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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Ok... l'ho letto. Ieri mi trovavo a Milano ed il buon Boselli mi ha fatto omaggio di una copia dell'albo in questione... anche perchè voleva sapere il mio giudizio. Prorpio pewr questo, posto subito un mio commento, invece che commentare la storia intera. Continuate a leggere a vostro rischio e pericolo. :generaleN:
  2. Carlo Monni

    La Camicia Gialla Di Tex

    Tutte teoria molto interessanti, ma che hanno il piccolo difetto di basarsi in maniera pressoch? esclusiva sulle copertine dell'attuale serie regolare, senza pensare che Tex usciva sin dal 1948 e che ci sono da considerare anche le striscieNelle primissime copertine Tex aveva quasi costantemente una camicia di una tonalit? che tendeva all'arancione. Per vederlo con una camicia gialla bisogna praticamente aspettare il 1953 con la cosidetta Serie Verde. In seguito, sulle copertine delle serie a striscia, la camicia sarà gialla con il colletto, i polsini ed i taschini rossi. Negli Albi d'Oro la camicia gialla non è sempre prevalente e l''attuale serie regolare ha alternato il giallo al rosso senza problemi per molti anni anche dopo il n° 100. Diciamo, comunque, che l'immagine di un Tex con la camicia gialla è stata quella prevalente negli ultimi 50 anni, ma che è stata ufficializzata all'interno di una storia solo col n° 100 dell'attuale serie esiamo tutti contenti.
  3. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Sul sito di uBCfumetti, leggendo un vecchio articolo del 2005, si diceva che "Nella terra dei Klamath" era stata scelta tra quattro o cinque soggetti che Ruju aveva presentato alla SBE e che il lavoro sulla seconda storia contentuta nell'almanacco 2008 forse era un ripescaggio di uno di quei soggetti scartati. Allora, nel 2005, l'approdo di questo sceneggiatore sulla serie di Tex appariva tutt'altro che scontato. Con questa nuova storia, invece, la prospettiva cambia. Senz'altro di tratta di un nuovo soggetto elaborato dopo il 2006, cioè scritto forse tra il 2007 e il 2008, con un disegnatore ormai certo che la sua non sarà solo una comparsata nella testata.Si da il caso che io abbia incontrato Ruju a Lucca proprio in quel perido e posso confermarti l'ipotesi 2007. Perlomeno, quello è il periodo in cui le prime pagine di sceneggiatura furono consegnate a Seijas. Quanto alla sua certezza di scrivere altre storie, di certo lui non escludeva tale possibilità, ma nemmeno la dava per sicura. Solo al cartoomics di quest'anno mi ha detto che ha un impegno epr scrivere almeno una storia all'anno. IN effetti, se è vero che da buon professionista Boselli non darebbe mai in pubblico giudizi negativi su storie di suoi colleghi, è pur vero che non definirebbe mai "bellissima" (perchè questo è il termine che ha usato) una storia se non lo pensasse veramente. Ovviamente, non è proprio il caso di sottolineare, quanto i gusti dei singoli possano essere diversi, ma il giudizio di Mauro mi fa sperare almeno in una storia che mi intrattenga piacevolmente, senza errori (o almeno quelli che io riterrei tali) di caratterizzazione o trucchetti dozzinali (e se pensate che sia un riferimento a "Oltre il fiume" ... bej, avete ragione :capoInguerra:). Come sempre, staremo a vedere.
  4. Gioiellino indubbiamente, quanto a minore, una cosa è sicura: non è lunga, questo si. Veramente, a me risulta essere di 126 pagine. E non è psicologia questa? I personaggi non faranno grandi monologi shakespeariani (per quanto quello finale del vecchio Baker non sfigura enl confronto col Bardo di Stratford ), ma le loro psicologie sono davvero ben scavate. Il vecchio Baker in altri contesti sarebbe stato un personaggio con cui Tex avrebbe anche potuto trovarsi d'accordo, ma l'eccessivo amore per un figlio tutto sommato indegno lo porta a scelte estreme ed infine alla tragedia. E che dire di Ruby Scott, che con tutto quello che fa per vivere pure qualcosa di buona deve averlo avuto, per guadagnarsi l'amore incondizionato della sua donna ed il rispetto degli Yaqui con cui vive?E Keno, il soprastante, che alla fine decide di non varcare una sua personale linea morale?E che dire dellla geniale idea del finale, dove la vittima della vendetta di sahuara non è colui che ha ucciso Ruby Scott ma colui che l'ha portato sul sentiero di Tex Willer, ovvero il givane Baker?Io direi che ci sono tutti gli elementi di un vero e proprio dramma, che a Shakespeare non sarebbe dispiaciuto adattare per il palco se fosse vissuto ai tempi nostri. Su questo non posso che dire: concordo in pieno. :generaleN:
