
  9. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Con la velocità con cui le parole diventano politicamente scorrette, prevedo che fa un po' potremo esprimerci solo con "Augh!" (anzi, no, sarebbe appropriazione culturale, dovremo stare in correttissimo silenzio...)
  10. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Fra i miei tanti interessi c'è anche il gioco di ruolo indie (nel senso di gdr di nicchia, molto diversi spesso dall'idea che la gente si fa sui gdr dopo aver visto dungeons & dragons), e ho collaborato anni fa all'edizione italiana di un gdr americano, "Cani nella Vigna", scritto da un ex mormone. È un western ambientato in una realtà "alternativa" in cui una comunità religiosa molto simile a quella mormone (si chiama diversamente probabilmente per evitare grane, visto che non è descritta in termini molto benevoli, e potersi prendere alcune libertà con il setting) riesce in quello che non riuscì ai mormoni con il Deseret. I giocatori giocano in pratica "il braccio armato della Fede", cercando di proteggere le comunità un po' con la Fede ma soprattutto con la Colt Dragoon... Fra le note storiche sulle comunità su cui è basato, e la descrizione dell'autore, e soprattutto la quantità di revolverate in una normale partita, non rischio più di confondere i Mormoni con i Quaccheri...
  11. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Quelli di "Terra Promessa" però erano quaccheri...
  12. Diablero

    [Tex Willer N. 14 / 15] Paradise Valley

    Altro bel numero di questa serie, che non vincerà pattumiere d'oro al festival del fumetto deprimente di Canicattì, ma è sempre una gran bella lettura. Stavolta, dopo i perfidi ma quasi ammirevoli Mefisto e sorella, come "villain" abbiamo un'altra famiglia di "cattivi" ma di certo molto più spregevole. Cattivi che ti fanno pregustare i momento in cui Tex li prenderà calci nei denti e che spero facciano una fine soddisfacente (nel senso di abbastanza efferata, basta con la morti buoniste da una vignetta, devono patire e morire male!) Non vedo l'ora di leggere il seguito!
  13. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Ovvio che sarebbe di nicchia. Ma io pensavo alle pagine chinate e letterate, come appunto nelle artist edition della IDW. Qui c'è un video di presentazione del volume del Thor di Jack Kirby, contenente intere storie scansionate dalle tavole originali a dimensione inyera, complete di lettering e interventi redazionali (le testatine incollate...). Volumone che posseggo ed è davvero grande come appare dal video... video di presentazione Detto questo... la mia era anche una battuta, è ovvio che sarebbe assurdo fare una artist edition così a ridosso della pubblicazione di un altra edizione di lusso con le tavole a grandezza naturale. Sono volumi che si fanno soprattutto sui grandi fumetti del passato. E mi fa rabbia pensare che NON SARÀ MAI POSSIBILE FARNE UNA SUL TEX DI GALEP, visto che le tavole originali sono state irrimediabilmente alterate nella follia distruttrice che prese la Bonelli negli anni 80, quando durante la mania dei "tutto" e delle ristampe "aggiornate", ci fu la devastazione di un patrimonio culturale immenso, solo per "mettere i baloon tondi"...
  14. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    La carta bianca è un problema quando fanno le "edizioni da siuri" alla Max Bunker patinate che ti "sparano" i riflessi. Questa non lo fa, quindi non vedo il problema nell'essere "troppo bianca" (o meglio "non abbastanza gialla"?) L'ingombro è connesso alla riproduzione della tavola a grandezza naturale. Per ridurre l';ingombro dovevi rimpicciolirla. Meglio l'ingombro (è un po' come il tiramisù: "fa ingrassare, sarebbe meglio mangiare sedani e finocchi, che poi altrimenti ti aumenta l'ingombro!" No guarda, è meglio il tiramisù... ) Io i libri li tratto bene quindi non ho messo alla prova la rilegatura. È comunque molto più solida di quella dell'edizione di Alessandro Editore del Texone di Magnus (che aveva, quella sì, carta riflettente e rilegatura troppo fragile per il peso massiccio delle pagine, eppure la gente su ebay se la contende a peso d'oro...) Con gli orrori grafici mandati in edicola e in libreria oggigiorno da tutti gli editori di fumetti (vogliamo parlare del logo multicolore del Color Tex?), mettersi a lamentarsi dei numeri di pagina mi pare proprio attaccarsi alle minuzie... Concordo invece sul volere anche un edizione DAVVERO tipo "artist's edition" con la riproduzione a colori delle tavole originali (in maniera che si vedano bene anche tutti i segni della "lavorazione") e con la sceneggiatura alla fine, chissà che una volta finite le limited facciano pure quella...
