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TWF - Tex Willer Forum

Augustus McCrae

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Messaggi pubblicato da Augustus McCrae

  1. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

    20 - Nessuno dei personaggi letterari indicati a me sembra adatto per comparire in una storia di Tex.

     

    Ehi, Augustus McCrae è un capitano dei Texas Ranger! ;)

     

    (Sto scherzando ovviamente, non contestando la tua opinione)

  2. Ho trovato interessante piuttosto interessante*** :ok:

     

    L'unica domanda a cui ho tentato di non rispondere (senza poterlo fare purtroppo) è la numero 18, quella sui periodi di @borden.

     

    Sono passati 29 anni dal "Passato di Carson", quanto siamo più smaliziati noi lettori? Quanto più abituati a vicende e "metodi" di scrittura che prima di Boselli non ci erano familiari? Quanti altri momenti "che trovata geniale, io questo non l'avevo mai visto!" ci siamo bruciati in questi anni?

     

    Avrei preferito ci fosse una risposta che permettesse di "non rispondere" e nello specifico ho votato a favore dell'ultimo periodo più che altro per provocazione. ;)

     

    Il semplice fatto che il Bos sia ancora capace di regalarci delle sorprese e dei "non déjà vu" (come la strepitosa storia delle Navi Perdute) in una serie che ormai comprende, compresi i collaterali, un migliaio di numeri è elemento degno di grande rispetto. :clapping:

     

    Ovviamente tra i "personaggi tratti da famosi romanzi popolari" ho votato... per me stesso :D

     

     

    *** Anche se avrei preferito ci fosse la risposta "Nessuno dei precedenti/Non sarei interessato" in tutte le domande

     

    Ovviamente prima intendevo scrivere "Ho trovato il sondaggio piuttosto interessante" :rolleyes:

     

    A quanti post bisogna arrivare per poter correggere i post oltre i 5 minuti? :lol:

  3. Mi scuso per aver generato un simile "flame". :wacko:

     

    il mio innocente commento originale (1 febbraio) esprimeva come sempre una mia opinione e non voleva certo dare la stura a quanto è seguito, su un argomento fra l'altro che essendo legato al gusto personale non ha una fine, tanto nessuno cambia idea.

     

    Andava in questa direzione, quella della difesa del gusto personale e della "inesistenza" di una verità assoluta su simili questioni, anche la mia successiva risposta a @Letizia, e dato che non mi interessa portare altri sulle mie posizioni (non sono un testimone di Geova e nemmeno uno a cui piace fare il primo della classe) personalmente la questione per me si è chiusa lì (in sintesi: a qualcuno piace il colore, ad altri il bianco e nero, per altri ancora dipende dai disegni).

     

    Faccio solo notare che questo thread ha già dovuto accollarsi una lunga divagazione riguardo la velocità delle canoe e la percentuale di attrito delle acque dei fiumi canadesi, credo che l'ottimo lavoro di Ruju e Mastantuono non si meriti altre battaglie filosofico/scientifiche... :D

     

    Mi associo quindi alla richiesta di @Diablero riguardo allo spostamento di tutti gli OT in un altro thread.

     

  4. 1 ora fa, Letizia dice:

    Questa idiosincrasia per il colore, perdonatemi, ma proprio non la capisco.

    Al di là del fatto che il diritto di ognuno a pensarla come gli pare è inalienabile, non riesco a capire come il colore faccia così... ribrezzo? paura? o che altro?...

     

    Prima domanda: e anche se fosse?

     

    Seconda domanda: se il diritto alla propria opinione è inalienabile, che senso ha supporre che dietro un'opinione ci sia per forza qualcosa di "negativo" come il ribrezzo (che deriva dal disgusto) o la paura?

    Non può essere semplicemente una preferenza artistica? Deve avere sempre una motivazione in qualche modo riportabile alla sfera psicologica?

     

    In ogni caso voglio rassicurarti, nessuna idiosincrasia verso il colore e nemmeno in generale verso il colore nei fumetti,

    ad esempio, altra opinione personale, apprezzo molto i cartonati alla francese di Tex o decine di fumetti americani (il resto della popolazione mondiale ha il diritto di pensarla diversamente, senza ricevere da me alcuna critica).

     

    Trovo però, opinione personale, che i fumetti "nati" per essere pubblicati in bianco e nero molto spesso perdano qualcosa nella versione a colori, perchè si perde sovente una parte importante del lavoro del disegnatore.