  5. Concordo, potrebbe essere una chiave di lettura interessante anche questa. Da sempre l'artista spagnolo ha guardato a Ticci come modello di riferimento, se lo sta facendo anche oggi, cioè se guarda ancora al Ticci degli ultimi anni, è possibile che che abbia cercato una sintesi nel suo tratto. Ma più ci penso e più sono convinto che la ragione di tutto sia da ricercare altrove. Idem. Che Ortiz abbia sempre fatto riferimento a Ticci non ci piove, ma del resto a chi avrebbe dovuto far riferimento? Sono convinto che sia stata la stessa SBE a consigliargli di usare Ticci come modello di riferimento, ma anche l'avesse deciso da solo, mi pare evidente che già nel 1993, quello di Ticci era il modello grafico che si stava nettamente imponendo su quello di Galep, che, peraltro all'epoca stava diventando inguardabile. Ma non è questo il punto nemmeno per me. Che onore essere citato come fonte autorevole. In effetti le date di pubblicazione possono essere fuorvianti, anche perchè può capitare, non è questo il caso, a volte capita che una storia sia pubblicata a diversi anni di distanza da quando è stata finita o comunque sia dilazionata poer vari motivi. Se un giorno venisse pubblicato il texone di Garcia Seijas, terminato sicuramente nel 2004 (la mia fonte è molto diretta, perchè è proprio nel settembre 2004 che fu consegnato a Monica Husler perchè lo letterasse ed io l'ho spauto in presa diretta dal marito dell'interessata, ovvero Ticci, una sera a cena dopo una mostra a Siena), che idea si farebbe qualcuno della velocit? di Seijas basandosi sulle datge di pubblicazione? Premesso questo, so per certo che "Evasione" è stata iniziata nel maggio 2006, che "Oltre il fiume" era già terminata nel dicembre 2008 e che le storie sono state disegnate da Ortiz praticamente nella sequenza in cui sono state pubblicate. Una storia di 440 pagine viene realizzata in circa due anni da autori che abbaino una media di 10 pagine al mese. Gente come Civitelli e Garcia Seijas, che oscillano tra le 12 e le 15 pagine al mese, ci mette un anno e mezzo. Come non corcordare... anche se io con Ortiz non sono così drastico? Ti capisco. Onestamente, non so da cosa dipenda. In parte sicuramente da un calo fisiologico dovuto all'età, in parte anche al fatto che Ortiz appartiene ad uan generazione di autori abituata a produrre molto, tra le altre cose perchè quando era giovane i compensi erano molto bassi e produrre di più era il solo modo per guadagnare di più. Autori veloci come Ortiz rimangono comunque una risorsa preziosa per la SBE in un'epoca in cui un'autore veloce è considerato chi fa più di 10 pagine al mese. Ciò non toglie che Ortiz non è più lo stesso di storie come "Sulla pista di Fort Apache" e che bisognerebbe tenerne conto. Non sto chiedendo alla SBE di "pensionarlo", ma mi aspetterei almeno che chiedesse maggior cura delle tavole. Solo il tempo dir? se mi sbaglio (e non dovrebbe volerci molto, perchè con i suoi soliti ritmi Ortiz dovrebbe terminare il Maxi su cui sta attualmente lavorando proprio entro l'estate), ma credo che, a meno di un suo ritiro, d'ora in avanti vedremo Ortiz quasi esclusivamente sul Maxi. P. S. Se non si fosse capito, chiarisco che a me Ortiz in genere piace, ma che non sono cieco sulla sua involuzione, come non lo ero per quella di Galep e Letteri.
  6. E' anche un mio sogno segreto,Carlo. Ne potrebbe uscire una storia davvero interessante, e piu' di ogni altra cosa, ci sarebbe l'opportunita' di conoscere ancora meglio un periodo di Tex che non e' stato quasi mai raccontato. Poi vederlo quindicenne sarebbe veramente il massimo. Gia' me lo immagino disegnato da un Civitelli, che per questo tipo di storie, sarebbe l'artista giusto. Forza diamoci da fare! In effetti, Civitelli è il primo disegnatore che mi è venuto in mente. Devo dire, poi, che qualche tempo fa, proprio ripensando a Eitorno a Culver City", mi sono venute in mente due immagini parallele: una in cui si vedono Tex, Kit e Carson entrare in una cittadina che dovrebbe essere Rock Springs o San Antonio e subito dopo la stessa immagine in flashback" con Ken Willer, Tex e Gunny Bill al posto dei tre pards classici ed ho pensato che Fabio sarebbe perfetto per realizzare questo tipo di montaggio alternato. Piccola nota: secondo i più accreditati calcoli, Tex dovrebbe essere nato non prima del 1838 e non oltre il 1843, questo vorrebbe dire che l'epoca della sua adolescenza sarebbe collocabile tra il 1851 ed il 1860, un periodo in cui, per esempio, nel Texas c'erano i raid dei Comaches e lnel West in generale a natura era indubbiamente più selvaggia. Un set interessante secondo me.
