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TWF - Tex Willer Forum

Hellingen

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Messaggi pubblicato da Hellingen

  1. <span style="color:red">7 ore fa</span>, Diablero dice:

    ma per me sarebbe stato molto meglio far ridisegnare la scena completamente. E licenziare Nizzi.

    Però se prendi la scena per quello che è, cioè una cosa atipica, una trovata per spezzare la monotonia da parte di un autore a cui tutto sommato piace scherzare ed essere un po' provocatore, non è poi così tanto grave. La storia in se si legge bene, non ho detto che è un capolavoro (c'è una certa ripetitività nei dialoghi e nei cliché ma è voluta, ormai sappiamo che Nizzi ci mette sempre le bistecche con le patatine, a me non dispiace, è divertente) perché Nizzi ne ha scritte tante di alto livello (pensiamo già solo ai primi Texoni) e l' ho trovato ottimo anche negli ultimi maxi Tex. 

    La sottile vena comica e ironica che Nizzi inserisce nelle storie è una sua caratteristica; in molti cercano di imitarlo ma non ci riescono.

    Tex e i suoi amici nelle storie di Nizzi sono più allegri ! 

  2. Il 26/10/2022 at 14:16, valerio dice:

    La scena delle mutande è diventata un tormentone,

    A distanza di qualche anno ho letto questa storia, siccome a volte leggo Tex in modo un po' disordinato con periodi in cui compro ma non leggo subito perché sono impegnato nel recupero di altre vecchie storie della serie o in altri fumetti. Ad ogni modo , i due albi erano lì e mi aspettavano. Da quando sono entrato nel forum ero incuriosito dalle vostre citazioni sulle mutande di Tex!

    Questa notte maledetta di gennaio per me passerà alla storia come la "notte delle mutande" perché ho finalmente trovato la scena delle mutande di cui tanto ho sentito parlare in altre discussioni ma non capivo dove era, cioè avevo capito che era di Nizzi ma non capivo quale era la storia. E così improvvisamente, leggendo "La Rupe del Diavolo", 4 anni dopo ho realizzato.

     

    Grazie per avermi creato una suspence del genere, non ho parole per descrivere l'emozione vissuta. Però mi aspettavo delle vere mutande, cioè più corte, ma vista l' aria umida del fiume posso capire la scelta. 

    Una nota di merito va anche al pigiama del capitano. 

     

    Comunque, mutande a parte la storia non è così male, leggera (io l'incongruenza dei ranger e del capitano che vanno a dormire pur essendo in potenziale pericolo me la sono spiegata così: ci sono già dei marinai di guardia, siamo stati a giocare a poker fino a tardi, abbiamo bevuto e mangiato tanto, ci sta andare a dormire perché domani ci aspetta una lunga giornata) gradevole nelle sue battute e nelle sue bistecche, e con disegni molto buoni.  Mastantuono forse avrebbe potuto curare di più la rappresentazione dell'acqua e della boscaglia ma a livello di volti ed espressioni si conferma uno dei migliori.  Fastidiosa la vignetta fotocopiata, non è giustificabile in nessun modo purtroppo. 

     

    Comunque si è entrata nella leggenda la scena delle mutande, più che altro grazie a quanto ne avete parlato! 

    Nizzi e Mastantuono hanno oscurato il pittore Daniele da Volterra detto "Er mutandaro", noto per aver coperto i nudi di Michelangelo nella cappella Sistina.

    Ma è un Tex essere umano, perciò a parte riconoscere la stranezza di una cosa simile la accetto nella sua originalità, specialmente perché chi ha ideato questa scena è una persona anziana e non è scontata una fantasia del genere a quell' età. Il resto è storia. 

  3. Letto ieri questo maxi, dimenticato in libreria per tanto tempo. Non mi ha particolarmente coinvolto, storie tutto sommato sensate ma niente di più, ho avuto la sensazione di leggere un qualcosa che poteva essere fatto meglio. Molte pagine riempitive es:254-258 cinque pagine per vedere un puma (?) morire, 239-244 un estenuante duello che poteva essere risolto in massimo 2 pagine e 1/2; e nessun vero spunto originale. Si intravede un certo impegno da parte di Faraci per le storie ma è come se neanche lui sapesse bene come farle decollare. Disegni come da aspettativa, Cossu pulito e statico, Ortiz qui non al top ma sempre riconoscibile nella sua espressività. 

    Per me è tra i maxi meno riusciti della collana, ma può essere accettabile per un momento di quiete in cui si vuole una lettura poco impegnativa. 

  4. Letta ieri per la prima volta (!) nella versione oscar Mondadori degli anni 70 accompagnata da una efficace introduzione di Ranieri Carano.

    In questo caso il piccolo formato del volume mi ha consentito una lettura serrata, tutta d'un fiato.  

    La storia tiene incollato il lettore dall' inizio alla fine. Ci sono pochi morti nella trama, contrariamente alle "stragi" di tante storie recenti; si vedono espedienti geniali e personaggi indimenticabili (con le varie sfaccettature dell'animo umano).

    La figura del giornalista, il militare prigioniero che non si spiega come Tex farà a sfuggire alla legge, gli indiani incoscienti e giocherelloni che si avvicinano al treno, un Tex rischia tutto e "giocatore di poker" per tutta la storia, Carson tenuto nascosto e fatto comparire dagli autori al momento giusto: quando si parla di "vero Tex" questa storia non può essere trascurata.

    Sceneggiatura e disegni eccezionali, io ho dato 9 e avrei dato 10 ma l' unica cosa un po' sgradevole che mi ha trattenuto è stata la boriosità con cui Tex ha ostentato il suo "oro dei Navajos" un paio di volte nella storia, cosa che lo rende in un certo senso avvantaggiato nelle sue manovre perché gli permette nel finale di ammorbidire gli animi del governo. Ma è una cosa di poco conto rispetto all' importanza delle scelte del protagonista e del messaggio comunicato, cioè non piegarsi sempre alle facili soluzioni e se necessario scendere in campo contro tutti per avere giustizia (quante volte si vorrebbe essere così!). 