     

    Ad esempio la versione cartonata a colori sia di "Matador" che di "Nei territori del Nord Ovest" secondo la mia opinione personale è "meno affascinante" della versione originale in bianco e nero (e a mezzatinta, grigio, tratteggiato, ombreggiato).

    In entrambi i casi il colore a mio parere appiattisce il disegno, oltre ad essere "innaturale" (nel senso che non sono gli splendidi acquerelli di Lele Vianello, è una colorazione molto più "semplificata").

     

    Oppure, altro parere personale, Breccia ha fatto un bellissimo lavoro con il colore in "Snakeman" (che nasce per essere pubblicato a colori) ma il suo Alvar Mayor è più bello nella versione originale in bianco e nero.

     

    Ad altri saranno piaciute di più le versioni a colori, e va bene così, perchè quando si parla di gusti ognuno ha diritto al suo, senza per questo far passare gli altri per "strani" (meno sensibili alle bellezze del mondo, amanti del grigio e delle ombre).

     

    • +1 3
  5. 1 ora fa, Diablero dice:

    Riguardo a Bonelli Digital Classic: qualcuno che ce l'ha può confermare che ci sono i Tex? Sapevo che non copriva tutta la produzione Bonelli..

    Posso confermare che in Bonelli Digital Classic Tex c'è, anche se ovviamente i numeri "freschi" sono indietro di qualche mese.

     

    Ad oggi sono disponibili:

     

    Tex (fino al 744 Il Trionfo di Mefisto)

    Tex Willer (fino al 49)

    Texoni (38, tutti quelli usciti fino ad ora)

    Speciale Tex Willer (Fino al 4, manca Rancheras)

    Maxi Tex (Fino al 31, I quattro vendicatori)

    Tex Romanzi a Fumetti (15, Fino a Yellow Bird)

    Color Tex (21, fino alla Gazza Ladra)

    Tex Classic (fino al 148)

    Tex Magazine 8 (fino al 2022, quello con Montales)

    Almanacco del West (22, serie conclusa)

    Super Tex (fino al 12)

    Tex Willer Extra (fino al 7)

     

    :cowboy:

     

     

     

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    • +1 2
  6. Disclaimer: tutto quel che segue è un’opinione personale.

     

    Ma che bellezza, ma che piacere.

    Letta come al solito tutta d’un fiato dopo aver atteso di avere la storia completa... mi sono proprio divertito.

     

    Soggetto e sceneggiatura hanno tutto, l’ambientazione canadese, la “Storia”, un cattivo cattivissimo, un personaggio femminile scintillante, i 4 pards al completo (e Carson in gran spolvero), comprimari per cui provare empatia, violenza a volontà, inseguimenti, scazzottate, sparatorie, un buon ritmo…

    Non so, e francamente non mi interessa, dove si collochi come “valore” all’interno della produzione di Ruju, questa per me è semplicemente una bella storia punto e basta. :clapping:

     

    E poi ci sono i disegni.

     

    Semplicemente strepitosi, Mastantuono fa mirabilie con i neri e con il tratteggio, ci regala “semi-splash pages” favolose, caratterizza i personaggi splendidamente (si, anche quando li disegna lombrosianamente come Bailey e Warberg, con quest’ultimo in particolare che sembra uscito dal Dick Tracy di di Chester Gould). Un capolavoro di espressività e dinamismo.

    Sono sempre stato un suo fan ma nell’ ottima scuderia di disegnatori texiani lui in questo momento è il mio preferito. :ok:

     

    Mancano i difetti? No, certo che no, difficile che accada in 330 pagine, soprattutto se esaminate con il microscopio, ma sono veramente delle quisquilie.

     

    Personalmente mi piacerebbe non vedere più duelli al coltello almeno fino al 2028 e qualche ferita di striscio in meno non guasterebbe, ma d’altra parte stiamo leggendo una serie periodica che ha passato da anni il numero 700 e riguardo alla salute dei protagonisti sappiamo già come va a finire (a questo servono i comprimari), se voglio un finale veramente inatteso mi rileggo la Trilogia di Marsiglia di Izzo o l’ultimo libro di Hans Tuzzi…   

     

    Altre cose mi lasciano totalmente indifferente: le canoe troppo veloci/troppo lente, Kircher che spara a Bailey invece che ai pards, Tex che arriva sempre al momento giusto per salvare la situazione e così via… Sono un lettore ingenuo :rolleyes: e quando leggo un fumetto o una storia di avventura sospendo l’incredulità, altrimenti mi dedico ad un libro di storia o di true crime.