  7. E pensa che prima di questa storia neanche sxapevamo che aversse un passato da cowboy. Tu pensa che a me piacerebbe vedere un approfondimento della figura di Gunny Bill, il maestro di Tex. So che molti mi darebbero dell'eretico, ma io affermo che mi piacerebbe molto leggere una storia ambientata ai tempi in cui Tex era molto giovane (magari i famosi 15 anni in cui si prese la prima sbronza insieme a Hutch haha) ed ha un'avventura insieme al padre ed a Gunny Bill. Storia che avrebbe ai miei occhi almeno tre pregi: 1) la possibilità di sapere qualcosa di più sul padre di Tex e magari anche sulla madre; 2) l'approfondimento del personaggio di Gunny Bill; 3) la possibilità di vedere un west raramente mostrato sule pagine di Tex, quello degli anni 50 del secolo XIX, molto diverso da quello post Guerra Civile. Me lo sono sempre immaginato fisicamente vicino a Gregory Peck e caratterialmente non dissimile anche da Big John Cannon, il protagonista della serie Tv Western "Ai confini dell'Arizona", interpretato da Lei Ericson. Un Tex molto poco politicamente corretto, che non si pone problemi non solo ad uccidere gli assassini del padre (e questo ce lo aspettavamo), ma anche a far fuori dei comuni Rurales "colpevoli" solo di dargli la caccia. Una delle poche volte, sino a tempi recenti, in cui si è stati attenti nei flashback all'ambiente ed ai "costumi" So che rischio di essere presto smentito da chi potrebbe non vederla come me, ma a mio modesto parere, proprio la non presenza di Dinamite nelle storie ambientate durante la Guerra Civile fa sè che tutte queste storie debbano essere ritenute precedenti a "Il passato di Tex" In effetti, sarei curioso anch'io. La cosa da notare è che in questo periodo, in cui, se così dire, Tex non si è ancora temporalmente assestato, GLB usa spesso dei riferimenti temporali incongrui. Se li prendiamo tutti alla lettera, tra questa storia ed "Il totem misterioso" sarebbero passati non meno di cinque anni, se a questi ci aggiungi la Guerra e gli anni di Kit all'epoca del racconto, Tex avrebbe ben oltre 50 anni. A mio parere, in future rinarrazioni di questo periodo sarebbe opportuno sorvolare su questi riferimenti. Già... un solo contro tutti, tipico del giovane Tex, come avrebbe dimostrato in molte delle sua avventure giovanili. Non è certo la migliore storia di Tex e nemmeno la migliore storia sul passato di un personaggio ("Zagor racconta", tanto epr restare alla Bonelli la batte di gran lunga sia per intensit? emotiva, che nello spiegare la crescita e le motivazioni del personaggio), ma alla fine concordo con te. :generaleN: Beh, questo è casomai uno spunto lasciato aperto dopo "Mexico, ultima storia in cui si vede Dinamite in "presa diretta". lol: In ogni caso, so che a Boselli non dispiacerebbe raccontarla. Tra l'altro, lo confesso, anch'io sono tra qulli che sono curiosi di sapere se il buon Dinamite è caduto in azione o si è ritirato in una pensione meritata dopo oltre 20 anni di servizio (che per un cavallo non sono mica pochi, sapete?) Sono convinto che Boselli abbia intenzione di farla questa storia non appena gli sarà possibile (vale a dire: se ricever? l'OK di Sergio Bonelli ed avrà a disposizione il disegnatore ritenuto adatto). Come ho già detto sopra, piacerebbe anche a me. Un bel p?, secondo me.
  8. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Era proprio questo quello che pensavo,Carlo, anche per il fatto che Ortiz, essendo comunque il più veloce,? anche il più adatto a coprire eventuali buchi.Proprio perchè è veloce, credo che sia un disegnatore a cui capita di ritrovarsi più spesso a lasciare gli sceneggiatori in affanno nello stargli dietro. Per questo, secondo me, avendo una storia bell'e pronta in Redazione hanno colto la palla al balzo . A quanto ne so, Sergio ha una vera e propria idiosincrasia verso la lettura delle sceneggiature e preferisce leggere direttamente il prodotto finito. Fino a non molto tempo fa, quindi, nessuno controllava le sceneggiature... a parte quelle di Boselli, che, credo, se le faccia leggere in via informale, almeno ogni tanto, da Burattini, per avere un secondo parere "obiettivo". Oggi l'ingrato lavoro di leggere e supervisionare le sceneggiature dovrebbe, finalmente, essere stato affidato a Marcheselli. Guarda che scritto così sembra che Bonelli dia la mie sceneggiature da leggere a Burattini! Borden Se questa è davvero l'impressione, la correggo subito e preciso indiscutibilmente che sei TU che di TUA spontanea volont? a chiedere a Moreno di leggere le tue (o almeno qualcuna) sceneggiature perchè preferisci avere il parere di un terzo, che possa, chissà, segnalartti eventuali errori che l'autore non noterebbe. Altrimenti le stesse storie non sarebbero state "supervisionate" da altri che te stesso... sempre che adesso che Marcheselli è curatore, seppure non ufficiale, non se le legga pure lui. Cosè va meglio? Lo spero. P. S. Ne approfitto per cadeggiare ancora la candidatura di Moreno Burattini per Tex.