  15. Diablero

    Sentieri di carta nel West

    Credo che ormai bisognerebbe rassegnarsi al fatto che il Ken Parker che ci ricordiamo, quello degli anni 70, è finito e non potrà mai più tornare. Perchè non sono più gli anni 70, e anche i suoi autori sono molto cambiati. L'ultima storia pubblicata da Mondadori rappresenta benissimo sia la visione del mondo che ha oggi Berardi sia l'impegno che può mettere in Ken Parker Ivo Milazzo. E un Ken Parker come quello dell'ultima storia di quei due, a me non interessa più. Preferisco rileggermi quelli vecchi (nella versione originale non rimaneggiata, naturalmente).
  16. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Lacowiller371 dice: Certo che c'è un motivo! Hanno sbagliato le previsioni sulle vendite! Quindi dopo aver visto che di variant ne avevano fatte troppo poche rispetto alla richiesta, si sono resi ridicoli ristampando una edizione limitata... Il fatto che abbia visto che il mercato per edizioni limitate di Tex è maggiore di quello che pensavano mi preoccupa un po', con questa dirigenza mi aspetto adesso una MAREA di variant limitate, e di altre attese per poter leggere le storie in edizione economica... avrei preferito che fossero un flop, a dirla tutta (ma non ci contavo, era ovvio che le avrebbero esaurite subito) @Naturalkiller: la risposta che hanno dato a quel post, oltre ad essere abbastanza ripugnante ("se volete fare i collezionisti dovete avere i soldi!"), è una totale negazione della strategia che ha fatto grande la Bonelli. Il "formato Bonelli" rispetto alle strisce è un formato collezionabile. le strisce erano usa-e-getta, la ristampa in volumi brossurati da libreria (costosa e lussuosa per l'epoca e per un fumetto, non c'erano le attuali graphic novels...) spingeva ad "avere la collezione", e la "collezione di Tex", elegante nelle sue coste bianche con scritte azzurre (altro che pacchianate come il faccione di Brad Barron...) era il vanto di tantiissime persone (negli anni 70-80 anche nei telefilm o nei film si vedevano collezioni di Tex nelle case dei protagonisti. Poi dopo è diventato raro vedere libri nelle case dei personaggi...). Cioè, a parte ovviamente la qualità delle storie (che c'era già anche nelle strisce, che però vendevano MOLTO meno...), il successo della Bonelli è basato sul RENDERE IL COLLEZIONISMO ALLA PORTATA DI TUTTI. Non a caso una delle politiche "dichiarate" da Sergio Bonelli era che tutte le storie dovevano essere pubblicate almeno una volta in edizioni alla portata di tutti (vedi cose tipo la ristampa del numero zero di Nathan Never allegata gratis alla serie, dopo che quell'albetto promozionale era diventato un oggetto da collezione costoso, e la ristampa in albi da edicola delle storie brevi di Dylan Dog fatte per i volumi Mondadori) Una risposta come quella (e una politica come quella delle variant) fa capire chiaramente come le politiche che hanno reso grande (e ricca) la Bonelli sono state buttate a mare, per sostituirle con le politiche che hanno portato la Marvel in bancarotta negli anni 90... Per la Bonelli attuale, il collezionismo deve diventare un lusso per pochi (e pochi rimarranno seguendo questa strada, quelli che collezioneranno i loro albi...)