    Sono contento di non aver mai letto prima questa storia perché leggendola ora ho ricevuto un dono da un passato irripetibile. 

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  5. <span style="color:red">5 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Forse è per questo che a volte ci vogliono storie classiche e semplici (senza rimandi) in alternativa a quelle ambiziose e con legami.

     

    Mi trovi d'accordo, anche perché è il modo più naturale per interessare nuovi lettori. Un nuovo lettore (di un fumetto datato) se vuole conoscere bene il personaggio e il suo ambiente ha sempre da recuperare molte letture. Ma questo è un processo di solito lento, e la maggior parte dei lettori di Tex entrati nell' ultimo decennio non credo abbiano letto tutta la serie, perciò più una storia è semplice, leggibile, auto-portante, più è (per il lettore non esperto) gradevole. Quando si legge un albo che rimanda ad un altro albo che rimanda ad un altro albo ecc. spesso gli autori affermano: "la storia si legge lo stesso da sola" ma non è detto che sia vero.

    Esempio: molti albi fuori serie tipo i maxi, per quanto ai lettori più colti possano per vari motivi non piacere, sono molto più leggeri e gradevoli per un nuovo lettore rispetto all'ormai intricata serie regolare.

  6. <span style="color:red">21 minuti fa</span>, PapeSatan dice:

    Come succede anche in politica, dove dopo essersi estinta la generazione che aveva vissuto la lotta per la libertà e i valori abbiamo adesso solo abili mestieranti senza arte nè parte, anche nella sceneggiatura le nuove leve non sono cresciute con l'humus glbonelliano e forse alla difficoltà di trovare le idee si aggiunge uno stile probabilmente moderno ma non consono alla tradizione classica a cui GLB ci aveva per nostra fortuna abituato.

    Però non è sempre così, c'è sempre un potenziale futuro che può essere ricco di sorprese, anche nel solco della tradizione. Come per il ritorno all' agricoltura, molti giovani si ritrovano di più nel passato e ne prendono spunto. 

  7. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Continuando di questo passo, col cavolo che vedremo tornare @borden !

    Premetto che non interverrò più in questa discussione, sono attivo sul forum da un mesetto e già vedo che si ha paura di dare fastidio a qualcuno al minimo fruscio di foglie. 

    La discussione che c'è stata tra alcuni di noi sull'universo narrativo era motivata e argomentata, leggete i post, e Boselli non mi pare sia stato insultato o attaccato direttamente, perciò è fuori luogo questa predicozza.

     

    Sul forum si discute tra utenti, è normale che possano venire fuori opinioni differenti o critiche. 

     

    La presenza del curatore della testata credo faccia piacere a tutti, è una sua scelta se tornare o no. Ditemelo subito se questo è il forum del buonismo perché me ne vado. 

    <span style="color:red">4 ore fa</span>, Tex_Willer90 dice:

    lo sono perchè pensano che la casa editrice vada gambe all'aria.

    È una possibilità. E se anche fosse? Cosa c'è, non si può? È morto qualcuno? Siamo per caso vincolati a pensare che tutto vada sempre bene? Si sono fatte solo delle considerazioni, basate su fatti. Sei tu che stai alzando i toni semmai. 

  8. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

    Fare un ragionamento sul futuro, sulla base dell'albo dell'incontro TexZagor è una questione di pura lana caprina

    Il ragionamento è nato non tanto dall' albo in questione (in parte si) ma più che altro da annunci e dichiarazioni sull'esistenza incontrastabile dell' universo condiviso e sul fatto che noi lettori dobbiamo abituarci. Penso un minimo di preoccupazione sia comprensibile. Quindi non si parla solo della Zenith o di Zagor e Cico; e in teoria tu hai ragione, è impossibile che certe cose avvengano, ma visti i tempi che corrono ci si può aspettare di tutto. E se noi lettori diciamo che ci piace l'universo condiviso (come fa qualcuno) non si avrà più il piacere di leggere Zagor nel mondo di Zagor ma dovrai "abituarti" al mondo di Zagor che è lo stesso di un altro, con mille problemi, forzature e incongruenze.  Sono processi lenti, non lo si nota subito ma se approvato come decisione generale della casa editrice, l' universo condiviso può diventare realtà, e in quel caso ci resteranno solo i vecchi fumetti o quelli di altri per consolarci.

    Io mi auguro che non avvenga. 

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  9. 52 minuti fa, Enrico dice:

    Drunky Duck compare solo in ALCUNE storie di Zagor, ma non in tutte; El Morisco, in ALCUNE storie di Tex ma non in tutte; andando al paradosso, anche Tiger Jack compare IN ALCUNE storie di Tex...

    Il fatto è che, secondo me, l'autore, di volta in volta, utilizza ciò che ritiene più funzionale alla narrazione e "dimentica" il resto: quante volte alcune situazioni si sarebbero potute risolvere con una bella carica dei Navajos ma non è successo? e in quante altre noi, al posto di Martin Mystére ci saremmo subito rivolti al Altrove per risolvere un problema e Martin Mystére non ci ha pensato? non ci ha pensato perchè... la storia non doveva andare così...

    Queste sono cose ovvie. E tu hai capito benissimo quello che voglio dire, però vuoi a tutti i costi sostenere l' universo condiviso perché credi che gli autori sapranno prendere solo "il buono" da ogni "mondo" per fare le storie.

    Questo è il tuo ragionamento mi sembra di capire, e si basa sul buon senso degli autori. Ma anche se fosse, la cosa non è fattibile perché UN SINGOLO MONDO DEVE POTER STARE IN PIEDI DA SOLO come è stato finora.

    I team up sono e devono rimanere esperimenti occasionali. 