  9. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Era proprio questo quello che pensavo,Carlo, anche per il fatto che Ortiz, essendo comunque il più veloce,? anche il più adatto a coprire eventuali buchi.Proprio perchè è veloce, credo che sia un disegnatore a cui capita di ritrovarsi più spesso a lasciare gli sceneggiatori in affanno nello stargli dietro. Per questo, secondo me, avendo una storia bell'e pronta in Redazione hanno colto la palla al balzo . A quanto ne so, Sergio ha una vera e propria idiosincrasia verso la lettura delle sceneggiature e preferisce leggere direttamente il prodotto finito. Fino a non molto tempo fa, quindi, nessuno controllava le sceneggiature... a parte quelle di Boselli, che, credo, se le faccia leggere in via informale, almeno ogni tanto, da Burattini, per avere un secondo parere "obiettivo". Oggi l'ingrato lavoro di leggere e supervisionare le sceneggiature dovrebbe, finalmente, essere stato affidato a Marcheselli.
  10. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Per essere esatti, era stata pensata, io, credo, nel 2005 o comunque prima dell'estate 2006, per essere affidata a Fusco quando questi fosse rientrato dalla convalescenza dopo l'operazione agli occhi a cui si era sottoposto nel 2004 dopo aver finito di disegnare "Athabaska Lake". Fusco rifiut? l'incarico perchè preferiva da allora in avnati disegnare solo storie brevi e, di conseguenza, meno impegnative come tempi di realizzazione (il mio sospetto è che temesse di fare la fine, come qualità, di Galep, Marcello e Letteri ed abbai voluto solo storie che fosse abbastanza sicuro di poter finire da solo e con la qualità che gli sembrava adeguata). La storia fu accantonata e non se ne sent? più parlare, finch?, alla fine del 2008 non si decise di affidarla ad Ortiz, reduce dalle fatiche della realizzazione dell'ultimo Maxi. No, su questo posso dirti che ti sbagli... almeno in parte. Innanzitutto cosa intendi per storie finite? Se intendi sceneggiature, devo dirti che a parte Nizzi che negli ultimi tempi si era abituato a sceneggiare a blocchi di 110 pagine, ogni sceneggiatore consegna al disegnatore di turno non più di 30 pagine alla volta e le sceneggiature sono sempre uno "work in progress" assieme ai disegni. Chi aveva il buco era Ortiz, che si ritrovava senza sceneggiature pronte per lui, visto che Boselli era fin troppo impegnato con altri disegnatori e non aveva la possibilità di prenderselo in carico, mentre Segura ancora non aveva nuovi soggetti. Ecco, quindi, che si decise di tirar fuori questa storia e darla a lui. Nessuna idea,, ne sono convintissimo, da parte della Bonelli di affidare una storia scarsa ad un disegnatore ritenuto in calo. Personalmente ero e rimango convinto che alla SBE la sceneggiatura non l'abbiano nemmeno letta In effetti, come dicevo, non ci sei andato troppo lontano, pur partendo da un ragionamento errato. Che lo sia stato non lo metto in dubbio, ho apprezzato tantissimo le sue prime storie. Che lo sia ancora... si difende meglio di altri coetanei ed è la sola cosa che mi sento di dire. Un voto? 5, comprensivo di testi e disegni
  11. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Eccomi a commentare anch'io questa storia. la prima sensazione che ho provato è stata che tutto sommato avrebbe potuto essere anche un buon soggetto se non fosse stato rovinato da una sceneggiatura del tutto priva di guizzi e soprattutto praticamente incapace di suscitare anche il minimo sindacale di partecipazione emotiva che qualunque storia dovrebbe suscitare nel lettore. Si comincia (? proprio il caso di dirlo ) dall'inizio. Viene introdotto Cane Giallo ed un breve flashback ci ricorda chi sia e cosa ha combinato in precedenza. Subito dopo arriva Ukasi ed è ecco di nuovo una spiegazione di chi sia Cane Giallo e di cosa ha combinato. Lo sceneggiatore deve pensare che i suoi lettori siano davvero tonti se ritiene necessario rispegare la stessa cosa dopo poche pagine. Confesso che la cosa mi ha urtato. Io non sono uno sceneggiatore professionista, ma ritengo che la scena sarebbe stata molto più d'effetto se avessimo visto Cane Giallo sbandato e vagabondo e poi l'arrivo di Ukasi che gli diceva: "Io so chi sei" e via col flashback. I personaggi, poi, di fatto non esistono. Sia Cane Giallo che Ukasi, specialmente quest'ultimo, non hanno il minimo spessore, nulla che spinga anche il lettore più occasionale a provare un seppur minimo interesse per loro. Il ruolo di Ukasi, poi, confesso che mi è del tutto incomprensibile. SPOILERA parte il suo ruolo nel far nominare Cane Giallo capo della Tribù Ute, scompare per tutta la storia finch? non riappare giusto in tempo per veder svelato il suo trucco e finire ammazzato. Parlando del trucco con cui Ukasi "uccide a distanza", non so se vi rendete conto di quanto sia assurdo. Beviamoci pure che la mascheratura fornita dalla testa del bastone riesca (magari accompagnata dall'urlo di Ukasi) ad attutire il rumore dello sparo, resta il fatto che le vittime di Ukasi non presentano tracce di ferite, sono semplicemente morte. Dove sono le tracce di bruciatura, i fori di proiettile ed il sangue? I due indiani cadono semplicemente e quelli che sono con loro non si accorgono di nulla. Se almeno fosse stato un dardo avvelenato sarebbe stato comprensibile, ma così... è proprio trattare i lettori da decerebrati... la prova in più, se ce n'era bisogno, che le storie di Nizzi prima di mandarle in stampa non le rilegge nessuno. Sono stato contento di rivedere il vecchio Nuvola Rossa, ma sprecare i suoi poteri precognitivi per un buffone come Ukasi, è stato seccante. L'intera sequenza della doppia premonizione è stata oggettivamente inutile nell'economia della storia. Del tutto irritante, poi, la caratterizzazione di Kit Willer, a proposito della quale non spreco una parola di più, tanto è lontana anni luce da quella offertaci da Faraci e Boselli nelle ultime storie. Cosa si salva, quindi, di questa storia? Le scene d'azione, indubbiamente, e, sono pronto a riconoscerlo, un impianto generale che dimostra almeno un certo sforzo per tentare di eliminare certi difetti della scrittura dell'ultimo Nizzi. Buona prova di Ortiz ai disegni.