     

    Per concludere un’ottima prova dei due autori, che a mio giudizio ha tutto per meritarsi tra qualche anno una ristampa in altro formato (ma NON a colori!). Voto 9 (Ottima).

     

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  7. Una storia ben scritta e con diversi punti interessanti (la fuga dal carcere, la banda del Maestro, Carson e Annie Oakley, New Orleans, il circo di Buffalo Bill),

    che purtroppo a mio parere non sfrutta tutto il suo potenziale, in parte a causa di un finale un po' troppo inverosimile e in parte perchè condizionata dal reparto grafico, con Letteri in  calo soprattutto nell'ultima parte.

     

    Intendiamoci, niente di scandaloso e tutto ben sopra la sufficienza (il mio voto è stato 7),

    resta una lettura piacevole e paga forse anche il fatto di essere preceduta da un'ottima storia e seguita da uno dei capolavori della saga.

  8. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, Testa di Vitello dice:

    Comunque la degenerazione dei festival del cinema alla cloaca che sono attualmente è iniziata circa da una ventina d'anni, da quando sono progressivamente diventati cassa di risonanza della propaganda Woke e politicamente corretta a senso unico. Ma da quel punto di vista gli Oscar sono pure peggio...pura auto-celebrazione dell'elite che si da di gomito tutta compiaciuta mentre annusa le proprie scurregge. 

     

    Prosaico ma efficace :lol2:

     

    Sono pienamente d'accordo (guarda caso la mia ultima gita al Lido è del 2003...)

    • Mi piace (+1) 1
  9. <span style="color:red">1 ora fa</span>, PapeSatan dice:

    Quello che dici è vero soprattutto per i critici cinematografici europei, che a Cannes o a Venezia premiano sempre e solo emerite boiate che fanno dormire (in stile "corazzata Potiomkin", per intenderci).

     

    Forse il tuo esempio è ironico (e questo renderebbe superfluo il mio commento) ma anche se Fantozzi ci ha suggerito il contrario, "La corazzata Potëmkin" rapportato al suo anno di produzione (1925) e ai mezzi tecnici dell'epoca (per non parlare dei significati, ma questo aprirebbe un altro capitolo) è un capolavoro e Ėjzenštejn è un genio.

     

    Non è un caso se un riconosciuto maestro come De Palma lo ha omaggiato nel bellissimo "The Untouchables - Gli intoccabili" quasi ricalcando frame per frame una sua famosa scena.

     

    La critica è uguale in tutti i settori (arte, cinema, letteratura, sport), per un'ampia percentuale di "esperti" vale il vecchio detto "Quelli bravi fanno, gli altri diventano critici". :D

     

  10. Finalmente l’ho letta, meglio tardi che mai. :rolleyes:

     

    Storia dalla gestazione decisamente particolare, sia perché è l’ultima interamente firmata da Nolitta sia per le tristi circostanze che portarono all’avvicendamento artistico tra Giolitti e Ticci.

    Decisamente lunga e classicamente “nolittiana”, piena di dialoghi anche introspettivi e con un finale malinconico che non può non lasciare l’amaro in bocca.

     

    Graficamente mi ha colpito, considerando l’età e le condizioni di salute, la qualità del lavoro di Giolitti che, a parte il tasto dolente riguardante i volti dei pards (tutti ma Tex in particolare), riempie le scene con una quantità di dettagli ed un grande dinamismo, dall’attacco all’accampamento alla scazzottata nel saloon.

     

    Un vero peccato che le circostanze gli abbiano impedito di concludere la storia, con conseguente subentro (anche con alcuni “inserti” che testimoniano una parziale “riscrittura” della storia e che a me sinceramente hanno un po’ “stonato” per la stridente differenza stilistica) di Ticci, il quale conclude l’avventura da par suo omaggiando così nel migliore dei modi il suo vecchio maestro.

     

    Mi ha colpito meno, pur all’interno di un giudizio positivo, il lavoro di scrittura.

    Lo spunto è molto interessante, con i nostri sotto copertura, l’ambientazione canadese, la migrazione dei sioux, Jim Brandon in versione vigilante.

    Il pathos è innegabile, il finale concitato e tragico.

     

    Ma anche sospendendo l’incredulità, come d’obbligo, per la “fortuna” che arride come sempre ai pards (Tex e Tiger sono gli unici a sopravvivere al massacro, Carson se la cava con la solita pallottola di striscio, Ducaux non riconosce Tex) non mancano anche i punti dolenti.