     

    Il team up in questione "Presagi di Guerra", è molto importante per motivi già spiegati, se anche nella serie regolare si vedessero delle svolte e il viaggio di Cico in Texas o l'abbandono di Darkwood da parte di Zagor, sono cose decise oggi per una ipotetica chiusura della testata, o per una sua totale rivoluzione con guerra civile, invecchiamenti vari ecc. (le probabilità che avvenga sono basse)

    Oppure per fare un altro speciale completamente slegato dalla serie regolare (ipotesi più probabile, perché accontenterebbe tutti e noi potremmo continuare a vedere Zagor per quello che è sempre stato, sapendo però che un giorno succederanno delle cose, fuori dal tempo quindi "mondo di Zagor" cioè primi decenni dell' 800).

    Forse può essere saggio dire: nel mondo di Tex Willer, Cico è locandiere in Texas e Zagor va a est, nel mondo di Zagor non è così...ma è difficile da accettare per il lettore. 

     

    No, in nessun caso l'universo unico è accettabile, condizionerebbe tutto. Anche se lo dice Nathan Never o Berardi o non so chi è inaccettabile. 

    Già il fatto che Nathan Never ce lo abbia "spiegato" (non l' ho visto perché non leggo Nathan Never) mi sa di "prepariamo i lettori così si abituano". Ma, come dice @Poe, quale sarebbe il prossimo passo? A cosa dovremmo abituarci, a vedere regolarmente una testata unica che raccoglie gente presa qua e la? Boh. Se fossi uno sceneggiatore non vorrei mai una cosa del genere e da lettore idem. 

     

    Mondi diversi eventi diversi, libertà espressiva. Un unico mondo: vincoli, limitazioni oppure forzature per fare quadrare tutto, storie piene di spiegazioni su "come è stato possibile ecc". Team up: esperimento occasionale che può avere anche dei risvolti interessanti, ma non unire definitivamente i mondi.

    Forse hanno visto alti incassi sui team up e hanno avuto questa strana idea dell'universo condiviso, ma non penso li porterà lontano. 

     

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  10. 15 minuti fa, Tex_Willer90 dice:

    La stessa casa editrice, approvando i crossover, li rende un unico mondo. Su questo c'è veramente zero da discutere, così come non capisco minimamente l'attaccamento a tutti i costi all'universo separato o allo smettere di comprare perchè non fanno come dico io (assurdo), nessuno vieta al lettore di pensarli universi diversi con l'estemporaneo incontro, la fantasia è la nostra e ci possiamo tranquillamente vedere quello che vogliamo in quel che leggiamo.

    In teoria si, in pratica no. Perché se dici così allora possono stravolgere tutto, tradendo ogni regola narrativa,  imponendo assurdi vincoli agli altri autori, e noi facciamo finta di niente tanto la "fantasia è nostra". Posso ignorare il team up che finisce lì, non l' universo comune condiviso. Se dici così cadi nel tranello, dopo devi accettare tutto quello che ti danno. 

  11. 20 ore fa, Diablero dice:

    NELLE STORIE STESSE, si MOSTRA che un "mondo" di un personaggio è completamente diverso da quello degli altri...  perchè ogni autore riversa in un personaggio la "sua" visione del mondo. Chi prosegue una serie può riuscire ad adattarsi o condividerla, o averne una diversa... e se è troppo diversa, già lì, con LO STESSO PERSONAGGIO e la STESSA EPOCA...  non è più lo stesso mondo!

     

    Su Tex scritto da GL Bonelli, esiste il bene e il male. Un personaggio può decidere e non tutti fanno sempre il bene e non tutti fanno sempre il male (esempi, Lucero, Clem, Apache Kid, etc.), ma le azioni non sono ambigue (anche per questo il Tex di Nizzi che cercando di fare il bene fa solo del male a chi si fida di lui è un Tex diverso, inetto, in un mondo diverso)

    Nel mondo di Zagor di Nolitta  invece puoi fare male cercando di fare bene e viceversa, e nessuno è "buono" o "cattivo", lo stesso "eroico" protagonista è un pluriassassino stragista.

    E mi dici che sono "lo stesso mondo"? :laugh:

     

    Guarda quando Nolitta scrive Tex: è Tex, il capo dei navajos, secondo l'idea "nerd" dei personaggi che dà vita a idee strampalate come il "mondo condiviso" dovrebbe essere uguale.

    E invece no, non fila nulla: perchè quello è Tex nel mondo di Nolitta, non nel mondo di GL Bonelli. E nel mondo di Nolitta uno come Tex diventa un "villain", come mostra bene "caccia all'uomo". Nelle storie successive, per non renderlo il "villain", Nolitta deve renderlo un inetto che passa di fallimento in fallimento, perchè se non fallisse, nel mondo di Nolita non può essere un eroe.

     

    Il paradosso che fa sballare le valvole ai lettori abituati ai "multiversi" è che, NOMINALMENTE, sono lo stesso identico "mondo", e lo sono: è il "mondo reale"

     

    C'erano, un tempo ormai lontano che pochi ricordano, i "lettori". Non i "collezionisti" o i "fan" e nemmeno i "fanboy". I lettori leggevano di tutto. Leggevano le avventure di decine, centinaia di personaggi ambientate TUTTE nel "mondo reale", e tutte in un mondo descritto diversamente.

     

    Il "mondo reale" è un "universo" particolare. Quando lo usi, non sei obbligato a seguire DAVVERO le vicende del mondo reale (quante storie di fantascienza o alla Martin Mystere prendono un avvenimento del mondo reale e dicono che è avvenuto diversamente ma rimangono ambientate nel mondo reale? Per non parlare del fatto che per esempio la vita di Napoleone se prendi 3 film e 20 romanzi, sono di personaggi che hanno vite diverse e caratteri diversi...)

     

    È una cosa peculiare del "mondo reale": se fai una storia dei Fantastici Quattro nell'universo Marvel, il passato dei fantastici quattro è quello delle storie pubblicate. Se cambi qualcosa, fai un altro universo alternativo, un universo ultimate per esempio. Mentre se fai una storia nel "mondo reale", puoi descrivere Napoleone in maniera totalmente diversa da quella usata dagli altri auto che hanno pubblicato storie di Napoleone in precedenza...