  12. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    Storicamente è una frase che fu pronunciata dal re Edoardo II. Durante un ballo, alla contessa di Salisbury, sua risaputa amante, cadde la giarrettiera. Il re la raccolse per porgerla alla Contessa, tra il sorriso pieno di sottintesi dei presenti. Il re abbastanza arrabbiato disse: Dannato chi pensa male!. Poi aggiunse, sempre in francece, allora lingua ufficiale alla corte d'Inghilterra, "Quelli che ridono in questo momento, saranno un giorno molto onorati di portarne una come questa". ( definizione tratta da it. answers. yahoo. com ). Tutto giusto... a parte che il re era Edoardo III e non suo padre Edoardo II... il quale l'aver assolto ad uno dei suoi doveri di re mettendo incinta la moglie per tre volte, non dimostr? mai interesse verso le donne... al contrario del figlio primogenito. haha
  13. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    No, non lo sapevo Carlo, o forse l'avevo dimenticato(in questo periodo il mio cervello e' fritto!).Consolati: non sei l'unico a cui capita. Per me invece e' esattamente l'opposto! Oltre alla parte grafica, sono anche le storie stesse che non mi son piaciute. Sul serio? Quando si dice avere sensibilit? diverse. Font ha debuttato su Tex ormai 12 anni fa e le storie che ha disegnato, nessuna esclusa, io le trovo tra le migliori del periodo. Partendo proprio dal giugno 1998, solo, più o meno in ordine di preferenza, "la grande invasione", "Sulla pista di Fort Apache" e "Matador" sono di un livello superiore come qualità di sceneggiatura e presa emotiva. Naturalmente e' solo una questione prettamente estetica. Se Font fosse stato un autore italiano l'avrei detestato lo stesso. Lo stesso vale per Ortiz, ma quest'ultimo e' piu' accettabile rispetto a Font.Beh, questo lo posso capire. Un'altra questione su cui siamo praticamente agli antipodi. riconosco che esiste una vena grottesca nel tratto di Font, ma non condivido assolutamente quello che dici, rispetto ovviamente la tua opinione pur non condividendola per niente.
  14. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Font ancora su Tex??? :s Davvero non lo sapevi? Sta disegnando una storia di Ruju che dovrebbe vedere la presenza degli Apaches. Cosa ti aveva mai fatto pensare che avesse lasciato Tex? Forse certe voci che corrono e riguardano la sua permanenza su Tex è Beh, non so da dove nascono queste voci... o meglio, lo sospetto: dal suo impegno con la Francia... ma se la memoria non mi fa difetto, non molto tempo tempo fa lo stesso Borden mi ha detto che stava già pensando alla prossima storia da affidare a Font (quella successiva a quella di Ruju su cui Font è al lavoro adesso, intendo, la cosa mi è stata detta quando Font aveva già cominciato a disegnarla). Certo, magari, da allora Font gli ha comunicato la sua intenzione di smetterla con Tex, ma ne dubito.