     

    Ho trovato sopra le righe la quantità di siparietti pseudo comici in una storia così drammatica, non ho gradito Carson in versione alcolista e non mi è piaciuta in toto la gestione del rapporto che Tex ha con Ska-Wom-Dee: prima sembra “usarlo”, poi si produce in quella che risulta più una fuga che un commiato di fronte all’enorme tributo di sangue (sia personale che come capo tribù)  pagato dal sioux e infine fa la figura dello sprovveduto per non aver intuito quale sarebbe stato il ringraziamento della corona britannica agli indiani.

     

    I poveri sioux che pensavano di aver trovato un po’ di respiro finiscono “cornuti e mazziati” e dubito avranno molta voglia di rivedere Aquila della Notte.   

     

    Tirando le somme una buona storia, che chiude sostanzialmente se non tecnicamente l’epoca di Nolitta come sceneggiatore di Tex in modo assolutamente degno.

     

    Il mio voto complessivo è stato 8.

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  11. Premessa:

    come quasi tutti sono a favore di una "limitazione" delle uscite,

    ho votato in tal senso nel sondaggio, certe cose non mi piacciono affatto (vedi raddoppio degli Speciali Tex Willer e dei Maxi, oppure la reiterazione dei "Bis" sulla regolare),

    senza per questo mettere in dubbio la professionalità delle persone che lavorano in Bonelli e personalmente da anni seleziono cosa comprare senza vedere nelle mie scelte nulla di drammatico.

     

    Detto questo alcune delle cose che leggo mi lasciano perplesso.

     

    La Bonelli è un'azienda, non un'ente di beneficenza, che opera in un mercato capitalistico e che ha come scopo il lucro.

    Qualsiasi piccolo imprenditore o commerciante può spiegare che, anche se è più importante avere "margine/profitto" (più introiti rispetto alle spese) che "fatturato", quest'ultimo è lo stesso importante, soprattutto per i riflessi a livello di rapporti con le banche (es: concessione di prestiti per nuove iniziative, vedi la produzione di film).

     

    A questo aggiungete che il numero di lettori è perennemente in calo, per svariati motivi (le nuove generazioni non leggono o leggono cose diverse, i vecchi lettori salutano pian piano la compagnia e vanno a suonare l'arpa in Paradiso, il western non è di moda e così via).

     

    Io non credo che in Bonelli pubblichino all'infinito collane in perdita (e la chiusura di tante di esse lo dimostra), quindi anche le cose "meno gradite" e più contestate (Color, Maxi, Magazine, Cartonato, Speciale Tex Willer) in qualche maniera devono generare un minimo profitto o quanto meno avvicinarsi alla parità altrimenti... chiudono!

     

    Qualcuno pensa davvero che la Bonelli possa decidere di eliminare, non per motivi economici ma nel nome della qualità e del piacere dei lettori, una certo numero di copie vendute (leggi "fatturato e "profitto") nella speranza che questa rinuncia possa essere compensata da un aumento delle vendite delle collane rimanenti?

    Oppure stiamo suggerendo alla Bonelli una "decrescita felice" della serie "Si è vero perdi fatturato, perdi profitto, ma vuoi mettere la qualità del prodotto"?

    Mi sono perso la notizia del cambio di natura giuridica in ONG?

     

    Come ha spiegato @Diablero (e non solo lui) chiuderanno qualcosa quando ci perderanno dei soldi, perchè il mondo in cui viviamo funziona così in qualsiasi settore e nel frattempo la "potenziale spremitura" difficilmente si fermerà.

     

    A me, da vecchio appassionato ed ex-frequentatore di stadi, il campionato di calcio dal venerdì al lunedì e con tutte le partite ad orari diversi, fa schifo.

    Ho smesso di abbonarmi, non ho il pacchetto Calcio di Sky, dopo un periodo di prova ho disdetto DAZN e adesso nel tempo lasciato libero dalle partite leggo Tex, o un libro oppure guardo una serie TV.

     

    Non si ferma questa valanga senza una "vera rivoluzione", non c'è riuscita nemmeno una pandemia (da cui dovevamo uscire tutti "migliori", come dimostra chiaramente Putin).

     

    Noi nel frattempo lamentiamoci, auguriamoci che la Bonelli sappia limitare l'iperproduzione e soprattutto non compriamo tutto se non vogliamo farlo.


     

     

     

     

     

     

     

     

     

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  12. Filosoficamente (o se preferite eticamente) @Diablero ha ragione, credo che questo non sia nemmeno in discussione.