     

    Il "mondo reale" ha potenzialmente infiniti Napoleone completamente diversi uno dall'altro. E, allo stesso modo, anche Tex totalmente, completamente diversi se non opposti come quello di Nizzi e quello di GL Bonelli... sono entrambi ambientati nel mondo reale. Come Napoleone, anche infiniti Tex sono ambientabili nel mondo reale.

     

    Con questo post Diablero spiega benissimo il concetto per cui non è possibile ostinarsi a parlare di un futuro in cui "dobbiamo abituarci" all' universo condiviso.  Altrove è su Martin Mystere e anche su Zagor. È in ALCUNE STORIE di Zagor e nell' UNIVERSO di Martin Mystere. Ma Zagor è nato prima di Altrove e di Martin Mystere. Alcuni autori hanno pensato di scrivere delle storie con Altrove su Zagor perché l' hanno trovata una bella idea, ma non è detto che Altrove faccia parte in assoluto dell' universo di Zagor, questo dice @Enrico e fino a qui siamo d'accordo.

    Se invece un autore (occhio) dice: da oggi l'universo di Martin Mystere è quello di Zagor e dobbiamo attenerci in tutto e per tutto a questo allora è diverso! 

     

    Come dice @Letiziae come già aveva detto lo stesso Diablero, queste sono trovate disperate, imposizioni della casa editrice in evidente difficoltà. Nessuno si era finora posto il problema di fissare la legge dell' universo condiviso in Bonelli, i (pochi) team up finivano li così come le citazioni. 

    @Carlo Monniche è vicino alla casa editrice, continua a dire che dovremmo abituarci , ebbene forse è il caso di moderarsi un po' (non lui ma la casa editrice da cui immagino abbia preso le informazioni) ed evitare certe affermazioni. Sempre @Diablero ha detto che quando le case editrici fanno così è il momento di smettere di comprare i fumetti, e io mi trovo d'accordo con lui, mi dispiace. Spero non succeda perché nessun lettore vorrebbe abbandonare le letture a cui è affezionato ma se ci costringono...

     

    La cosa che non viene afferrata è che parlare di un universo unico impone il dover seguire le leggi dell' universo unico, altrimenti è come tirare il sasso e nascondere la mano. Se Boselli ha fatto andare Cico in Texas e incontrare Kit Carson adesso il futuro sia di Cico sia di Kit Carson NON PUÒ NON ESSERE COSÌ, (e come ho detto in un altro post, qui Boselli è stato coraggioso e ha rischiato, ma non vuol dire che si debba sempre fare così, anzi , se il risultato è la legittimazione dell' universo condiviso allora forse era meglio non fare nessun incontro tra Zagor e Tex) perché è stata intaccata la continuità, il personaggio si è evoluto, la moglie si chiama Pamina, non potrà chiamarsi in un altro modo. Se invece Cico, all' interno dell' universo Zagoriano in una singola storia va in Texas e apre una locanda, può chiuderla nella stessa storia e si può dare una spiegazione alla cosa molto più facilmente. Quante volte negli" speciali Cico " abbiamo visto avventure strane?  Un altro autore non è obbligato a guardare cosa ha scritto "quello prima di lui quella volta" (tranne rari casi, ad esempio nemici ricorrenti come Mefisto) perché sa di poter creare una storia con possibilità infinite conoscendo gli elementi chiave del personaggio e del "suo mondo". 

     

    È così difficile da capire? Il mondo di Zagor non è il mondo di Tex e quello di Ken Parker non è il mondo di Julia! Come si fa a vincolare così le cose? 

     

    Berardi vuole inserire Ken Parker nel mondo di Julia? Lui è un riconosciuto maestro ed è il creatore di entrambi i personaggi ma sapete cosa vi dico: secondo me sbaglia, pur rimanendo nel "suo" universo, perché i due personaggi sono differenti. La cosa potrebbe limitarsi ad una singola storia e finire li, altrimenti Berardi dovrebbe adeguare tutti gli eventi "storici" di Ken Parker con quelli di Julia. E scusate, sennò è troppo comodo!  Addirittura nel post di Monni è scritto che l'universo di Ken Parker e Julia POTREBBE ESSERE ANCHE quello di Tex e Zagor!!!  E sarà Berardi a decidere!!! 

     

    annamo bene! 

     

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  12. 2 ore fa, Enrico dice:

    Beh... che cosa sarebbe, allora il tuo "Tex incontra Julia" se non un paradosso? non mi dire che ci credi davvero!?!

    Onestamente non ci credo però non sono tenuto a credere neanche alla possibilità di Julia che va in Texas o in Arizona e trova tracce dell' esistenza passata di Tex. Tu dici giustamente, basta scrivere una storia bella e giustificare la cosa ma il fatto è: è davvero necessario? 

    Ripeto: secondo me l' idea di un mondo unico appesantisce i personaggi, i lettori e gli autori. 

     

    Il mondo può andare in un modo in un fumetto e in un' altro modo in un altro fumetto! 

  13. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, Befankio dice:

    Non avevo dubbi sul fatto che ad Hellingen sarebbe piaciuto questo albo! Diciamo che é piaciuto anche a Kandrax il mago, al barone Rakosi, a Mortimer, a Molok, a Iron Man, a Supermike e al Re delle aquile anzi loro mi hanno detto che se alla fine Zagor fosse morto sarebbe stato ancora più bello! :laugh::lol::laugh:

    :lol: in realtà è tutto un complotto ! 

  14. 5 ore fa, Carlo Monni dice:

     

    A quanto pare, non ci siamo proprio capiti.

    Un universo narrativo condiviso non è quello dove tutti incontrano tutti, ma quello dove vivono tutti. Il mondo dove vive Tex è lo stesso di Zagor solo quarant'anni dopo ed è lo stesso di Martin Mystere ma 140 anni prima.