  17. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Ah, ma sul fatto che la Bonelli si sia comportata con scarsissimo rispetto dei lettori, sono totalmente d'accordo! E per me è stato un errore da parte loro. Secondo me anche se pubblicavano tutto insieme non ne vendevano di meno. Hanno voluto giocare a fare gli "astuti speculatori" in maniera maldestra (vedi anche le variant in serie...). Non si sono "fidati" del loro pubblico, hanno cercato di "costringerlo" a pagare di più, e così li hanno solo fatti arrabbiare (far arrabbiare i lettori pare la cosa in cui la nuova direzione sia più brava, riuscire a far arrabbiare i lettori pubblicando il Texone di Villa non era facile ma ci sono riusciti) Ma come dicevo nel messaggio precedente... se non ti interessa proprio il cartonato va bene, ma se ti interessava e non lo prendi per rabbia, è una pessima "vendetta", alla fine ci rimetti più tu di loro, e loro non se ne accorgono nemmeno. Una lettera di protesta sarebbe molto più efficace e chiara. E farebbe capire molto meglio che ce l'hai con chi ha preso questa decisione (mentre se non compri il volume sembra che non ti piacciono gli autori...)
  18. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Le scelte ovviamente sono soggettive, ci mancherebbe. Però, nel giustificale (anche inutilmente, visto che non dobbiamo giustificare le nostre scelte a nessuno) si rischia di dimenticare o ignorare le cose che sono invece oggettive. La MIGLIORE edizione del Texone di Villa, sotto ogni aspetto, sia di qualità SOSTANZIALE, FISICA, ed in maniera ASSOLUTAMENTE EVIDENTE, è il volume da libreria. PUNTO. Questo è OGGETTIVO. Non c'è nulla di soggettivo nella qualità di stampa, nella cura editoriale, nella qualità della carta, nella fedeltà della riproduzione. Quel volume è SUPERIORE. Punto. (e - soggettivamente - mi fa rabbia vedere come NON SE NE PARLI PRATICAMENTE MAI, o solo per prenderlo in giro associandolo alle limited. Ho il forte sospetto che molta gente che parla solo delle limited, per dichiarare che non le comprerà, abbia un rapporto con esse tipo Volpe e L'Uva: non le compra - dice - ma ne parla sempre, si arrabbia con chi le ha, pare ossessionata dalla loro esistenza, si arrabbia perchè non sono davvero limited, si arrabbia perchè non si trovano più, si inferocisce perchè su ebay costano troppo... sono TUTTI atteggiamenti tipici di chi DESIDERA una cosa. A me non frega davvero nulla delle limited e quindi MI SONO COMPRATO UN ALTRA EDIZIONE, non sto a pensare sempre alle limited. E davvero, a livello di filosofia editoria, le limited e questo volume SONO AGLI OPPOSTI. Le limited normalmente non sono stampate meglio, il loro "valore" è puramente speculativo. Potevano benissimo fare una limited del brossurato da edicola, se erano 699 copie valeva uguale!) È lecito preferire, soggettivamente, l'edizione "povera" su carta peggiore e più gialla, stampata peggio e rimpicciolita? Ovvio! A parte che sarebbe lecito in qualunque caso fare la scelta che si preferisce, la qualità superiore dell'edizione libraria costa ovviamente di più, mentre se ci si accontenta dell'edizione "povera" da edicola, si possono risparmiare circa 20 euro (differenza fra il prezzo su amazon di circa 29 Euro e il prezzo del brossurato che se non aumenta dovrebbe essere sugli 8 euro). Se nella valutazione soggettiva di ciascuno l'avere una migliore edizione dell'opera non vale 20 euro, è ovvio che è preferibile aspettare febbraio. Però questa è una valutazione soggettiva di QUANTO TI INTERESSA una maggiore qualità del volume, mentre la differenza di qualità invece è oggettiva. E chi aspettata febbraio per principio? Coerentemente con quello che ho detto prima, questa posizione è lecita come tutte le altre (come il comprarsi 20 limited del resto...), visto oltretutto che se si è nel secondo campo ("preferisco i 20 euro in tasca, grazie") non è poi questo gran sacrificio. Se invece si è fra quelli che vorrebbero avere l'edizione migliore... va bene qualunque scelta, ma devo dire che non mi pare una "protesta" così efficace. Il "danno" principale te lo fai da solo, e la Bonelli non saprà mai che stai protestando. una lettera incazzata alla Bonelli avrebbe molto più impatto (chi è abituato alle email per me non si rende minimamente conto dell'impatto che hanno le lettere cartacee di protesta... ) e comporterebbe il sacrificio di un francobollo, non di un ottimo volume come questo. E farebbe arrivare la protesta direttamente a chi di dovere, senza coinvolgere nella "vendetta" gli incolpevoli Boselli e Villa. Vabbè, tutta sta' tirata logorroica alla fine si riduce al semplice concetto, la scelta di cosa comprare e quando è ovviamente soggettiva, personale e insindacabile. L'evidenza FISICA E CONCRETA di quale sia di gran lunga L'EDIZIONE MIGLIORE è altrettanto insindacabile. La qualità di stampa non è un opinione.