  15. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Font ancora su Tex??? :s Davvero non lo sapevi? Sta disegnando una storia di Ruju che dovrebbe vedere la presenza degli Apaches. Cosa ti aveva mai fatto pensare che avesse lasciato Tex? Per me ?, invece, vero esattamente il contrario. Per quanto Font non sia nei primi posti tra i miei disegnatori preferiti, apprezzo molto il suo tratto e riconosco, tra l'altro, l'esistenza di una particolare alchimia tra lui e Boselli che, secondo il mio personale parere rende sempre molto riuscite le storie che hanno fatto insieme finora. Mi pare di capire che tu abbia una certa idiosincrasia verso i disegnatori stranieri di Tex. Mi chiedo perchè: si tratta di una pura e semplice questione estetica, ovvero non ti paice il loro tratto, o ti d' solo fastidio vedere un autore non italiano su Tex (Immagino che non sia così, lo troverei davvero incomprensibile). Nel primo caso, dovrei dire che non sono minimamente d'accordo con te: tutti i disegnatori stranieri che si sono finora cimentati con Tex hanno, secondo me, dato una buona prova. Su Font ho già espresso la mia opinione più sopra, quanto aglil altri, non ho problemi ad ammettere che Ortiz è peggiorato negli ultimi tempi (del resto è ha 78 anni, se non sbaglio), ma mi si permetta di dire che lo trovo molto meglio sia di Letteri sia di Galep quando avevano la sua attuale età. L'unico su cui avrei espresso delle riserve era De la Fuente, ma anche lui aveva l'handicap dell'età. Negli anni Settanta era indubbiamente un disegnatore coi fiocchi e la sua prova sul Texone del 1992 l'ho trovata comunque molto azzeccata. Fa piacere anche a me. Finalmente sembra che il quartetto sia ancora d'attualita'. Come ho già detto è dai lontani tempi del n° 202 (agosto 1977) che non venivano pubblicate quattro storie consecutive con il quartetto al completo (ma anche solo tre storie consecutive, se è per quello). Ciò è stato dovuto in parte all'arrivo di Nolitta (che col quartetto al completo non ci si è mai trovato bene, preferendo altre combinazioni) ed in parte al fatto che il tardo Bonelli vir? sulla coppia Tex e Carson e che Nizzi, pur avendo scritto storie belle con il quartetto al completo, ha sempre preferito fin dagli esordi l'accoppiata Tex e Carson. Confesso che il quartetto dei pards mi è mancato non poco e che sono abbastanza curioso di vedere come Ruju li gestir?. In ogni caso quel che conta davvero per me non è che ci siano tutti e quattro, ma che ognuno abbia il suo giusto spazio nella storia.
  16. Carlo Monni

    [598/599] La Prova Del Fuoco

    Un altra curiosità: se non ricordo male (vale a dire, se non mi confondo con quella che sta scrivendo per Font, ma non credo), Ruju stesso mi ha detto che in questa storia ci sono tutti e quattro i pards. Se è così, sarà la prima volta da "L'oro del Colorado" (nn° 201/202) che, compreso il n° 600, sulla serie regolare ci saranno ben tre storie di fila con protagonisti tutti e quattro i pards (e le storie saranno addirittura 4, se, come mi pare di aver capito, anche nella storia di Boselli & Mastantuono che apparir? nei nn° 601/602 ci sarà sempre il quartetto al completo). la cosa dovrebbe far piacere a molti, credo (a me la fa. )
  17. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Non ci vedo nulla di inconciliabile, così come non l'ho visto in "Buffalo Soldiers", dove pure gli Utes erano presenti e perfino piuttosto bellicosi almeno per un p?. Intendi cane Giallo? Beh gli Utes non avevano motivi di parlarne: per loro ormai era storia passata. Non si rammentano le pecore nere. :capoInguerra: Quanto a Tex, diciamo che aveva altro per la testa che Cane Giallo, che peraltro era solo una parentesi nella sua lunga conoscenza con gli Utes. Ecco, questo è già più grave e l'avevo notato anch'io. Dopo gli eventi de "L'uomo senza passato" una citazione di Naso Paitto e dei suoi Utes almeno da parte di Kit Willer ci sarebbe stata proprio bene. Il Nizzi dei tempi migliori l'avrebbe sicuramente fatta, ma quello attuale sembra non badarci più o nemmeno se lo ricorda. Se ho capito bene quello che dici, direi che tu (e Nizzi, temo), partiate da un assunto che è probabilmente errato e cioè che all'epoca esistesse un unico capo degli Utes, com'era ed è anche oggi per i Navajos. Bisogna , però, ricordare, che, anche tra i Navajos i singoli villaggi godevano di sostanziale autonomia, perchè escluderlo per gli Ute? Inoltre già all'epoca esistevano due distinte riserve Ute: Quella degli Ute del Nord, che si trova in Utah ed è quella con cui Tex ha avuto a che fare in "Buffalo Soldiers" e quella degli Ute del Sud, che si trova in Colorado, per tacere di altre piccole enclavi Ute altrove (grazie Wikipedia). Chi può escludere che gli Ute di cui Cane Giallo diventa capo non riconoscesserol'autorit? di nessun'altro?. In ogni caso, ribadisco che la mancata citazione di Fiore di Luna e di suo padre non mi ha proprio sorpreso (in fondo dall'attuale Nizzi me l'aspettavo) ma mi ha infastidito, questo si.