    Tex non potrà mai incontrare Julia perché li separa quasi un secolo e mezzo, ma potrebbe benissimo incontrare il suo trisnonno Ken Parker. Sarebbe così scandaloso?

    Ok, però non è detto che debba piacere o che sia assodato in partenza. È la casa editrice che lo decide, se la storia bella esce è merito dell' autore e di quanto lega un personaggio con un altro. Enrico mi accusa di usare paradossi per sostenere la mia tesi. Be io ho letto diversi team up ultimamente, se prima erano più rari probabilmente era perché Sergio Bonelli voleva ancora tenere una certa pulizia e attenzione nelle proposte. Adesso, con la crisi di lettori, si cerca di vendere con questi espedienti. È lecito, ma da parte mia non è detto che debba piacermi il citazionismo e l' auto referenzialità imposta. Io compro molti fumetti Bonelli (e non) e continuerò a farlo , ma pur essendo collezionista mi concentro su quello che ritengo sia "meglio", se necessario anche filologicamente (e non è detto sia necessario). Non diciamo perciò: se non vi piace peggio per voi... È la casa editrice che vuole fare così non sono io che devo farmi per forza piacere le cose. 

     

    Se dovessimo realmente parlare di un universo condiviso comune, allora ogni autore dovrebbe aver letto tutto di tutto della casa editrice prima di scrivere una nuova storia, per non sbagliare. Ma sappiamo che non è possibile e che gli eventi di un fumetto non devono "per forza" essere quelli di un altro... quindi lasciamo stare certe cose come sono senza dover incastrare  gli universi per forza. Questo permette agli autori, tra l'altro, di essere molto più liberi nel singolo universo narrativo non dovendo avere addosso il peso di un unico "mondo per tutti". 

     

    Comunque a me "Presagi di guerra" è piaciuto e l' avevo anche detto. Sono intervenuto in questo caso perché contrario all' idea generale di universo condiviso, che Carlo Monni ha proposto. 

     

  15. 4 ore fa, Carlo Monni dice:

    Quello con abbiamo a che fare non è un multiverso, ma un universo narrativo comune a quasi tutti i personaggi Bonelli che è nato ufficialmente nel 1982 con il primo tra Martin Mystere e Mister No, si è espanso ulteriormente  con l'incontro Dylan Dog ed ha dato in suo contributo perfino Guido Nolitta con uno Speciale Mister No e Martin Mystere e la famigerata storia degli Uomini Giaguaro.

    Pardon, non capisco bene cosa vorrebbe dire questo; forse sono io che non concepisco la cosa perché sono rimasto indietro, ma non mi pare così "naturale" buttare tutti i personaggi (con delineate ambientazioni, caratteristiche, amici/nemici, messaggi comunicati, target di lettori ecc) dentro un unico calderone solo perché appartenenti alla stessa casa editrice. Io mi aspetto innanzitutto una certa attenzione e coerenza nelle proposte ai lettori.

    Tex incontra Zagor può andare perché , come sappiamo, con uno sforzo di adeguamento anagrafico dei personaggi più o meno la location è per alcuni punti simile. Diversamente da questo mi viene in mente (visto che non se ne è ancora parlato qui) lo Za Te Nay di Martin Mystere, personaggio molto strano, considerato (da me) più una sottigliezza, un gioco degli autori, ma su Martin Mystere succede di tutto ce lo hanno sempre detto quindi può andare.

    Però se vedessi dopo Dragonero incontra Zagor anche Zagor incontra Orfani o Tex incontra Julia e il Comandante Mark assieme nella caserma di Nick Raider, non avrebbe nessun senso e lo considererei un delirio auto -referenziale della casa editrice piuttosto che un tentativo strampalato di attirare lettori (come è stato Flash incontra Zagor). Forse ce ne siamo dimenticati ma per quanto belli siano i fumetti Bonelli, non esistono solo quelli.

     

    Io lettore posso benissimo dirottare i miei acquisti verso altri fumetti di altre case editrici qualora non mi piacesse più il prodotto proposto dalla solita casa editrice, con buona pace dell "universo narrativo comune" e dei suoi astronauti :calumet: 

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  16. Letto oggi il maxi "Alaska" con molti anni di ritardo. Storia complessa e davvero troppo piena di personaggi e nomi difficili, ma allo stesso tempo bella e appassionante; fino alla fine sono rimasto in attesa di vedere la divinità cannibale e ho apprezzato come sempre lo sforzo nel creare sottotrame gradevoli per i lettori come il legame tra Petrov e il capo Inuit. 

     

    Leggendo la discussione, è interessante vedere come molti si siano accodati al giudizio negativo sui disegni di Fernandez. A mio avviso anche lo stesso sceneggiatore ha avuto qui un atteggiamento che reputo sbagliato. Non si può pensare di fare ridisegnare una storia una volta che è stata pubblicata perché sarebbe una mancanza di rispetto per i lettori e per il disegnatore. Non me ne vogliate male ma io se fossi Fernandez mi offenderei a veder ridisegnata una storia su cui ho lavorato solo perché ad alcuni non sono piaciuti i disegni. I disegni lui e i suoi aiuti li hanno fatti, e sono stati pubblicati quindi legittimati, che piaccia o no. Inoltre si tratta di disegni molto complessi da realizzare, pieni di personaggi ben caratterizzati e per autori esterni allo staff non è sempre facile azzeccare al primo colpo, questo non è un mistero. Personalmente trovo alcune vignette bellissime, e si vede la mano di un esperto disegnatore sopra. Su tutte le vignette più belle sono per me quelle con gli interni della capanna (piena di maschere e oggetti e con una resa della penombra perfetta) in cui sono prigioniere Dawn e Shaya (nella seconda parte della storia), oltre ai magnifici paesaggi del nord su cui non si può dire niente. 

     

    Sono d' accordo con i critici su alcuni volti e proporzioni non troppo riusciti ,ma a volerla dire tutta la cosa che disturba forse di più sono i cambi della mano che disegna e la differenza nell' inchiostrazione, quelli si notano parecchio.   