     

    Solidarizzo quindi con la sua "indignazione", capisco il suo "ironico" sfogo, anzi io amplierei il topic a "La lussuria sfrenata dei markettari per le markette in qualsiasi ambito della società" (guardate quanti iscritti ci sono a "Marketing e comunicazione", come se servissero 10 markettari a fronte di un solo ingegnere, medico, operaio specializzato o conducente di mezzo pubblico e non il contrario).

     

    Ma questa cosa non cambierà come, per rimanere nelle cose che mi fanno "arrabbiare ardentemente", non cambierà l'atteggiamento da "colonizzati culturali" che porta ad usare anglicismi, spesso errati o fraintesi, al posto di parole che esistono nell'uso comune italiano (o a storpiare un latinismo, come il "vairus" di Di Maio o il "plas/mainus" di qualche altro genio).

     

    A me le patacche salvo rarissime eccezioni non piacciono (ma non scandalizzano), la proliferazione delle testate texiane mi piace ancora meno, ma personalmente dubito che parlarne e "lamentarsene" serva a fermarle.


    Di conseguenza alla prima cosa cerco di reagire in modo zen e alla seconda lasciando le pubblicazioni che non mi interessano (e le loro patacche) in edicola.

     

    La "politica della patacca" porterà la Bonelli verso vette di vendita inimmaginabili? Ad un aumento dei prezzi? Alla chiusura delle serie meno vendute? Alla chiusura totale? :dubbioso:

     

    Comunque vada pazienza, la Bonelli non è un ente di beneficenza e io non sono obbligato a comprare i suoi prodotti.

     

    Scegliere le cose per la loro "qualità" e non per l'ossessione/compulsione della "collezione" è sempre la scelta migliore.

     

    E se per qualcuno la "collezione" di Tex è solo un "investimento", allora si merita le patacche e altre 20 nuove serie di Tex... :D

     

     

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  13. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Accetti Breccia e non ... Bacilieri ? :angry:

     

    Ma c'è un'opinione che si può esprimere senza farti arrabbiare? Da dove arriva tutta questa intransigenza?

     

    @Angelo1961, come OGNUNO di noi, ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione

    (come ce l'hai tu, come ce l'ho io, come ce l'aveva SAS qualche giorno fa riguardo alla collana Tex Willer), senza dover ricevere in risposta le tue faccine arrabbiate.

     

    Io apprezzo Bacilieri, di cui ho appena acquistato "Venere Privata" (dal bellissimo libro di Scerbanenco), e allo stesso tempo Breccia mi piace moltissimo.

     

    I gusti son gusti, dov'è il problema?

     

  14. 32 minuti fa, borden dice:

    Qualcuno mi può spiegare i vari step?

     

    Il sacco di pagine colorate è probabilmente dovuto alle impostazioni che non bloccano le finestre di pop-up pubblicitario.

     

    In ogni caso, la pagina "giusta" è quella di Media Fire con in alto il simbolino rosso del PDF con il nome "Tex_Magazine_21" e il pulsante per il download (che a dire il vero a me parte da solo, non devo nemmeno cliccare).

     

    Il documento è corposo (circa 250 MB) e ci mette qualche secondo a scaricarsi.

     

     

  15. Grazie @ymalpas, a te e a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero, davvero un bel regalo di Natale! :Ave:

     

    Non è necessario essere sempre d'accordo al 100% con gli autori, le cose che contano sono la passione e la competenza che emergono dagli articoli,

    i diversi "angoli di visuale" che spesso permettono di scoprire cose che non si erano notate, oppure invitano a leggere le stesse cose da un diverso punto di vista.

     

    Numero scaricato, sono pronto ad attaccare la lettura... :cowboy:

     

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  16. Ma che bella storia! :clapping:

     

    Premetto che Kit Willer è di gran lunga il pard che meno gradisco, mi sta antipatico da quando bambino tormentava Carson, ma in questa storia è personaggio centrale e non sfigura.

     

    Il prologo, molto bello, acquista senso nella struttura circolare della storia, il doppio inseguimento contemporaneo ha momenti epici, il lungo finale chiude in maniera soddisfacente l'avventura.

     

    Oltre ai nostri, tutti in ottima forma (anche Carson, pur se in un ruolo temporalmente limitato) brillano tre notevoli comprimari, ciascuno dei quali ottimamente caratterizzato.