  19. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Beh, ma l'edizione da libreria, identica in tutte e per tutto (tranne che nella copertina) alla limited, esiste e la trovi su Amazon a 29 euro! Ecco, come avevo già detto, questa è una delle cose che più mi irrita di questa faccenda, tutti quanti a pensare alla limited, polemiche sulla limited, caccia alla limited, prezzi folli per la limited, MA CHI SE NE F***E DELLA LIMITED! Qua mentre tutti impazziscono dietro alla limited, la storia è totalmente passata in secondo piano (conosco gente che ha la limited e non l'ha manco tolta dal cellophane, per non "abbassarne il valore"... e il bello è che hanno perfettamente ragione, conviene decisamente comprarsi anche una unlimited da 29 euro e leggersi quella, che non aprire la limited abbassandone il valore magari di 100 euro...). E questo non è una cosa "strana" o limitata a Tex... è una cosa che capita SEMPRE quando un editore inizia a puntare su quella roba. L'avidità, la speculazione, sono spinte fortissime, e fanno passare tutto il resto in secondo piano... dopo un po' della qualità dei fumetti o di cosa c'è scritto non importa niente a nessuno, tutti a tenersi copie limited sigillate pensando di avere un grande "tessssoooooro...." La limited domina a tal punto la discussione e l'immaginazione di chi ci casca, che si sono viste cose davvero ridicole su ebay... gente che probabilmente era totalmente ignara dell'esistenza di una normalissima edizione acquistabile in ogni libreria, che ha pagato su ebay una unlimited alle cifre gonfiate delle limited! Anche chi vede che "sola" è, pagare quelle cifre per una copertina e una stampa (che tutto il resto è identico), parla comunque di limited (e lo sto facendo anch'io adesso...)... EBBASTA! Non diamo corda a queste puttanate da speculatori all'americana! Commentiamo la bellissima UNLIMITED, per favore, che sono molto più fiero di avere quella nella mia libreria e di poterla leggere, che non di avere un "raro collector's item" sigillato che "vale un casino, quindi non lo posso leggere"....
  20. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Non sono io che mi lamentavo...
  21. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Certo! Concordo al 100%. E quindi ognuno è liberissimo di consigliare l'edizione che vuole (esattamente come altri sono liberi di ignorare quei consigli). Che problema c'è?