    Tendo a pensare che le scene di paesaggio o i totem così come navi, maschere ecc. siano stati disegnati da Fernandez in persona, e se si fosse sforzato di disegnare tutto lui sarebbe venuto fuori un ottimo lavoro. 

    Perciò si, si poteva fare meglio sicuramente ma non sono assolutamente d'accordo sull'idea di farlo ridisegnare, quel che è fatto è fatto. 

  17. Comprato e letto subito anche io, lo aspettavo da tanto. Siccome sono tra i primi a scrivere qualcosa in merito mi azzardo a prevedere molte pagine di discussione (come direbbe Kit Carson: grandinerà piombo) in merito perché l' albo in se fa discutere, soprattutto da parte zagoriana. 

    Premetto che la storia è ben fatta, sceneggiatura che funziona, nonostante l'abbondanza di personaggi tipica dell'autore. La lettura (arricchita da ottimi disegni di Piccinelli) risulta comunque molto impegnativa, e richiede la conoscenza del precedente speciale "Bandera". A bruciapelo questo incontro tra Zagor e Tex mi è piaciuto di più del precedente, per una sola semplice ragione: è una storia non pazza, di più. 

     

    Tradisco il mio tradizionalismo per una volta, perché se Boselli voleva buttarsi nella fossa dei leoni almeno lo ha fatto fino in fondo e ammiro il suo coraggio. In una sola storia ha narrato il futuro di Zagor e Cico, pure con una certa precisione, fissando, come dice giustamente @Il sassaroli paletti che non potranno più essere rimossi. 

    Non spoilero niente se non la presenza della costa Est nel futuro di Zagor (come, dove?) ,mi limito a prendere atto della situazione, e dico che la frittata è fatta. 

     

    Per me la storia e l'esperimento in se sono promossi perché sono arrivati "senza avvisare ", o meglio, nessuno di noi si aspettava un contenuto così shock in questo albo (che resterà nella storia dei personaggi ). Perché dico questo? Perché evidentemente Boselli avrà avuto le sue buone ragioni per un esperimento del genere, probabilmente vuole sondare gli animi e vi dico anche (senza prenderlo per un processo alle intenzioni) che se Nizzi o Burattini avessero fatto una cosa del genere sarebbero stati "crocifissi in sala mensa" per citare Fantozzi. 

     

    Non sono mai stato un grandissimo fan di Boselli ma oggi lo ammiro molto più di prima in quanto si vede che in questo albo ha dato tutto per i due personaggi, cioè ha veramente avuto l'ardore di sostituire Nolitta e Gianluigi Bonelli. Intenzionalmente o no, lo ha fatto. 

    Dal mio punto di vista ci sono ora due strade (e questo Boselli ce lo lascia intendere) ovvero continuare l'azzardo provato con questa storia o fermarsi qui (e sarebbe già tanto). 

    Continuare significherebbe narrare il futuro di Zagor, e se proprio vogliamo farlo io dico facciamolo perché forse è il momento giusto. Ma potrebbe anche andare molto male se Boselli ed eventuali altri autori dovessero perdere la concentrazione o montarsi la testa. Io farei magari uno speciale Zagor in cui si vede come va e poi una rivoluzione definitiva sulla serie regolare in cui si vede lo svolgimento dei fatti fino all'epoca della storia uscita oggi ( quindi Zagor nel periodo della guerra di secessione, Cico che fa delle scelte ecc.). Mi rendo conto che molti non sarebbero d'accordo, e ripeto, anche io non lo sarei se la cosa venisse gestita male ma sento che può essere molto interessante da vedere , specie per i lettori di Zagor ultimamente un po' delusi come il sottoscritto, perciò do fiducia e dico : si può fare ma occhio. 

     

    Voto alla storia per il coraggio dello sceneggiatore e di chi lo ha assecondato: 10 

     

    Voto alla storia in sé: 7,5

     

    Voto ai disegni: 7,5

     

    Da adesso in poi Boselli è per me un temibile ribelle rivoluzionario in stile Che Guevara. Sento adesso addirittura il bisogno di leggere una nuova classica storia del buon vecchio Nizzi in cui Carson e Tex mangiano 80 bistecche in una volta, voglio vedere la legna bruciare nel camino del saloon mentre arriva un ordine dal comando dei ranger in cui chiedono un' indagine nel quartiere cinese. Intanto un uomo con una bottiglia di whisky in mano sta spiando dalla finestra del saloon, legge l'ordine dei ranger con il binocolo, va dai cinesi in un sottoscala a metterli in guardia. Spero arrivi nei prossimi numeri, non sto scherzando, ne sento il bisogno. 

     

    Piccolo appunto se proprio vogliamo essere precisi: la storia è ambientata dopo la guerra civile e Zagor nella serie regolare vive nel periodo del presidente Jackson (morto nel 1845) ; perciò dovrebbe avere qui circa 60-65 anni e Cico pure. Di conseguenza io li avrei disegnati un pelino più vecchi e Zagor con meno muscoli. 

     

    Sono proprio curioso di vedere adesso cosa succede. Sono onestamente divertito e preoccupato allo stesso tempo dalla situazione.

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  18. Il 30/11/2023 at 18:30, Carlo Monni dice:

     

    In realtà è semplice: 1) sono passati due giorni, tempo più che sufficiente. 2) In realtà, proprio come Nash,  non si sono mai allontanati da Mesa Blanca. Non c'è bisogno che si mostri tutto quello che accade tra una scena e l'altra.

     

     

    In realtà è fermo a guardare le lapidi delle sue vittime. Sa che nessuno gli sparerà alla schiera e quindi può farlo.

     

     

     

     

     

    Sono passati 2 giorni e Tex arriva nello stesso momento in cui Nash viene torturato.  La prendo per buona ma è una cosa più che già vista, perciò secondo me resta forzato il finale. 