     

    Bronco Lane è un personaggio "redento". Muore da eroe, confermando che l'amicizia di Kit Willer porta una sfiga tremenda, ma è tutto il suo comportamento durante la storia a parlare di un giovane uomo che ha fatto pace con se stesso e cerca la "tranquillità" (per quanto altri possano avanzare ancora sospetti). Dispiace che la sua strada finisca qui e questo di solito significa che il personaggio ha funzionato.

     

    Wade Catlett è una figura interessante di personaggio "grigio".
    Un antipatico cacciatore di taglie che a mio avviso non si redime mai completamente, ma in qualche modo accetta la lezione rifilatagli da Kit con "sportività", dimostra di essere in gamba durante l'inseguimento, si comporta in maniera "umana" quando rinuncia alla taglia su Bronco e fa una brutta fine (sapientemente orchestrata da Boselli, il "non detto" in questo caso è più raggelante dello "spiegato").

     

    Hugh Langdon è nero come l'inferno, un fantastico "cattivo" facile da odiare,  un fanatico religioso che a lungo andare si dimostra (come tutti i soggetti in questione) uno squallido mascalzone che usa la sua presunta rettitudine per commettere soprusi e trarne benefici. Alla fine dispiace che se la cavi "così bene", l'impiccagione sarebbe stata una punizione migliore (per non parlare di una lenta scuoiatura apache).

     

    All'inizio avrei preferito una manciata di pagine  in più per inquadrare meglio la questione della rapina, poi ripensandoci ho cambiato idea. Carson che sbuca in mezzo al gruppo di gringos fuggiti in Messico risolve bene, in sole 4 pagine, la situazione.

     

    Riguardo alla parte grafica, la "questione Font" è sempre la stessa, è decisamente un artista "divisivo" (come il Mastantuono della storia in corso ora sulla regolare) e le opinioni variano di conseguenza.

     

    Ribadisco come già detto altre volte che a me piace, qui parte alla grande e anche se sulla lunga distanza forse c'è un lieve calo i paesaggi e le atmosfere (la pioggia, la nebbia, le ombre) sono uno spettacolo. :ok:

     

    Davvero una gran bella storia, che rileggerò sicuramente.

    Nel sondaggio ho votato 9.

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  17. Storia che segue la strepitosa avventura tra i Seminoles e tiene botta alla grande, così la serie festeggia il secondo compleanno confermando un livello medio decisamente alto. :clapping:

     

    Primi due albi di "riassunto" molto ben fatti poi la storia torna "in diretta", a partire dalla spumeggiante scazzottata tra i Rangers, con tanta azione e un impetuoso giovanotto che rischia più volte la pelle a causa della sua scapestrata irruenza.

     

    Tra gli aspetti divertenti metto la parte "comedy" con la ragazza innamorata, mentre ho trovato un po' affrettata, o per meglio dire "poco enfatica", la definitiva dipartita di Coffin.

     

    Purtroppo dobbiamo salutare Jimmy Jones e devo confessare che, anche se la cosa era attesa, ci sono rimasto male perchè il personaggio mi piaceva. :(

    Per fortuna Borden gli ritaglia una fine degna (non ti dimenticheremo Jimmy!).

     

    Passiamo ai disegni di Brindisi, partendo da una "stranezza".

     Li trovo migliori, rispetto alla versione cartacea, sia nelle anteprime sul sito che nella versione "Digital Classic".
    Sono meglio definiti, mentre negli albi cartacei alcuni dettagli sembrano "incompleti". Mah.
    In ogni caso Brindisi su buoni livelli, anche se mi è piaciuto di più in altre occasioni.

     

    Voto complessivo 8.

     

     

     

  18. Complice il weekend piovoso l'umore era adatto per passare dal freddo dello Yukon alla neve di Boston.

     

    Applausi scroscianti per Civitelli, che fa un lavoro eccezionale e giocando con un bianco a nero che a tratti rimanda a frammenti "frankmilleriani" (o "alacksinneriani") rende questa bella storia metropolitana un piacere per gli occhi da rileggere periodicamente.

     

    Onestamente appena letto il riferimento alla Corsica e ai movimenti indipendentisti mi era venuto in mente, per associazione di idee, il grande e indimenticato Stefano Di Marino/Stephen Gunn.
    Quando, grazie al post di Carlo Monni riportato da Ymalpas, ho scoperto che il soggetto era davvero suo  mi sono commosso... :wub:

     

    Il gustoso soggetto viene declinato in una sceneggiatura che pur mantenendosi valida sembra un'occasione mancata, prende qualche scorciatoia e non sviluppa alcuni temi che sarebbero stati interessanti.