  18. Carlo Monni

    [Texone N. 24] I Ribelli Di Cuba

    Venendo, ora ad un mio effettivo commento, devo dire semplicemente che la storia mi è piaciuta e molto anche. Guido Nolitta imbastisce un bel soggetto, fondamentalmente pieno di quei topoi narrativi che tanto piacciono a lui: gli oppressi in rivolta, i personaggi in bilico tra bene e male o comunque non privi di ombre (penso a Serrano, ma anche al vecchio maggiordomo di Durand), all'uso delle credenze popolari del luogo che il protagonista si trova a visitare, il finale non del tutto consolatorio. Anche il fatto che Tex agisca da solo, o meglio: con il solo aiuto di Montales, è un tocco tipicamente nolittiano. Incidentalmente parlando, non scriver?, forse più, storie complete, ma è certo che negli ultimi anni Sergio Bonelli alias Guido Nolitta è tornato a dare un'occhiata all'altra creatura di suo padre. Oltre al soggetto di questa storia ha fornito anche gli spunti per i soggetti di: "Buffalo Soldiers", "Seminoles", "Patagonia" e dell'imminente n° 600, "I demoni della nebbia" Da parte sua, Boselli imbastisce una sceneggiatura in cui le scene d'azione e quelle di dialogo sono ben dosate e la storia fial via liscia. Credo che in pochi possano, tra l'altro, osare lamentarsi della qualità dei dialoghi davvero molto vicini allo spirito di G. L. Bonelli. Magari ci sarà comunque qualcuno che si lamenter? del fatto che è stato Serrano a dare il fatto suo al perfido capitano ed non Tex, quasi che sempre e comunque debba fare tutto lui. Per quel che mi riguarda, Tex aveva già dato sistemando Rayado, la vendetta o giustizia, chiamatela come volete, in questo caso non poteva che spettare a Serrano. A chi teme di essere troppo buonista dico che anch'io sono stato spiazzato dalla morte della moglie di Serrano, tuttavia penso che nel contesto ci stava bene, sia per dare il giusto tono drammatico al finale che per dare anche la spinta definitiva a Serrano nel suo mutare di idea sullo schiavismo. Del resto non è la prima volta che Nolitta e Boselli ci mostrano come non sempre ci siano finali felici per tutti. Per quanto mi riguarda, Suarez ha fatto un gran bel lavoro. L'ho apprezzavo su Mister No e l'ho apprezzato qui. La sua versione di Tex (e non mi riferisco al volto, quanto agli abiti ed al look in generale), mi sembra abbastanza debitrice della versione di Giolitti e Capitanio (in particolar modo per certi tocchi come il nastro sul cappello). Personalmente non ho nulla da dire sui tocchi personali che ha inserito. Sono curioso di rivederlo di nuovo all'opera sul Ranger (in questi giorni dovrebbe essere in dirittura d'arrivo, se non ha già finito, su una storia di 110 pagine scritta per lui da Faraci e spero che presto possa affrontarne un'altra). Mi piacerebbe vedere la sua versione degli altri pards. Piccola segnalazione: Boselli ha fatto un piccolo errore in un dialogo, quando Durand afferma di avere la fiducia del Segretario di Stato. Immagino, visto che Durand lavora al Dipartimento della Guerra e non a quello di Stato, che proprio al Segretario alla Guerra ci si volesse riferire.
  19. Carlo Monni

    Domande A: Claudio Villa

    La cosa non mi sorprende affatto, devo dire. haha
  20. Carlo Monni

    Tex,un Eroe Perdente?

    In effetti in questa sua prima prova come soggettista (e sarebbe interessante sapere quanto fosse dettagliato il suo soggetto e quanto il padre lo abbia seguito effettivamente ) Giorgio Bonelli si dimostra più vicino alla sensibilit? del fratello maggiore che a quella del padre a cui peraltro, stando a quanto ho sentito dire, somiglia caratterialmente. Il finale, in cui uno dei neri perseguitati, riconoscendo il suo persecutore (che ha la fisionomia di uno dei classici cattivi di Nicol' haha) lo lascia deliberatamente annegare e decisamente da GLB.
  21. Carlo Monni

    [596/597] Oltre Il Fiume

    Perchè no? In fondo è un disegnatore della vecchia scuola, e non ha mai avuto una media tavole bassa... Se poi ci aggiungiamo che è in fase calante, e la sua fase calante "prevede" disegni meno accurati di quelli di una volta è chiaro che sostanzialmente il numero di tavole disegnate mensilmente rimane alto! Faccio una piccola premessa: non commettete l'errore di credere che le storie siano sempre pubblciate nell'esatto ordine di realizzazione senza soluzione di continuit?. Ortiz è sè velocissimo, ma i ritmi di pubblicazione possono aumentare quest'impressione. da quanto ho potuto apprendere direttamente in Redazione, Ortiz ha disegnato... "Evasione" (pubblicata nell'aprile/maggio 2007) tra il maggio ed il dicembre 2006, "Lungo i sentieri del West" (Maxi uscito nel 2009), tra il gennaio 2007 ed il marzo 2008, "Oltre il fiume tra l'aprile ed il dicembre 2008 Attualmente è al lavoro su un Maxi scritto da Segura che dovrebbe presumibilmente completare entro l'estate. Come vedi, le due storie pubblicate a distanza di 8 mesi l'una dall'altra, in realtà erano state completate entrambe quasi da un anno prima della pubblicazione della prima. Ciò non toglie, che messe insieme le tre storie, Ortiz abbia disegnato circa 756 pagine in poco più di due anni e mezzo, con una media di circa 23 pagine al mese (ridotte presumibilmente a 20, se consideriamo che qualche periodo di riposo deve pur esserselo preso durante l'anno ).