     

    Guardare le lapidi durante una sparatoria in cui sta per avere la peggio, al posto di fuggire?? Uno come Slater? Un attimo di malinconia, parecchio irrealistico. E poi perché "sa che nessuno gli sparerà alla schiena" ? Un uomo assetato di vendetta potrebbe farlo, specie dopo essere stato torturato.

    Prendo per buona anche questa... 

  19. Letto oggi, visto che il color arriva ogni sei mesi, lo prendo di solito come una lettura leggera, in cui mi concentro sulla colorazione, che ho trovato molto bella in tutte le storie. Ho notato che la colorista Bendazzoli specialmente nella prima storia si è impegnata molto. Nell'altra in cui ha lavorato (l'ultima) si è dovuta adeguare a paesaggi aperti e con la luce del sole e, a mio avviso, non avendo luci soffuse e possibilità di sfumare il colore come nella storia di Mastantuono, i disegni di Alessandrini sono sembrati penalizzati ma questo non influisce più di tanto. 

     

    Nota sulle trame (PICCOLI SPOILER):

     

    Nella prima storia un po' forzato il finale con Tex teletrasportato alla fattoria e con Slater che aspetta di spalle che gli sparino vicino le tombe. In "Lunga Notte a Cayote" invece mi aspettavo qualcosa in più visto che gli ingredienti buoni c'erano. Per esempio per me è inverosimile il comportamento dello sceriffo: sapendo di essere minacciato lascia la moglie in casa da sola (con la luce accesa , proprio per farsi trovare) e il figlio piccolo appostato a difendere la città (da solo) mentre lui e il suo vice sono nell' ufficio con il prigioniero. È vero che l'obiettivo è il prigioniero ma se (da come sembra) il fratello del prigioniero conosceva la casa della moglie dello sceriffo si doveva trovare una soluzione alternativa. Lo dice il bandito stesso a pag 104: "è stato un gioco da ragazzi !"

    Quindi idea carina anche per l'ambientazione notturna ma trama difettosa purtroppo. Per il resto tutto abbastanza scorrevole, bel personaggio il pistolero mormone, per una volta uno che non si rivela in realtà corrotto o doppiogiochista. 

  20. Oggi, per passare il pomeriggio, ho cercato vecchi Tex in vendita in un' edicola di una stazione e volendo comporre una storia tra quelle che mi mancano ho preso n.201 e 202 completamente a caso. Sono stato fortunato! Davvero una bella storia; mi ero chiesto prima di giungere alla parte finale, come avrebbe potuto comportarsi Tex con i banditi nel caso si fossero arresi (per evitare la fuga della notizia riguardo l'oro in quel tratto del fiume) e avevo pensato al fatto che con l'accusa del massacro al pueblo sarebbero stati impiccati nella città più vicina e non avrebbero potuto parlare. Invece è andata in un altro modo, che ha lasciato alta la suspence fino alla fine. 

    Menzione speciale a Carson che dice saltando dalla cascata: "Addio verdi praterie! Questa è la fine!"

    Pur con ironia dimostra di avere davvero paura degli elementi naturali, così come tutti gli altri personaggi. E questo rende più realistico tutto l'inseguimento. 

     

     

  21. https://www.lastampa.it/cultura/2023/11/24/news/roberto_diso_leggenda_vivente_del_fumetto-13884798/

     

    Notizia fresca, pare che Diso stia disegnando una storia di Mister No "ritrovata" su sceneggiatura di Nolitta. È prevista per il 2025.

    Hanno fatto una bella riordinata al magazzino a quanto pare, se sono sbucate addirittura 2 sceneggiature, e non c'è due senza tre!

     

    Io sono contento di questa notizia ma se uscisse fuori che si tratta di un complotto ordito da un oscuro magazziniere autore di entrambe le sceneggiature che ha corrotto Tarquinio e Diso utilizzando i fondi neri delle vendite delle monete degli eroi Bonelli sottobanco sarebbe top! 

    Il 25/10/2023 at 14:02, Carlo Monni dice:

    Quando ha disegnato questa storia Diso aveva probabilmente 84 o 85 e devo dire che ha fatto un buon lavoro. Io sono di quelli che non apprezzano Diso su Tex ma, nonostante questo e nonostante il fatto che sia contento che non disegni più Tex, non posso che onestamente ammettere che qui non se l'è cavata male e ci sono alcune vignette, diciamo così, panoramiche che sono decisamente belle. 

    Se vi interessa saperlo, al momento Diso, alla bella età di 91 anni, è impegnato nientemeno che su una sceneggiatura di Mister No scritta da, udite udite, Guido Nolitta ritrovata di recente, scritta ancora a mano e pure di difficile decifrazione, così dice lui. Fonte: lo stesso Diso.:laugh:

    Pardon la notizia era già trapelata , ho visto ora. Comunque l'articolo conferma quanto anticipato dall' utente sopra. 

  22. Il 3/11/2023 at 22:37, Poe dice:

    Quest’ottima storia di Segura credo sia l’unica tra quelle da lui scritte per i Maxi che poteva benissimo essere pubblicata sulla serie regolare, dove avrebbe fatto senz’altro una gran bella figura. Le altre sono tutte piuttosto fuori dai classici canoni texiani, mentre questa è tutto sommato nella norma: Tex e Carson sono proprio loro, le scene di violenza sono molto limitate rispetto allo standard dell'autore spagnolo, di situazioni anomale o bizzarre non c’è traccia, e tutto fila liscio meravigliosamente. La trama è avvincente, senza un attimo di respiro, in questo lungo inseguimento che incolla il lettore sino alla fine; i personaggi secondari e l’atmosfera generale del profondo Sud post-bellico sono resi benissimo (solo Boselli/Mastantuono in “Jethro” riescono a eguagliarli); gli antagonisti sono ben delineati e in conflitto tra loro (un ufficiale sudista con ideali di riscatto e un losco seguace del KKK), e questo rende la vicenda ancora più interessante.

