Una storia bellissima. Bisogna fare i complimenti a Boselli che ha scritto uno dei capolavori assoluti della serie, ottimamente realizzato da Bruzzo. Forse era dai tempi di Oklahoma! che non leggevamo su Tex un'avventura così coinvolgente. Qui e altrove mi è capitato di leggere le critiche più velenose, ridicole o stupide (del resto non mi stupisco più di niente, c'è gente, e sarete tutti professoroni, che crede che i Pink Floyd di Gilmour o i Deep Purple facciano musica interessante o che i film li facesse J. Wayne invece che J. Ford o H. Hawks - lo so, provoco, ma non risponderò a nessuno...), ma invece questa storia ha tutto del buon fumetto, del buon Tex e persino del buon western. C'è naturalmente la frontiera, la solitudine dell'eroe, e l'avventura. L'incastro dei personaggi è perfetto, così come viene dato il giusto rilievo ad ognuno di loro. In particolare mi è piaciuto l'approccio alla rappresentazione dei vari indigeni presenti, che potrebbe essere tacciato di politicamente corretto, ma che invece propone una visione del mondo e dei rapporti umani che condivido pienamente e trovo sommamente meritevole di elogio. Dawn, Tornuak, Yotimo e Aquila sono personaggi meravigliosi. Molti personaggi hanno un evoluzione nel corso della storia, cosa che, seppur frequente in Boselli, in questo caso è particolarmente ben gestita.
Lo stesso Tex pare avere una consapevolezza superiore rispetto a quella già elevata imposta dal creatore.
Piccola pesantezza, molto piccola rispetto all'insieme della storia, è il richiamo agli eventi passati (Dallas e Mike) ma i due si incastrano perfettamente nell'insieme.
Nell'ultimo albo si entra poi nel territorio dell'estremo e del fantastico e ci si entra, se si ha cuore e fantasia, perfettamente convinti che sia andata proprio così.
Questo dev'essere Tex.
Infine un plauso per la copertina dei Dannati dell'Artico, fino a quando non l'ho avuta in mano non mi ero reso conto della sua bellezza. Una delle migliori.di Villa.