  22. In generale, sai che trovo questa argomentazione, diffusissima nelle discussioni su Tex... totalmente assurda? Che importanza ha "lo spazio" fisico delle vignette dato a Tex? Le storie le leggiamo, o contiamo "le vignette con la faccia di Tex" e vediamo se ce ne sono di più o di meno? Quindi, "il figlio di Mefisto", dove Tex appare appena dopo un centinaio di pagine.. sarebbe una schifezza? Le pagine dedicate agli intrighi di Yama, pagine sprecate? Per me invece sono pagine appassionanti che ti tengono incollato alla pagina... Io ho una mia spiegazione per questa e altre "teorie su come deve essere una storia di Tex", che ho già esposto altre volte: il pubblico dei lettori di Tex è un pubblico in un certo senso traumatizzato, da anni ed anni di storie in cui il loro eroe veniva ridicolizzato, bastonato e deriso. Questo ha portato ad un sacco di conseguenze diverse per lettori diversi (alcuni si sono rifugiati in un ostilità talebana ad ogni storia che non sia di G.L. Bonelli, altri pur di negare la realtà si sono messi a negare l'evidenza di quello che leggevano, raccontandosi cose assurde su come anche il Tex di G.L. Bonelli venisse ridicolizzato ogni volta...) e in generale, la FIDUCIA dei lettori negli autori è crollata... mentre si cercava ostinatamente di salvare il ricordo delle cose buone fatte di Nizzi e Nolitta. Quindi si è diffusa questa "ideologia" strampalata secondo cui il problema non erano autori "sbagliati" su Tex, ma "singoli errori" che facevano. Quindi il Tex boccalone di Nizzi sarebbe pure andato bene, per queste teorie, il problema era che... era in poche vignette. Era in troppe vignette. C'erano pochi indiani. C'era troppo Kit. C'era poco Kit. C'erano troppe parole. Ce n'erano poche. Poche patatine fritte, con più patatine fritte le storie di Nizzi sarebbero state bellissime! E mille altre "teorie letterarie su come si fa una storia di Tex perfetta" Tutte, partono dall'idea base "perchè le storie di Tex siano belle, devono essere come dico io". Poi, ovviamente, se ti fanno la storia esattamente come dici tu... ti annoi perché è la solita minestra! (Tito Faraci per me è stato un po' una vittima di queste teorie. Mi ricordo che venne, anni fa, ad una pizzata di un forum texiano... e tutti quanti per tutta la sera continuavano a dirgli queste cose, a dirgli cose tipo "a noi basta che in una storia di Tex ci siano sparatorie e patatine fritte" con lui attento che sembrava prendesse appunti mentali, e io che speravo tanto che fosse solo cortese e non desse retta a quelle sciocchezze... poi dopo lessi le sue storie ed erano praticamente fatte solo di patatine fritte e sparatorie... Io NON VOGLIO UN AUTORE CHE SCRIVE QUELLO CHE GLI DICO IO. A che mi servirebbe? Se fossi capace di scrivermi una storia bella di Tex da solo... perchè dovrei pagare i soldi dell'albo in edicola? Se pago un albo (e quindi pago gli autori) è perchè so CHE SONO PIÙ BRAVI DI ME A FARE STORIE DI TEX. Quindi, mettermi a dirgli "metti più Tex, meno Tex, voglio più vignette con Kit, voglio più indiani, etc."... mi sembrerebbe di essere il classico vecchietto che rompe le scatole nei cantieri ai muratori che stanno lavorando! (se invece NON HO quella fiducia in un autore.... allora preferirei stesse lontano da Tex, non è che penso che sarebbe capace di fare storie bellissime se solo seguisse i miei consigli...) Insomma, stare a giudicare le storie dal numero di vignette con Tex mi pare assurdo (anche perchè in base a questo criterio, in generale le storie di G.L. Bonelli, che dedicava ampio spazio ai "cattivi", sarebbero tutte peggiori di quelle di Nizzi e Faraci che stanno molto più attaccati a Tex e che spesso non usano nemmeno Kit o Tiger). La storia la si giudica per quanto ti appassiona, per le emozioni che ti dà, non contando le vignette con il bilancino! Infatti non sta fermo. Era dai mormoni, che si offrono di dargli un rifugio sicuro, ma lui per non metterli in pericolo non sta fermo. Potrebbe fermarsi più vicino, ma per non essere raggiunto, non sta fermo e va a cercare il rifugio costruito dal suo vecchio amici sulle montagne. Arriva alle montagne, dove pernotta una prima notte, ma visto che all'aperto rimarrebbe congelato, il giorno