     

    L’inizio con l’evasione dal carcere e lo scontro al traghetto forse sa un po’ troppo di già visto, ma il resto del soggetto è originale e via via la storia diventa sempre più interessante, con un susseguirsi di numerose scene da antologia: il ritrovamento del battello confederato in mezzo alla palude, il bombardamento del villaggio fluviale, la splendida scena del cannone che Tex e Carson devono piazzare sul fiume aiutati dagli abitanti inizialmente sospettosi, l’inseguimento col vagoncino ferroviario e l’epico scontro finale nel battello che affonda, tutti momenti ad alta tensione ed emozionanti. Segura era davvero un grande narratore, e lo si vede anche nei dettagli, nei tanti personaggi di secondo piano e nelle comparse che arricchiscono, anche se per poche pagine, una sceneggiatura sempre brillante.

     

    Il tema di fondo è quello della condizione dei neri dopo la fine della schiavitù e i tanti personaggi di ex schiavi o soldati di colore (a partire dal bel personaggio di Isaia) che affollano le pagine riescono a renderla benissimo nelle sue varie sfaccettature. Rispetto ad altre storie di Segura qui non c’è neanche l’atmosfera pesantemente crepuscolare, pessimista e negativa che di solito le pervade: sì, c’è molta povertà, degrado da una parte e avidità, cinismo, violenza dall’altra, ma c’è anche molto orgoglio, vitalità, solidarietà, senso dell’onore, voglia di ricominciare dopo il conflitto. E poi, nonostante la miseria che si vede per tutto il viaggio, la vicenda si conclude con gli ex schiavi che vengono perlomeno risarciti da Tex coi lingotti: “è oro della confederazione, in parte vi appartiene… lo avete guadagnato lavorando come schiavi nelle piantagioni.”

    Leggendo il tuo commento e quelli precedenti non posso che essere d'accordo. Le storie del vecchio Sud mi sono sempre piaciute sia quando ne portano il ricordo, come nel recente maxi "I quattro vendicatori", che quando vi sono immerse come in questo. Inoltre è da tenere presente come sia Segura che Nizzi nelle storie di questo tipo abbiano sempre lasciato la "riflessione aperta" sulla guerra di secessione, prendendo in considerazione i punti di vista di vincitori e vinti. Chi ha approfondito la storia di quella guerra sa che i soldati spesso non si battevano per la schiavitù ma più in generale per quella che consideravano la loro terra e il loro sistema di valori. Senza entrare troppo in merito, per noi ora è facile ergerci a giudici del passato e dire: qui erano tutti cattivi li tutti buoni. Invece la grandezza delle storie di questo tipo è ricreare le atmosfere con sottigliezza, mettere i lettori nei panni dei personaggi e creare in loro delle domande. In questo certamente i disegni di Ortiz e Casertano si sono rivelati ottimi. 

    Nell'ultimo Tex gigante di Boselli e Dotti che mi è comunque piaciuto, specialmente la parte iniziale molto narrativa (ricordo la scena del generale Johnston che attacca i soldati nel fossato) ho percepito invece a tratti una maggiore tendenza al moralismo nei confronti degli sconfitti, ma sono interpretazioni. 

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  23. 4 ore fa, Angelo1961 dice:

    E' arrivato ora! Non avevo capito che già conteneva un estratto dl seguito. Al prezzo di due pizze scarso, ho un tesoro autentico che non si può non apprezzare. L'unica cosa che non mi piace è l'allegata sceneggiatura. Solo il fumetto perduto e ritrovato per me bastava e avanzava.

     

    Con lui i primi due albi di Zoulouland di Ramaioli e l'ultimo giallo di Capezzuoli. 

     

    Bella giornata, e bella settimana considerato che in edicola, da qui a sabato, mi aspetterà: il primo Billy Bis, il 7. e ultimo di Agenzia Hardy. il Tex willer, il Dragonero-CONAN, il Magazine di Tex, il Tex Color (anche se è di brevi lo prendo va...) e a questi punto nella foga acquisitoria, forse ci scappa anche lo Zagor Più (di brevi :()

    :inch:

    Ho comprato oggi lo Zagor più con Drunky Duck, lo sto finendo di leggere. Come al solito molta sperimentazione però non credo che Nolitta avrebbe permesso di disegnare i personaggi di Zagor con gli occhi in stile manga o quasi, e in questo Zagor più succede. Ci sono anche delle belle cose come una trama insolita nel primo episodio e una divertente storia di raccordo. Anche la sceneggiatura di Rigamonti non mi è dispiaciuta(è un albo che farà discutere probabilmente ma non dirò altro perché non è questa la discussione).

    Per quanto riguarda la sceneggiatura originale allegata al volume di Tarquinio ti dirò invece che è una cosa molto utile, specie per chi volesse avvicinarsi al mestiere in qualche modo. Non credo tolga nulla al volume anzi è un valore aggiunto in questo caso, io ne vorrei vedere volentieri altre. Non ho ancora letto la storia ma la prima cosa che ho guardato è stata la sceneggiatura.  Personalmente non sapevo che Gian Luigi Bonelli usasse sceneggiature disegnate, lo faceva pure Rodolfo Cimino per i fumetti Disney ed è una cosa molto interessante da vedere. 

  24. Ho letto il maxi appena è uscito. A mio avviso Diso si conferma ancora in ottima forma, i suoi disegni espressivi e dinamici mi sono sempre piaciuti. Anche la sceneggiatura di Ruju è scorrevole e a tratti coinvolgente, mi ha ricordato alcune vecchie storie di Nizzi.   

  25. Vedrei bene Alessandro Chiarolla tra gli interni ma anche Roberto Diso che se lo meriterebbe e potrebbe trovare un'altra occasione dopo quella mancata di un po' di anni fa, e tra quelli esterni Dario Perucca, perché a mio avviso sarebbe interessante vedere se si avvicina o no alla "Valle del Terrore" o interpreta Tex in un altro modo. 

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