    Forse avrebbe necessitato di qualche pagina in più, magari tre albi pieni invece dei "due e un pezzo" in cui si risolve.

     

    Vediamo quelli che sono per me i punti salienti, positivi e negativi:

     

    - Si parte alla grande con la vignettona innevata fuori dalla stazione a cui segue la scenetta di Carson prigioniero della porta girevole e quella dei pards che si godono le comodità della vita moderna. :D

     

    - Si fa la conoscenza di Corbett, viscidissimo capo della pula bostoniana, poi un ristoratore chiacchierone (facente veci del consueto origlione) indirizza i due pards nella bolgia della boxe (teoricamente) clandestina.
    Ambiente ottimamente rappresentato dove purtroppo incappiamo nel primo passaggio a vuoto, senza dubbio il peggiore, quando Carson colpisce senza nessun effetto Alabama/Pierre Touissant e poi viene da questi disintegrato, prima che Tex arrivi a salvare la situazione.
    Per quanto la cosa possa essere comprensibile la scena poteva essere gestita molto meglio, con più "sensibilità", invece ha giustamente suscitato lo sdegno di tutti i fans di Carson. :angry:
     
    - Conosciamo meglio Requin, buon personaggio di cattivo abile a fingersi remissivo per poi colpire a sorpresa, e il perfido Beaumont, traditore della causa corsa e mente dell'intrigo, personaggio che avrebbe del potenziale ma alla fine viene poco sfruttato.

     

    - I nostri finiscono in una trappola al piombo ordita da Corbett e Requin e nel giro di una trentina di pagine l'agente Pinkerton Touissant prima li salva da una situazione disperata e poi gli spiega tutta la faccenda con dovizia di particolari.
    Ho trovato l'uno-due un po' eccessivo, praticamente i nostri trovano la pappa pronta senza aver mosso un dito per indagare.
    Considerando che sono alloggiati, a spese del comando dei Rangers, nel miglior albergo di Boston sembra davvero una vacanza.

     

    - Carson si rifà alla grande salvando Tex dall'arpione di Requin e glielo fa anche pesare un po' ("ti devo la pellaccia", "non è la prima volta e non sarà certo l'ultima"). Applausi al vecchio cammello. :old:

     

     

    - Pirotecnico pre-finale sulla nave, con i pards gabbati dall'infido  Requin e la stiva a fare da interessante divagazione sul tema dell'assedio in luogo chiuso.
    Le mitragliatrici che disalberano la nave sono un piacere.

     

    - Spettacolare gran finale, 7 pagine di folgorante meraviglia grafica. :inch:

    Ma quanto mi piace Julie Calvi... e quanto mi dispiace che abbia avuto tutto sommato un ruolo marginale.

     

     

    In sintesi disegni stratosferici (9) sceneggiatura gradevole (7) il mio voto nel sondaggio è la media (8).

    • +1 1
  19. 29 minuti fa, MacParland dice:

    Penso che la destinazione abbia fatto solo del male alla storia.

     

    Condivido la tua opinione.

     

    Mi ero ripromesso di acquistarla solo dopo aver letto un po' di recensioni sul forum,

    invece passando in edicola per prendere Dampyr ero soprappensiero e ho comprato anche questo. :ops:

     

    Niente di scandaloso sotto tutti i punti di vista, ma storia senza particolari guizzi, disegni accettabili, finale allo zucchero filato (non per il menage a trois, che non mi tange, ma proprio per il finale in se).

     

    Capisco che la storia era nel cassetto e prima o poi andava tirata fuori, ci stava come "tappabuchi" tra due storie toste della regolare (di Tex Willer, per evitare malintesi), semplicemente come "speciale" è... "non speciale".

     

    Tra sei mesi starò più attento...

  20. Storia non memorabile ma decisamente ben sopra la sufficienza, che scorre e si fa leggere.

    Se questo fosse stato il punto più basso della crisi di Nizzi ci sarebbe stato poco da lamentarsi.
     
    E' sempre un piacere rivedere Gros-Jean, alcuni dialoghi tra Tex e Carson sono molto godibili (soprattutto all'inizio) e le ambientazioni "fredde" sono da sempre tra le mie preferite. :rolleyes:


    Carina la trovata della "caccia al tesoro" con obiettivo il vulcano, mi è piaciuta la parte che ruota intorno al faro, così come l'assalto al fortino.