dopo non sta fermo e va nel rifugio a cui era diretto. Visto però che ha visto inseguitori nella vallata, convinto (a torto) che cerchino lui, non sta fermo, e spiega a Dinamite che potranno fermarsi una sola notte per non farsi raggiungere. Il giorno dopo spia gli inseguitori per vedere se continuano ad inseguirlo (finchè non smettono è costretto a continuare a spostarsi anche lui rischiando di rimanere congelato), li vede travolti dalla frana, non sta fermo e va a soccorrerli. una volta soccorsi, non sta fermo lì perchè sta arrivando una bufera, e cerca di tornare alla capanna. Non ci riesce e deve rifugiarsi in una grotta. Ma non sta fermo nemmeno lì, quando l'agente Pinkerton gli racconta del rapimento della ragazza, decide, QUELLA NOTTE STESSA, di andare a liberarla. Insomma, mi dici quando Tex sarebbe rimasto fermo in questa storia? Il tempo massimo in cui non ha cambiato posizione sono le 6-7 ore in cui ha dormite nella prima capanna e forse le 4-5 in cui ha cercato di dormire all'adiaccio il giorno prima. Per tutto il resto della storia si sposta in continuazione senza mai rimanere fermo. O forse intendi dire "perchè non si teletrasporta a valle fra una pagina e l'altra? Faccio questa battuta perchè poi... insomma, ho capito, il problema è che in questa storia sono sempre nello stesso, e CONTEMPORANEAMENTE che continuano a teletrasportarsi in posti diversi... Cioè, i banditi rapiscono una donna, per ottenere un riscatto, con tanto di messaggio al padre. Il padre porta i soldi del riscatto, con delle guardie armate. Chi ci sarebbe di troppo? Cerco di fare qualche ipotesi... 1) la ragazza è di troppo. Secondo te funzionerebbe meglio come storia se il padre portasse il riscatto senza nessun rapimento... 2) Il padre è di troppo. I soldi dovrebbero arrivare da soli, e i Pinkerton arrivare per caso. Così sì che sarebbe "verosimile" 3) I banditi sono di troppo. La ragazza dovrebbe essere lì da sola, a far fare una passeggiata al padre che fa poco moto e sta ingrassando... 4) I Pinkerton sono di troppo, il padre doveva andare ad affrontare i banditi da solo! Sai la storia come sarebbe stata più bella? (e molto più corta: Tex incontra un ghiacciolo e si chiede cosa ci faceva lì. The End) No, aspetta, ho capito... È DI TROPPO TEX! Visto che l'unico che non ha davvero ragioni di essere lì (I pinkerton non cercavano davvero lui), se non c'era per te era molto meglio! Èh sì, l'idea che una capanna di montagna, costruita per dare rifugio ai minatori quando arrivano le tempeste di neve, resista alle tempeste di neve è totalmente irrealistica... (detto questo, effettivamente le finestre con i vetri non ci dovevano stare... ) Guarda, a parte gli scherzi: il gradimento di una storia è una cosa personale, e quindi ci credo benissimo che questa storia ti sia parla la peggiore di borden. Però le argomentazioni che hai portato mi lasciano, come hai visto, davvero perplesso...
  23. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Quel dannato velocista di Villa, tutto il problema quindi nasce dal fatto che ha finito il texone TROPPO PRESTO!
  24. Ehm... quindi "Sentieri Selvaggi" di John Ford non sarebbe un western, mandando di un qualsiasi duello... (A me Hateful Eight era piaciuto molto, ma non è questo il punto: mi danno un po' fastidio tutte quelle affermazioni imperiose tipo "in un film di fantascienza devono esserci le astronavi!" che hanno ben poco riscontro nei classici del genere... Concordo semmai sul fatto che Hateful Eight utilizza lo sfondo "selvaggio" per accentuare l'isolamento e la violenza, ma come struttura è più una cosa alla "dieci piccoli indiani" della Christie che non un western. Cosa che non mi dà il minimo fastidio, mi basta che sia un bel film... )
  25. Diablero

    [Texone N. 35] Tex l'inesorabile

    Beh, dopo che si sono già sputtanati facendo la seconda (e quindi d'ora in poi ben poca gente si fiderà ancora), a questo punto, sputtanati per sputtanati, gli conviene andare avanti a fare un numero unlimited di limited multicolori finché non smettono di esaurirle... (ogni volta dicendo che è l'ultima, ovviamente) Io la limited aspetto di trovarla dai remainders...
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