  22. Ho votato per la seconda opzione, anche se non la trovo del tutto soddisfacente. Mi spiego meglio: che Tex non debba essere un fumetto non dico pornografico, am perfino erotico è talmente evidente da non discuterne nemmeno. Da qui a bandire ogni accenno al sesso ce ne corre. Personalmente non mi sento offeso n° dalla presenza di scollature od anche di più, n° da quella di bordelli e/o prostitute e nemmeno da accenni al sesso se fatti in modo garbato e funzionale alla storia. Non mi interessa vedere uno dei pards nell'atto di fare sesso. Da questo punto di vista sono e rimango un fan della dissolvenza, ma di certo non mi scandalizzerei se, tanto per fare un esempio si vedesse una scena in cui il buon Kit Willer si risveglia al mattino e Donna (ma il discorso vale per qualunque altra ragazza è chiaro) in neglig? si riavvia i capelli al tavolino da toilette. . L'importante sarebbe solo che la cosa non fosse gratuita. Lo stesso vale per Carson o Tiger. Per Tex il discorso ?, ovviamente, diverso e non sto nemmeno a spiegare il perchè, tanto è stato sviscerato più e più volte
  23. Quasi per caso (mi sono messo a leggere la scheda di Charlie Siringo su Wikipedia), ho scoperto che l'Agenzia Pinkerton aveva trai suoi agenti un James McParland, che, dopo aver cominciato come agente infiltrato (ed in questa veste fu strumentale alla repressione di alcuni scioperi ed uno dei suoi successi in questo campo fu lo smantellamento della associazione segreta irlandese dei Mollymaguires). McParland divenne poi capo della sede Pinkerton di Denver dal 1885. Mor? nel 1919 a 76 anni. Vedere qui: http://en. wikipedia. org/wiki/James_McParland Indubbiamente G. L. Bonelli si ispir? a lui per creare il personaggio di Mac Parland, anche lui agente della Pinkerton di Denver, che debutt? nel lontano n° 31. A parte la differenza nel nome, scrittop in maniera diversa, c'è anche una sostanziale differenza di carattere e di aspetto (ed ora mi spiego perchè all'inizio di "Puerta del Diablo" Ortiz lo abbia ritratto alto e con i baffoni, si deve essere ispirato proprio alle foto di McParland :capoInguerra:).
  24. Dipende: per quanto riguarda la collocazione cronologica delle avventure di Tex non c'è mai troppo rigore e quando gli torna utile gli autori di Tex si prendono qualche libertà. In genere, però, le avventure di Tex sono ambientate nella seconda metà degli anni 80 del XIX secolo. Se partiamo da questo punto di vista, allora dovremmo concludere che il Presidente del Messico in questione sia Porfirio Diaz (che fu Presidente dal 1884 al 1911). C'è da dire che al riguardo G. L. Bonelli non è mai stato rigoroso, visto che in "L'eroe del Messico" fa partecipare Tex agli eventi delal rivoluzione messicana del 1911 sia pure cambiando i nomi dei protagonisti (Francisco Madero diventa Manoel Perez, ma la fine che fa è praticamente identica). Quindi, chi può dirlo? Sempre a proposito del periodo storico in cui si svolgono le avventure di Tex, il Presidente che appare sia in "Intrigo a Santa Fe" che in "Gli uomini che uccisero Lincoln" e che non viene chiamato mai per nome, è chiaramente ispirato a Grant, anche se ha la barba bianca e non nera (e la cosa è ovviamente voluta) ma ovviamente non potrebbe essere lui, essendo fuori tempo massimo. Volendo essere fedele alla cronologia prevalente potrebbe essere sia Grover Cleveland (1885-1889 e 1893-1897) che Benjamin Harrison (1889-1893). Sicuro? Non ho controllato. In ogni caso anche nel suo caso, GLB si prende un bel p? di libertà. Il vero Nana è morto di morte naturale a Fort Sill (Oklahoma) nel 1896 alla bella età di 96 anni. Esatto. E che come scrisse qualcuno non ricordo dove, avrebbero di certo preferito fare la fine epica narrata da GLB piuttosto che quelal reale avvenuta nel 1892 a Coffeyville, Kansas. I numeri erano il 60 ed il 61 e la narrazione segua abbastanza fedelmente quello che avvenne nella vita reale in un periodo che va approssimativamente al 1898 al 1908 con Tex e Carson praticamente al posto dei detectives delal Pinkerton Charlie Siringo e Tom Horn (si, proprio quel Tom Horn ).
  25. Me ne sono ricordato subito un'altro: Frank North, apparso su "I lupi Rossi".
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