    Raramente i pards non giungono allo scontro finale con i cattivi (mi viene in mente Mitla) ma stavolta la natura li ha preceduti e la cosa non mi è dispiaciuta.

     

    Passando alla parte grafica, me la cavo in fretta, Fusco mi è piaciuto tantissimo. :wub:

     

     

    D'altro canto:

    - Ci sono moltissimi stacchi temporali a volte ripetuti e monotoni (esempio: "tre settimane dopo", "una decina di giorni più tardi", "passano due giorni senza storia", "un paio di giorni dopo", "due giorni dopo"), in pratica la storia è durata mesi ma noi ne abbiamo visto una sintesi come per le partite di calcio.

     

     - Gros-Jean a un certo punto sparisce dalla scena, sappiamo che lo stanno torturando "fino a temere che muoia" e poi lo ritroviamo tutto sommato in discreta forma.

     

    - La storiella tra Kit e la biondina sa di "vorrei ma non posso". Facciamo vedere che Kit è cotto, ma non osiamo di più.

     

    - Nella parte del rapimento della ragazza nè i pards, nè lei ci fanno una gran figura.

     

    - I cattivi sono di serie B e in più sparano malissimo. Va bene la sospensione dell'incredulità, ma nell'attentato alle slitte sono in 8, appostati in posizione sopraelevata con campo visivo liberissimo, sparano come forsennati e nonostante questo nella scaramuccia iniziale non colpiscono nulla, nè uno dei pards nè uno dei cani da slitta! 8 membri del Forum avrebbero fatto sicuramente meglio. :colt:

    Poi finalmente beccano Kit, ovviamente di striscio e senza fare nessun danno reale, la pallottola non rimane dentro, l'infezione non osa nemmeno avvicinarsi.

     

    - I cattivi sono anche talmente imbecilli da far esplodere della dinamite... dentro un vulcano! :laughing:

     

     

    In ogni caso una storia divertente anche se non memorabile, come dico sempre in una serie così longeva averne di storie così, con questi disegni e queste atmosfere (ogni riferimento all'ultimo Speciale Tex Willer è puramente casuale).
    Nel sondaggio ho votato 7 ma avrei voluto ci fosse il 7,5.

     

  21. Prima storia che recupero grazie all'app.

     

    All'epoca divise abbastanza la platea,

    io sono di parte perchè "seguace" di Manfredi, ma non mi è affatto dispiaciuta, sicuramente ci sono alcune caratteristiche/episodi diversi dal solito ma decisamente nei limiti del plausibile/tollerabile e non lo vedo come un difetto.

     

    Tra l'altro sono fresco della visione di "Un dollaro d'onore", riconosciuto capolavoro del nostro amato genere, e dopo i siparietti di Walter Brennan faccio fatica a trovare blasfeme certe situazioni da commedia presenti in quest'albo. :)

     

    L'ho letta utilizzando l'app in modalità "vignetta per vignetta" (a dire il vero messa un po' in difficoltà dalla costruzione di certe tavole) e per quanto in alcuni tratti discontinuo il lavoro di Leomacs mi è sembrato tutt'altro che male, al netto di braccia e mani che ricrescono... :lol2:

     

    Finirà che nel prossimo malloppo di arretrati cartacei da ordinare metterò anche questi due albi... :rolleyes:

    • +1 1
  22. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, borden dice:

    Ma, come spiegartelo, l'idea delle storie "giovani" era comunque mia e all'inizio legata proprio ai cartonati. Quelle di  Andreucci-Mastantuono sono uscite dopo per ragioni editoriali e perchè dovevano uscire una dopo l'altra.

     

    Ho capito benissimo, non mi sono sognato nemmeno per un momento di pensare che Manfredi si fosse "inventata" una storia di Tex Giovane senza "indicazione tua", che sei il curatore. :D

    Ed è chiaro che il filone Tex Giovane è farina del tuo sacco, così come i motivi per cui le uscite editoriali successive che lo riguardavano erano in realtà cronologicamente pensate "prima".

     

    Provo a riformulare quello che era il mio pensiero originale:

    In un momento in cui gli episodi con Tex Giovane erano meno frequenti di adesso, e quindi mi sarei aspettato molta curiosità dei lettori, trovare solo 2 pagine di commenti a questo cartonato mi aveva sorpreso, mi aspettavo più entusiasmo. :cowboy:

     

     

    P.S. Il cartonato di Serpieri non lo contavo, proprio per il suo essere così "alternativo" o "fuori canone"

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